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Israele: “Scoperto più grande tunnel Hamas”....

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Israele: “Scoperto più grande tunnel Hamas”. Onu ci riprova, si vota per cessate fuoco

Il segretario alla Difesa Usa a Tel Aviv: "Discusso cammino per futuro di Gaza". Terroristi mostrano video con tre rapiti anziani e malati

Volantini con gli ostaggi rapiti da Hamas - Fotogramma /Ipa

Dopo l'incontro tra il direttore del Mossad David Barnea ed il premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani, avvenuto venerdì ad Oslo, anche la Cia torna a partecipare ai negoziati per tentare di arrivare ad una nuova tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. William Burns, l'ambasciatore di lungo corso scelto da Joe Biden per guidare l'agenzia di Langley, è volato a Varsavia per unirsi a Barnea e Al-Thani per il nuovo incontro che si svolge di nuovo in una capitale europea.

La presenza di Burns - scrive su Axios il solitamente ben informato Barak Ravid che è stato il primo a dare la notizia dell'incontro odierno nella capitale polacca - è molto rilevante dal momento che il diplomatico Usa che guida la Cia ha avuto un ruolo determinate per l'attuazione dell'accordo precedente che ha permesso il rilascio di oltre 100 ostaggi il mese scorso, tra i quali diversi americani.

La riunione di oggi a Varsavia avviene dopo che Burns e i vertici dell'intelligence egiziana - altra componente cruciale dei negoziati per il primo accordo - sono stati informati dei risultati dell'incontro di venerdì ad Oslo per rilanciare i negoziati indiretti tra Israele e Hamas, che fonti citate ieri dalla Cnn hanno definito "positivo".

L'incontro di venerdì ad Oslo è avvenuto dopo che un altro viaggio che Barnea doveva fare a Doha la scorsa settimana era stato cancellato dal governo israeliano. Giovedì scorso una fonte israeliana aveva infatti detto che il gabinetto di guerra non considerava che "le condizioni fossero giuste" per riprendere i negoziati, che Stati Uniti e Qatar continuavano a cercare di rilanciare.

A cambiare però la situazione, e l'atteggiamento di Israele, è arrivata la notizia dell'uccisione da parte di militari israeliana a Gaza di tre ostaggi che si erano riusciti a liberare, e che erano usciti da un edificio, sventolando una bandiera bianca. "La tragica morte dei tre ostaggi mi spezza il cuore, spezza il cuore della nazione...impareremo la lezione", era stato il commento di Benjamin Netanyahu in una conferenza stampa sabato sera, ammettendo che gli ostaggi "avevano toccato la salvezza e invece è successo il disastro", assicurando che Israele avrebbe continuato "ogni sforzo diplomatico e militare" per riportare a casa tutti gli ostaggi.

Secondo fonti citate ieri dalla Cnn, l'uccisione degli ostaggi ha dato un maggiore senso di urgenza ai colloqui che sono ripresi ad Oslo e continuano oggi a Varsavia, anche considerando che la morte dei tre ha raddoppiato le pressioni dell'opinione pubblica sul governo israeliano considerare la salvezza degli ostaggi prioritaria rispetto ad altri obiettivi militari.

"La pressione militare è necessaria per il ritorno degli ostaggi e per la vittoria. Senza la pressione militare non avremmo nulla", ha comunque affermato il premier israeliano nella conferenza stampa di sabato sera in cui ha rivendicato la sua opposizione alla sua soluzione dei due Stati e definito gli accordi di Oslo "un errore fatale".

In ogni caso funzionari israeliani citati oggi ad Axios hanno sottolineato quanto il coinvolgimento di Burns sia importante per il raggiungimento di ogni nuovo tipo di accordo, ammettendo che in questo momento è più difficile raggiungerlo, con l'operazione di terra israeliana in corso a Gaza. Una situazione che lascerebbe poco spazio per i negoziati. Nei giorni scorsi, esponenti di Hamas hanno pubblicamente detto che loro sono disposti a rilanciare i negoziati per un nuovo accordo sugli ostaggi solo dopo che Israele ha fermato le operazioni a Gaza.

Il primo cessate il fuoco, entrato in vigore il 24 novembre, e che ha permesso il rilascio di 105 ostaggi in cambio della scarcerazione di 240 detenuti palestinesi, ed ha permesso una parziale ripresa degli aiuti umanitari a Gaza devastata con la popolazione ridotta allo stremo dall'offensiva israeliana che ha fatto quasi 20mila vittime, ed è saltato il primo dicembre, con Israele che ha da allora iniziato l'offensiva di terra.

Austin a Tel Aviv: "Discusso futuro di Gaza"

Mentre sono in corso i colloqui a Varsavia, il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin si è recato intanto a Tel Aviv per incontri con i vertici del governo e dell'esercito israeliano per ottenere una "spiegazione molto chiara" sui piani di Israele riguardo alla campagna a Gaza, mentre la situazione umanitaria nella Striscia diventa ogni giorno più catastrofica e crescono gli appelli globali al cessate il fuoco, con 153 Paesi che hanno approvato la risoluzione non vincolante dell'Assemblea Generale dell'Onu in questo senso che ha ottenuto solo 10 voti contrari.

La visita di Austin arriva dopo quella la scorsa settimana del consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, che, secondo quanto rivelato avrebbe detto chiaramente a Netanyahu che Washington si aspetta che Israele passi nelle prossime settimane e non nei prossimi mesi ad una nuova fase, meno aggressiva, della campagna a Gaza.

"Incontro produttivo". A descrivere così i colloqui su X è lo stesso Austin, precisando che sono serviti per "parlare della campagna di Israele in atto per sconfiggere Hamas, includendo obiettivi, fasi e protezione dei civili". "Ci siamo concentrati anche sulle minacce sostenute dall'Iran nella regione - aggiunge - e sul nostro impegno condiviso a contrastare questa aggressione".

Il segretario alla Difesa Usa ha detto che nei colloqui a Tel Aviv ha discusso il cammino "verso un futuro per Gaza dopo Hamas" e della protezione dei civili a Gaza. "Questa tragedia sarebbe aggravata", ha aggiunto il capo del Pentagono, se "alla fine di questa orribile guerra" per israeliani e "i vostri vicini palestinesi" ci fosse solo "più insicurezza, furia e disperazione".

"Come ho detto, gli israeliani ed i palestinesi hanno entrambi pagato un prezzo troppo amaro per ritornare semplicemente al 6 ottobre", ha poi aggiunto, riferendosi al giorno prima degli attacchi di Hamas del 7 ottobre.

Gli Stati Uniti continueranno a fornire a Israele l'equipaggiamento militare "necessario" affinché il Paese "si difenda", comprese munizioni, veicoli tattici e sistemi di difesa aerea, ha dichiarato ancora, ribadendo che "impegno degli Stati Uniti con Israele è inamovibile e nulla deve metterlo alla prova". Il capo del Pentagono, durante il suo incontro con Benjamin Netanyahu, ha comunque chiesto che "si garantisca l'entrata di più aiuti umanitari ai due milioni di sfollati a Gaza". Aiuti che, ha aggiunto, "devono essere distribuiti meglio".

Inoltre, Austin ha ricordato che gli Usa "guidano una forza internazionale nel Mar Rosso per appoggiare il principio basilare della libera navigazione", ribadendo che "devono finire" gli attacchi condotti dai ribelli Houthi, sostenuti dall'Iran, contro le navi commerciali. Infine, Austin, ha affermato che Washington continuerà "ad appoggiare la missione di Israele di localizzare e liberare tutti gli ostaggi". "Sono qui per discutere quello che potremo fare per appoggiare Israele nel cammino verso una sicurezza duratura", ha detto il ministro.

"Riguardo al calendario, questa è un'operazione di Israele e non sono qui per ordinare scadenze o termini", ha poi risposto durante una conferenza stampa con Yoav Gallant, aggiungendo che "è cruciale che Hamas non sia più in grado di minacciare Israele da Gaza e che persino non minacci più Gaza".

Nei giorni scorsi è stato rivelato che gli Stati Uniti avrebbero chiesto ad Israele di passare nel giro di settimane, non mesi, ad una fase meno intensa dell'offensiva a Gaza. Austin ha spiegato di aver avuto "discussioni approfondite sullo stato della campagna", su gli obiettivi e sulla necessità di "ridurre i pericoli per i civili" e la "necessità di mantenere un flusso costante dell'assistenza umanitaria".

"Abbiamo anche alcune idee su come spostarsi da operazioni ad alta intensità ad operazioni a più bassa intensità di tipo chirurgico", ha poi aggiunto, mentre Gallant, da parte sua, ha ribadito che "la guerra richiederà tempo e ad un certo punto raggiungeremo i nostri obiettivi, distruggere Hamas e liberare gli ostaggi".

Video Hamas con tre ostaggi anziani e malati

Tre ostaggi israeliani anziani e malati sono apparsi in un video diffuso dalle Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, e rilanciato da al-Jazeera. Nel video prende la parola uno dei tre ostaggi, che si presenta come il 79enne Halem Bery, del kibbutz di Nir Oz.

"Sono qui con un gruppo di altri anziani, hanno tutti malattie croniche e vivono in condizioni molto dure", dichiara Bery, aggiungendo subito dopo che "noi siamo la generazione che ha costruito le fondamenta per la creazione di Israele e siamo quelli che hanno dato il via alle Idf", le Forze di difesa israeliane.

"Non capiamo perché siamo stati abbandonati qui. Dovete liberarci, non importa il costo", prosegue l'anziano, sottolineando che "non vogliamo essere uccisi come effetto diretto di un attacco aereo delle Idf". Ribadendo la richiesta di essere liberati "senza condizioni", bery conclude con un appello: "Non fateci invecchiare qui".

"Scoperto tunnel più grande di Hamas"

L'Idf fa sapere intanto che è stato scoperto nei pressi del valico di Erez, tra Israele e Gaza, quello che viene considerato il tunnel più grande di Hamas. Secondo le Forze di difesa israeliane il sistema di gallerie sotterranee si estende per 4 chilometri, con l'ingresso a soli 400 metri dal valico di Erez, che veniva usato quotidianamente dai residenti di Gaza per entrare in Israele per lavoro o per cure mediche. Il sistema è stato progettato da Mohammad Sinwar, fratello del leader di Hamas nella Striscia, Yahya Sinwar, e comandante del battaglione Khan Yunis.

Consiglio sicurezza Onu, rinviato voto risoluzione su cessate il fuoco

E' stato rinviato il voto in sede di Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla risoluzione elaborata dagli Emirati Arabi Uniti per un cessate il fuoco e l'ingresso di aiuti nella Striscia di Gaza. Lo riporta il Guardian, precisando che il rinvio è legato alla necessità di riformulare il testo della bozza per rispondere alle obiezioni degli Stati Uniti ed evitare un nuovo veto. Il voto era previsto nelle prossime ore, ma gli Usa hanno dichiarato di non poter sostenere un riferimento alla cessazione delle ostilità, mentre potrebbero accettare la sospensione delle ostilità.

Hamas: 110 morti nelle ultime 24 ore a Gaza

Sono 110 i palestinesi che sarebbero stati uccisi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore dalle Forze di difesa israeliane (Idf). Lo rende noto il ministero della Sanità del governo di Hamas in una nota. "Ci sono stati 50 martiri negli attacchi dell'occupazione contro le case a Jabalia", portando a 110 il numero di morti nella zona da domenica, afferma il comunicato.

Human Rights Watch: "Israele usa la fame come arma di guerra"

"Israele affama i civili a Gaza come metodo di guerra", una strategia che equivale a un crimine di guerra. Lo afferma un rapporto di Human Rights Watch (Hrw), aggiungendo che “per oltre due mesi, Israele ha privato la popolazione di Gaza di cibo e acqua, una politica incoraggiata o approvata da funzionari israeliani di alto rango e che riflette l’intento di affamare i civili come metodo di guerra”.

Secondo Omar Shakir, direttore di Human Rights Watch in Israele e Palestina, l’esercito israeliano sta deliberatamente bloccando la fornitura di acqua, cibo e carburante, bloccando volontariamente l’assistenza umanitaria e privando la popolazione civile di beni indispensabili alla sua sopravvivenza. Secondo il diritto internazionale, tale privazione è un crimine di guerra, afferma il rapporto.

Altri 4 soldati israeliani uccisi a Gaza, 126 da inizio operazione di terra

Le Forze della difesa israeliana (Idf) hanno annunciato la morte di altri quattro soldati nei combattimenti contro i miliziani di Hamas nella Striscia di Gaza. Sale così a 126 il numero dei militari che hanno perso la vita da quando è iniziata l'operazione di terra nell'enclave palestinese.

A perdere la vita nelle ultime ore è stato il sergente Urija Bayer, 20 anni, originario della città settentrionale di Maalot-Tarshiha, morto per le ferite riportate nei combattimenti nel sud di Gaza il 14 dicembre 2023. Vittima anche il sergente Liav Aloush, 21 anni di Gedera, ucciso ieri combattendo nel sud di Gaza. Sempre nel sud dell'enclave palestinese hanno perso la vita il sergente riservista Etan Naeh, 26 anni del Kibbutz Sde Eliyahu nel nord di Israele, e il sergente riservista Tal Filiba, 23 anni, di Rehovot. Un altro militare è rimasto gravemente ferito negli scontri.

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Ucraina, Panebianco: “La guerra va male e gli...

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L'editorialista: "Vladimir Putin ci vede ben cotti e pronti per essere serviti a tavola"

Macerie in Ucraina - (Afp)

"Ben cotti e pronti per essere serviti a tavola. È ciò che, probabilmente, Vladimir Putin pensa di noi occidentali mentre osserva le nostre mosse. Di fronte alle sfide internazionali le democrazie nulla possono se non hanno dietro di sé, compatte o quasi, le opinioni pubbliche. E quella compattezza Putin, di sicuro, non la vede. A parole, c’è consapevolezza in Occidente di quanto catastrofica, e non solo per gli ucraini, sarebbe una vittoria russa in Ucraina. A parole". Lo scrive Angelo Panebianco in un editoriale sul Corriere della Sera, secondo cui "i fatti dicono altro, i fatti dicono che i governi occidentali faticano a mantenere un fronte unito sulla crisi ucraina e faticano a farlo perché le loro opinioni pubbliche sono divise".

"Mentre la guerra va male per l’Ucraina gli occidentali mandano segnali contraddittori, anche se coerenti con le rispettive tradizioni nazionali. Se Emmanuel Macron ribadisce che se le cose si mettessero davvero male gli occidentali dovrebbero intervenire direttamente in Ucraina, gli altri governi europei (tedeschi e italiani in testa) ne prendono le distanze, lo smentiscono: armi sì, soldati sul terreno no, mai. A parte il fatto che queste divisioni fanno capire quanto ci sia di chimerico in tanti bei discorsi sulla difesa comune europea, come si pensa che divergenze di questa portata vengano interpretate dagli strateghi del Cremlino?", sottolinea l'editorialista.

Secondo Panebianco, "in ogni caso è una specie di miracolo il fatto che finora non ci siano state diserzioni, che nessun governo europeo abbia rotto il fronte, abbia smesso di sostenere l’Ucraina. Tenuto conto del fatto che al loro interno sono presenti consistenti correnti di opinione che, in nome della pace, vorrebbero regalare l’Ucraina a Putin. Credendo o fingendo di credere che, mangiata l’Ucraina, la Russia sarebbe finalmente sazia, non avrebbe ancora appetito".

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Gaza, Netanyahu: “Israele non accetterà richieste...

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Il premier israeliano: "Inaccettabili richieste che implicano resa". Leader Hamas punta il dito: "Sta sabotando sforzi dei mediatori". Gallant: "Imminente operazione a Rafah". Attacco su Kerem Shalom, chiuso il valico. Tel Aviv 'spegne' al-Jazeera

Benjamin Netanyahu - Fotogramma /Ipa

Israele "non accetterà le richieste di Hamas" e "continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi". Lo ha ribadito il premier israeliano Benjamin Netanyahu in dichiarazioni in video, ripetendo quanto afferma dall'attacco del 7 ottobre scorso in Israele e dall'avvio delle operazioni militari israeliane contro Hamas nella Striscia di Gaza. "Hamas è irremovibile nelle sue posizioni" e Israele "non accetterà richieste di Hamas il cui significato è la resa", ha detto ancora il premier israeliano.

Nelle dichiarazioni video, mentre crescevano le speranze di un accordo per la fine della guerra a Gaza e il rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia dal 7 ottobre, Netanyahu ha affermato che Israele non accetterà la fine della campagna militare a Gaza e il ritiro delle truppe delle Idf dalla Striscia. "Israele non può accettarlo - ha detto -. Non siamo pronti ad accettare una situazione in cui i battaglioni di Hamas escono dai loro bunker, riprendono il controllo di Gaza, ricostruiscono la loro infrastruttura militare e tornano a minacciare i cittadini di Israele nelle comunità vicine, nelle città del sud, in tutte le zone del Paese".

"Israele non accetterà le richieste di Hamas, che significano la resa, e continuerà a combattere fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi", ha quindi ribadito Netanyahu, accusando Hamas di "rimanere trincerato nelle sue posizioni", mentre Israele si dice ancora aperto a un accordo.

Leader Hamas accusa Netanyahu: "Sta sabotando sforzi dei mediatori"

Hamas vuole arrivare a un accordo per il cessate il fuoco che ponga fine all' "aggressione", garantisca il ritiro dei soldati israeliani dalla Striscia di Gaza e preveda uno scambio di prigionieri "serio". Queste le parole ribadite dal leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, secondo quanto riporta la tv satellitare al-Jazeera. Haniyeh accusa anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu per il "proseguimento dell'aggressione e l'allargamento del conflitto, per il sabotaggio degli sforzi fatti tramite i mediatori e varie parti".

Gallant: "Presto operazione a Rafah"

"Volevamo ottenere rapidamente il rilascio degli ostaggi fermando le nostre operazioni. Stiamo vedendo segnali preoccupanti secondo cui Hamas non intende raggiungere un accordo con noi". E "questo significa che l'operazione a Rafah inizierà nell'immediato futuro", ha detto il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, alle forze israeliane (Idf) a Gaza, come riporta il sito israeliano di notizie Ynet. La stessa fonte aveva già riferito di una dichiarazione sulla stessa linea di Gallant durante una riunione di governo.

Nelle scorse ore il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avvertito che i danni di un'operazione miliare israeliana a Rafah "andrebbero oltre l'accettabile" senza un piano per proteggere i civili palestinesi.

Israele 'spegne' al-Jazeera: "Canale che istiga, sarà chiuso"

Il ministro israeliano delle Comunicazioni, Shlomo Karhi, ha firmato le disposizioni per spegnere al-Jazeera in Israele subito dopo che il governo di Benjamin Netanyahu ha dato il via libera unanime allo stop delle attività della rete, in linea con una legge passata ad aprile dalla Knesset. "Le nostre disposizioni entreranno in vigore immediatamente - afferma Karhi in dichiarazioni rilanciate dal Times of Israel -. E' passato troppo tempo e ci sono stati troppi impedimenti legali inutili per fermare finalmente la macchina ben oleata di istigazione di al-Jazeera, che nuoce alla sicurezza dello Stato". "La propaganda di Hamas, coloro che istigano contro Israele, che danneggiano le sicurezza di Israele e dei soldati delle Idf, non trasmetteranno più da Israele e saranno sequestrate le attrezzature", aggiunge Karhi. "Il governo da me guidato ha deciso all'unanimità: il canale di istigazione al-Jazeera sarà chiuso in Israele". Scrive così su X il premier israeliano Netanyahu.

La decisione del governo israeliano "è criminale", ha commentato al Jazeera. In una nota pubblicata su X, la tv del Qatar accusa: "Condanniamo e denunciamo questo atto criminale di Israele che viola il diritto umano di accesso all'informazione".

La decisione di Israele di spegnere al-Jazeera nel Paese è una "violazione palese della libertà di stampa", una "rappresaglia" per il lavoro della rete. Parola di Hamas, che - riporta la stessa tv satellitare - chiede alle organizzazioni internazionali per la libertà di stampa e i diritti umani di "condannare" le mosse israeliane e "adottare misure punitive". In un comunicato diffuso su Telegram il gruppo afferma che la "chiusura di al-Jazeera è una misura repressiva e una rappresaglia per il ruolo professionale del canale nell'esporre i crimini e le violazioni dell'occupazione a Gaza e in Cisgiordania".

Razzi Hamas su Kerem Shalom, feriti

Almeno 10 persone sono rimaste ferite in Israele in un attacco con razzi, rivendicato a Hamas, contro la zona di Kerem Shalom. Lo riferiscono i media israeliani, secondo cui elicotteri e caccia delle Idf hanno condotto raid in rappresaglia.

Le forze israeliane (Idf) confermano che è chiuso il valico di Kerem Shalom. Il valico viene usato per il trasferimento di aiuti umanitari nella Striscia. Secondo le Idf, nell'attacco sono stati lanciati almeno una decina di razzi.

Ministero Sanità Gaza: "34.683 morti da 7 ottobre"

Sarebbero 34.683 le persone morte dal 7 ottobre dello scorso anno nella Striscia di Gaza dove proseguono le operazioni militari israeliane, scattate in risposta all'attacco sferrato quel giorno in Israele. Il nuovo bilancio diffuso dal ministero della Sanità di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas, parla anche di almeno 78.018 palestinesi rimasti feriti. Lo riporta la tv satellitare al-Jazeera.

65 razzi dal Libano contro Israele, attacco tra i più intensi da ottobre

Raffica di razzi dal Libano in direzione del nord di Israele. Le forze israeliane (Idf) confermano che poco fa sono stati lanciati circa 65 razzi dal Paese dei Cedri, alcuni dei quali sono stati intercettati, riporta il Times of Israele. Non ci sono al momento notizie di feriti. Secondo il giornale, si tratta di uno degli attacchi più intensi dal Libano dall'inizio delle tensioni in Medio Oriente, con le operazioni militari israeliane scattate nella Striscia di Gaza dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele.

Gerusalemme, arrestata donna armata di coltello

Una donna armata di coltello è stata arrestata questa mattina nella città vecchia di Gerusalemme, vicino all'ingresso del Monte del tempio. Lo ha riferito la polizia, secondo cui gli agenti si sono insospettiti quando hanno visto che la donna nascondeva la mano sotto al velo. "I poliziotti hanno iniziato a interrogare la sospetta, che rifiutava di far vedere le mani", ha riferito la polizia, secondo cui, durante l'interrogatorio, la donna ha estratto il coltello e gli agenti a quel punto l'hanno immobilizzata.

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Matteo Falcinelli, chi è lo studente dell’arresto...

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Cosa sappiamo del 25enne protagonista del caso al centro della "massima attenzione" della Farnesina

Matteo Falcinelli, l'immagine del profilo Linkedin

Si chiama Matteo Falcinelli il 25enne protagonista del caso al centro della "massima attenzione" della Farnesina dopo l'arresto choc da parte della polizia di Miami nel febbraio scorso. Le immagini della bodycam degli agenti, rilanciate da Quotidiano Nazionale, mostrano infatti alcune manovre violente nei confronti del giovane, 'incaprettato' e lasciato a terra mentre chiede aiuto. Ma chi è lo studente? A raccontarsi è lo stesso Falcinelli nel profilo Linkedin.

"Sono uno studente italiano del North Carolina Wesleyan College dall'autunno 2018, mi sono laureato nella primavera del 2022. Dai 4 ai 14 anni, ho frequentato la scuola materna, primaria e superiore sia in Italia che in Inghilterra. Questa esperienza non solo mi ha aiutato ad avere una buona conoscenza della lingua inglese in giovane età, ma mi ha anche aiutato nella mia crescita personale e mentale", scriveva lo studente originario di Spoleto. "Dopo questa parentesi in Inghilterra - si legge ancora -, ho proseguito i miei studi presso l'IPSSART Istituto Alberghiero 'Giancarlo De Carolis' di Spoleto (Italia), dove ho conseguito il diploma di scuola superiore nel 2017. A febbraio 2016 sono stato scelto per partecipare ad un programma di scambio studenti tra la mia scuola superiore e un istituto russo situato a Mosca. Dopo essermi preso un anno di pausa dopo il diploma, ho deciso di continuare i miei studi qui negli Stati Uniti, al North Carolina Wesleyan College, dove mi sto specializzando in Amministrazione aziendale e specializzando in Marketing e Leadership". Nel febbraio scorso, quindi, l'arresto. Ora la denuncia della famiglia sul trattamento riservato allo studente.

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