Vaccini: babele norme e info, Cittadinanzattiva ‘al via portale e vademecum per tutti’
Orientare i cittadini nella babele di informazioni e di procedure e leggi nazionali e locali, e aiutarli ad individuare i punti vaccinali più vicini al proprio luogo di residenza. Ma anche fornire risposte a false credenze e domande frequenti. E' questo l'obiettivo di 'TuttoVaccini', presentato oggi Roma da Cittadinanzattiva, che si avvale di due strumenti principali: un portale interattivo e un vademecum scaricabile online. Il progetto, in particolare, pone attenzione ai bisogni di salute delle popolazioni fragili, propone chiarimenti sulla normativa nazionale vigente, spiega i modelli organizzativi regionali e indica i centri vaccinali presenti in ciascuna regione (indirizzi, recapiti, modalità di accesso, etc.), oltre ad offrire materiali di approfondimento, con un glossario di oltre 230 termini e una serie di link a siti istituzionali.
La piattaforma TuttoVaccini, inoltre, fornisce un assistente virtuale per le domande più frequenti e per la ricerca di informazioni; schede ad hoc per ciascuna regione; la mappatura geolocalizzata degli oltre 1.800 centri vaccinali pubblici e informazioni specifiche al riguardo. Ancora, grazie alla collaborazione con Federfarma, sono state ad oggi mappate anche oltre 5.400 farmacie del territorio dove è possibile vaccinarsi.
Si tratta di "uno strumento - spiega Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva - che mettiamo a disposizione di tutti nell'ottica di una responsabilità condivisa su una sfida fondamentale, quale è quella della prevenzione, per la salute collettiva e per la sostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale". Continua Mandorino: "Chiediamo a tutti gli interessati di contribuire all'aggiornamento e arricchimento della piattaforma, che può orientare le persone e favorire una piena e consapevole adesione alle vaccinazioni, uno degli strumenti di prevenzione più importanti che abbiamo".
Valeria Fava, coordinatrice politiche della salute di Cittadinanzattiva, si augura "che questa nostra iniziativa possa contribuire a superare alcune criticità del sistema che da anni mettiamo in luce e che anche il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-25 evidenzia, ossia: una forte disomogeneità dei modelli organizzativi regionali, dei percorsi e delle offerte vaccinali; un mancato raggiungimento delle coperture vaccinali previste, specie in alcuni territori; e per alcune vaccinazioni in particolare, una generale mancanza di informazioni. I nostri obiettivi sono rendere le vaccinazioni più facilmente accessibili, continuare a sensibilizzare e fare corretta informazione, monitorare l'attuazione e l'aggiornamento futuro del nuovo Pnpv nelle Regioni".
Questa iniziativa, afferma Marco Cossolo, presidente di Federfarma nazionale, "ha una grande valenza socio-sanitaria e che rientra appieno nella missione della farmacia, presidio vaccinale di prossimità e al contempo luogo dove i cittadini possono trovare il farmacista, professionista sanitario in grado di formare, informare e orientare. Le farmacie quotidianamente diffondono la cultura della vaccinazione come efficace strumento di prevenzione e sono pronte a rispondere ai nuovi bisogni di salute dei cittadini nell'ambito della riorganizzazione della sanità territoriale, anche implementando i vaccini somministrabili".
TuttoVaccini è promosso da Cittadinanzattiva con il contributo non condizionato di Gsk, Msd e Viatris. Partner tecnico per la realizzazione del portale è Kinoa Innovation Studio.
Salute e Benessere
Salute, Castrogiovanni: “Da sportivo giusto essere al...
L’ex nazionale di rugby è testimonial della campagna del ministero Salute sulla donazione del sangue, "salute nostro bene più prezioso"
"Da portatore sano di sport non potevo non essere oggi qui al Villaggio della Salute di Bari che da ieri e fino a domani 1 dicembre ha aperto al pubblico per screnning e controlli gratuiti. La salute è il bene più prezioso che abbiamo, dobbiamo preservarlo puntando sulla prevenzione". Così all’Adnkronos Salute Martin Castrogiovanni, ex nazionale di rugby, oggi conduttore televisivo molto apprezzato soprattutto dai giovani, mentre visita con il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato il Villaggio della Salute di piazza della Libertà, 1500 metri quadri dedicati alla prevenzione.
Un progetto della Federazione delle società medico-scientifiche italiane (Fism), nato in collaborazione con il ministero della Salute, e che rientra tra gli eventi satellite del G7 Salute di Bari che si è chiuso ieri. Il ministero della Salute contribuisce all’iniziativa con un proprio stand dedicato alla promozione degli stili di vista sani, all'utilizzo responsabile degli antibiotici, alla vaccinazione contro l'influenza e alla donazione di sangue, di cui Castrogiovanni è testimonial. "Credo che il mondo dello Sport abbia tante responsabilità – spiega Castrogiovanni - tutti gli sportivi sono sotto i riflettori. Quindi è molto importante da parte nostra sensibilizzare le persone ad avere cura della propria salute, l’unica cosa che conta nella vita. Fare un controllo preventivo non costa nulla, mentre per intraprendere un percorsi di cura a volte può essere tardi".
E sulla campagna del ministero della Salute, 'Dona vita, dona sangue' di cui è testimonial, in favore della donazione del sangue: "Questa iniziativa, grazie alla quale sono diventato un donatore, mi ha insegnato tantissimo: donare il sangue non costa niente, è un gesto indolore, di grande altruismo e generosità". Poi l’ex nazionale di rugby va a meta con l’invito rivolto ai cittadini di Bari: "per donare il sangue l’appuntamento è domani in piazza Libertà, alle 10.30 nel Villaggio della Salute".
Salute e Benessere
Sanità, Zaffini: “Ridare appetibilità alle...
Al forum Risk management: "Vuoto il 50% dei posti disponibili nella laurea triennale"
"Il tema è centrale nelle nostre quotidiane problematiche. È un argomento che sta dentro un più vasto e generale tema del ridare appetibilità alle professioni sanitarie. Su questo versante il terreno lo abbiamo perso negli anni e alcune decisioni della politica, in qualche misura hanno inciso su questo. Basti pensare al deficit di programmazione delle professioni". A parlare è Francesco Zaffini, presidente della Commissione Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, nella giornata conclusiva del Forum Risk Management, l’appuntamento dedicato alle novità in materia di sicurezza sanitaria e trasformazione digitale dei servizi di assistenza, ad Arezzo dal 26 al 29 novembre.
"A volte non riusciamo a coprire neanche il 50% dei posti disponibili della laurea triennale - riprende il senatore-. Credo che prendendo atto di questo stato di cose, si debba agire su più fronti. Intanto dobbiamo renderci conto che c'è un percorso culturale che impone un upgrade formativo di tutte le professioni sanitarie: l'operatore sociosanitario ha bisogno di specializzarsi e l'infermiere ha bisogno di fare il biennio della laurea per la specializzazione. La formazione dei nostri medici di famiglia probabilmente oggi va rivista di sana pianta. Pensate solo al tema dell’antibiotico resistenza e dell'appropriatezza nell'utilizzo degli antibiotici. I nostri medici di medicina generale devono essere formati meglio su questo versante. Nel 2050 la prima causa di morte sarà data dalle infezioni antibiotico resistenti, molto superiori alle malattie oncologiche e cardiovascolari”.
Zaffini sottolinea ancora: "abbiamo chiuso il percorso di rivedere le regole d’accesso a medicina. Adesso dobbiamo lavorare sul versante delle professioni, ivi comprese quelle infermieristiche. È un primo passo per ridare il via a questa professione. Il secondo passo, sicuramente indispensabile, è quello di dare maggiore retribuzione alla professione. A questo riguardo - aggiunge - ho due considerazioni: il nostro sistema universalistico, che altri paesi europei non hanno, che cura tutti, dal sud al nord, è ovvio che fa carico quasi esclusivamente sulla fiscalità generale e quindi, in proporzione, è ovvio, nel nostro paese Italia negli anni viene pagato qualcosa in meno rispetto a un sistema come quello dei paesi del nord Europa che viene spesso portato ad esempio. Il problema è che quel sistema è un sistema misto, non è un sistema universalistico, tutto pubblico, come il nostro. La spesa privata italiana è altissima, circa 45 miliardi di euro, mentre il Fondo sanitario nazionale è pari a circa 138 miliardi, da quest'anno, che arriverà nel 2027 a 150 miliardi", le sue parole.
Il senatore si focalizza sulla riforma del 'sistema di sanità integrativa': 'Dobbiamo procedere a step - dice - il primo step è avere un sistema mutualistico assicurativo e investire qualcosa ogni anno. In questo modo si potrà cominciare ad abbattere le liste di attesa, quanto meno sul versante della diagnostica e della specialistica. Potremmo aggredire il tema del basso contenuto stipendiario delle professioni infermieristiche, se agissimo con riforme di sistema. Rispetto alla necessità di ridare credibilità a questa professione e migliorare l'organizzazione del lavoro - illustra - Abbiamo tentato e stiamo chiudendo una fase sperimentale che dovrebbe concludersi alla fine del 2025. Dovremo cercare di eliminare gli ostacoli a che questa effettiva possibilità per il personale infermieristico di effettuare prestazioni fuori dall'orario di lavoro, ed essere retribuito a fattura.
La professione infermieristica è centrale rispetto al nostro sistema sanitario nazionale: quando parliamo di sanità di prossimità e di sanità di precisione, quando parliamo di scrivere sulla prevenzione primaria e secondaria, quando parliamo di cominciare a curare il sano, affiancando questo percorso alla cura del malato. Dentro questa vicenda c'è la professione infermieristica perché la domiciliarità e la prossimità la copre l’upgrade della professione e l'attuale livello formativo di quest'ultima. Tra qualche anno avremo 15 milioni di ultra sessantacinquenni tutti più o meno portatori di una o due patologie croniche e comorbilità. La prossimità la fanno gli infermieri e questa consapevolezza c'è tutta. Stiliamo lavorando al percorso di riforma del nostro sistema", conclude.
Salute e Benessere
Covid in Italia, cresce la variante Xec: sarà dominante a...
Lieve aumento delle reinfezioni nell'ultimo report di novembre rispetto alla settimana precedente. Il virologo Pistello: "Sta crescendo molto da noi e arriverà a essere dominante a fine dicembre, ma è più debole rispetto alle precedenti"
In Italia cresce la variante Xec di Covid-19. Dai dati preliminari, relativi al mese di novembre, al giorno 24, emerge "una predominanza di KP.3.1.1". "E' ancora in crescita la proporzione di sequenziamenti attribuibili al lignaggio ricombinante Xec", riporta il monitoraggio della cabina di regia ministero della Salute-Iss, diffuso online dall'Istituto superiore di sanità. Report che rileva una percentuale di reinfezioni pari al "42% circa, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente".
Il virologo Pistello: "Xec debole rispetto ad altre varianti"
"La variante Xec, che sta crescendo molto e arriverà a breve a essere dominate da qui a Natale, è come dire più tranquilla rispetto alle altre degli anni passati, meno aggressiva e più debole" spiega all'Adnkronos Salute il virologo Mauro Pistello, direttore dell'Unità di virologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore di sanità che monitora le varianti Covid. "La situazione Covid in Italia vede una sintomatologia più leggera della malattia rispetto al passato. L'interessamento polmonare non c'è quasi mai, oggi l'infezione nell'80% dei casi è lieve e solo nell'1% dei contagiati c'è una situazione veramente critica. Lo vediamo anche nel numero dei decessi che sta calando ogni settimana". "Sarà che la maggior parte degli italiani ha fatto la malattia ed è stata vaccinata. Abbiamo, poi, una sintomatologia molto sovrapponibile a quella dei virus influenzali (mal di gola, febbre, dolori muscolari) che difficilmente permette di capire se abbiamo di fronte l'influenza o il Covid".
"Essendo oggi il Covid clinicamente quasi indistinguibile dall'influenza e da altre forme virali respiratori, è anche difficile monitorarne la reale incidenza nel Paese anche perché la trasmissione è praticamente da asintomatici - continua Pistello -. Chiaramente c'è anche una varietà d'impatto dei sintomi rispetto allo stato di immunocompetenza dei soggetti. Possiamo però dire che oggi è difficile morire per Covid in Italia, questo non vuole dire che l'infezione non c'è e che non possa essere grave infatti - conclude - i soggetti anziani e immunocompromessi devono farsi il vaccino, contro il Covid ma anche l'antinfluenzale".
Secondo l'ultimo bollettino Covid pubblicato come ogni venerdì dal ministro della Salute, nell'ultima settimana sono 2.122 i nuovi casi, nella settimana precedente erano 2.561; i morti sono 47, erano 61. Diminuiscono anche i tamponi, che passano da 61.013 a 58.468. Scende il tasso di positività: è 3,6% nella settimana corrente, era al 4,2%.