Esteri
Israele attacca obiettivi Hezbollah in Libano. Gallant oggi...
Israele attacca obiettivi Hezbollah in Libano. Gallant oggi negli Usa
Idf: "Colpito un sito di produzione di armi nella zona di Baalbek". Poco dopo circa 50 razzi lanciati da Hezbollah verso il nord di Israele. Missili Houthi contro petroliera cinese nel Mar Rosso
Israele "ha fatto un passo avanti nei negoziati per l'intesa sugli ostaggi accettando alcuni elementi chiave dell'accordo di Parigi". A dichiararlo è stata oggi una fonte israeliana citata dall'emittente N12. La fonte ha poi reso noto che è stata avviata una discussione sul ritorno dei residenti nel nord della Striscia di Gaza come parte dell'accordo. Alti funzionari della delegazione israeliana che sono rientrati in Israele torneranno in Qatar se riceveranno da Hamas una risposta positiva, ha concluso la fonte.
Israele attacca obiettivi Hezbollah in Libano
Israele nel frattempo ha attaccato obiettivi della milizia sciita Hezbollah sostenuta dall'Iran in Libano, ha dichiarato l'esercito nelle prime ore di domenica. I jet da combattimento delle Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno "colpito un sito di produzione di Hezbollah contenente armi nella zona di Baalbek", nel Libano orientale, sabato notte, ha detto l'esercito in un post su Telegram si legge sul Times of Israel.
Secondo le autorità locali, tre persone sono rimaste ferite. Baalbek è considerata una roccaforte di Hezbollah e si trova a circa 100 chilometri dal confine israelo-libanese. Poco dopo, secondo l'Idf, circa 50 razzi sono stati lanciati da Hezbollah dal Libano verso il nord di Israele. Alcuni dei razzi sono stati intercettati, mentre altri "sono caduti in aree aperte", ha dichiarato l'esercito israeliano, aggiungendo che gli aerei dell'Idf hanno colpito le basi da cui sono stati lanciati alcuni dei razzi. Inizialmente non sono state segnalate vittime o danni.
Dal massacro in Israele da parte dell'organizzazione militante palestinese Hamas il 7 ottobre e dall'inizio della guerra, si sono verificati attacchi reciproci quasi quotidiani tra Hezbollah, alleato di Hamas, e Israele.
Gallant conferma visita oggi a Washington
Intanto il ministro israeliano della Difesa e del Gabinetto di Guerra israeliano Yoav Gallant sarà oggi a Washington per una visita ufficiale su invito del suo omologo statunitense, Lloyd Austin. Lo ha confermato il ministero della Difesa israeliano. Gallant incontrerà anche il segretario di Stato Anthony Blinken, che ha appena concluso il suo sesto tour nella regione, e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan insieme ad altri alti funzionari statunitensi, riferisce il Times of Israel. La dichiarazione sembra confermare un rapporto precedente del quotidiano statunitense Axios secondo cui Gallant porterà con sé una lunga lista di richieste per ricevere più armi americane mentre continua la guerra a Gaza e i combattimenti al confine libanese con Hezbollah.
Missili Houthi contro petroliera cinese nel Mar Rosso
Gli Houthi sostenuti dall’Iran hanno lanciato quattro missili balistici antinave (ASBM) nel Mar Rosso in prossimità della M/V Huang Pu, una petroliera battente bandiera panamense, di proprietà e con armatore cinesi. A renderlo noto oggi su X è stato il Comando centrale statunitense, Centcom. "Alle 16:25 (ora di Sanaa), è stato rilevato un quinto missile balistico lanciato verso la M/V Huang Pu. La nave ha emesso una richiesta di soccorso ma non ha avuto necessità di assistenza. La M/V Huang Pu ha subito danni minimi e un incendio a bordo è stato domato entro 30 minuti. Non sono state riportate vittime e la nave ha ripreso la sua rotta. Gli Houthi hanno attaccato la MV Huang nonostante avessero precedentemente affermato che non avrebbero attaccato le navi cinesi", si legge su X.
Ministero Salute Gaza: 32.226 morti, 74.518 feriti nella Striscia dal 7 ottobre
Sono 32.226 i palestinesi rimasti uccisi e 74.518 quelli rimasti feriti dall'inizio dell'offensiva militare israeliana su Gaza il 7 ottobre. Ad aggiornare il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza è stato il ministero della Salute della Striscia, secondo cui nelle ultime 24 ore 84 palestinesi sono rimasti uccisi e 106 feriti.
Esteri
Gaza, Hamas apre all’accordo: “Non ci sono...
La delegazione israeliana sarebbe stata invitata a partecipare ai colloqui del Cairo in parallelo con la squadra di Hamas “per accelerare il processo”. Blinken in Medio Oriente per la settima visita dal 7 ottobre
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro Benjamin Netanyahu hanno parlato dei negoziati in corso per la conclusione di un accordo sulla restituzione degli ostaggi detenuti a Gaza dal massacro di Hamas che ha aperto sull'ultima proposta.
Il gruppo terroristico palestinese, come riporta il Times of Israel, non ha “alcun problema di rilievo” con l'ultima proposta di Israele ed Egitto per una tregua a Gaza. “L'atmosfera è positiva, a meno che non ci siano nuovi ostacoli israeliani. Non ci sono problemi importanti nelle osservazioni e nelle richieste presentate da Hamas riguardo ai contenuti” della proposta, ha dichiarato il funzionario di Hamas, che ha parlato a condizione di anonimato.
Il funzionario ha aggiunto che una delegazione di Hamas, guidata dall'alto dirigente del movimento Khalil al-Hayya, fornirà la risposta del gruppo alla proposta di tregua durante un incontro con i mediatori egiziani e qatarioti al Cairo lunedì. L'Egitto ha anche invitato la delegazione israeliana a recarsi al Cairo oggi per “accelerare il processo e fornire i chiarimenti necessari”, secondo una fonte egiziana citata dall'Al-Arabi Al-Jadid, di proprietà del Qatar.
La base per l'accordo
Il Cairo ha elaborato una nuova proposta di accordo tra Israele e Hamas che prevede il rilascio di venti ostaggi dalla Striscia di Gaza in cambio di un cessate il fuoco di tre settimane. Lo scrive il Wall Street Journal, sottolineando che l'obiettivo della proposta è anche quello di rinviare l'eventuale offensiva a Rafah. La proposta è stata concordata con Israele, scrive i Wsj, e prevede un'iniziale pausa dei combattimenti che sarebbe poi estesa dai mediatori. Non è chiaro, affermano i funzionari egiziani, se questa pausa porterà alla fine della guerra.
Telefonata tra Biden e Netanyahu
Nel corso della conversazione telefonica tra Biden e Netanyahu, i due leader "hanno discusso di Rafah" e il presidente Usa "ha ribadito la sua chiara posizione", come riferisce la Casa Bianca in una nota. Biden, inoltre, ha riaffermato "il suo fermo impegno per la sicurezza di Israele dopo il successo della difesa contro l'attacco senza precedenti dell'Iran con missili e droni all'inizio del mese. Ha inoltre fatto il punto sui colloqui in corso per garantire il rilascio degli ostaggi e l'immediato cessate il fuoco a Gaza".
Il presidente degli Stati Uniti "ha fatto riferimento alla sua dichiarazione, insieme ad altri 17 leader mondiali, in cui chiedeva ad Hamas di rilasciare senza indugio i propri cittadini per garantire il cessate il fuoco e i soccorsi alla popolazione di Gaza. Il Presidente e il Primo Ministro hanno anche discusso dell'aumento dell'assistenza umanitaria a Gaza, anche attraverso i preparativi per l'apertura di nuovi valichi settentrionali a partire da questa settimana. Il Presidente ha sottolineato la necessità che questi progressi siano sostenuti e rafforzati in pieno coordinamento con le organizzazioni umanitarie".
Blinken in Arabia Saudita
Intanto il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato in Arabia Saudita, prima tappa del tour in Medio Oriente per cercare di ottenere un cessate il fuoco a Gaza e migliorare la crisi umanitaria nell’enclave assediata.A Riad, Blinken dovrebbe incontrare gli alti leader sauditi e tenere un incontro più ampio con le controparti di cinque stati arabi – Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania – per discutere sulla governance della Striscia di Gaza dopo la guerra, secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato.Blinken andrà poi in Israele e Giordania , ha annunciato il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti.
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Usa, Urbinati (Columbia): ”La rettrice ha scatenato...
La docente di Teoria politica difende la protesta pacifica degli studenti e sostiene il dialogo senza toni aggressivi in spazi dedicati. Occorre portare avanti una trattativa che permetta il ritorno alla normalità ed eviti un grave danno di immagine per il campus, sostiene.
E' stata una ''reazione folle'' quella della rettrice della Columbia University, Nemat Shafik, di chiamare la polizia per rimuovere la manifestazione studentesca contro Israele. ''Era una protesta pacifica, fatta a suon di rap con giochi, canti e balli'', ma lei ''l'ha trasformata in un inferno''. Per fortuna, anche grazie ''a un documento di appello al dialogo che ho firmato anche io'', ora ''il clima è molto cambiato'' e si è aperto ''un tavolo di trattativa e negoziazione tra i rappresentanti degli studenti, il corpo docente, i dipendenti e l'ammnistrazione dell'università''. L'obiettivo è quello di rientrare in un ''clima di trattativa per riportare la normalità'', altrimenti ''c'è il rischio che salti il semestre'', ma ''nessuno vuole che si arrivi a tanto, sarebbe un danno di immagine incredibile, una rovina enorme''. Nadia Urbinati, che dal 1996 insegna Teoria politica alla Columbia University di New York, racconta ad Adnkronos dall'interno le contestazioni. ''Si tratta di un accampamento pacifico, gli studenti sono molto più moderati della rettrice, ma sono stati trattati da criminali e questo non è possibile'', ha aggiunto Urbinati.
Lei stessa ha avuto contatti con gli studenti, ''hanno scritto un documento bellissimo e molto moderato rivolto alla rettrice che ho firmato insieme a colleghi del mio dipartimento. Un documento in cui chiedevano di tenere in considerazione il problema della violenza che si amplifica se si chiama la polizia''. Tra i suoi studenti, racconta, ''uno che aveva fatto con me un corso sulla retorica è stato arrestato ieri per uso sconsiderato del linguaggio. Ha detto che i sionisti dovrebbero sparire dalla faccia della terra... Ma a parte questo caso nessuno mio studente è stato sospeso o arrestato''. Sottolineando che ''il 20 per cento degli studenti della Columbia arrestati sono ebrei'', Urbinati racconta anche il caso di ''uno studente ebreo israeliano che ha chiesto di non venire in classe per non attraversare il campus in quanto si sente a disagio''. La sua richiesta è stata accolta, ''un caso eccezionale risolto permettendogli di seguire le lezioni tramite Zoom''.
Urbinati racconta poi che in questi giorni hanno visitato la protesta al campus ''il rappresentante repubblicano e quello democratico. Entrambi sono stati ottusamente arroganti. L'esponente repubblicano ha proposto di chiamare guardia nazionale, il che avrebbe riportato il campus a livelli raggiunti solo nel '68''. Secondo la politologa, quindi, è stata ''la rettrice che ha radicalizzato'' la manifestazione. Shafik, spiega Urbinati, ''è alla Columbia da nove mesi e si è dimostrata molto inadeguata. Viene dal mondo delle finanza e ha dimostrato totale incapacità di comprendere che qui non si tratta di dipendenti di una banca, ma di persone varie con le quali occorre entrare in contatto''. E invece, durante la protesta, ''la rettrice è rimasta sempre chiusa nel suo ufficio o nella sua casa. Non ha mai interagito con gli studenti''.
L'auspicio, ora, è che ''vengano messi a disposizione degli spazi, delle aule, dove poter proseguire il dibattito sulla guerra e sui rapporti con Israele''. Perché, prosegue Urbinati, ''se c'è libertà di insegnamento, se si studiano argomenti come la guerra e la pace, gli stati nazione, è evidente che ne esca un dibattito''. Anzi, aggiunge, ''ben venga il dialogo e la riflessione promossi dagli studenti, certo senza usare toni aggressivi''.
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Elezioni Usa, Biden prende in giro Trump: “Sono in...
Durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca
''Sono un uomo adulto e sono in corsa contro un bambino di sei anni''. Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha preso il giro l'ex inquilino della Casa Bianca e suo rivale alle prossime elezioni americane Donald Trump. ''L'unica cosa che abbiamo in comune è l'età'', ha aggiunto Biden durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca. Anche se, età anagrafica alla mano, Biden ha 81 anni contro i 77 di Trump. ''Le elezioni del 2024 sono in pieno svolgimento e sì, l'età è un argomento - ha detto Joe Biden - Sono un adulto che corre contro un bambino di sei anni''.
Molti gli ospiti illustri, giornalisti e celebrità presenti all'hotel Hilton di Washington mentre all'esterno un centinaio di manifestanti hanno scandito slogan contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza e sventolato una bandiera palestinese lunga diversi metri. Ma all'interno il conflitto in Medioriente non è stato al centro della scena, soppiantato appunto dalle battute sull'età dei candidati alla presidenza Usa.