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Flash News del 9 Febbraio 2021

  1. Il Presidente incaricato di formare il nuovo Governo sta facendo il secondo giro di consultazioni. Draghi ha ricevuto questa mattina Maie, Liberi Uguali, Italia Viva e Fratelli D’Italia, che ha confermato il suo no. Ora è il turno del PD che ha già dichiarato disponibilità a sostenere l’esecutivo ma mostra dubbi sulla convivenza con Salvini. Mentre i 5 Stelle per sciogliere le riserve attendono il voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau;
  2. A Roma è arrivato anche Silvio Berlusconi per guidare la delegazione di Forza Italia alle consultazioni. Subito dopo sarà il turno della Lega che pare confermerà il sostegno a Draghi senza veti;
  3. Intanto emergono alcuni punti del programma proposto dal Presidente incaricato. Tra le priorità di intervento la scuola, la riforma di fisco e pubblica amministrazione, giustizia civile e sanità;
  4. Tra le prime sfide per il nuovo Governo il Recovery Fund. Oggi il Parlamento Europeo vota il regolamento attuativo. Un passaggio importante per il piano di ripresa post pandemia ma anche con risvolti interessanti per la politica italiana;
  5. E’ morto Franco Marini, aveva 87 anni. Era malato di Covid. Una vita tra sindacato e politica, dalla guida della Cisl alla presidenza del Senato fino a sfiorare il Quirinale. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprime profondo cordoglio e lo ricorda come un esempio di impegno politico onesto e autentico;
  6. In calo i nuovi casi di Covid-19 in Italia con 7.970 diagnosi a fronte del minor numero di tamponi effettuati. Tornano a crescere i ricoveri con 261 pazienti in più nei reparti ordinari e 36 nelle terapie intensive. Nelle ultime 24 ore le vittime sono state 307. E’ stabile il tasso di positività che segna il 5,52%;
  7. Prosegue la campagna di vaccinazione. Nella fase 2 ci saranno 6 categorie di priorità. Si partirà con i soggetti vulnerabili e i malati cronici, poi i settantenni.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Coronavirus

Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio

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Ricerca Enea-Università di Roma Tor Vergata

Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio

Uno studio Enea – Università di Roma Tor Vergata ha evidenziato una forte affinità tra il particolato atmosferico (Pm2.5) e la proteina Spike del virus Sars-Cov-2 responsabile del Covid. I risultati, che descrivono l’interazione tra le polveri sottili e il virus attraverso simulazioni di dinamica molecolare eseguite con il supercalcolatore Cresco6, sono stati pubblicati sulla rivista online Science of The Total Environment e rientrano nell’ambito del progetto Pulvirus.

“Durante la fase iniziale della pandemia la Lombardia e, in generale, tutta l’area della Pianura Padana sono state colpite più duramente dall’infezione virale rispetto al resto del Paese. Parliamo di una parte d’Italia tra le più inquinate e questo ha portato la comunità scientifica a ipotizzare un possibile ruolo del particolato atmosferico nella diffusione del virus”, spiega Caterina Arcangeli, ricercatrice Enea del Laboratorio Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme ai colleghi Barbara Benassi, Massimo Santoro e Milena Stracquadanio e ai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata Alice Romeo, Federico Iacovelli e Mattia Falconi.

Lo studio è partito dalla verifica e dimostrazione della presenza del genoma del virus responsabile del Covid-19 su almeno il 50% dei campioni di filtri per il Pm2.5 raccolti nella città di Bologna nell’inverno del 2021. “A seguire abbiamo realizzato al computer modelli molecolari semplificati di Pm2.5 e di Sars-Cov-2 e abbiamo valutato la loro interazione mediante simulazioni ad alte prestazioni eseguite con il supercalcolatore Cresco6”, aggiunge Arcangeli.

Le simulazioni – spiega una nota – hanno mostrato chiaramente che i glicani (zuccheri) presenti sulla superficie della proteina Spike giocano un ruolo importante nell’interazione tra virus e particolato, mediando il contatto diretto con la corrispondente superficie del nucleo di carbonio del Pm2.5. Inoltre, dallo studio emerge anche una stretta correlazione tra Pm2.5 e virus anche rispetto alle caratteristiche chimiche del particolato fine, il cui contenuto in carbonio elementare sembra avere una funzione guida nell’interazione con il Sars-Cov-2.

“Sebbene l’affinità tra Pm2.5 e Sars-Cov-2 appaia plausibile, la simulazione non permette di valutare se queste interazioni siano sufficientemente stabili per trasportare il virus nell’atmosfera o se il virione mantenga la sua infettività dopo il trasporto. La possibilità che il virus possa essere ‘sequestrato’ dal Pm, con conseguente riduzione di infettività e diffusione, o inattivato da questa forte interazione con il particolato non può essere quindi esclusa”, prosegue la ricercatrice Enea.

La forza delle simulazioni al computer effettuate da questo studio risiede nella capacità di modellare diversi tipi di particolato, variando sia la concentrazione che la composizione chimica degli inquinanti atmosferici. Queste simulazioni possono, dunque, rappresentare uno strumento utile per valutare rapidamente l’eventuale interazione delle polveri sottili con virus, batteri o altri bersagli cellulari rilevanti. “Questa possibilità potrebbe dimostrarsi utile per contrastare o controllare la diffusione di future malattie trasmesse per via aerea in regioni altamente inquinate e fornire informazioni utili per elaborare piani di controllo dell’inquinamento dell’aria”, conclude Arcangeli.

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Coronavirus

Doug Pitt: l’uomo oltre il nome famoso

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Nel mondo delle celebrità, spesso i riflettori sono puntati su nomi familiari come Brad Pitt, ma dietro ogni grande figura c’è un intero universo di individui che contribuiscono in modo significativo al loro settore e alla società nel suo complesso. Uno di questi casi è quello di Doug Pitt, fratello minore dell’acclamato attore Brad Pitt. Ma Doug è molto di più di “il fratello di”. È un imprenditore di successo, un filantropo appassionato e una figura che merita sicuramente di essere conosciuta più a fondo. Personalità sfaccettata e di grande successo, ha un nome costruito grazie alle sue aziende votate alla tecnologia e alle numerose attività di filantropo nel corso degli anni.

Dal fratello di Brad Pitt all’individuo di successo

Nato il 2 novembre 1966 a Springfield, nel Missouri, Doug Pitt è soprattutto conosciuto perché condivide lo stesso sangue con l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Spesso cresciuto all’ombra del più celebre fratello maggiore, Doug ha intrapreso una strada di successo contando sulle proprie capacità e i propri interessi. Dopo aver completato gli studi all’università della sua contea, infatti, ha iniziato una carriera tutta in salita nei settori immobiliare e finanziario, mostrando sin da subito il suo talento nel mondo degli affari. Risale all’aprile del 1991 la fondazione della sua prima azienda, la ServiceWorld Computer, occupata nella fornitura di servizi informatici. A soli 25 anni inizia così la scalata che lo porterà nel mirino del club dei milionari.

Nel 2007 decide di cedere il 75 per cento degli interessi dell’azienda a Miami Nations Enterprises rimanendone però il proprietario e principale partner operativo. Nel 2012 fonda quindi TSI Integrated Services in collaborazione con TSI Global. Nel 2013 Pitt e Miami Nations Enterprises decidono di fondere ServiceWorld con TSI Global. Nel 2017 Pitt ricompra la sua prima società di computer creando la nuova Pitt Development Group, società specializzata in sviluppi commerciali e territoriali. Con questa azienda si è proposto come leader indiscusso nel settore.

Imprenditore e Filantropo

Doug Pitt non è solamente un uomo d’affari di successo, ma un filantropo impegnato che usa i suoi mezzi a disposizione per intervenire in aree critiche del mondo. “Care to Learn”, di cui è il fondatore, è un’organizzazione benefica che fornisce risorse essenziali a bambini che vivono in contesti difficili. L’organizzazione si concentra su bisogni fondamentali come cibo, vestiti e attrezzature scolastiche, permettendo ai più giovani di crescere e imparare in un ambiente positivo e accogliente.

Doug è anche collaboratore di Waterboys.comWorldServe International e Africa 6000 International (a cui partecipa anche la sorella Julie), organizzazioni impegnate nella fornitura di acqua potabile nei paesi africani più in difficoltà, come Tanzania e Kenya. Nel 2010 l’allora presidente della Tanzania Jakaya Kikwete lo ha insignito del titolo di Ambasciatore di buona volontà per la Repubblica Unita di Tanzania. Con questo titolo opera in qualità di intermediario per tutte quelle aziende che vogliono contribuire alla rinascita economica e culturale del paese. Nel 2011 il presidente americano Bill Clinton lo ha premiato con l’Humanitarian Leadership Award.

Dietro le quinte dell’industria del vino

Oltre al suo coinvolgimento nel settore immobiliare e nell’ambito delle opere di beneficenza, Doug Pitt ha anche sviluppato una passione per il mondo del vino. È coinvolto nella gestione di “Pitt Vineyards”, un’azienda vinicola che produce vini di alta qualità. Questa dedizione per il vino riflette la sua grande curiosità e il suo interesse per settori imprenditoriali differenti.

Una vita riservata

La famiglia di primo piano non ha impedito a Doug Pitt di mantenere un profilo relativamente basso nel mondo dei media. Ha cercato, infatti, di proteggere la sua privacy e di concentrarsi sul suo lavoro e sulle sue passioni, piuttosto che sfruttare la sua connessione familiare per attirare l’attenzione dei riflettori. Nel 1990 ha sposato Lisa Pitt, conosciuta all’università, e insieme hanno tre figli: Landon, Sydney e Reagan.

Nonostante abbia sempre cercato di non farsi notare, in certe occasioni è apparso sui media presentandosi in modo scherzoso come il fratello del più celebre Brad. Ha girato diversi spot pubblicitari, come quello per Virgin Mobile Australia, e in alcuni ha vestito persino i panni del fratello, come nella pubblicità per Mother’s Brewing Company. In diverse interviste rilasciate (come quella all’emittente Nova FM) ha anche ammesso di essere scambiato per il fratello almeno 3 volte a settimana da sconosciuti che lo incontrano per strada. Questo perché i due fratelli oltre a condividere carriere di successo, hanno effettivamente un fisico e dei lineamenti molto simili.

L’eredità di Doug Pitt

La storia di Doug Pitt dimostra come dietro a ogni individuo ci siano esperienze, imprese e passioni diverse che meritano di essere riconosciute. Pur essendo spesso additato come “il fratello di Brad Pitt”, la sua dedizione per il mondo degli affari, il suo coinvolgimento nella beneficenza e la sua capacità di perseguire le sue passioni lo rendono un esempio di impegno e di successo. Il suo lavoro nel settore imprenditoriale e filantropico dimostra come sia possibile creare un’eredità significativa indipendentemente dal nome di famiglia e che ognuno ha il potenziale per influenzare positivamente sulla vita degli altri.

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Coronavirus

È finalmente nelle sale cinematografiche il film “Tic Toc”

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E continua anche il suo tour promozionale con vari appuntamenti.

Girato a Terni negli studios di Papigno, la commedia è stata diretta dal regista Davide Scovazzo mentre la produzione è stata affidata ad Anteprima Eventi Production e Management S.r.l. di Massimiliano Caroletti. Il film vanta un cast di eccezionali attori noti al pubblico tra cui Eva Henger, Maurizio Mattioli, Sergio Vastano, Fausto Leali, Donatella Pompadour, Valentino Marini, Paolo Pasquali alias Doctor Vintage, Cristiano Sabatini alias Bike Chef, Simone Bargiacchi alias Antonio Lo cascio, Samuel Comandini Alisa Zio_ Command, Fabio Stirlani alias Stirlo , Dimitri Tincano, Jennifer Caroletti, Antonella Scarpa alias Himorta, Vanessa Padovani alias Miss Mamma Sorriso, Chaimaa Cherbal, Claudia Letizia ,Elena Colombi , Paola Caruso, Luigi Iocca, Giuseppe Lisco, Rosy Campanale, Daniel Bellinchiodo, Francesco Aquila, Michela Motoc.

E proprio Eva Henger con Massimiliano Caroletti insieme alla figlia Jennifer, al suo debutto sul grande schermo, sono ospiti della prestigiosa kermesse cinematografica Ischia Global Fest, e incontreranno il pubblico prima della proiezione con Doctor Vintage, anche lui nel cast della pellicola, nella serata del 13 luglio.

Filo conduttore del film il rapporto con i social. Tic Toc è una commedia che intreccia tante vicende e scopre tante realtà partendo dalla storia di quattro intraprendenti scansafatiche che per guadagnare qualche soldo decidono di rapire Eva Henger. Un progetto che frana a causa del Covid e che innesca un susseguirsi di intoppi divertenti: “Un gruppo di Sinti, una sorta di gang Fedeli al triste, ma vero, gioco di parole “è tutto LORO quello che luccica”, i quattro passano giornate ad invidiare le superstar di oggi , ovvero gli, e soprattutto le, Influencers, attribuendo a ognuno e a ognuna di loro vite principesche, fatte di limousines, jet privati, champagne della migliore categoria, ville gigantesche e stuoli di servitori, tutto ciò che, nella loro miseria, è loro negato dalla vita, in una maniera che, dal loro punto di vista, reputano ingiusta ed immorale. Stufi di raccogliere le briciole di quello che loro credono essere solo un mondo dorato e pieno di privilegi, i quattro mascalzoni vengono a sapere che la star Eva Henger inaugurerà una Escape Room (cosa che loro non hanno idea di cosa sia) a Terni, per cui a Zagaja, ma ben presto condiviso dagli altri pur se con qualche perplessità soprattutto da parte di Bike Chef, viene la “brillante” idea: appostarsi poco prima dell’entrata della Escape Room e rapire la Diva, che per lui è anche il suo sogno erotico da sempre, in modo da chiedere il riscatto ai suoi numerosi sponsor”, ha spiegato l’ideatore Fabio Stirlani. La trama affronta in chiave drammatica argomenti comici che riflettono l’attualità.

Un film che segna il grande ritorno al cinema di Eva Henger che per l’occasione ha interpretato se stessa. Un ruolo cucito alla perfezione su di lei: “Ho interpretato me stessa. Pensavo fosse facile, invece è stato difficilissimo. Quando si interpreta la propria persona ci si rende conto di non conoscerla realmente. Ho dovuto metterci dell’ironia, verve e passione, anche perché sarà un film comico, che farà ridere molto”. Assieme a lei sul set la figlia Jennifer Caroletti interessata a seguire le orme della madre.

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Attualità

Uber Eats in Italia: il tramonto di un gigante della consegna a domicilio

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Uber Eats è una delle più grandi aziende al mondo che offre servizi di food delivery, che ha attraversato il panorama globale lasciando una scia inconfondibile. Nata nel cuore pulsante della Silicon Valley, l’azienda è l’emblema dell’innovazione e della modernità: una storia di successo che ha riscritto le regole del gioco nel settore della ristorazione. Da una singola città statunitense, San Francisco, Uber Eats ha esteso le sue ali in oltre 30 paesi, portando la comodità di un pasto caldo consegnato alla porta di casa a milioni di persone in tutto il mondo.

La sua entusiasmante avventura in Italia ha avuto inizio nel 2016, un’incursione coraggiosa in un mercato storicamente dominato dalla cucina locale e da un amore per la tradizione culinaria. Eppure, Uber Eats ha saputo navigare tra le onde dell’innovazione e della tradizione, creando un ponte tra la comodità della tecnologia e la passione per il buon cibo.

Ma, come un tramonto dopo una giornata luminosa, Uber Eats ha recentemente annunciato il suo ritiro dal territorio italiano a partire dal 15 luglio 2023, ponendo fine a un capitolo avventuroso nella sua storia. Nonostante una crescita esponenziale a livello globale e un modello di business che ha riscritto le regole dell’innovazione, il suolo italiano si è rivelato essere un terreno difficile. Non una sconfitta, ma un ritiro strategico, un’opportunità per ripensare, rinnovarsi e affrontare nuove sfide.

Un capitolo si chiude, ma la storia di Uber Eats è ancora in divenire. Analizziamo insieme le ragioni di questa decisione e il profondo impatto che la sua presenza ha avuto sul nostro Paese.

L’evoluzione di Uber Eats in Italia

Uber Eats ha intrapreso la sua audace espansione nel cuore del Belpaese, prendendo le mosse dalle luccicanti metropoli di Roma e Milano, per poi estendersi ad altre 60 città di media e ampia estensione, scontrandosi con le potenze rivali di Glovo e Deliveroo, nonché confrontandosi con la labirintica tessitura delle normative locali e le acrimonie riguardanti i diritti dei lavoratori.

Ciononostante, malgrado queste sfide, Uber Eats è riuscita a rivendicare un ruolo di protagonista nel teatro della consegna a domicilio, abbracciando incessantemente una filosofia di innovazione. Uber Eats, infatti, ha perpetuamente introdotto e sperimentato funzioni inedite e diversificato i propri servizi con costanza.

Un’espressione vivida di tale indole innovativa è stata l’implementazione della possibilità di ritiro in loco presso il ristorante, offerte speciali e la consegna di viveri, oltre al consueto cibo preparato, durante il periodo del lockdown dovuto alla pandemia.

L’innovazione per Uber Eats

Già nel 2019, l’azienda aveva annunciato l’intenzione di utilizzare droni per le consegne a domicilio all’insegna della velocità e della tecnologia. Ha anche avviato una collaborazione con Apple e Google, offrendo come modalità di pagamento rispettivamente ApplePay e GooglePay. Sempre nel rispetto del suo spirito pionieristico, Uber Eats ha anche introdotto l’opzione di preordine per cenare direttamente nel ristorante, tuttavia questa funzionalità non è mai arrivata in Italia.

Ha sostenuto l’industria della ristorazione nel Paese collaborando con migliaia di ristoranti e permettendo loro di espandere la propria clientela, fornendo allo stesso tempo nuove opportunità di business.

L’impatto di Uber Eats sul mercato italiano

Pur considerando il ritiro, l’effetto di questa azienda sul nostro mercato è stato ed è tuttora significativo perché ha cambiato in modo in cui le persone hanno iniziato a richiedere il cibo pronto direttamente nelle proprie case. Ma ha anche creato nuove opportunità di lavoro per i consegnatari e nuovi canali di vendita per i ristoratori.

Le positive innovazioni hanno però anche sollevato questioni sui diritti e la sicurezza dei Riders e controversie sulla struttura fiscale delle commissioni.

Perché Uber Eats ha cessato di operare in Italia

Nonostante il successo, l’azienda ha affrontato nel nostro Paese numerosissime sfide, prima tra tutte la concorrenza con le altre applicazioni di consegna. Ma non bisogna dimenticare anche la complessità delle leggi locali e le controversie circa i diritti dei lavoratori e i contratti non adeguatamente definiti. L’azienda ha dichiarato in un comunicato stampa ufficiale di aver avuto sempre come modello quello di un business sostenibile, ma le prospettive di crescita non hanno rispecchiato le aspettative originali. L’insieme di questi fattori ha contribuito alla decisione finale di chiudere l’operatività nel nostro Paese.

Le conseguenze per i ristoratori e per i dipendenti

Il fatto che Uber Eats si sia ritirato dal mercato ha avuto un forte impatto sui lavoratori coinvolti e sui ristoratori che collaboravano con l’applicazione. Da una parte i fattorini che hanno dovuto cercare piattaforme alternative di consegna per continuare l’attività e i ristoratori che hanno iniziato a cercare altri canali per raggiungere nuovi clienti o quelli già acquisiti attraverso la app. Sono circa 40 i dipendenti che lavorano negli uffici di Milano ad essere stati licenziati e migliaia i rider sparsi in tutta Italia.

Qual è il futuro delle consegne di cibo a domicilio

Con la partenza definitiva di Uber Eats, il panorama delle consegne a domicilio nell’ambito food si prepara a un nuovo cambiamento. Aziende come Deliveroo e Glovo possono sicuramente consolidare la propria posizione per coinvolgere gli utenti orfani di Uber Eats ma allo stesso tempo potrebbero apparire nuovi attori sul mercato, nel tentativo di approfittare di questo nuovo “spazio” vacante.

Gig economy e diritti del lavoro

L’esempio di Uber Eats ha sollevato l’attenzione sulle questioni relative a un modello di lavoro basato su contratti flessibili e a chiamata, ma senza la tipica protezione dell’impiego tradizionale. Questo dibattito è destinato a intensificarsi e arricchirsi anche dal punto di vista normativo, per cercare un maggiore equilibrio tra flessibilità e sicurezza per i lavoratori temporanei.

Uber Eats e crescita sostenibile

Ma nella pratica, come e perché è stata raggiunta la decisione di uscire dal mercato? Lo studio circa la sostenibilità del business necessita di dati e indicatori che gli esperti di project management utilizzano per valutare le performance. Lo studio può includere analisi dei trend di crescita dei ricavi ma anche i costi necessari per acquisire clienti, le spese sostenute e le previsioni relative al mercato.

Come molte altre aziende della delivery, Uber Eats ha un modello di business con margini ristretti e a questo deve corrispondere necessariamente una crescita rapida e costante per coprire tutti i costi ed essere redditizio. In Italia, tuttavia, questo tipo di mercato è altamente competitivo e con protagonisti consolidati: la crescita così diventa più difficile.

E se la base di clienti di Uber Eats non sembra destinata a crescere in modo sufficientemente rapido o se l’acquisizione dei nuovi clienti rivela costi eccessivi (ad esempio attraverso sconti e promozioni che riducono ulteriormente i margini), la conseguenza è una ulteriore pressione sul profitto complessivo.

Cosa rimane di Uber Eats in Italia

Uber è la società madre che, prima di Uber Eats, si è inizialmente proposta come servizio di car sharing e quindi nel settore della mobilità, dove continua e continuerà ad essere protagonista anche nel nostro Paese. 

Uber garantisce diversi servizi che consentono agli utenti di prenotare viaggi in auto con un conducente direttamente da un’applicazione sullo smartphone, con la possibilità di scegliere anche la tipologia di aiuto. Anche questi servizi hanno dovuto affrontare diverse problematiche, tra cui si sono evidenziate le proteste da parte dei tassisti professionisti e la necessità di rispettare tutte le normative locali. L’azienda ha comunque continuato ad investire nel servizio di mobilità riconoscendo il potenziale di crescita. Ad esempio, in alcune città, gli utenti possono già scegliere di viaggiare con auto elettrica o ibrida ed inoltre l’azienda sta cercando ulteriori modalità per migliorare il proprio impatto ambientale.

L’uscita dal mercato di Uber Eats segna la fine di un’epoca ma il suo impatto sarà duraturo, offrendo riferimenti importanti sia nel settore della food delivery che della gig economy, per quanto riguarda le innovazioni nel mondo del lavoro flessibile e delle consegne a domicilio.

Il vuoto incolmabile che lascia Uber Eats nel nostro Paese

A dispetto di queste possibili prospettive, un senso di perdita pervade i cuori di tutti quegli italiani che hanno utilizzato la piattaforma in questi anni. La verità è che Uber Eats, con il suo servizio impeccabile e la sua presenza ubiqua, lascerà un vuoto che sarà difficile da colmare.

È un vuoto che va oltre la semplice assenza di un servizio di consegna cibo. È un vuoto che risuona con l’eco di momenti condivisi, di serate tra amici salvate da un pasto inaspettato, di incontri a tarda notte con il solo conforto di un pasto caldo portato alla porta. È un vuoto che parla di innovazione, di cambiamento, di una rivoluzione silenziosa ma palpabile nel modo in cui viviamo e consumiamo.

La partenza di Uber Eats è, in realtà, molto più di una perdita commerciale: è una ferita nell’anima del nostro Paese, un taglio profondo nel tessuto della nostra quotidianità. Si tratta di una perdita di ciò che era diventato un elemento così integrato nelle nostre vite da sembrare quasi scontato.

Non è solo una questione di convenienza, ma di connessione. Un po’ come un sentimento di familiarità, di un senso di comunità che viene meno. Un servizio che, pur essendo globale, ha sempre avuto il potere di farci sentire a casa, ovunque fossimo.

Certo, il mondo non si fermerà. Nuovi servizi emergeranno, vecchi servizi si adatteranno e la vita continuerà. Ma quel vuoto, quel senso di mancanza che Uber Eats ci lascia, sarà difficile da riempire.

E così, mentre ci prepariamo a dire “arrivederci” a Uber Eats, ricordiamoci di quello che era e di come ha cambiato il modo in cui mangiamo, di come ha unito le persone, di come ha toccato le nostre vite. Ricordiamoci di Uber Eats, non solo come un servizio di consegna di cibo, ma come un amico, un compagno, un pezzo del cuore del nostro Paese. Ad maiora!

Concludiamo questo articolo con la nota ufficiale pubblicata sul sito ufficiale, uber.com.

«Il nostro viaggio con Uber Eats è iniziato a Milano nel 2016. Nel corso di questi sette anni abbiamo raggiunto oltre 60 città in tutte le regioni italiane, lavorando con migliaia di ristoranti partner che hanno potuto beneficiare dei nostri servizi per ampliare la loro clientela e le loro opportunità di business, specie in periodi critici come quello dovuto al Covid. In questi sette anni migliaia di corrieri e delivery partner hanno avuto la possibilità di guadagnare attraverso la nostra app in modo facile e immediato. In questi anni, purtroppo, non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo. Ecco perché oggi siamo tristi di annunciare che abbiamo preso la difficile decisione di interrompere le nostre operazioni di consegna di cibo in Italia tramite l’app Uber Eats. Il nostro obiettivo principale è ora quello di fare il possibile per i nostri dipendenti, in conformità con le leggi vigenti, assicurando al contempo una transizione senza problemi per tutti i nostri ristoranti ed i corrieri che utilizzano la nostra piattaforma. Nonostante questa difficile decisione vogliamo ribadire il nostro impegno verso l’Italia, che non intendiamo assolutamente abbandonare: questa decisione ci consentirà di concentrarci ancora di più sui nostri servizi di mobilità, dove stiamo registrando una crescita importante. Grazie al servizio Uber Black e all’accordo con It Taxi, infatti, ad oggi siamo presenti in 10 città italiane: negli ultimi 12 mesi oltre un milione di italiani e turisti ha utilizzato l’app Uber per muoversi nelle città dove operiamo e quasi 10 mila autisti, tra NCC e taxi, hanno avuto la possibilità di realizzare almeno una corsa sempre attraverso la nostra app. Non solo: dopo il lancio del servizio Taxi in Sardegna annunciato la settimana scorsa, prevediamo di aumentare ulteriormente la nostra presenza nel Paese e di lanciare quattro nuove città entro la fine dell’anno. Vogliamo ringraziare tutti quelli che, in questi anni, ci hanno dato la loro fiducia, collaborazione, affetto, dedizione e passione. Grazie a tutti.»

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Coronavirus

Intervista a Mauro Cardinali: sarà nel cast di Indiana Jones 5 presentato a Cannes con...

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Ha potuto formarsi come attore grazie ad una lunga gavetta svolta in teatro, al fianco di registi di fama internazionale come Ricci/Forte, Paolo Rossi, Filippo Timi, Marina Abramović, Emma Dante e Luciano Melchionna che gli hanno insegnato, spettacolo dopo spettacolo, i rudimenti e i segreti della recitazione. Diplomato attore-performer presso il C.U.T. di Perugia nel 2010 sotto la guida di Roberto Ruggeri, Sergio Ragni e Ludwig Flaszen del Teatr LAboratorium di Wroclaw, Mauro Cardinali è stato di recente nel cast dell’ultima stagione de La Porta Rossa, fiction di successo di Rai2. Un impegno a televisivo a cui ne seguiranno altri, come ci ha raccontato in questa intervista.

Con la preziosa collaborazione di Roberto Mallò e Sante Cossentino by Massmedia Comunicazione

Mauro, partiamo dal quinto capitolo di Indiana Jones, un progetto internazionale che la vede coinvolta. So che è un appassionato della saga. E’ sicuramente un’emozione far parte del cast, no?

“Una grande emozione, uno di quei progetti che sembrano capitare una volta nella vita. Ma chissà… Stiamo cercando di avere sempre più contatti con casting e produzioni internazionali. E’ fondamentale, però, continuare a lavorare bene qui in Italia, a costruire un buon nome per poterlo poi diffondere meglio oltreconfine. Mi piace confrontarmi con realtà straniere. Ho girato con il signor Ford e Phoebe Waller-Bridge. Ho conosciuto e passato del tempo con Mads Mikkelsen. Sono stato truccato dalla Premio Oscar Frances Hannon, storica truccatrice di Wes Anderson, e diretto dal grande James Mangold, anche se ovviamente mi avrebbe fatto piacere che ci fosse ancora Steven Spielberg. Quindi direi di sì, si è trattato di un grande regalo piovuto da chissà dove. Un’importantissima esperienza personale e lavorativa”.

Anche perché si lavora in maniera decisamente diversa dai set italiani…

“C’è una grande professionalità. C’è un’abnegazione, uno stakanovismo; è come se tutti fossero indirizzati verso un unico grande obiettivo, che era quello di lavorare al meglio. Nonostante le tante ore, si è mantenuta sempre una grande concentrazione e una grande energia. Ovviamente, stiamo parlando di produzioni stellari, ma non parlo solo della questione economica. C’era proprio la volontà e la conoscenza di stare facendo qualcosa di importante; che doveva essere fatta al meglio, al top”.

Avete girato in Italia?

“Sì, abbiamo girato in Sicilia. Io, personalmente, nella parte orientale dell’isola, ossia alla Tonnara del Secco, sotto Trapani. E’ capitato poi di girare a Londra negli storici studi Pinewood, tra i teatri di posa più importanti e famosi d’Europa, dove hanno girato Kubrick e la maggior parte dei film 007. E’ una sorta di grande Cinecittà, anche se non poetica e bella come la nostra. Lì abbiamo fatto le scene che era impossibile fare all’aperto. La troupe si è spostata poi in Marocco, in Scozia. Perché si è voluto tornare all’idea di portare Indiana Jones in giro per il mondo e di farlo in modalità live action”.

In che lingua ha recitato?

“Nel film interpreto Maximus – The Hero e le mie battute erano in latino. Senza spoilerare troppo, posso dire che Indiana Jones viaggerà nel tempo e incontrerà questo comandante romano, che parla appunto il latino incitando la sua truppa. Mi sono fatto aiutare per la lingua da amici e professori per non commettere errori. Si trattava di battute rapide e secche, bisognava trovare la giusta storicità a livello filologico. Non bisognava metterci dentro roba che non c’era, come a volte succede”.

Tralasciando Indiana Jones, sarà anche nel cast delle seconde stagioni di Blanca e di Lea – Un Nuovo Giorno, entrambe destinate a Rai Uno.

“Blanca ho appena finito di girarla; sarò il protagonista del quarto episodio per la regia di Michele Soavi. Lea è ancora in fase di riprese. In questo caso, si tratta di un personaggio che torna in più episodi”.

Tra i lavori prossimi c’è anche La Lunga Notte con la regia di Giacomo Campiotti…

“Sì, uscirà in Rai a novembre, così come Blanca e Lea sono destinate all’inverno. Per il momento, lì ho un piccolo cameo, di un ruolo che crescerà nella seconda serie perché verrà raccontata la sua vita. Parlo del Colonnello Frignani, che arrestò Benito Mussolini per ordine del re nel 1943. La serie parla della storia di Dino Grandi, che era un gerarca, colui il quale chiese la sfiducia al Duce, cosa che poi accadde con la caduta del Regime. Fatto che porterà il re ad ordinare l’arresto di Mussolini, con Frignani che conclude tale compito e lo porta in cella, prendendosi le minacce del Duce. Evento che farà finire Frignani nella Resistenza, post caduta del Regime. Verrà poi arrestato, torturato davanti alla moglie, finché non verrà fucilato e sepolto nelle fosse Ardeatine. E’ un personaggio molto bello. Nella prima serie si racconteranno gli eventi fino all’arresto di Mussolini, nella seconda si arriverà, come ho già detto, alle fosse Ardeatine”.

Le è piaciuta come esperienza?

“E’ stata molto bella. C’è Duccio Camerini che interpreta Mussolini, mentre Luigi Diberti è il Re. Alessio Boni interpreta, invece, il protagonista. Un bel cast di attori bravissimi e moltonoti al pubblico”.

Il personaggio che ha portato in scena più a lungo è stato quello di Piero nella terza stagione de La Porta Rossa. Che cosa le ha lasciato quella serie, che è anche un piccolo cult per la Rai?

“E’ vero; la prima stagione mi piacque molto perché ero affascinato dalla figura di Cagliostro, che ha preso ispirazione dal Conte Cagliostro. Ricordo che rimasi attratto da questo nome. Sono stato dunque molto felice di poter prendere parte alla terza stagione. Lungo il tragitto, è stato cambiato il mio ruolo, che poi ha interpretato Paolo Mazzarelli. Per quanto quello di Mazzarelli fosse un ruolo più grande, come pose e così via, sono rimasto contento di avere interpretato Piero perché ha avuto un arco di trasformazione. Piero è stato una sorpresa: è partito in sordina, con un ruolo istituzionale da coprire, ma ha in seguito imbracciato un fucile, è stato arrestato ed ha avuto una crisi, una rottura. Noi attori speriamo sempre di vivere questa trasformazione, che ne La Porta Rossa è avvenuta nell’arco degli 8 episodi. Sarebbe stato ancora più bello farlo in tempi più lunghi; è stato difficile farlo nei tempi ristretti che abbiamo avuto, ma per me è stata una bella prova perché nel poco tempo è cambiato il personaggio”.

Cosa ricorda del provino per la serie?

“L’avevo fatto con Carmine Elia; è andato bene, ma Carmine non ha potuto continuare con la lavorazione ed è stato sostituito da Gianpaolo Tescari. Ho così dovuto affrontare un altro provino con lui, ma è andato bene lo stesso. Tescari è una persona molto gentile che riesce a guidarti bene. Quella ne La Porta Rossa era la mia prima esperienza grande ed è stata una fortuna avere lui per quest’occasione. Ho rotto le acque con il linguaggio televisivo, dopo anni di esperienza in teatro. Nei set successivi mi sono sentito più a mio agio e così sarà andando man mano avanti”.

Non a caso, dopo La Porta Rossa è arrivata l’esperienza nella serie iberica Nacho, dove ha interpretato Rocco Siffredi. Com’è stato confrontarsi con una persona reale e ancora in vita?

“Ho subito contattato Rocco; è stato sempre disponibile e gentile, si è instaurato tra di noi un bel rapporto. Nel frattempo, lui era a Budapest con Alessandro Borghi per girare Supersex. Alessandro ha avuto la fortuna di stare a stretto contatto con Rocco per interpretarlo. E’ quello che ciascun attore si auspica di poter fare quando porta in scena un personaggio ancora in vita. Io mi sono invece documentato, formandomi con interviste e documentari e chiamando Rocco quando era possibile. Tra l’altro, conosco personalmente Alessandro, che è una persona che stimo tantissimo, oltre che un attore che mi piace davvero tanto. L’idea che stessimo lavorando parallelamente sullo stesso personaggiomi ha dato molta forza e mi ha fatto molto piacere. Sono stato il primo a interpretare Rocco Siffredi, non era mai capitato. E a distanza di poco si è aggiunto Alessandro Borghi, che è un esempio e un faro di quello che è il mio lavoro. E so che il mio Rocco ha avuto dei feedback positivi. Ancora non ho finito di vedere la serie, ma ritengo che il personaggio sia uscito molto bene”.

Lì ha recitato in italiano o in lingua spagnola?

“Ho recitato in spagnolo, italiano e inglese. Lo spagnolo e l’inglese li ho pronunciati non benissimo, esattamente come fa Rocco. Ho parlato in italiano soprattutto quando il personaggio si innervosiva e l’inglese quando nelle scene si confrontava con produttori americani e via dicendo. E’ stato un bel mix molto divertente”.

Quando ha deciso di diventare un attore e dedicarsi alla recitazione?

“Mi sono avvicinato alla recitazione quando ho deciso di fare qualcosa per me. Avevo bisogno di lavorare un po’ su me stesso; erano anni difficili e complessi. Diciamo che ho preso la via del teatro come una terapia, non immaginavo che sarebbe diventato un lavoro. Facendo teatro, in maniera quotidiana perché ho frequentato un’accademia, ho scoperto la meraviglia della catarsi teatrale. Da lì è stato un concatenarsi di situazioni ed eventi che mi hanno portato a farlo a livello professionale. Ho fatto tantissimo teatro, tantissime performance e, ogni tanto, piccole esperienze televisive e cinematografiche. Per esempio, Pasolini di Abel Ferrara o Che Strano Chiamarsi Federico di Ettore Scola. C’è stato poi un film molto particolare, intitolato I Figli di Maam, con la regia di Paolo Consorti e con Franco Nero. Lì ho fatto un diavolo che cambiava forma tante volte: un diavolo politico, un diavolo bohemienne, un diavolo avvocato – nello specifico di Erode interpretato da Franco Nero – ed un diavolo iconografico con un body panting rosso con le corna. La potenza che potevo tirar fuori attraverso il mio corpo è stata un po’ la mia cifra per lungo tempo. Inoltre, ho lavorato per diversi anni con Antonio Marras, sia nelle sue sfilate, sia nelle performance che ha realizzato. Facendo questo lavoro ho sempre vissuto delle emozioni fortissime; per questo ho deciso di investirci. E pian piano è diventato sempre più assiduo”.

So che è impegnato anche nelle attività teatrali dedicate al sociale…

“Sì, ho iniziato a lavorare con Giorgio Rossi, un danzatore della Sosta Palmizi. Ho cominciato ad assisterlo nei laboratori di teatro sociale e integrato. Ho avuto otto anni di lunga esperienza in tal senso, con spettacoli anche a New York e Londra. Un’attività, quella dei laboratori, che ho portato avanti finché ho potuto. In questi anni, dove ho girato tantissimo, non mi è stato più possibile. Inoltre, c’è stato anche il Covid a sospendere il tutto, anche se ancora oggi, quando posso, vado a un gruppo di lavoro di ragazzi con varie problematiche. Con loro, ho realizzato degli spettacoli unici, meravigliosi, con la potenza che hanno queste persone sia espressiva, sia emotiva. La loro sensibilità è qualcosa di unico;poter lavorare con queste persone, considerate spesso solo dei ‘matti’, è più gratificante, spesso, di lavorare con aspiranti attori, nonostante le difficoltà del caso. Perché c’è una libertà, una voglia, un amore. Ci sono anche varie difficoltà, ma lì sta a me, col mio lavoro, riuscire a creare qualcosa che li faccia sentire bene e a loro agio per raccontare delle storie partendo dalle loro esperienze, difficoltà e dalla loro rabbia. Così sono nati vari spettacoli che ho scritto e diretto di teatro integrato. Ed è un aspetto del mio mestiere che vorrei portare avanti, pensando magari a qualcosa di audiovisivo. Insomma, quello che sarà, sarà”.

Riassumendo, è quindi arrivato al teatro per un suo bisogno personale?

“Sì, sono arrivato al teatro come bisogno di crescita, di evoluzione; per chiarire e sciogliere qualche nodo. Credo, per questo, che il teatro sia una cosa che tutti debbano poter fare almeno una volta nella vita. Andrebbe assolutamente insegnato nelle scuole; è uno strumento utilissimo per formarsi e approcciarsi alle difficoltà della vita e personali”.

Lei utilizza Cardinali, il suo cognome materno. Posso chiederle per quale motivo?

“E’ un omaggio a mia madre, una donna che ha scelto di sacrificare tutto per me e mio fratello. Non ci ha mai abbandonati nel bene e nel male. Di male ne abbiamo vissuto tanto, ma è servito a crescere. E’ stato difficile, doloroso ma è andata così e va benissimo. La nostra vita da diverso tempo a questa parte è cambiata in positivo. Io e mio fratello stiamo bene e abbiamo dei figli meravigliosi. Piuttosto che fare girare Fiorucci, il mio cognome paterno, ho optato per quello di mia madre, in onore alla sua forza. Tante donne nel mondo nascondono una forza e un coraggio inimmaginabile”.

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Coronavirus

Le flash news di mercoledì 17 maggio 2023

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Benvenuti all’appuntamento quotidiano con l’informazione. In questa giornata di metà maggio, l’Italia continua a muoversi con la sua consueta energia e vivacità, attraverso una serie di notizie che spaziano dalla politica all’economia, dalla cultura alla società. Eccovi le dieci notizie italiane più importanti delle ultime 24 ore.

Elezioni comunali: Il centrodestra ha prevalso nelle recenti elezioni comunali, con una proporzione di 4 a 2. Mentre Schlein punta sui ballottaggi, per Meloni si prospetta una sfida interna sul voto di lista. Il centrodestra conferma così la sua forza, con l’obiettivo di progredire sulle riforme.

Truffe nelle bollette di luce e gas: 4 milioni di italiani sono caduti vittima di truffe nelle bollette di luce e gas, causando danni economici per 1,2 miliardi di euro.

Dipendenza delle imprese dalle app: Nella ristorazione, un’azienda su tre paga commissioni superiori al 20% alle applicazioni di consegna a domicilio.

Successo scolastico: I bambini italiani della scuola primaria sono tra i migliori in Europa per abilità di lettura.

Contrasto allo spopolamento: Per combattere lo spopolamento dei piccoli comuni, la Sardegna ha messo a disposizione 360 milioni di euro.

Lavoro delle donne e tasso di natalità: L’Italia potrebbe imparare dalla Francia per quanto riguarda il lavoro delle donne e il tasso di natalità.

Bonus casa: E’ importante conoscere l’attestazione Soa per non commettere errori nell’ottenimento del bonus casa.

730 precompilato: Sono stati forniti consigli su quali documenti conservare in caso di modifiche al 730 precompilato.

Meteo: Il maltempo ha causato allagamenti nel centro di Faenza, con esondazioni a Cesena e Forlì. Sono state effettuate evacuazioni nel Ravennate.

Coronavirus: L’Rt nazionale è in aumento, situandosi a 0.83. Le terapie intensive occupano il 5.5% delle strutture, mentre le aree mediche sono occupate al 12.9%. Ci sono 510 casi di coronavirus ogni 100.000 abitanti.

Ecco le notizie più importanti di oggi in Italia, un’ampia gamma di temi che riflette la complessità e la dinamicità del nostro Paese. Rimanete connessi per ulteriori aggiornamenti su queste e altre storie emergenti.

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Attualità

Carenza di farmaci in Italia, la corsa contro il tempo per evitare l’emergenza...

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Il ministero della Salute ha istituito un tavolo di lavoro permanente per fronteggiare la situazione critica delle scorte di farmaci, dalla mancanza degli antibiotici e degli antipiretici fino ai medicinali specifici, come gli anti-ipertensivi e gli antitumorali. La situazione non riguarda solo l’Italia ma l’intera Europa, poiché la sovrapposizione delle infezioni da Covid e influenza ha messo a repentaglio il meccanismo di rifornimento.

La richiesta ingente, la cessata produzione e la discontinuità delle forniture sono alcuni dei fattori che causano la mancanza di farmaci come la Tachipirina, Efferalgan, Tachifludec, Neoborocillina, l’amoxicillina e il Levodopa.

La corsa agli acquisti da parte dei consumatori è solo uno dei motivi dietro alla scarsità dei farmaci, ci sono anche problemi strutturali come la dipendenza dalle forniture dell’Asia, in particolare della Cina, per i principi attivi e le materie prime per il packaging come la carta, la plastica e l’alluminio.

Per trovare soluzioni, molte aziende italiane stanno cercando di trovare fornitori alternativi in India e Singapore per riportare almeno una parte della produzione in Italia a lungo termine. Tuttavia, l’impennata dei prezzi di energia e materie prime verificatasi l’anno scorso sta influenzando il settore farmaceutico, così come altri settori. Il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli, ha spiegato che questa crescita è stata innescata da una “competizione mondiale all’approvvigionamento di materie necessarie per il packaging dei farmaci come plastica, vetro e alluminio”.

La situazione di carenza dei farmaci che sta colpendo l’Italia e l’Europa è un campanello d’allarme che richiede un’azione immediata. La corsa ai fornitori alternativi può essere una soluzione a breve termine, ma deve essere affiancata da un piano di azione a lungo termine per ridurre la dipendenza dall’Asia e creare maggiore resilienza in caso di emergenze sanitarie future.

La pandemia di Covid-19 ha evidenziato la fragilità delle catene di approvvigionamento globali, soprattutto per i beni essenziali come i farmaci. La competizione per le materie prime, come plastica, vetro e alluminio, è sempre più feroce e i prezzi sono in costante aumento. Questo stato di cose è stato ulteriormente esacerbato dalla pandemia, che ha causato un rallentamento della produzione, una diminuzione delle spedizioni e un aumento dei costi di trasporto.

La dipendenza dall’Asia per i principi attivi e le materie prime per il packaging rappresenta un rischio significativo per la sicurezza sanitaria, poiché l’approvvigionamento potrebbe essere interrotto da eventi come disastri naturali, conflitti o crisi politiche. Per questo motivo, è importante che i Paesi europei e l’Italia in particolare, investano in una produzione nazionale più resiliente e sostenibile.

Il problema della carenza di farmaci deve essere affrontato attraverso un approccio olistico, che coinvolga tutti gli attori della catena di approvvigionamento, dal governo ai produttori di farmaci, dalle aziende di trasporto alle organizzazioni di assistenza sanitaria. Solo così si potrà garantire l’accesso continuo ai farmaci essenziali per i pazienti che ne hanno bisogno.

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Coronavirus

Fuori oggi “Voglio cantare a Sanremo”, il nuovo inedito dei Liberementi

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Fuori oggi, giovedì 2 febbraio, il video di “Voglio cantare a Sanremo”, l’inedito dei LIBEREMENTI che racconta in maniera ironica il sogno di un ragazzo di calcare l’ambito palco del festival. Firmato da Marco Agrusta frontman della band con la produzione di Olsi Arapi è pubblicato da Musica è, l’etichetta di Mimmo Mignogna. In radio e in digitale dal 3 febbraio.

Siamo felici dopo un anno dall’uscita del nostro album, di pubblicare un nuovo singolo fresco, ironico e festoso che parla del desiderio di cantare a Sanremo, noi che per tre anni, nel 2018, 2019 e 2020 eravamo quasi riusciti a realizzare quel sogno – afferma Marco Agrusta – il singolo ‘Voglio cantare a Sanremo’ è una dedica scritta da me per tutti i ragazzi che amano sognare in grande, proprio come abbiamo fatto noi Liberementi qualche anno fa”.

Il video – prosegue Marco Agrusta – nasce da una mia idea e vede la regia di Gianni Giacovelli con cui abbiamo pensato di ironizzare sul mondo dei casting tanto amato dai musicisti. E così, una giovane boy band nei panni dei Liberementi si troverà ad affrontare il primo provino, sognando di calcare il tanto ambito palco dell’Ariston.”

Liberementi sono una band della provincia tarantina composta da Marco Agrusta (voce), Gabriele Andrisani (chitarre), Walter Mignogna (tastiere), Michele Marzii (chitarre) e Andrea Semeraro (batteria). Sono ragazzi spinti dall’entusiasmo di trascrivere liberi pensieri in musica e parole, affrontando temi che circondano l’attuale mondo vissuto dai giovani. Esperienze, sonorità e contaminazioni musicali differenti danno vita quindi ad un progetto che racchiude diversi generi, mantenendo uno stampo Pop/Rock. Nel 2018 i Liberementi avviano il lavoro di produzione del loro primo EP, e partono in tour live “IO SONO POP”, uno spettacolo che mette insieme repertorio di successi internazionali e canzoni inedite della band. Nel luglio 2018, grazie all’etichetta discografica “Musica E’” di Taranto, viene pubblicato “Il Guapo” scritto da Marco Agrusta, posizionandosi tra le top 100 della classifica delle etichette indipendenti. Il secondo brano che esce nel Novembre 2018 è “Datemi Spazio”, selezionato da Claudio Baglioni tra i finalisti scelti per l’audizione di Sanremo Giovani 2018. A seguire l’esperienza sanremese arriva “Sto diventando Indie”, scritto da Gabriele Andrisani, selezionato per le fasi finali di Arezzo Wave. Nel Luglio 2019 esce “Odore d’estate”, la giusta composizione che accompagna le vacanze di ogni pugliese, introducendo un genere più elettronico al repertorio della band. A Novembre dello stesso anno Liberementi sono, per la seconda volta, finalisti a Sanremo giovani raccogliendo i consensi da parte del direttore artistico Amadeus.

Ad aprile 2020 viene rilasciato “Fuori è primavera”, brano registrato a distanza durante il periodo di quarantena e che sostiene il progetto “Non da soli” di Save the Children, per aiutare i bambini e le famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza Covid-19. Nello stesso periodo la band sforna il singolo “Lascia i tuoi pensieri altrove – Guida e basta” con il quale partecipa al contest “Sicurezza stradale in Musica”. Nel dicembre 2021 esce “Liberementi”, il primo album omonimo con 9 brani.

Il 3 febbraio 2023 è la volta di “Voglio cantare a Sanremo”, brano che racconta, in maniera ironica, il sogno di un ragazzo di calcare il palco dell’Ariston.

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Coronavirus

Robert Madison si racconta in un’intervista esclusiva, tra ricordi passati e sogni...

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Sono tanti i lavori che vedranno protagonista Robert Madison nei prossimi mesi. Dopo il ruolo del professore in Di4ri, la serie di grande successo distribuita da Netflix, l’attore sarà il volto di diversi film destinati al cinema, tra cui Soldato Sotto la Luna diretto da Massimo Paolucci. Un periodo roseo, frutto dei tanti anni di lavoro ininterrotti, di cui sta andando molto fiero e che l’ha portato a volare anche verso le Filippine, nazione in cui ha girato una pellicola horror ancora tutta da scoprire. Tra ricordi passati, in primis le esperienze nelle soap Vivere e CentoVetrine, e sogni futuri, Madison si è raccontato in questa intervista, dove ha menzionato il padre Guy, attore statunitense volto del cinema degli anni ’50 e ‘60.

A cura di Roberto Mallò per MassMedia Comunicazione

Robert, partiamo dagli ultimi lavori che la vedono come protagonista…

“In primis c’è la serie Di4ri, diretta da Alessandro Celli e che è stata distribuita da Netflix ed ha avuto un grande successo, poiché è stata per tanto tempo tra le produzioni più viste della piattaforma. Lì ho interpretato un professore di educazione fisica. Essendo un lavoro tutto incentrato sui ragazzini delle medie, i ruoli degli adulti erano senz’altro più immaginari. Ma fa sempre piacere far parte di un prodotto apprezzato così tanto che, da luglio, sta uscendo in tutto il mondo”.

Ci sono poi diversi film, no?

“Sì. C’è Soldato Sotto la Luna, diretto da Massimo Paolucci. Un lavoro dove ho potuto lavorare nuovamente con Daniela Fazzolari, che avevo già conosciuto sul set di CentoVetrine, di cui ho fatto parte per diverso tempo. Nel cast c’è anche Daniel McVicar, per anni nel cast di Beautiful. C’è questo mix di ex volti di soap che gli appassionati del genere non potranno non notare”.

Qual è il suo ruolo in Soldato Sotto la Luna?

“Sono un nazista ai tempi della Seconda guerra mondiale che arriva di fronte ad un casolare con una motoretta, accompagnato dalla propaganda e dalla musica del suo ‘credo politico’. Un uomo che, trovandosi da solo, si rilassa un attimo, si toglie la giacca ed accende una sigaretta finché, dall’alto, non spunta un ragazzino, che ce l’ha coi nazisti perché vuole vendicarsi di uno stupro subito da una sua vecchia fidanzata. Vendetta che va a buon fine, dato che riesce ad uccidere questo soldato. Anche se l’uomo, quarant’anni dopo, ritorna come fantasma. Si tratta quindi di un personaggio molto importante, dato che sono io il Soldato Sotto la Luna del titolo che torna nel casale, dove c’è la nipote del ragazzino che l’ha ucciso e che ormai è morto. E da lì parte tutto il meccanismo che porterà il nazista a tentare di fare del male alla donna”.

Con Paolucci, il regista, aveva già lavorato?

“Sì, in Una Preghiera per Giuda, dove sono stato il direttore di un carcere. Un ruolo molto particolare, dato che era un uomo strano con i capelli molto lunghi, lontano dai canoni tipici di chi dirige un penitenziario. Nei prossimi mesi, Paolucci ha in cantiere un film molto bello sullo sbarco di Anzio e dovrei farne parte pure io”.

E per quanto riguarda gli altri lavori?

“Ho girato Abisso Nero, che è stato fermo per tanto tempo a causa della pandemia. Pur essendo stato girato in precedenza, parla di un virus creato in un laboratorio per sterminare la popolazione terrestre. Quando uscirà sembrerà fatto a posta proprio in seguito al Covid, mentre invece è stato del tutto casuale. La regia di questo lavoro è di Ronald Russo e verrà distribuito, via streaming, da una piattaforma. A novembre, inoltre, sono partito nelle Filippine per girare un film horror di produzione Italiana, dove ho recitato in inglese. Il lavoro ha ancora un titolo provvisorio. Tra i prossimi progetti c’è anche un cortometraggio, di cui per il momento è meglio non parlare ma che mi vedrà sul set a febbraio. Non dico altro perché poi, magari, ci rubano l’idea, che è davvero molto carina”.

Se ricordo bene era stato già in precedenza nelle Filippine per girare dei film, giusto?

“Proprio così e sempre con Gianni Paolucci, fratello di Massimo. Insieme a lui avevo fatto, nelle Filippine, La Tomba, film horror di Bruno Mattei. Ho sempre amato spaziare tra i vari generi. Avendo preso parte a La Terza Madre e Il Cartaio con Dario Argento mi hanno spesso chiamato per prendere parte a degli horror, ma ho cercato di diversificare i lavori”.

E se le dico La lunga notte dei morti, cosa mi risponde?

“E’ un altro film che ho girato con la regia di Dario Germani. E’ un horror divertente, con una chiave utile per diversificare il genere. Pur essendo incentrato su una catastrofe zombie, ha dei momenti in cui si ride. Un esperimento che, dal mio punto di vista, è riuscito e sarà disponibile a breve. Tra l’altro avevo già lavorato con Germani in La Mattanza, che è uscito invece al cinema”.

A proposito di soap, che abbiamo citato poco fa, non ha soltanto CentoVetrine nel suo curriculum ma anche Vivere. Che ricordi ha legati a quelle due produzioni?

“Quello in Vivere era un personaggio molto bello, con una doppia faccia. Uno psicopatico che faceva il carino con Irene Monteleone (Francesca Cavallin), ma che in realtà voleva vendicarsi di un avvocato che non l’aveva difeso bene per uno stupro di cui si era macchiato e che l’aveva fatto finire in galera. In CentoVetrine, invece, sono stato per otto mesi Luca Pellegrini, un venditore di vini coinvolto in un triangolo con le cugine Carmen e Roberta interpretate da Emanuela Tittocchia e Arianna Bergamaschi”.

E’ figlio del divo del cinema americano Guy Madison. L’arte ha quindi sempre fatto parte della sua vita?

“Esatto. Anche se non è facile, cerco di portare avanti la tradizione familiare. Papà è stato una star; alla sua epoca, negli anni ’50, i film erano davvero un evento. Un attore, che appariva sul grande schermo, era un Dio. Adesso non c’è più quell’impatto quando si prende parte ad un film. E le stesse fiction, in televisione, non vengono seguite come un tempo, perché magari la gente preferisce recuperarle in una piattaforma”.

Al giorno d’oggi è difficile vivere soltanto di cinema e spettacolo?

“Se fai un film con un estremo successo parte senz’altro un volano di richieste e se scegli bene, portando a casa altri due o tre prodotti apprezzati, tutto va da solo. Non è sempre detto, perché il successo non è facile da mantenere. Bisogna avere la freddezza, la lucidità e l’umiltà per ciò che sceglierai dopo. Altrimenti rischi di bruciarti. Ci vuole fortuna, ma anche molta testa e intelligenza nel mantenere il successo che si ha. In Italia ci sono degli attori che lavorano sempre, non si rischia tanto su nuovi volti. I produttori sanno che un determinato attore porta quell’incasso, in base alle varie statistiche che vengono fatte, e vanno sul sicuro con i loro soldi. In passato, negli anni ’60, questo meccanismo non c’era. Si rischiava di più e si facevano almeno 300 film all’anno. Ora forse ne girano 16 o 20, puntando magari su volti che il pubblico apprezza. Per citarne due, Pierfrancesco Favino ed Elio Germano, che sono bravissimi e adoro, ma anche altri miei stimati colleghi”.

Parlando di sé, ha qualche passione in particolare?

“Sono una persona sportiva. Non a caso, sono maestro della Federazione Italiana di Tennis e Padel, sport molto in voga in questi ultimi anni”.

© Sbircia la Notizia Magazine, è vietata qualsiasi ridistribuzione o riproduzione del contenuto di questa pagina, anche parziale, in qualunque forma. Foto da cristinacaremoli.agency

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Attualità

Primark, il colosso del risparmio, apre a Marcianise: ecco tutti i dettagli

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A soli otto anni dall’apertura del suo primo negozio in Europa, esattamente nel 2014, Primark, il colosso del risparmio, nato a Dublino nel 1969, pubblica cifre da far diventare verdi d’invidia i suoi principali concorrenti. Nel 2019, la catena di “Fast fashion” Cruelty Free irlandese, ha realizzato in Europa, un fatturato di circa 694 milioni di euro, risultando uno dei marchi con fatturato di crescita più forte in assoluto, +9% rispetto all’anno precedente…

La sua risorsa principale? Semplice: Abbigliamento a prezzi stracciati, anche più economici dei suoi diretti concorrenti. Jeans, magliette, camicie, calzature, il tutto esposto a poche manciate d’euro. Come anche la biancheria intima, l’arredo casa, l’elettronica a prezzi così bassi che i clienti acquistano senza badare alla quantità e necessità alcuna. Ribadiamo che il prezzo medio di acquisto è di pochi euro per articolo, circa due/tre volte inferiore al valore di mercato, dei suoi competitors. Il suo oculato rinnovo permanente dell’offerta, attrae in questo modo gli amanti dello shopping.

Sorge allora una domanda: “Come riesce Primark ad offrire prezzi sempre più bassi e competitivi ai suoi clienti?

Il bulldozer del “Fast-fashion” Cruelty Free , per primo ha scelto di non spendere un centesimo in campagne pubblicitarie di alcun tipo. Questa voce aggiuntiva di spesa, può notevolmente pesare fino al 20% o più, del prezzo di un prodotto di una grande marca. Primark si affida, giustamente, al meritato e schietto passaparola. Per ridurre, il più possibile, le spese, l’imballaggio è semplice , l’arredamento minimalista e nel negozio non viene riprodotta musica. Infine, Primark fa affidamento su enormi volumi ed esternalizza la sua produzione in Paesi con bassi costi di manodopera, come ad esempio il Bangladesh.

Ma, purtroppo, la frenetica corsa al prezzo più basso possibile, a volte è deleterio. Il 24 aprile 2013, circa 1.130 persone hanno perso la vita e più di 2.500 sono rimaste ferite dopo il crollo di un edificio di 8 piani che ospitava 6 fabbriche, il Rana Plaza, a Dhaka, capitale del Bangladesh. Le vittime erano lavoratori e fornitori che lavoravano per grandi aziende internazionali, tra cui anche la stessa Primark. Questa tragedia ha permesso di allertare l’opinione pubblica internazionale sulle tristi condizioni di lavoro, che regnano nelle fabbriche tessili del Bangladesh. Dopo la tragedia, Ong e sindacati avevano denunciato l’atteggiamento indifferente di molte altre importanti e note catene di distribuzione tessile, che affidavano, tranquillamente la loro produzione al Rana Plaza, con guadagni stellari.

Interrogato, Primark ha subito riconosciuto, a differenza di tutti gli altri celeberrimi rivali industriali, che, in effetti, un ramo dei suoi subappaltatori lavorava al Rana Plaza e che avrebbe risarcito le vittime. Primark, pare che abbia elargito danni, fino a circa 10 milioni di euro.

Nonostante Primark sia irlandese, non si annoverano negozi in Irlanda con tale insegna. Primark, fondato dall’uomo d’affari irlandese Arthur Ryan, ha aperto il suo primo negozio a Dublino nel 1969 con il nome di Penneys (“spiccioli”). Un’identità conservata fino ad oggi, a differenza di altri Paesi. Ovunque nel mondo, il “Fast-fashion” Cruelty Free irlandese è denominato Primark. In realtà, il fondatore, scomparso nel 2019, voleva evitare problemi legali con la catena americana “JC Penney”, negli anni scorsi, molto presente in prima linea in Inghilterra.

Dopo aver aperto i suoi battenti in Inghilterra, 48 anni addietro, nel lontano 1974, Primark ha atteso fino al 2006 per inaugurare il suo primo negozio in Spagna per continuare, poi, con grande successo, il suo sviluppo in tutta Europa. Il marchio si è espanso a macchia d’olio, in 13 Paesi europei, giungendo nel 2015 persino negli Stati Uniti.

La nuova apertura al Centro Commerciale Campania

La sua prossima trepidante attesa presenza, da noi in Italia, lunedì 19 dicembre, a Marcianise (Caserta) al Centro Commerciale Campania, in una parte dei locali che ospitavano Carrefour.

Se la crisi sanitaria da Coronavirus Sars Cov 2, ha permesso a molte aziende di prosperare, ha danneggiato anche i conti di alcune e Primark, purtroppo, rientra nella seconda categoria. In forte rialzo prima della pandemia, il brand stimava in 1,18 miliardi di euro la perdita di utili dovuta alla chiusura forzata, dei negozi in tutto il mondo. Il suo fatturato è diminuito repentinamente del 24% tra ottobre 2019 e settembre 2020.

“Pensiamo che la pandemia, abbia dimostrato la forza di Primark, più che la sua debolezza…”, ha dichiarato con orgoglio Georges Weston, amministratore delegato di AB Foods, l’attuale proprietario del marchio. “Quello che abbiamo notato con Primark è che quando le persone possono fare acquisti, preferiscono farli, eventualmente con noi…” aggiunge con evidente soddisfazione…

Da sottolineare gli attuali “record di vendita” nell’anno 2022, otto clienti su dieci escono con acquisti apprezzabili, cioè un tasso di conversione dell’80%. Le smisurate code formatesi fuori dai mega negozi, appena le misure sanitarie sono state allentate, hanno dell’inverosimile. Difficile dar torto ai chi, in questo periodo di crisi economica familiare, si reca a fare shopping da Primark, dove i prezzi sono di gran lunga concorrenziali.

Chiunque abbia detto che i soldi non possono comprare la felicità non sapeva dove fare acquisti…” (Gertrude Stein)

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Coronavirus

Acquisti ai tempi delle crisi

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Nel 2022 i costi per la spesa delle famiglie italiane sono aumentati del 5,4% rispetto al 2021. Alla pandemia Covid-19 si è aggiunto lo scoppio della guerra in Ucraina, che ha causato e rischia di causare ancora pesanti rincari in bolletta e su beni di prima necessità. 

Dall’aumento del costo del petrolio (+ 1200%), alle quotazioni del grano aumentate del 9%, le possibili misure correttive occupano da tempo le prime pagine dei giornali e dei tg.

Ogni crisi ha le sue conseguenze, che spesso pesano sui consumatori: l’inflazione, ad esempio, è passata dal– 0,5% nel 2020, in piena crisi pandemica, al +8,4% nello stesso periodo del 2022.

Come riportato nell’infografica “Acquisti ai tempi delle crisi”,in un contesto che rischia di pesare sulle famiglie e sulle fasce più deboli della popolazione, Bennet ha ideato l’iniziativa “Giù il prezzo”. Con una linea di oltre 300 prodotti di uso comune a prezzi vantaggiosi, l’obiettivo è supportare i consumatori nella spesa di tutti i giorni grazie ad un carrello consapevole e contrastare il carovita.

Per contrastare le conseguenze delle crisi, iI mercato dovrà necessariamente sfruttare ancor di più e-commerce (già con un segno + del 14%, con un giro d’affari di 45 miliardi nel 2022) e aumentare la fetta di utenti che acquistano online(+9,6 milioni), in modo da ridurre sempre più la distanza con l’acquirente e comunicare al meglio proposte e offerte in corso.

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Attualità

Rishi Sunak, chi è il nuovo premier britannico di origini asiatiche

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Terzo Primo Ministro britannico in meno di tre mesi; primo politico di origini asiatiche e di religione indù a diventare leader del Partito Conservatore; possessore di un patrimonio stimato di oltre 700 milioni di sterline: a soli 42 anni, Rishi Sunak, il 24 ottobre 2022, diventa il nuovo Premier del Regno Unito nello stesso giorno in cui si festeggia il Diwuali, la festa della Luce nella religione induista.

La sua scalata politica è stata a dir poco fulminea: da semplice sottosegretario quasi anonimo, in pochi anni è arrivato al vertice della politica britannica diventando il nuovo leader dei Tory e Premier del regno Unito, affermando che questo è il privilegio più grande della sua vita e che farà di tutto per migliorare la situazione finanziaria e sociale del popolo britannico. Ma chi è il nuovo premier britannico e qual è la sua posizione politica ed economica?

La vita e la formazione

Rishi Sunak nasce a Southampton, nella contea dello Hampshire, nel maggio del 1980 da una famiglia di immigrati africani di origini indiane e di religione indù, benestante: il padre, Yashvir, nato in Kenya, è medico; mentre la madre, Usha nata in Tanzania, è farmacista.

Primo di tre figli, Sunak studia al Winchester College, uno degli istituti liceali privati più antichi e prestigiosi del paese. Nel 2001 consegue una laurea in Filosofia, politica ed economia, il corso di laurea prediletto dall’élite politica anglosassone, presso il Lincoln College a Oxford. Fino al 2004 lavora come analista in una delle banche più grandi e famose al mondo, la Goldman Sachs e si avvicina al Partito Conservatore, condividendone idee, pensieri e teorie politiche ed economiche.

Nel 2006 si trasferisce in America dove arricchisce il suo percorso di studi conseguendo un master in Business Administration presso l’Università di Stanford. Proprio in California, durante il percorso universitario, incontra la sua futura moglie, la miliardaria imprenditrice e stilista Akshata Murthy, figlia dell’indiano Narayana Murthy, fondatore dell’Infosys Technologies Limited, una delle compagnie informatiche più ricche e prestigiose dell’India. I due convolano a nozze nel 2009, hanno due figlie e attualmente vivono a Northallerton, nella contea del North Yorkshire, in una villa con un lago privato; mentre durante la settimana dimorano a Londra, in una casa dal valore di otto milioni di sterline a Kensington, uno dei quartieri più ricchi e presigiosi del paese.

Ritornato in Inghilterra, Sunak si occupa della gestione del fondo speculativo The Children’s Investment Fund Management e della società Theleme Partners. In seguito, diventa direttore della società di investimenti del suocero, la Catamaran Ventures.

L’ascesa politica di Sunak, dagli esordi alla carica di Premier

Rishi Sunak entra in politica nell’ottobre del 2014 come candidato conservatore per il Richmond, ricoprendo il seggio del dimissionario William Hague, ex leader del Partito Conservatore e primo Segretario di stato.

Nelle elezioni generali del 2015 e del 2017 viene eletto deputato ottenendo prima il 36% poi il 40% dei voti. Dal 2015 al 2017 fa parte della commissione dell’ambiente, alimentazione e degli affari rurali, e dal 2018, fino al luglio dell’anno successivo, diventa sottosegretario parlamentare sotto il governo di Theresa May. In seguito alle dimissioni del Primo Ministro nel 2019, Sunak sostiene e appoggia Boris Johnson nelle elezioni del Partito Conservatore e quando quest’ultimo diventa Primo Ministro, Sunak viene nominato, nel luglio del 2109, Primo Segretario al Tesoro, carica che manterrà fino al febbraio del 2020 quando viene promosso Cancelliere dello Scacchiere, nomina che coincide con lo scoppio della pandemia da Covid-19.

Durante l’emergenza, Sunak si oppone all’aumento eccessivo della spesa pubblica per mitigare i disastrosi effetti della pandemia sull’economia britannica e all’emanazione di una tassa sul carbone per ridurre le emissioni di Co2 che, a suo parere, avrebbe minato le finanze delle famiglie meno abbienti.

Nel luglio del 2022, Sunak si dimette dalla carica di Cancelliere, mossa imitata da altri 59 ministri e politici che facevano parte del governo Johnson provocando una crisi di stato che portò inevitabilmente alle dimissioni del premier.

Il giorno dopo l’abbandono della carica, l’8 luglio, Sunak si candida come nuovo leader del Partito ma alle elezioni del settembre ottiene il 42% dei voti perdendo contro Liz Truss. La Premier si dimette il 20 ottobre 2022 e Sunak annuncia nuovamente la sua candidatura e il 24 ottobre la maggioranza dei Tories lo nomina, a soli 42 anni, come il nuovo leader del Partito Conservatore e come nuovo Primo Ministro del Regno Unito, il terzo in meno di tre mesi, in concomitanza con la celebrazione della festa induista del Diwali.

Il caso di Akshata Murthy, la non domiciliata e gli altri scandali

La vita e la carriera politica del nuovo leader britannico non sono però scevre di scandali e pettegolezzi. Ad aprile i media, prima di tutti il quotidiano The Indipendent, hanno scoperto che Akashata Murthy, la ricca moglie di Sunak e figlia del miliardario indiano Narayana Murthy, godeva dello status di non domiciliata che comporta l’esenzione dal pagamento delle tasse in Gran Bretagna su oltre dieci milioni di euro di reddito percepiti all’estero; un’operazione del tutto legale ma che di certo non ha suscitato l’approvazione del popolo, considerando che il patrimonio della coppia ammonta a oltre 900 milioni di dollari. La notizia è emersa proprio nel momento in cui Sunak stava varando un programma economico e finanziario che prevedeva l’innalzamento delle tasse a discapito dei contribuenti. Inoltre, di recente è emerso che Sunak possiede ancora oggi la Green Card, ovvero il permesso di soggiorno permanente negli Stati Uniti d’America

Non finisce qui, perché Sunak è coinvolto anche nel cosiddetto Partygate, uno scandalo risalente al 13 novembre del 2020, otto giorni dopo la decisione di instaurare il lockdown a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19, quando Boris Johnson con diversi funzionari del governo, incluso il nuovo premier, hanno organizzato e preso parte ad una affollata festa nella sede del governo britannico, a Downing Street, eludendo le rigide regole di confinamento e distanziamento sociale previste per i cittadini.

La visione politica e finanziaria

Rishi Sunak si definisce un Thathceriano di ferro e, del resto, la sua visione politica ed economica è rigidamente conservatrice.

Nel 2016 si schiera a favore della Brexit, ma con una visione più orientata al dialogo e alla condivisione e nel 2020, durante il suo incarico come ministro del Tesoro, si occupa della situazione economica e fiscale britannica durante la pandemia.

Eroga ingenti fondi pubblici pari a 400 miliardi di sterline per sostenere le imprese e i dipendenti salariati colpiti dalle complicanze economiche provocate dal Covid 19 e si oppone ai tagli fiscali e all’aumento della spesa pubblica del governo Truss.

Per contenere i disastri della pandemia, Sunak dispone di ulteriori misure straordinarie e di aiuti per le famiglie britanniche, tra cui il progetto Eat Out to Help Out (mangia fuori casa per aiutare); un piano molto particolare che incentiva la popolazione a pranzare e cenare fuori casa applicando uno sconto del 50% su cibo e bevande per chiunque mangiasse nei locali e nei ristoranti che avevano aderito all’iniziativa, cercando, così, di mitigare gli effetti economici che la pandemia aveva provocato nel campo della ristorazione.

In ambito di politica estera, Sunak, seguendo la linea conservatrice, è a favore dell’inasprimento delle leggi sull’immigrazione.

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Giornata mondiale dell’alimentazione: cos’è, quando si celebra

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Il 16 ottobre più di 150 nazioni celebrano la Giornata mondiale dell’alimentazione, un evento istituito nel 1979 dai Paesi membri della FAO.

L’obiettivo di questa giornata è quello di sensibilizzare ad una maggiore attenzione verso i temi della sicurezza alimentare, della povertà e della malnutrizione. Il miglioramento delle condizioni di vita dell’individuo è alla base dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile che le Nazioni Unite hanno stabilito di realizzare entro il 2030.

I temi annuali della FAO

Ogni anno la FAO incentra la Giornata mondiale dell’alimentazione su una tematica specifica, avvalendosi di uno slogan. La prima celebrazione di questo giorno – avvenuta nel 1981 – ha visto come motto L’alimentazione prima di tutto, ponendo l’argomento al centro dell’attenzione mediatica.

L’importanza di questa data è stata celebrata da una moneta commemorativa di 200 lire, raffigurante Villa Lubin, edificio scelto perché sede dell’Istituto Internazionale dell’Agricoltura. Infatti, uno dei temi su cui verte il 16 ottobre è l’importanza del settore primario che, insieme all’istruzione e alla sanità, è l’unica strada percorribile per il miglioramento delle condizioni relative all’alimentazione sostenibile e alla povertà di molti Paesi.

Nonostante questo sia il settore trainante di molte economie mondiali, il problema maggiormente riscontrato per l’agricoltura è la scarsità di investimenti.

Quest’anno, lo slogan scelto dalla FAO per celebrare la Giornata mondiale dell’alimentazione è Non lasciare nessuno indietro. Con questa frase, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura ha messo in risalto alcuni temi fondamentali, primo fra tutti quello di permettere ad ogni essere umano una dieta equilibrata.

Il benessere è un concatenarsi di eventi: da un ambiente migliore, scaturisce una nutrizione più sana e – di conseguenza – condizioni di vita più dignitose. Nel video realizzato dalla FAO alcuni bambini mettono in evidenza – attraverso una canzone intonata in più lingue – l’importanza di riciclare, riutilizzare e ridurre la plastica.

Un altro argomento trattato è quello del cambiamento climatico, che va contrastato attraverso un attivismo consapevole che riduca l’inquinamento e prevenga situazioni ambientali irrimediabili.

“A chi fa più fatica, a chi è più fragile, a chi resta indietro”: l’appello della FAO

Con questa affermazione, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura pone particolare accento su tutti coloro che, trovandosi in un contesto di disagio economico e sociale, abbiano bisogno di aiuto.

La pandemia di COVID-19 e l’avanzare della guerra in Ucraina hanno causato effetti devastanti, portando ad un’elevata inflazione e al collasso di tante realtà già provate dal loro stato di indigenza.

Inoltre, sono molte le parti del mondo soggette a continui conflitti nazionali: basti pensare alla Siria, all’Etiopia e allo Yemen, in cui – oltre alla guerra – è presente un’alta soglia di povertà.

Per questa ragione, l’obiettivo della Giornata mondiale dell’alimentazione è ricordarsi del valore della solidarietà, unico strumento per fronteggiare realmente i momenti di crisi. Infatti, parlare di sostenibilità è possibile solo se tutti hanno pari opportunità.

Cosa fare come società?

Innanzitutto, i governi possono incoraggiare una produzione non inquinante, che permetta ai terreni e alle acque di non subire danni e migliorare i diritti dei lavoratori. Gli istituti accademici – invece – possono orientare la loro attività di ricerca verso una produzione più sostenibile e una distribuzione più intelligente, mentre il settore privato può finanziare servizi ed infrastrutture e creare posti di lavoro.

Infine, i cittadini possono informarsi sugli eventi, ricordando che non si è mai troppo lontani dal resto del mondo. È possibile donare alle organizzazioni di soccorso, garantendo così i beni di prima necessità nelle zone di emergenza umanitaria.

Un altro strumento per contrastare la fame e la povertà nel mondo è partecipare a programmi di raccolta: effettivamente, capita che i rifugiati di guerra portino con sé lo stretto necessario, lasciando la maggior parte degli effetti personali nel loro Paese.

Anche favorire l’apertura di scuole per agricoltori è un modo per condurre la società verso un’agricoltura sostenibile. Infatti, confrontarsi sulle tecniche di coltivazione permette di sprecare meno risorse, riducendo il consumo del carburante per il trasporto, evitando l’utilizzo di pesticidi e rendendo possibile un maggiore consumo di frutta e verdura a chilometro zero.

Giornata mondiale dell’Alimentazione per i Giovani

Oltre alle industrie, come cittadini è possibile impegnarsi per ottenere una società più equa e attenta al prossimo e, per fare questo, molte sono le iniziative create ad hoc. In particolare, in onore del 16 ottobre, il Ministero dell’Istruzione e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale hanno deciso di istituire delle giornate celebrative all’interno degli istituti scolastici.

Sensibilizzare i giovani all’interno delle scuole, permettendo loro di sviluppare un maggiore senso critico, è un processo fondamentale per assicurare l’evoluzione della società. In uno degli eventi a cui possono aderire gli studenti sarà possibile creare un poster – entro il 4 novembre 2022 – che mostri cosa si possa fare per non lasciare nessuno indietro e per permettere un’alimentazione sana e accessibile a tutti.

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Attualità

Come stare in forma durante un eventuale nuovo lockdown?

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La pandemia e il lockdown negli ultimi due anni ci hanno colto di sorpresa, stravolgendo le nostre routine. Le conseguenze negative sono state diverse, soprattutto dal punto di vista fisico e mentale.

La paura di dover ripetere una simile esperienza è tanta; tuttavia ora siamo preparati a una simile evenienza, e adottando qualche piccolo accorgimento, è possibile affrontarla con meno difficoltà.

Vediamo quindi un po’ di consigli per stare in forma durante un eventuale futuro lockdown.

1. Coltivare le amicizie a distanza

Essere separati dai propri cari probabilmente è stata la prova più dura che abbiamo dovuto affrontare. Per poter stare bene durante un nuovo lockdown può essere perciò utile non perdere mai di vista le proprie conoscenze, seppure a distanza.

Organizza delle videochiamate con i tuoi amici regolarmente, per aggiornarsi a vicenda sulle rispettive giornate. Una cosa carina potrebbe essere di programmare un pranzo virtuale, anche durante la settimana. In questo modo potrai staccare la mente dalla routine quotidiana e alleggerire lo stress da isolamento.

2. Utilizzare l’olio di CBD

Il cannabidiolo, detto anche CBD, è un ottimo alleato per combattere l’ansia da lockdown. Cos’è il CBD? Si tratta di una sostanza estratta dalla Cannabis Sativa, che ha molti effetti benefici sull’organismo e sulla mente. Funziona infatti come

  • Antinfiammatorio
  • Antiossidante
  • Ansiolitico

Il suo più grande vantaggio è che, a differenza di altri cannabinoidi, non va a interferire con umore e concentrazione, il che lo rende molto sicuro.

L’olio di CBD in particolare è estremamente utile perché va ad interagire con il sistema fisiologico, favorendo la regolazione omeostatica e creando equilibrio tra corpo e mente. Il risultato è più serenità e forza per affrontare il lockdown.

Puoi trovare l’olio di CBD a diverse concentrazioni, così da sceglierlo in base alle tue esigenze. Se hai dubbi, chiedi al tuo medico, che saprà indicarti il più adatto a te.

3. Non trascurare l’attività fisica

Non potersi muovere da casa, ha come conseguenza un calo dell’attività motoria. Per ovviare a questo inconveniente, cerca di pianificare dell’attività fisica almeno mezz’oretta al giorno.

Non è necessario fare grandi cose, basta un po’ di stretching o dell’esercizio aerobico per sciogliere muscoli e tensioni. Se desideri seguire un programma di allenamento come in palestra, in rete puoi trovare numerosi corsi online di svariate discipline.

Dal functional training, allo yoga, fino alla zumba, le soluzioni sono tantissime, perciò non ti sarà difficile trovare il corso che più ti piace. Potrai così mantenerti in forma, pur rimanendo a casa.

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Attualità

Bonus psicologo 2022: gli ultimi aggiornamenti

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Da diverso tempo a questa parte si fa un gran parlare degli aiuti economici e non solo che devono essere rivolti ai cittadini, ancora oggi colpiti dalle conseguenze del boom della pandemia di COVID-19. Il contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia, spesso indicato mediaticamente come “bonus psicologo”, rientra tra le misure più richieste dalla popolazione e per le quali anche il governo stesso tende a spingere maggiormente. Ansia, depressione e in generale la fragilità psicologica sono legate fortemente anche alla crisi socio-economica più recente. Tale contributo non è quindi pensato solo per chi ha conosciuto ripercussioni importanti a causa della pandemia e la domanda può essere compilata da tutti i cittadini che rispettino determinati requisiti: la residenza italiana e un patrimonio ISEE inferiore ai 50.000 euro annuali, che dà diritto a importi differenti a seconda della fascia essere di reddito. A loro volta, gli psicologi devono aderire dichiaratamente all’iniziativa.

La necessità dell’introduzione del bonus psicologo è sorta anche per ridurre i casi di abusi di sostanze pesanti o di suicidi, che negli ultimi anni sono stati registrati in tutte le fasce d’età. Le ingerenze che colpiscono la vita sociale possono essere riesumate anche a distanza di tempo, come accade ad esempio ai membri della comunità LGBTQI. Non sono da trascurare i soggetti che attualmente stanno attraversando la fase infantile e adolescenziale: solo in età adulta, infatti, le persone possono rendersi più selettive nel campo delle conoscenze, iniziando a maturare talvolta una certa resilienza. Per chi non dovesse riuscirci, anche la figura di uno psicologo che effettua consulenza online via Skype o altre app può rivelarsi seriamente d’aiuto. Il disagio psichico viene preso spesso sottogamba quando la sua manifestazione è fievole, ma iniziare a parlarne da subito è la soluzione più indicata per affrontare con cognizione di causa ogni potenziale avversità, anche futura.

Il bonus psicologo tra logistica e difficoltà

La domanda per il bonus psicologo può essere effettuata in modalità telematica per mezzo della piattaforma INPS, entro il 24 ottobre. L’assegnazione del beneficio economico interesserà in primis i soggetti con reddito ISEE inferiore e secondo l’ordine cronologico delle richieste. Una volta redatte le opportune graduatorie, l’INPS dovrà comunicare a ogni beneficiario un codice utile per prenotare le sessioni di psicoterapia, da impiegare entro 4 mesi dalla data di accoglimento della domanda con comunicazione diretta allo psicoterapeuta, incaricato di caricare la fattura della prestazione direttamente sul portale dell’INPS.

Il contributo dovrebbe diventare effettivamente realtà in autunno inoltrato. Al momento, però, si registrano anche posizioni avverse rispetto all’istituzione del bonus psicologo come quella del Codacons. La principale associazione italiana per i consumatori sostiene infatti che non sia questa la via da percorrere per andare incontro a chi soffre di criticità psicologiche, a prescindere dalla pandemia. Secondo il Codacons i fondi disponibili per l’erogazione del bonus non sarebbero sufficienti, anche in virtù della soglia di 50.000 euro relativa al reddito ISEE, considerata troppo elevata. Lo scenario che si teme è quello di una platea di possibili beneficiari poco ragionata, che comprenderebbe anche chi in realtà sarebbe in grado di affrontare autonomamente la spesa per un supporto psicologico. Nel frattempo, sono già più di 210.000 le domande pervenute all’INPS.

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Intervista esclusiva a Nadia Carlomagno: «Upas è stata un’esperienza di grande valore e...

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Sta per tornare a teatro con lo spettacolo ‘2084 – l’anno in cui bruciammo Chrome’, che andrà in scena al Campania Teatro Festival, ma è uno degli ultimi volti più apprezzati della soap Un Posto al Sole. Parliamo dell’attrice Nadia Carlomagno, che si è raccontata in questa intervista dove, tra ricordi e curiosità del passato, ci ha parlato anche del suo ultimo progetto, passando anche per l’esperienza nella produzione di punta di Rai3.

Intervista a cura di Roberto Mallò

Salve Nadia, sta per ritornare in teatro dopo tanti anni. Che emozioni prova?

Torno in teatro dopo due gemelli e tanta ricerca e sperimentazione.  Sono sotto debutto e tornare nel rito comunitario del teatro è stato un gran dono e un grande privilegio che, a dirla tutta, non avevo preventivato. Quando il regista mi ha detto che aveva scritto un ruolo adatto a me, ho avuto qualche titubanza. Poi ho aperto il cuore e l’ho seguito… ed eccomi qui a cuore aperto, come direbbe il sommo Maestro che ci ha appena lasciato Peter Brook, ad interrogare Atria Cafiero, una donna che ha sulle spalle tutta la responsabilità di mandare avanti la famiglia ormai allo sfascio, con due figli persi nella realtà virtuale”.

Farà parte di uno spettacolo che verrà presentato all’interno del Campania Teatro Festival. Come si intitola? Di che tipo di rappresentazione si tratta?

Lo spettacolo ‘2084 – l’anno in cui bruciammo Chrome’, testo e regia di Marcello Cotugno, rientra nei progetti speciali del Campania teatro festival. E’ un debutto assoluto, un progetto che nasce nell’ambito del Master in teatro pedagogia e didattica dell’Università Suor Orsola Benincasa che ho ideato nel 2017, e affronta tematiche molto innovative e soprattutto inquietanti e distopiche che interrogano la realtà e anche la contemporaneità, invitando ad aprire dibattiti su che direzioni prenderà l’umanità tra soli sessant’anni Torneremo alla terra? Ci perderemo definitivamente in una dimensione virtuale? Come si modificheranno le nostre vite già oggi così mutate dall’uso della tecnologia e dall’abuso che abbiamo fatto del nostro stesso pianeta. Indaghiamo il Metaverso e la realtà virtuale che inghiotte i giovani e che rappresenta già oggi una emergenza educativa e pedagogica, senza perdere di vista i rapporti umani e il legame con la terra.  In ‘2084– L’anno in cui bruciammo Chrome’, che trae la sua ispirazione tematica dal romanzo di Orwell, s’immagina che l’Occidente post-capitalista sia stato colonizzato dalla cultura cinese. La tecnologia più avanzata pervade ogni cosa: dal Metaverso all’utilizzo di droni e telecamere per controllare il livello di sicurezza della nazione. La vita della collettività è regolata dai crediti sociali: per ogni azione dei cittadini il governo assegna un punteggio. Il lavoro è diventato l’unica ragione di vita. In un appartamento di un quartiere povero di una cittadina immaginaria, una famiglia cerca, tra mille difficoltà, un riscatto sociale”.

Con quali colleghi interagirà sul palco?

Con Francesco Maria Cordella, un attore di grande talento ed esperienza col quale avevo già lavorato alcuni anni fa e alcuni allievi del Master in Teatro pedagogia e didattica che hanno avuto la fortuna di essere scelti del regista, che è anche loro docente al Master. Giulia Scognamiglio, Graziano Purgante, Paolo Capozzo, Antonella Durante e Anna Simioli, anche loro giovani talenti”.

La regia sarà a cura di Marcello Cutugno, un regista molto importante e con un curriculum invidiabile. Avevate già lavorato insieme? Come si è trovata a interagire con lui?

Si Marcello è un regista di grandissimo talento, uno studioso e un pedagogo appassionato di tecnologia e di musica. Firma anche il testo originale. Sono molto felice di lavorare con lui, mi ha fortemente voluta in questo spettacolo”.  

Negli ultimi due anni il teatro è stato sicuramente messo a dura prova dal sopraggiungere della pandemia. Immagino che la ripresa sia difficile, no?

Sicuramente le istituzioni non hanno sostenuto l’arte, considerandola entertainment, qualcosa di simile all’intrattenimento, divertimento, lasciando chiusi a lungo i teatri. E’ difficile anche ora che i teatri sono aperti e i festival hanno ripreso la loro programmazione garantire l’andata in scena a causa delle restrizioni ancora in atto dovute al Covid-19. Si rischia spesso di far saltare gli spettacoli per casi di contagio”.

Ripercorriamo un po’ la sua carriera. Quali esperienze da attrice   le sono rimaste maggiormente nel cuore?

Al cinema sicuramente l’esperienza con Ettore Scola nel film La cena, dove interpretavo Lolla, una delle protagoniste femminili accanto a Stefania Sandrelli e Fanny Ardant, e poi con Marco Risi con cui ho girato Fortapàsc, interpretando il ruolo della moglie di Valentino Gionta (Massimiliano Gallo), il mandante dell’omicidio del giornalista Giancarlo Siani. Con Massimo Martelli poi ho interpretato un altro bellissimo ruolo da protagonista nella commedia Il segreto del successo con Antonio Catania e i comici Malandrino e Veronica, un film che vinse il Premio Solinas. Ho trovato estremamente significativo interpretare anche i piccoli ruoli di esordio nei film Teatro di guerra di Mario Martone, I magi randagi di Sergio Citti e nell’Imbalsamatore di Matteo Garrone.   Film girati da grandissimi registi dove ho imparato davvero molto. A teatro porto nel cuore i ruoli di Elena e Clitennestra, che ho interpretato nel Decimo anno, tratto dalle troiane di Euripide e l’Agamennone di Eschilo con la regia di Andrea De Rosa e Francesco Saponaro, ma anche Dene nello spettacolo di Thomas Bernard Ritter Dene Voss con Mercedes Martini e Francesco Cordella e poi il magnifico ruolo di Rita nel Cilindro di Eduardo De Filippo con la regia di Alfonso Santagata”.

E se le dico Vittorio Gassmann?

Le rispondo un artista straordinario, di grandissimo talento, un mattatore, un uomo di grande cultura che adoravo ascoltare nei pomeriggi trascorsi insieme sul set la Cena di Scola, un flusso di coscienza a ritroso nel suo passato, di grande bellezza e splendore. Ho un ricordo vivo e intenso di quel periodo. Mi confidò che aveva visto e vissuto tutto ciò che un uomo potesse desiderare: belle donne, successo, viaggi, premi, “ma quando scendi in profondità”, mi disse, “tutto assume un colore diverso, tutto diventa fragile”. Era di una tale sensibilità che mi conquistò subito, anche umanamente”.

C’è un regista con cui vorrebbe lavorare? Perché?

Mi piacerebbe lavorare in progetti stimolanti con registi che stimo… ne cito alcuni? Mario Martone, Matteo Garrone, Paolo Sorrentino, Andrea De Rosa, Ferzan Özpetek, Edoardo De Angelis, Pappi Corsicato, Stefano Sollima, Pietro Marcello, ma ci sono anche registe interessantissime come Emma Dante, Nina di Majo e Valeria Golino, legate incredibilmente alla mia terra e al sud con una sensibilità straordinaria”.

Qualche anno fa ha preso parte ad Un Posto al Sole, nel ruolo di Nunzia, la madre di Clara. Che ricordo ha di quel periodo?

Un periodo molto intenso, molto stimolante, interrotto bruscamente dalla pandemia, dove ho conosciuto una grande famiglia che mi ha accolto con grande professionalità e affetto. Ho ancora ottimi rapporti con mia figlia Clara e con molti altri attori”.

Cosa le piaceva di Nunzia?

La sua determinazione, il suo coraggio, la sua passione, la sua capacità di amare, di rischiare per amore fino a perdere la vita…”

Una storyline, quella del suo personaggio, che si è conclusa in maniera abbastanza tragica. Come mai? E’ stata una sua scelta quella di andare via?

E’ stata una scelta che mi è stata anticipata dalla produttrice con grande delicatezza, che ho condiviso subito, anche se con dispiacere, perché ho avvertito che fosse necessaria e utile a far soffermare il pubblico su alcune tematiche importanti. Nunzia era stata l’amante di n boss della camorra con il quale aveva avuto una figlia, un uomo inaffidabile che ha saputo riconquistarla dopo 20 anni, per poi ucciderla di sua mano. Si aprono tante considerazioni utili anche a far riflettere le giovani donne che oggi sono vittime della violenza dei compagni… Bisogna saper lasciare che i personaggi possano continuare a vivere nella memoria degli spettatori e questo accade quando lasci un segno forte. Devo ammettere che ricevo ancora tantissime belle testimonianze di affetto su Facebook e Instragam e di incitazione a tornare”.

E’ rimasta in contatto con alcuni colleghi della soap?

“Si con Imma Pirone (Clara), mia figlia nella soap”.

Se capitasse l’occasione, ritornerebbe ad Un Posto al Sole?

Assolutamente sì e con grande gioia! E’ stata un’esperienza umana e professionale di grande valore e calore umano”.

Ha avuto dei punti di riferimento quando ha deciso di fare l’attrice? Mi racconti un po’ dei suoi esordi. Quando ha deciso di fare l’attrice?

Ho iniziato presto, durante il primo anno dell’Università, con un gruppo di ricerca diretto dal regista Mario Santella, debuttando con uno spettacolo su Vladimir Majakovskij a Officina 99, un centro sociale occupato e successivamente a Sala Assoli. Ho avuto poi la fortuna di continuare a lavorare con realtà teatrali della mia città come Libera Scena di Renato Carpentieri, Rossotiziano e Teatri Uniti, con i registi quali Francesco Saponaro e Andrea De Rosa. Ho incontrato poi ancora grandi maestri di teatro da Giuseppe Patroni Griffi a Emuntas Nekrosius a Leo De Berardinis, Alfonso Santagata, Giampiero Solari, Augusto Omolù dell’Odin Theatre per citarne alcuni. Poi è arrivato il cinema con Sergio Citti, sceneggiatore e collaboratore di P.P. Pasolini, con il quale ho debuttato nel film I magi Randagi e poi Ettore Scola, Mario Martone, Matteo Garrone, Giuseppe Piccioni, Antonietta De Lillo”.

Leggevo che lei è anche un’insegnante. Ci racconta un po’ di questa sua attività?

Sono una professoressa universitaria di pedagogia sperimentale. Per me è naturale conciliare il mondo accademico con il mondo artistico. Sono due mondi nei quali mi sono formata e sono cresciuta e sono sempre stati presenti. Essere attrice mi ha consentito di poter indagare con più sicurezza il campo di ricerca della pedagogia sperimentale. Ho sperimentato su di me l’importanza dei linguaggi non lineari delle arti sceniche: il linguaggio espressivo, emotivo, musicale, mimico- gestuale, corpo-cinestesico che sono linguaggi fondamentali per valorizzare l’inclusione nella prassi educativa. Pratico da sempre la ricerca-azione, ma soprattutto la ricerca in azione in linea con le ultime evidenze neuroscientifiche che riposizionano il corpo al centro dell’apprendimento.  Per me, il corpo, l’azione, la relazione, il contesto sono gli elementi fondanti della cognizione e sono anche gli elementi fondamentali del lavoro dell’attore nella messa in scena”.

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Intervista esclusiva a Veronica Maya: «Verdetto Finale è un programma che non smetterò...

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Tanti impegni attendono la nota conduttrice Veronica Maya nelle prossime settimane. Ritornata alla guida di Miss Europe Continental dopo due anni d’assenza, la donna è anche il volto insieme ad Enrico Ruggeri di Musicultura 2022 e, di recente, ha condotto in Rai La Risposta Giusta. Tutti impegni di cui ci ha parlato in questa intervista, dove ha ripercorso anche le fasi più salienti della sua carriera.

Intervista a cura di Roberto Mallò

Salve Veronica, a quali progetti si è dedicata in quest’ultimo periodo?

“Nelle scorse settimane, ho registrato la serata finale di Musicultura 2022, al fianco di Enrico Ruggeri. Andrà in onda su Rai2 a luglio. La location è quella dello Sferisterio di Macerata, che è il tempio della musica colta, che viene prestato a quella pop con grandi nomi. Si tratta della tappa finale di un percorso cominciato diversi mesi fa con le varie selezioni e la preparazione alla manifestazione. Inoltre, su Rai Italia ci sarà un racconto ulteriore di quello che è Musicultura. Il programma verrà quindi raccontato con cose inedite”.

E’ reduce poi dall’impegno in Rai con La risposta giusta. Che esperienza è stata?

“Esatto, La Risposta Giusta è stato un po’ lo spin off de L’Italia che Fa, programma che ho condotto durante la fase acuta della pandemia, da Milano. E’ stata l’evoluzione di quella trasmissione per tematiche, perché abbiamo attinto anche lì dal terzo settore, parlando di ambiente, sostenibilità, green economy, rivoluzione digitale. Sono temi, se ci pensa, sempre più attuali. E’ necessario parlarne in tanti modi e linguaggi trasversali e accoglienti. Il quiz, che noi abbiamo adoperato, rientra nella modalità accoglienza. Perché, con leggerezza, si riescono a raccontare le cose belle e le iniziative del nostro paese. Si possono inoltre dare informazioni che interessano al pubblico a casa. Il quiz ci consente di giocare e di riflettere insieme”.

Un modo un po’ innovativo di raccontare l’Italia, insomma…

“Il quiz di per sé non è una novità, non ci siamo inventati niente. La novità sta nel raccontare il terzo settore attraverso il quiz, il gioco”.

Visto che l’abbiamo citata, la fase più acuta del Covid, personalmente, come l’ha vissuta?

“E’ stato sicuramente un momento inaspettato, che mi ha regalato delle opportunità. Per natura, sono una persona che cerca di vedere le opportunità nelle cose che mi capitano nella vita. Ho potuto stare tanto tempo in casa con i miei figli; ho potuto occuparmi di diverse cose in un modo nuovo. Ho avvertito l’esigenza di riempire quel tempo con dei contenuti che fossero utili e preziosi per la crescita della mia famiglia. Ritengo infatti che non siano solo i figli a dover crescere, ma anche i genitori. In questo senso, ho letto le opportunità. Ma ci sono state anche delle difficoltà”.

Quali?

“Ad esempio, è stato difficoltoso seguire i miei tre figli nella DAD. Katia era all’asilo, Tancredi in prima elementare. C’è stato il tentativo di non far passare questo tempo in modo inutile. Abbiamo cercato di dare loro dei contenuti e dei valori, per far sì che quel tempo fosse comunque ricco. Questo mi ha costretta a mettermi in gioco, a inventare cose, ad attingere a energie insospettabili. Il periodo è durato tanto, ma ce l’abbiamo fatta. Ed il bilancio è più che positivo”.

E a livello lavorativo ci sono state delle preoccupazioni?

“Nel momento in cui il mondo è totalmente fermo, non ti agiti più di tanto. Dal canto mio devo comunque dire che, appena ci sono stati quei margini di riapertura, ho avuto la possibilità di lavorare. Non a caso, a maggio 2020 ero in onda con L’Italia Che Fa. Inoltre, d’estate ho lavorato tantissimo. Per me, d’altronde, non esiste solo il mondo della televisione. La conduttrice è un mestiere che faccio anche lontano da una telecamera. E ringraziando Dio, lavoro veramente tanto. Per questo dico che quella prima estate, restrizioni a parte, è stata ricca di novità, così come la precedente o la scorsa. Pure quella che sta incominciando si prospetta buona. Il lavoro non è mancato. E quando non c’è non ne faccio un dramma, perché comunque ho tante cose a cui pensare. In primis, i miei figli. Non a caso, a volte, avere del tempo in cui non lavoro lo considero un privilegio, una piccola fortuna. Perché posso occuparmi serenamente di altre cose. Il lavoro è importante, ma non doverlo fare tutti i giorni è davvero un piccolo privilegio per una mamma di tre figli”.

Immagino che col lavoro che fa non sia semplice ritagliarsi dei momenti per stare con i figli…

“Beh, sì. Ci sono dei momenti in cui devi spingere sul lavoro, ed altri in cui ti puoi rilassare. E a me piace tanto stare con loro, a casa”.

Ad aprile è tornata anche alla conduzione di Miss Europe Continental, rimasto fermo per due anni proprio a causa della pandemia. E’ sicuramente uno dei volti fissi dello show…

“Sì, da tanti anni ho la fiducia del patron Alberto Cerqua, giovane e in gamba imprenditore, illuminato, che riesce a fare qualcosa di mastodontico per la parte organizzativa di tante nazioni che arrivano, che convivono, che si contendono il palco con un allestimento scenografico, registico, tecnico veramente notevole. Io che lavoro tanto so vedere bene la differenza tra un allestimento e un altro. Quello di Miss Europe Continental è veramente importante, preziosissimo e per una conduttrice come me è estremamente gratificante poter calcare un palcoscenico del genere, dove ho la possibilità di fare emergere le mie capacità, il mio talento. Posso anche condurre in lingua, dato che qui in Italia non tutti i conduttori sanno parlare discretamente l’inglese e il francese. Miss Europe Continental è una bellissima vetrina dove mi sento molto valorizzata e privilegiata. Avere la fiducia di Alberto, retorica a parte, è veramente qualcosa che mi fa piacere. Siamo tutti e due figli della stessa terra. Ritrovare questa sinergia e questi incontri che funzionano tra persone giovani è bello. La preparazione di Miss Europe Continental dura mesi, non si ferma allo spettacolo finale in sé. Ed Alberto ha la testa per coordinare tutto al meglio”.

Ha cominciato a fare televisione nel 2003. L’anno prossimo saranno vent’anni di carriera. Quali esperienze professionali ricorda con più affetto?

“Ne ricordo tre. Stella del Sud su Rai1, che ho fatto per due anni e mi ha consentito di viaggiare, per fare dei documentari, in oltre 50 paesi del mondo. La considero un’esperienza professione e umana inestimabile e di tanto valore. La porto nel cuore perché lì ho imparato il mestiere, oltre che a vivere e confrontarmi con religioni, culture e tradizioni. Come ricorderà ho poi condotto per circa dieci anni Lo Zecchino d’Oro, stando in video anche con i pancioni delle mie gravidanze. Lì c’è un ambiente davvero raro e rispettoso del mondo dell’infanzia; è un programma ricco di messaggi. La popolarità più grande è arrivata però con Verdetto Finale, che ho condotto per sei anni. Mi ha dato l’affetto del pubblico, che sento ancora oggi. Verdetto Finale è stato molto amato; mi ha fatto essere Veronica Maya. E’ un programma che non smetterò mai di ringraziare. Andava benissimo dal punto di vista degli ascolti: viaggiava sul 30% di share la mattina, con picchi del 36%, raggiungendo poi il 15-16% nel pomeriggio. Numeri di cui sono molto orgogliosa e che, oggi, non vengono raggiunti la mattina”.

Ha sempre desiderato fare la conduttrice?

“No, il mio desiderio più grande era quello di fare la ballerina. Conduttrice lo sono diventata per caso, quando ho scoperto di avere più talento per farlo rispetto al ballo. Tuttavia, la danza è stata la mia scuola di vita e nel lavoro. E’ grazie alla danza se ho saputo affrontare le regole del mondo televisivo con grande sicurezza fin da subito. La conduzione è la modalità in cui mi esprimo meglio. Mi sento molto sicura e nel mio habitat naturale. So di portare la barca in porto, qualsiasi cosa accada. Frutto anche dell’esperienza che ho fatto, con i tanti anni di televisione, ma anche di piazza, eventi, congressi”.

C’è una tipologia di trasmissione che non ha ancora condotto e con la quale vorrebbe cimentarsi?

“Per tematiche, ritengo di avere fatto parecchie sperimentazioni di linguaggio. Se parliamo di fasce, non ho mai perlustrato quella della domenica. Mi vengono poi in mente programmi come Domenica ILa Vita in Diretta. Tuttavia, i generi li ho sperimentati quasi tutti”.

Chi è Veronica Maya nella vita di tutti i giorni, quando non lavora e può prendersi del tempo per sé?

“Credo che questo traspaia abbastanza. Il mio modo di stare davanti al video è assolutamente uguale alla persona che sono. Non recito, non fingo, non uso filtri. Chi mi ha seguita negli anni, soprattutto nei programmi dove potevano venire fuori il mio pensiero e la mia personalità, ha capito ciò che io ero. C’è dunque un’aderenza tra il mio lavoro e la mia vita privata. Anche se, magari, di quest’ultimo aspetto ci sono delle cose che non racconto, com’è giusto che sia. In ogni caso, sono una grande lavoratrice ed una persona molto semplice. A casa sono una che fa molto, che è sempre piena di energie e iniziative. Sono disponibile, generosa. Voglio che i miei figli e mio marito stiano bene. Penso poco a me e molto alle persone che amo. Se avessi dedicato a me più tempo, forse avrei raggiunto altri traguardi, ma ho fatto delle scelte che non mi sono mai pesate, perché tutto non si può fare. Ma sto bene, mi sento risolta e appagata. Il mio pensare agli altri ritengo che sia bello che per chi mi sta attorno, a partire dai miei bimbi e da mio marito Marco”.

Che tipo di mamma è?

“Sono molto presente con loro. Anche se sono una mamma che lavora e che può stare fuori casa un giorno o una notte, sono presentissima. Non vivo il senso di colpa del lavoro. So quando devo esserci. La routine familiare si basa sulla mia presenza. I miei figli sono sereni e io sono serena con loro. Tutti in casa si rivolgono a me, ma questa dimensione mi piace e mi inorgoglisce, più di tutte le altre”.

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Attualità

Omicron 5 in Italia, sintomi e durata: alcuni consigli per la riabilitazione

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Oramai ci siamo abituati, o almeno dovremmo esserlo: in estate, da due anni a questa parte, si verifica sempre un picco dei contagi da Covid (per ovvi motivi) e in seguito in autunno si combatte contro una nuova variante. Pare che il 2022 non farà eccezione: le previsioni ufficiali parlano infatti di una curva di contagi che sta rapidamente salendo, e che salirà ancora via via che ci si inoltrerà nel periodo estivo. Poi viene già attesa la nuova variante di Omicron (la numero 5), che accompagnerà i dubbi di tutti gli italiani in vista del periodo autunnale.

La variante 5 di Omicron: sintomi e durata

Sviluppatasi intorno a febbraio 2022, la variante 5 di Omicron presto soppianterà tutte le altre e diventerà il “porta-bandiera” ufficiale del Covid. Già in queste settimane alcune regioni dall’anima spiccatamente turistica, come la Sicilia, stanno mettendo a registro un rapido aumento dei contagi, dovuti appunto a questa variante. I sintomi sono tutto sommato simili a quelli di un violento raffreddore, con il naso chiuso e che cola, una sensazione di spossatezza generale, mal di testa e mal di gola, starnuti e soprattutto febbre alta. 

Altri sintomi che potrebbero verificarsi sono i dolorimuscolari, l’inappetenza, gli attacchi di tosse secca, diarrea e nausea, mancanza di fiato e alterazioni di sensi quali il gusto e l’olfatto. Per quel che riguarda la durata, il tempo di incubazione corrisponde in media a 5 giorni, ma può arrivare anche ad un massimo di 14 giorni, sebbene la variante 5 sembri essere una delle più veloci in assoluto. I sintomi durano mediamente 5 giorni, mentre il periodo di positività può variare da caso a caso e non è possibile fare dei ragionamenti precisi in merito.

Ripresa dal Covid e attività sportiva: consigli

Una volta guariti dal Covid, serve tempo per poter recuperare le energie, di conseguenza l’attività fisica dovrebbe riprendere in maniera graduale, per evitare di stressare un organismo affaticato dalla malattia. Inoltre, per depurare il proprio corpo dai medicinali assunti durante il Covid è possibile seguire dei consigli per una dieta detox forniti da alcune pagine online del settore. Naturalmente è importante mantenere un regime alimentare equilibrato, e possono essere d’aiuto alcuni integratori naturali, come quelli a base di vitamine e di minerali.

In secondo luogo, è importante almeno all’inizio l’assistenza di un bravo personal trainer, che dovrà essere informato sulla situazione dell’individuo. Ancora una volta, l’obiettivo è tornare ad allenarsi ma senza per questo forzare la mano, cercando dunque di seguire i ritmi naturali del corpo, che avrà bisogno di tempo per riprendersi del tutto dalla malattia. Chiaramente si consiglia di tenere sempre sotto controllo la frequenza cardiaca durante gli allenamenti, e di seguire un periodo di 30 giorni di ricondizionamento fisico.

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Attualità

Viaggio in Egitto: consigli e suggerimenti per una vacanza serena e in sicurezza

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L’Egitto è una meta turistica molto apprezzata dagli italiani, e ora che la fase più grave della pandemia da coronavirus sembra essere alle spalle ci si può rimettere in viaggio. A patto, però, di informarsi con attenzione e ricordando che per viaggiare in Egitto è obbligatorio un visto. Ma questo Paese è davvero sicuro per i turisti? La risposta è affermativa, a maggior ragione se si fa riferimento alle aree più frequentate, non c’è da aver paura, anche perché i siti turistici sono lontani dai luoghi in cui si sono verificati episodi di disordini o di violenza dopo la Rivoluzione del 2011. È vero che il Paese sta attraversando un momento di transizione politica, ma questo non si riflette in alcun modo sul turismo: anzi, chi arriva dall’estero viene sempre trattato con la massima attenzione.

A contatto con la popolazione egiziana

La reputazione del popolo egiziano è più che positiva, in virtù della sua cordialità e della sua gentilezza. Un’altra caratteristica peculiare è rappresentare dalla curiosità, che porta gli egiziani a informarsi con passione a proposito delle tradizioni diverse dalla loro e a essere disponibili a entrare in contatto con i turisti. Al tempo stesso, gli egiziani sono fieri di vivere nel proprio Paese, e anche per questo motivo si danno da fare per mostrarne il meglio ai turisti, offrendo loro un’accoglienza straordinaria.

Quali vaccini servono

Prima di partire per l’Egitto, è opportuno sottoporsi ai vaccini contro la febbre tifoide, contro il tetano, contro l’epatite A, contro l’epatite B e contro l’epatite C. Inoltre è bene prestare attenzione alle infezioni intestinali: proprio per questo motivo occorre lavare con la massima attenzione la verdura e la frutta, avendo poi l’accortezza di bere unicamente l’acqua minerale e di non mettere il ghiaccio nelle bibite. Ancora, sarà bene non dimenticarsi di mettere in valigia uno o più spray repellenti contro gli insetti, fondamentali per prevenire il contagio della dengue. Infine, l’ultimo suggerimento da ricordare è quello di non fare il bagno nei fiumi per evitare il rischio bilarzosi.

Il visto turistico per viaggiare in Egitto

Si ha bisogno di un visto per trascorrere le vacanze in Egitto, è possibile inoltrare la richiesta direttamente online, ad esempio sul sito visti.it: tutto quel che si deve fare è compilare il modulo digitale per la richiesta e poi provvedere al pagamento, per una spesa complessiva di 49 euro e 95 centesimi. A quel punto il visto turistico per l’Egitto verrà inviato in formato PDF tramite posta elettronica. Il pagamento può essere effettuato con PayPal, con Postepay, con American Express, con Nexi, con Mastercard o con Visa, e il periodo di validità inizia dall’approvazione della richiesta. Il visto online garantisce un notevole risparmio di tempo, perché permette di evitare trafile burocratiche farraginose e, soprattutto, fastidiose code allo sportello. Il visto elettronico permette di restare in Egitto per non più di 30 giorni di seguito, solo se il viaggio è di tipo turistico o finalizzato a una visita ad amici o parenti. Se, invece, la finalità del viaggio non è turistico, c’è bisogno di un visto differente, per ottenere il quale conviene richiedere un appuntamento al consolato egiziano.

Quali precauzioni adottare

Passando alla situazione degli ospedali, c’è da dire che in Egitto le strutture pubbliche non offrono standard sanitari ottimali; diverso è il discorso per le strutture private, ma in questo caso c’è da fare i conti – anche in senso letterale – con costi piuttosto elevati. Gli ospedali delle località turistiche più importanti sono comunque attrezzati con camere iperbariche che possono essere indispensabili per possibili incidenti correlati alle immersioni. Per la pandemia da coronavirus, invece, il numero di contagiati è in calo, e la situazione al momento sembra essere sotto controllo. I pericoli per l’incolumità arrivano, piuttosto, dalle strade: muoversi in macchina non è sempre sicuro in Egitto. Di notte, per esempio, è diffusa l’abitudine di guidare senza tenere i fari accesi. Inoltre, le strade sono spesso dissestate e non sempre gli automobilisti rispettano le regole.

Luoghi da evitare

Come viene indicato dal ministero degli Esteri italiano, le complessive condizioni di sicurezza dell’Egitto sono caratterizzate da un graduale miglioramento. Le eventuali criticità si rilevano solo in poche aree, e in particolare nella zona al confine con il Sudan e con la Libia. Non ci sono problemi per i viaggi ad Alessandria e al Cairo, così come si può star tranquilli se si è diretti nella costa continentale del Mar Rosso, a Sharm el-Sheikh o nelle aree turistiche del Mediterraneo. Se si ha in mente di cimentarsi in una escursione nel deserto, bisogna preoccuparsi di chiedere tutti i permessi del caso. Per quel che riguarda il tasso di criminalità, invece, non ci sono particolari differenze rispetto a quel che accade in ogni altra meta turistica.

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Intervista esclusiva a Renato Novara: ha cominciato a doppiare Sonic nei videogiochi

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È uscito da qualche giorno, nella sale cinematografiche di tutto il mondo, Sonic – Il film 2, il secondo capitolo dedicato al simpatico riccio blu eroe del videogame creato da SEGA. A dare la voce al protagonista c’è l’attore e doppiatore Renato Novara, che ci ha svelato alcuni aneddoti legati al lungometraggio.

Intervista a cura di Roberto Mallò / Massmedia Comunicazione

Renato, lo scorso 7 aprile è uscito in tutte le sale cinematografiche Sonic – Il film 2, dove doppia il famosissimo riccio blu.  Che cosa può anticiparci di questo nuovo lavoro?

“Per quanto riguarda la trama, posso dire che ci sarà un nuovo nemico, Knuckles, che all’inizio sarà alleato con il dottor Robotnik (Jim Carrey), che è il vero cattivo. In seguito, diventerà amico di Sonic, così come Tails, che fin dal principio sarà al lato del protagonista in questa nuova avventura”.

È particolarmente legato al personaggio di Sonic, visto che l’ha doppiato anche nei videogiochi?

“Sì, ho cominciato a doppiarlo proprio così. Anche se il lavoro che ho fatto nei film è sicuramente diverso dal precedente. C’è stata un’evoluzione del personaggio. E, nel caso cinematografico, ho avuto come direttore del doppiaggio Massimiliano Alto, che è bravissimo. Avere a che fare con lui è veramente una cosa pazzesca. Uno dei sogni che ho è quello di riuscire a mettermi in contatto con Ben Schwartz, il doppiatore originale di Sonic. È difficile, ma sono sicuro che ce la farò”.

Sonic è sicuramente un’icona per gli appassionati del genere…

“Esattamente. È uno di quei personaggi, al di là del doppiaggio, che resteranno per sempre. Negli ultimi tempi, c’è stato poi un restyling del personaggio. Appena la vecchia generazione legata a Sonic ha visto il disegno che era stato fatto per lo scorso film, c’è stata una grande mobilitazione dei fan che ha fatto sì che venisse cambiato, per questo secondo lavoro, al fine di somigliare maggiormente all’originale. Questo fa capire il grande affetto nei confronti di Sonic. Tra l’altro, penso che sia stato azzeccato avergli dato il colore blu elettrico, che è davvero bello. E il suo potere legato all’elettricità, ovvero le saette, rimanda ad altri miti, come Pikachu e Flash Gordon. È anche questo un elemento vincente”.

Personaggio che, almeno agli esordi, era nato come l’antagonista di Super Mario della Nintendo. Mentre oggi è famoso quanto lui…

“Secondo me, il fatto che sia un animaletto e non un essere umano, a differenza di Super Mario, l’ha aiutato, esattamente com’è accaduto con i Pokemon. Ad esempio, quando ero piccolo io facevano parte di questo gruppo gli Exogini. La caratteristica non umana di Sonic lo fa amare molto di più. O per lo meno è questa la percezione che ho”.

C’è molta attesa per questo nuovo capitolo cinematografico?

“Direi di sì. Il primo film è uscito nel 2020, anno dello scoppio della pandemia. Per questo, è stato in cartellone per sole due settimane, anche se poi in tanti hanno potuto vederlo in streaming sulle varie piattaforme. Il ritorno al cinema per il secondo capitolo ha fatto aumentare ancora di più l’attesa. E credo che gli sceneggiatori abbiano avuto anche un’idea intelligente: introdurre, per questo nuovo film, altri personaggi legati al videogioco. Prima c’era solo Sonic, adesso ci sono Tails e Knuckles. È come se gli spettatori si trovassero di fronte al videogioco: hanno cominciato a interagire con un personaggio e poi, pian piano, arrivano gli altri. È stata una mossa astuta. C’è tutto un universo dal quale gli sceneggiatori possono attingere per i capitoli futuri”.

Immagino non si aspettasse tutto questo successo quando ha cominciato a doppiare Sonic, no?

“Sinceramente no. Vedendo com’è adesso il mondo dei giochi, ossia iperrealista e con scenari di guerra o di orrore, mi sembrava che si stesse prendendo la strada dell’umanizzazione, quasi della cinematografia. Vedere un pupazzetto come Sonic, con delle avventure banalissime, pensavo rimanesse una cosa a sé stante. Il fatto che sia riuscito ad andare avanti per oltre trent’anni, mi ha molto stupito. Soprattutto quando ho constatato che, nel passaggio al cinema, si è portato dietro anche alcune caratteristiche del videogioco. E non era scontato. Poteva far storcere il naso portare un eroe dei videogiochi al cinema. Dove dovevi limitarti a guardarlo senza poterci giocare. E invece hanno preso un attore bravissimo come Jim Carrey, in qualità di antagonista, e lo hanno convertito in un film per famiglie. Accoglie dunque un numero grosso di spettatori: da chi è adulto e ha vissuto Sonic da bambino, fino ad arrivare ai piccolini di oggi”.

Nel 2020, il film di Sonic è stato anche pubblicizzato da Amadeus a I Soliti Ignoti.

“Sarei dovuto andare fisicamente negli studi, ma il pupazzo era troppo piccolo rispetto a me. Non ci entravo, visto che era 1,65 cm. L’ho quindi doppiato da casa, anche perché c’era il Covid. Tra l’altro, interagirò personalmente con Sonic all’interno di Super House, che è una sit-com che va sul canale Super, dove interpreto il portiere. In una puntata, arriverà Sonic, che avrà la mia voce. E si creerà un meccanismo strano, visto che sarò la voce sia del portiere, sia di Sonic, sia della Super House. Non si capirà niente, perché tutti si chiederanno chi sta parlando in quel momento, ma sarà molto divertente. Tra l’altro, grazie a questa esperienza, ho realizzato un altro mio desiderio, ossia ritornare a fare delle cose video. E su questo campo ci saranno a breve altre novità”.

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Intervista esclusiva all’attore Vincenzo Della Corte, tra gli interpreti di Italian...

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Tanti impegni attendono nei prossimi mesi l’attore campano Vincenzo della Corte, tra gli interpreti di Italian Horror Stories e Cattivo Sangue, entrambi disponibili sulla piattaforma Prime Video di Amazon. Un amore, quello per la recitazione, che ha spinto Vincenzo a scrivere, in compagnia dei colleghi Federico Baldini e Salvatore Mazza, la sceneggiatura di un film. Tutti aspetti di cui ci ha parlato in questa intervista, dove ci ha svelato che sarà anche nel cast della serie 3.33.

Intervista a cura di Roberto Mallò / Massmedia Comunicazione

Vincenzo, a quali progetti ti stai dedicando in questo periodo?

“In primis, ho rilasciato Non Rispondere, un cortometraggio che ho fatto. La mia speranza è quella di farlo arrivare al Ministero, dato che vuole mandare un messaggio, ossia che non bisogna stare al telefono mentre si guida. È tra i miei obiettivi quello di fare arrivare questo lavoro nei festival. Per adesso, è fruibile su YouTube. Tra l’altro, in questo periodo, sono arrivato finalmente agli sgoccioli della sceneggiatura del mio primo film. Non si tratta di un corto come quelli precedenti che ho fatto. Infine, c’è una serie che ho girato lo scorso anno, di cui ancora non posso parlare perché, a livello distributivo, non ci sono informazioni utili. Posso anticipare che si intitolerà 3.33. Interpreterò un uomo anagraficamente molto più grande di me, tant’è che ogni volta dovevo stare tante ore al trucco affinché mi invecchiassero di circa 20 anni”.

A proposito di Non Rispondere. So che presto andrà in onda anche in tv.

“Esatto. Domenica 10 sarà in onda su canale Odeon, all’interno del programma The Odeon Show. Presto sarà poi nel programma CortoVINCEndo su Policinema”.

Hai parlato del tuo primo film. Puoi accennarmi qualcosa sulla trama?

“Certo. È un’idea che è nata alla fine delle riprese del cortometraggio che poi, come saprai, è diventato uno degli episodi del film Italian Horror Stories, che attualmente è disponibile su Amazon. L’ho scritto insieme a Federico Baldini, che è un altro attore, e Salvatore Mazza, che ha recitato nel mio corto. Insieme, ci siamo trovati a parlare del nostro lavoro e abbiamo convenuto sul fatto che fosse sempre più difficile per noi ottenere dei ruoli più grandi, motivo per cui abbiamo deciso di scrivere una sceneggiatura per fare i protagonisti. Il film si intitola Pappon’s Agency”.

Un titolo curioso, no?

“Abbiamo inglesizzato la parola papponi e, come immaginerai, si parla di un’agenzia di papponi. I protagonisti sono due uomini che si trovano a perdere, nello stesso giorno, il posto di lavoro. Dopo una serie di colloqui andati male, si devono dunque reinventare. Diventando dipendenti di un’altra agenzia, scoprono quindi il mondo dei gigolò. Ciò non significa che il film sarà erotico. Tutto verrà affrontato in chiave totalmente comica, visto che a scriverlo sono stati due napoletani e un romano”.

Però, dato l’inizio del film, immagino verranno affrontate pure tematiche serie…

“Assolutamente sì. Affronta, ad esempio, la difficoltà nel trovare lavoro ad una certa età. Inoltre, abbiamo aperto in corso d’opera una piccola parentesi sul Covid. Ma tutto nasce, comunque, dalla creazione dell’agenzia da parte di questi due uomini, che così riescono a risollevarsi e a fare una vita dignitosa. Da un lato ci sono io che faccio il gigolò che attrae le donne, dall’altro c’è il mio collega che viene chiamato dalle signore non perché vogliono fare sesso con lui, ma semplicemente per sfogarsi e parlare dei loro drammi. Diventerà per loro una sorta di psicologo. E il tutto sarà davvero molto simpatico. Il film ha tanti argomenti che variano: da un antagonista potente economicamente ma fragile nel privato e nel mantener salda la famiglia, passando per un migliore amico gay, con una vita vissuta a volte nell’ombra, e una moglie fuggitiva. Ci sarà poi una migliore amica che sembra avere due facce, frivola e leggera nel privato e forte e decisa nel lavoro!”.

 C’è, invece, qualcos’altro che puoi svelare ai nostri lettori?

“Direi qualcosa su quello che succederà dopo il primo finale. Tutto partirà da un set, in cui tre attori si stanno lamentando del fatto che non trovano lavoro, se non dei piccoli ruoli. Tra una battuta e l’altra, decideranno quindi di scrivere un film, anche perché terminato quel lavoro, nel bel mezzo dei festeggiamenti con le maestranze, ai poveri tre non se li filerà nessuno. Se li dimenticheranno all’interno di uno stanzino dove stanno girando. Cosa che darà modo a loro di parlare tutta la notte per prendere la decisione di scrivere una sceneggiatura. Insomma, gli spettatori assisteranno ad un film dentro un film, perché i tre proporranno tale sceneggiatura ad un’agenzia. Dopo ciò, partirà una sorta di nero di qualche secondo e ci saranno i titoli di testa del film proposto dai tre. Ovviamente, quando sarà terminata, proporrò la sceneggiatura del film, per primo, a Ipnotica Produzioni, che ha prodotto Italian Horror Stories. Vedremo un po’ che cosa succederà, perché entro il 2023 vorrei convertire la sceneggiatura in una vera e propria produzione”.

A proposito di Italian Horror Stories, il film su Amazon Prime Video che ti vede tra i protagonisti. Siete rimasti soddisfatti dell’accoglienza che vi hanno riservato gli spettatori?

“Sì, al Bloody Festival, a Roma, abbiamo vinto un premio a novembre. Quando siamo stati selezionati per partecipare, ed io ho presenziato in quanto regista di uno degli episodi, mai mi sarei aspettato che, alla fine, avremmo trionfato. Anche perché, quel Festival è davvero destinato agli horror. Mentre Italian Horror Stories, dal mio punto di vista, non riesco a considerarlo come tale: è ad episodi, con tanti filoni narrativi. Il mio episodio, ad esempio, è una black comedy. È un incrocio di diversi generi, che comprende anche il thriller, e non mi aspettavo di battere dei lavori prettamente horror. Ovviamente ero felicissimo del premio. Presto parteciperemo ad un altro concorso, in estate, a Roma. Nonostante la fruizione streaming, non abbandoniamo i concorsi e agganciamo sempre più pubblico”.

L’episodio che hai diretto tu ha avuto dei feedback positivi?

“Assolutamente, è piaciuto sia al pubblico, sia agli addetti ai lavori. E questo mi onora e mi fa piacere all’ennesima potenza. Fin quando il complimento te lo fa un amico o un parente può essere di parte. Non ti dirà mai che non gli è piaciuto. Quando leggi recensioni positive da riviste di critica cinematografica non puoi che essere felice. E io lo sono per come è andata la mia opera prima”.

Insomma, mi pare di capire che sia un periodo di lavoro abbastanza intenso.

“Proprio così. Sono rappresentato dallo studio di Andrea Lamia. Attualmente Manuela, che fino a qualche anno fa è stata la sua segretaria, ha preso in mano le redini dell’agenzia e sono in ballottaggio per due o tre importanti produzioni. Incrocio dunque le dita per avere notizie da questi casting. Aspettiamo l’esito, anche se sono contento del lavoro di Manuela, che si sta muovendo benissimo. È sempre stata un’agente di moda e sta curando anche la parte cinematografica del lavoro. In diversi colleghi, hanno girato fiction su Netflix. Sono contento di avere un’agente con uno spirito forte come quello di Manuela. In linea di massima, ribadisco però ciò che ho detto: se non mi danno bei ruoli, me li scrivo io per primo”.

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Intervista esclusiva a Enio Drovandi: «Faccio una vita normalissima, per questo mi piace...

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E’ stato il volto di diversi personaggi iconici della televisione e del cinema italiano: il fotografo Cecco di Sapore di Mare, il barista Totip ne I Ragazzi della 3ª C, il ladro della roulotte in Abbronzatissimi. Parliamo dell’attore toscano Enio Drovandi, che di recente ha diretto Ti vogliamo bene Francesco Nuti, mediometraggio dedicato al celebre collega. Un impegno, quello nel mondo della recitazione, cominciato quasi per caso, ma che poi è diventato l’epicentro della vita di Drovandi, proprio come ci ha raccontato in questa intervista.

Intervista a cura di Roberto Mallò e Sante Cossentino di Massmedia Comunicazione

Enio, nel suo curriculum da attore ci sono tantissimi film che hanno fatto la storia del cinema italiano, come Amici Miei – Atto II°, Sapore di Mare, Eccezzziunale… veramente e tanti altri. Quali pellicole ricorda con più affetto?

“E’ una domanda difficilissima, che secondo me non deve avere risposta. Sarebbe un po’ come chiedere a un figlio se ama maggiormente il babbo o la mamma. Tutte le esperienze lavorative le ho affrontate con grande gioia e piacere. Sono stato l’unico attore al mondo diretto quattro volte da Mario Monicelli. Marcello Mastroianni invece, ne Il Fu Mattia Pascal, mi ha dato i primi insegnamenti di recitazione. Ho imparato tanto da Roberto Benigni, Ugo Tognazzi, Lino Banfi. Sono tutti maestri che hanno influenzato la mia carriera”.

Se le dico Cecco Il Fotografo di Sapore di Mare che cosa mi risponde?

“Sapore di Mare è un film a cui sono sicuramente molto legato. Sono conosciuto da tutti quanti per il ruolo di Cecco. Se ci pensa molti attori sono famosi per il loro nome e la faccia, mentre io lo sono maggiormente per il personaggio che ho interpretato in quella pellicola che mi ha dato tanto. Dal mio punto di vista, gli attori più grandi sono infatti quelli che rimangono e diventano iconici per i ruoli a cui hanno dato vita e non per il loro volto. Abbiamo citato Cecco, ma di questi fanno parte anche il barista Totip de I Ragazzi della 3ª C , così come il ladro della roulotte in Abbronzatissimi. Sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Ed è un onore per me averli portati in scena”.

In alcune interviste precedenti si è definito un attore anonimo. Può spiegarci meglio questo concetto?

“Mi piace definirmi un attore anonimo perché faccio una vita normalissima e non sono interessato ad esibire qualcosa. Spesso, quando vado a fare gli spettacoli, la gente mi guarda ma non riesce ad associare il mio nome a un volto. Alcuni dicono tra sé e sé che forse mi hanno visto da qualche parte, altri mi riconoscono per la voce. Tuttavia, nell’istante in cui proiettano un video che mi riguarda con i maggiori personaggi che ho interpretato, sgranano gli occhi, rimangono con la porta aperta. Perché, anche se non conoscevano il mio nome, si erano trovati a vedermi nei film, magari nei panni di Cecco, di Totip e degli altri che abbiamo citato prima. Appena sanno concretamente chi sono, è come se diventassi Benigni”.

La domanda sorge spontanea. Come si è avvicinato al cinema?

“Sono nato a Pistoia, una cittadina fantastica che da ragazzino mi stava alquanto stretta poiché, anche se l’amavo, si trattava di un posto di provincia. Mi sono avvicinato casualmente al cinema grazie all’incontro con Roberto Benigni, a cui chiesi inizialmente di farmi fare l’attore. Seguendo un suo consiglio, sono così andato a Roma per un casting e mi hanno preso. Ed è da lì che è incominciato tutto”.

Ha dei nuovi progetti di cui può parlarmi?

“Mi sto dedicando ad un nuovo progetto televisivo, intitolato Tacco 12… Un Over al Top! Andrà in onda sulla televisioni commerciali. Ho scritto poi un trattato sulla comunicazione legata allo spettacolo che si chiama L’elogio della sconfitta. In esso, spiego che per vincere nella vita bisogna imparare a saper perdere. Proprio per questo, mi è stato proposto di scrivere un libro che, provvisoriamente, si intitola Da Benigni a Monicelli, da Vanzina a Nuñez. Se nota, sono tutti registi e amici con cui ho lavorato. Quest’anno festeggio i 40 anni di carriera, motivo per cui in questo libro ho voluto raccontare tutti gli aneddoti della mia vita. C’è al suo interno la storia di un ragazzo di provincia che, senza competenze e solo con la sua energia, ha raggiunto degli obiettivi. Non a caso, il sottotitolo dell’opera è La storia di un nessuno che voleva diventare un qualcuno ed è diventato un qualcosa”.

So che ci sono poi dei film, no?

“Assolutamente sì. Uno è un thriller, che sto ancora scrivendo, mentre il secondo racconterà la storia l’ultimo giorno, prima di andare in pensione, di un professore di lettere di un liceo. Si concentrerà anche sull’ultima ora di lezione, che farà ad una scolaresca per spiegare l’etica, i valori della vita. Nel progetto, dovrebbe entrare un grande personaggio della musica italiana, che per il momento non posso ancora svelare, dato che ne sto vagliando alcuni. Per entrambi i lavori sto ancora definendo i vari cast”.

A dicembre sarà anche protagonista di un nuovo spettacolo. Di che cosa si tratta?

“Esatto, andremo in giro nelle varie sale da ballo. Si chiama Enio Drovandi e la Manichino’s Band. Il pubblico vedrà me con sei manichini sul palco. La Manichino’s Band sarebbe un’orchestra che esegue la musica da ballo con al lato due schermi dove verranno proiettati i film delle canzoni che cantiamo. Non ci sarà soltanto musica da ascoltare, ma anche da vedere. E’ questa è una grande novità per quanto riguarda il panorama musicale delle sale da ballo. Il debutto dovrebbe avvenire tra Natale e Capodanno, per poi andare avanti nel 2022”.

Lei è anche il creatore della “festa della vita”. Evento di cui hanno parlato anche il Times, il Washington Post, El Pais. In che cosa consiste?

“E’ una festa che organizzo da 30 anni consecutivi. Tutto è partito da un incidente che ho avuto nel 1989, dove sono morto e poi rinato. Da quel giorno, ogni anno, faccio una festa che ha come intento quello di brindare alla vita. In questi ultimi due anni, segnati dal Covid, non ho potuto purtroppo organizzare questo evento, dove veniva sempre tantissima gente. Speriamo di poter riprendere la tradizione al più presto”.

Quali soni i suoi hobby e le sue passioni?

“Ho una passione sportiva, che è fare l’arbitro di calcio. L’ho fatto per tanti anni, anche a grandi livelli. Adesso, faccio le partite con la Nazionale Calcio Attori 1971, l’unica e fondata da Pier Paolo Pasolini. Sono un dirigente e addetto agli arbitri della squadra, in cui sono entrato nel 1981. Inoltre, sono il responsabile del settore Asi Spettacolo, che ha un milione e cinquecentomila tesserati in tutta Italia e quindicimila circoli sul territorio nazionale. Per questo, faccio formazione e casting, oltre a dare la possibilità alle persone che non hanno reddito di potersi istruire gratuitamente. Voglio infatti che la gente con talento e senza possibilità economiche possa avere la sua occasione di emergere. Rilasciamo gli attestati con i loghi ministeriali, dato che ciò che facciamo è riconosciuto dallo Stato”.

In passato ha lavorato con Laura Antonelli, Virna Lisi e tante altre attrici. Cosa ricorda di loro?

“Laura Antonelli aveva una grande stima per me, così come Virna Lisi. Parliamo di due attrici che hanno dato tanto al cinema italiano. Virna era una signora di grande eleganza. Anche se ci siamo frequentati per anni, avevo una grande ammirazione per lei. Le confesso infatti di non essere mai riuscito a darle del tu. Sia lei, sia Laura sono due figure grossissime del panorama cinematografico italiano, di cui mi onoro di avere avuto una piacevole simpatia e amicizia”.

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Intervista esclusiva a Guenda Goria: «Al di là di quello che può essere un seme che un...

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Il pubblico televisivo sta imparando a conoscerla giorno dopo giorno, in seguito alla fortunatissima esperienza al Grande Fratello Vip 5 che le ha dato modo di farsi apprezzare da una platea più ampia. Tuttavia, la giovane Guenda Goria ha avuto, fin dall’infanzia, un’innata passione per tutto il mondo dell’arte, anche grazie a Maria Teresa Ruta e Amedeo Goria, i suoi genitori. Non a caso è un’attrice, una musicista e si sta dedicando, attualmente, anche al ruolo di inviata televisiva. Uno dei suoi sogni nel cassetto è infatti quello di condurre un programma di viaggi, magari insieme al fidanzato Mirko Gancitano, attualmente tra i protagonisti de La Pupa e il Secchione Show.

Intervista a cura di Roberto Mallò e Sante Cossentino (Massmedia Comunicazione)

Ciao Guenda, benvenuta su Sbircia la Notizia Magazine. Sei un’attrice, ma anche una musicista, appassionata di arte a 360°. Questo amore ti è stato trasmesso dalla famiglia?

“Naturalmente, mi è stato tramandato. La passione per lo spettacolo e per il teatro è qualcosa che mi ha trasmesso mamma, così come quella per l’arte. Oltre al mio papà, posso dirti però che anche mio nonno paterno era un grande intellettuale appassionato di arte. Sicuramente, questa passione è una cosa che ho assorbito familiarmente. Tuttavia, devo dire che ero molto recettiva come bambina, nel senso che ero sempre felice quando mamma mi comunicava che mi avrebbe portato, ad esempio, a teatro, al contrario magari di mio fratello che si nascondeva ovunque pur di non uscire e non andarci. Lo spettacolo, così come la recitazione e la parte più artistica legata al teatro, era qualcosa che mi incantava. Volevo infatti sempre andare a vedere l’Opera, il balletto, il musical. Mi piaceva proprio tanto stare dietro le quinte ed ho avuto la fortuna di studiare musica e danza”.

Sicuramente la tua era una predisposizione artistica, no?

“Certo. Avevo una predisposizione molto forte, soprattutto per la musica. Non a caso, ho fatto studi musicali importanti. Le passioni a cui ero stata instradata sono state quelle che ho coltivato e portato avanti con determinazione e verità. Al di là, appunto, di quello che può essere un seme che un genitore pone sottoterra per farlo germogliare, altri semi sono cresciuti in me. Sono sempre stata una bambina con una forte indole artistica: mi piaceva disegnare, suonare, cantare. Insomma, ci sono degli elementi che appartengono a me in maniera diversa rispetto ai miei genitori. Le nostre passioni comuni, infatti, sono declinate differentemente: ad esempio, a me piace il mondo classico e raffinato; quello della prosa e della musica classica. Anche se, adesso, mi sto affacciando nel mondo più leggero della televisione, dalla quale sono stata lontana per tanti anni. Forse perché volevo evitare di entrare in un campo che sentivo appartenere di più ai miei genitori rispetto a me”.

Nonostante questo, hai partecipato però da giovanissima all’Isola dei Famosi, in qualità di “figlia di”, e dopo un po’ di anni buio, televisivamente parlando, c’è stato il Grande Fratello Vip 5. Come mai hai deciso di metterti nuovamente alla prova in un reality?

“Sì, il buio televisivo è stato, al contrario, pieno per quello che riguarda la mia carriera teatrale e cinematografica. Quella di allontanarmi dalla tv è stata una mia scelta. Ero rimasta un po’ scottata dall’esperienza pesante fisicamente dell’Isola dei Famosi. Nei reality, mi accade spesso di essere molto amata ma di non vincere mai. Anche lì, infatti, ero candidata alla vittoria, ma poi alla fine ha vinto Daniele Battaglia, un figlio dei Pooh, con un televoto flash. Ma questo non importa, visto che poi al Grande Fratello Vip è accaduta un po’ la stessa cosa, dato che sono stata eliminata a sorpresa. Si vede che ho il karma per situazioni di questo genere. Ci avevo fatto il callo all’Isola e non me la sono presa nemmeno al GFVip. Alla fine, si tratta di giochi; le dinamiche sono tante. Motivo per cui prendo tutto in maniera più leggera e professionale. Se ci pensi, è più importante lasciare un segno, indipendentemente dalla posizione che poi uno ottiene. Anche per dare una continuità alla carriera”.

Mi sembra un buon ragionamento…

“Beh, sì. Altrimenti, i reality rischiano di essere esperienze che muoiono lì. Ti danno una bella consapevolezza umana, perché sono esperienze di vita e visibilità che spesso non si riesce a trasformare. Perché, in caso contrario, possono diventare persino controproducenti, se uno si allontana troppo dalla propria carriera o fa dei grossi scivoloni. In ogni caso, all’occasione del GFVip ho deciso di rispondere con grande entusiasmo. Anche pensando al fatto che ci sarebbe stata una seconda ondata di Covid, per cui il programma avrebbe potuto fare compagnia a tanti italiani. Immaginavo dunque che potesse essere un’edizione seguita e su questo ho avuto ragione, dato che poi è stata allungata, a sorpresa, fino a sei mesi. Oltre ad essere stata vincente dal punto di vista degli ascolti, l’edizione del reality a cui ho partecipato ha avuto anche un alto indice di gradimento. Mi viene da fare un paragone con quella che si è appena conclusa, che ha avuto sì tanti ascolti, ma l’affezione ai personaggi è stata inferiore. Il GFVip 5 è rimasto nel cuore dei telespettatori e questo, dal mio punto di vista, ha tanto valore”.

I tuoi genitori sono Maria Teresa Ruta, giornalista e conduttrice, e Amedeo Goria, giornalista. Sei attrice e quindi fai parte di un campo in cui loro non c’entrano particolarmente. Questa voglia di recitare quando ti è venuta?

“Nasce forse da una timidezza e dalla voglia di esprimermi da un mondo interiore molto ricco. È nato anche da una passione culturale per il cinema. Da un desiderio di trovare forza attraverso i personaggi. Nasco molto timida, in realtà. Ho sempre fatto fatica ad autodeterminarmi. Anche se sembra che ho un carattere molto forte, ho convissuto da sempre con le mie fragilità. Il fatto di indossare una maschera e poter interpretare altro mi autorizzava a tirare fuori dei colori che nella vita reale non usavo”.

Tra i personaggi che hai interpretato ce n’è qualcuno che ti è rimasto di più nel cuore?

“Indubbiamente il ruolo di Clara Schumann nello spettacolo La Pianista Perfetta. È il ruolo della mia vita, scritto e costruito su di me, insieme alla grande penna della scrittura italiana che è Giuseppe Manfridi. Clara è una perfezionista, una donna romantica di grande forza che ha respirato un po’ di follia ed è straordinaria. Mi piace molto interpretarla. Inoltre, devo citare Violetta nel prime time de Il Paradiso delle Signore. E adoro i cattivi shakespeariani. Ho interpretato il ruolo di Regan, la figlia cattivissima del Re Lear, e mi ha molto divertita. Credo che Shakespeare scriva dei bei personaggi ed ho una goduria interpretare soprattutto quelli cattivi”.

Ci sono dei prossimi progetti lavorativi di cui puoi parlarci?

“Sono in scena con La Vespa, uno spettacolo a due donne. Ci sarà ancora La Pianista Perfetta a teatro, che andrà anche al Parlamento Siciliano. Come avrai visto, sto seguendo le avventure del mio fidanzato Mirko Gancitano a La Pupa e il Secchione Show. Insieme a lui, continuo a portare avanti il progetto di viaggi per promuovere l’Italia. Ho infine molte proposte per l’estate e per l’anno prossimo, che sto definendo. Con Mirko, non a caso, stiamo mettendo in piedi un magazine di viaggi. Mi muovo sempre su più fronti. E la vita mi sta regalando tante gioie che mi godo”.

A proposito di Mirko. So che vi siete conosciuti a Sharm El Sheik. Il vostro è stato un colpo di fulmine?

“No, non è stato un colpo di fulmine. Inizialmente, abbiamo avviato una conoscenza amichevole. Non avevo intenzione di avere avventure o fidanzarmi; in quel periodo, volevo rimettere insieme dei pezzi della mia vita dopo un inverno bellissimo ma pesante dal punto di vista privato. Era appena finito il GFVip, motivo per cui sono partita in Egitto per stare per conto mio. C’era stata la lontananza di mamma, avevo avuto delle difficoltà fisiche, senza tralasciare il Covid. Quando sono arrivata lì ho cominciato dunque a chiacchierare con Mirko, che ho pensato da subito fosse un ragazzo molto dolce. E ci siamo trovati a parlare di viaggi, finché una sera, per caso, ci siamo guardati ed è scattato un bacio. Da quel momento è nato qualcosa di speciale, che partiva dal cuore, tra due persone che si sono volute bene fin da subito. E da lì è stato tutto bello, sereno e affettuoso. Nessuno ha mai adottato delle tattiche, come pensare di scappare o di farsi rincorrere. E infatti Mirko mi ha subito mandato un mazzo di rose rosse, che in Egitto è complesso trovare. Ci siamo innamorati giorno dopo giorno. Mirko mi ha permesso di aprire il cuore e penso che mi abbia addolcito e migliorata come donna. Ho smussato, grazie a lui, anche alcuni spigoli caratteriali che ho. Abbiamo anche annunciato il matrimonio; è una storia che ha dato tanto ad entrambi”.

Attualmente, Mirko sta partecipando a La Pupa e il Secchione Show. Come lo vedi da concorrente-secchione? È stato “accoppiato” a Mila Suarez che conosceva già. Una situazione non semplice, dato che c’erano degli attriti tra di loro.

“Sì. Di attriti tra di loro ce ne sono parecchi. Tuttavia, mi sembra che stiano cercando di smussarli. E ricordiamoci che Mirko è stato costretto a scegliere tra Mila e Vera Miales, la compagna di mio padre Amedeo. E quello era il suo peggiore incubo. Sperava tutte le pupe, fuorché loro. Tra l’altro, la dinamica con Mila è davvero complessa, anche perché è una pupa che tende ad attaccare i giudici, come ha fatto ad esempio nella prima puntata con Soleil Sorge, facendo guadagnare alla coppia lo scontro per l’ipotetica eliminazione. Questo, alla lunga, rischia di non giovare al percorso. Ma sanno essere anche simpatici. Non a caso, mi sono ribaltata sulla sedia quando lei ha detto che Roma era uno dei sette vizi capitali. Insomma, Mila e Mirko sono una coppia che scoppia, ma sono curiosa di vedere le prossime evoluzioni. Ritengo che siano due caratteri incompatibili e potrebbero nascere tante scintille, a meno che il tutto non sfoci in una grande amicizia”.

Un rapporto burrascoso che dipende anche dal fatto che Mila è l’ex di Alex Belli, migliore amico di Mirko?

“Sì. Non è un segreto che tra Alex e Mila c’è una forte antipatia. Mirko si trova dunque in una situazione complessa, ma Mirko non è Alex ed è giusto che non si faccia troppo condizionare nel suo rapporto con Mila a La Pupa e il Secchione Show”.

Al di là di Mila, immagino che tu sia contenta perché così Mirko, grazie al reality, può farsi conoscere di più dal pubblico?

“Certo. È un’esperienza di vita che può fortificarlo. Mirko è un ragazzo molto dolce, con le sue fragilità. Secondo me, può funzionare a livello televisivo perché ha dei valori sani. Sono quindi contenta di questa opportunità, che penso lo fortificherà e gli darà delle nuove chiavi per il suo futuro. Potrà farsi conoscere per quello che è; gli darà più notorietà. E, tra l’altro, sta lavorando con Barbara D’Urso, che trovo sia una professionista straordinaria che sta conducendo benissimo La Pupa e il Secchione Show. Il programma è molto divertente e mi piace l’entusiasmo con cui Barbara intraprende le nuove avventure. È veramente una professionista. Trovo che il reality sia onesto e non si prenda troppo sul serio. Infine, sono azzeccati anche gli opinionisti: Antonella Elia, che è una mia cara amica, Federico Fashion Style, e Soleil Sorge, che sta portando avanti la sua carriera nella direzione giusta”.

E del carattere di Mirko, invece, che cosa mi puoi dire?

“Mirko è un ragazzo dolce, ma ha sicuramente il suo caratterino, motivo per il quale potrà sorprendere.  Sicuramente ne vedremo delle belle. È anche in grado di fermare Mila, qualora esagerasse. Anche se mi auguro sempre che si formi una bella amicizia. Tuttavia, è inutile negare quanto la Suarez abbia un carattere con cui Mirko, nella vita, entra in conflitto”.

E di Vera Miales, che faceva parte della rosa delle pupe del programma, cosa pensi? È la compagna di tuo padre, ma tra di voi non scorre buon sangue…

“C’è sicuramente un’antipatia reciproca. Per ora non credo ci siano possibilità di riappacificazione. Per fare la pace, ritengo che uno debba dire delle cose in maniera diversa. Altrimenti io resto nella mia posizione. Il dialogo deve nascere da una volontà di dialogare reale. Ma, al momento, non c’è mai stata. Nessuno mi ha mai contattato per dialogare, anche se magari in televisione Vera ha detto che io non le rispondevo al telefono o cose varie. Mio padre ogni tanto ci prova a instaurare un dialogo tra di noi, ma ad oggi è tutto bloccato”.

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“C’era una volta Peter Pan. Rock Show”: Quando la musica napoletana si fonde con quella...

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Torna sul palco, il  25 aprile al Palapartenope di Napoli, dove si e’ già registrato il sold out lo scorso dicembre (dopo appena un mese di prevendita)  il cantante Gianni Fiorellino ,  con il suo spettacolo inedito: “C’era una volta Peter Pan. Rock Show” un vero e proprio viaggio musicale che parte dalla prima canzone cantata a sette anni  da Gianni fino a giungere alle sue hit e alle canzoni del momento, che si fondono,  ed questa e’ la particolarità dello spettacolo,  con le sonorità rock  con le quali e’ cresciuto grazie al suo papà il musicista Fioravante Fiorellino alias Peter Pan, tragicamente scomparso nel 2020, e a cui lo spettacolo sarà dedicato. Un attesissimo live, nel quale Gianni dalla  cultura hard rock inglese da cui provengono i Deep Purple, John lord ( fondatore dei Deep Purple) e Led Zeppelin che furono tra i grandi innovatori del rock e tra i principali pionieri dell’hard rock e a cui apparteneva musicalmente il suo papà, ha estratto così  le migliori sonorità creando una sinergia che si sposasse con la sua musica napoletana e riarrangiando i suoi migliori successi proprio in occasione del concerto  che vedrà in scena quattro musicisti: alla batteria Mariano Barba,

al basso Pasquale De Angelis,

alle chitarre Vincenzo Battaglia

ed Edoardo Taddei.

Tra i collaboratori, personal audio assistent Francesco Moccia e

assistente all’audio Carmine Giordano.

Lo spettacolo  darà, dunque, spazio ai successi del passato e ai brani estratti dal suo ultimo lavoro discografico, canzoni in cui Fiorellino ripercorre la sua esistenza umana ed artistica, basata sui legami d’amicizia, d’amore per la moglie, quello per i figli e per il padre, il tutto con un allestimento  scenico che trasmetterà grandi emozioni grazie anche al supporto tecnico di Pasquale Lombardi e Ciro Zambello e con la programmazione delle luci e delle grafiche a cura Mirko Ruggero mentre invece la  parte fonica sarà  affidata a Roberto Rosu.

Il concerto sarà ripreso e poi montato da Luciano Filangieri a cui e’ affidata la regia.

Il progetto è prodotto da Dublitel in collaborazione con Gruppo Ros con la consulenza di Leone Produzioni di Melania D’Agostino, moglie e braccio destro del cantante.

“Si percorrerà – spiega Gianni – un sentiero musicale fatto di sentimenti che vanno dall’amicizia,  alla famiglia fino a giungere ai figli e all’amore per la propria moglie. Ci saranno anche dei momenti molto

commoventi come quando parlo della scomparsa di mia madre a gennaio fino alla morte di papa’,  dal quale prende il nome il concerto, Peter Pan ma non

mancheranno delle sorprese che però non vi svelo e soprattutto il  vero esperimento sarà quello del matrimonio tra la mia musica ed il rock, e  non vi nascondo che ho già l’adrenalina e non vedo l ora di salire sul palco per mostrarvi  questo inedito rock show  “.

L’appuntamento dunque e’ per il 25 aprile al Palapartenope di Napoli per assistere a questa inedita versione di Fiorellino, certi che sarà un successo già annunciato con un sold out già centrato .

C’era una volta peter pan è sponsorizzato da Siag Caffè, che ha creduto fortemente nel progetto

E da león Mathìas parfum – future games – discovery rent – car of Dreams – Merope – team Group – three calls – people – ciro florio – sidial.

Biografia

Gianni Fiorellino nasce il 3 1982 a Napoli.

Già a  7 anni inizia gli studi di pianoforte; si diploma in seguito in pianoforte ed inizia ad esibirsi in locali e teatri napoletani con successo. A 14 anni è già protagonista del suo primo disco dal titolo E io canto.

Dal 1997 in collaborazione con Mario Simeoli della Clacson Records scrive brani musicali e in quell’anno dà vita a C’è una voce in giro. L’anno a seguire produce Dolce pulcino (con Mariano Barba e Vittorio Riva alla batteria) e nel 1999 vince il Festival di Napoli con il paroliere Antonio Casaburi con la canzone “Girasole”. In quest’anno riceve anche il “premio Renato Carosone”. L’anno successivo il brano farà parte del nuovo disco intitolato Futurosemplice. Nel 2001 la sua prima raccolta di brani dai lavori in studio precedenti dal nome Racconti di… vita.

Nel 2002 partecipa al Festival di Sanremo nella sezione Giovani con la canzone “Ricomincerei” in collaborazione con Antonio Casaburi, arrivando 4º in classifica. Il brano sarà contenuto nel disco Gli amori sono in noi dello stesso anno. Successivamente partecipa al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto come jazzista al pianoforte acustico. Nel 2003 partecipa nuovamente al Festival di Sanremo con la canzone “Bastava un niente”, arrivando 5º in classifica. Partecipa nel 2004 al reality show Music Farm (Rai 2). Il 15 agosto 2004 registra il suo primo album dal vivo da piazza Diaz a Napoli dal titolo Live Tour (Agosto 2004 Napoli): uscirà tre mesi dopo con 18 brani, tra i quali un inedito. Nel 2005 esce l’album Passion con dieci nuovi brani in collaborazione con artisti Kevin Hettenne, Dodi Battaglia e Mario Reyes.

Dal 2006 recita nel musical Masaniello, interpretando il ruolo del protagonista.

Nel 2008 tenta di qualificarsi per l’Eurovision Song Contest 2008 per la Bulgaria, ma non ci riesce per pochi voti. Nello stesso anno dà vita alla sua seconda raccolta intitolata XLMC – Per la mia città, che viene presentata il 27 dicembre in piazza Dante a Napoli.

Nel 2012 esce il nuovo album 30, in occasione del suo trentesimo compleanno e l’anno successivo pubblica il suo secondo live dal titolo 30 cum laude (Live in Milan 17.09.2012) con alla chitarra Ciro Manna, al basso Christian Capasso e alla batteria Antonio Muto. Nel gennaio 2014 la collaborazione con l’autore di sempre Antonio Casaburi e con Vincenzo D’Agostino porta alla distribuzione di un nuovo album di inediti dal titolo Sangue napoletano, quasi tutto in napoletano.

Nel dicembre 2015, con la firma di Vincenzo D’Agostino, esce il disco in lingua napoletana Io mantengo le promesse su etichetta Zeus Records con Lele Melotti alla batteria.

Nel gennaio 2017 prende parte alla sceneggiata Zappatore, un progetto di Nino D’Angelo in ricordo di Mario Merola, essendo così impegnato a teatro insieme a Francesco Merola, per la regia di Bruno Garofalo. Il 3 ottobre dello stesso anno pubblica il suo nuovo lavoro discografico quasi tutto in lingua napoletana, intitolato Overo se po’ ffa’, distribuito dalla Zeus Records e che vede di nuovo alla batteria Lele Melotti.

Il 18 settembre 2018 pubblica il singolo fuori disco L’unica femmena, via Zeus Records, con testo di Vincenzo D’Agostino, musica e arrangiamenti dello stesso cantautore e con il ritorno alla batteria di Mariano Barba.

Il 4 aprile 2019 pubblica il blu-ray/doppio live Overo se po’ ffa’ Live Palapartenope, distribuito anch’esso dalla Zeus Records, tratto dal suo spettacolo nel teatro-tenda di Fuorigrotta il 10 novembre 2018, che registra il sold-out a pochi mesi dall’annuncio. Il live vede sul palco musicisti come Mariano Barba (batteria), i due musicisti di Peppino Di Capri Pasquale De Angelis (basso) e Antonio Balsamo (tastiere), i giovani Guido Della Gatta e Raffaele Salapete (chitarre). Il 5 novembre dello stesso anno annuncia il nuovo disco Sono sempre io, che sarà distribuito dalla Mea Sound dal 9 dicembre. Il disco contiene i singoli “Malatia” (con Franco Ricciardi) e “Tre rose rosse” che lo anticipano ampiamente, com’è stato comunicato dall’annuncio di un nuovo concerto-spettacolo al teatro Palapartenope di Napoli, dal titolo Sono sempre io – Da un viaggio lungo una vita, che si è tenuto l’11 gennaio 2020. Da questo concerto è estratto il singolo “Nun riattacca’” che precede il disco live in fase di lavorazione durante il periodo di stop causato dalla pandemia Covid-19.

In attesa della ripresa dell’attività live fermata dalle disposizioni restrittive che vigono in Italia, Gianni pubblica il singolo homemade “Nisciuna nuttata nun po’ maie ferni'” che vede il cantautore anche alla batteria.

Il 31 marzo 2021 annuncia il suo tredicesimo disco C’era una volta Peter Pan in uscita in anteprima il 12 aprile sulla sua pagina Facebook. Il 13 aprile via Zeus Record viene pubblicato il disco accompagnato dal DVD del live al Palapartenope del gennaio 2020 Sono sempre io – da un viaggio lungo una vita e dal singolo “Carme'”. L’album contiene anche il brano pubblicato quasi un anno prima “Nisciuna nottata nun po’ male ferni'”. In questo lavoro discografico oltre alla presenza di Mariano Barba in 5 brani, c’è anche Steve Ferrone in “Chillo è sempe ‘o stesso”, opentrack, e in “Un bravo attore”.

Ufficio Stampa:

B&G Art Event Communication srl

Giornalista  Barbara Carere carerebarbara@gmail.com

380 582 8867

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Attualità

Paesi esteri e smartworking: tra agevolazioni e mete ideali per lavorare da remoto

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Per chi sceglie di lavorare in smartworking all’estero è caduto il limite dei confini nazionali. Questo significa che per i dipendenti statali sarà permesso lavorare da casa, anche fuori dal proprio paese. Ecco alcune informazioni relative alle agevolazioni introdotte in alcuni paesi esteri per lo smartworking e alcune delle principali mete ideali dove lavorare da remoto.

Requisiti, regole e vantaggi dello smartworking all’estero

Da quando la pandemia per il Covid-19 è iniziata, sono molte le aziende che hanno adottato lo smartworking per i propri lavoratori, anche se era già partito alcuni anni prima. Lavorare in smart porta sicuramente dei vantaggi, sia all’azienda che all’operatore, ma è necessario rispettare dei requisiti ben precisi e seguire delle regole ad hoc. Soprattutto per chi si accinge a lavorare da casa, fattore importante è ridurre il suo stress lavorativo e stare più vicino alla famiglia continuando il suo impiego. Il lavoratore svolge, così, la propria prestazione fuori dalla sede aziendale, aumentando notevolmente il livello di concentrazione, l’efficacia e l’efficienza della mansione che deve svolgere. È chiaro che questo non può che portare al raggiungimento degli obiettivi di quella azienda che ha concesso al dipendente di lavorare da casa.

Ovviamente, l’operatore deve, innanzitutto capire quali siano i requisiti per usufruire di tale possibilità, soprattutto se il dipendente intende svolgere la sua attività all’estero. In quest’ultimo caso, infatti, è necessario possedere un visto specifico, e, per poter lavorare come freelancer, ad esempio, è richiesta una partita iva valida per l’estero, come spiegano alcuni approfondimenti online dedicati al suo funzionamento in diversi paesi stranieri. Per quanto concerne il visto, poi, è sempre bene iniziare con tale procedura alcuni mesi prima di intraprendere il proprio percorso lavorativo all’estero per stare in smart, dato che ci vogliono più o meno 4 mesi per ottenere tale documento. Sarebbe ottimale, infatti, contattare l’ambasciata del paese dove si vuole vivere mentre si è ancora nel paese natale. I paesi che offrono la possibilità di ottenere un visto adatto a tale esigenza, ad esempio, sono sicuramente Francia e Germania, insieme all’India e agli Emirati Arabi.                Infine, è importante precisare che nel caso in cui il dipendente avesse intenzione di restare in una data nazione per meno di 3 mesi dalla data di ingresso, non sarà necessario ottenere alcuna autorizzazione. Regola contraria, invece, per chi vuole restare in un paese estero per più di 6 mesi.

I Paesi migliori per lavorare in smartworking

I Paesi che agevolano e permettono di ospitare i lavoratori freelancer sono tanti. Come già detto, tra questi ci sono Francia, Germania, India, Emirati Arabi (una delle mete preferite), USA, Sud Africa, Estonia e molte altre ancora. Tutte nazioni che godono di un look turistico piuttosto ampio offrendo al visitatore (e quindi al futuro smartworker) una vista spettacolare e delle condizioni di lavoro più che positive. Naturalmente, il freelancer sarà assicurato anche dal punto di vista della privacy e potrà godere di tutta la sicurezza necessaria per poter svolgere serenamente il proprio lavoro. Esercitare la propria professione all’interno di paesi che offrono questa possibilità e che hanno introdotto delle agevolazioni a riguardo garantisce un lavoro tranquillo e meno stressante, che agevola non solo la produttività, ma influisce notevolmente anche sull’ottenimento dei vari risultati. In questo senso, infatti, uno dei benefici degni di nota è quello relativo alla riduzione del tempo speso nello spostamento da casa a sede di lavoro; lo smartworker potrà concentrare tutte le sue attenzioni sulle singole attività quotidiane fin dalle prime ore del mattino.

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Attualità

Tra passato, presente e futuro riparte il “LabOratorio”

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La stagione dell’Oratorio di San Filippo Neri della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

Bologna, 24 gennaio 2022 – Oggi, nella sede della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, è stata presentata la stagione dell’Oratorio di San Filippo Neri, che prenderà avvio sabato 29 gennaio, curata dalla Fondazione del Monte insieme a Mismaonda.

Tutti gli incontri e gli spettacoli sono a ingresso libero fino a esaurimento posti, con possibilità di prenotazione.

Da gennaio a maggio 2022 l’Oratorio ospiterà oltre 35 eventi tra spettacoli, dialoghi, presentazioni di libri, anteprime nazionali e omaggi a grandi protagonisti della cultura italiana. Tanti i temi che saranno affrontati, dall’ambiente alla fantascienza, dall’informazione al mondo dello spettacolo, dal successo dei talent show a quello dei podcast.

«La Fondazione del Monte da anni ha aperto il suo bellissimo Oratorio, sostenendone i costi di gestione e condividendo con Mismaonda la programmazione, per offrire gratuitamente ai cittadini occasioni multiformi di condivisione culturale. È un modo per mettere insieme la comunità e per riportarla in luoghi dove le persone stanno bene insieme, come i teatri. In questi anni segnati dalla pandemia vedere le sale dei cinema, dei teatri, dei concerti, deserte e silenziose, ci ha fatto comprendere ancor più il ruolo vitale della cultura. La Fondazione continua dunque con molta convinzione a investire in ciò che crede indispensabile, in particolare per le nuove generazioni, che sono state private a lungo di spazi per socializzare, conoscere, scoprire, crescere e far vivere la loro umanità. Anche quest’anno, quindi, riapriamo le porte del nostro Oratorio per valorizzare il nostro patrimonio culturale, per dare nuovi stimoli di riflessione e spazio alla creatività e per cercare di ritrovare la dimensione di socialità che ci manca»afferma Giusella Finocchiaro, Presidente della Fondazione.

«Il passato, la memoria che ci nutre e ci indirizza. Il presente che ci informa e ci accoglie. Il futuro che possiamo immaginare ma anche predisporre. La nuova programmazione del LabOratorio si orienta su diverse linee tematiche spalancando una finestra sui tempi nuovi con lo sguardo ben puntato sulla contemporaneità e il pensiero sempre rivolto a chi ci ha preceduto. Il presente si rispecchia nel successo dei talent show e dei suoi protagonisti, nelle attuali drammaturgie teatrali, nei libri capaci di raccontare le icone, le ossessioni e le verità di questo periodo. Il passato ci porta invece a celebrare le ricorrenze illustri ma anche a riconsiderare artisti e intellettuali che hanno costruito la nostra impalcatura culturale. Il concetto di futuro, di cui la filosofia ha da sempre saputo farsi portatrice, sarà esplorato attraverso la questione ambientale e una riflessione sul tema della comunicazione che analizza come è cambiato il modo di leggere le notizie con focus sui podcast»dichiara Mariangela Pitturru, direttrice artistica di Mismaonda.

Il programma

AMBIENTE. L’attore Matteo Caccia e il botanico Stefano Mancuso presentano in anteprima il loro spettacolo dedicato alle storie di uomini e piante che negano i confini, mentre il filosofo Telmo Pievani, con il libro ‘Serendipità’, dimostra come la natura la sappia sempre più lunga dell’essere umano. Saranno in verde anche le tre domeniche mattina curate dalla casa editrice Il Mulino, che vedranno la presenza di autori che disquisiranno di piante, giardini e fiori: Alessandra ViolaPaola Bonfante e Carlo Tosco. Lo chef Marco Bianchi racconta del suo ‘Viaggio nel corpo umano’, un libro che affronta in modo assolutamente innovativo il rapporto fra salute e benessere. 

FANTAFILOSOFIA. Tornano a grande richiesta i Tlon, i due ‘filosofi pop’ tanto amati dai giovani. Maura Gancitano e Andrea Colamedici indagheranno i confini fra futuro e fantascienza discutendo di metaversi, distopie, extraterrestri, ma anche del famoso romanzo ‘Discorso di Metz’ di Philip Dick, che l’attore e regista Pietro Babina porterà in scena sul palco del San Filippo Neri.

INFORMAZIONE. Viviamo anni di comunicazione esasperata e confusa: ma come vanno riportate e lette le notizie? Tre gli esempi proposti: il primo, satirico, sarà illustrato dal comico Enrico Bertolino e dal giornalista Luca Bottura; il secondo, radiofonico, dalla scrittrice e conduttrice Claudia De Lillo; il terzo, incentrato sulla ricerca degli errori e dei refusi, dai giornalisti Marianna Aprile e Alessio Viola. Una testimonianza sul mondo dei podcast e sulle modalità di ascolto sarà offerta dalla coordinatrice editoriale di Storielibere.fm Chiara Tagliaferri con ‘Les Diaboliques’, dedicato alle sorelle Giussani.

TALENT SHOW. I talent sono ormai le trasmissioni cult del piccolo schermo, ma per i concorrenti di questi programmi cosa cambia dopo una lunga e fortunata esposizione televisiva? Racconteranno la propria esperienza e si esibiranno all’Oratorio gli artisti N.A.I.P. (X Factor), Black Blues Brothers (Tu si que vales) e Trejolie (vincitori di Italia’s Got Talent).

LIBRI IN SCENA. Sono sempre di più i personaggi del mondo dello spettacolo che si cimentano nella narrazione o si raccontano in un libro. In programma incontri con il conduttore radiofonico Fabio Canino con il suo volume ‘RaffaBook’ dedicato al Raffaella Carrà; l’attrice Francesca Neri con l’autobiografia ‘Come carne viva’; l’attore Valerio Aprea con ‘A questo poi ci pensiamo’, un omaggio allo sceneggiatore e autore Mattia Torre; la cantautrice Nina Zilli con la sua opera prima ‘L’ultimo di sette’; l’attrice Isabella Carloni che racconta i suoi quattro monologhi contenuti ne ‘Le irriverenti’; il regista Peter Stein che illustra la sua straordinaria carriera in ‘Un’altra prospettiva’, libro scritto con l’attore e regista Gianluigi Fogacci.

PRIMA DELLA PRIMA. Sempre molto apprezzate dal pubblico, tornano le anteprime di spettacoli prima del loro debutto ufficiale. L’attrice Stefania Rocca propone ‘La madre di Eva’ tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, un dialogo fra una madre e una figlia in procinto di cambiare sesso. L’attrice Viola Marietti interpreta ‘Chef’ di Sabrina Mahfouz con la regia di Serena Sinigaglia, mentre l’attore Davide Pascarella presenta il suo copione ‘Appunti per un testo sulla fine del mondo’.

LA MEMORIA. Apre la stagione il monologo scritto e interpretato dall’attore Stefano Pesce in occasione della Giornata della Memoria in collaborazione con il Museo Ebraico.  È l’anno del centenario di due mostri sacri dello spettacolo italiano: Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. A tracciarne un tenero ritratto saranno i rispettivi figli: Ricky Tognazzipresenterà il documentario ‘La voglia matta di vivere’, in onda a marzo sulla Rai, mentre Paola Gassman, primogenita di Vittorio, ricorderà il padre con aneddoti e un assaggio teatrale.

Sempre sul filo della memoria, a dieci anni dalla morte di Lucio Dalla, la cantautrice Roberta Giallo omaggerà il grande artista bolognese nella data simbolo del 4 marzo, giorno di nascita del cantautore che dà anche il titolo a una delle sue più belle canzoni “4 marzo 1943”. La serata si inserisce all’interno delle manifestazioni ufficiali dirette da Ernesto Assante che si terranno in città. 

E ancora l’omaggio al critico teatrale Franco Quadri, rilevante intellettuale del secondo ‘900, ideato e offerto dall’attrice Fiorenza Menni e a cura dell’associazione Ubu. Inoltre un affezionato ricordo da parte della comunità teatrale al regista-drammaturgo Gianfranco Rimondi, scomparso un anno fa, e il singolare happening dell’attore teatrale Nicola Borghesi sulle vicende narrate dal giornalista Claudio Cumani nel libro ‘Cresciuti a pane e teatro’ sugli ultimi 50 anni del teatro bolognese e dei suoi protagonisti.

La novità di quest’anno è IL RACCONTO DI FILIPPO, una visita guidata con attori che, interpretando personaggi storici e di fantasia, condurranno il pubblico, negli spazi svelati e in quelli segreti dell’Oratorio. Il tour racconterà la storia di questo gioiello architettonico dedicato a San Filippo Neri inaugurato nel 1733 dal cardinale Lambertini, ridotto successivamente a caserma a causa degli editti napoleonici, acquistato nel 1997 dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e restituito a nuova vita nel 1999 dall’architetto Pier Luigi Cervellati, dopo gli ingenti danni subiti durante la seconda guerra mondiale. 

Gli eventi si terranno alle ore 20.30, salvo eccezioni indicate nel programma, all’Oratorio di San Filippo Neri (via Manzoni 5, Bologna). 

Tutti gli incontri e gli spettacoli sono a ingresso libero fino a esaurimento posti, con possibilità di prenotazione viaemail oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu o tramite sms / whatsapp 349.7619232.


In ottemperanza alle disposizioni vigenti ai fini del contenimento della diffusione del virus Covid-19, per accedere all’Oratorio di San Filippo Neri saranno necessari Green Pass rafforzato e mascherina FFP2.

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Coronavirus

Intervista esclusiva a Gianluca Ramazzotti: «Nel tempo libero leggo, vedo qualche amico e...

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Ha fatto parte per diversi anni del Bagaglino, ma adesso produce i suoi spettacoli con Ginevra Media Production. Parliamo di Gianluca Ramazzotti, che attualmente è impegnato con la ripresa di Se Devi Dire Una Bugia Dilla Grossa, spettacolo da cui, in un certo senso, ha preso il via tutta la sua carriera. Ramazzotti si è raccontato in questa intervista esclusiva per Sbircia la Notizia Magazine.

Con la collaborazione di Roberto Mallò per Massmedia Comunicazione

Salve Gianluca, a quali progetti si sta dedicando in questo momento sia come attore, sia come produttore teatrale?

“In questo momento sto lavorando al progetto della ripresa di Se Devi Dire Una Bugia Dilla Grossa, che andrà in scena a Torino al mitico e storico Teatro Alfieri dal 18 al 21 novembre. In seguito, avremo della date sparse dal 16 al 23 dicembre, poi ci fermeremo per un po’, dato che a commedia riprenderà alla fine di gennaio e fino al 30 aprile 2022. Avremo piazze importanti, come Roma al Quirino, Milano al Manzoni, a Genova al Politeama. La commedia prevede nel cast me, Paola Quattrini, Paola Barale, Ninni Salerno. E’ un cast molto forte. Ha la regia originale di Pietro Garinei che Luigi Russo ha rinfrescato per fare una nuova messa in scena. Devo dire che la commedia è un evergreen; nella versione di Iaia Fiastri è una pietra miliare della commedia all’italiane e della farsa. In questo momento c’è bisogno di tornare a fare dei progetti con un grande divertissement per il pubblico”.

Di recente ha lanciato uno spettacolo totalmente innovativo, Contatto, per far fronte alle restrizioni imposte in materia di Covid19. Me ne parli un po’?

“Contatto è stato un’idea innovativa che veniva dalla Francia. Noi abbiamo fatto una versione italiana. E’ uno spettacolo che nasce per chi ancora ha paura del Covid, ma anche per chi non ne ha. Si tiene conto delle restrizioni. Viene fatto all’aperto, in spazi come piazzi, come quella di San Cosimato o il laghetto dell’Eur a Roma. E’ un progetto che prevede delle app che vengono scaricate dal pubblico. Dopo aver pagato il biglietto, si riceve una mail con scritto il posto dove presentarsi, con giorno e orario. Il pubblico si trova lì con altre persone sconosciute. A un certo punto si scarica questa app, dalla quale il pubblico potrà ascoltare lo spettacolo nelle proprie cuffie, sanificate perché sono personali. Lo spettacolo è silenzioso perché tutti seguono gli attori con le cuffie e con la app. E’ tutto ricreato al computer con delle sonorità estremamente innovative. E’ uno spettacolo nuovo, complesso, che ancora non ha preso piede, ma mi auguro che lo farà negli anni futuri. Lo faremo sempre. Al di là delle restrizioni future o no date dal Covid. In questo momento, le restrizioni non ci sono. Si è tornati al 100% di capienza del pubblico nei teatri al chiuso. Probabilmente, questo spettacolo verrà pensato in futuro anche per andare in scena in luoghi chiusi”.

Quest’ultimo anno e mezzo è stato segnato dalla pandemia. Immagino che non sia stato affatto facile per lei, anche per via delle varie leggi che, spesso, sono andate a sfavore delle piccole produzioni teatrali.

“L’ultimo anno e mezzo ha caratterizzato una forte depressione per quanto riguarda gli eventi culturali. Ci siamo trovati nel mezzo di una bufera pandemica, economica e sociale che ha toccato principalmente il settore della cultura. Il nostro settore non è mai stato unito. Questo ha creato grandi divergenze e punti di vista differenti; lo Stato non è quindi riuscito a soddisfare anche la richiesta dei piccoli imprenditori. Quello che c’è stato mandato dallo Stato è veramente risibile; è stato veramente poco. Abbiamo tutti fatto fronte e stiamo facendo fronte con risorse personali da mettere dentro le nostre aziende, che sennò muoiono. Lo Stato non ci ha aiutato un po’ perché dicono che i soldi fossero finiti, un po’ perché la nostra categoria è separata sia per quanto riguarda gli organismi teatrali, sia per quanto riguarda gli organismi produttivi. Ognuno pensa solo a sé e questo è un grave problema. Sì, ci sono state delle grosse manifestazioni che hanno sicuramente puntato il dito e il faro su quella che è la condizione precaria, sia delle maestranze e sia degli organismi produttivi e teatrali in sé, ma ancora non basta. Adesso stiamo chiedendo soldi per le ripartenze, ma non ci vengono dati, se non delle piccole briciole. Cosa che invece ha fatto lo Stato, anche sbagliando, a determinati organismi, sia ministeriali, sia non ministeriali ma teatrali. Ha dato tanti soldi ai teatri ma si è dimenticato delle produzioni e di chi sta dentro gli stessi a lavorare, ossia gli spettacoli privati. Hanno dato tanti soldi, tipo 17 milioni di euro, ad alcuni organismi e non a tutti. E questo è già discriminatorio, sbagliato. Perché o li dai a tutti o non li dai a nessuno. Anche facendo, a volte, delle scelte poco intelligenti. Hanno premiato teatri che avevano dentro nelle loro programmazioni molte produzioni private, non sovvenzionate. E queste ultime sono state praticamente negativizzate; sfavorite al 100%. Purtroppo, è andata così. Adesso l’unica cosa da fare è rimboccarsi le maniche e sperare che i soldi che ancora sono in pancia al Ministero della Cultura siano distribuiti equamente anche a quelli che non sono sovvenzionati e anche alle piccole, medie e grandi produzioni teatrali. Questo è quello che uno si aspetta per una ripartenza. Ad oggi, quelli che stiamo utilizzando sono soldi tutti privati, personali. Per la ripartenza, lo Stato e il Ministero della Cultura non hanno dato ancora un euro”.

Da produttore, spesso ricerca per primo gli spettacoli da portare in Italia. In base a cosa ne sceglie uno piuttosto che un altro?

“Da produttore cerco spettacoli che abbiano una trasversalità, che riguardino il pubblico. Spettacoli drammatici o comici che devono avere empatia con il pubblico. Prima della pandemia, di solito, andavo a vederli all’estero. Adesso con lo streaming riesco a fare questo tipo di lavoro; a vedere gli spettacoli già prodotti all’estero per capire se sono giusti o meno per il nostro pubblico italiano. Vero è che la pandemia ci ha messo di fronte ad una realtà: poter creare delle produzioni di spettacoli che abbiano non solo una commerciabilità, ma anche uno spessore. Devono provocare l’empatia che spinge il pubblico ad uscire di casa per vedere uno spettacolo che possa farlo divertire ed emozionare. La gente si deve o divertire tanto o immedesimare per dire al termine: ‘Uh che spettacolo che ho visto; che bei attori e che bella storia’. Ecco, le storie sono la cosa principale, il motore principale che muove uno spettacolo teatrale. Raccontare una storia, raccontarla dal vivo, come se accadesse in quel momento, è la cosa più bella del mondo. Molti spettacoli hanno drammaturgie in questo senso: spettacoli spagnoli, francesi, inglesi. Attualmente mi sto concentrando su una drammaturgia che sia internazionale, che abbia uno sbocco più tra l’Argentina e la Spagna e una drammaturgia italiana. Quindi, i progetti che riguardano la drammaturgia italiana che possa essere esportata all’estero. Ne facciamo tante esportate da lì, ma ne facciamo poche italiane. Come era negli anni ’70 e ’80, dobbiamo importare sempre di più la nostra drammaturgia all’estero”.

Veniamo al suo percorso d’attore. Come si è avvicinato alla professione?

“Ho cominciato, come tutti i bambini, facendo le imitazioni dei personaggi dell’epoca; quelli degli anni ’80.Da lì c’è stata una forte passione per il teatro perché i miei genitori mi hanno portato al Sistina proprio a vedere Se Devi Dire Una Bugia Dilla Grossa. Insomma, il cerchio si chiude in un certo senso. Avevo 16 anni e andai a vedere, seduto tra il pubblico, quello spettacolo con Paola Quattrini e Johnny Dorelli. Facevo il liceo. Mi era piaciuto talmente tanto che dopo ritornai a vederlo un mese dopo. Ero rimasto affascinato dal teatro leggero, fatto in quella maniera. Ho così fatto l’Accademia e cominciato a mettere in pratica quello che avevo studiato. In tutti questi anni avevo sempre il pallino di riprendere Se Devi Dire Una Bugia Dilla Grossa e ci sono riuscito”.

Quali, dal suo punto di vista, sono stati i ruoli che hanno segnato maggiormente la sua carriera?

“Non ho piccoli o grandi ruoli. Ho sempre grandi ruoli che siano personaggi importanti, anche se magari non sono protagonisti. Anche quando produco, non sempre mi scelgo il ruolo protagonista, ma un comprimario o un alter ego. Perché scelgo il personaggio che possa raccontare attraverso la fisicità e il mio modo di recitare. Tutti i ruoli che ho fatto sono stati ruoli importanti, sempre. Da quando ho lavorato con tutti i più grandi registi sia internazionali e sia internazionali. Quando facevo solo lo scritturato o il produttore ho voluto interpretare personaggi che avesse un senso raccontare”.

E se le cito Il Bagaglino, quali ricordi le vengono in mente?

“Il Bagaglino è stato una grande esperienza di vita, di avventura, di forza, di teatro comico e leggero. Lì ho potuto veramente affinare le mie tecniche recitative leggere. Ho anche un lato drammatico, ma la comicità affianco a Oreste Lionello, Pingitore, Pippo, Leo Gullotta mi ha insegnato tanto. Tra l’altro, ho un grande debole per Lionello e Gullotta. Sono attori completamente diversi che hanno avuto una carriera, al di là del Bagaglino, formidabile. Sia Gullotta con il teatro e col cinema, sia Lionello col doppiaggio e alcune tra le poche scelte che faceva fuori dal Bagaglino. Sono personaggi che mi hanno insegnato molto quando li guardavo. Li ho guardati tanto. Li vivevo cinque e sei ore al giorno. Anche Pingitore ha sempre avuto un grande amore per gli attori. Era ed è un personaggio che lavora alla vecchia maniera, ossia provando. Anche le cose più ovvie bisogna provarle. Veniva da quel tipo di percorso, anche televisivo, dell’epoca. Dove tutto veniva provato. Adesso è tutto più veloce. Anche la televisione si fa mordi e fuggi. Pingitore è una persona che se tu gli dici di scrivere 80 pagine di copione le completa in 20 giorni. E’ una cosa che non ho mai più visto. Persone o autori televisivi adesso fanno solo scalette. Sono pochissimi quelli che, al giorno d’oggi, si mettono davanti al computer per scrivere una trasmissione o uno spettacolo di qualsiasi genere. E quelli che ci sono vengono soffocati dal fatto che si deve andare di corsa”.

Ha ancora un sogno nel cassetto da realizzare?

“I sogni nel cassetto sono quelli che uno può realizzare. Il sogno maggiore è quello di fare un grande testo drammatico per raccontare una grande storia che possa portare i giovani a teatro. Una storia drammatica o comica ma che sia un grande momento. Sarebbe molto bello raccontare una storia per tutta la famiglia, compresi i giovani. Anche non moderna, ma raccontandola in un certo modo. Speriamo di riuscirci”.

Che consiglio si sente di dare a chi vuole intraprendere il suo mestiere?

“Cosa consiglierei ad un giovane? Niente, di lasciar perdere. In questo momento, fare teatro è veramente un’impresa ardua e difficile. Riuscire ad uscire fuori e farsi notare non è semplice. Chi sceglie di fare teatro deve avere proprio una grande motivazione; altrimenti è meglio concentrarsi su altri mestieri”.

Cosa fa quando può concedersi un po’ di tempo libero?

“Nel tempo libero leggo, vedo qualche amico e faccio l’amore”.

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Attualità

Diamo uno sguardo a “Expo 2020 Dubai”

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Situata su un enorme sito di 4 km² vicino all’aeroporto internazionale di Al Maktoum nel sud di Dubai, questa esposizione universale è il più grande raduno culturale del mondo. Più di 192 Paesi partecipano a Expo 2020 Dubai aperto per un periodo di sei mesi. Questa è la prima mostra globale che si tiene nella zona MEASA (Medio Oriente, Africa, Asia meridionale).

Dal Padiglione della Sostenibilità con il suo viaggio nel tempo al Quartiere della Mobilità e al Quartierr delle Opportunità, ce n’è per tutti i gusti. Sono a disposizione dei visitatori non meno di 200 punti ristoro e un variegato programma di intrattenimento giornaliero.

Dubai Expo 2020: Africa in bocca ad Alkebulan

Per rinfrescarsi, un’installazione acquatica surreale si trova proprio accanto all’Al Wasl Dome. Centro nevralgico dell’Expo, è stato costruito con l’obiettivo di lasciare un’eredità a lungo termine, dopo l’Expo è previsto un progetto ambiziosissimo.

Connetti le menti e crea il futuro

“Expo 2020 si trasformerà in un quartiere completamente nuovo chiamato District 2020. La maggior parte di ciò che abbiamo costruito come organizzatori è stato fatto per restare. Tutto questo si trasformerà in una città intelligente e versatile”, spiega Maha al Gargawi, portavoce di Esposizione 2020.

Con l’obiettivo di “connettere le menti e creare il futuro”, l’Expo afferma di voler ispirare i visitatori a preservare il pianeta, esplorare nuove frontiere e costruire un futuro migliore.

Si precisa che i visitatori di Expo 2020 a Dubai devono presentare la prova della vaccinazione contro il Covid-19 o un test PCR negativo effettuato entro le 72 ore precedenti.

Per i biglietti o eventuali informazioni in merito all’ingresso visitate il sito
https://www.expo2020dubai.com

Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini, nuovi itinerari… Bisogna cominciare e ricominciare il viaggio… Sempre…
(José Saramago)

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Coronavirus

Intervista esclusiva a Carola Stagnaro: «Mi piace leggere, studiare e approfondire le mie...

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E’ attualmente tra i protagonisti della fiction “Cuori“, in onda su Rai 1, che lei stessa definisce come un prodotto di altissima qualità, con un cast d’eccezione. Gli appassionati delle soap opera hanno avuto modo di seguirla in “CentoVetrine“, “Vivere” e qualcuno la ricorderà nella prima stagione di “Un posto al sole“. Stiamo parlando di Carola Stagnaro e noi l’abbiamo incontrata in esclusiva per Sbircia la Notizia Magazine!

Con la collaborazione di Sante Cossentino e Roberto Mallò per Massmedia Comunicazione

Carola, attualmente la stiamo vedendo nella fiction Cuori, dove interpreta il personaggio di suor Fiorenza. Cosa le piace oppure no di lei?

“Mi piace la sua energia, la sua efficienza, la sua serietà. Forse non mi piace tanto la sua rigidità su certi argomenti.”

E’ contenta del successo che la fiction sta avendo da parte del pubblico?

“Sono molto contenta del successo che stiamo avendo e penso che sia molto meritato perché i miei colleghi sono bravissimi, la sceneggiatura è molto bella di di questa fiction: c’è questo buon equilibrio tra problemi del cuore e i problemi tecnici del cuore, nel senso degli interventi chirurgici. Quindi penso che sia un bel mix e sia fatto molto bene, è molto bella l’ambientazione, così come i costumi, i trucchi, le scenografie… Gli attori mi sembrano molto bravi e di altissimo livello.”

E col regista Riccardo Donna come si è trovata?

“Con Riccardo mi sono trovata benissimo, è la seconda volta che ho lavorato con lui. Sul set riesce sempre a creare un’atmosfera gioiosa e divertita. Sa benissimo quello che vuole, ha le idee chiare, non perde tempo e nello stesso tempo lascia molto alla creatività dell’attore stesso. Accoglie tutte le proposte che gli vengono fatte e le valuta: se sono buone le accetta. Lavorare con lui è molto piacevole.”

Se le dico Un Posto al Sole, Vivere e Centovetrine che cosa le viene in mente?

“Beh, di “Un posto al sole” ho un ricordo brevissimo. Ero andata per fare da spalla a Patrizio Rispo per il provino che fece per entrare nel cast e lo vinse. Poi da quel momento feci forse 12 puntate, quindi ho un ricordo molto molto limitato. Invece con Vivere e CentoVetrine è stata un’esperienza veramente indimenticabile, molto interessante. Io non avevo mai lavorato in una soap opera, praticamente però ho trovato che fosse con me una compagnia teatrale che però ogni giorno ha un copione diverso. Mi sono divertita molto, è stato molto difficile e faticoso perché ogni giorno si dovevano imparare 30 pagine, quindi si girava tantissimo. All’inizio ero terrorizzata ma dopo mi sono divertita molto, ho anche avuto grande gratificazione per il personaggio che aveva affrontato in “Vivere”, questa cattiva che fu premiata con me personaggio più amato di soap… Quindi è stata una una bella vittoria, perché ero riuscita a trovare il lato anche divertente di questa cattiva, con l’ironia. Ci sono stata per un anno, quindi fu molto molto faticoso ma anche molto gratificante. E’ stato molto piacevole, con i colleghi eravamo diventati come una famiglia. Per quanto riguarda CentoVetrine, lì ci sono stata solo sei mesi quindi è stato più breve ma allo stesso tempo molto intenso.”

Ha fatto tantissimi anni di teatro. Quali sono gli spettacoli che le sono rimasti maggiormente nel cuore?

“Ho fatto tantissimo teatro, quindi devo dire che ogni spettacolo mi è rimasto nel cuore, perché sono tutti figli… Diciamo che ultimamente quello che è stato più coinvolgente, probabilmente per per il lavoro che si fece durante le prove, fu quello con Cristina Pezzoli che fu “Lungo pranzo di Natale”, di Thornton Wilder per il Teatro Due di Parma e la compagnia di Sergio Fantoni. Poi forse “Cabaret” che è l’ultimo che feci sempre al Teatro Due di Parma… Molto bello, era con l’orchestra dal vivo, in mezzo al pubblico che mangiava durante lo spettacolo, insomma era particolare come forma teatrale. Poi vabbè “Le cattive”, il monologo su tutte le cattive del teatro, da quello greco al contemporaneo. E poi altri spettacoli con Piero Maccarinelli, Attilio Corsini e con Antonio Salinas… Insomma, di ogni spettacolo mi è rimasto qualcosa nel cuore.”

E le fiction invece? Ha preso parte a tantissime produzioni…

“Di fiction ne ho fatte veramente tante, anche se ho partecipato come guest star. Diciamo che quelle che mi sono rimaste più impresse sono quelle dove ho avuto al fianco degli attori come Nino Manfredi in “Linda e il brigadiere”, “Il maresciallo Rocca” con Gigi Proietti, “L’olio di Lorenzo” con Tomas Milian e Dominique Sanda… Ecco, mi rimangono appunto impresse per per il collega con cui dovevo condividere la scena, oppure per il personaggio che dovevo affrontare. Per esempio, sempre con Riccardo Donna, avevo fatto “Nebbia e delitti”, un personaggio molto complesso che era una serial killer. Quello me lo ricordo molto bene, è stato bello interpretarlo ed ho avuto anche molta soddisfazione.”

Quando è nata la sua passione per la recitazione? Quando ha deciso di voler fare l’attrice?

“Ho iniziato da giovane con dei gruppi universitari e poi dopo la licenza di maturità, ho deciso di andare a Roma per iscrivermi all’Accademia. Poi però non mi sono potuto scrivere perché ho iniziato subito a lavorare, mi hanno scritturata per uno spettacolo e da lì è iniziata la mia carriera.”

Che cosa le piace fare quando può ritagliarsi un po’ di tempo libero per sé?

“Mi piace leggere, studiare e approfondire le mie tecniche di insegnamento, visto che mi occupo anche di insegnamento teatrale con l’handicap, infatti ho portato a termine un master di due anni ed ultimamente sono operatore pedagogico teatrale. Poi mi piace andare al teatro, al cinema e anche occuparmi di lavori manuali in casa.”

Il mondo dell’arte ha senz’altro risentito dell’arrivo del Covid. Lei come ha vissuto questo periodo?

“Diciamo che ho cercato di usare questo tempo per affinare l’ascolto, per studiare, per fare dei Master, partecipando appunto a tanti corsi e approfondire, anche saper ascoltare in silenzio.”

Ci sono altri progetti futuri di cui può parlarci?

“Sì, ho girato già un film dal titolo “Un mondo fantastico” che uscirà che uscirà più avanti, non so quando però l’ho girato ultimamente. Il regista è Michele Rovini, poi dovrò farne uno di Vittorio Moroni a dicembre, il titolo provvisorio è ‘L’invenzione della neve’.”

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Attualità

San Pietroburgo, una delle città più amate al mondo

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Ancora una volta, la città di San Pietroburgo si distingue per i World Travel Awards nel 2021, per due motivi: ha vinto il premio per la migliore destinazione del patrimonio e la migliore destinazione urbana d’Europa. La metropoli russa era già stata eletta migliore destinazione culturale mondiale nel 2019 e poi nel 2020.

Con i suoi grandiosi palazzi barocchi, le sue cupole dorate che sembrano caramelle avvolte da carta stagnola luccicante e le sue fontane di indescrivibile splendore, San Pietroburgo ha affascinato i viaggiatori per secoli.

Capitale storica e culturale della Russia, le sue grandi collezioni d’arte sono famose in tutto il mondo. Ogni estate, quando il sole tramonta appena sulla città, le festività “Notti Bianche” attirano i più grandi artisti nazionali e internazionali di musica classica, balletto e opera.

Anche in inverno la città rimane molto vivace con le sue strade magistralmente addobbate e i lussureggianti festeggiamenti di Capodanno.Creato nel 2016 in Russia, il favoloso spettacolo di suoni e luci “Wonder of Light” veste le pareti esterne di molti monumenti ed è già un importante punto di riferimento.

Una città molto facile da raggiungere…

Tappa sulla strada per altre città russe o una destinazione a sé stante, San Pietroburgo attira sempre più i turisti da tutto il mondo. Hub per il trasporto aereo, marittimo e ferroviario, è la prima città russa ad ottenere la certificazione “Safe Travels” rilasciata dal World Travel & Tourism Council (WTTC).

Nell’ambito di questa iniziativa a favore dell’igiene e della sicurezza, i siti turistici che rispettano le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale del Turismo e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ricevono il marchio “Viaggi Sicuri” che garantisce il rispetto degli standard, dei regolamenti internazionali e delle norme sanitarie dei servizi forniti in città.

Un’altra misura di punta per rilanciare il turismo: l’istituzione di un sistema di visti elettronici che consente ai cittadini di 52 Paesi (compresa la maggior parte dei Paesi europei) di entrare nel territorio russo senza ulteriori formalità per un soggiorno non superiore ai 16 giorni.

Tra le ultime iniziative lanciate a favore del turismo, il programma “Two Cities – A Million Impressions” è una favolosa campagna congiunta a San Pietroburgo e Mosca. Ha lo scopo di diffondere il calendario degli eventi e delle attività organizzate nelle due città al fine di evidenziare i principali siti turistici, musei o teatri e promuovere le succulente specialità gastronomiche.

La città, soprannominata “Piter” dai suoi abitanti, si trova sulla “Collana d’argento”, un itinerario turistico che collega 11 delle più belle e suggestive città e regioni della Russia nordoccidentale. Molti dei monumenti storici e culturali di questo tour sono elencati come patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Un crogiolo di influenze…

Pietro il Grande voleva farne la “porta dell’Europa”. Lo Zar darà forma anche alla città, traendo ispirazione dai suoi numerosi viaggi nel Vecchio Continente.

La città di San Pietroburgo è talvolta chiamata la “Venezia del Nord” per la sua rete di Canali, o la “Parigi del Nord” per i suoi ampi viali e la magnifica architettura in stile occidentale.

Nel centro geografico della città, i Cantieri navali dell’Ammiragliato e i Canali che tutti convergono verso di essi. Questa zona della città si ispira al paesaggio urbano di Amsterdam, dove Pietro il Grande trascorse la sua spensierata giovinezza, lavorando nei Cantieri navali. L’edificio colonnato dell’Ammiragliato è immediatamente riconoscibile con la sua slanciata cuspide sormontata da una barca dorata, uno degli emblemi della città.

Non lontano da lì, “New Holland Island”, costruita su una palude nel 1719, sarebbe poi diventata il primo porto militare della città. Oggi questo luogo incarna perfettamente il nuovo volto di San Pietroburgo, testimone del suo ambizioso piano di sviluppo. L’isola è diventata un moderno luogo di scambio con negozi, ristoranti e graziosi giardini, nonché un luogo di creazione che riunisce studi e fantastiche gallerie alla moda.

Luoghi di alto livello artistico ed ecclesiastico…

Ma la maggior parte dei visitatori viene a San Pietroburgo per ammirare le sue opere d’arte e lo splendore architettonico. A cominciare “dall’Hermitage”, uno dei musei d’arte più grandi al mondo. Alcuni hanno calcolato che occorrerebbero 15 anni al ritmo di otto ore al giorno per godere appieno di ogni magnifica opera presentata al museo.

La maggior parte della collezione è esposta nel “Palazzo d’Inverno”, un grande e imponente edificio in stile barocco che fu residenza di diversi imperatori. Si trova di fronte all’altrettanto imponente Palazzo dello Stato Maggiore, che ospita anche un’altra parte della collezione dell’Ermitage.

Gli amanti dell’arte contemporanea preferiranno allontanarsi dal centro per visitare il “Museo Erarta” sull’isola Vasilievsky e scoprire l’evoluzione dell’arte russa negli ultimi 50 anni.

E se avete sempre voluto sapere dove si trovano queste magnifiche torrette degne di un cartone animato Disney che da sole simboleggiano la città di San Pietroburgo, prendete la direzione della Cattedrale. In stile sia medievale che romantico russo, fu eretta all’inizio del XX secolo in onore di Alessandro II, assassinato in questa piazza; da qui il nome funerario dato all’edificio.

Turismo specializzato…

È facile rimanere due settimane a San Pietroburgo perché non mancano i siti da visitare. Inoltre, l’infrastruttura della città si adatta costantemente all’afflusso di visitatori e alle nuove tendenze. Come l’ecoturismo: non è mai stato così facile visitare le numerose riserve naturali e faunistiche della favolosa città.

La città è anche un importante centro d’affari e di scambio, offrendo le migliori strutture per i professionisti (incontri, seminari, conferenze e mostre). Tra i principali eventi dell’anno ricordiamo il Forum economico internazionale di San Pietroburgo, il Forum culturale internazionale di San Pietroburgo e il Forum giuridico internazionale di San Pietroburgo.

Molti viaggiatori sono attratti dalle eccellenti strutture sanitarie della città, una tendenza che ha guadagnato slancio in seguito alla pandemia da COVID-19. Optate per l’aria salmastra del Golfo di Finlandia o crogiolatevi nella “bania”, il tradizionale bagno russo che alterna sauna e acqua ghiacciata.

Altri vengono a San Pietroburgo per consultare i suoi rinomati specialisti e approfittare delle sue non meno famose terapie. In programma formule di recupero post-COVID: balneoterapia, nordic walking e terapia iperbarica, trattamento che consiste nel saturare i polmoni di ossigeno. Ma non mancano le altre specialità: odontoiatria, cardiologia, chirurgia specialistica, ortopedia e riproduzione assistita.

Nella maggior parte dei casi, questi trattamenti non si trovano o sono troppo cari nei Paesi di origine dei visitatori stessi. Ma queste motivazioni sono spesso secondarie alla tranquillità e allo splendore che troviamo nella fantasmagorica San Pietroburgo.

Se San Pietroburgo non fosse esistita, avrei inventato io questa città che sonnecchia sul fiume, come uno stato d’animo che mi corrisponde per sempre…
(Jan Brokken)

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USA, finalmente si ritorna a viaggiare

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Applausi ed emozione all’aeroporto JFK di New York: dopo 20 mesi di attesa, tornano negli Stati Uniti i viaggiatori vaccinati contro la pandemia da Covid-19. I confini americani sono stati riaperti lunedì agli abitanti di una trentina di Paesi. Il divieto imposto ha separato le famiglie e gli amici e ha interrotto gli affari in tutto questo triste periodo. Oggi, finalmente, questa revoca delle restrizioni è una boccata d’aria fresca.

“È meraviglioso, abbiamo aspettato così tanto, così tanto. Quasi due lunghi anni per arrivare qui e finalmente siamo arrivati, siamo elettrizzati”, esclama John Arlidge, cittadino britannico.

“Siamo semplicemente entusiasti perché questo è ciò di cui l’industria dei viaggi degli Stati Uniti aveva bisogno. Per aprirci e lavorare con i nostri buoni partner British Airways e le compagnie aeree statunitensi, quindi siamo molto eccitati dopo 600 giorni… era ora!” Sottolinea Peter Vlitas, Vice Presidente di Internova Travel Group.

In tutto il Paese, al confine canadese, gli automobilisti si sono precipitati al posto di Thousand Islands Bridge in Ontario nelle prime ore della riapertura. Stessa scena al confine messicano a Tijuana.

Donald Trump aveva imposto restrizioni ai viaggi dalla Cina nel febbraio 2020, estese, poi, sino al 13 marzo ai Paesi europei dell’area Schengen e pochi giorni dopo alla Gran Bretagna e all’Irlanda, mentre le frontiere terrestri con Messico e Canada erano state in gran parte chiuse.

Molte famiglie su entrambe le sponde dell’Atlantico stavano aspettando con impazienza questa riapertura dei viaggi. Era certamente possibile andare dagli Stati Uniti all’Europa dalla scorsa estate, ma gli stranieri che vivevano sul suolo americano e in possesso di determinati visti non avevano alcuna garanzia di poter ritornare nel loro Paese di residenza.

Più di trenta Paesi sono interessati dalla revoca delle restrizioni all’ingresso da e per gli USA, rimanendo sotto oculata sorveglianza burocratica sanitaria negli aeroporti.

Per chi arriva in aereo, gli Stati Uniti richiedono la prova della vaccinazione, un test entro tre giorni dalla partenza e l’istituzione da parte delle compagnie aeree di un sistema di tracciamento dei contatti.

Per il percorso via terra, sarà effettuato in due fasi

Dallo scorso lunedì 8 novembre, possono attraversare le persone che vengono per motivi familiari o turistici, purché vaccinate. Le persone che vengono per motivi impellenti di lavoro, come i camionisti, saranno esentate.

Resta inteso che da gennaio, l’obbligo di vaccinazione si applicherà a tutti i visitatori, qualunque sia il motivo dell’ingresso negli USA. Per maggiori informazioni più dettagliate e aggiornamenti in tempo reale, vi invitiamo a visitare le pagine del Ministero degli Affari Esteri della Cooperazione Internazionale – Unità di Crisi della Farnesina – Viaggiare Sicuri: https://www.viaggiaresicuri.it/country/USA

Le mie valigie erano finalmente lì, accatastate nella stiva dell’aereo…
Ero consapevole di dover volare per molte e molte miglia…
Ma non importava la lunghissima distanza, perché viaggiare è l’emozionante scoperta allo stato puro, perché viaggiare è vivere…

(Anna Del Bene)

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La sfida digitale del PNRR e la ripresa post-Covid secondo i commercialisti

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Il PNRR come sfida cruciale, una reale possibilità di cambiamento per l’Italia: il 91% dei commercialisti ritiene che sarebbe un grave danno non utilizzarlo in maniera consona, per il 62% si tratta dell’ultima possibilità per il nostro sistema Paese. La ricerca di TeamSystem, effettuata in collaborazione con Kantar, ha privilegiato la lente d’ingrandimento dei commercialisti in duplice veste: come primi attori della ripresa e come spia dello stato di salute dei loro clienti, ovvero microimprese e PMI.

La crisi ha avuto importanti ricadute anche sul settore preso in esame, ma in maniera minore rispetto a microimprese e PMI, coinvolte nella stessa ricerca. Solo un commercialista su due ha dovuto richiedere aiuti statali, contro le 7 PMI su 10 e il 64% delle microimprese. Solo il 7% dei commercialisti senza gli aiuti di Stato avrebbe avuto difficoltà decisive, tanto da dover cessare l’attività.

Dopo aver analizzato la situazione in tempi pandemici, la ricerca ha spostato il focus sulle iniziative necessarie per la ripresa. Il “Manifesto per la ripartenza” redatto dai commercialisti propone 5 punti programmatici, in ordine di importanza percepita:

  1. riduzione burocrazia (68%)
  2. riforma legge fiscale (55%)
  3. revisione imposte sul reddito (35%)
  4. accelerazione della campagna vaccinale (27%)
  5.  riforma della PA (25%)

I Commercialisti, categoria vitale per il rilancio del nostro sistema economico, evidenziano in modo forte la centralità della digitalizzazione tra le priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, posizione questa condivisa da numerose istituzioni e soggetti economici. Siamo di fronte ad un’opportunità storica per il rilancio economico dell’Italia, che può innescare un volano potente per digitalizzare in modo esteso il nostro tessuto imprenditoriale,”, ha dichiarato Giuseppe Busacca, General Manager BU Professional Solutions di TeamSystem. “Non sorprende, inoltre, che la riduzione della burocrazia sia ai vertici della lista dei problemi più urgenti da affrontare se si vuole rendere il rilancio del Paese, cui stiamo già assistendo, sostenibile e duraturo. Essa, peraltro, è uno dei temi imprescindibili per attrarre con maggiore efficacia gli investimenti esteri in Italia”.          

Tra le direttrici strategiche della ripresa e del PNRR, il 74% dei commercialisti vorrebbe investimenti mirati sul digitale, per il 59% i fondi andrebbero impiegati per il settore sanitario. Il 59% sostiene vadano utilizzati per Istruzione e Ricerca.

Il digitale al centro: per i commercialisti digitalizzare il proprio lavoro quotidiano significa “utilizzare strumenti per l’organizzazione e il controllo delle attività̀” (per il 38% degli intervistati) e “gestire e analizzare i dati con strumenti evoluti” (per il 49%).

La digitalizzazione è stata inoltre recepita come volano decisivo per la ripresa: consentirà di risparmiare tempo per il 54% dei commercialisti intervistati, mentre per il 48% andrà a semplificare le procedure. Rispetto a microimprese (52%) e PMI (51%), il 71% dei commercialisti ritiene di avere una digitalizzazione media. Il 17% degli intervistati, negli ultimi 12 mesi, ha investito sui sistemi per collegarsi da remoto, e uno su tre progetta di implementare CRM per la gestione dei clienti nel prossimo futuro.

La digitalizzazione ha difatti vantaggi tangibili: per il 54% del campione statistico consentirebbe di risparmiare tempo, per 48% semplificherebbe le procedure e per il l41% aumenterebbe la disponibilità e la facilità di accesso ai dati.

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Attualità

Jair Bolsonaro nel villaggio italiano dei suoi antenati per diventare cittadino onorario

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Gli avversari di Jair Bolsonaro hanno salutato con i fischi l’arrivo del Presidente brasiliano nel villaggio italiano dove ha le sue radici.

Il Sindaco di questo paese a sud di Venezia ha invitato Jair Bolsonaro a diventare cittadino onorario di Anguillara Veneta.

L’eletto, spiega che la decisione è un omaggio agli italiani, partiti per emigrare in Brasile, come fecero gli antenati di Jaïr Bolsonaro alla fine dell’Ottocento.

La spiegazione non ha convinto tutti gli elettori di questo piccolo villaggio, di circa 4.000 abitanti.

Sono qui per protestare, sono contrario al fatto che questo criminale di Bolsonaro diventi nostro cittadino onorario” dichiara infastidito un manifestante. “È responsabile della morte di migliaia di pazienti Covid perché ha negato l’esistenza della pandemia in Brasile“.

In Brasile cercano di condannarlo come bandito e noi gli offriamo un importante riconoscimento, è un vero peccato, un atto irriverente, criminoso“, ha specificato con sdegno un altro manifestante.

Anche i sostenitori del Presidente brasiliano si sono mobilitati per venire a sostenere Jair Bolsonaro al suo arrivo ad Anguilara Veneta.

Tutto ciò che pensa e dichiara questa gente, non è vero” ha dichiarato irata una donna con l’accento brasiliano. “Bolsonaro ha salvato il nostro Brasile. Dopo Bolsonaro non c’è più nessuno capace come lui“.

Jair Bolsonaro è arrivato ad Anguillara Veneta proprio mentre si apriva a Glasgow la Cop26 sul clima, alla quale il Presidente brasiliano ha scelto di non partecipare affatto.

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Coronavirus

L’università verso la normalità: le nuove regole per gli atenei

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L’università, nel nuovo anno accademico appena iniziato, comincia, come molte realtà, ad andare verso la normalità. Alcune regole sono state infatti modificate e c’è una maggiore libertà di vivere gli ambienti universitari. Restano tuttavia in vigore alcune norme, che ogni ateneo, ha deciso di adattare in base alla grandezza degli spazi disponibili e al numero di iscritti. L’ultimo aggiornamento delle misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario-assistenziale è entrato in vigore l’11 settembre del 2021 e sarà valido fino al 31 dicembre 2021, data fissata per la fine dello stato d’emergenza.

Accesso alle aule

Il numero di persone che accedono alle aule è necessariamente contingentato, per evitare che si creino degli assembramenti. Ogni ateneo ha stabilito in maniera autonoma le percentuali di capienza, visto che in Italia le strutture universitarie sono molto differenti tra loro per numero di aule, grandezze e bacino di utenza, senza considerare che le attività che si svolgono in aula sono differenti a seconda del corso e della facoltà.
Gli studenti, che possono frequentare le lezioni in presenza solo se possessori di green pass, di tampone negativo nelle ultime 48 ore o di esenzione certificata dall’Asl competente, possono prenotare il proprio posto attraverso applicazioni online o in base alla metodologia scelta dall’ateneo. In alcuni casi, per consentire a tutti di prendere parte alle lezioni, alcune università hanno attivato anche la modalità e-learning, che permette agli studenti di seguire le lezioni da casa con turnazioni per alternare presenza e distanza, così da consentire a tutti di frequentare almeno in parte in ateneo. Il problema della frequentazione delle lezioni si pone invece in maniera più limitata per le varie facoltà dell’università telematica, gli atenei riconosciuti dal MIUR come Unicusano, perché tutti gli studenti possono anche seguire i corsi da casa o dal luogo che preferiscono, senza richiesta di alcuna prenotazione. In aula vige inoltre l’obbligo di indossare la mascherina, visto che siamo in un ambiente chiuso. Ogni seduta dovrà inoltre rispettare il distanziamento di un metro e gli atenei devono impegnarsi a sanificare gli spazi quotidianamente e a prevedere continui ricambi d’aria.

Utilizzo degli spazi comuni

Le università non hanno solo aule per le lezioni, ma anche spazi aperti comuni, mense e biblioteche. In questo caso valgono le regole vigenti per tutti i luoghi pubblici, anche se ogni ateneo può poi decidere di attivare un regolamento interno. Per quanto riguarda le mense ad esempio, la regola impone il possesso di green pass per l’accesso, ma in alcune università lo richiedono solo per chi si siede al tavolo e non per l’asporto. Le aule studio prevedono in alcuni casi le prenotazioni e quelle ad accesso libero hanno comunque un numero di posti limitato. Negli spazi aperti comuni, come parchi e campus, vige il distanziamento di un metro e le ormai consigliare regole di igienizzazione.

Come si svolgono gli esami

Gli esami si possono svolgere sia in presenza sia a distanza. Sarà l’ateneo a stabilire le modalità di svolgimento e le organizzazioni delle prenotazioni. Per le sedute di laurea, si darà precedenza alla discussione in presenza, ma ci sarà la possibilità di richiederla a distanza. Nell’aula della sessione di laurea potranno essere presenti solo la commissione, il laureando e i relatori. Sarà l’ateneo a stabilire se si potrà consentire l’accesso agli invitati, in un numero limitato, che dovranno possedere green pass, tampone negativo entro le 48 ore o certificato di esenzione.

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Coronavirus

Intervista esclusiva a Guia Jelo: «Io voglio che i miei figli siano fieri di me»

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L’attrice siciliana poliedrica Guia Jelo è impegnata, in questi mesi, su diversi set, ma non dimentica il suo amore per il teatro, dato che è anche direttrice artistica per Videobank del teatro Nino Martoglio a Benfasso (CT). Un amore, quello per la recitazione, che ha ripercorso insieme a noi nelle pagine di Sbircia la Notizia Magazine.

Con la collaborazione di Roberto Mallò per Massmedia Comunicazione.

Guia, il prossimo 30 dicembre uscirà il film  La Befana Vien di Notte 2 – Le Origini. Qual è il suo ruolo? Chi sono gli altri attori che fanno parte del cast?

“La Befana Vien Di Notte 2 – Le Origini è un film pieno di fantasia, di forza espressiva, interpretativa. Tutto quello che io ho studiato con Strehler, il mio passato, tutto il mio percorso di ragazzina. Sembro una bambina matta in questo ruolo, Donna Isa. Sono molto attaccata all’estro di Paola Randi, che è la regista, che è molto nella mia traiettoria, nelle mie corde, e soprattutto, anche in tandem, con Nicola Guaglianone che è l’autore, colui che mi ha voluto. Però io so che è stata una richiesta da parte del mio <<maritino>>, dove abbiamo un rapporto tutto di liti, buffo e strano. E’ una coppia molto comica, sulle righe, che definirei iperbolica. Marito interpretato da Alessandro Haber, mio fraterno amico. Persona e artista amato dalla mia famiglia e da me, come se lui lo sapesse anche se non glielo ho mai detto. Lui mi ha suggerito alla Lucky Red. Tra gli interpreti, quello che più conta è che Monica Bellucci è una particolarissima befana, tutta nostra e italiana, vestita da una costumista strepitosa, che è Mary Montalto. La nomino perché quando mi ha vista arrivare alla prova costumi le è preso un colpo, perché si aspettava, e così era scritto nel personaggio, un donnone, un femminone, giunonico, matrona romana, e invece è arrivata questa mosca, una donnina . E’ un ruolo comico, chiaramente, a cui sono molto affezionata. Anche perché mi ha fatto scoprire, già sapevo di essere amata, da Haber”.

So che era la prima volta che lavorava con Fabio De Luigi. Come si è trovata con lui?

“Fabio De Luigi è una persona leggera come le nuvole, delicata, tiepida, come quel sole di maggio sul mare di Acitrezza. Mi commuovo. E’ così che lo dipingo. Nello stesso tempo è una forza, un impeto. E’ un uomo molto sensuale, molto forte, molto giusto, molto saggio. Io ho fatto tante mamme di tanti attori, più o meno importanti. Tutti i miei figli d’arte li ho amati tanto, come la Arcuri, di cui sono stata madre tre volte. Comunque sia, questa maternità con Fabio De Luigi mi è venuta nuova perché mi sono sentita di avere un figlio, perché lui mi ha fatto sentire così veramente, e di averlo avuto da ragazzina. Non mi ha mai fatto sentire vecchia sul set. E’ stato sempre molto galante. Sia sul piano umano, diciamo spirituale del sentimento, e quando dico sentimento non intendo i luoghi comuni dell’attrazione del sesso, assolutamente no. Per sentimento io intendo che investe il volersi bene con l’anima. Lui mi ha dato il rispetto della mia anzianità facendomi sentire però una sua coetanea. Mi ha dato il rispetto di chi ha un curriculum e una vita immensa artistica, ma nello stesso tempo, a livello suo, che è noto ed io non tanto. Non lo diventerò con questo film? E non importa, ho comunque fatto un bellissimo film. La voglia di successo e di sfondare c’è, di diventare per un attimo famosi anche alla mia età, lo ammetto, ma quello che apre la chiave e la porta del mio lavoro è che io voglio che i miei figli siano fieri di me. Voglio che pensino: ‘ La nostra mammina, quando eravamo piccoli, era sempre in giro per i teatri però adesso guarda che è diventata’. Questo conta”.

E’ anche protagonista di “Lupo bianco”, che è inserito nel ciclo legalità e temi sociali e umanitari per il MIU. Non a caso parla della vita del filantropo cavaliere al merito della Repubblica Carlo Olmo. Ci può parlare meglio di questo progetto?

“Non esattamente , il protagonista è’ Sebastiano Somma (al fianco di Morgana Forcella che interpreta il ruolo del cavaliere Carlo Olmo ) . Io interpreto un bellissimo cameo in un suo sogno , un’arcana realtà cinese . Quello che mi piace di questo personaggio è che lui ci ha voluto raccontare questa storia, perché è vita e non un romanzetto, con un film forte che ci motiva. Ma ci tiene a precisare, con una mitezza e una modestia, che non è un eroe. Lui dice che è un uomo normale. Tutti gli uomini dovrebbero fare quello che ha fatto lui. Anche lui mi apprezza perche’ anche Io sono Cavaliere per motivi artistici , perché ho fatto un po’ di volontariato, che preferisco solo accennare, ma anche io penso che sia normale potendolo fare. Non biasimo chi non fa niente; a volte si sta male e non si può. Però lui dice di essere un uomo normale”.

A quali altri lavori si sta dedicando in questo periodo?

“Sto finendo di girare, con moltissima felicità, Le Più Belle Frasi di Osho con lo Neri Marcorè per il quale, per i sentimenti che provo per lui e la grande ammirazione umana, tralascio quella artistica ma non la sottovaluto , mi ci vorrò dedicare , in un ‘intero articolo parlando solo di lui. Scandagliando la sua personalità con il suo ingresso nel mio cuore , lo adoro dalla testa ai piedi . E la regia è’ di Laura Moscardin. Verrà distribuito da RaiPlay. Per passare poi a The Bad Guy con la regia di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi. E’ pazzesco, meraviglioso. Io sono un magistrato particolare. Non posso svelare che cosa accade a questo magistrato. Non posso dire nemmeno se appartiene ai buoni o ai cattivi. Posso dire che la genialità di Fontana e Stasi mi ha molto colpito e mi valorizza giorno dopo giorno e la ritengo il bastone della mia vecchiaia. Sono stanca, perché mi sono divisa tra due set, ma ognuno di loro mi dà degli amori diversi. Qui sono con Luigi Lo Cascio. Non posso dire altro se non ‘W lo spessore e la grandezza di noi attori siciliani’. Io lo paragono a De Niro. Con questo gli do tanto ed è nostro”.

Di recente, è stata anche al Festival del Cinema di Venezia. Immagino sia stata una grande emozione…

“Lupo Bianco per me sarà indimenticabile a parimerito, perché io non levo niente a Venezia rispetto a Cannes, al 1994, quando mano con la mano con Aurelio Grimaldi, un abito bianco quasi senza trucco semplicissima, io sono andata nei tappeti rossi di Cannes , candidata alla Palma d’Oro assieme a Virna Lisa e Uma Thurman, l’attrice di Pulp Fiction. Poi ha vinto Virna Lisi, quindi mi inchino e mi levo tanto di cappello su questo. Parlare di questo film significa per me, arrivata a 70 anni, l’essere andata a Venezia. Grazie, assolutamente lo devo dire, anche all’introduzione di questo premio, che ha vinto il Film, Carlo Olmo e tutti noi. Ringrazio tantissimo Francesca Rettondini, assieme al suo ufficio stampa, nonché mio grande ammiratore, Giuseppe Zagaria. E non posso non ringraziare Antonio Chiaramonte , eroico produttore del film . Voglio ringraziare il regista Tony Gangitano che mi ha voluto.

Un’altra delle sue grandi passioni è il teatro. Ci sono progetti legati ad esso?

“Stiamo cercando di riprendere il lavoro su Nino Martoglio, <<Stonchiti>>. E’ molto bello, con la regia di Turi Giordano. Sono co-protagonista insieme a Fabio Costanzo e poi ci sono i musicisti Flaminia Chiechio, Davide Sciacca, Anselmo Petrosino. Ci tengo moltissimo. I costumi sono di Rosy Bellomia. Ma c’è tutto. Stiamo cercando di riprenderlo, ma sono divisa su vari set e attualmente sta mancando per via dei miei enormi impegni. E poi, io non sono più tornata al Teatro Stabile di Catania. In tanti anni della mia carriera, mi sento una colonna di quel teatro, insieme a tanti veterani. Non ho mai detto: ‘Non sono al Teatro Stabile di Catania’. Mi pare una cosa assurda. E’ come se io dovessi dire: ‘Non ho più casa’. Io ho il mio teatro, che è il Nino Martoglio, ma che il Teatro Stabile di Catania ci abbia esclusi a noi anziani è una cosa dolorosissima. Però io non gliene voglio. Non mi sento rottamata, ecco. Rispetto le scelte artistiche. Si è voluto dare, forse, una sferzata per fare gli originali, i diversi, ma non so fino a che punto questo giova. Quello sì. Non mi sono offesa, no, ma addolorata, dispiaciuta. E lo dico senza falsa modestia. Non è positivo per il teatro perdere chi fa le code al botteghino, chi attira la benevolenza di quello che noi veterani sappiamo dare e sappiamo ricevere: amore. Ce l’hanno tolto. E’ positivo? Quando c’è qualcosa che distrugge l’amore, di qualunque specie di amore si parla, non è mai positivo. Questo mi addolora, ma tornerò. E’ una sfida, ma spero presto. A 80 anni dove sono questi ruoli? Già non ce ne sono più”. 

E’ anche direttore del teatro Nino Martoglio di Belpasso Catania. Sicuramente un ostacolo da superare è stata la pandemia. Come vi siete organizzati per la ripresa?

“Voglio riaprire il teatro Nino Martoglio. Con la Videobank, io sono direttore artistico, abbiamo intenzione di fare qualcosa, se le istituzioni ci aiutano, per valorizzare il territorio, con progetti dove la mia forza che si è sempre sposata con la fragilità , si affiancherà e perché no , con attori etnei di una bravura e una presa sul pubblico , indiscutibile . Questo è il mio primo scopo come direttore artistico. Perché nel territorio noi abbiamo delle risorse che sono nazionali, perché la Sicilia è nazione. Quindi smettiamola di dire: l’attore locale, l’attrice locale, l’autore locale. Ma scherziamo? La Sicilia è Italia. Però il territorio e noi abbiamo il diretto di essere valorizzati anche a km zero. Quindi, faremo anche questo. La crisi del Covid, ovviamente, ci ha fatto male perché non abbiamo avuto nessun sostegno dallo Stato, che ha pensato a sostenere gli Enti Pubblici, quello di loro appartenenza. Con questo, non biasimo lo Stato. E’ una regola. Però ci rimboccheremo le maniche per cercare di fare vibrare ancora questo mio sipario”.

A breve esordirà dietro la macchina da presa per girare un mediometraggio. Di che cosa si tratta? Come mai ha deciso di dedicarsi alla regia?

“Come dicevo prima, Lupo Bianco è il top di questo momento, perché mi lega ad Antonio Chiaramonte, Cinemaset, con cui io diciamo sono in procinto, assolutamente in predicato, sono nella speranza direi concreta di fare un film, un mediometraggio per Miur, con la mia regia, con un mio soggetto; io come autrice, poi la sceneggiatura contiamo di affidarla ad Aurelio Grimaldi se tutto va bene. Soprattutto se ha tempo perché è super impegnato: è un regista importante e soprattutto uno sceneggiatore di grandissimo spessore. E’ un mediometraggio, il cui titolo non lo dico perché è molto forte, perché serve per raccontare alla società e al mondo e all’opinione pubblica , la tragedia del bullismo . Quanto bisogno c’è di dare una sferzata, di aiutare per poter debellare il fenomeno del bullismo. E’ anche un inno all’animalismo, vi si intreccia infatti  una storia impregnata del mio grandissimo amore equino , anche un modo, come curare l’anima delle persone che l’hanno macchiata, hanno delle ombre, sono andate al buio con la propria anima facendo il bullo. Ecco, attraverso la cura di un animale, di un cavallo, questo solo posso accennare. Ci saranno dei momenti molto struggenti. Posso anche aggiungere che è dedicato a Giovanni Pascoli. Ha a che fare, diciamo, con La Cavallina Storna, che racconta la madre che glielo chiede chi è stato ad uccidere il proprio figlio. C’è tutto per la scuola: parlo della famiglia, della società, delle forze dell’ordine. Tutti devono contribuire il modo a debellare questa cosa che, ahimè, porta sovente ai suicidi”.

Quando è iniziata la sua passione per la recitazione?

“La mia passione per questo lavoro è stata sempre immensa, grande, determinata, caparbia. Sono stata sempre in posizione verticale, mai ho adoperato il mio corpo, la mia dignità, la mia anima per lavorare. Mai. Non posso rimproverare o biasimare nessun uomo perché io non ci sono stata alle loro avance. O sono fortunata oppure ho capitato degli uomini che si rassegnano facilmente, che hanno desistito immediatamente. Ho sempre lottato per il mio lavoro, sofferto. E’ stata una fatica immensa. Un salire, per poi cadere, per poi risalire. Sempre a piedi e con le scarpe rotte. Sono stata sempre nella grande fatica, ma posso guardarmi allo specchio ed essere orgogliosa di me”.

Ci sono stati dei momenti, nel corso della sua carriera professionale, in cui si è arresa e ha pensato che, probabilmente, avrebbe dovuto dedicarsi ad altro? Come li ha affrontati?

“Sono stati due i momenti in cui volevo lasciare tutto. Uno è stato quando ho visto per la prima volta mio figlio Vincenzo Filippo, da adolescente, che si faceva la barba allo specchio. Ero li e ho detto: ‘Non me lo sono goduta mio figlio’. L’ho fatto che avevo 18 anni, siamo cresciuti insieme. Abbiamo un rapporto immenso io e lui, però in quel momento volevo lasciare tutto. E mi ricordo che gli dissi: ‘Ti stai facendo la barba? Il bambino mio che si fa la barba’. Ho pensato subito che fosse cresciuto. ‘Mettiti subito sul vasino, ti voglio guardare sul vasino, ti prego’. Sono stata male, l’ho presa ironicamente, ma sono stata male. Volevo lasciare. La seconda volta somiglia molto, direi che è identica, ma è stata quando mia cognata, che in quel momento era sempre dietro a lei, mi ha detto che mia figlia Giovanna Adelaide Giorgianni -costumista e scenografa bravissima che non so se me la merito – era diventata donna. In quei giorni ero in tournee con Turi Ferro. Sono stata malissimo, ancora più male di quando lo sono stata per mio figlio. E volevo lasciare perché io non le ero vicino. Questi sono sacrifici immensi che una madre del mio tipo fa. Adesso i tempi sono diversi. Ho più agio per poter stare con i nipoti e con i miei figli. Adesso non mi dicono più la frase: ‘Mamma quando torni?’. In quelle terribili segreterie telefoniche, perché all’epoca non c’erano i cellulari”.

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Attualità

Milano: “La Dolce Vita” dopo la pandemia

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“La Dolce Vita a Milano”, dopo la pandemia, in strada come sullo schermo, la straordinaria idea di alcuni operosi giovani studenti dell’antica Mediolanum.
Alcuni amici, un proiettore e una tenda del negozio. Basta poco a Milano per ricreare la magia del cinema. È gratis e per tutti, una libertà impagabile, dopo i rigorosi vincoli della pandemia.

“Dopo due anni di chiusura, volevo incontrare tutti per strada, senza coprifuoco o restrizioni. È un modo per abbattere definitivamente le barriere”, ci spiega un intraprendente studente milanese.

L’idea è semplice e anche l’organizzazione di serate cinematografiche all’aperto non è complicata o difficile da attuare. Tutti sono in fila per dare una mano, portando cibo, bevande, attrezzatura tecnica o supporto morale.

Il vicino bar fornisce con orgoglio elettricità e sedie:“Era una serata qualunque, eravamo seduti in questo bar e, non ricordo bene, volevamo solo vedere un film, stavamo per tornare a casa per guardarlo, ma non avevamo ancora voglia di tornare a nelle nostre dimore e uno di noi, ha avuto l’idea di portare a casa il suo proiettore e chiedere al proprietario del bar di usare i suoi punti vendita”, racconta un altro geniale studente.

I passanti si fermavano stupiti, attratti dal fascio di luce proiettato contro una persiana. Alcuni si sono uniti agli spettatori e questo incontro è diventato rapidamente qualcosa di unico e speciale.

“Noi giovani, sentiamo l’urgenza di ritrovarci per strada, di parlarci e di avere un dialogo, di rivivere finalmente una vita normale, una vita fatta di vere relazioni umane, piuttosto che di incontri con Webinar e film in streaming.”

Nel vario e vasto “menù del cinema di strada”, i più grandi e noti film italiani dai più moderni a quelli intramontabili di un tempo ormai passato, per accontentare amici, ma anche sconosciuti o semplici passanti, turisti curiosi o ragazzini increduli. Per poter offrire spettacolari ore spensierate a persone di qualsiasi età e che per una sera e quelle successive, siano meritatamente ricompensate dei tristi mesi di confinamento, dimenticando in tal modo, quei tediosi giorni difficili…

Non mi piacerebbe sentir dire che ho tentato di stupire, che voglio fare il moralista, che sono troppo autobiografico, che ho cercato nuove vie. Non mi piacerebbe sentir dire che il film è pessimista, disperato, satirico, grottesco. E nemmeno che è troppo lungo. La dolce vita, per me, è un film che lascia in letizia, con una gran voglia di nuovi propositi. Un film che dà coraggio, nel senso di saper guardare con occhi nuovi la realtà e non lasciarsi ingannare da miti, superstizioni, ignoranza, bassa cultura, sentimento. Vorrei che dicessero:<<La Dolce Vita è un film leale>>.
(Federico Fellini)

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Coronavirus

Intervista esclusiva a Frank Crudele: «Il mio cuore è Italiano e la mia anima è Canadese»

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Il nostro ospite di oggi è l’attore di fama internazionale Frank Crudele, nato a Bari da genitori canadesi di origini italiane. Svolge la sua professione in Italia e in Canada spaziando tra televisione, cinema e teatro. Ha recitato nelle fiction “Un medico in famiglia“, “Ho sposato un calciatore“, “Gente di mare” e “Gente di mare 2“, per citarne alcune. Ecco la nostra intervista esclusiva, a cura di Roberto Mallò e con la partecipazione di Sante Cossentino per l’agenzia di stampa Massmedia Comunicazione.

Ti ringraziamo per essere con noi, Frank. Come procede il tuo vissuto?

Sto passando un’estate abbastanza movimentata, ma allo stesso tempo positiva, dato che sono sempre circondato dal mare dove mi sento a mio agio (sono nato il 27 ottobre, appartengo ad un segno astrologico dell’acqua). Scherzi a parte, in Europa lavoro soprattutto per il cinema e la tv, mentre in Canada ho la mia vita artistica teatrale dove convivo, con la mia compagna spagnola Virginia Perez, in un paesino di nome Roberts Creek che si trova sul mare, esattamente vicino allo stretto di Georgia dell’oceano Pacifico. Per arrivare qui si deve prendere un traghetto di 40 minuti da Vancouver. Per adesso i miei 3 figli universitari vivono nell’altra sponda dello stretto, ossia nella città di Victoria. Dunque, in tempi di Covid non stiamo lontani. A livello professionale sto girando un ruolo divertente per “I Delitti di Barlume” sull’isola d’Elba e per i miei viaggi in Italia da Vancouver faccio sempre stop a Toronto per visitare mia madre, che sta in una casa di anziani e che deve compiere 98 anni. Venendo dal teatro, la più grande soddisfazione, questa estate, è stata comunque preparare una lettura al pubblico della nuova e ultima opera teatrale di Raphael Burdmam; “Whose Gerusalem?” (La Gerusalemme di chi?). Quest’opera ha tre personaggi immaginari del 1191: il re Riccardo d’Inghilterra e capo di una terza crociata a Gerusalemme-  il quale catturandola diventerebbe più potente del papa -, il sultano Saladino che per mantenere potere del Califato deve battere re Riccardo a tutti i costi e, infine, un rabbino-medico personale al sultano e Ebreo e mediatore tra questi due. Il soggetto, purché allegorico, tratta la tragedia del conflitto del Medio Oriente  non ancora politicamente risolto ai nostri giorni. Per ragioni ovvie dare energia a livello artistico a questo lavoro per me  stato molto soddisfacente. Lo scrittore era già molto malato di un serio tumore ed era alla fine dei suoi giorni e, facendo uno sforzo epico per finire l’ultima bozza, giorni dopo è morto”.

Come hai affrontato il periodo legato al lockdown, che ha inevitabilmente “fermato” le nostre vite?

Non lo dico per vantarmi però, per me, quando succedono cose negative nella vita, è tipico e nelle mie corde riuscire a risolvere intoppi che in tempi normali trovo impossibili. Per esempio, durante il lockdown, senza andare in palestra, mi sono dato l’obiettivo di fare 100 flessioni cinque volte a settimana e di perdere i 5 chili presi in Puglia di focacce, panzerotti e mozzarelle inghiottiti nell’estate del 2020, ossia nel periodo di chiusura estiva mentre giravo la serie “Zero” a Roma, che non erano facili da smaltire per il caldo e per i divieti di camminare fuori liberamente. Al mio arrivo in Canada ho costruito un one-man show del quale non posso ancora parlare perché i diritti sono un po’ complicati. Comunque, farlo come spettacolo è molto meno importante di averci lavorato perché il percorso è sempre più importante del risultato. Ad ogni modo, l’aspetto più importante, che durante il lockdown mi ha salvato dall’impazzire, era avere giornalmente un obiettivo artistico. Boh, forse  farò questo one man show solo per amici. Poi se dai un occhiata su Google, il mio paesino si trova in una foresta fluviale circondato da grandissimi alberi e le mie passeggiate giornaliere senza mascherina mi hanno molto aiutato a non impazzire”.

Qual è stato il momento in cui hai realizzato di voler fare l’attore?

“Questo l’ho raccontato recentemente in un’altra intervista. Tecnicamente questo l’ho ammesso a me stesso solo mesi prima del mio ventottesimo compleanno, dopo avere partecipato in un laboratorio  dove si valutavano, o meglio si approfondivano, le proprie abilità. A livello inconscio l’ho sempre saputo, però mai permesso di ammettermelo perché da figlio di immigranti, fare l’attore credevo fosse solo per figli di papà. Dunque, come molti ragazzi agli inizi dei vent’anni non sapevo che cosa volevo fa’ ed era normale. Avevo studiato lingue e avevo già quella che oggi chiamano la laurea breve di quattro anni; avevo studiato letteratura italiana, spagnolo e un po’ di francese. Mettevo una bella faccia sfacciata e ipocrita di uno sicuro di quello che voleva fare nella vita e stavo facendo ricerche per una posizione nella zecca canadese per un lavoro di relazioni pubbliche a banche del terzo mondo usando le lingue che conoscevo e viaggiando per il mondo. In verità, sapevo solo di essere infelice nell’interiore e non sapevo veramente quello che volevo fare o diventare. Ero l’unico figlio nella mia famiglia che aveva fatto l’università (mio fratello Vincenzo e mia sorella Maria erano molto più bravi e intelligenti a livello accademico però l’economia e circostanze della vita non gli hanno permesso di studiare) e dunque non potevo fallire. Poi successe il finimondo quando mio padre venne a vedermi nel mio primo spettacolo da protagonista interpretando il pugile Jake La Motta in un opera di teatro “off/alternativo”, la quale era una ripresa di una premiatissima opera fatta a Chicago, però quando mio padre si trovò in un magazzino convertito in teatro per questa opera, il suo sguardo diceva tutto e chiaramente….”E questo si è laureato per venire a fare l’attore qui”?”.

Vi è un particolare insegnamento che porti con te, nel tuo percorso artistico?

“Per questo rispondo brevemente nelle scene è sempre molto più interessante osservare e seguire un attore o attrice arrivare a un obiettivo. Lottare per cercare di arrivare all’obiettivo è l’aspetto più interessante. Dunque, per me, lo stesso discorso o metafora è valida per la vita; è il percorso che ci eccita, quando non si sa come arrivare al risultato. Ho detto anche a un intervista indirizzata a ragazzi e figli delle nuove generazioni di immigranti in Canada, quindi di colore, di sbagliare quanto possibile, di fare tutti gli sbagli possibili perché solo con gli sbagli si impara veramente. Sennò, per un’artista, si direbbe in spagnolo “seria un aburrimiento” – come lo è osservando l’attore che dice solo le sue  battute a memoria-voila”.

Ad oggi, quale ruolo non hai ancora avuto modo di portare in scena?

Tanti, specialmente nei lavori classici di teatro. Però, il tempo sta passando e anche l’energia e alla fine la realtà è che, nonostante il teatro sia sempre il  teatro, per me non c’è niente di più eletrizzante che riuscire in una scena scritta da Dio, anche di pochi minuti, per il cinema o la tv. Soprattutto quando si crea la magia con un collega; quando la regia capisce gli attori e li lascia volare”.

Quali caratteristiche conservi delle tue origini italiane e quali dell’essere per metà canadese?

Mi piace dire questo in inglese: “My heart is Italian and my soul is Canadian”, che non ha bisogno di traduzione. Il mio cuore sarà sempre italiano però, essendo cresciuto dall’età di 10 anni in Canada, ho assorbito anche dei valori che mi permettono di azzardare, o meglio di non essere tanto cinico… perché il cinico conosce sempre il prezzo ma non necessariamente il valore. In tutto il vecchio continente si ha a volte un tipo di atteggiamento dove non vale neanche la pena di provarci nella vita, perché tanto il potente sarà sempre potente e i loro figli avranno sempre le migliori opportunità; e una parte di me li capisce . Ecco in questo io sono forse un po’ ingenuo e diverso, però per scelta. Credo nel lottare per scoprire chi siamo e perché esistiamo. Ai miei ragazzi dico sempre che la vita è come una stupenda e breve festa che finirà prima che se ne rendano conto. Anche se sarà doloroso scoprire chi siamo e perché stiamo qui su questa terra, è meglio farlo perché abbiamo solo un dovere: lasciare questo piccolo pianeta un po’ meglio di come l’abbiamo trovato”.

Chi sono gli attori che ammiri e con i quali ti piacerebbe lavorare?

“Per me sono quelli che hanno fatto ruoli difficili in teatro e che hanno la capacità di fare lo stesso al cinema o tv; che saltano facilmente da uno all’altro. Per questo ammiro tanti miei colleghi canadesi che sono poco conosciuti, a meno che non vanno a vivere negli USA. In Canada non abbiamo una nostra vera industria di cinema con volume che crea un sistema di “star” (a parte nel Québec, dove si lavora in francese e che è purtroppo un cinema troppo poco visto, nonostante qualche eccezione). Gli attori che ammiro con i quali mi piacerebbe lavorare, e che mi vengono al volo in mente (e sono sicuro che fra 5 minuti me ne ricorderò altri), sono l’argentino Riccardo Darin, l’australiano Geoffrey Rush, gli italiani Tony Servillo, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, gli spagnoli Javier Bardem, Elvira Minguez, l’austriaco Christoph Waltz, gli americani John Lithgow, Alan Arkin, gli inglesi Claire Foy, Daniel Day-Lewis e tanti tanti altri. Senza offesa, ovviamente, a quelli con i quali ho già avuto l’onore di lavorare”

Puoi anticiparci qualcosa dei tuoi progetti futuri?

Per scaramanzia direi di farmi questa domanda fra un mese. Il più tangibile progetto per ora è seguire, oltre la mia compagna Virginia, le mie stelle ossia i miei tre figli: Nicholas, Hanna  e Gabriel che, anche se hanno perso la loro mamma nel 2015, sono individualmente brillanti nei loro campi”.

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Intervista esclusiva ad Angela Bertamino: «Riportare in vita Viviana è stata una gioia...

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È attualmente tra i protagonisti nelle storie della soap opera “Un posto al sole” su Rai 3, senza dimenticare il film “Qui rido io” e la serie TV “I bastardi di Pizzofalcone 3“. Ha prestato il volto per alcune campagne pubblicitarie ed è molto attiva in ambito teatrale. Per il curriculum completo vi rimandiamo alla scheda ufficiale sul sito dell’agenzia. La nostra ospite di oggi è Angela Bertamino, che in una piacevole chiacchierata ci racconta un po’ di se e del suo lavoro.

Ciao Angela, è un piacere averti come nostra ospite. La nostra prima domanda, di rito, è un po’ sempre la stessa: descrivi te stessa, nella vita di tutti i giorni, quando sei lontana dai riflettori…

Non amo molto parlare del mio privato. Ad ogni modo conduco una vita molto semplice: studio, esco con le amiche, mi alleno molto e quando posso sto con la mia famiglia.

Nel tuo curriculum figurano diverse esperienze di vario genere, spaziando tra cinema, tv e teatro. Dove ti senti più a tuo agio?

A me piace recitare. Ci sono momenti in cui ho un maggiore bisogno del teatro e momenti in cui sento di avere necessità della macchina da presa. L’unica costante è la passione per la recitazione, nelle sue forme più svariate.

Hai fatto parte del cast di “Un posto al sole” nel 2019 e poi sei uscita di scena. Era già previsto un tuo ritorno o è stata una sorpresa anche per te?

È stata una bellissima sorpresa! Quando ho ricevuto la chiamata dalla produzione ero felicissima, tornare a portare in vita la mia Viviana è stata una gioia immensa per me. Certo, l’ho saputo con parecchi mesi di preavviso ed è stato difficilissimo tenere il segreto!!

Come ti hanno accolta sul set di Upas?

Upas è una famiglia a tutti gli effetti. Ti senti sempre a casa anche se era passato diverso tempo dall’ultima ripresa. Certo ora dato il covid le modalità di lavoro sono diverse, si deve sottostare a regole rigide di distanziamento e sicurezza, ma questo non mi ha impedito di percepire tutto il calore e l’affetto di staff e colleghi

Hai partecipato al film “Qui rido io” di Mario Martone, ci racconti qualcosa di questa tua esperienza cinematografica?

Una piccola partecipazione, ma per me una grande esperienza. Poter vivere un set come quello è una grande fortuna e ringrazio ogni secondo Mario Martone per aver scelto me tra le tante e avermi dato questa opportunità.

Come occupi il tuo tempo libero?

Tempo…libero? Scherzi a parte, mi piace rilassarmi a casa quando posso oppure andare in giro con le mie amiche più care. Cose semplici, davvero!

Qual è la cosa a cui tieni di più nella tua vita?

La famiglia. In particolare mia sorella minore. Il nostro legame è molto forte. È un mix di senso di protezione materno e amore fraterno.

A quale personaggio, tra i vari che hai interpretato, ti sei affezionata di più?

Tutti e nessuno. Li amo tutti chi per una cosa chi per un’altra. I personaggi sono parte di te, sono creature tue, dai a loro te stessa, ti doni: corpo, mente e anima in quel momento sono prestati. Per me è stupendo pensare che il mio sia un corpo prestato all’arte. Come se in fondo non fosse del tutto mio. E mi prendo cura di me stessa per poter offrire il meglio che posso ai miei personaggi, che prendono vita grazie a me.

Durante il lockdown dell’anno scorso come hai trascorso le tue giornate? Come ha cambiato le tue abitudini il Coronavirus?

Il lockdown ha cambiato tutti, fisicamente e mentalmente. Ho cercato di dare un ritmo e una scansione alle mie giornate, allenandomi costantemente, studiando, leggendo, apportando sempre qualcosa di costruttivo senza lasciare che il tempo mi scorresse addosso. Sono un tipo che senza far nulla non sa stare. Ho bisogno di trovare costantemente un senso alle mie giornate, di sentire sempre che in qualche modo mi sto migliorando in qualcosa.

*Foto di Giuseppe D’Anna

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Mostra del Cinema di Venezia, gli americani sul Red Carpet

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Basta Covid!!! La Mostra del Cinema di Venezia ritrova tutto il suo splendore. Mercoledì 1 settembre 2021, dopo un’edizione 2020 svogliata e pallida a causa della triste pandemia, la 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica torna in fervido vigore, con questo sapiente mix di grandi produzioni americane, cinema d’autore e glamour che ne ha fatto un trampolino di lancio imprescindibile per gli Oscar.

Grazie alla vaccinazione, quest’anno l’atmosfera promette di essere più leggera, anche se continuano ad applicarsi rigide misure sanitarie e il pass sanitario resta comunque obbligatorio.

La giuria 2021, è presieduta da Bong Joon-Ho, autorevole regista di “Parasite”, Palma d’oro 2019 e Oscar per il miglior film l’anno successivo, ospiti l’attrice franco-belga Virginie Efira e Chloé Zhao.

Dovrà decidere tra 21 film, di cui solo cinque firmati da registe donne, il Festival non riproducendo lo sforzo di parità iniziato lo scorso anno, dove 8 dei 18 film in concorso erano diretti da donne. In questione, il rallentamento della produzione, legato alla pandemia, che avrebbe impattato maggiormente sui registi, ha ricordato Alberto Barbera,
direttore della 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Tre film francesi in lizza: “Another World”, dramma sociale di Stéphane Brizé, “Lost Illusions”, dove Xavier Giannoli adatta Balzac, e “L’Evénement”, adattamento di un romanzo di Annie Ernaux sul tema dell’aborto, di Audrey Diwan, franco-libanese per la prima volta in concorso.

Ben rappresentato anche il cinema latinoamericano con “Competencia Oficial” dell’argentino Gaston Duprat e “Sundown” del messicano Michel Franco con un cast internazionale: Tim Roth e Charlotte Gainsbourg.

Il colosso dello streaming Netflix, sempre alla ricerca del perbenismo, rivendica un Leone d’Oro con due film, “La mano di Dio” dell’italiano Paolo Sorrentino, e soprattutto “Il potere del cane” di Jane Campion, Palma d’Oro nel 1993 con “La lezione di pianoforte”.

Alla cerimonia di chiusura dell’11 settembre molte star hanno potuto sfilare sul Red Carpet, da Kristen Stewart nei panni di Lady Diana in “Spencer” di Pablo Larrain, a Benedict Cumberbatch, Penelope Cruz e Antonio Banderas.

“Gli americani sono finalmente usciti dal loro ‘lockdown’ e sono prontissimi a ripartire”, ha sottolineato il direttore della Mostra, Alberto Barbera. “Nel complesso, la qualità dei film (presentati al festival) è stata superiore al solito, come se la pandemia avesse stimolato la creatività dei registi”, ha aggiunto con soddisfazione.

Al Lido saranno proiettati film provenienti da 59 Paesi del mondo e la corsa al “Leone d’Oro” si aprirà con “Madres Paralelas”, l’ultimo film di Pedro Almodovar, figura di spicco del cinema europeo.

Venezia, le acque del Canal Grande sono, per i caratteristici Palazzi che vi sono riflessi, come uno specchio a cui si affidano senza timore alcuno. Uno specchio che sa come nascondere ad arte, la verità delle rughe degli anni che trascorrono, mettendo in luce solo il segreto del ‘maquillage’ più affascinante e seducente…
(Mieczysław Kozłowski)

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Capri, un’estate all’insegna della normalità

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Sotto il radioso sole di Capri, potremmo quasi dimenticare la sconvolgente pandemia. La stagione turistica è in pieno svolgimento nella nostra romantica isola, situata al largo della splendida costa partenopea. Va specificato che Capri, è statatra le prime a vaccinare tutta la sua intera lungimirante popolazione, contro la triste e invalidante pandemia da Covid-19. Obiettivo: garantire la massima sicurezza ai propri graditissimi visitatori e sinceramente, questo “nobile” comportamento, sembra aver dato i suoi ottimi frutti.

“Il numero degli ospiti, qui è raddoppiato, se non triplicato, rispetto allo scorso anno. Quest’anno sulla nostra isola c’è movimento, c’è fervore, c’è gioia di rivivere i momenti persi e si vede. La stagione sembra “quasi” un’estate normale, come se nulla di anomalo fosse mai successo. Carpe diem.” Ci ha riferito con gioia e soddisfazione il titolare di un notissimo Hotel dell’isola…

L’economia dell’isola è basata sul turismo, un turismo che non si basa solo sulla stagione estiva, ma un turismo che copre tutti i mesi dell’anno… Come ovunque il ritardo per recuperare le stagioni in cui si era in trepidante attesa per ricominciare, è stato enorme per i professionisti del settore, che non si sono mai persi d’animo, attendendo l’inizio delle riaperture come si attende un lieto evento. Tra i visitatori occasionali, i turisti curiosi e gli “aficionados” in ogni caso, la magia opera il suo incantesimo. Capri resta Capri, nulla da eccepire… Se è vero che ci sono nel mondo isole belle come Capri, nessuna isola, nessuna al mondo può vantare una storia come quella di Capri. “Siamo davvero in vacanza e ci si sente bene e poi in effetti, a parte la mascherina che dobbiamo indossare regolarmente, l’igiene, le misure di sicurezza sanitarie, beh, non abbiamo l’impressione che tutto ciò invada le nostre vacanze, al contrario è una giusta maniera rispettosa di vivere fra la gente.” Ci testimonia un turista tedesco.

A livello nazionale, l’Italia dovrebbe avere 7,2 milioni di arrivi di turisti fra giugno e settembre, con un aumento di oltre il 15% rispetto all’estate 2020, secondo alcune stime. In ogni caso, il settore del turismo non dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia prima della fine del 2023 e sicuramente nemmeno all’inizio del 2024.

“Sbirciamo” un po’ sull’isola di Capri.Nello splendido Golfo di Napoli fa capolino una perla iridescente: è Capri, residenza estiva molto apprezzata già in epoca romana, terra di poeti, scrittori e personaggi leggendari. La famosa Piazzetta di Capri è il tipico punto di partenza per visitare la splendida isola. A Capri tutto è molto suggestivo: dagli spettacolari  Giardini di Augusto  degli anni Trenta alla Certosa di San Giacomo, alle meravigliose Ville Fiorite tra cui spicca Villa Jovis, famosa residenza dell’imperatore Tiberio che domina l’intero Golfo di Napoli, la Costiera Amalfitana e il porto di Marina Grande.

Per chi ama il mare cristallino, la famosa  Grotta Azzurra  di Anacapri è una meta imperdibile, proprio come i  Faraglioni, tre cime sommerse nel mare sopravvissute allo smottamento della costa e che creano un suggestivo effetto scenografico sullo splendido paesaggio.
Al tramonto, Capri può essere vissuta sotto forma di romantiche passeggiate al chiaro di luna e succulenti cene in ristoranti tipici che propongono con maestria specialità culinarie locali…

Poesia di Pablo Neruda 
Chioma di Capri

Capri, regina di rocce, 
nel tuo vestito 
color giglio e amaranto 
son vissuto per svolgere 
dolore e gioia, la vigna 
di grappoli abbaglianti 
conquistati nel mondo, 
il trepido tesoro 
d’aroma e di capelli, 
lampada zenitale, rosa espansa, 
arnia del mio pianeta.

Vi sbarcai in inverno. 
La veste di zaffiro 
custodiva ai suoi piedi, 
e nuda sorgeva in vapori 
di cattedrale marina. 
Una bellezza di pietra. In ogni 
scheggia della sua pelle rinverdiva 
la primavera pura 
che celava un tesoro tra le crepe. 
Un lampo rosso e giallo 
sotto la luce tersa 
giaceva sonnolento 
aspettando 
di scatenare la sua forza. 
Sulla riva di uccelli immobili, 
in mezzo al cielo, 
un grido rauco, il vento 
e la schiuma indicibile. 
D’argento e pietra è la tua veste, appena 
erompe il fiore azzurro a ricamare 
il manto irsuto 
col suo sangue celeste. 
Solitaria Capri, vino 
di chicchi d’argento, 
calice d’inverno, pieno 
di fermento invisibile, 
alzai la tua fermezza, 
la tua luce soave, le tue forme, 
e il tuo alcol di stella 
bevvi come se adagio 
nascesse in me la vita.

Isola, dai tuoi muri 
ho colto il piccolo fiore notturno 
e lo serbo sul petto. 
E dal mare, girando intorno a te, 
ho fatto un anello d’acqua 
che è rimasto sulle onde 
a cingere le torri orgogliose 
di pietra fiorita, 
le cime spaccate 
che ressero il mio amore 
e serberanno con mani implacabili 
l’impronta dei miei baci.

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Attualità

“Notte delle Regine” alle Reggia di Caserta, apertura straordinaria il 13 Agosto

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Sabato 13 Agosto 2021, la Reggia di Caserta aprirà straordinariamente le porte degli Appartamenti Reali dalle 19:30 alle 23:30, con l’ultimo ingresso fino alle 22:45.

In un’atmosfera intima e suggestiva, il cannocchiale, la Scala Reale, il vestibolo superiore e gli Appartamenti Reali saranno al centro di una narrazione che vedrà protagonista la regina Maria Carolina d’Asburgo, in occasione del suo compleanno. L’iniziativa, intitolata “Notte delle Regine”, è stata inserita nel Piano di valorizzazione della Reggia di Caserta ed è curata da Nadia Verdile. Le musiche sono affidate all’associazione Jervolino.

Il costo del biglietto 3 euro, acquistabile solo in loco dall’ingresso di Piazza Carlo di Borbone, dalle 19:30 del 13 agosto. Non c’è prenotazione o prevendita. È necessario essere in possesso della certificazione verde (Green Pass). Il numero degli ingressi sarà limitato nel rispetto delle misure anti Covid 19. Raggiunto il numero massimo non sarà consentito alcun ulteriore accesso. Si precisa che l’iniziativa riguarda soltanto gli Appartamenti Reali, pertanto il Parco Reale resterà chiuso.

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Coronavirus

Bollettino Coronavirus di Martedì 29 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,35%

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In data 29 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,01% (ieri +0,009%) con 4.259.133 contagiati totali, 4.078.767 dimissioni/guarigioni (+2.493) e 127.542 deceduti (+42, dei quali 22 comunicati dalla Campania e relativi al periodo novembre 2020 – maggio 2021); 52.824 infezioni in corso (-1.858). Ricoverati con sintomi -47 (1.676); terapie intensive -19 (270) con 9 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 190.635 tamponi totali (ieri 75.861) di cui 86.253 molecolari (ieri 37.644) e 104.382 test rapidi (ieri 37.409) con 45.214 casi testati (ieri 22.236); 679 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,35% (ieri 0,51% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,50% (ieri 1,74% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 117; Sicilia 99; Lombardia 98; ; Puglia 59; Lazio 46; Veneto 38; Emilia Romagna 36; Piemonte 31; Toscana 18. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,005%) con 30.085 tamponi totali (ieri 9.548) di cui 13.858 molecolari (ieri 6.861) e 16.227 test rapidi (ieri 2.597) con 10.993 casi testati (ieri 5.679); 98 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,32% (ieri 0,48% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 0,89% (ieri 0,81% – target 3%); 841.696 contagiati totali; ricoverati -2 (248); terapie intensive -9 (52) con 2 nuovi ingressi del giorno; 33.778 decessi (+3).

Rispondiamo oggi alle molte domande ricevute a proposito di uno studio, che ha avuto risonanza nelle notizie di ieri, che confermerebbe la possibilità di una immunizzazione di lunghissima durata (forse a vita) nei soggetti che hanno ricevuto la vaccinazione con vaccini a mRna. Abbiamo scritto “confermerebbe” perché lo studio in oggetto (Turner, Kim e altri: “SARS-CoV-2 infection induces long-lived bone marrow plasma cells in humans) pubblicato su Nature lo scorso 24 maggio non prende in considerazione i soggetti vaccinati. Si basa infatti sull’analisi del sangue di 77 pazienti, di età compresa tra 21 e 69 anni, che hanno contratto l’infezione in forma lieve.

A questi è stato eseguito un prelievo dopo 1, 4, 7 e 11 mesi dalla comparsa dei sintomi. Più in particolare lo studio si è concentrato sull’esame dei campioni del midollo osseo prelevato a 18 soggetti convalescenti a distanza di 7-8 mesi dall’infezione, oltre a 11 volontari sani di età compresa tra 23 e 60 anni. I campioni di midollo per il follow up (controllo periodico) sono stati raccolti su 5 dei 18 donatori convalescenti, e su 1 degli 11 soggetti sani. Da questi dati, in estrema sintesi e semplificando al massimo vista l’estrema complessità e specificità dell’argomento, i ricercatori hanno trovato conferma che le plasmacellule del midollo osseo sono una fonte duratura nel tempo di anticorpi contro il Sars-CoV-2. Ottima notizia, che dobbiamo però prendere con qualche cautela: non solo per i limiti che gli stessi ricercatori mettono in luce descrivendo i risultati (qualsiasi studio serio è realizzato così) ma anche per l’esiguità del campione considerato.

Da tempo gli immunologi studiano la possibilità di una immunità duratura contro il Sars-CoV-2 legata non alla produzione immediata di anticorpi (indotta dal contagio o stimolata dalle vaccinazioni) ma alla permanenza di una memoria immunitaria in grado di estendere il proprio effetto di protezione nell’arco del tempo: anni, o forse tutta la vita. Per quanto riguarda l’effetto delle vaccinazioni, però, lo studio non dice nulla e i ricercatori proseguiranno le ricerche proprio in questa direzione. Possiamo sintetizzare le conoscenze attuali: i vaccini proteggono? Sì, in modo ottimale soprattutto contro il rischio di forme sintomatiche e il rischio di decesso (si veda domani l’analisi approfondita di questa settimana sulla base dei dati Uk). Per quanto tempo lo fanno? Non lo sappiamo, ma individui vaccinati da circa 11 mesi (partecipanti ai trials del 2020) confermano che la protezione dura “almeno” 11 mesi. Solo con il passare del tempo sapremo quanti mesi, o anni, si aggiungeranno. È lecito sperare che l’immunità abbia una durata a vita? Sì, ma per ora non ci sono conferme. Viste le caratteristiche del Sars-CoV- 2, che è molto efficace nel produrre varianti più diffusive e con manifestazioni cliniche più gravi delle precedenti, il futuro più probabile sembra quello di uno o più richiami da effettuare per mantenere inalterata la protezione raggiunta. Quanti richiami, e quando farli, lo scopriremo solo con il passare del tempo.

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Attualità

Martha J. & Chebat Quartet Plays the Beatles: un concerto da non perdere nel Cortile...

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Domenica 4 luglio alle 21, nel cortile dei Gelsi del Castello Visconteo di LegnanoMartha J. & Chebat Quartet aprono la stagione estiva del Teatro Tirinnazi, presentando finalmente in concerto il loro nuovo album “Plays the Beatles”, un omaggio ai Beatles in chiave jazz acustico, con Martha J. (voce), Francesco Chebat (pianoforte), Roberto Piccolo (contrabbasso) e Gionata Giardina (batteria).

“Martha J. & Chebat Quartet Plays the Beatles” è un progetto firmato dalla cantante Martha J. e dal pianista Francesco Chebat: progetto che si è concretizzato il 19 marzo scorso con la pubblicazione di un album e che ha visto, a partire dal dicembre 2020, la pubblicazione di video con le canzoni contenute nell’album, registrate live in studio.

Un progetto che ha ricevuto un’ottima accoglienza sia sal pubblico che dalla critica, e che finalmente viene presentato dal vivo, dopo mesi di assenza dalle scene a causa del lock down: si preannuncia una serata carica di emozioni e di grande musica.

Il concerto si terrà all’aperto, in una struttura covid free.

Per informazioni e prenotazioni: http://www.teatrotirinnanzilegnano.it/marthaj.html

Volete un’anticipazione? Visitate il canale YouTube di Martha J. & Chebat e gustatevi tutti i video del progetto Plays the Beatles pubblicati finora!

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 28 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,51%

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In data 28 giugno, con il consueto calo che segue il fine settimana, l’incremento nazionale dei casi è +0,009% (ieri +0,01%) con 4.258.456 contagiati totali, 4.076.274 dimissioni/guarigioni (+2.839) e 127.500 deceduti (+28); 54.682 infezioni in corso (-2.480). Ricoverati con sintomi -20 (1.723); terapie intensive -5 (289) con 5 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 75.861 tamponi totali (ieri 138.391) di cui 37.644 molecolari (ieri 62.622) e 37.409 test rapidi (ieri 75.769) con 22.236 casi testati (ieri 38.080); 389 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,51% (ieri 0,56% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,74% (ieri 2,05% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 84; Emilia Romagna 64; Lazio 52; Campania 48; Lombardia 46; Toscana 33; Veneto 20; Piemonte 14; Puglia 9. In Lombardia curva +0,005% (ieri +0,01%) con 9.548 tamponi totali (ieri 26.438) di cui 6.861 molecolari (ieri 13.262) e 2.597 test rapidi (ieri 13.176) con 5.679 casi testati (ieri 11.686); 46 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,48% (ieri 0,45% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 0,81% (ieri 1,01% – target 3%); 841.598 contagiati totali; ricoverati -8 (250); terapie intensive -1 (61) con 1 nuovo ingresso del giorno; 33.775 decessi (+1).

I numeri dell’epidemia iniziano a essere condizionati in modo consistente dalla progressione della campagna vaccinale, con la messa in protezione dei più anziani: l’86% degli over 80 (dati ufficiali alla mattina del 28 giugno) ha completato il ciclo con doppia dose o vaccino monodose; il 53,1% tra i 70 e 79 anni; il 45,7% tra 60 e 69. Restano ovviamente meno protette le fasce più giovani, in particolare al di sotto dei 50 anni dove la percentuale di soggetti che ha completato il ciclo vaccinale scende a livelli molto bassi: il 20,4% tra 40 e 49 anni; il 16,1% tra 30 e 39; il 13,5% tra 20 e 29; il 2,1% tra 12 e 19 anni. Come conseguenza stiamo registrando il calo dell’età mediana dei soggetti con infezione Covid-19 confermata: 36 anni nelle due settimane 7-20 giugno, con la maggioranza dei casi nella fascia 19-50 (51,3%). Ovvero tra i soggetti con una socialità più elevata, che nel periodo estivo saranno il bacino ideale per la diffusione della variante delta.

Ricordiamo 2 punti importanti: 1) Al di sotto dei 12 anni non è possibile vaccinare, non essendoci un vaccino approvato per questa fascia di età. 2) La variante delta, che si sta rapidamente diffondendo, viene contrastata con scarsa efficacia dalla singola dose di vaccino ed è quindi fondamentale vaccinare in modo completo il maggior numero possibile di persone.

Tornando ai dati, in questa fase dell’epidemia prosegue l’anomalia della ripartizione dei nuovi casi sbilanciata verso il sesso maschile (50,8% contro 49,2%): anomalia che in passato ha coinciso con le fasi di espansione del contagio. Il calo dei casi sta finalmente rendendo possibile l’attuazione delle attività di contact tracing: che per la prima volta dopo mesi, nel periodo 7-20 giugno, hanno rappresentato il primo motivo (34%) che ha portato all’esecuzione del test. I soggetti testati perché sintomatici scendono al 30,9%, mentre il 19,7% dei tamponi è stato eseguito nell’ambito delle attività di screening.

Parallelamente, con l’inizio della stagione turistica, torna a crescere il numero dei casi importati dall’estero: ora all’1%, contro lo 0,5% del periodo 31 maggio – 13 giugno. Un dato ancora modesto, che però merita una segnalazione in attesa di ulteriori conferme della tendenza. Chiudiamo con un aspetto molto importante: pur senza una precisa indicazione numerica, l’Iss comunica che la maggior parte dei casi segnalati in Italia tra il 7 e il 20 giugno sono stati identificati in “soggetti non vaccinanti”.

Più precisamente, spiega l’Iss, sono i soggetti che “non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino Sars-CoV-2, o che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino mono dose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino”. In queste parole troviamo piena conferma a quanto scriviamo da tempo: dobbiamo considerare vaccinati solo i soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale. Tutti gli altri per l’Iss, che lo mette nero su bianco, rientrano nella categoria dei “non vaccinati”: al di là delle comunicazioni rassicuranti che parlano di “almeno una dose ricevuta” (criterio che valeva con la variante alfa, non con la delta) o calcolano le percentuali della popolazione vaccinata escludendo gli under 12 (che non possono essere vaccinati, ma possono essere infettati). Una classificazione, quella dell’Iss, che il Sars-CoV-2 se mai potesse farlo sottoscriverebbe alla lettera.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 27 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,56%

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In data 27 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,01% (ieri +0,01%) con 4.258.069 contagiati totali, 4.073.435 dimissioni/guarigioni (+1.336) e 127.472 deceduti (+14); 57.162 infezioni in corso (-570). Ricoverati con sintomi -28 (1.743); terapie intensive -4 (294) con 10 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 138.391 tamponi totali (ieri 224.493) di cui 62.622 molecolari (ieri 80.427) e 75.769 test rapidi (ieri 144.066) con 38.080 casi testati (ieri 54.030); 782 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,56% (ieri 0,37% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,05% (ieri 1,55% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 119; Sicilia 111; Campania 95; Lazio 93; Emilia Romagna 61; Veneto 43; Toscana 35; Puglia 33; Piemonte 31. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,01%) con 26.438 tamponi totali (ieri 36.699) di cui 13.262 molecolari (ieri 15.022) e 13.176 test rapidi (ieri 21.677) con 11.686 casi testati (ieri 14.298); 119 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,45% (ieri 0,31% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,01% (ieri 0,80% – target 3%); 841.552 contagiati totali; ricoverati -11 (258); terapie intensive -2 (62) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.774 decessi (+2).

Da domani, 28 giugno, cessa l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto, sebbene come al solito con una lunga serie di eccezioni, precisazioni e raccomandazioni. Un semplice sì o no sarebbe stato meglio (probabilmente) e più comprensibile (sicuramente). Nel momento attuale dell’epidemia, con il rischio (meglio dire la certezza) di una rapida crescita dei casi legati alla variante delta, la decisione suscita molte perplessità: perché di fatto l’eliminazione delle mascherine comporta una più facile diffusione di una variante che sappiamo essere molto più diffusiva delle precedenti. Una facilitazione di cui il Sars-CoV-2 non ha bisogno.

Abbiamo di fronte due possibilità teoriche: 1) L’aumento dei casi da variante delta all’interno di un numero totale di nuovi positivi stabile o in riduzione. 2) L’aumento dei casi da variante delta con un numero totale di nuovi positivi in crescita (l’esempio inglese porta in questa direzione).

Nella prima ipotesi avremo un peso percentuale crescente delle infezioni da variante delta, senza però ricadute al rialzo sull’andamento epidemico attuale. Nel secondo non solo la variante diventerà prevalente, ma spingerà verso l’alto anche il numero delle infezioni, dei ricoveri e dei decessi. Proprio come sta accadendo in Uk: anche se la giovane età dei contagiati e l’elevata copertura vaccinale mitigano (non annullano) l’incremento dei ricoveri e dei decessi su valori più contenuti rispetto alle ondate precedenti.

In ogni caso il “via le mascherine” cade in un momento delicato, con la variante delta ormai prossima al 20% a livello nazionale: con l’Iss che torna a ipotizzare, se necessario, il ritorno delle zone rosse e la possibilità di rimettere le mascherine (ieri il professor Brusaferro). Vediamo qualche numero. Punto primo, la capacità diffusionale: la variante delta ha un R0 di 5,0 (stime conservative) contro il 3,0 della variante alfa. Questo significa che un singolo positivo, dopo 5 passaggi, può generare 3.906 contagiati contro 364. Punto secondo, la pericolosità dell’infezione: i due studi più approfonditi, condotti in Uk sui casi confermati nel periodo marzo-maggio 2021, stimano che chi contrae la malattia indotta da variante delta ha un rischio aumentato di ospedalizzazione (hazard ratio: 2,61) rispetto ai contagiati dalla variante precedente: ossia ogni 100 ricoverati con la variante alfa, ne abbiamo 261 con quella delta.

Per quanto riguarda il rischio di ricorrere a cure intensive l’hazard ratio è 1,67: ogni 100 ricoverati in terapia intensiva a causa della variante alfa, ne abbiamo 167 a causa della variante delta. A titolo personale, pur con il ciclo vaccinale completato da tempo, da domani continueremo a indossare la mascherina Ffp2 togliendola solo quando la distanza da altre persone non conosciute sarà (stabilmente) di molto superiore al metro prescritto. Le epidemie non si combattono con misure popolari, che peraltro rischiano di essere provvisorie come è accaduto in passato con zone gialle e bianche tornate rapidamente rosse, ma con misure necessarie: che possibilmente limitino la circolazione del virus invece di favorirla. Nelle prossime settimane seguiremo attentamente l’evoluzione della situazione.

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Bollettino Coronavirus di Sabato 26 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,37%

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In data 26 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,01% (ieri +0,01%) con 4.257.289 contagiati totali, 4.072.099 dimissioni/guarigioni (+3.301) e 127.458 deceduti (+40, dei quali 20 non comunicati in precedenza dalla Regione Campania e relativi al periodo aprile-giugno); 57.732 infezioni in corso (-2.503). Ricoverati con sintomi -128 (1.771); terapie intensive -8 (298) con 9 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 224.493 tamponi totali (ieri 192.541) di cui 80.427 molecolari (ieri 71.542) e 144.066 test rapidi (ieri 115.999) con 54.030 casi testati (ieri 42.411); 838 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,37% (ieri 0,39% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,55% (ieri 1,77% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 127; Lombardia 115; Sicilia 111; Lazio 79; Emilia Romagna 65; Puglia 58; Toscana 52; Veneto 38; Piemonte 37. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,01%) con 36.699 tamponi totali (ieri 33.328) di cui 15.022 molecolari (ieri 15.380) e 21.677 test rapidi (ieri 17.948) con 14.298 casi testati (ieri 12.325); 115 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,31% (ieri 0,40% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 0,80% (ieri 1,08% – target 3%); 841.433 contagiati totali; ricoverati -29 (269); terapie intensive +1 (64) con 2 nuovi ingressi del giorno; 33.772 decessi (+5).

Come ogni sabato facciamo il punto sulla settimana epidemiologica appena conclusa (19-25 giugno) che conferma la fase di contrazione dell’epidemia: 5.549 i casi rilevati (-39,3% sulla settimana precedente) con una media quotidiana di nuove infezioni che scende da 1.306 a 792. Oltre all’evidente stagionalità del virus (le dinamiche sono sovrapponibili a quelle del 2020 nello stesso periodo) gioca a nostro favore il procedere della campagna vaccinale, che ha già messo in sicurezza buona parte della popolazione più a rischio (con effetti su ricoveri e decessi) e più in generale riduce il numero degli individui suscettibili all’infezione.

A pesare negativamente è invece il basso numero di test eseguiti: 1.253.907 nel periodo considerato, con un calo del 38,8% dai valori massimi (2.051.720 nella settimana 10-16 aprile). Situazione che inevitabilmente finisce con il mascherare la circolazione del virus, esattamente come il basso numero di sequenziamenti (500 alla settimana su base nazionale) impedisce di avere una visione aggiornata della diffusione delle varianti. Per capire la dimensione del problema basta considerare che in Uk, nell’ultima settimana, sono stati eseguiti 6.558.775 test tampone con un livello di sequenziamento che supera i 1.000 campioni al giorno. Quanti casi troveremmo in Italia, e quante varianti, con un’attività di ricerca di queste dimensioni? Tornando ai dati ufficiali della settimana 19-25 giugno registriamo anche il calo dei ricoverati in area medica (da 2.680 a 1.899); dei ricoverati in terapia intensiva (da 416 a 306) e soprattutto dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva (da 117 a 65).

La dinamica di riduzione dell’epidemia viene confermata anche a livello regionale: in Lombardia 957 nuovi casi (-31,5% sulla settimana precedente); in Campania 702 (-26,4%); in Emilia Romagna 475 (-26,4%); in Veneto 307 (-33,8%). Gli occhi sono inevitabilmente puntati sul prossimo autunno: quando la variante delta (o quella che l’avrà soppiantata) sarà diventata prevalente; quando il virus tornerà ad avere la stagionalità a suo favore; e quando una parte della popolazione, impossibilitata a vaccinarsi o volontariamente non vaccinata, dovrà necessariamente affrontare il problema della Covid-19. Non è lecito attendersi una replica di quanto abbiamo vissuto nel passato, ma non sarà una passeggiata. Soprattutto se, senza testate e sequenziare, ci arriveremo a fari spenti.

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 25 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,39%

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In data 25 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,01% (ieri +0,01%) con 4.256.451 contagiati totali, 4.068.798 dimissioni/guarigioni (+2.769) e 127.418 deceduti (+56; dei quali 21 della Regioni Puglia non comunicati tra marzo e maggio); 60.235 infezioni in corso (-2.074). Ricoverati con sintomi -128 (1.899); terapie intensive -22 (306) con 8 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 192.541 tamponi totali (ieri 188.191) di cui 71.542 molecolari (ieri 82.676) e 115.999 test rapidi (ieri 105.515) con 42.411 casi testati (ieri 11.429); 753 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,39% (ieri 0,49% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,77% (ieri 8,11% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 134; Lazio 91; Campania 77; Puglia 68; Sicilia 67; Emilia Romagna 57; Toscana 42; Piemonte 35; Veneto 35. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,01%) con 33.328 tamponi totali (ieri 32.837) di cui 15.380 molecolari (ieri 18.358) e 17.948 test rapidi (ieri 14.479) con 12.325 casi testati (ieri 11.674); 134 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,40% (ieri 0,47% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,08% (ieri 1,32% – target 3%); 841.318 contagiati totali; ricoverati -23 (298); terapie intensive -2 (63) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.767 decessi (+2).

Oggi il tema è la “variante delta”, che in Italia sembriamo aver improvvisamente scoperto con sorpresa. Quando da tempo (lo abbiamo scritto più volte) era chiaro sia che sarebbe inevitabilmente arrivata, sia che il suo destino è quello di diventare prevalente perché più diffusiva della precedente. Sorprendersi ora è come restare stupiti davanti al puntuale sorgere del Sole. Per capire quanto sia diverso il nostro atteggiamento rispetto a quello di altri Paesi possiamo guardare all’Australia: dove con 65 casi di variante delta in due settimane è stato deciso un lockdown localizzato (fabbriche incluse) in quattro aree della capitale, Sidney. Oppure a Israele: dove, nonostante il 60% della popolazione già vaccinata con doppia dose (in Italia siamo al 28%), è stata fatta una rapida retromarcia tornando a imporre l’uso delle mascherine al chiuso proprio per contrastare sul nascere la diffusione della variante delta, che rappresenta il 70% dei nuovi casi. Che una sola dose di vaccino abbia meno efficacia contro la variante delta (si vedano i Bollettini epidemiologici dell’Oms) è noto da tempo: in particolare quello di AstraZeneca (efficacia 33%).

Un valore che si riferisce al rischio di infezione, ossia alla possibilità di contrarre la malattia. Con doppia dose (AstraZeneca incluso) i vaccini mostrano invece un’efficacia simile a quella verificata contro le varianti precedenti, superiore al 90% contro il rischio di malattia grave e di decesso. È pertanto scorretto mescolare le due cose e parlare di “rischio variante delta” per la campagna vaccinale (vedremo i risultati degli studi in corso nella prossima analisi settimanale). Anche perché i vaccini sono stati approvati per la loro capacità di ridurre il rischio di ricovero e di decesso, non di interrompere la catena del contagio. Il rischio è invece reale per chi non vuole (o non può) vaccinarsi, e parzialmente per chi ha ricevuto una sola somministrazione, in particolare con vaccino AstraZeneca, ed è in attesa della seconda. Ma ripetiamo, dopo la doppia dose i vaccini funzionano benissimo contro il rischio di ricovero, di malattia grave e di decesso.

Per questo motivo in Uk (dove la variante delta è ormai al 95%) stiamo assistendo a un forte aumento delle nuove infezioni giornaliere, ma non a un parallelo e uguale incremento dei ricoveri in ospedale e dei decessi. Purtroppo in Italia pesano negativamente il basso numero dei test eseguiti, peraltro in progressivo e ulteriore calo, e il basso numero di sequenziamenti che impediscono di avere una visione completa della diffusione delle nuove infezioni e delle varianti che le causano. Per questo motivo sarebbe fondamentale: 1) Mantenere misure di contenimento facilmente applicabili per la popolazione: mascherine sì o no, piuttosto che “mascherine sì a patto che…”, oppure “mascherine no, a patto che…”, legate a criteri di valutazione (come la misurazione della distanza o il concetto di assembramento) lasciati alla libera interpretazione e sensibilità del singolo. 2) Procedere a chiusure in presenza di nuovi focolai (zone rosse e lockdown mirati quando necessari); 3) Vaccinare rapidamente, con doppia dose, la quota più elevata possibile di popolazione: diminuendo gli intervalli tra prima e seconda somministrazione, in precedenza dilatati sulla base dell’esperienza inglese. Che aveva funzionato con la variante alfa, per poi fallire con quella delta: a dimostrazione che l’immunologia creativa non si fa a epidemie in corso, soprattutto in presenza di un virus come il Sars-CoV-2 che ha dimostrato di saper produrre con una certa frequenza varianti più diffusive e in grado di crearci problemi. Comunque niente panico (i vaccini in doppia dose funzionano benissimo) e soprattutto nessun inutile allarmismo mescolando dati differenti. Se e quando ci saranno novità, sulla base dei dati scientifici, non mancheremo come abbiamo sempre fatto di riportarle: dicendo la verità, anche se scomoda.

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 24 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,49%

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In data 24 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,01% (ieri +0,02%) con 4.255.700 contagiati totali, 4.066.029 dimissioni/guarigioni (+6.566) e 127.362 deceduti (+28); 62.309 infezioni in corso (-6.315). Ricoverati con sintomi -113 (2.027); terapie intensive -16 (328) con 12 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 188.191 tamponi totali (ieri 198.031) di cui 82.676 molecolari (ieri 104.198) e 105.515 test rapidi (ieri 93.833) con 11.429 casi testati (dato che risente del ricalcolo, ieri 49.813); 927 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,49% (ieri 0,48% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,11% (dato che risente del ricalcolo, ieri 1,90% – target 3%). Tutti i dati di oggi sono aggiornati correttamente come totali da inizio emergenza; le incongruenze in termini assoluti e percentuali rispetto a ieri risentono (solo oggi) dei ricalcoli eseguiti dalle Regioni Abruzzo, Friuli e Veneto. Prosegue quindi l’aggiornamento dei dati in precedenza errati, iniziato a metà giugno con la Campania.

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 155; Sicilia 119; Campania 112; Lazio 97; Toscana 73; Emilia Romagna 72; Puglia 42; Piemonte 36; Veneto 35. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,01%) con 32.837 tamponi totali (ieri 32.980) di cui 18.358 molecolari (ieri 18.653) e 14.479 test rapidi (ieri 14.327) con 11.674 casi testati (ieri 11.104); 155 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,47% (ieri 0,39% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,32% (ieri 1,17% – target 3%); 841.184 contagiati totali; ricoverati -29 (321); terapie intensive -7 (65) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.765 decessi (+4).

Settima settimana consecutiva di calo per l’epidemia a livello mondiale, secondo il Bollettino epidemiologico dell’Oms relativo al periodo 14-20 giugno: i nuovi casi sono stati 2.520.685 (-5,0% sul periodo precedente). In calo anche i decessi: 64.075 (-11,6%). Una lettura più approfondita dei dati disponibili rivela che la diminuzione dei nuovi casi sta iniziando a rallentare, dopo 5 settimane chiuse con valori in doppia cifra: e che questo effetto si deve in particolare alla stabilizzazione del contagio nelle zone di monitoraggio Americhe e Pacifico Occidentale, dove la riduzione si è arrestata. Prosegue invece nel Sud Est Asia (-21%) e in modo meno vigoroso in Europa (-6%). In forte crescita al contrario, seppur con valori assoluti limitati, le nuove infezioni in Africa (+39%) e in modo marginale (+2%) nel Mediterraneo Orientale. Qualche indicazione interessante si ricava anche dalla classifica dei 5 Paesi che hanno registrato il maggior numero di casi (in valori assoluti).

Al primo posto troviamo il Brasile, con 505.344 nuovi casi e una crescita dell’11% sulla settimana precedente; seguono India (441.976; -30%); Colombia (193.907; +10%); Argentina (149.673; -16%) e Russia (108.139; +31%). Non è un caso che tutti questi Paesi presentino un livello di vaccinazioni molto basso. Seguendo lo stesso ordine precedente partiamo dal Brasile: il 31,7% della popolazione ha ricevuto la prima dose, ma solo l’11,7% anche la seconda (che garantisce protezione completa). Troviamo poi l’India (17,7% con prima dose e 3,8% con ciclo completo); Colombia (20,8% e 10,3%); Argentina (33,1% e 8,4%) e Russia (14,1% e 10,8%). Al di là delle considerazioni sulla stagionalità del virus, che in questo momento trova la sua collocazione ideale nell’emisfero australe (dove l’inverno è iniziato da 4 giorni) appare abbastanza evidente come il Sars-CoV-2 stia circolando soprattutto in due bacini preferenziali: i Paesi con bassa copertura vaccinale e i Paesi che sono stati toccati in modo marginale dalla prima ondata epidemica.

Ma con la variante delta (ex indiana) ormai diffusa in 85 Paesi (79 la scorsa settimana) diventano un target importante anche i soggetti vaccinati con una singola dose, come sta accadendo in Uk,: in particolare del vaccino AstraZeneca, in relazione al quale l’Oms rileva una significativa riduzione della protezione in chi ha ricevuto solo la prima dose. Dopo la singola dose di vaccino Pfizer-BioNTech, secondo le valutazione attuali dell’Oms, la riduzione sembra invece essere minima rispetto ai livelli riscontrati contro la variante alfa. La protezione diventa completa anche contro la variante delta, per entrambi i vaccini, dopo la somministrazione della seconda dose: motivo che dovrebbe spingere a una forte accelerazione del completamento del ciclo vaccinale, al momento impostato in molti Paesi esattamente al contrario, ossia su un allungamento dell’intervallo tra prima e seconda dose. Delle varianti virali, e delle possibili ricadute a livello clinico ed epidemiologico, parleremo diffusamente nell’analisi approfondita della prossima settimana.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 23 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,48%

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In data 23 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,02% (ieri +0,01%) con 4.255.434 contagiati totali, 4.059.463 dimissioni/guarigioni (+5.455) e 127.352 deceduti (+30); 68.619 infezioni in corso (-4.345). Ricoverati con sintomi -149 (2.140); terapie intensive -18 (344) con 4 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 198.031 tamponi totali (ieri 192.882) di cui 104.198 molecolari (ieri 93.057) e 93.833 test rapidi (ieri 99.825) con 49.813 casi testati (ieri 48.575); 951 positivi (target 4.311) dei quali 193 relativi al periodo febbraio-maggio 2021 e non precedentemente comunicati dalla Regione Liguria; rapporto positivi/tamponi totali 0,48% (ieri 0,43% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,90% (ieri 1,71% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 158; Lombardia 131; Campania 110; Lazio 97; Puglia 63; Emilia Romagna 55; Piemonte 51; Toscana 50; Veneto 49. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,01%) con 32.980 tamponi totali (ieri 27.289) di cui 18.653 molecolari (ieri 13.424) e 14.327 test rapidi (ieri 13.865) con 11.104 casi testati (ieri 10.342); 131 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,39% (ieri 0,46% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,17% (ieri 1,21% – target 3%); 841.029 contagiati totali; ricoverati -39 (350); terapie intensive -1 (72) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.761 decessi (+3).

La cautela con cui, da sempre, cogliamo i segnali positivi tenendo parallelamente conto delle possibili evoluzioni sfavorevoli, risponde a due principi chiave (non solo per l’epidemiologia). 1) Non ci si deve limitare a prendere atto della situazione contingente, ma si devono elaborare tutti gli scenari ipotizzabili preparando contromisure che possano funzionare anche contro quello peggiore. Con la speranza di non usarle mai. Un po’ come dicevano gli antichi romani: “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra. 2) Non si deve partire dall’assunto che tutto funzionerà alla perfezione, ma dal suo esatto contrario: sicuramente qualcosa non andrà come previsto.

Ne troviamo dimostrazione, proprio oggi, da uno spunto di cronaca che riguarda il focolaio da variante delta da poco individuato nella zona di Piacenza (Emilia Romagna): 25 positivi individuati, tutti non vaccinati. Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ospite della trasmissione Mattino 5 ha dichiarato: “In Gran Bretagna vediamo che la variante delta un po’ di spavento lo crea, può fare paura, ma se si è vaccinati fa molta, molta meno paura. E il fatto che in Emilia-Romagna riusciamo a sequenziare tutti ci aiuta a intervenire più rapidamente possibile”. A pochi minuti di distanza, in collegamento con la stessa trasmissione, il direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda sanitaria locale di Piacenza, Marco Delledonne, lanciava l’allarme: “Abbiamo contattato circa 800 persone per sottoporsi a tampone nell’ambito del contact tracing del coronavirus per il focolaio di variante delta nel Piacentino, ma di queste quasi 300 devono ancora presentarsi. Stiamo attivando anche le forze dell’ordine locali per rintracciarli perché non si fanno trovare”.

Il problema, a quanto pare, sarebbe legato alla volontà di sfuggire al test per non rischiare di saltare le vacanze. Come dicevamo, non bisogna mai pensare che tutto funzionerà alla perfezione, ma l’esatto contrario: perché nella realtà, in pochi minuti, capita di passare dal “riusciamo a sequenziare tutti” a 300 persone che scappano per non farsi testare. E che potrebbero infettarne altre prima di essere rintracciati, sottoposti a test e, se positivi, messi in isolamento. Abbiamo visto nei giorni scorsi, e nell’analisi settimanale odierna, come la variante delta sia molto veloce, capace di esprimere un R0 intorno a 5 (usiamo la stima più conservativa). Ovvero un singolo contagiato, senza contromisure, trasmette l’infezione ad altre 5 persone. La differenza con il nostro recente passato è tutta in questo numero, che impatta sulle catene di trasmissione: con il virus nella variante alfa o ex inglese (R0 3,0) dopo 5 passaggi i contagiati totali erano 364. Con la variante delta (R0 5,0) dopo 5 passaggi le persone infettate arrivano a 3.906. A rallentare questa folle corsa ci pensano i vaccini (per chi lo ha fatto) e quel minimo di misure di contenimento che ancora vengono osservate. Ma la cautela che usiamo sempre quando parliamo dell’evoluzione della pandemia si deve proprio a questo: viviamo in un mondo imperfetto, dove capita di scappare dal test invece che dal virus.

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Bollettino Coronavirus di Martedì 22 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,43%

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In data 22 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,01% (ieri +0,01%) con 4.254.294 contagiati totali, 4.054.008 dimissioni/guarigioni (+4.692) e 127.322 deceduti (+31); 72.964 infezioni in corso (-3.889). Ricoverati con sintomi -101 (2.289); terapie intensive -23 (362) con 10 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 192.882 tamponi totali (ieri 81.752) di cui 93.057 molecolari (ieri 39.309) e 99.825 test rapidi (ieri 42.443) con 48.575 casi testati (ieri 21.721); 835 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,43% (ieri 0,60% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,71% (ieri 2,27% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 133; Lombardia 126; Veneto 96; Campania 94; Puglia 92; Lazio 74; Piemonte 45; Emilia Romagna 44; Toscana 25. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,009%) con 27.289 tamponi totali (ieri 10.470) di cui 13.424 molecolari (ieri 7.656) e 13.865 test rapidi (ieri 2.814) con 10.342 casi testati (ieri 6.069); 126 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,46% (ieri 0,79% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,21% (ieri 1,36% – target 3%); 840.898 contagiati totali; ricoverati -2 (389); terapie intensive -4 (73) con 1 nuovo ingresso del giorno; 33.758 decessi (+1).

Come avevamo sottolineato nei commenti quotidiani del 15 e 20 giugno, alcune Regioni italiane dichiaravano da tempo un numero di “attualmente positivi” evidentemente fuori parametro: falsando in questo modo non solo la loro statistica, ma anche il dato nazionale (artificialmente “gonfiato”) e quindi incapace di fotografare in modo veritiero il bacino di replicazione attuale del Sars-Cov-2. La prima Regione a correggere l’errore è stata la Campania, che il 15 giugno ha spostato 48.078 soggetti su 59.828 (l’80,3%) dalla categoria “Isolamento Domiciliare” a quella dei “Guariti”.

Il 20 giugno è stata la volta della Basilicata, con la comunicazione di 567 guarigioni totali: 84 del giorno e 483 attribuite al periodo antecedente (senza comunicazione del riferimento temporale esatto). In quel giorno gli attualmente positivi della Basilicata si sono ridotti del 30,3%. Ieri, 21 giugno, è toccato alla Sardegna con la seguente comunicazione: “La regione Sardegna comunica che il n. di guariti deriva da un ricalcolo effettuato per allineamento con la piattaforma ISS”. Nessuna indicazione sul numero dei guariti effettivi del giorno. Né su quelli totali sottratti al conteggio, che possiamo però ricavare per differenza con il giorno precedente: gli attualmente positivi sono scesi in 24 ore da 11.578 a 2.492 (-78,4%).

Queste correzioni, sommate, hanno fatto calare in soli 7 giorni (15-21 giugno) il numero degli attualmente positivi a livello nazionale da 105.906 a 76.853 (-24,6%); ma soprattutto hanno dimostrato, per l’ennesima volta, come i dati raccolti su base territoriale siano scarsamente affidabili. Un po’ come le correzioni, che spesso non contengono indicazioni numeriche esplicite ma semplici commenti. Se scorriamo rapidamente la voce degli attualmente positivi nelle altre Regioni italiane (dati alla sera del 21 giugno) notiamo a prima vista altre anomalie, a partire da quella della Calabria: 6.796 contro 13.647 della Lombardia, a fronte di una popolazione rispettivamente di 1,8 e 10 milioni di abitanti. Qualche dubbio suscitano anche i dati del Friuli Venezia Giulia: 4.481 attualmente positivi, più dei 4.145 del Lazio (con una popolazione residente, rispettivamente, di 1,2 e 5,7 milioni di abitanti). Auspicando una rapida regolarizzazione dei dati regionali, e del relativo aggregato nazionale, attendiamo con interesse i risultati della “flash survey” che verrà condotta oggi, 22 giugno, per scattare un’istantanea della diffusione delle varianti nel nostro Paese: in particolare di quella delta (ex indiana) che per caratteristiche diffusionali e potenziali ricadute cliniche desta la maggiore preoccupazione.

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I Santi di Martedì 22 Giugno 2021

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San PAOLINO DI NOLA   Vescovo – Memoria Facoltativa
Burdigala (Bordeaux), Francia, 355 – Nola, Napoli, 431
Discendeva da ricca famiglia patrizia romana (nacque nel 355 a Bordeaux, dove il padre era funzionario imperiale) e favorito nella carriera politica da amicizie altolocate, divenne «consul suffectus», cioè sostituto, e governatore della Campania. Incontrò il vescovo Ambrogio di Milano e il giovane Agostino di Ippona, dai quali fu avviato alla fede cristiana. Ricevuto il battesimo verso i venticinque anni, durante un viaggio in Spagna conobbe e sposò Therasia. Dopo la morte prematura…
www.santiebeati.it/dettaglio/27800

San GIOVANNI FISHER   Vescovo e martire – Memoria Facoltativa
Beverley, Inghilterra, ca. 1469 – Londra, Inghilterra, 22 giugno 1535
Giovanni Fisher nacque a Beverly nel 1469. Umanista e teologo apprezzato, fu cancelliere dell’università di Cambridge e vescovo di Rochester. Di lui diceva Erasmo: «Non c’è uomo più colto né vescovo più santo». Subì numerose pressioni perché riconoscesse il matrimonio di Enrico VIII con Anna Bolena e l’Atto di Supremazia nel quale il re veniva dichiarato «Capo supremo dopo Cristo della Chiesa d’Inghilterra». Al suo rifiuto, venne giustiz…
www.santiebeati.it/dettaglio/27850

San TOMMASO MORO   Martire – Memoria Facoltativa
Londra, Inghilterra, 7 febbraio 1478 – 6 luglio 1535
Tommaso Moro è il nome italiano con cui è ricordato Thomas More, avvocato, scrittore e uomo politico inglese. More ha coniato il termine «utopia», indicando un’immaginaria isola dotata di una società ideale, di cui descrisse il sistema politico nella sua opera più famosa, «L’Utopia», del 1516. È ricordato soprattutto per il suo rifiuto alla rivendicazione di Enrico VIII di farsi capo supremo della Chiesa d’Inghilterra, una decisione che mise fine alla sua c…
www.santiebeati.it/dettaglio/27900

San FLAVIO CLEMENTE   Console e martire
I sec.
Appartenente alla gens Flavia originaria di Rieti e nipote dell’imperatore Vespasiano, Flavio Clemente diviene console nel 95. Sposato con Flavia Domitilla, si converte al cristianesimo e perciò viene coinvolto nelle persecuzioni di Domiziano, che lo condanna a morte con una falsa accusa di ateismo. Nel 1725 furono ritrovate, nella chiesa di S. Clemente Papa al Laterano, alcune sue presunte reliquie….
www.santiebeati.it/dettaglio/92420

Santi DIECIMILA MARTIRI SUL MONTE ARARAT   
II secolo
Secondo la passio, capogruppo sarebbe stato un certo Acacio, ufficiale romano al seguito dell’imperatore Adriano (sec. II) in una spedizione in Armenia insieme con diecimila soldati. Rimasti sconfitti, l’apparizione di un angelo convertì al cristianesimo l’intero esercito. Conseguita così la vittoria, Adriano se ne compiacque, ma appresa la notizia della loro adesione alla fede cristiana si adirò. Diede dunque ordine che tutti i diecimila soldati venissero crocifissi sul monte…
www.santiebeati.it/dettaglio/99077

San NICETA DI AQUILEIA   Vescovo
† Aquileia, 485 circa
Dopo la devastazione di Aquileia per opera di Attila (452), il vescovo Niceta concorse in maniera vigorosa ed efficace a sanare i mali sopravvenuti e a riorganizzare la Chiesa e la società aquileiese. Ci rimane notizia dei consigli datigli dal Papa Leone I° per risolvere le situazioni morali incresciose conseguenti all’incursione attilana : la risposta del Papa doveva servire di norma per tutti i vescovi legati alla Chiesa di Aquileia. Niceta morì verso il 485, lasciando fama di saggio e buon pastore….
www.santiebeati.it/dettaglio/91152

Sant’ ESPERIO DI METZ   Vescovo
† 23 agosto 542
www.santiebeati.it/dettaglio/98338

San GREGORIO I DI AGRIGENTO   Vescovo
www.santiebeati.it/dettaglio/91433

Santi GIULIO E ARONNE   Martiri in Bretagna
Sembra che Giulio e Aronne siano stati uccisi perché cristiani durante le persecuzioni di Diocleziano, nel 304. A Caerlon, fortezza romana occupata dalla Legio II Augusta dal 75 al 431 in Bretagna, oggi questi due martiri sono particolarmente venerati….
www.santiebeati.it/dettaglio/58970

Sant’ ALBANO D’INGHILTERRA   Martire
Verolamium (Inghilterra orientale), III secolo – m. 305 c.
www.santiebeati.it/dettaglio/58975

Sant’ EUSEBIO DI SAMOSATA   Vescovo
Sant’Eusebio, vescovo di Samosata, al tempo dell’imperatore ariano Costanzo era solito visitare in incognito, vestito da militare, le chiese di Dio, per confermarle nella fede cattolica. Sotto l’imperatore Valente fu poi esiliato in Tracia, ma ritornata in seguito la pace per la Chiesa fu richiamato dall’esilio sotto l’imperatore Teodosio; finche portò a compimento il suo martirio presso Doliche in Siria, mentre visitava di nuovo le chiese, colpito al capo mortalmente da una tegola scagliatagli addosso da una donna…
www.santiebeati.it/dettaglio/93029

San SUIBNE   Abate
† 772
www.santiebeati.it/dettaglio/97923

Sant’ EVERARDO DI SALISBURGO   Vescovo
† Reun, Germania, 21 giugno 1164
Originario della nobile famiglia dei Biburger, Everardo compì gli studi ecclesiastici a Bamberga. Nel 1133 la sua famiglia fondò il monastero di Biburg, riservandone la dignità abbaziale per Everardo, il quale dapprima rifiutò la carica, che in seguito gli venne attribuita da papa Innicoenzo II. Nel 1147 fu eletto arcivescovo di Salisburgo. Allorché nel 1159, dopo l’elezione di Alessandro III, Federico Barbarossa favorì l’antipapa Vittore IV, Everardo si schierò apertamente per il papa legittimo, di cui in seguito …
www.santiebeati.it/dettaglio/94095

San BIAGIO DI VERONA   Vescovo
VIII sec.
www.santiebeati.it/dettaglio/98784

Beato INNOCENZO V (PIETRO DI TARANTASIA)   Papa
Tarentaise, 1224 – Roma, 1276
(Papa dal 22/02/1276 al 22/06/1276) Nato in Savoia, Pietro di Tarantasia entrò poco dopo i 15 anni nel convento di s. Giacomo a Parigi, dove conseguì il magistero in teologia e insegnò brillantemente meritandosi il titolo di ‘doctor famosissimus’. Fu due volte priore provinciale di Francia. Nel 1272 è arcivescovo di Lione, e l’anno successivo fu creato cardinale. Nel 1276 venne eletto papa. Nel suo brevissimo pontificato esplicò un’attività prodigiosa soprattutto nel tenta…
www.santiebeati.it/dettaglio/90783

Beata ALTRUDE DA ROMA   Vergine, Terziaria francescana
† 1280 ca.
www.santiebeati.it/dettaglio/94974

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 21 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,60%

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In data 21 giugno l’incremento nazionale dei casi, con il consueto calo dopo il fine settimana, è +0,01% (ieri +0,02%) con 4.253.460 contagiati totali, 4.049.316 dimissioni/guarigioni (+11.320) e 127.291 deceduti (+21); 76.853 infezioni in corso (-10.857). Ricoverati con sintomi -54 (2.390); terapie intensive -4 (385) con 9 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 81.752 tamponi totali (ieri 150.522) di cui 39.309 molecolari (ieri 67.017) e 42.443 test rapidi (ieri 83.505) con 21.721 casi testati (ieri 39.477); 495 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,60% (ieri 0,58% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,27% (ieri 2,23% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 85; Lombardia 83; Emilia Romagna 81; Lazio 71; Toscana 45; Campania 31; Piemonte 20; Puglia 19; Veneto 8. In Lombardia curva +0,009% (ieri +0,01%) con 10.470 tamponi totali (ieri 28.579) di cui 7.656 molecolari (ieri 15.093) e 2.814 test rapidi (ieri 13.486) con 6.069 casi testati (ieri 12.562); 83 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,79% (ieri 0,50% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,36% (ieri 1,15% – target 3%); 840.772 contagiati totali; ricoverati -17 (391); terapie intensive stabili (77) con 1 nuovo ingresso del giorno; 33.757 decessi (+4).

La forte raccomandazione dell’Iss, di “realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi” per individuare precocemente le varianti ed evitare situazioni come quelle di altri Paesi con alto livello di vaccinati ed elevata circolazione del virus, non trova purtroppo applicazione nella realtà. Detto in termini pratici: dovremmo cercare il maggior numero possibile di positivi sul territorio e bloccare sul nascere i focolai della nuova variante delta. Per evitare di replicare il caso del Regno Unito: dove le infezioni giornaliere, nonostante il 47% della popolazione sia già stato vaccinato con doppia dose e il 64% abbia ricevuto “almeno” la prima dose (in Italia siamo rispettivamente al 26% e 53%) sono risalite in modo stabile intorno a quota 10.000. Ovvero 7,6 volte il dato medio italiano (1.306) dell’ultima settimana epidemiologica. Il messaggio che arriva dal Regno Unito è chiarissimo: i vaccini, soprattutto a ciclo completato, proteggono anche dalle varianti (delta inclusa).

Ma il virus dopo l’ultima mutazione riesce a circolare con velocità impressionante tra chi è ancora privo di protezione, e in buona parte anche tra chi ha ricevuto solo la prima dose. Tracciare e sequenziare, come raccomanda l’Iss, serve a bloccarne la circolazione: trovare i positivi, individuare i contatti e isolarli rapidamente permette di interrompere le catene di trasmissione del Sars-CoV-2, impedendo alla variante delta di diventare dominante prima di aver messo in sicurezza con il ciclo vaccinale completo la maggioranza della popolazione. Possiamo farlo? Assolutamente sì, anzi è il momento ideale per riuscirci: il forte calo dei casi giornalieri, da 4 settimane ampiamente al di sotto del limite delle nostre capacità di tracciamento (4.311 positivi al giorno) mette la rete italiana di sorveglianza e contact tracing nelle migliori condizioni possibili.

Cosa manca? Purtroppo i due elementi fondamentali: tamponi e sequenziamento, attività che spettano alle Regioni. Che, invece di raccogliere l’indicazione dell’Iss, anche nell’ultima settimana epidemiologica (12-18 giugno) hanno ridotto il numero dei test eseguiti: -4,57% a quota 1.258.252. Ossia il 38,6% in meno del livello massimo registrato due mesi fa (2.051.720 tamponi tra il 10 e il 16 aprile). Senza contare che la tipologia di test eseguiti si sta ormai sbilanciando verso gli antigenici rapidi, che non permettono di effettuare il successivo sequenziamento del materiale genetico virale: operazione indispensabile per individuare le varianti. L’annunciata partenza della Ria (Rete italiana anti-epidemica), che ha come obiettivo il sequenziamento e il monitoraggio dei ceppi virali, dovrebbe portare a esaminare almeno il 5% dei campioni nei periodi ad alta circolazione del Sars-CoV-2, e il 20% in quelli con una circolazione ridotta (la fase attuale). In altri termini, sulla base dei positivi attuali dovremmo sequenziare circa 250 campioni virali ogni giorno. Invece ci affidiamo ai consueti “circa 500” alla settimana oppure ai risultati delle “flash survey”, come quella richiesta per domani, 22 giugno, dal Ministero della Salute: una foto istantanea della circolazione delle varianti che verrà realizzata sequenziando a campione i test dei nuovi positivi. Si fa quel che si può, e qualcosa è sempre meglio di niente se la strategia più seguita in molte Regioni è “meno lo cerchi, meno lo trovi”. Ma non ci si può stupire se le varianti vengono rilevate soprattutto in Uk, dove ogni giorno vengono eseguiti circa 1.000 sequenziamenti: con un totale di quasi mezzo milione di sequenze genetiche virali depositate da inizio emergenza, contro le 30.000 circa di Italia, Francia e Spagna.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 20 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,58%

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In data 20 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,02% (ieri +0,02%) con 4.252.976 contagiati totali, 4.037.996 dimissioni/guarigioni (+2.304) e 127.270 deceduti (+17); 87.710 infezioni in corso (-1.440). Ricoverati con sintomi -60 (2.444); terapie intensive -5 (389) con 12 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 150.522 tamponi totali (ieri 249.988) di cui 67.017 molecolari (ieri 90.637) e 83.505 test rapidi (ieri 159.351) con 39.477 casi testati (ieri 55.499); 881 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,58% (ieri 0,47% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,23% (ieri 2,15% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 145; Sicilia 135; Campania 82; Emilia Romagna 73; Lazio 68; Toscana 55; Puglia 45; Piemonte 31; Veneto 26. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,02%) con 28.579 tamponi totali (ieri 43.430) di cui 15.093 molecolari (ieri 17.554) e 13.486 test rapidi (ieri 25.876) con 12.562 casi testati (ieri 17.193); 145 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,50% (ieri 0,42% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,15% (ieri 1,06% – target 3%); 840.689 contagiati totali; ricoverati +14 (408); terapie intensive -3 (77) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.753 decessi (+2).

L’epidemia italiana è probabilmente in una fase migliore rispetto a quanto dicano alcuni numeri. Uno in particolare: quello degli “attualmente positivi”, ovvero delle persone che ufficialmente costituiscono la base da cui il Sars-CoV-2 può prendere il via per una nuova espansione. Lo scorso 15 giugno il numero degli attualmente positivi, a livello nazionale, si era improvvisamente ridotto da 157.790 a 105.906: la Regione Campania, attraverso un ricalcolo, si era accorta che 48.078 soggetti su 59.828 ancora riportati erroneamente in “Isolamento Domiciliare” erano, in realtà, da assegnare alla categoria “guariti”. Riducendo così di un terzo, in un solo giorno, l’entità numerica del bacino nazionale di replicazione del virus. L’anomalia era evidente da tempo, in quanto il dato della Campania era completamente fuori parametro rispetto alla media nazionale.

Stessa situazione, ma non ancora sanata, la troviamo in altre Regioni: citiamo come esempio la Sardegna, che il 19 giugno comunicava 11.597 attualmente positivi su 1.611.000 abitanti (dati Istat comunicati il 15/12/2020): un numero vicino a quello della Lombardia (13.587) che però di abitanti ne conta 10 milioni. Altro caso anomalo quello della Calabria, con 6.905 attualmente positivi su 1.894.000 abitanti: più del Veneto (5.285) dell’Emilia Romagna (5.762) e del Lazio (4.359), che di abitanti ne hanno rispettivamente 4.879.000, 4.464.000 e 5.755.000. Sia la Sardegna, sia la Calabria hanno una bassa circolazione virale, e infatti sono in zona bianca come il resto del Paese (con la sola eccezione, da lunedì 21 giugno, della Regione Valle d’Aosta) e il dato non si giustifica se non con un errore. È probabile che nelle due Regioni indicate il numero reale degli attualmente positivi sia collocabile in area 2-3.000. Se così fosse il dato nazionale verrebbe ridotto di circa 13.000 unità, riducendo sensibilmente (di circa il 15% se accadesse oggi) lo zoccolo duro della replicazione virale. Come accaduto per la Campania, è auspicabile che tutte le Regioni (Sardegna e Calabria in testa) facciano pulizia dei propri numeri restituendo alle statistiche nazionali il peso reale che oggi purtroppo non viene espresso. Oggi, per esempio, la Basilicata ha comunicato 567 guarigioni totali: 84 odierne, e ben 483 relative al periodo antecedente (non sappiamo quanto): gli attualmente positivi scendono in un solo giorno del 30,3% a quota 1.300.

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Bollettino Coronavirus di Sabato 19 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,47%

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In data 19 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,02% (ieri +0,02%) con 4.252.095 contagiati totali, 4.035.692 dimissioni/guarigioni (+4.087) e 127.253 deceduti (+28); 89.150 infezioni in corso (-2.922). Ricoverati con sintomi -176 (2.504); terapie intensive -22 (394) con 10 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 249.988 tamponi totali (ieri 216.026) di cui 90.637 molecolari (ieri 88.011) e 159.351 test rapidi (ieri 128.015) con 55.499 casi testati (ieri 49.462); 1.197 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,47% (ieri 0,53% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,15% (ieri 2,31% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 183; Lombardia 183; Campania 139; Lazio 101; Emilia Romagna 93; Piemonte 66; Puglia 61; Toscana 62; Veneto 58. In Lombardia curva +0,02% (ieri +0,01%) con 43.430 tamponi totali (ieri 35.070) di cui 17.554 molecolari (ieri 15.832) e 25.876 test rapidi (ieri 19.238) con 17.193 casi testati (ieri 13.259); 183 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,42% (ieri 0,32% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,06% (ieri 0,85% – target 3%); 840.544 contagiati totali; ricoverati -33 (394); terapie intensive -11 (80) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.751 decessi (+3).

Come ogni sabato proponiamo l’analisi della settimana epidemiologica appena conclusa (da inizio pandemia la rileviamo dal sabato al venerdì successivo) usando i dati ufficiali dell’Iss: nel periodo 12-18 giugno, a livello nazionale, abbiamo avuto un ulteriore e netto calo delle infezioni. I nuovi casi individuati sono scesi a 9.142 (-34,8% sui 14.041 della settimana precedente) con una media giornaliera di 1.306.

Purtroppo in calo anche il numero dei test eseguiti: 1.2558.253 (-4,57%) proprio mentre dovremmo testare e sequenziare il più possibile, per tracciare correttamente la presenza delle varianti sul nostro territorio. A questo fine sta prendendo il via (meglio tardi che mai) la Ria (Rete italiana anti-epidemica) che ha come obiettivo il sequenziamento e monitoraggio dei ceppi virali. Con l’intento di sequenziare almeno il 5% dei campioni nei periodi ad alta circolazione del Sars-CoV-2, e il 20% in quelli con una circolazione ridotta. In attesa, restiamo ancorati ai circa 500 sequenziamenti settimanali a livello nazionale, contro gli oltre 1.000 eseguiti nel Regno Unito.

Torniamo all’andamento epidemico, registrando un’ulteriore riduzione dei nuovi ingressi in terapia intensiva: sempre a livello nazionale117 nel periodo 12-18 giugno, con un calo del 25,4% sulla settimana precedente. Passando ai dati delle principali Regioni troviamo conferme della forte frenata della Covid-19, molto probabilmente legata alla stagionalità del virus: in Lombardia 1.398 nuovi casi (media giornaliera 199) in calo del 35,6% sulla settimana precedente. Andamento analogo in Veneto (464 nuove infezioni; -30,6%); Campania (955; -42,2%) ed Emilia Romagna (646; -32,0%). In questo periodo di fortissimo calo dei positivi è indispensabile proseguire nelle attività di monitoraggio e sequenziamento: che possono funzionare in modo ideale proprio in virtù dei pochi casi giornalieri, che semplificano le operazione di tracciamento dei contatti. Individuare e isolare i nuovi focolai, per poi interrompere precocemente le catene di trasmissione del virus, è l’unica possibilità che abbiamo per impedire la diffusione sul territorio della variante delta (ora intorno all’1% dei casi totali): se dovessimo fallire in questo obiettivo la stessa variante sarebbe prevalente nel giro di un mese e mezzo, fino a diventare dominante nel corso di settembre. Abbiamo le armi per combatterla, lasciando ai vaccini il compito di ridurre i rischi clinici a livelli minimi: non utilizzarle sarebbe un errore imperdonabile.

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 18 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,53%

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In data 18 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,02% (ieri +0,03%) con 4.250.902 contagiati totali, 4.031.605 dimissioni/guarigioni (+7.648) e 127.225 deceduti (+35); 92.072 infezioni in corso (-6.536). Ricoverati con sintomi -208 (2.680); terapie intensive -28 (416) con 11 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 216.026 tamponi totali (ieri 200.315) di cui 88.011 molecolari (ieri 99.977) e 128.015 test rapidi (ieri 100.338) con 49.462 casi testati (ieri 49.716); 1.147 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,53% (ieri 0,66% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,31% (ieri 2,66% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 170; Lazio 147; Lombardia 114; Campania 107; Puglia 106; Veneto 72; Emilia Romagna 71; Toscana 67; Piemonte 58. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,02%) con 35.070 tamponi totali (ieri 37.653) di cui 15.832 molecolari (ieri 21.033) e 19.238 test rapidi (ieri 16.620) con 13.259 casi testati (ieri 12.896); 114 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,32% (ieri 0,61% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 0,85% (ieri 1,79% – target 3%); 840.361 contagiati totali; ricoverati -69 (427); terapie intensive +1 (91) con 2 nuovi ingressi del giorno; 33.748 decessi (+2).

Torniamo oggi ad affrontare il tema dell’immunità di gregge e della copertura minima vaccinale necessaria per raggiungerla. Semplificheremo al massimo, come sempre, rinunciando a un po’ di rigore scientifico. Il calcolo “grezzo” dell’immunità di gregge è basato sulla formula 1-1/R0 (ricordiamo che l’R0 indica la “velocità” del virus in assenza di contromisure). L’R0 del Sars-CoV-2 che circolava in Europa lo scorso anno (variante DG614) era 2,5. Quindi calcoliamo: 1-1/2,5. Iniziamo con la divisione e otteniamo 0,4. Procediamo ora con la sottrazione (1-0,4): il risultato finale è 0,6.

L’immunità di gregge, con la vecchia variante, era del 60%. Per calcolare come raggiungerla con le vaccinazioni dobbiamo però aggiungere un nuovo concetto: l’efficacia del vaccino contro il rischio di infezione, che non arriva al 100% e quindi consente al virus di circolare, seppur in modo limitato. La copertura minima vaccinale (quante persone dobbiamo vaccinare e rendere immuni in modo completo, non parziale, per proteggere l’intera popolazione) si calcola dividendo il dato dell’immunità di gregge per quello dell’efficacia del vaccino: considerando Pfizer-BioNTech e Moderna (efficacia al 95% dopo la seconda dose) dobbiamo dividere 0,6 per 0,95. Il risultato (0,63) ci dice che, usando i vaccini Pfizer e Moderna, con la vecchia variante avremmo dovuto vaccinare almeno il 63% della popolazione (oltre 37 milioni di persone con doppia dose).

Calcolo concluso? Non ancora, perché a questo punto entrano in gioco le nuove varianti: che essendo più diffusive, come quelle alfa (ex inglese) o delta (ex indiana) alzano il valore di R0. Inoltre, nel caso della delta, sappiamo che abbassa l’efficacia dei vaccini portandola, contro l’infezione, intorno all’80%. Ipotizziamo che diventi prevalente, cosa che potrebbe accadere entro due mesi circa (ne riparleremo nei prossimi giorni) ed eseguiamo il calcolo usando per R0 i valori di 4.0 e 5.0: che corrispondono alle stime attuali più conservative. L’immunità di gregge “grezza”, in questo modo, passerebbe dal 60% rispettivamente al 75% e all’80%. La copertura minima vaccinale (la popolazione da vaccinare con ciclo completo) sempre utilizzando i vaccini Pfizer-BioNtech e Moderna (efficacia ricalcolata all’80%) con un R0 di 4.0 salirebbe al 93,7%; con un R0 di 5.0 al 100%. Di fatto l’immunità di gregge sarebbe irraggiungibile: perché una parte della popolazione italiana (stimata intorno al 10%) rifiuta la vaccinazione, e a questa dobbiamo sommare i soggetti sotto i 12 anni (non c’è per ora un vaccino approvato) e quelli che non lo possono fare per motivi clinici. In totale, il 20% circa della popolazione resterebbe scoperto, ammesso di riuscire davvero a vaccinare tutto l’80% rimanente. Per questo motivo è imperativo procedere rapidamente con la vaccinazione di massa, e con doppia dose, di tutta la popolazione raggiungibile: prima che la variante delta possa diventare prevalente e sfruttare un bacino di moltiplicazione impossibile da mettere in protezione. Quanto rapidamente si diffonda, anche in una popolazione largamente vaccinata, lo vediamo dai dati di Uk: 8.404 nuovi casi nel giorno medio dell’ultima settimana, nonostante il 47% circa della popolazione (in Italia siamo al 25%) sia già protetta con il ciclo vaccinale completo.

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 17 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,66%

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In data 17 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,03% (ieri +0,03%) con 4.249.755 contagiati totali, 4.023.957 dimissioni/guarigioni (+4.533) e 127.190 deceduti (+37); 98.608 infezioni in corso (-3.247). Ricoverati con sintomi -176 (2.888); terapie intensive -27 (444) con 15 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 200.315 tamponi totali (ieri 203.173) di cui 99.977 molecolari (ieri 107.732) e 100.338 test rapidi (ieri 95.441) con 49.716 casi testati (ieri 48.672); 1.325 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,66% (ieri 0,68% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,66% (ieri 2,87% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 232; Sicilia 228; Campania 131; Lazio 119; Puglia 90; Emilia Romagna 89; Piemonte 72; Veneto 61; Toscana 60. In Lombardia curva +0,02% (ieri +0,03%) con 37.653 tamponi totali (ieri 34.998) di cui 21.033 molecolari (ieri 20.440) e 16.620 test rapidi (ieri 14.558) con 12.896 casi testati (ieri 12.036); 232 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,61% (ieri 0,73% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,79% (ieri 2,12% – target 3%); 840.247 contagiati totali; ricoverati -38 (496); terapie intensive -2 (90) con 3 nuovi ingressi del giorno; 33.746 decessi (+4).

Consueto appuntamento, oggi, con i dati del Report epidemiologico dell’Oms e con il relativo punto sulle varianti del Sars-CoV-2. Per quanto riguarda l’andamento epidemico mondiale siamo arrivati alla sesta settimana consecutiva di riduzione dei nuovi casi: nel periodo 7-13 giugno sono stati individuati 2.655.782 positivi, con un calo dell’11,9% sulla settimana precedente. Meno sensibile il calo dei decessi: -1,7% a quota 72.528. Finora l’epidemia ha seguito cicli espansivi di circa 10 settimane, seguite da periodi di contrazione leggermente più brevi (6-7 settimane).

L’andamento del prossimo mese (che terremo ovviamente monitorato) ci dirà se e quanto le campagne vaccinali sapranno interrompere questa ciclicità. I cinque Paesi con il maggior numero di casi in valori assoluti sono: India (630.650; -31%); Brasile (454710; stabile); Argentina (177.693; -17%); Colombia (176.661; stabile); Usa (105.019; +6%). Capitolo varianti: alle 6 “variants of interest” già note (che non sono per ora preoccupanti, ma meritano attenzione) si aggiunge quella “lambda”.

Altra 4 sono “variants of concern”, ossia preoccupanti: alfa, ex inglese; beta, ex sudafricana; gamma, ex brasiliana, e delta, ex indiana. Rilevata per la prima volta in Perù nell’agosto 2020, la variante lambda dal 14 giugno di quest’anno rientra in quelle sottoposte a monitoraggio dell’Oms a causa della crescente diffusione, in particolare nei Paesi del Sud America: dal momento della comparsa il 31% in Cile, il 9% in Perù, l’8% in Ecuador, il 3% in Argentina. A destare attenzione è soprattutto la recente accelerazione: nel mese di aprile, in Perù, l’81% dei campioni virali sequenziati conteneva la variante lambda.

In Cile, negli ultimi 60 giorni, il 32%: un livello ormai simile a quello della variante gamma (ex brasiliana) che dopo essere stata a lungo prevalente è ora scesa al 33%. Nella variante lambda si sono concentrate numerose mutazioni della proteina spike, che lasciano spazio a ipotesi di una maggiore trasmissibilità e resistenza agli anticorpi. Insomma, il Sars-CoV-2 non muta spesso, ma quando lo fa riesce a ottenere risultati importanti. La variante DG614, circolata in Europa nel 2020, era del 56% più trasmissibile rispetto al ceppo originario di Wuhan. La variante alfa (ex inglese, o del Kent) comparsa a fine 2020 del 40% più trasmissibile rispetto alla DG614. La variante delta (ex indiana) dai primi studi sembra essere del 40% più trasmissibile della variante alfa. Un miglioramento continuo nella capacità diffusionale del virus che allontana il traguardo dell’immunità di gregge: un tema sul quale torneremo domani, per ricordare come si calcola e come si collega alla copertura minima vaccinale necessaria per raggiungerla.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 16 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,68%

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In data 16 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,03% (ieri +0,02%) con 4.248.432 contagiati totali, 4.019.424 dimissioni/guarigioni (+5.399) e 127.153 deceduti (+52); 101.855 infezioni in corso (-4.051). Ricoverati con sintomi -269 (3.064); terapie intensive -33 (471) con 9 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 203.173 tamponi totali (ieri 212.112) di cui 107.732 molecolari (ieri 101.333) e 95.441 test rapidi (ieri 110.779) con 48.672 casi testati (ieri 55.507); 1.400 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,68% (ieri 0,59% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,87% (ieri 2,26% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 256; Sicilia 168; Campania 167; Lazio 143; Puglia 112; Toscana 106; Veneto 84; Emilia Romagna 73; Piemonte 59. In Lombardia curva +0,03% (ieri +0,02%) con 34.998 tamponi totali (ieri 31.873) di cui 20.440 molecolari (ieri 15.086) e 14.558 test rapidi (ieri 16.787) con 12.036 casi testati (ieri 11.905); 256 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,73% (ieri 0,57% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,12% (ieri 1,52% – target 3%); 840.015 contagiati totali; ricoverati -56 (534); terapie intensive -8 (92) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.742 decessi (+5).

Qualche considerazione oggi usando i dati del Cile, Paese tra i primi al mondo per vaccinazioni effettuate: alla sera del 14 giugno il 62% della popolazione protetta con almeno una dose e il 48% con dose doppia (in Italia 48% con almeno una dose e 24% con dose doppia). Eppure, nonostante i vaccini, i nuovi casi nel Paese sudamericano sono tornati a crescere: costringendo le autorità a imporre un lockdown nella capitale Santiago del Cile, dove risiedono 5,6 milioni di persone su un totale di 19 milioni. In rapporto alla popolazione i 6.826 casi di media giornaliera (settimana 8-14 giugno) corrispondono a 21.555 in Italia: un valore registrato a metà marzo 2020, nel pieno dell’ultima ondata epidemica.

Per poter confrontare correttamente i due Paesi, e capire cosa potrebbe accadere in Italia, dobbiamo innanzitutto considerare le diverse varianti virali: in Cile prevale la gamma (ex brasiliana) in Italia le preoccupazioni sono legate a una possibile futura espansione di quella delta (ex indiana). Diverse, ma entrambe con una capacità diffusionale del 40% circa superiore alla variante alfa (ex inglese). Secondo aspetto, la quota di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale: sappiamo che, contro la variante delta, la dose singola di vaccino ha un’efficacia limitata al 33%, mentre sale all’80% con il completamento del ciclo vaccinale.

Per trovare corrispondenza al nostro attuale 24% di popolazione protetta con doppia dose dobbiamo tornare, in Cile, al 9 aprile scorso: in quel momento la media giornaliera dei nuovi casi era di 6.991 (settimana 2-9 giugno;, ma si sarebbe ridotta un mese più tardi (settimana 2-9 giugno) a quota 5.221 (in Italia sarebbero 16.487) per poi risalire rapidamente. Per spiegare il rialzo dei casi nonostante la campagna vaccinale l’attenzione si è concentrata su tre aspetti: la scarsa efficacia del vaccino cinese Sinovac, utilizzato in modo prevalente (79,5%) rispetto a quello Pfizer-BioNtech (18,0%); gli allentamenti precoci delle restrizioni; la riapertura delle frontiere.

Partiamo dal vaccino Sinovac: le autorità sanitarie cilene hanno rilevato, dopo la seconda dose, un’efficacia del 67% contro il rischio di infezione, dell’85% contro il rischio di ricovero e dell’80% contro il rischio di morte. Risultati inferiori rispetto ai vaccini in uso in Italia (rispettivamente 80%; 90% e 95%). Se passiamo agli allentamenti e alla ripresa della circolazione delle persone, invece, replichiamo con buona approssimazione la situazione cilena: rapido ritorno alle zone bianche e 35 milioni di turisti attesi dall’estero nei mesi estivi. Sul Cile, tuttavia, proponiamo una quarta chiave di lettura: la stagionalità del virus (ne abbiamo parlato più volte). Se osserviamo la curva del contagio nel lungo periodo vediamo come i primi segnali di rialzo siano stati registrati a fine febbraio, con una successiva accelerazione nel mese di marzo: quando, nell’emisfero australe, inizia l’autunno (20 marzo) mentre oggi siamo a 4 giorni dall’inizio dell’inverno (20 giugno). La fase di forte espansione “nonostante i vaccini” coincide con il periodo epidemico preferenziale del Sars-CoV-2, dopo una pausa con un numero limitato di casi (range 1.300-1.500) a cavallo tra fine primavera e inizio estate. Una dinamica identica a quella italiana del 2020,e finora del 2021 (vedremo cosa accadrà a fine estate). Il virus in Cile ha due obiettivi primari: i non vaccinati e i vaccinati con dose singola. Due target che in Italia, al momento, rappresentano rispettivamente il 51,5% e il 65,6% della popolazione. Le motivazioni per una rapidissima protezione di massa con doppia dose, prima dell’autunno, sono tutte nei numeri che abbiamo appena visto.

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 15 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,59%

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In data 15 giugno i numeri quotidiani risentono di una pesante rettifica dei dati da parte della Regione Campania. Qualche giorno fa avevamo sottolineato le difficoltà nell’analisi dell’epidemia a causa dei continui errori e correzioni da parte delle Regioni, citando alcuni casi a titolo di esempio. Oggi riportiamo testualmente la comunicazione a corredo del Bollettino: “La Regione Campania riporta che, a seguito delle periodiche verifiche, si è riscontrato un disallineamento che, dopo un dettagliato ed accurato controllo da parte delle ASL, ha evidenziato 48.078 soggetti ancora riportati erroneamente in “Isolamento Domiciliare” e che, pertanto, sono stati assegnati alla categoria guariti”. L’entità del numero fa calare gli attualmente positivi, a livello nazionale, dai 157.790 di ieri agli odierni 105.906; fa calare, nella sola Campania, gli attualmente positivi dai 59.828 di ieri agli odierni 11.737; genera una discontinuità statistica puntuale (dati odierni); inficia la validità delle tre serie storiche (anche a livello nazionale) relative all’andamento delle positività in corso, dei pazienti in isolamento domiciliare e delle guarigioni/dimissioni quotidiane. Non sono state indicazioni sull’arco temporale nel quale si è verificato l’errore.

L’incremento nazionale dei casi è +0,02% (ieri +0,02%) con 4.247.032 contagiati totali, 4.014.025 dimissioni/guarigioni (+53.074, risente della rettifica della Campania) e 127.101 deceduti (+63); 105.906 infezioni in corso (-51.884, risente della rettifica della Campania). Ricoverati con sintomi -132 (3.333); terapie intensive -32 (504) con 26 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 212.112 tamponi totali (ieri 79.524) di cui 101.333 molecolari (ieri 44.492) e 110.779 test rapidi (ieri 35.032) con 55.507 casi testati (ieri 23.989); 1.255 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,59% (ieri 1,14% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,26% (ieri 3,78% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 200; Lombardia 182; Puglia 169; Campania 136; Lazio 118; Piemonte 75; Veneto 74; Toscana 57; Emilia Romagna 48. In Lombardia curva +0,02% (ieri +0,01%) con 31.873 tamponi totali (ieri 11.699) di cui 15.086 molecolari (ieri 8.917) e 16.787 test rapidi (ieri 2.782) con 11.905 casi testati (ieri 6.536); 182 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,57% (ieri 0,87% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,52% (ieri 1,56% – target 3%); 839.759 contagiati totali; ricoverati -6 (590); terapie intensive -9 (100) con 3 nuovi ingressi del giorno; 33.737 decessi (+8).

Continua a crescere la percentuale di nuovi casi nei soggetti di sesso maschile: la rilevazione dei 30 giorni mobili chiusi il 14 giugno segnala una ripartizione 49,9% (maschi) e 50,1% (femmine). Gli stessi valori erano 49,4% contro 50,6% nei 30 giorni mobili chiusi il 26 maggio, mentre il dato da inizio epidemia è 48,9% per gli uomini contro il 51,1% per le donne. Il riequilibrio del numero dei casi, con una iniziale prevalenza a carico del sesso maschile, è tipico delle fasi di espansione dell’epidemia: un’anomalia statistica che si ripete in modo puntuale fin dalla prima ondata della Primavera 2020 e che, in modo precoce, potrebbe oggi segnalare la ripresa del contagio sulla spinta della variante delta (ex indiana).

Per ora poco rilevata, ma anche poco ricercata in Italia a causa del basso numero di sequenziamenti del materiale genetico: di fatto abbiamo fotografie distanti tra loro della circolazione delle varianti, grazie alle flash survey e ai Report periodici, che non costituiscono uno strumento ottimale per capire come procede l’evoluzione del contagio. Ne abbiamo un esempio pratico con quanto accaduto con la variante alfa (ex inglese): a inizio dicembre non era ancora stata rilevata; a fine gennaio – inizio febbraio era stimata al 20% sul totale dei nuovi casi; il 18 febbraio al 54%; il 18 marzo rappresentava l’86,7% delle infeziono, con una forbice che a livello regionale risultava compresa tra il 63,3% e il 100%.

In termini più semplici, in soli 45 giorni le stime ci hanno mostrato una situazione di fatto “esplosa” senza un reale controllo puntuale del trend crescente. Una visibilità costante della situazione (come accade in Uk con oltre 1.000 sequenziamenti al giorni contro i circa 500 mensili dell’Italia) permetterebbe una migliore gestione dell’epidemia. Ed eviterebbe, soprattutto, di trovarsi con la variante delta ormai ampiamente diffusa sul territorio senza aver attuato alcun intervento di mitigazione nel tentativo di frenarla, come sta accadendo in Uk.

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 14 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,14%

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In data 14 giugno, con il solito calo dei test che segue il fine settimana, l’incremento nazionale dei casi è +0,02% (ieri +0,03%) con 4.245.779 contagiati totali, 3.960.951 dimissioni/guarigioni (+3.394) e 127.038 deceduti (+36); 157.790 infezioni in corso (-2.523). Ricoverati con sintomi -77 (3.465); terapie intensive -29 (536) con 11 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 79.524 tamponi totali (ieri 134.136) di cui 44.492 molecolari (ieri 73.774) e 35.032 test rapidi (ieri 60.362) con 23.989 casi testati (ieri 40.582); 907 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,14% (ieri 1,03% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,78% (ieri 3,42% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 163; Emilia Romagna 137; Lazio 111; Lombardia 102; Piemonte 87; Toscana 82; Campania 80; Puglia 47; Veneto 19. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,03%) con 11.699 tamponi totali (ieri 26.842) di cui 8.917 molecolari (ieri 16.191) e 2.782 test rapidi (ieri 10.651) con 6.536 casi testati (ieri 11.469); 102 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,87% (ieri 0,95% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,56% (ieri 2,24% – target 3%); 839.577 contagiati totali; ricoverati -32 (596); terapie intensive -5 (109) con 1 nuovo ingresso del giorno; 33.729 decessi (+3).

L’effetto delle vaccinazioni, che hanno messo in protezione una larga parte della popolazione sopra i 70 anni, si riflette da fine maggio in un abbassamento dell’età mediana dei nuovi contagi: di fatto il virus circola con sempre meno efficienza tra i più anziani, e quindi “concentra” la propria presenza nella fasce più giovani. Nel periodo 24 maggio – 6 giugno (dati Iss, Bollettino epidemiologico settimanale) l’età mediana si è portata sotto i 40 anni, a quota 38. Su 37.509 casi individuati solo il 6,8% riguarda soggetti oltre i 70 anni di età, mentre si arriva al 22,2% per quelli di età compresa tra 0 e 18 anni. Resta prevalente (48,5%) il numero di infezioni nella fascia 19-50, dove le vaccinazioni stanno di fatto decollando da poco tempo.

Il restante 22,5% è in quella 51-70, valore che nelle prossime settimane è destinato a calare grazie al procedere delle vaccinazioni. A dimostrazione (purtroppo) di una campagna di testing impostata su numeri molto bassi, si nota come sia ancora elevata la quota di soggetti sottoposta a tampone in quanto sintomatica (32,1%). Un valore quasi doppio a quello dei soggetti sottoposti a screening (17,1%): che invece, in una fase di forte riduzione della circolazione virale, dovrebbe mostrare una netta prevalenza. Resta ancora importante (17,4%) la quota dei soggetti per i quali non è noto il motivo dell’effettuazione del test: una quota che con la ripresa efficiente delle attività di tracciamento, possibile da inizio giugno, dovrebbe scendere fino a ridursi a pochi punti percentuali. Esattamente come quella (18,2%) dei soggetti positivi diagnosticati in Italia per i quali non è noto il luogo in cui è stata contratta l’infezione.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 13 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi...

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In data 13 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,03% (ieri +0,04%) con 4.244.872 contagiati totali, 3.957.557 dimissioni/guarigioni (+3.460) e 127.002 deceduti (+26); 160.313 infezioni in corso (-2.096). Ricoverati con sintomi -113 (3.542); terapie intensive -9 (565) con 20 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 134.136 tamponi totali (ieri 212.966) di cui 73.774 molecolari (ieri 95.125) e 60.362 test rapidi (ieri 117.841) con 40.582 casi testati (ieri 54.728); 1.390 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,03% (ieri 0,80% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,42% (ieri 3,14% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 257; Sicilia 183; Campania 147; Lazio 127; Toscana 123; Emilia Romagna 123; Veneto 87; Puglia 73; Piemonte 59. In Lombardia curva +0,03% (ieri +0,03%) con 26.842 tamponi totali (ieri 36.328) di cui 16.191 molecolari (ieri 18.158) e 10.651 test rapidi (ieri 18.080) con 11.469 casi testati (ieri 13.186); 257 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,95% (ieri 0,70% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,24% (ieri 1,93% – target 3%); 839.475 contagiati totali; ricoverati -5 (628); terapie intensive -4 (114) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.726 decessi (+6).

Rispondiamo oggi a un lettore che chiede delucidazioni sulle difficoltà (da noi più volte ricordate) che nell’analisi dell’epidemia derivano dalla comunicazione parziale, disomogenea e ritardata dei dati ufficiali. E che ci hanno portato più volte a sottolineare l’indispensabilità sia di un campione statistico nazionale in grado di fornire informazioni rapide e certe, sia della messa a disposizione della comunità scientifica di tutti i dati raccolti e non solo di una parte di essi. Per rispondere utilizziamo le comunicazioni aggiuntive al Bollettino quotidiano (dati aggregati Regioni e Province autonome, Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità). Prendiamo a puro titolo di esempio l’11 e 12 giugno. L’11 giugno si legge: “La Regione Emilia Romagna (…) rettifica, a causa errore di trasmissione, il dato sul numero complessivo di tamponi antigenici comunicato ieri (10/06/2021) che risulta essere corretto in 1.547.397 (-17.215 test antigenici).

È facile capire come 17.215 test su una media quotidiana di 188.363 tamponi totali (settimana 5-11 giugno) spostino in modo significativo l’intero dato nazionale. E ancor più quello dei soli test rapidi (media 107.994). Sarebbe inoltre importante sapere la rettifica è riferibile a un solo giorno, oppure a errori commessi in più giorni ed emersi in blocco nella comunicazione del 10 giugno (è accaduto più volte, con Regioni diverse, ad esempio per il ricalcolo dei decessi). In ogni caso si genera un effetto a catena su più parametri: tamponi rapidi eseguiti; tamponi totali eseguiti, rapporto positivi/tamponi totali. Non citiamo il rapporto positivi/test antigenici rapidi solo perché in Italia, come vedremo più avanti, è impossibile calcolarlo. Rivedremo, correggendole, tutte le elaborazioni fatte: gli errori capitano, e lo comprendiamo perché ne siamo purtroppo tutt’altro che immuni. Ma scorrendo altre note le cose si complicano ulteriormente.

In data 11 e 12 giugno: “La Regione Puglia comunica che alcuni casi confermati da test antigenico essendo stati successivamente confermati da test molecolare sono stati riclassificati tra quest’ultimi”. Identica comunicazione arriva dalla Regione Veneto il 12 giugno. Quale sia è il corretto dimensionamento di “alcuni casi” è lasciato alla libera interpretazione: 5, 10, 100, 1.000? Non lo sappiamo, ma è con questo tipo di informazioni che si dovrebbero costruire (come ci sforziamo di fare) analisi accettabili. Un’altra tipologia di comunicazione lascia sorpresi, e ne forniamo un esempio relativo al 12 giugno: “La Provincia autonoma di Bolzano comunica che tra i 34 nuovi positivi, 6 derivano da test antigenici successivamente confermati da test molecolare”. Una precisazione che in teoria non avrebbe motivo di essere, visto che dal 15 gennaio 2021 il Bollettino recepisce in modo paritario (su richiesta delle Regioni) i positivi individuati con test molecolari e antigenici rapidi. Equiparando così le due tipologie di tamponi, anche se in realtà sappiamo che non sono identici: i primi, solo per fare un esempio, consentono il sequenziamento del materiale genetico virale (indispensabile per tracciare le varianti) i secondi no.

Dal 15 gennaio 2021 il Bollettino quotidiano è stato modificato con la presenza di 2 distinte categorie di positivi: “Casi identificati da test molecolare” e “Casi identificati da test antigenico rapido”. Trascorsi 5 mesi (scadranno dopodomani) Abruzzo, Basilicata, Liguria, Marche, Molise, Sicilia e Umbria continuano a non comunicare il dato differenziato: e nel Bollettino quotidiano, per tutte queste Regioni, la casella dei positivi da test antigenico rapido è ancora ferma a quota zero. Rendendo impossibile sia la costruzione di una statistica nazionale che suddivida correttamente le due categorie, sia il calcolo del rapporto positivi/tamponi antigenici rapidi.

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Bollettino Coronavirus di Sabato 12 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,80%

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In data 12 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,04% (ieri +0,04%) con 4.243.482 contagiati totali, 3.954.097 dimissioni/guarigioni (+4.500) e 126.976 deceduti (+52); 162.409 infezioni in corso (-2.830). Ricoverati con sintomi -221 (3.655); terapie intensive -23 (574) con 25 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 212.966 tamponi totali (ieri 217.610) di cui 95.125 molecolari (ieri 97.557) e 117.841 test rapidi (ieri 120.053) con 54.728 casi testati (ieri 54.919); 1.723 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,80% (ieri 0,87% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,14% (ieri 3,46% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 263; Lombardia 255; Campania 187; Lazio 164; Toscana 146; Puglia 140; Emilia Romagna 105; Piemonte 90; Veneto 67. In Lombardia curva +0,03% (ieri +0,03%) con 36.328 tamponi totali (ieri 35.978) di cui 18.158 molecolari (ieri 19.417) e 18.080 test rapidi (ieri 16.561) con 13.186 casi testati (ieri 12.898); 255 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,70% (ieri 0,75% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 1,93% (ieri 2,09% – target 3%); 839.218 contagiati totali; ricoverati -27 (633); terapie intensive -4 (118) con 1 nuovo ingresso del giorno; 33.720 decessi (+13).

Due gli argomenti di oggi: i dati dell’ultima settimana epidemiologica e lo sviluppo preoccupante della variante delta (ex indiana) nel Regno Unito. Iniziamo dai dati: la settimana mobile 5-11 giugno si è chiusa con 14.041 nuovi casi, in calo del 22,0% dai 18.012 del periodo precedente. La media giornaliera delle infezioni scende a 2.005, ampiamente sotto il limite massimo (4.311) delle nostre capacità di tracciamento. Si ferma la discesa dei tamponi eseguiti (+4,1% a quota 1.318.542) ma il risultato è da attribuire al confronto tra una settimana normale (l’ultima) e una caratterizzata da due festività come la precedente (domenica 30 maggio e Festa della Repubblica il 2 giugno).

In forte calo i nuovi ingressi in terapia intensiva: 157 nel periodo considerato (-26,6% sul precedente). Un indicatore importante perché completamente slegato dalla campagna di testing. La contrazione dell’epidemia trova conferma nelle principali Regioni: Lombardia (2.172 nuovi casi; -24,6%); Campania (1.655; -27,4%); Emilia Romagna (951; -42,53%) e Veneto (669; -23,36%). Da segnalare un circolazione virale più sostenuta in Sicilia, dove nell’ultima settimana sono stati registrati 1.879 nuovi casi. Abbiamo calcolato l’incidenza settimanale alla data dell’11 giugno (l’ultimo valore comunicato nel Bollettino settimanale si ferma al 5 giugno). In Sicilia 39,1 nuovi casi per 100.000 abitanti contro 21,7 della Lombardia; 29,0 della Campania; 21,6 dell’Emilia Romagna e 13,9 del Veneto.

Passiamo a una breve analisi della diffusione della variante delta (ex indiana) nel Regno Unito, che ormai rappresenta il 90% delle nuove infezioni: in una sola settimana sono stati registrati 29.982 nuovi casi, portando il totale a 42.323. Di questi la maggior parte (39.061) sono concentrati in Inghilterra, con diffusione minoritaria in Scozia (finora 3.035 casi totali da variante delta) e residuale in Galles (184) e Irlanda del Nord (43). L’arrivo della nuova variante ha causato una rapida crescita dei positivi giornalieri: nell’ultima settimana la media è stata di 6.418 nuovi casi, contro i 2.271 della settimana mobile chiusa l’11 maggio. Il valore minimo nel Regno Unito era stato toccato nella settimana mobile 13-19 maggio, con una media giornaliera di 1.845 positivi individuati.

Per ipotizzare un primo confronto con la situazione italiana, dove la variante delta è al momento minoritaria (meno dell’1% delle nuove infezioni), dobbiamo tenere conto di tre aspetti: attività di testing; attività di sequenziamento; campagna vaccinale. 1) L’attività di testing in Uk è enormemente superiore a quella italiana: nell’ultima settimana 5.860.333 tamponi eseguiti (1.713.525 molecolari) contro 1.318.542 (680.420 molecolari) nel nostro Paese. Da questo deriva una maggiore capacità di individuare positivi, e nel confronto i nostri numeri risultano quindi sottostimati. 2) Le attività di sequenziamento in Uk hanno finora riguardato il 10% circa dei positivi individuati da inizio pandemia (oltre 450.000 sequenze genetiche) e nel mese di maggio è stata tenuta una media di oltre 1.000 sequenziamenti al giorno. In Italia (fonte Iss) vengono seguite le indicazioni dell’Ecdc che “raccomanda di sequenziare almeno circa 500 campioni selezionati casualmente ogni settimana a livello nazionale”. Che si traducono in flash survey e Report periodici: per quanto ben strutturati, fotografano la situazione a intervalli di tempo distanti tra loro, senza restituire un’immagine puntuale della diffusione delle varianti come accade in Uk. 3) La diffusione della variante delta sta avvenendo in un Paese dove (dati 11 giugno) il 61,7% della popolazione è stato vaccinato con almeno una dose, e il 43,8% con dose doppia. In Italia alla stessa data il 47,3% con almeno una dose e il 23,0% con dose doppia. Torneremo ad affrontare questo tema nella prossima analisi settimanale.

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 11 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi allo 0,87%

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In data 11 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,04% (ieri +0,04%) con 4.241.760 contagiati totali, 3.949.597 dimissioni/guarigioni (+5.893) e 126.924 deceduti (+69); 165.239 infezioni in corso (-4.070). Ricoverati con sintomi -277 (3.876); terapie intensive -29 (597) con 21 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 217.610 tamponi totali (ieri 205.335) di cui 97.557 molecolari (ieri 107.243) e 120.053 test rapidi (ieri 98.092) con 54.919 casi testati (ieri 56.945). L’Emilia Romagna ha comunicato l’eliminazione di 17.215 test antigenici erroneamente comunicati in precedenza; 1.901 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,87% (ieri 1,01% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,46% (ieri 3,65% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 273; Lombardia 270; Campania 199; Lazio 169; Toscana 146; Puglia 140; Emilia Romagna 139; Piemonte 126; Veneto 77. In Lombardia curva +0,03% (ieri +0,04%) con 35.978 tamponi totali (ieri 35.696) di cui 19.417 molecolari (ieri 20.658) e 16.561 test rapidi (ieri 15.038) con 12.898 casi testati (ieri 11.929); 270 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,75% (ieri 0,98% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,09% (ieri 2,95% – target 3%); 838.963 contagiati totali; ricoverati -61 (660); terapie intensive -8 (122) con 1 nuovo ingresso del giorno; 33.707 decessi (+5).

Risposta ai vaccini e maggior gravità clinica della variante delta (ex indiana) e dati mondiali dell’epidemia. Questi i punti che affronteremo oggi utilizzando l’ultimo Report epidemiologico dell’Oms, con numeri chiusi il 6 giugno. Iniziamo dai numeri: nuovi casi in calo per la quinta settimana consecutiva (31 maggio – 6 giugno) con 3.016.005 infezioni (-15,0% sulla precedente) e parallela diminuzione dei decessi (-6,1% a quota 73.807). La pandemia arretra in 5 zone di monitoraggio su 6, con l’eccezione dell’Africa: +25% dei nuovi casi, a quota 65.943. Numeri ancora modesti: ma vista la capacità limitata di molti sistemi sanitari dell’area, l’incremento potrebbe essere solo la punta visibile di una circolazione su larga scala.

Dobbiamo anche segnalare come 2 dei 5 Paesi con il maggior numero assoluto di nuovi casi stiano attraversando una fase di espansione epidemica: Brasile (449.478 positivi; +7% sulla settimana precedente) e Colombia (175.479; +17%). In netto calo i positivi dell’India (914.539; -33%) dove il lockdown ha permesso di ridurre la circolazione virale; analoga tendenza negli Usa (99.103 positivi; -35%) dove si evidenziano chiaramente gli effetti della campagna vaccinale.

Più modesto il dato dell’Argentina con 212.975 nuovi casi e una riduzione del 3%. Passiamo ora alla variante delta (nuova denominazione Oms) che abbiamo imparato a conoscere come indiana. Gli studi in corso riportano in via preliminare un incremento della trasmissibilità (i dati Uk parlano di un 40% circa in più rispetto alla variante alfa, ex inglese; e di un +60% in ambito famigliare); una diminuzione dell’attività neutralizzante degli anticorpi (che potrebbe aumentare il rischio di reinfezione); nessun impatto sulla validità dei test diagnostici in uso. Per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini al momento vi sono evidenze limitate relative ai soli Comirnaty (Pfizer-BioNTech) e Vaxzevria (AstraZeneca): la protezione contro la malattia sintomatica resta inalterata, o con una minima diminuzione, dopo la doppia somministrazione, ma è purtroppo incompleta nei soggetti che hanno ricevuto solo la prima dose. Ricordiamo i primi dati in arrivo dal Regno Unito che parlano di un’efficacia ridotta al 33% contro l’88% della dose doppia. Per quanto riguarda la malattia, gli studi più recenti condotti nel Regno Unito (casi confermati tra il 29 marzo e il 20 maggio 2021) suggeriscono un incremento del rischio di sviluppare una forma grave nei soggetti infettati dalla variante delta (ex indiana) rispetto a quelli venuti a contatto con la variante alfa (ex inglese).

In particolare viene sottolineato un possibile aumento del rischio di ospedalizzazione (hazard ratio 2,61; Ic 95%: 1.56-4.36) e della necessità di cure intensive (1,67; IC 95%: 1.25-2-23. In termini più semplici: ogni 100 ricoverati a causa della variante alfa ne abbiamo 261 per quella delta; ogni 100 terapie intensive per variante alfa, 167 per quella delta. Una seconda ricerca, condotta sempre nel Regno Unito tra il 29 marzo e l’11 maggio, ha inoltre individuato per la variante delta rispetto alla alfa un incremento del tasso di attacco secondario (infettati tra i soggetti venuti a contatto con il primo soggetto positivo) che oscilla tra il 33% e il 38%. Gli studi in corso chiariranno meglio le dinamiche, ma tutte le indicazioni attuali mostrano per la variante delta una maggiore trasmissibilità, una minore risposta ai vaccini dopo la dose singola e una maggiore gravità delle forme cliniche. Pericoli contro i quali l’unica arma efficace è (misure di mitigazione e lockdown a parte) la somministrazione della doppia dose di vaccino alla quota più ampia possibile della popolazione.

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Attualità

Bagnoli, dall’ex Italsider, nasce un polo di attività

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Bagnoli, quartiere della periferia occidentale di Napoli, unitamente a Fuorigrotta costituisce la decima municipalità del capoluogo campano. Tra lo spumeggiante mare e le verdi colline, l’antica acciaieria “Italsider” di Bagnoli, è stata una delle più importanti d’Europa fino alla sua gravosa chiusura negli anni ’90.

Il primo passo la decontaminazione del suolo

Per la regione Campania, il suo smantellamento, dopo 80 anni di attività, era sinonimo di disoccupazione e inquinamento. Oggi il sito sta cercando di ritrovare il suo antico splendore attraverso la riabilitazione che inizierà con la decontaminazione del suolo.

«Uno dei temi strategici fondamentali, dal punto di vista tecnico, è la suddivisione delle zone in lotti. Infatti è come se mi fossi preso un duro lavoro, quasi impossibile da fare, e che l’avevo scomposto in molte attività semplici e facili. Abbiamo creato una ruota delle attività. È di buon auspicio per gli anni a venire.” Spiega Francesco Floro Flores, Commissario di Governo incaricato della decontaminazione.

Il simbolo di una rinascita dopo la pandemia

Da simbolo della fine dell’era industriale, a simbolo di rigenerazione dopo la crisi economica causata dalla pandemia, questo deserto industriale può essere il segno di una rinascita in questa parte d’Europa.

Il progetto di riabilitazione di Bagnoli mira a riportare il sito alla sua funzione originaria: un luogo dove natura, biodiversità, agricoltura e servizi insieme contribuiscono allo sviluppo economico della città.

“Tutta una serie di luoghi, all’interno di questa vegetazione e di questo paesaggio, daranno vita alla città, non solo a questa zona di Bagnoli, ma a tutta la città, perché il sito diventa un polo di attrazione per una serie importante. attività”, sottolinea Enrico Auletta, architetto per lo studio “Bargone Associati”.

Tutta una serie di luoghi, all’interno di questa vegetazione e di questo paesaggio, riporteranno in vita la città.
“Si tratta di un progetto di grande bellezza con tanto verde.” Aggiunge Francesco Floro Flores. “Stiamo ripristinando il litorale com’era in origine. Ci auguriamo che possa essere realizzato il più rapidamente possibile”.
La speranza ora è di rendere presto il sito accessibile ai cittadini. Un nuovo inizio che risuona ancora più forte dopo la pandemia da Covid-19.

Il segreto per andare avanti è iniziare.
(Mark Twain)

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 10 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi...

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In data 10 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,04% (ieri +0,05%) con 4.239.868 contagiati totali, 3.943.704 dimissioni/guarigioni (+7.616) e 126.855 deceduti (+88); 169.309 infezioni in corso (-5.626). Ricoverati con sintomi -229 (4.153); terapie intensive -35 (626) con 30 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 205.335 tamponi totali (ieri 218.738 ) di cui 107.243 molecolari (ieri 122.958) e 98.092 test rapidi (ieri 95.780) con 56.945 casi testati (ieri 61.537); 2.079 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,01% (ieri 1,00% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,65% (ieri 3,57% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 352; Sicilia 284; Campania 209; Lazio 194; Toscana 174; Emilia Romagna 145; Piemonte 137; Puglia 123; Veneto 88. In Lombardia curva +0,04% (ieri +0,03%) con 35.696 tamponi totali (ieri 43.271) di cui 20.658 molecolari (ieri 28.369) e 15.038 test rapidi (ieri 14.902) con 11.929 casi testati (ieri 13.891); 352 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,98% (ieri 0,74% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,95% (ieri 2,31% – target 3%); 838.693 contagiati totali; ricoverati -33 (721); terapie intensive -13 (130) con 2 nuovi ingressi del giorno; 33.702 decessi (+6).

Proviamo oggi a calcolare l’effetto dei vaccini sui decessi, sulla base dei dati ufficiali dell’Iss relativi ai soggetti che hanno contratto l’infezione dopo aver ricevuto almeno una dose del vaccino. La rilevazione, condotta tra il 27 dicembre 2020 e il 4 aprile 2021, mostra come nel periodo siano state vaccinate in totale 7.370.008 persone: di queste 29.839 (gruppo uno) si sono infettate nei primi 15 giorni, quando come abbiamo visto nei giorni scorsi la protezione del vaccino è ancora limitata. Altre 32.020 (gruppo 2) dopo i primi 15 giorni, quando invece la protezione inizia a essere consistente (base 54%) e aumenta fino al 35esimo giorno dopo l’inoculazione quando supera il 90%.

I decessi nel primo gruppo sono stati 899, nel secondo (quello che possiamo definire dei vaccinati “veri”) 418. Per stabilire quale sia la reale letalità dei soggetti che si sono infettati nonostante la protezione vaccinale dobbiamo considerare solo il secondo gruppo, che ha superato il periodo soglia di due settimane: con 418 decessi su 32.020 casi siamo all’1,3%. Il dato potrebbe sembrare non straordinario, se confrontato con la letalità da inizio epidemia (2,9%) ma ci viene in aiuto un’altra preziosa informazione dell’Iss: l’età mediana dei soggetti deceduti è di 87 anni. Ovvero all’interno di una fascia di età che, sempre da inizio epidemia e con dati Iss, mostra una letalità del 19,9%. La riduzione, così considerata, è del 93,4% e conferma i dati relativi alla diminuzione del rischio nei soggetti protetti con la vaccinazione.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 9 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi all’1%

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In data 9 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,05% (ieri +0,04%) con 4.237.790 contagiati totali, 3.936.088 dimissioni/guarigioni (+8.912) e 126.767 deceduti (+77); 174.935 infezioni in corso (-6.791). Ricoverati con sintomi -303 (4.382); terapie intensive -27 (661) con 24 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 218.738 tamponi totali (ieri 220.917) di cui 122.958 molecolari (ieri 101.689) e 95.780 test rapidi (ieri 119.228) con 61.537 casi testati (ieri 24.089); 2.199 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,00% (ieri 0,85% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,57% (ieri 7,87% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 322; Sicilia 320; Campania 257; Puglia 185; Lazio 179; Piemonte 137; Toscana 127; Veneto 126; Emilia Romagna 107. In Lombardia curva +0,03% (ieri +0,03%) con 43.271 tamponi totali (ieri 34.447) di cui 28.369 molecolari (ieri 17.121) e 14.902 test rapidi (ieri 17.326) con 13.891 casi testati (ieri 11.880); 322 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,74% (ieri 0,84% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,31% (ieri 2,44% – target 3%); 838.341 contagiati totali; ricoverati -63 (754); terapie intensive -2 (143) con 1 nuovo ingresso del giorno; 33.696 decessi (+10).

Rispondiamo brevemente, oggi, alle molte domande ricevute sulla reale necessità di procedere con una terza dose di vaccino (o con una seconda per chi avesse ricevuto un vaccino monodose). Per rispondere dobbiamo tenere conto di due diversi elementi: 1) La durata della protezione indotta dai vaccini: non la conosciamo ancora con precisione, perché il limite si sposta con il trascorrere del tempo. Un’indicazione positiva la ricaviamo tuttavia dai soggetti vaccinati durante i trials dello scorso anno, che a distanza di 11 mesi mostrano ancora una risposta immunitaria adeguata.

Aspetto che allunga l’intervallo di tempo, inizialmente stabilito in 6 mesi, nel quale si è protetti dall’infezione e dai rischi a essa correlati. 2) La capacità del virus di produrre varianti: tutt’altro che trascurabile, visto che in poco più di un anno siamo passati dal ceppo originario di Wuhan alla DG614 (spesso la dimentichiamo, ma è quella che ha imperversato in Europa nel 2020) per poi arrivare alle varie alfa, beta, gamma e delta: ovvero, con la vecchia denominazione ora accantonata dall’Oms, inglese, sudafricana, brasiliana e indiana. Senza dimenticare le “variants of interest”, monitorate dall’Oms anche se per ora non considerate preoccupanti: altre 6, tutte individuate tra marzo e aprile 2021.

È soprattutto questo secondo punto, ovvero la variabilità del virus, a far ritenere non solo necessaria ma addirittura indispensabile una dose di richiamo; il primo punto, invece, ci dice che quasi certamente avremo un po’ più di tempo per farla rispetto a quanto si pensava solo pochi mesi fa. Allo stesso tempo la terza dose (o la seconda per chi ha ricevuto un vaccino monodose) sarà probabilmente indispensabile perché effettuata con preparati adeguati alle varianti: che sono ben coperte anche dai vaccini in uso, ma con una riduzione del rischio diminuita rispetto a quella garantita contro il virus utilizzato per sviluppare il vaccino stesso. In sintesi possiamo dire che dovremo fare “almeno” la terza dose; e altre a seguire in caso di circolazione permanente del Sars-CoV-2, proprio per intercettare le nuove varianti; ma che, allo stato attuale, è ipotizzabile dover procedere al nuovo richiamo circa un anno dopo il completamento del primo ciclo vaccinale.

Gli studi in corso proprio in questi mesi (in Italia mirati soprattutto sugli operatori sanitari, i primi a essere vaccinati) ci daranno risposte precise sia sull’effettiva durata della protezione, sia sulle eventuali modifiche da apportare ai vaccini attuali. Senza dimenticare che la risposta immunitaria è un meccanismo estremamente complesso e non legato in modo esclusivo al livello rilevabile degli anticorpi neutralizzanti: un ruolo fondamentale è svolto dalla nostra memoria immunitaria, in particolare grazie ai linfociti T, che garantiscono un’efficace intervento anche a distanza di anni. Ma per sapere quanti, nel caso del Sars-CoV-2 che è un virus nuovo, possiamo solo aspettare che trascorra il tempo.

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Bollettino Coronavirus di Martedì 8 Giugno 2021, il rapporto positivi/tamponi scende allo...

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In data 8 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,04% (ieri +0,03%) con 4.235.592 contagiati totali, 3.927.176 dimissioni/guarigioni (+8.519) e 126.690 deceduti (+102); 181.726 infezioni in corso (-6.727). Ricoverati con sintomi -225 (4.685); terapie intensive -71 (688) con 17 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 220.917 tamponi totali (ieri 84.567) di cui 101.689 molecolari (ieri 49.756) e 119.228 test rapidi (ieri 34.811) con 24.089 casi testati (ieri 26.274); 1.896 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 0,85% (ieri 1,50% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,87% (ieri 4,84% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Sicilia 337; Lombardia 291; Campania 251; Lazio 139; Puglia 134; Veneto 130; Emilia Romagna 99; Piemonte 96; Toscana 90. In Lombardia curva +0,03% (ieri +0,01%) con 34.447 tamponi totali (ieri 12.697) di cui 17.121 molecolari (ieri 9.580) e 17.326 test rapidi (ieri 3.117) con 11.880 casi testati (ieri 6.794); 291 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 0,84% (ieri 1,11% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,44% (ieri 2,09% – target 3%); 838.019 contagiati totali; ricoverati +18 (817); terapie intensive -22 (145) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.686 decessi (+11).

Oggi uno spunto di particolare interesse (lo vedremo in dettaglio) che deriva dalla lettura dei dati fatta utilizzando un arco di tempo più lungo rispetto alla settimana epidemiologica: 30 giorni mobili, con i dati rilevati dall’Iss e chiusi alla sera del 7 giugno. I nuovi casi sono stati 113.462, con una riduzione importante (-44,8%) rispetto ai 30 giorni mobili chiusi il 26 maggio scorso. Forte riduzione anche dei decessi: 2.634 (media giornaliera 87,8) contro 4.341 (media 144,7) e un calo del 39,3%. Sempre negli ultimi 30 giorni tra gli operatori sanitari sono state registrate 851 nuove infezioni (classificate in base alla professione svolta e non al luogo di infezione): il peso sul totale è ora del 7,5%, in ulteriore calo dal 7,7% della rilevazione precedente. Un dato particolarmente importante perché riguarda una popolazione ad alto rischio, ma protetta dal vaccino, che mostra una dinamica calante all’interno di una fase di forte riduzione generale dell’epidemia.

L’età mediana dei contagiati scende (in poco più di una settimana) da 40 a 39 anni e riflette la messa in protezione sempre più completa delle fasce di età più avanzate. Tende invece a riequilibrarsi, in modo inatteso, la distribuzione dei casi tra uomini e donne: che rappresentano rispettivamente il 49,8% e il 50,2% del totale (erano 49,4% contro 50,6% nei 30 giorni mobili chiusi il 26 maggio; 48,9% uomini e 51,1% donne da inizio pandemia). Questo dato merita un breve approfondimento, perché nell’ultimo periodo segnala un maggior numero di infezioni tra i soggetti di sesso maschile: una tendenza che si manifesta in modo puntuale all’inizio di ogni fase di espansione dell’epidemia. La spiegazione più probabile è che non si tratti dei primi segnali di una vera e propria ripresa epidemica a livello generale, ma probabilmente limitata al target “obbligato” del Sars-CoV-2 in questo momento: le fasce di popolazione ancora senza una adeguata protezione vaccinale (soprattutto i più giovani).

Questo particolare indicatore, per quanto di carattere molto generale, merita di essere monitorato nelle prossime settimane proprio per la sua tendenza a ripetere nel tempo, in modo puntuale, identiche fluttuazioni. In questo caso, invece, il riequilibrio a sfavore del sesso maschile (quindi con più casi tra gli uomini) avviene in una fase di riduzione dei nuovi casi e si manifesta in modo contrario a quanto avvenuto in passato. Al momento, lo ripetiamo, sembra un’anomalia da ricondurre alla concentrazione dei nuovi casi tra i soggetti privi di protezione vaccinale: ma sottolinea comunque la capacità del virus di circolare in modo efficiente tra i più giovani (ne abbiamo avuto prova in India, dove l’età mediana è di 25 anni) e di conseguenza la necessità di procedere il più rapidamente possibile con le vaccinazioni su tutta la popolazione potenzialmente suscettibile.

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 7 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,50%

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In data 7 giugno, con la consueta forte riduzione dei test che segue il fine settimana, l’incremento nazionale dei casi è +0,03% (ieri +0,05%) con 4.233.698 contagiati totali, 3.918.657 dimissioni/guarigioni (+5.024) e 126.588 deceduti (+65); 188.453 infezioni in corso (-3.819). Ricoverati con sintomi -53 (4.910); terapie intensive -15 (758) con 25 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 84.567 tamponi totali (ieri 149.958) di cui 49.756 molecolari (ieri 88.026) e 34.811 test rapidi (ieri 61.932) con 26.274 casi testati (ieri 55.305); 1.273 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,50% (ieri 1,51% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 4,84% (ieri 4,11% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 177; Lazio 170; Toscana 160; Sicilia 156; Emilia Romagna 155;Lombardia 142; Piemonte 100; Puglia 56; Veneto 38. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,04%) con 12.697 tamponi totali (ieri 27.660) di cui 9.580 molecolari (ieri 18.184) e 3.117 test rapidi (ieri 9.476) con 6.794 casi testati (ieri 11.790); 142 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,11% (ieri 1,29% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,09% (ieri 3,04% – target 3%); 837.728 contagiati totali; ricoverati -34 (799); terapie intensive stabili (167) con 7 nuovi ingressi del giorno; 33.675 decessi (+6).

L’attuale andamento dei decessi, in forte calo, riflette i risultati della campagna vaccinale fino alla fine dello scorso aprile. Dobbiamo infatti considerare due distinti elementi: 1) Il tempo necessario (15 giorni) perché la dose singola di vaccino inizi a garantire una buona protezione: indipendentemente dal vaccino utilizzato, l’analisi dell’Iss che abbiamo visto nelle scorse settimane parla di una riduzione del rischio del 54% di contrarre l’infezione e del 59% di arrivare al ricovero e al decesso . 2) La protezione diventa molto più rilevante (80% contro l’infezione; 90% contro il ricovero e 95% contro il decesso) a 35 giorni dalla somministrazione della prima dose. Se consideriamo questo arco di tempo, che è quello in grado di garantire una protezione più consistente anche se non completa fino all’inoculazione della seconda dose, vediamo come i decessi di inizio giugno siano in forte calo in virtù della soglia di copertura della popolazione raggiunta a fine aprile.

Alla fine del mese erano state somministrate 20.091.567 dosi totali (contro 38.178.684 del 6 giugno) con il 23,5% della popolazione protetta con almeno una dose e il 9,9% con dose doppia (il 6 giugno rispettivamente 43,2% e 21,6%) . Il mese di maggio e i primi giorni di giugno, oltre a incrementare la copertura generale, hanno permesso di garantire la protezione con almeno una dose a gran parte della popolazione più anziana: sempre al 6 giugno il 72% tra 60 e 69 anni; l’83,1% tra 70 e 79; il 91,7% tra 80 e 89 anni e il 94,7% sopra i 90 anni.

Fasce di età nelle quali, secondo l’ultimo aggiornamento dell’Iss (28 aprile) si è concentrato da inizio epidemia il 98,9% dei decessi totali: al di sotto dei 50 anni troviamo infatti 1.312 deceduti sui 188.592 confermati dall’Iss a quella data. È quindi lecito attendersi una ulteriore sensibile riduzione dei decessi (e delle ospedalizzazioni) nei prossimi 30 giorni. Impossibile al momento valutare, invece, l’impatto di una maggiore circolazione della variante delta (ex indiana) che avrebbe come bacino primario soprattutto i giovani (non ancora vaccinati) e la popolazione coperta con una singola dose: scarsamente efficace, il 33%, nel proteggere da questa variante, mentre si arriva all’88% dopo la seconda. Appare quindi indispensabile non solo una rapida immunizzazione del maggior numero possibile di persone, ma anche delle fasce più giovani: che diventano ora il target primario se consideriamo come obiettivo la limitazione della circolazione del Sars-CoV-2 sul territorio e , di conseguenza, della possibilità che il virus riesca a sviluppare nuove varianti.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 6 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi...

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In data 6 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,05% (ieri +0,05%) con 4.232.428 contagiati totali, 3.913.633 dimissioni/guarigioni (+5.321) e 126.523 deceduti (+51); 192.272 infezioni in corso (-3.097). Ricoverati con sintomi -230 (4.963); terapie intensive -14 (774) con 20 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 149.958 tamponi totali (ieri 238.632) di cui 88.026 molecolari (ieri 113.191) e 61.932 test rapidi (ieri 125.441) con 55.305 casi testati (ieri 67.471); 2.275 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1.51% (ieri 1,02% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 4,11% (ieri 3,61% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 359; Sicilia 275; Campania 255; Lazio 233; Toscana 193; Emilia Romagna 172; Puglia 139; Piemonte 129; Veneto 80. In Lombardia curva +0,04% (ieri +0,05%) con 27.660 tamponi totali (ieri 39.363) di cui 18.184 molecolari (ieri 21.608) e 9.476 test rapidi (ieri 17.755) con 11.790 casi testati (ieri 13.236); 3559 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,29% (ieri 1,10% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,04% (ieri 3,29% – target 3%); 837.586 contagiati totali; ricoverati -54 (833); terapie intensive -3 (167) con 2 nuovi ingressi del giorno; 33.669 decessi (+13).

Rispondiamo oggi alle numerose domande ricevute sull’ipotesi di una “fuga” del Sars-CoV-2 dal laboratorio di Wuhan. Lo faremo in sintesi e con moltissime semplificazioni e forzature negli esempi, vista l’estrema complessità dell’argomento: una modalità che ci farebbe cacciare da qualsiasi esame universitario, ma in questa sede lo scopo finale è rendere comprensibile a tutti argomenti che richiedono anni di studio. Per arrivare a una risposta dobbiamo percorrere due diverse strade: 1) La prima porta a ipotizzare che il virus sia stato modificato con tecniche di ingegneria genetica. Le mutazioni naturali hanno caratteristiche diverse da quelle indotte dall’uomo: le possiamo paragonare a tanti puntini rossi, più o meno distanti tra loro, disposti in modo casuale a “macchiare” una corda bianca (il materiale genetico, l’Rna nel caso del Sars-CoV-2).

Le mutazioni indotte dall’uomo assomigliano invece a un lungo tratto di colore rosso inserito nella stessa corda bianca. Il motivo della differenza è semplice: le mutazioni naturali sono del tutto casuali e quindi si manifestano a livello dei singoli nucleotidi (i “mattoncini” che formano il Dna e l’Rna). Mentre l’uomo, finora, ha inserito nel materiale genetico dei “pezzi” più lunghi (una sequenza di nucleotidi) che risultano evidenti a una ricerca di laboratorio. Nei primi mesi di studio sul Sars-CoV-2 non è emerso nulla di tutto questo, e l’ipotesi di intervento umano era stata esclusa. Ulteriori approfondimenti (il trascorrere del tempo aiuta anche in campo scientifico) hanno però permesso a molti centri di ricerca di individuare una sequenza di dodici nucleotidi che non sembra avere caratteristiche naturali. O che, perlomeno, per le sue caratteristiche è molto difficile da spiegare come frutto di una ricombinazione naturale tra due virus diversi: quello dell’animale che ne è il bacino naturale (il pipistrello Ferro di cavallo) e quello dell’ospite intermedio (che finora non è stato trovato).

La sequenza, inoltre, si trova proprio sulla proteina Spike, il punto di attacco del virus alle cellule umane. 2) Seconda ipotesi: il virus è stato modificato coltivandolo per lungo tempo in cellule umane, quindi senza un intervento diretto di ingegneria genetica. Anche questa è una strada possibile e sfrutta l’azione della natura: non si induce la mutazione voluta, ma si seleziona tra quelle ottenute la più adatta ai propri scopi. In conclusione: 1) Sappiamo che nel laboratorio di Wuhan da anni venivano studiati varianti virali (di molti virus diversi) in grado di infettare gli esseri umani con maggiore efficienza rispetto al ceppo originario. 2) Non dobbiamo pensare che questo tipo di studi sia un’esclusiva cinese: nel 2012 la comunità scientifica fu scossa dalla notizia che il virus dell’influenza aviaria A/H5N1 era stato modificato, per avere una maggiore trasmissibilità ai mammiferi, nell’ambito di una collaborazione tra due gruppi di ricerca nei Paesi Bassi e negli Usa. 3) Per appurare davvero se il Sars-CoV-2 è sfuggito al controllo nel laboratorio di Wuhan è indispensabile la piena collaborazione dei ricercatori cinesi, e quindi delle autorità di Pechino.

In caso contrario sarà molto difficile, se non impossibile, arrivare a dimostrare che tutto sia partito proprio da Wuhan. 4) Gli errori, anche nei laboratori di massima sicurezza, sono sempre possibili. Ne abbiamo un esempio con un altro virus influenzale, questa volta di tipo H1N1: ricomparso improvvisamente in Russia e in Cina, alla fine del 1977, con caratteristiche praticamente identiche a quelle del ceppo in circolazione più di vent’anni prima. Unica possibile spiegazione: il virus era stato conservato per anni, restando così “immune” alle mutazioni che avrebbe subìto circolando. 5) In base agli elementi finora disponibili l’ipotesi di un’origine naturale è quella prevalente, ma non è più possibile escludere in modo categorico manipolazione in laboratorio. 6) Se mai si arriverà a un risposta certa (e lo speriamo vivamente) sarà attraverso la scienza, non con la dietrologia o le ricostruzioni più o meno romanzate che imperversano sul tema.

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Attualità

La NAZIONALE NEW DREAMS scende in campo dal 7 al 9 giugno per un evento benefico che...

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L’Associazione New Dreams, costituita di recente, a sostegno della solidarietà, organizzerà il suo primo evento benefico ufficiale a Grassobbio (BG) dal 7 al 9 giugno, al quale parteciperanno a titolo gratuito, numerosi volti noti, rapper, influencer, youtuber, musicisti e sportivi. 
 
Lo scopo di tale raduno è la raccolta di fondi solidali da destinare a 2 progetti del territorio di Bergamo: la Fondazione CESVI per i sogni dei bambini e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII per l’acquisto di una culla termica per il reparto di terapia intensiva pediatrica. Per quest’ultima a oggi sono già stati raccolti quasi 2mila euro con la vendita online delle maglie autografate appartenenti agli artisti che parteciperanno.  https://www.charitystars.com/
 
La mattina del giorno 8 giugno verrà deposta una corona di fiori al Cimitero Monumentale di Bergamo in memoria delle vittime del Covid. Alla cerimonia parteciperanno il Vescovo di Bergamo Mons. Francesco Beschi, il Presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli e il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Nel pomeriggio si svolgerà la partita fra le squadre di New Dreams.
 
Gli eventi saranno trasmessi sui social di New Dreams dai quali si potranno effettuare direttamente le donazioni a sostegno dei progetti e si potranno seguire i momenti più divertenti in diretta dalla Sala della Musica, dove i vari artisti si esibiranno le sere del 7 e 8 giugno dalle 20.30 circa, e dal campo di gioco.
 
L’evento gode del patrocinio del Consiglio della Regione Lombardia e del Comune di Grassobbio e si realizza con il sostegno del Main Sponsor e partner tecnico di New Dreams: GIVOVA a cui va un grande ringraziamento per aver fortemente voluto la nascita di questa nuova realtà solidale.
 

A questo evento hanno aderito sin da subito molti giovani ed importanti talenti e non solo: 
 
FASMA, RANDOM, FEDERICA CARTA, LEO GASSMANN, ANDREA ZELLETTA, ALFA, IVAN GRANATINO, LUDWIG, VALERIO MAZZEI, ANDREA DAMANTE, VILLABANKS, ROSA CHEMICAL, EDDY VEERUS (Il Pagante), MARCO FILADELFIA, MATTEO PELUSI (Matt & Bise), CHADIA RODRIGUEZ, MYDRAMA, BRESH, SKI E WOK, ARTURO DI NAPOLI (ex calciatore), ROBERTO ZAMPAGNA (ex calciatore) ed altri che si andranno ad aggiungere nelle prossime ore.
 

«Abbiamo scelto la Provincia di Bergamo per dare un segno di ripartenza proprio dal cuore del territorio più sofferente d’Italia a causa del devastante passaggio della pandemia e per non dimenticare quanto accaduto nei mesi scorsi, New Dreams martedì 8 giugno alle ore 11.00 deporrà una corona commemorativa, in ricordo di tutte le vittime della pandemia, sulla stele alle vittime del Covid-19 al Cimitero Monumentale di Bergamo»,
commenta il DG Marco Filadelfia.
 
 
PROGRAMMA:
 
* Giorno 07 Giugno:
Allenamento con il mister Arturo di Napoli.
 
Sala Della Musica —> con esibizioni dei vari artisti presenti in diretta sui social della Nazionale New Dreams
 
* Giorno 08 Giugno
 
Mattina
10:00 Allenamento al campo; 
 
Pomeriggio 
Arrivo al campo alle ore 14:45 
Riscaldamento muscolare
Ore 16:00 PARTITA UFFICIALE
 
Sala Della Musica —>con esibizioni dei vari artisti presenti in diretta sui social della Nazionale New Dreams
 
 
 
Collaborazioni Maglie da Gara Stagione 2021/2022: Vision Of Super, GIVOVA e Nazionale New Dreams si uniscono per creare le divise ufficiali del triangolare amichevole tra i membri delle squadre New Dreams, divisi in tre compagini. Le divise sono disegnate da @visionofsuper nei materiali tecnici @givovaofficial.
 
L’esperienza pluriennale nell’abbigliamento tecnico sportivo di GIVOVA incontra il gusto particolare e ricercato dei giovani grazie a Vision of Super, brand in forte ascesa a livello nazionale e internazionale, che coniuga moda, rock e street culture con le tendenze contemporanee.
 
Insieme formano un connubio assolutamente vincente, GIVOVA e VOS vestiranno infatti l’Associazione New Dreams: rapper, influencer, youtuber, musicisti, sportivi e altri numerosi volti noti che scendono in campo per raccogliere fondi per progetti a scopo benefico.
 
Tre maglie da calcio più due per i portieri: l’abbigliamento sportivo diventa performante e di tendenza.
 
«Coltiviamo il talento e premiamo la dedizione. Noi siamo giovani. Siamo ambiziosi. Siamo una squadra e siamo una famiglia», si legge nel VosWorld, una vision pienamente condivisa da GIVOVA.
 
Non c’è dubbio, si prospetta una collaborazione importante, ampia e ricca di sorprese.
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Coronavirus

Bollettino Coronavirus di Sabato 5 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,02%

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In data 5 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,05% (ieri +0,06%) con 4.230.153 contagiati totali, 3.908.312 dimissioni/guarigioni (+7.200) e 126.472 deceduti (+57); 195.369 infezioni in corso (-4.823). Ricoverati con sintomi -295 (5.193); terapie intensive -48 (788) con 20 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 238.632 tamponi totali (ieri 220.939) di cui 113.191 molecolari (ieri 103.912) e 125.441 test rapidi (ieri 117.027) con 67.471 casi testati (ieri 97.328); 2.436 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,02% (ieri 1,15% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,61% (ieri 2,62% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 436; Campania 307; Sicilia 234; Lazio 210; Piemonte 189; Puglia 161; Toscana 154; Emilia Romagna 134; Veneto 130. In Lombardia curva +0,05% (ieri +0,04%) con 39.363 tamponi totali (ieri 35.272) di cui 21.608 molecolari (ieri 17.997) e 17.755 test rapidi (ieri 17.275) con 13.236 casi testati (ieri 12.573); 436 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,10% (ieri 1,18% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,29% (ieri 3,31% – target 3%); 837.227 contagiati totali; ricoverati -52 (887); terapie intensive -13 (170) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.653 decessi (+10).

Cinque ottime notizie insieme a una pessima: questa la sintesi del commento odierno. Cercheremo come sempre di dare un senso ai numeri, invece di limitarci a una mera registrazione degli stessi. Iniziamo con le ottime notizie, di cui sentivamo particolare bisogno dopo mesi e mesi di emergenza. La prima: tutti i principali indicatori della pandemia sono in netto calo e lasciano presagire che, con il procedere della campagna vaccinale, la situazione possa essere messa sotto controllo entro il prossimo autunno.

L’ultima settimana epidemiologica (29 maggio – 4 giugno), che da inizio emergenza rileviamo dal sabato al venerdì successivo, ha fatto registrare 18.012 nuovi casi: segnando un -31,3% su quella precedente. Seconda ottima notizia: possiamo finalmente controllare l’epidemia invece di inseguirla. La media giornaliera dei positivi è infatti scesa a quota 2.573, nettamente al di sotto della soglia (4.311, pari a 50 nuovi casi settimanali per 100.000 abitanti) che delimita la nostra capacità di tracciamento sul territorio.

Andamento analogo anche nelle principali Regioni: in Lombardia 2.884 nuovi casi (-33,8%); in Campania 2.281 (-34,7%); in Emilia Romagna 1.243 (-33,1%) e in Veneto 873 (-35,9%). Terza ottima notizia: in netto calo a livello nazionale anche i nuovi ingressi in terapia intensiva: 214 contro 324 del periodo 22-28 maggio (-33,9%). Così come il numero dei ricoverati in area medica, sceso tra il 28 maggio e il 4 giugno da 7.192 a 5.488 (-23,6%). Scende anche la media giornaliera dei decessi, da 127 a 70 (-44,8%). Quarta ottima notizia: i dati relativi a ricoveri, terapie intensive e decessi riflettono in modo evidente gli effetti positivi della campagna vaccinale con la messa in protezione di gran parte della popolazione più a rischio (gli anziani).

Quinta ottima notizia: tutti questi numeri, grazie all’estensione delle vaccinazioni ai più giovani, sono destinati a ridursi ulteriormente nelle prossime settimane in assenza di discontinuità (al momento non ipotizzabili) nelle manifestazioni cliniche. Il primo obiettivo nel contrasto alla Covid-19, quello di ridurre a livelli accettabili le conseguenze della malattia, è ormai praticamente raggiunto. Veniamo alla notizia pessima, che ci porta a guardare l’altra faccia della medaglia: le Regioni stanno progressivamente riducendo il numero dei tamponi eseguiti. Nell’ultima settimana ne sono stati effettuati solo 1.265.464 (-19,9% sulla precedente); ma soprattutto con un calo che sfiora il 40% (per la precisione -38,3%) rispetto al picco raggiunto (2.051.720) nella settimana 10-16 aprile.

Non è una novità, ma purtroppo una conferma rispetto a quanto accaduto sia la scorsa estate, sia a fine novembre 2020 al termine della cosiddetta seconda ondata. Se consideriamo con spirito critico i dati relativi ai positivi rilevati nell’ultima settimana vediamo come la riduzione (ricordiamo -31,3%) sia stata influenzata da due fattori concomitanti: 1) La riduzione dei test, all’interno di una dinamica calante che dura da oltre un mese. 2) La presenza di una doppia festività (domenica 30 maggio e martedì 2 giugno) che ha comportato il raddoppio del solito effetto depressivo sul numero dei test effettuati (e di conseguenza dei positivi individuati). Non è possibile quantificare con precisione quanta parte del -31,3% dei nuovi casi sia ascrivibile alla somma dei due fattori sopra elencati, ma possiamo dire che in questa fase il Sars-CoV-2 viene cercato il meno possibile, o il minimo indispensabile. Si tratta di un grave errore perché, avendo raggiunto il traguardo di limitare la malattia, il vero obiettivo diventa ora quello di ridurre la circolazione del virus: cosa possibile solo tracciandolo con la massima attenzione sul territorio. Il tema merita un approfondimento, anche per spiegare come dovrebbe evolvere una campagna di testing al variare delle condizioni epidemiche: lo faremo nella prossima analisi settimanale.

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Coronavirus

Biennale di Venezia: l’Uzbekistan espone il “Mahalla”, luogo di...

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Con un anno di ritardo a causa della pandemia dovuta al coronavirus, qualche settimana fa, esattamente sabato 22 maggio, è finalmente iniziata la 17ª edizione della Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Quest’anno è segnata dalla straordinaria partecipazione dell’Uzbekistan, il primo Stato dell’Asia centrale a detenere una propria Bandiera.

Il Paese desidera far scoprire il concetto di “Mahalla“, un “luogo unico, uno stile di vita e un modo di comportarsi del popolo uzbeko” sottolinea Aziz Abdukhakimov, Ministro del Turismo, presente all’inaugurazione. “Oggi possiamo dire che stiamo riscoprendo l’Uzbekistan“.

Il Mahalla è “un fenomeno architettonico e sociale unico, uno stile di vita tradizionale in comunità e un mezzo di Governo locale“, specifica Saida Mirziyoyeva, Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione per lo Sviluppo dell’Arte e della Cultura, sotto il Ministero della Cultura della Repubblica dell’Uzbekistan. “Questa è la nostra storia e allo stesso tempo, è un aspetto cruciale della realtà urbana di oggi“.
Storicamente, la vita sociale uzbeka ha sempre ruotato attorno ai “Mahallas“, assumendo varie forme a seconda delle regioni e dei diversi climi del Paese. Inizialmente costruite intorno alle famiglie, sono i luoghi di ritrovo dei quartieri dove si svolgono matrimoni, funerali e tutti gli eventi significativi di una Società.

Ci sono attualmente 10.000 “Mahallas” in Uzbekistan, ciascuno con una popolazione media di circa 2.000.
Mescolando architettura urbana e vita comunitaria, i “Mahallas” sono luoghi dove “religioni, lingue, culture e nazionalità si mescolano“, spiega Aziz Abdukhakimov, che non nasconde l’ambizione del suo Paese di renderlo un punto di riferimento culturale in tutto il mondo.

Può essere utile per l’Europa, come esempio di come persone diverse possano vivere in totale pace e tranquillità“, aggiunge. Questa visione inclusiva sembra rispondere al tema di questa biennale, definito dall’architetto libanese Hashim Sarkis: “Come vivremo insieme?“.

Immersione in un quartiere 3D
Il 20 maggio è stata inaugurata all’Arsenale di Venezia la mostra “Mahalla: urban rural living” che immerge i visitatori in uno di questi straordinari spazi. Il cortile, tipico di questi complessi abitativi, vi è rappresentato come un’astrazione a grandezza naturale con tubi di acciaio gialli che prendono vita grazie a un’applicazione 3D. (Vedi foto articolo)

La struttura è completata da dodici fotografie di Bas Princen e da un sottofondo sonoro creato da Carlos Casas per portare a Venezia l’atmosfera sonora della vita quotidiana dei “Mahallas“.

L’ architettura non è nulla in sé e la vita ha bisogno di un ambiente costruito, di un riparo, di una cornice e queste case a corte ne sono un bell’esempio” spiega Christoph Gantenbein curatore della mostra.

Nel Mahalla, abbiamo imparato che la vita e l’architettura funzionano solo in simbiosi. Questa bellissima architettura è così legata a una forma di vita tradizionale“, sottolinea.

I “Mahallas”, minacciati

Con i cambiamenti negli stili di vita, la pressione economica e la mancanza di infrastrutture, i “Mahallas” rischiano, purtroppo, di scomparire. Questo progetto permette quindi di documentare questo aspetto della società uzbeka e persegue obiettivi educativi, come spiegato da Gayane Umerova, che ha fatto lavorare degli studenti nello sviluppo della mostra.

In fondo per noi era molto importante aprire le menti dei nostri studenti. Era solo una collaborazione, una sorta di scambio di energie” afferma il direttore esecutivo della fondazione per lo sviluppo delle Arti e della Cultura del Ministero della Cultura uzbeko.

Questi studenti saranno probabilmente in grado di creare straordinari progetti insieme in futuro e imparare gli uni dagli altri“, sottolinea.

Credo che questa sia una forte indicazione del metodo: imparare dal passato per costruire il presente e il futuro” specifica Roberto Cicutto, Presidente della Biennale.

Il progetto è bellissimo: questo tipo di architettura è una visione umana che parla davvero di convivenza, sia dal punto di vista dell’abitare che da quello della comunità. Mi sembra quindi che questo progetto si inserisca a pieno nei tempi in cui viviamo, esattamente nelle intenzioni della Biennale”.

Questa edizione della Biennale di Venezia, ospiterà 46 Paesi fino a domenica 21 novembre 2021.

Ma quando siamo usciti, stanchi e intontiti, dalla stazione di Venezia e abbiamo visto il Canal Grande e i palazzi marmorei che sfioravano l’acqua, quel gioiello di cultura che si dondolava sui canali, abbiamo improvvisamente compreso quanto forte e tenace è l’uomo e quanto meraviglioso è il suo spirito e si è destato in noi un tale amore per l’umanità, l’umanità con le sue pene e le sue epidemie e siamo penetrati ad occhi aperti dentro un sogno, perché Venezia è il sogno di ogni città.
(Abraham Yeshoua)

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 4 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,15%

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In data 4 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,06% (ieri +0,04%) con 4.227.719 contagiati totali, 3.901.112 dimissioni/guarigioni (+7.853) e 126.415 deceduti (+73); 200.192 infezioni in corso (-5.370). Ricoverati con sintomi -229 (5.488); terapie intensive -56 (836) con 22 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 220.939 tamponi totali (ieri 97.633) di cui 103.912 molecolari (ieri 62.025) e 117.027 test rapidi (ieri 35.608) con 97.328 casi testati (ieri 35.665); 2.557 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,15% (ieri 2,01% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,62% (ieri 5,51% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 417; Sicilia 337; Campania 300; Lazio 197; Puglia 196; Piemonte 191; Emilia Romagna 150; Toscana 133; Veneto 121. In Lombardia curva +0,04% (ieri +0,03%) con 35.272 tamponi totali (ieri 14.750) di cui 17.997 molecolari (ieri 11.323) e 17.275 test rapidi (ieri 3.427) con 12.573 casi testati (ieri 6.978); 417 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,18% (ieri 1,87% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,31% (ieri 3,96% – target 3%); 836.791 contagiati totali; ricoverati -3 (939); terapie intensive -10 (183) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.643 decessi (+6).

Come consueto, al termine della settimana lavorativa, una breve analisi sull’andamento della pandemia a livello mondiale. Prima di procedere con i dati Oms segnaliamo la presenza di un possibile focolaio in Cina, nella Provincia del Guangdong (113 milioni di abitanti, sulla costa meridionale del Paese): dove da qualche giorno vengono riportati nuovi casi locali, con numeri che oscillano tra 9 e 20 unità. Pochissimi, per i nostri parametri, ma sufficienti per allertare le autorità di Pechino: anche perché, da metà maggio, alcuni nuovi casi (finora poche unità) hanno iniziato a essere segnalati anche da altre Province, dopo un lungo periodo nel quale gli unici positivi individuati erano soggetti che stavano entrando in Cina, quindi con infezioni contratte all’estero.

Come sempre seguiremo l’evoluzione della vicenda, anche se finora (sulla base delle informazioni ufficiali) tutti i nuovi focolai sul territorio cinese sono stati affrontati e risolti in poche settimane. Per quanto riguarda l’epidemia a livello mondiale, l’ultimo Report epidemiologico dell’Oms registra la quinta settimana consecutiva di contrazione delle infezioni: nel periodo 24-30 maggio i nuovi casi sono stati 3.550.456, in calo del 14,3% dai 4.144.658 della settimana epidemiologica precedente. In calo anche i decessi, a quota 78.665 (-6,6%).

La dinamica calante è particolarmente evidente nelle zone di monitoraggio Europa (-26%) e Sud Est Asia (-24%). Risulta moderata nelle Americhe (-2%, dove il contagio è sostenuto dai dati di Argentina e Colombia) e nel Mediterraneo Orientale (-1%). In controtendenza, quindi con una fase espansiva, Africa (+22%) e Pacifico Occidentale (+6%): dove però i nuovi positivi (rispettivamente 52.710 e 139.234 positivi nella settimana) restano per ora su valori assoluti modesti. Per quanto riguarda i Paesi con il maggior numero di casi al primo posto si conferma l’India con 1.364.668 positivi: ricordiamo che questo numero, per noi fuori scala, deve essere contestualizzato in un Paese con quasi 1,4 miliardi di abitanti.

Sempre in India, nell’ultima settimana, l’epidemia ha segnato una forte contrazione (-26%) e sembra confermare il superamento del picco raggiunto a metà maggio. Al secondo posto troviamo il Brasile (420.981 positivi con una riduzione del 7% sulla settimana precedente) seguito da Argentina (219.910; -3%), Usa (153.587; -18%) e Colombia (150.517; +40%) La lettura costante dei dati Oms aggregati a livello mondiale mostra come la Covid-19 segua andamenti differenti non solo nelle 6 zone di monitoraggio, ma anche all’interno delle zone stesse con fasi di riduzione ed espansione non sincrone anche in Paesi geograficamente vicini. L’effetto dei vaccini è particolarmente evidente in Europa, dove anche i Paesi con il maggior numero di nuovi casi evidenziano ormai una dinamica chiaramente calante: segnaliamo Francia (60.600 nuovi casi nel periodo 24-30 maggio, ma con una riduzione del 22%) e Turchia con 57.330 positivi e un calo del 20%. Domani, come ogni sabato, faremo il punto sulla settimana epidemiologica con i dati relativi all’Italia, e soprattutto all’interpretazione degli stessi in un’ottica di breve e medio periodo.

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 3 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,01%

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In data 3 giugno, con il consueto calo che segue le festività, l’incremento nazionale dei casi è +0,04% (ieri +0,06%) con 4.225.163 contagiati totali, 3.893.259 dimissioni/guarigioni (+6.392) e 126.342 deceduti (+59); 205.562 infezioni in corso (-4.488). Ricoverati con sintomi -141 (5.717); terapie intensive -41 (892) con 24 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 97.633 tamponi totali (ieri 226.272) di cui 62.025 molecolari (ieri 120.026) e 35.608 test rapidi (ieri 106.246) con 35.665 casi testati (ieri 65.900); 1.968 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,01% (ieri 1,28% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,51% (ieri 4,39% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 277; Sicilia 254; Emilia Romagna 232; Piemonte 219; Campania 218; Lazio 196; Toscana 186; Veneto 63; Puglia 44. In Lombardia curva +0,03% (ieri +0,06%) con 14.750 tamponi totali (ieri 40.748) di cui 11.323 molecolari (ieri 23.600) e 3.427 test rapidi (ieri 17.148) con 6.978 casi testati (ieri 13.502); 277 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,87% (ieri 1,27% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,96% (ieri 3,84% – target 3%); 836.374 contagiati totali; ricoverati -38 (942); terapie intensive -14 (193) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.637 decessi (+7).

Torniamo oggi a parlare della costante riduzione dei test effettuati (-28% dai massimi di metà aprile): tema che inevitabilmente si riflette in un minor numero di positivi individuati e spalanca le porte agli allentamenti delle restrizioni. L’occasione ci è stata offerta da uno dei molti scambi di opinioni che, in una logica interdisciplinare, intratteniamo da tempo con Stefano Bonetti (Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi dell’Università Cà Foscari di Venezia e Department of Physics, Stockholm University). Il calo dei tamponi, che abbiamo già sperimentato con identica proporzione a conclusione della seconda ondata dell’autunno 2020, rende poco significativa e attendibile la misurazione quotidiana dei positivi individuati. Con pochi test eseguiti sicuramente molti casi (in particolare asintomatici) restano sconosciuti e liberi di circolare sul territorio. Per capire quanto l’attività di testing in Italia sia ridotta basta confrontare il numero dei tamponi effettuati nel nostro Paese (215.184 di media giornaliera tra il 25 e il 31 maggio) e quello nell’identico arco di tempo nel Regno Unito (746.895).

Pur considerando che il Regno Unito ha il 10% in più di abitanti rispetto all’Italia è facile capire, già a prima vista, in quale Paese il virus venga ricercato con attenzione ed efficienza. Due osservazioni emerse nel dialogo con Stefano Bonetti ci possono però aiutare a tenere sotto controllo l’andamento epidemico, anche in assenza di un numero adeguato di tamponi eseguiti. La prima è relativa al rapporto positivi/tamponi totali: finché rimane molto basso, o addirittura si riduce al diminuire dei tamponi, possiamo dedurre che la circolazione del virus sia effettivamente molto limitata. È quanto sta accadendo da oltre una settimana, con il rapporto positivi/tamponi totali costantemente sotto la soglia del 2% (oggi eccezione a 2,01% ma con pochissimi tamponi a causa del festivo di ieri) contro un range 3-10% del mese di aprile. La seconda osservazione convalida l’utilità e validità di questo indicatore: la prima anomalia statistica osservata nell’ultima decade dell’agosto 2020, a tamponi costanti, è stata proprio relativa all’innalzamento improvviso del rapporto positivi/tamponi totali. Preludio all’esplosione dei casi che sarebbe arrivato tra settembre e ottobre. Insomma, non avendo a disposizione un numero adeguato di test eseguiti, possiamo e dobbiamo “arrangiarci” con quello che i dati ci offrono.

Non è la situazione ideale, ma sempre meglio di niente. Non trova invece una risposta alternativa la necessità di avere a disposizione un numero elevato di test molecolari per sequenziare efficacemente il materiale virale, operazione indispensabile per ottenere indicazioni tempestive sulla circolazione delle varianti (già note o nuove). Un problema che le flash survey e i Report periodici dell’Iss, per quanto ben costruiti, possono risolvere solo parzialmente. I temi della raccolta uniforme dei dati, della totale messa a disposizione della comunità scientifica e dell’assenza di un campione statistico per monitorare l’epidemia in tempo reale ci accompagnano ormai da oltre un anno: avere in qualche modo trovato strade alternative per ricavare informazioni utili non limita il rimpianto per tutto quello che, grazie a una conoscenza diffusa, sarebbe stato possibile fare in questi mesi.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 2 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi...

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In data 2 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,06% (ieri +0,05%) con 4.223.200 contagiati totali, 3.886.867 dimissioni/guarigioni (+18.535) e 126.283 deceduti (+62); 210.050 infezioni in corso (-15.701). Ricoverati con sintomi -334 (5.858); terapie intensive -56 (933) con 33 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 226.272 tamponi totali (ieri 221.818) di cui 120.026 molecolari (ieri 105.777) e 106.246 test rapidi (ieri 116.041) con 65.900 casi testati (ieri 62.470); 2.897 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,28% (ieri 1,11% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 4,39% (ieri 3,97% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 519; Campania 388; Sicilia 289; Puglia 196; Piemonte 190; Lazio 211; Toscana 162; Emilia Romagna 152; Veneto 175. In Lombardia curva +0,06% (ieri +0,05%) con 40.748 tamponi totali (ieri 35.716) di cui 23.600 molecolari (ieri 19.014) e 17.148 test rapidi (ieri 16.702) con 13.502 casi testati (ieri 12.306); 519 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,27% (ieri 1,29% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,84% (ieri 3,74% – target 3%); 836.097 contagiati totali; ricoverati -93 (980); terapie intensive -13 (207) con 1 nuovo ingressi del giorno; 33.630 decessi (+10).

Qualche riga di spiegazione, oggi, sulla decisione dell’Oms di cambiare la denominazione delle varianti del Sars-CoV-2: eliminando per quelle definite “preoccupanti” (variants of concern) i riferimenti al luogo di prima individuazione (inglese, sudafricana, brasiliana e indiana) e passando a una classificazione con le lettere dell’alfabeto greco. In questo modo la variante inglese diventa “alfa”; quella sudafricana “beta”; quella brasiliana “gamma” e quella indiana “delta”. Le cosiddette “variants of interest”, ovvero quelle sottoposte a osservazione e sorveglianza, ma non ancora ritenute pericolose, verranno invece identificate mantenendo il criterio in uso presso la comunità scientifica, con una combinazione di lettere e numeri. Solo per fare un esempio la variante alfa (ex inglese) è da sempre classificata come “B.1.1.7”.

La scelta è legata alla volontà di evitare collegamenti stigmatizzanti con luoghi e popolazioni, per il semplice fatto che la variante sia stata individuata per la prima volta in un determinato territorio: che, peraltro, non è detto sia davvero quello dove la variante si è sviluppata, ma semplicemente quello dove è stata rilevata. Pur condividendo la decisione (e da oggi utilizzeremo la nuova classificazione sia nei commenti quotidiani, sia nelle analisi settimanali) proponiamo due riflessioni. La prima: quando alcuni termini sono in uso da tempo, provare a cambiarli è un’impresa ardua. Prova ne sia il fatto che ancora oggi è largamente utilizzata la dizione “il Covid” per indicare un virus che invece si chiama Sars-CoV-2. Confondendo così l’agente patogeno con la malattia (Covid-19, che sta per Coronavirus desease-19). La seconda: la stessa sensibilità sarebbe forse meglio indirizzata se fosse rivolta non tanto a disaccoppiare il nome delle varianti dai luoghi geografici, ma piuttosto a garantire forniture di vaccino alle popolazione che, per motivi meramente economici, oggi restano quasi completamente ai margini rispetto alle campagne di protezione contro la pandemia. Un tema centrale, che abbiamo affrontato più volte, spiegando come le vaccinazioni non siano un privilegio dei singoli Stati: ma un diritto di ogni abitante del nostro piccolo e unico pianeta. Se proprio non lo vogliamo fare per motivi umanitari, facciamolo almeno per egoismo: solo vaccinando tutta la popolazione mondiale, e arrivando a un’immunità di gregge planetaria, potremo infatti risolvere la questione Covid-19 ed evitare che nuove varianti si presentino a ciclo continuo, superando tranquillamente confini per loro completamente invisibili.

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Bollettino Coronavirus di Martedì 1 Giugno 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,11%

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In data 1 giugno l’incremento nazionale dei casi è +0,05% (ieri +0,04%) con 4.220.304 contagiati totali, 3.868.332 dimissioni/guarigioni (+10.313) e 126.221 deceduti (+93); 225.751 infezioni in corso (-7.923). Ricoverati con sintomi -290 (6.192); terapie intensive -44 (989) con 41 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 221.818 tamponi totali (ieri 86.977) di cui 105.777 molecolari (ieri 49.688) e 116.041 test rapidi (ieri 37.289) con 62.470 casi testati (ieri 30.210); 2.483 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,11% (ieri 2,09% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,97% (ieri 6,02% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 461; Campania 375; Sicilia 326; Puglia 227; Piemonte 209; Lazio 195; Toscana 159; Emilia Romagna 107; Veneto 106. In Lombardia curva +0,05% (ieri +0,01%) con 35.716 tamponi totali (ieri 8.661) di cui 19.014 molecolari (ieri 6.028) e 16.702 test rapidi (ieri 2.633) con 12.306 casi testati (ieri 5.626); 461 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,29% (ieri 1,52% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,74% (ieri 2,34% – target 3%); 835.578 contagiati totali; ricoverati +22 (1.073); terapie intensive -14 (220) con 7 nuovi ingressi del giorno; 33.620 decessi (+9).

Tre parole sono più che sufficienti a spiegare in modo chiaro la strategia seguita per ottenere l’accesso alle tanto agognate zone bianche: “fare pochi tamponi”. Ovvero non cercare il virus, facendo semplicemente finta che sia scomparso. I numeri di ieri (31 maggio) relativi ai test eseguiti sono allarmanti perché testimoniano esattamente questa tendenza: cercare sempre meno (e trovare sempre meno) il Sars-CoV-2 per arrivare ad avere un numero sempre più basso di nuovi casi individuati. I tamponi totali sono stati 86.977: per trovare un numero più basso bisogna risalire allo scorso 4 gennaio (77.953). Anche quello era un lunedì, e quindi risentiva del calo che segue tradizionalmente il fine settimana, ma eravamo nel pieno delle festività di inizio anno. Per capire quanto sia importante la riduzione registrata ieri possiamo vedere la media dei test eseguiti negli ultimi 8 lunedì, risalendo fino a inizio aprile 2021: il risultato è 133.026.

Gli 86.977 test totali di ieri restano sotto media per il 34,6%. All’interno di questo poco brillante risultato troviamo, ovviamente, un bassissimo numero (solo 49.688) di test molecolari: quelli che consentono di sequenziare il materiale genetico virale e di individuare la presenza di varianti, siano esse conosciute o nuove. A influire in modo pesante sul risultato di ieri ha contribuito per la prima volta la Lombardia, che nelle ultime settimane aveva mantenuto le attività di testing a un livello accettabile: ieri, invece, sono stati eseguiti solo 8.661 tamponi totali, con una riduzione del 49,7% rispetto alla media degli ultimi 8 lunedì (17.237). Come abbiamo ricordato più volte in questi mesi, nella fasi di arretramento dell’epidemia il numero dei test deve essere manutenuto elevato, incrementando le attività di screening per compensare il naturale calo dei casi sintomatici: solo in questo modo è possibile avere una visione corretta della diffusione del contagio, isolare in modo tempestivo i nuovi focolai, interrompere le catene di trasmissione, sequenziare il virus e individuare le varianti. Fingere che il virus non esista proprio quando stiamo per sconfiggerlo è il viatico migliore per ridargli fiato: e per complicare la vita ai vaccini, che stanno avendo un successo straordinario e meriterebbero per questo il massimo sostegno, invece che ostacoli disseminati sul proprio cammino.

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Coronavirus: Sottosegretario Pucciarelli, cordoglio scomparsa carabiniere

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“Esprimo ai familiari di Giuseppe le mie sentite e profonde condoglianze. Oggi ci ha lasciato un uomo delle Istituzioni, un Carabiniere che nei suoi 29 anni di servizio ha sempre svolto il proprio incarico con spirito di abnegazione e totale disponibilità verso i cittadini.” – rende noto il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, dopo aver appreso la triste notizia della scomparsa, a causa delle complicanze di una polmonite da coronavirus, del Brigadiere Capo Giuseppe Betti, addetto alla stazione della Forestale di Castel San Nicolò, in provincia di Arezzo.

“Sono vicina al Generale Teo Luzi e a tutta l’Arma dei Carabinieri per la perdita di un valido Sottufficiale, che ha lottato con forza contro questo virus. Una battaglia che le nostre Forze Armate e tutto il Paese stanno combattendo mettendo in campo tutte le risorse necessarie.” – ha concluso Pucciarelli.

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 31 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,09%

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In data 31 maggio, con il solito calo che segue il fine settimana, l’incremento nazionale dei casi è +0,04% (ieri +0,06%) con 4.217.821 contagiati totali, 3.858.019 dimissioni/guarigioni (+6.358) e 126.128 deceduti (+82); 233.674 infezioni in corso (-4.622). Ricoverati con sintomi -109 (6.482); terapie intensive -28 (1.033) con 38 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 86.977 tamponi totali (ieri 164.495) di cui 49.688 molecolari (ieri 91.728) e 37.289 test rapidi (ieri 72.767) con 30.210 casi testati (ieri 54.803); 1.820 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,09% (ieri 1,79% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,02% (ieri 5,38% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 284; Sicilia 258; Lazio 251; Toscana 147; Emilia Romagna 188; Lombardia 132; Puglia 142; Piemonte 126; Veneto 60. In Lombardia curva +0,01% (ieri +0,05%) con 8.661 tamponi totali (ieri 28.195) di cui 6.028 molecolari (ieri 18.304) e 2.633 test rapidi (ieri 9.891) con 5.626 casi testati (ieri 12.140); 132 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,52% (ieri 1,62% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 2,34% (ieri 3,77% – target 3%); 835.117 contagiati totali; ricoverati -25 (1.051); terapie intensive -12 (234) con 6 nuovi ingressi del giorno; 33.611 decessi (+13).

Abbiamo più volte ricordato, negli ultimi mesi, l’importanza di una campagna vaccinale in grado di offrire protezione al maggior numero possibile di persone (obiettivo l’immunità di gregge) ma soprattutto di farlo con una protezione completa (doppia dose di vaccino). Quando la quota di vaccinati è lontana dalla soglia dell’immunità di gregge, e quando buona parte dei vaccinati ha solo una protezione parziale (dose singola), il virus mantiene spazi di circolazione importanti: e, in assenza di misure di protezione individuale e di contenimento a livello generale, le sfrutta in modo puntuale. Non per una particolare abilità o intelligenza, cosa di cui è totalmente privo, ma per la semplice e inevitabile manifestazione delle leggi che ne regolano la diffusione (ben note, anche se talvolta fa comodo dimenticarle).

Ne stiamo vedendo un esempio pratico nel Regno Unito: citato in modo quasi ossessivo quando si tratta di elogiarne successi e riaperture ma che forse regala le lezioni più utili, per quanto scomode, quando si manifestano problemi. Nonostante la rapidissima campagna vaccinale (peraltro in gran parte condotta in parallelo con un lockdown e non con riaperture come accade in Italia) i nuovi casi stanno risalendo: segnando, nella settimana 23-29 maggio, +18,9% sulla precedente (21.469 positivi contro 17.410). Preoccupa soprattutto il trend degli ultimi giorni, con le infezioni quotidiane che oscillano in area 3-4.000, livello che non si registrava da fine marzo. Questo in un Paese dove il 74,2% della popolazione è già stato vaccinato con una singola dose, valore che scende al 47,3% considerando la doppia dose. Ricordiamo, per un confronto immediato, che in Italia la protezione con singola dose copre il 37,6% della popolazione e che solo il 19,8% ha ottenuto anche la seconda.

La preoccupazione nel Regno Unito è legata alla crescente diffusione della variante indiana: una singola dose di vaccino, che dopo 15 giorni fornisce una protezione intorno al 50% contro la variante inglese (o del Kent), sembra non superare il 33% contro quella indiana. Per capire quanto sia importante la doppia dose, con il completamento del ciclo vaccinale, basta considerare che l’efficacia del vaccino Pfizer-BioNTech sale in questo caso all’88% contro le infezioni sintomatiche da variante indiana, e al 93% contro quelle da variante del Kent. Come detto più volte in questi lunghi mesi, il Sars-CoV-2 circola dove trova spazio per farlo: come è logico che sia nella popolazione non vaccinata (in Italia oltre il 60%) ma anche in quella protetta solo parzialmente con dose singola. Con il rischio ulteriore, in questo secondo caso, di selezionare i virus “sopravvissuti” al contatto con gli anticorpi che non sono riusciti a eliminarli: e quindi potenzialmente in grado di far emergere varianti in grado di resistere alla risposta immunitaria.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 30 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi...

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In data 30 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,06% (ieri +0,07%) con 4.216.003 contagiati totali, 3.851.661 dimissioni/guarigioni (+6.574) e 126.046 deceduti (+44); 238.296 infezioni in corso (-3.670). Ricoverati con sintomi -209 (6.591); terapie intensive -34 (1.061) con 27 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 164.495 tamponi totali (ieri 247.330) di cui 91.728 molecolari (ieri 121.163) e 72.767 test rapidi (ieri 126.167) con 54.803 casi testati (ieri 69.175); 2.949 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,79% (ieri 1,35% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,38% (ieri 4,84% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 458; Campania 385; Sicilia 348; Lazio 278; Toscana 263; Piemonte 233; Emilia Romagna 190; Veneto 150; Puglia 90. In Lombardia curva +0,05% (ieri +0,07%) con 28.195 tamponi totali (ieri 44.888) di cui 18.304 molecolari (ieri 26.529) e 9.891 test rapidi (ieri 18.359) con 12.140 casi testati (ieri 14.807); 458 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,62% (ieri 1,38% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,77% (ieri 4,18% – target 3%); 834.985 contagiati totali; ricoverati -55 (1.076); terapie intensive +3 (246) con 7 nuovi ingressi del giorno; 33.598 decessi (+5).

Un rapido sguardo all’epidemia considerando l’incidenza dei nuovi casi in rapporto alla popolazione: metodo che permette di confrontare in modo diretto Regioni e Province autonome indipendentemente dal numero di abitanti. I dati sono quelli ufficiali del ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità, relativamente all’ultimo periodo rilevato (21-27 maggio). A livello nazionale sono stati registrati 47 nuovi casi per 100.000 abitanti, al di sotto del valore soglia (50 per 100.000) che segna il limite della capacità di tracciamento sul territorio. Nella settimana 30 aprile – 6 maggio, che useremo come riferimento, in Italia erano stati identificati 123 positivi per 100.000 abitanti.

Considerando le singole Regioni e Province autonome è utile segnalare quelle che presentano un valore superiore al dato medio nazionale, perché identificano le aree dove l’infezione è al momento più attiva anche se in chiaro arretramento: troviamo Valle d’Aosta (79 per 100.000 abitanti, erano 189 nel periodo 30 aprile – 6 maggio); Campania (66, da 184); Basilicata (62, da 157); Calabria (61, da 116); Toscana (59, da 141); P.A. di Bolzano (59, da 99); Marche (55, da 103); Sicilia (53, da 129); Puglia (50, da 170); Piemonte (49, da 128). Ricordiamo che purtroppo sulla completa attendibilità di questi dati inizia a pesare la riduzione dei test effettuati (-22,9% rispetto al massimo raggiunto nella settimana 10-16 aprile) che inevitabilmente ha come prima ricaduta un minor numero di positivi individuati. La tendenza è chiara, ma a causa della diminuzione dei test è impossibile stabilirne con precisione le dimensioni. Le prossime settimane saranno decisive per la prosecuzione della campagna vaccinale e la messa in protezione della quota più ampia possibile della popolazione: senza abbattere realmente la circolazione del virus rimaniamo esposti al rischio di una potenziale ripresa dell’infezione: effetto che sta iniziando a manifestarsi nel Regno Unito, a causa della rapida diffusione della variante indiana tra i soggetti ancora privi di protezione. Un tema sul quale torneremo più in dettaglio domani.

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Bollettino Coronavirus di Sabato 29 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,35%

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In data 29 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,07% (ieri +0,08%) con 4.213.055 contagiati totali, 3.845.087 dimissioni/guarigioni (+7.569) e 126.002 deceduti (+83); 241.966 infezioni in corso (-4.304). Ricoverati con sintomi -392 (6.800); terapie intensive -47 (1.095) con 29 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 247.330 tamponi totali (ieri 249.911) di cui 121.163 molecolari (ieri 123.987) e 126.167 test rapidi (ieri 125.924) con 69.175 casi testati (ieri 72.389); 3.351 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,35% (ieri 1,49% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 4,84% (ieri 5,16% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 620; Campania 331; Sicilia 385; Toscana 200; Lazio 307; Emilia Romagna 224; Puglia 269; Veneto 198; Piemonte 149. In Lombardia curva +0,07% (ieri +0,07%) con 44.888 tamponi totali (ieri 45.540) di cui 26.529 molecolari (ieri 27.065) e 18.359 test rapidi (ieri 18.475) con 14.807 casi testati (ieri 14.588); 620 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,38% (ieri 1,45% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 4,18% (ieri 4,53% – target 3%); 834.527 contagiati totali; ricoverati -102 (1.131); terapie intensive -5 (243) con 3 nuovi ingressi del giorno; 33.593 decessi (+13). Si confermano i segnali positivi di una netta riduzione dei nuovi casi: il virus non è morto, non siamo al liberi tutti, ma la strada è finalmente quella giusta.

Ora dobbiamo proseguire rapidamente con le vaccinazioni su tutta la popolazione, e al tempo stesso mantenere le misure di protezione personale: per non farci sorprendere da una nuova fase espansiva in autunno (il Sars-CoV-2 sembra avere caratteristiche stagionali) e per non aumentare il rischio di nuove varianti (che si generano con frequenza maggiore quando la circolazione del virus è elevata). La settimana epidemiologica appena conclusa (22-28 maggio) ha fatto registrare 26.231 nuovi casi, con una riduzione del 28,6% sul periodo precedente.

La media dei positivi giornalieri scende da 5.250 a 3.747: un dato importantissimo perché finalmente si riporta al disotto della soglia (4.311) che permette una piena ripresa delle attività di tracciamento: le uniche che ci permettono di controllare l’epidemia invece di inseguirla. Non accadeva dall’inizio di ottobre 2020, quando però eravamo nel pieno di una fase espansiva e i casi stavano salendo rapidamente a comporre la seconda ondata: in termini più semplici, a inizio ottobre stavano per perdere il controllo, mentre adesso lo abbiamo ripreso.

Sempre a livello nazionale ottime notizie anche dai nuovi ingressi in terapia intensiva: 324 nel periodo considerato, con un calo del 30,7% sulla settimana precedente. Indicazioni analoghe arrivano dalle principali Regioni, che avevamo monitorato come “motore” delle ultime fasi espansive: in Lombardia i nuovi casi sono scesi del 27,4% a quota 4.359 (622 al giorno, anche in questo caso sotto al livello che permette il tracciamento); in Campania i positivi rilevati sono stati 3.497, con un’incidenza sulla popolazione molto elevata (61 per 100.000 abitanti) rispetto alla Lombardia (43) e al totale nazionale (43), ma in forte contrazione del 30,0% sul periodo precedente; in Emilia Romagna 1.860 nuovi casi (-46,8%, incidenza 42); in Veneto 1.362 (-31,8%, incidenza 28). Come nota negativa, in chiusura, dobbiamo purtroppo segnalare una ulteriore riduzione dei test effettuati (1.580.961 nell’ultima settimana epidemiologica). La riduzione è del 6,2% sul periodo precedente, ma soprattutto del 22,9% rispetto al massimo raggiunto nella settimana 10-16 aprile. Fare pochi test non solo impedisce da tracciare correttamente il contagio sul territorio, ma rende anche più difficile il sequenziamento del materiale virale: operazione possibile solo con i test molecolari e che permette l’individuazione delle varianti (vecchie e nuove) in circolazione

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 28 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,49%

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In data 28 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,08% (ieri +0,09%) con 4.209.707 contagiati totali, 3.837.518 dimissioni/guarigioni (+10.534) e 125.919 deceduti (+126); 246.270 infezioni in corso (-6.923). Ricoverati con sintomi -515 (7.192); terapie intensive -64 (1.142) con 41 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 249.911 tamponi totali (ieri 243.967) di cui 123.987 molecolari (ieri 131.365) e 125.924 test rapidi (ieri 112.602) con 72.389 casi testati (ieri 72.915); 3.738 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,49 (ieri 1,69% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,16% (ieri 5,68% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 661; Campania 477; Sicilia 418; Toscana 301; Lazio 296; Piemonte 279; Emilia Romagna 258; Puglia 250; Veneto 189. In Lombardia curva +0,07% (ieri +0,08%) con 45.540 tamponi totali (ieri 44.390) di cui 27.065 molecolari (ieri 28.309) e 18.475 test rapidi (ieri 16.081) con 14.588 casi testati (ieri 14.314); 661 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,45% (ieri 1,66% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 4,53% (ieri 5,16% – target 3%); 833.907 contagiati totali; ricoverati -66 (1.233); terapie intensive -12 (248) con 4 nuovi ingressi del giorno; 33.580 decessi (+29).

Prosegue la fase di contrazione dell’epidemia a livello mondiale, come rilevato dall’ultimo Report epidemiologico dell’Oms. Nel periodo 17-23 maggio i nuovi casi sono stati 4.144.658, in calo del 13,82% dai 4.809.520 della settimana 10-16 maggio. Lieve riduzione anche per i decessi: 84.306 contro 85.975 (-1,94%) ma con una dinamica molto diversa per area geografica come vedremo più avanti. È la quarta settimana consecutiva che si chiude con una diminuzione dei nuovi positivi, anche se la discesa non è uniforme in tutte le zone di monitoraggio Oms: due di queste, Americhe e Africa, nell’ultimo periodo mostrano infatti un leggero incremento, rispettivamente +2% e +4%. Sul dato delle Americhe pesano i numeri importanti, anche in termini di valori assoluti, di Brasile, Argentina e Colombia: che sbilanciano il dato complessivo dell’intera zona di monitoraggio nonostante la contrazione dell’epidemia negli Usa, che per mesi hanno costituito insieme al Brasile il principale bacino di espansione del Sars-CoV-2. In Africa, al contrario, i valori assoluti restano molto limitati (44.207 positivi nella settimana epidemiologica rilevata dall’Oms): considerando tuttavia le precarie condizioni di molti sistemi sanitari dei Paesi africani, è ragionevole ritenere che gli effetti complessivi dell’epidemia in questo continente siano stati finora ampiamente sottostimati.

Per quanto riguarda i Paesi più colpiti per numero assoluto di nuovi contagi al primo posto resta l’India: con 1.846.055 positivi nella settimana 17-23 maggio, ma con un -23% rispetto al periodo 10-16 maggio. Seguono Brasile (451.424 nuovi casi, -3%); Argentina (213.046; +41%); Usa (188.410; -20%) e Colombia (107.590; -7%). Considerando la sola Regione di monitoraggio Oms “Europa” il numero più alto di positivi è stato rilevato in Turchia (71.786, pari a 85,1 per 100.000 abitanti); seguono Russia (61.260; 42 per 100.000) e Germania (55.524; 66,8 per 100.000). Per quanto riguarda invece i decessi al primo posto troviamo la Russia (2.611; 1,8 per 100.000 abitanti) seguita da Turchia (1.534; 1,8 per 100.000) e Ucraina (1.239; 3 per 100.000). Da sottolineare come l’Europa, che nel complesso come zona di monitoraggio Oms è quella con la maggiore protezione vaccinale in rapporto alla popolazione totale, abbia anche segnato la riduzione più importante dei decessi: -21% nell’ultima settimana, contro -11% del Mediterraneo orientale; +1% delle Americhe; +2% dell’Africa; +4% del Sud Est Asia; +22% del Pacifico occidentale.

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 27 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,69%

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In data 27 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,09% (ieri +0,09%) con 4.205.970 contagiati totali, 3.826.984 dimissioni/guarigioni (+10.808) e 125.793 deceduti (+171); 253.193 infezioni in corso (-6.836). Ricoverati con sintomi -411 (7.707); terapie intensive -72 (1.206) con 38 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 243.967 tamponi totali (ieri 260.962) di cui 131.365 molecolari (ieri 144.749) e 112.602 test rapidi (ieri 116.213) con 72.915 casi testati (ieri 77.505); 4.147 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,69% (ieri 1,50% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,68% (ieri 5,07% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 739; Campania 533; Sicilia 383; Lazio 361; Toscana 319; Piemonte 298; Puglia 288; Emilia Romagna 263; Veneto 242. In Lombardia curva +0,08% (ieri +0,08%) con 44.390 tamponi totali (ieri 42.222) di cui 28.309 molecolari (ieri 25.770) e 16.081 test rapidi (ieri 16.452) con 14.314 casi testati (ieri 13.134); 739 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,66% (ieri 1,57% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,16% (ieri 5,07% – target 3%); 833.246 contagiati totali; ricoverati -70 (1.299); terapie intensive -13 (260) con 0 nuovi ingressi del giorno; 33.551 decessi (+41).

Nel periodo mobile di 30 giorni chiuso il 26 maggio e rilevato dall’Iss nell’ambito della Sorveglianza integrata Covid-19 i nuovi casi a livello nazionale sono stati 205.825 con 4.341 decessi: dati che confermano una importante riduzione in atto della fase epidemica. Solo una settimana fa, relativamente al periodo mobile di 30 giorni chiuso il 20 maggio, erano state registrate 254.555 nuove infezioni con 5.385 decessi.

Il calo dei due valori è stato rispettivamente del 19,1% per i contagi e del 19,3% per i decessi. I casi tra gli operatori sanitari sono stati 1.590, pari allo 0,77%, e confermano l’efficacia della copertura vaccinale. L’età mediana dei nuovi positivi resta ferma a 40 anni, mentre la ripartizione dei casi vede la prevalenza dei soggetti di sesso femminile (50,6% contro 49,4%) e si riporta vicina ai valori calcolati da inizio epidemia (51,1% donne, 48,9% uomini). Ricordiamo in proposito che la ripartizione per sesso segue un preciso andamento correlato alle fasi epidemiche: all’inizio dei periodi di espansione prevalgono i contagi tra gli uomini, per poi riequilibrarsi e invertire la distribuzione quando l’epidemia si stabilizza e si riduce.

che Per quanto riguarda infine la distribuzione dei casi per fascia di età, le vaccinazioni stanno spostando sempre più le nuove infezioni a carico della popolazione con un livello di protezione ancora ridotto: il 22,6% dei positivi, negli ultimi 30 giorni, è stato indentificato tra 0 e 18 anni (era il 19,6% nei 30 giorni mobili chiusi il 5 maggio); il 44,6% tra 19 e 50 anni (era il 43% al 5 maggio); il 24,1% tra 51 e 70 anni (da 26,1%) e solo l’8,5% tra gli over 70 contro l’11% rilevato il 5 maggio. Le infezioni asintomatiche si confermano al di sopra del 50% nelle fasce di età comprese tra 0 e 39 anni e al di sopra degli 80 (evidente qui l’effetto dei vaccini), con una prevalenza delle infezioni sintomatiche tra i 40 e i 79 anni. Insomma ancora buone notizie anche se la copertura vaccinale dovrà essere completata il più rapidamente possibile con doppia dose, e in tutte le fasce di età, per avere una reale protezione di tutta la popolazione inclusa quella non vaccinata. La tanto agognata immunità di gregge, che resta l’obiettivo da raggiungere prima del prossimo autunno: quando se come sembra il virus confermerà un andamento stagionale, dovremo fare i conti con una maggiore circolazione del Sars-CoV-2 e delle sue varianti.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 26 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,50%

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In data 26 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,09% (ieri +0,07%) con 4.201.827 contagiati totali, 3.816.176 dimissioni/guarigioni (+11.930) e 125.622 deceduti (+121); 260.029 infezioni in corso (-8.116). Ricoverati con sintomi -439 (8.118); terapie intensive -55 (1.278) con 39 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 260.962 tamponi totali (ieri 252.646) di cui 144.749 molecolari (ieri 122.229) e 116.213 test rapidi (ieri 130.417) con 77.505 casi testati (ieri 69.724); 3.937 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,50% (ieri 1,27% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,07% (ieri 4,62% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 666; Campania 483; Sicilia 375; Piemonte 350; Lazio 318; Toscana 258; Puglia 237; Veneto 255; Emilia Romagna 224. In Lombardia curva +0,08% (ieri +0,06%) con 42.222 tamponi totali (ieri 32.446) di cui 25.770 molecolari (ieri 16.081) e 16.452 test rapidi (ieri 16.365) con 13.134 casi testati (ieri 11.504); 666 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,57% (ieri 1,55% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,07% (ieri 4,38% – target 3%); 832.507 contagiati totali; ricoverati -84 (1.369); terapie intensive +1 (273) con 10 nuovi ingressi del giorno; 33.510 decessi (+15).

Gli ultimi dati dell’Iss sulla circolazione delle varianti, oltre a essere illustrati, meritano un piccolo sforzo interpretativo. Il Report diffuso ieri è relativo al periodo 28 dicembre – 19 maggio 2021, e non deve essere confuso con le precedenti indagini flash che fornivano invece un’istantanea della situazione. In questo modo devono essere letti i dati che parlano della variante inglese (lignaggio B.1.1.7) identificata nel 73,06% dei casi, con la variante brasiliana (lignaggio P.1) ferma al 6%: si tratta, appunto, dei valori spalmati in un arco di tempo molto lungo (circa 5 mesi) che sono utilissimi da un punto di vista epidemiologico, ma non permettono al grande pubblico di comprendere quale sia attualmente la circolazione delle varianti nel nostro Paese.

Ne possiamo ottenere una prova pratica verificando, sempre con i dati Iss e per le due varianti che abbiamo citato, le oscillazioni nell’arco di tempo coperto dall’indagine pubblicata ieri: il 4-5 febbraio la variante inglese era al 17,8% (dato rilevato solo su alcune Regioni); il 18 febbraio la stessa variante era stimata al 54%, quella brasiliana allo 0,4%; il 18 marzo i valori erano saliti rispettivamente all’86,7% e al 4%. Il 15 aprile, infine, al 91,6% e al 4,5%. Più che al valore nel lungo periodo, che ripetiamo è molto utile per gli studi epidemiologici ma non offre informazioni sulla situazione attuale, dobbiamo quindi guardare l’ultimo dato disponibile, quello relativo al 15 aprile: che ci dice come la variante inglese sembri essere in grado non solo di diffondersi molto rapidamente, ma anche di limitare la circolazione delle altre varianti presenti sul territorio che restano su valori residuali.

Addirittura la variante brasiliana mostra un valore superiore nel lungo periodo (6,0%) rispetto a quanto emerga dall’analisi puntuale del 15 aprile (4,5%): segno di una fase calante nel periodo più recente. Il dato più interessante che emerge dall’ultima indagine dell’Iss è relativo al peso delle “altre” varianti, ovvero di quelle che non rientrano nelle 7 attualmente monitorate: peso che è arrivato al 18,9% del totale. In termini semplici, quasi 2 varianti su 10 rilevate erano “diverse” da quelle che teniamo sotto controllo. Un numero tutt’altro che trascurabile e che ci fa capire come, lasciando circolare con efficacia il Sars-CoV-2, il rischio dello sviluppo di nuove varianti sia molto concreto. Ne abbiamo parlato più volte, ricordando quanto sia importante in questa fase il mantenimento delle misure di precauzione personali, per abbattere la circolazione del virus, e un numero adeguato di test tampone di tipo molecolare (adatto per il sequenziamento del virus). A questo deve essere ricondotto l’avvertimento dell’Iss contenuto nell’ultima analisi: “È necessario continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus Sars-CoV-2 ed in particolare la presenza delle mutazioni riconducibili ad una maggiore trasmissibilità e/o associate ad un potenziale immune escape”. Ovvero a una potenziale capacità di eludere la risposta immunitaria indotta dal vaccino.

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 24 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,31%

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In data 24 maggio l’incremento nazionale dei casi, con la consueta riduzione che segue il fine settimana, è +0,05% (ieri +0,09%) con 4.194.672 contagiati totali, 3.792.898 dimissioni/guarigioni (+7.032) e 125.335 deceduti (+110); 276.439 infezioni in corso (-4.653). Ricoverati con sintomi -211 (8.950); terapie intensive -28 (1.382) con 48 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 107.481 tamponi totali (ieri 179.391) di cui 65.822 molecolari (ieri 110.028) e 41.659 test rapidi (ieri 69.363) con 33.517 casi testati (ieri 64.515); 2.490 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,31% (ieri 2,22% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,42% (ieri 6,19% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 401; Sicilia 378; Emilia Romagna 315; Lazio 292; Lombardia 249; Toscana 245; Veneto 150; Piemonte 106; Puglia 71. In Lombardia curva +0,02% (ieri +0,08%) con 13.519 tamponi totali (ieri 32.977) di cui 10.587 molecolari (ieri 22.506) e 2.932 test rapidi (ieri 10.471) con 6.974 casi testati (ieri 12.631); 249 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,84% (ieri 2,15% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 3,57% (ieri 5,62% – target 3%); 831.336 contagiati totali; ricoverati -7 (1.473); terapie intensive -10 (284) con 13 nuovi ingressi del giorno; 33.478 decessi (+7).

I dati dell’ultimo Bollettino epidemiologico dell’Iss mostrano che, nel periodo 3-16 maggio, il 79,0% dei nuovi casi rilevati nel nostro Paese è di origine autoctona, con solo lo 0,4% importato dall’estero. Resta ancora molto elevato (il 20,4%) il numero delle infezioni per le quali non è noto il luogo di origine. Questi dati possono essere considerati una “base” di partenza in vista dell’estate: le stime parlano del possibile arrivo di circa 28 milioni di turisti solo dai Paesi dell’Unione europea, che potrebbero sbilanciare in modo consistente le percentuali viste in precedenza. Nelle prossime settimane sarà quindi interessante tenere sotto osservazione questo indicatore, per capire gli eventuali nuovi sviluppi dell’epidemia. Per quanto riguarda invece l’individuazione dei nuovi casi, il 33,7% è stato rilevato con le attività di contact tracing contro il 31,2% dei soggetti testati perché sintomatici.

L’inversione dei valori (negli ultimi mesi prevalevano nettamente i soggetti con sintomi) testimonia come il calo dei positivi renda possibile una maggiore efficacia del tracciamento sul territorio, al fine di interrompere le catene di trasmissione del virus e spegnere sul nascere i nuovi focolai. Il 16,8%, infine, è stato individuato con attività di screening: dato che sottolinea l’importanza di effettuare un elevato numero di test tampone, e non di diminuirne il numero come sta purtroppo accadendo da qualche settimana in coincidenza con gli allentamenti delle restrizioni.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 23 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,22%

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In data 23 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,09% (ieri +0,11%) con 4.192.183 contagiati totali, 3.785.866 dimissioni/guarigioni (+6.573) e 125.225 deceduti (+72); 281.092 infezioni in corso (-2.652). Ricoverati con sintomi -327 (9.161); terapie intensive -20 (1.410) con 48 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 179.391 tamponi totali (ieri 286.603) di cui 110.028 molecolari (ieri 138.343) e 69.363 test rapidi (ieri 148.260) con 64.515 casi testati (ieri 83.919); 3.995 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,22% (ieri 1,64% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,19% (ieri 5,62% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 711;Campania 628; Lazio 413; Piemonte 271; Puglia 274; Toscana 382; Sicilia 238; Emilia Romagna 299; Veneto 133. In Lombardia curva +0,08% (ieri +0,09%) con 32.977 tamponi totali (ieri 47.376) di cui 22.506 molecolari (ieri 28.641) e 10.471 test rapidi (ieri 18.735) con 12.631 casi testati (ieri 15.237); 711 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 2,15% (ieri 1,74% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,62% (ieri 5,43% – target 3%); 831.087 contagiati totali; ricoverati -86 (1.480); terapie intensive -4 (294) con 3 nuovi ingressi del giorno; 33.471 decessi (+9).

La giusta soddisfazione per l’attuale andamento dell’epidemia non ci deve far dimenticare la situazione reale. Il rischio che non dobbiamo correre a quello di cedere al meccanismo dell’assuefazione, in base al quale abbiamo in qualche modo fatto l’abitudine a 20-30.000 contagi, con 5-600 decessi, al giorno. I numeri di oggi, con una media di 5.250 nuovi positivi e 157 decessi nell’ultima settimana epidemiologica (15-21 maggio), ci appaiono di conseguenza come del tutto accettabili, quasi trascurabili rispetto ai livelli con cui abbiamo convissuto nel recente passato. In altri termini, abbiamo tenuto nella nostra memoria i numeri peggiori dell’epidemia, e li usiamo come metro di paragone.

Si tratta di un’operazione scorretta e pericolosa, perché ci impedisce di cogliere in modo corretto il valore dei dati attuali e di collocarli nella giusta dimensione di rischio. Per capirlo basta tornare al 23 maggio 2020, retrocedendo il nostro punto di vista di un anno e facendo un confronto diretto con una fase analoga di allentamento delle restrizioni: caratterizzata, esattamente come oggi, dall’errata sensazione che tutto fosse ormai alle spalle. Useremo per la nostra rapida analisi due settimane epidemiologiche complete, rilevate sempre dal sabato al venerdì successivo: quelle 18-24 maggio 2020 e 15-21 maggio 2021.

Un anno fa i nuovi positivi erano stati 4.423 (media giornaliera 631) contro i 36.754 attuali: valori che sono rispettivamente l’85,4% al di sotto, e del 17,8% al di sopra della soglia limite che consente il tracciamento e il controllo dell’epidemia. I decessi nel periodo considerato del 2020 erano stati 877 (media giornaliera 125) contro 11.101 (media157) attuali. Alla data del 24 maggio 2020 risultavano ricoverati 8.613 pazienti, con 553 letti occupati in terapia intensiva; il 21 maggio 2021 (data di chiusura della settimana usata per il confronto) i ricoverati erano 9.925 (+15,2%) e i letti occupati in terapia intensiva 1.469 (+165,6%). Insomma, la tendenza attuale segna una riduzione importante del contagio, ma per capirne l’esatta dimensione più che ritornare con la memoria ai numeri di novembre 2020 o di marzo 2021 (al picco delle ultime due ondate epidemiche) dobbiamo osservare quelli della stessa fase di un anno fa: quando, come abbiamo ricordato, si usciva da un’ondata del contagio, stavamo riaprendo il Paese e tutto sembrava risolto.

La differenza, a nostro favore, è tutta nella disponibilità odierna del vaccino. Una differenza fondamentale: che però non deve farci dimenticare i rischi ancora presenti (molti) a causa di una circolazione del virus molto più elevata rispetto a un anno fa. Parleremo in modo approfondito di questi rischi, proponendo altri confronti e riflessioni, nella prossima analisi settimanale.

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A Mauritius, la rinascita dei coralli per combattere l’erosione costiera

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Assorbendo l’energia delle onde, le barriere coralline svolgono un ruolo di essenziale importanza. A Flic-en-Flac, 20.000 talee saranno quindi impiantate a una profondità di dodici metri.

La meravigliosa spiaggia di Flic-en-Flac, sulla costa occidentale di Mauritius, è il paradiso dei vacanzieri. Tuttavia, sotto le sue acque turchesi, il paesaggio è sempre meno idilliaco. Stressati dal riscaldamento globale e dalle attività umane, i coralli si trovano in condizioni disastrose.

Un’osservazione generale: secondo i dati del Governo mauriziano, il 75% delle barriere coralline che circondano le lagune di Mauritius è gravemente danneggiato. A Flic-en-Flac, il tasso di sbiancamento dei coralli, un fenomeno di scolorimento che può portare, nel peggiore dei casi, alla morte di quest’ultimi, raggiunge il 75%.

Va detto che la temperatura media annua dell’acqua del mare è passata da 29° C nel 2012 a 32° C nel 2015,  fino a 33° C in estate tra il 2018 e il 2020. Altrove sulla costa occidentale, così come a sud, è salito di 1° C.

L’ecosistema corallino è sconvolto anche dall’aumento delle costruzioni sulla costa, soprattutto nelle zone umide; dall’invasione della “Corona di spine” (Acanthaster planci), una stella marina che attacca i coralli; dalla pesca eccessiva… Per non parlare dell’impatto persistente di antiche pratiche come la rimozione dei coralli da parte degli hotel per creare aree di piacevole balneazione o la pesca con la dinamite.

A Flic-en-Flac, la lotta è ora in corso per cercare di riabilitare le barriere coralline, sotto la guida del ricercatore Nadeem Nazurally, docente di acquacoltura e biologia marina presso l’Università di Mauritius. Ecologi, pescatori, scienziati e volontari si incontrano da circa tre anni, davanti all’ incantevole hotel La Pirogue per poter impiantare il prezioso corallo. Si occupano di un vivaio di 3.000 m² che ospita 5.000 talee. Si prevede che questo numero salirà a 20.000 il prossimo anno. In definitiva, il tutto dovrà essere sommerso a dodici metri di profondità dietro la barriera corallina, nella speranza di vedere ricreare nuove splendide barriere coralline.

Il Centro di ricerca marina situato a La Pirogue vuole incoraggiare la condivisione di esperienze tra i ricercatori internazionali. Finanziato dalla Commissione per l’istruzione terziaria di Mauritius, questo progetto è supportato anche dall’Università dell’Australia Occidentale, dall’Israel Oceanographic Institute e dall’Unione Europea.

Test su cinque specie

“Abbiamo utilizzato cinque diverse specie di corallo per determinare quale è la più resistente al calore. I risultati sono interessanti. Le talee di 2 cm piantate nel 2013 a Trou-aux-Biches (nel nord di Mauritius) sono ora 35 cm e rifugiano tranquillamente i pesci ”, specifica Nadeem Nazurally, riferendosi ad un precedente programma da lui egregiamente gestito personalmente e che è tuttora oggi.in essere. I primi risultati per Flic-en-Flac mostrano che alcune talee sono cresciute da 2 cm a 8 cm entro due anni, il che è davvero promettente.

Un altro “nursery” corallina, è stata allestita a Pointe-aux-Feuilles (nel sud-est di Mauritius), anch’esso gestito dal team Nadeem Nazurally. Altri gruppi alberghieri dell’isola sono coinvolti in progetti simili, ma anche l’Albion Research Center, del Ministero dell’Economia Oceanica, che lavora lì da più di un decennio. I pescatori sono stati addestrati scrupolosamente nella cultura del corallo negli ultimi tre anni. Con il sostegno del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), questo Centro sta anche lavorando con l’Istituto Oceanografico di Mauritius per l’allevamento di coralli più resistenti al calore.

“Resta da trovare le specie migliori che si adatteranno alle diverse regioni dell’isola”, sottolinea il Professor Rajeev Bhagooli, che ha studiato lo sbiancamento dei coralli in Australia, Florida, Hawaii e Giappone. “Ci vogliono almeno quindici anni per determinare se un allevamento di coralli soddisfa gli obiettivi. In questi giorni, i progetti vengono avviati senza un reale follow-up a lungo termine”, lamenta, riferendosi ai programmi Trou-aux-Biches e Flic-en-Flac. Gli allevamenti sviluppati a Mauritius sono programmati su tre, anche cinque anni e talvolta abbandonati per mancanza di finanziamenti o, come al momento per alcuni, a causa del coprifuoco sanitario legato alla pandemia da Covid-19.

“L’uso degli allevamenti di coralli per combattere lo sbiancamento è un buon inizio. Siamo nella fase di apprendimento. L’errore da non fare è tagliare talee con specie invasive”,  da parte sua avverte l’oceanografo Vassen Kauppaymuthoo.

Bacini di biodiversità

Straordinari serbatoi di biodiversità, i coralli svolgono un ruolo essenziale nella protezione della costa mauriziana assorbendo l’energia del moto ondoso e limitando i fenomeni di erosione. Tuttavia, l’innalzamento del livello del mare di 5,6 mm all’anno, mentre la media mondiale è di 3,3 mm, sottolinea l’urgenza della minaccia.

Per preservare le barriere coralline, il Professor Bhagooli raccomanda misure più generali riguardanti, ad esempio, i piani di utilizzo del suolo e l’uso di fertilizzanti sulla costa. Le autorità mauriziane sono consapevoli della necessità di agire senza indugio e una legge sul cambiamento climatico è stata approvata nel novembre scorso. I sacchetti di plastica monouso sono ora assolutamente vietati, per controllare meglio le fonti di inquinamento dannose per i coralli c’è una piú ferrea vigilanza.

Mauritius ha anche presentato all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) un elenco di aree da evitare ai mercantili per evitare la riemissione della fuoriuscita di petrolio causata dalla MV Wakashio a Pointe-d’Esny, vicino al Parco marino di Blue Bay, nell’agosto 2020. Questa zona non è stata ancora rilevata, la prua del vettore minerario ad oggi  domenica 23 maggio, è ancora in fase di smantellamento.

“Stiamo collaborando con il Ministero dell’Economia Blu per la tutela delle zone costiere. Oltre alla creazione di aree marine protette che coprono un’area di 7.190 ettari, è stata creata una barriera artificiale a Mon Choisy (nel nord di Mauritius)”, sottolinea il Ministro dell’Ambiente, Kavi Ramano.

Una stella marina che sta scatenando il caos

Il cambiamento climatico sembra aver influenzato il ciclo dell’Acanthaster viola ( Acanthaster planci), nota anche come “Corona di spine”, che attacca i coralli a Mauritius e l’isola autonoma di Rodrigues. “Sfortunatamente, non ci sono stati studi scientifici per determinare se siamo di fronte a una proliferazione. Quando studiavo ad Okinawa, ne sono state raccolte interi camion” precisa il Professor Rajeev Bhagooli.

Questa specie carnivora di stella marina si nutre di corallo e le sue spine causano la necrosi della barriera corallina. La Corona di spine produce decine di milioni di uova a stagione e le sue larve possono spostarsi per centinaia di chilometri. Se l’Acanthaster viola si sta moltiplicando in questo modo, è anche a causa dell’abitudine dei mauriziani di utilizzare il suo predatore naturale, il Tritone gigante ( Charonia tritonis ) un mollusco gasteropode ricercato per le sue bellissime conchiglie, come elemento di decorazione e vendita ai turisti come souvenir. La reintroduzione e il divieto assoluto di pesca intensiva di questo mollusco gasteropode è allo studio.

Un’altra minaccia incombe sulle barriere coralline, la rimozione dei Ricci di mare per rendere le spiagge “più pulite” e “soft”. Questo porta alla gravissima proliferazione di alghe che soffocano i coralli, secondo un attento e meticoloso studio  dell’Università di Mauritius.

Il viaggio non finisce mai…. Solo i viaggiatori finiscono, ma, anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione… Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e guardando l’infinità dell’oceano ha detto: «Non c’è altro da vedere!», sapeva, in cuor suo, che non era vero…” (José Saramago)

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Bollettino Coronavirus di Sabato 22 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,64%

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In data 22 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,11% (ieri +0,12%) con 4.188.190 contagiati totali, 3.779.293 dimissioni/guarigioni (+12.633) e 125.153 deceduti (+125); 283.744 infezioni in corso (-8.044). Ricoverati con sintomi -437 (9.488); terapie intensive -39 (1.430) con 64 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 286.603 tamponi totali (ieri 269.744) di cui 138.343 molecolari (ieri 138.909) e 148.260 test rapidi (ieri 130.835) con 83.919 casi testati (ieri 80.498); 4.717 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,64% (ieri 1,93% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,62% (ieri 6,48% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 828;Campania 565; Lazio 494; Piemonte 400; Puglia 399; Toscana 358; Sicilia 350; Emilia Romagna 340; Veneto 234. In Lombardia curva +0,09% (ieri +0,10%) con 47.376 tamponi totali (ieri 45.058) di cui 28.641 molecolari (ieri 27.489) e 18.735 test rapidi (ieri 17.569) con 15.237 casi testati (ieri 14.847); 828 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,74% (ieri 1,87% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,43% (ieri 5,70% – target 3%); 830.376 contagiati totali; ricoverati -96 (1.566); terapie intensive -10 (298) con 10 nuovi ingressi del giorno; 33.462 decessi (+13).

Vediamo oggi, come ogni sabato, i dati della settimana epidemiologica appena conclusa (15-21 maggio): a livello nazionale sono stati rilevati 36.754 nuovi casi, con un calo del 31,9% sui 53.998 della settimana precedente. Il numero delle infezioni giornaliere scende da un media di 7.714 a 5.250, e si avvicina sempre più al valore (4.311) che permetterebbe la ripresa delle attività di tracciamento. Un tema chiave, come abbiamo visto più volte, perché solo così è possibile tenere sotto controllo l’epidemia invece di inseguirla, interrompendone le catene di trasmissione e isolando in modo tempestivo i nuovi focolai. La messa in protezione delle fasce più anziane della popolazione (oggi, 22 maggio, è stata somministrata almeno una dose all’83,1% degli over 70) sta avendo un impatto importante sui nuovi ingressi in terapia intensiva: 468 nell’ultima settimana, in calo del 29,5% sul periodo precedente (8-14 maggio).

Ricordiamo che il numero massimo di nuovi ingressi nell’arco di sette giorni (1.892) è stato registrato durante la settimana epidemiologica 13-19 marzo 2021. In forte riduzione il numero delle nuove infezioni anche nelle principali Regioni che abbiamo monitorato nel corso dell’ultima fase di espansione: in Lombardia 6.009 (-25,2% sulla settimana precedente); in Veneto 1.999 (-34,0%); in Campania 5.001 (-37,9%) e in Emilia Romagna 2.859 (-30,7%). Se osserviamo gli stessi dati in rapporto alla popolazione residente, un metodo che permette di confrontare direttamente la situazione epidemica senza la distorsione dei valori assoluti, troviamo al primo posto la Campania con 87,7 casi per 100.000 abitanti; seguono Emilia Romagna (64,9) Lombardia (60,0) e Veneto (41,6). Pessime notizie, purtroppo, sul fronte dei test eseguiti: prosegue, e anzi prende consistenza, il calo dei tamponi eseguiti: nella settimana 15-21 maggio 1.687.084 (-9,9% rispetto a 1.872.826 del periodo precedente).

Rispetto alla settimana epidemiologica 10-16 aprile, che aveva fatto registrare il numero record di 2.051.720, la riduzione è del 17,7%. La diminuzione dei test è una facile scorciatoia per diminuire i positivi individuati, ma una pessima idea per contrastare l’epidemia: non rilevare le infezioni fa ottenere allentamenti, ma lascia circolare il virus. Che al momento, colpendo soprattutto i più giovani, sta causando meno ricoveri e decessi; ma che, replicandosi su larga scala, continua a produrre mutazioni e come inevitabile conseguenza possibili varianti. Possiamo solo sperare che tra queste non ne compaia una in grado di eludere la protezione vaccinale. Anche perché in Italia il numero medio dei tamponi molecolari (gli unici che permettono il sequenziamento del materiale genetico del Sars-CoV-2) è ormai sceso al 53,9% del totale, con una media di soli 129.935 nell’ultima settimana. Come metro di paragone possiamo verificare i dati del Regno Unito, esempio più volte citato per le riaperture. Il numero di abitanti (66 milioni) è del 10% superiore a quello dell’Italia e i dati sono quindi molto semplici da confrontare: nella settimana 14-20 maggio i test totali in Uk sono stati 6.083.150 (1.687.084 in Italia) con 1.800.560 tamponi molecolari (media 257.222, in Italia 129.935). Se qualcuno avesse dubbi su cosa significa tracciare seriamente la diffusione del virus, con test in grado di fornire materiale idoneo per l’individuazione delle varianti, può fare riferimento ai numeri del Regno Unito.

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 21 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,93%

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In data 21 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,12% (ieri +0,13%) con 4.183.476 contagiati totali, 3.766.660 dimissioni/guarigioni (+12.695) e 125.028 deceduti (+218); 291.788 infezioni in corso (-7.698). Ricoverati con sintomi -458 (9.925); terapie intensive -75 (1.469) con 51 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 269.744 tamponi totali (ieri 251.037) di cui 138.909 molecolari (ieri 137.654) e 130.835 test rapidi (ieri 113.383) con 80.498 casi testati (ieri 78.957); 5.218 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,93% (ieri 2,28% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,48% (ieri 7,278% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 847;Campania 705; Sicilia 493; Lazio 471; Emilia Romagna 412; Piemonte 393; Toscana 392; Puglia 365; Veneto 274. In Lombardia curva +0,10 (ieri +0,12%) con 45.058 tamponi totali (ieri 44.109) di cui 27.489 molecolari (ieri 27.713) e 17.569 test rapidi (ieri 16.336) con 14.847 casi testati (ieri 14.635); 847 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,87% (ieri 2,27% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,70% (ieri 6,85% – target 3%); 829.548 contagiati totali; ricoverati -93 (1.662); terapie intensive -8 (308) con 3 nuovi ingressi del giorno; 33.449 decessi (+11).

Consueto appuntamento, come ogni venerdì, con l’evoluzione dell’epidemia analizzata utilizzando un arco temporale più lungo rispetto alla settimana epidemiologica (che si chiude oggi, vedremo i dati in dettaglio domani). Secondo l’Iss (Sorveglianza integrata Covid-19) nel periodo mobile di 30 giorni compreso tra il 21 aprile e il 20 maggio, a livello nazionale, sono state certificate 254.555 nuove infezioni con 5.385 decessi.

La letalità è risalita al 2,1% dal 2,0% della rilevazione precedente: il motivo è meramente tecnico e va ricondotto al forte arretramento in corso dell’epidemia, che diminuisce il denominatore sul quale viene eseguito il calcolo. Essendo la curva dei decessi ritardata rispetto a quella del contagio assistiamo a questo effetto ogni volta che si verificano periodi di riduzione dei nuovi casi. Le infezioni tra gli operatori sanitari si sono ormai stabilizzate (2.016, lo 0,79% del totale) e dimostrano come l’effetto delle vaccinazioni abbia ormai raggiunto il suo massimo nei soggetti vaccinati (il 4,4% degli operatori sanitari resta ancora totalmente scoperto, mentre l’81,2% ha già ricevuto una doppia dose).

L’età mediana dei contagiati scende a 40 anni, e anche in questo caso riflette il progredire della campagna vaccinale e la messa in protezione delle fasce di età più avanzate, in particolare degli over 70 (oggi, 21 maggio, l’82,7% con almeno una dose) . Un effetto altrettanto evidente si osserva con lo spostamento dei nuovi casi verso i soggetti più giovani: nel periodo considerato il 22,5% dei positivi è stato rilevato tra 0 e 18 anni (era il 19,6% nei 30 giorni mobili chiusi il 5 maggio); il 44,1% tra 19 e 50 anni (era il 43% al 5 maggio); il 24,4% tra 51 e 70 anni (da 26,1%). Molto sensibile, infine, il calo tra gli over 70 (9% contro l’11% rilevato il 5 maggio) soprattutto se considerato a confronto con il dato da inizio epidemia: 16,3% delle infezioni totali.

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 20 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,28%

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In data 20 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,13% (ieri +0,13%) con 4.178.261 contagiati totali, 3.753.965 dimissioni/guarigioni (+12.816) e 124.810 deceduti (+164); 299.486 infezioni in corso (-7.244). Ricoverati con sintomi -635 (10.383); terapie intensive -99 (1.544) con 69 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 251.037 tamponi totali (ieri 287.256) di cui 137.654 molecolari (ieri 156.107) e 113.383 test rapidi (ieri 131.149) con 78.957 casi testati (ieri 86.178); 5.741 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,28% (ieri 1,91% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,27% (ieri 6,38% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.003;Campania 649; Toscana 559; Lazio 558; Emilia Romagna 464; Sicilia 443; Piemonte 426; Puglia 386; Veneto 293. In Lombardia curva +0,12% (ieri +0,11%) con 44.109 tamponi totali (ieri 49.001) di cui 27.713 molecolari (ieri 30.537) e 16.336 test rapidi (ieri 18.464) con 14.635 casi testati (ieri 15.555); 1.003 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 2,27% (ieri 1,91% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,85% (ieri 6,01% – target 3%); 828.701 contagiati totali; ricoverati -165 (1.755); terapie intensive -21 (316) con 8 nuovi ingressi del giorno; 33.438 decessi (+22).

Vediamo oggi come le vaccinazioni hanno modificato l’andamento dell’epidemia nella categoria (ad alto rischio di contrarre la Covid-19) degli operatori sanitari: se consideriamo gli ultimi 30 giorni (periodo mobile chiuso il 19 maggio 2021 e rilevato dall’Istituto superiore di Sanità) le infezioni in questo gruppo di soggetti hanno rappresentato lo 0,79% dei casi totali: 2.124 su 265.628. Ancora a inizio novembre, prima dell’inizio delle somministrazioni che di fatto per gli operatori sanitari sono state avviate in modo consistente a partire da gennaio 2021, la quota di nuovi positivi individuati in questa categoria professionale era al 5,5% del totale.

Se ci spingiamo più indietro nel tempo, e torniamo alla prima fase dell’epidemia, notiamo come il picco dell’incidenza (10,9% dei casi totali) sia stato raggiunto all’inizio della seconda decade di aprile (fonte Iss, Sorveglianza integrata Covid-19). La riduzione dell’incidenza rispetto al valore massimo è del 92,7%; rispetto allo scorso novembre dell’85,6%. Nel valutare questi numeri dobbiamo anche considerare che una quota di operatori sanitari, al momento, non risulta ancora vaccinata: dal Report del ministero della Salute, in data 7 maggio il 4,4% risultava ancora non trattato nemmeno con la prima dose (il valore più alto si registrava in Friuli Venezia Giulia con il 17,0%).

Per quanto riguarda la copertura completa, con doppia dose, alla stessa data risultava vaccinato l’81,2% (il dato più alto in Piemonte con il 91,8%, il più basso in Liguria con il 69,5%). Ovvero il 18,8% degli operatori sanitari al momento non ha una copertura completa contro l’infezione, anche se molti completeranno il percorso nelle prossime settimane. È giusto tuttavia concentrarsi sul 4,4% che finora non è stato vaccinato nemmeno con la prima dose, e che comprende tre diverse categorie: chi non può ricevere il vaccino (per esempio perché affetto da patologie che non lo consentono); chi ha contratto la malattia, e quindi posticipa la vaccinazione di qualche mese per sfruttare l’immunità ottenuta in modo naturale; chi rifiuta la vaccinazione. A rigor di logica la maggior parte delle nuove infezioni dovrebbe essere attribuibile proprio a quest’ultimo gruppo di soggetti, che se messo in protezione farebbe ulteriormente calare i dati visti in precedenza.

Ricordiamo peraltro che i valori illustrati sono relativi al solo rischio di contrarre l’infezione, e che i vaccini hanno dimostrato un’efficacia ancora superiore (fino a sfiorare il 100%) nel ridurre il rischio di decesso e di sviluppare la malattia in forma grave.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 19 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,91%

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In data 19 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,13% (ieri +0,10%) con 4.172.525 contagiati totali, 3.741.149 dimissioni/guarigioni (+13.929) e 124.646 deceduti (+149); 306.730 infezioni in corso (-8.578). Ricoverati con sintomi -521 (11.018); terapie intensive -46 (1.643) con 70 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 287.256 tamponi totali (ieri 262.864) di cui 156.107 molecolari (ieri 125.370) e 131.149 test rapidi (ieri 137.494) con 86.178 casi testati (ieri 78.223); 5.506 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,91% (ieri 1,69% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,38% (ieri 5,69% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 936;Campania 634; Sicilia 603; Piemonte 515; Lazio 466; Puglia 433; Toscana 341; Veneto 333; Emilia Romagna 328. In Lombardia curva +0,11% (ieri +0,07%) con 49.001 tamponi totali (ieri 33.030) di cui 30.537 molecolari (ieri 14.703) e 18.464 test rapidi (ieri 18.327) con 15.555 casi testati (ieri 11.961); 936 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,91% (ieri 1,81% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,01% (ieri 4,99% – target 3%); 827.698 contagiati totali; ricoverati -72 (1.920); terapie intensive -16 (337) con 4 nuovi ingressi del giorno; 33.416 decessi (+25).

Prende vigore il calo dei contagi, a livello mondiale, con la seconda settimana consecutiva di riduzione dei positivi individuati: l’ultimo Report epidemiologico dell’Oms, con dati relativi al periodo 10-16 maggio, certifica 4.809.520 nuove infezioni e un calo del 12,8% sulla rilevazione precedente (3-9 maggio, 5.517.602 positivi). Diminuisce anche il numero dei decessi causati dalla Covid-19: 85.975 contro 90.242, con una riduzione del 4,72%. È importante segnalare come la dinamica coinvolga anche l’India, che pur restando il Paese più colpito in termini di contagi (2.387.663) registra un calo del 13% sulla settimana precedente. Ricordiamo che una corretta valutazione dei numeri di questo Paese deve considerare l’entità della popolazione residente, quasi 1,4 miliardi di persone.

Contagio in frenata anche negli Usa (-21% a quota 235.638) dove la campagna vaccinale è in fase avanzata: con il 48,2% della popolazione protetta con almeno una dose e il 37,9% che ha già completato la doppia somministrazione. Ancora in fase espansiva l’epidemia in Brasile (+3% con 437.076 nuovi casi) dopo la stabilizzazione registrata alla rilevazione del 9 maggio. Tra i primi 5 Paesi più colpiti si conferma l’Argentina, con 151.332 positivi e un incremento dell’8%) e compare per la prima volta la Colombia (115.834 nuovi casi individuati e una crescita settimanale del 6%). Nella Regione europea di rilevazione Oms il maggior numero di casi è stato registrato in Francia (93.546, pari a 143,8 positivi per 100.000 abitanti); seguono Turchia (90.721; 107,6 per 100.000) e Germania (73.195; 87,9).

In tutti questi Paesi si registra peraltro una frenata dell’epidemia: rispettivamente -24% in Francia, -46% in Turchia e -29% in Germania. Sempre in Europa il numero più alto di decessi è stato comunicato dalla Russia (2.545); seguono Turchia (1.791) e Ucraina (1.682). I decessi a livello mondiale, alla data del 16 maggio, avevano raggiunto quota 3.364.446: con una letalità dello 0,04% sul totale della popolazione (7,8 miliardi) teoricamente esposta.

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Tornano visite in natura di Ami che presenta nuove delegazioni

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Dopo Cerveteri, la seconda tappa sabato a Bomarzo; si chiude il 12/6 a Civitavecchia.

Tornano le visite promosse da Ami-Ambiente Mare Italia alla scoperta della natura e del patrimonio artistico del nostro territorio con Ami Natura, che, dopo un periodo di fermo dovuto alle restrizioni anti-Covid, nel solco del primo ciclo di tour in musei e siti archeologici della Capitale e del Lazio organizzato nell’ambito del Progetto Ami Cultura, guiderà delegati e cittadini tra le bellezze ambientali regionali e non solo. Novità dell’edizione 2021 sarà, infatti, la presentazione delle nuove sedi locali dell’associazione, con una formula che, partita in anteprima nel Lazio a inizio maggio, coinvolgerà da settembre l’intera Penisola.

Tra le prime sedi territoriali a nascere col nuovo anno c’è Ami Ladispoli-Cerveteri, inaugurata sabato 8 maggio con la prima tappa di Ami Natura: un’escursione sul litorale nord del Lazio alle cascate e ai boschi di Cerveteri, ammirati da delegati dell’associazione e cittadini grazie alle competenze di una guida esperta.

Il tour proseguirà sabato 22 maggio, con un’escursione alla scoperta dai boschi della Tuscia, tra le tracce dell’antica civiltà etrusca. Dalla Piramide di Bomarzo, Ambiente Mare Italia accompagnerà curiosi e appassionati del popolo misterioso che abitava il viterbese tra i sarcofagi monolitici della necropoli di Santa Cecilia, un cimitero paleocristiano sorto nell’omonimo insediamento rupestre e chiamato dai bomarzesi ‘camposanto di Chia’. Percorrendo il sentiero si potranno ammirare gli incantevoli panorami lungo il cammino fino alle cascate di Rio Castello, per proseguire verso il Castello di Colle Casale, conosciuto come Torre di Chia, ultima dimora di Pier Paolo Pasolini che l’aveva scelta dopo esserne rimasto affascinato durante le riprese de ‘Il Vangelo secondo Matteo’.

Il 12 giugno sarà la volta del tratto di costa denominato La Frasca, compreso tra Tor Valdaliga e la seconda Torre di Sant’Agostino, a Civitavecchia, dove con l’occasione sarà presentata la delegazione territoriale Ami Civitavecchia-Tarquinia.Istituito con decreto del presidente della Regione Lazio il 29 settembre 2017, il monumento naturale La Frasca è ricco di diversi elementi naturalistici e storico-archeologici che hanno portato alla sua tutela, come l’antico porto romano di Columna, sorto su un preesistente abitato preistorico e sottoposto a vincolo archeologico.

“Ci auguriamo che le limitazioni sanitarie siano ormai alle nostre spalle. Ami torna ad accompagnare i cittadini alla scoperta di luoghi inaspettati, panorami incredibili, testimonianze poco note della nostra straordinaria storia- dichiara all’agenzia di stampa Dire il presidente di Ambiente Mare Italia, Alessandro Botti- Lo faremo, come di consueto, con la collaborazione dei migliori naturalisti e archeologi italiani. Da settembre- annuncia- saremo in molte regioni italiane alla scoperta delle bellezze del nostro meraviglioso Paese”.

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Attualità

Sottosegretario Pucciarelli (Difesa): Capitanerie di Porto, Guardia Costiera risorsa...

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“Ringrazio Lei, Ammiraglio Pettorino e tutti gli uomini e le donne del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera per il quotidiano lavoro svolto a servizio del Paese. Rappresentate un’Istituzione caratterizzata da molteplici competenze in diversi settori che pone al centro il mare e tutti coloro che lo vivono. Il mio grazie si aggiunge a quello della collettività che, come è emerso dal Rapporto Italia 2021 di Eurispes, ripone nella Guardia Costiera la massima fiducia e apprezzamento. Un dato che racconta quanto forte sia percepita dagli italiani la vicinanza di un’organizzazione che opera da sempre al fianco dei cittadini.” – ha detto il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, nel corso di una sua visita presso il Comando Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.

“Da 155 anni rappresentate la tipica espressione della prossimità ai territori della Marina Militare e quindi della Difesa, con la vostra organizzazione capillare con sedi presenti in porti, scali e siti litoranei italiani, per lo svolgimento di una vasta gamma di servizi a favore della collettività. E di questo gli italiani ne sono fieri ed orgogliosi.

Nel corso di questa emergenza sanitaria nazionale – ha aggiunto Pucciarelli – non avete diminuito il vostro impegno nell’assolvimento dei compiti istituzionali, continuando a garantire l’operatività dei porti, la sicurezza e la regolarità dei trasporti marittimi, oltre alla salvaguardia della vita umana in mare. I cittadini ricordano molto bene il vostro prezioso supporto,soprattutto all’inizio della pandemia, quando avete impiegato i vostri “Manta” ATR 42 per trasportare su buona parte del territorio nazionale i dispositivi di protezione individuale (DPI).

Parliamo, quindi, di 11.000 uomini e donne che hanno dato un notevole contributo per contrastare la diffusione del Covid-19 e che continuano a svolgere attività complesse, così come dimostraanche il vostro rapporto di dipendenza e collaborazione con diversi Ministeri.

A tutto il personale delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera rinnovo il sentimento di gratitudine delle Istituzioni e degli italiani per il servizio fornito al Paese.” – ha concluso il Sottosegretario Pucciarelli.

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I Subsonica annunciano le prime date del tour estate 2021

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I Subsonica sono molto felici di annunciare il ritorno sui palchi dal vivo con le prime date – di una lunga serie – del tour estivo che li porterà a suonare in tutta Italia. I concerti comunicati oggi vanno ad aggiungersi alle date del “Microchip Temporale Club Tour”, già riprogrammate per l’autunno 2021, e si terranno all’aperto, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid vigenti.

“Questo è uno di quei comunicati che fa immenso piacere scrivere. – così i Subsonica descrivono il ritorno live – Stiamo infatti annunciando che torniamo a suonare dal vivo, questa estate. Stiamo annunciando che rivedremo al lavoro la nostra crew di tecnici e che insieme a loro torneremo a viaggiare in tutta l’Italia. Con questo tour, infatti, toccheremo anche regioni non raggiunte nei percorsi degli ultimi anni. Si riparte insomma, e visto che si riparte a 25 anni esatti dall’inizio della nostra storia, potrebbe essere significativo ritornare un po’ ai groove di quel primissimo “Subsonica” dalle sonorità che sembrano riscoprirsi oggi così attuali. Non vediamo l’ora di rivedere i nostri strumenti su un palco, i nostri amici collaboratori e soprattutto il nostro pubblico che durante tutto questo tempo ha continuato a farci sentire la propria vicinanza.

La tournée, prodotta da Vertigo, partirà da Musicultura di Macerata il 18 giugno 2021. Nel mese di luglio i Subsonica saranno ospiti in diverse rassegne e festival musicali: al Ferrara Summer Festival (2 luglio), al Pistoia Blues Festival (9 luglio), al Reload Sound Festival di Biella (16 luglio) e giocheranno in casa in una delle manifestazioni estive più importanti a livello nazionale, il Flowers Festival di Collegno (TO) il 17 luglio. Il tour proseguirà all’Arena Campo Marte di Brescia il 19 luglio, al Teatro Romano Ostia Antica di Roma il 20 luglio e a Carpi Estate / Accade D’Estate a Teatro, Carpi (MO) il 24 luglio. Per il mese di agosto invece la band sarà all’Arena Villa Dante di Messina il 16, all’Anfiteatro Falcone Borsellino di Zafferana Etnea (CT) il 17, a Lignano (UD) per Nottinarena il 27 e all’Ama Music Festival di Romano D’Ezzelino (VI) il 28.

IL CALENDARIO

VENERDì 18 GIUGNO @MUSICULTURA – MACERATA

VENERDÌ 2 LUGLIO @FERRARA SUMMER FESTIVAL – FERRARA

VENERDì 09 LUGLIO@PISTOIA BLUES FESTIVAL – PISTOIA

VENERDì 16 LUGLIO @RELOAD SOUND FESTIVAL – BIELLA

SABATO 17 LUGLIO @FLOWERS FESTIVAL – COLLEGNO (TO)

LUNEDì 19 LUGLIO @BRESCIA SUMMER MUSIC – BRESCIA

MARTEDì 20 LUGLIO @TEATRO ROMANO OSTIA ANTICA – ROMA

SABATO 24 LUGLIO @CARPI ESTATE / ACCADE D’ESTATE A TEATRO – CARPI (MO)

LUNEDÌ 16 AGOSTO @ARENA VILLA DANTE – MESSINA

MARTEDÌ 17 AGOSTO @ ANFITEATRO FALCONE BORSELLINO – ZAFFERANA ETNEA (CT)

VENERDÌ 27 AGOSTO @NOTTINARENA – LIGNANO (UD)

SABATO 28 AGOSTO @AMA MUSIC FESTIVAL – ROMANO D’EZZELINO (VI)

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Bollettino Coronavirus di Martedì 18 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi all’1,69%

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In data 18 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,10% (ieri +0,08%) con 4.167.025 contagiati totali, 3.727.220 dimissioni/guarigioni (+11.831) e 124.497 deceduti (+201); 315.308 infezioni in corso (-7.583). Ricoverati con sintomi -485 (11.539); terapie intensive -65 (1.689) con 86 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 262.864 tamponi totali (ieri 118.924) di cui 125.370 molecolari (ieri 76.870) e 137.494 test rapidi (ieri 42.054) con 78.223 casi testati (ieri 41.226); 4.452 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 1,69% (ieri 2,90% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 5,69% (ieri 8,38% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 598;Campania 598; Piemonte 437; Toscana 407; Puglia 407; Lazio 348; Emilia Romagna 331; Veneto 306; Sicilia 291. In Lombardia curva +0,07% (ieri +0,08%) con 33.030 tamponi totali (ieri 20.822) di cui 14.703 molecolari (ieri 17.755) e 18.327 test rapidi (ieri 3.067) con 11.961 casi testati (ieri 8.984); 598 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 1,81% (ieri 3,24% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 4,99% (ieri 7,51% – target 3%); 826.762 contagiati totali; ricoverati -36 (1.992); terapie intensive -18 (353) con 16 nuovi ingressi del giorno; 33.391 decessi (+31).

Affrontiamo oggi il delicato tema della percezione dei numeri: cosa ben diversa da quello che i numeri dicono nella realtà, se analizzati in modo asettico. L’occasione ci viene offerta da una notizia largamente ripresa dai media: il record di decessi registrato in India, 4.329 nelle ultime 24 ore, presentato come una catastrofe. La premessa doverosa, come abbiamo ripetuto più volte, è che ogni singola morte è una sconfitta inaccettabile per chi ha studiato al fine di salvare vite umane. E, quindi, da questo punto di vista, i 4.329 decessi giornalieri dell’India sono davvero una catastrofe. Se però cambiamo approccio, e cerchiamo di valutarli da un punto di vista strettamente epidemiologico e della statistica medica, vediamo che la nostra percezione istintiva ci porta a conclusioni diverse dalla realtà. Come prima cosa contestualizziamo i numeri: l’India ha circa1,4 miliardi di abitanti; se rapportiamo i 4.329 decessi alla popolazione residente, vediamo come corrispondano a 185 nell’arco delle 24 ore per il nostro Paese (60 milioni di abitanti). Un dato non dissimile da quello che abbiamo faticosamente raggiunto proprio in questi giorni, dopo mesi di lentissima riduzione: nel periodo 11-17 maggio la media giornaliera dei deceduti è infatti scesa a quota 180, soprattutto grazie alla crescente messa in protezione delle fasce più anziane della popolazione.

In sintesi: visti nel proprio contesto di riferimento, i 4.329 decessi dell’India corrispondono ai nostri 180: ma (e qui entra in gioco la percezione emotiva) consideriamo i primi un disastro e i secondi un risultato positivo che dimostra come l’epidemia sia finalmente sotto controllo, per cui possiamo e dobbiamo procedere a ulteriori allentamenti. Questo nonostante un impatto sulla popolazione esattamente identico. Facciamo un altro esempio, usando un altro Paese con 1,4 miliardi di abitanti: la Cina. Da inizio pandemia i decessi “ufficiali” (l’unico dato al quale possiamo rifarci) sono stati 4.636: un numero molto simile a quello certificato dalle autorità indiane in un solo giorno. In quest’ottica torniamo a parlare di disastro, questa volta con solidi numeri a conforto. Tuttavia se utilizziamo i decessi della Cina per verificare il tasso di letalità del Sars-CoV-2 (morti su infetti totali, al momento 90.894 sempre “ufficiali”) arriviamo al risultato di 5,1%. Molto più alto del 2,9% registrato in Italia (al 17 maggio 124.296 decessi su 4.162.576 casi). La differenza è ovviamente nel denominatore, ma se confrontiamo solo il tasso di letalità, esercizio peraltro spesso praticato da molti in quest’ultimo anno, arriviamo a una conclusione che ci porta fuori strada.

E una prova ulteriore ci arriva dal tasso di letalità dell’India (fonte Oms) che al momento è fermo all’1,08%: ovvero poco più di un terzo di quello dell’Italia. Insomma, se vediamo i numeri in questo modo non riusciamo più a capire, di primo acchito, dove le cose vadano bene e dove siano un disastro: anche se in realtà, nel corso di una pandemia, il disastro è ovunque perché il virus circola senza rispettare i confini. Da questo rapidissimi e semplici esempi ricaviamo alcune lezioni pratiche: 1) I numeri non vanno mai presi singolarmente, ma contestualizzati. 2) Non devono essere letti estrapolandoli dal proprio contesto di riferimento, per poi valutarli usando la lente di ingrandimento delle emozioni e delle percezioni istantanee. 3) Non ci si deve accontentare di “prendere atto” di un risultato, in particolare quando è diverso da quello atteso. E qui torniamo all’Italia: la forte riduzione dei nuovi casi, quando le riaperture avrebbero al contrario indicato una ripresa del contagio, è il classico caso di un risultato ottimo per tutti del quale occorre però trovare la spiegazione. Limitarsi a registrarlo potrebbe nascondere elementi importanti non solo per capire cosa sta davvero accadendo, ma soprattutto cosa potrebbe accadere in futuro. Il compito dell’epidemiologia è proprio questo: ne parleremo in modo diffuso nell’analisi approfondita di questa settimana.

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I Paesi europei si avviano a salvare la loro prossima stagione turistica

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Mentre continua la vaccinazione contro il Covid-19, i Paesi europei si preparano all’arrivo della stagione turistica, contando in particolare sulla riapertura di negozi, bar, ristoranti, musei per attirare i turisti. Panoramica delle diverse strategie in atto, mentre la Commissione europea si prepara all’implementazione di un Certificato Sanitario Europeo.

La Commissione europea sta preparando l’implementazione di un certificato sanitario per i viaggi tra i Paesi dell’UE . Un documento che si desideri sia operativo entro la fine di giugno per non perdere la stagione turistica.

L’Italia, leader mondiale di presenze turistiche, ha annunciato un positivo programma di ripresa in più fasi, quando finalmente negozi, musei, teatri potranno riaprire tranquillamente e non solo con l’attuale servizio in terrazze o all’aperto.

Questo programma rimane soggetto alla condizione che il tasso di infezione rimanga al di sotto di 400 su 100.000, altrimenti potrebbero essere attivati i “freni di emergenza” sanitari.

L’Italia sceglie anche un passaporto sanitario per riportare i turisti stranieri, nel nostro Bel Paese. Infatti l’ introduzione del passaporto nazionale per le vaccinazioni a partire dalla seconda metà di maggio, un mese prima dell’introduzione del passaporto europeo annunciato dalla Commissione Europea.

Questo passaporto nazionale consentirà di viaggiare in tutte le regioni e verrà rilasciato alle stesse condizioni di quello europeo: condizioni essenziali, essere stato vaccinato o aver contratto il Covid-19, test sierologico a supporto, oppure presentare un test negativo per il virus. Questo pass italiano “è valido per tutti, e quindi anche e soprattutto per i turisti fuori dall’Unione Europea”, ha specificato il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia.
“Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna costituiscono oltre il 30% degli arrivi stranieri in Italia, sono turisti che spendono molto”, ha precisato.

Sono riprese anche le crociere dai porti italiani. Bar e ristoranti possono finalmente ora servire i propri clienti all’aperto, complice anche la bella stagione.

Il nostro Paese, ha ricevuto circa 65 milioni di viaggiatori nell’anno antecedente la pandemia, dati certificatj dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO).

La Grecia e le sue isole “Covid-Free”

La Grecia, che ha riaperto le sue terrazze dallo scorso 3 maggio, punta sulle sue isole “Covid-free” per incrementare il turismo. Ha lavorato duramente per completare la vaccinazione degli abitanti di tutte le isole entro la metà di maggio, tutto ciò per accogliere i milioni di turisti che giungevano ogni anno e che aspettano che ritornino nuovamente ancora più motivati di prima.
Da metà aprile scorso, il Paese ha revocato la quarantena obbligatoria di sette giorni per i viaggiatori residenti permanenti dei Paesi membri dell’Unione Europea, dell’area Schengen, del Regno Unito, degli Stati Uniti, di Israele, della Serbia e degli Emirati Arabi Uniti.

I crocieristi sono i benvenuti anche nei porti del Paese, dove il turismo rappresenta oltre il 20% del PIL, secondo il World Trade and Tourism Council (WTTC), che riunisce i maggiori operatori del turismo globale.

Un test PCR negativo di meno di 72 ore per entrare in Spagna

Prima della deleteria pandemia, la Spagna ha accolto in un solo anno, circa 83,5 milioni di stranieri, diventando così la seconda destinazione turistica più ambita del mondo. Nel 2020 il Paese, fortemente colpito dal Covid-19, ha visto drasticamente diminuire le proprie presenze del 77%.

Da giugno 2020, la regione di Madrid, imperturbabile, ha tenuto ugualmente le sue porte aperte ai turisti con l’unico necessario requisito di un test PCR negativo inferiore a 72 ore. Da ieri, domenica, anche gli spagnoli sono stati autorizzati a lasciare la loro regione e il coprifuoco è stato revocato ad eccezione delle Baleari (23:00), della regione di Valencia e della Catalogna (mezzanotte). Il turismo nella penisola iberica, rappresenta il 14,1% del PIL, secondo il WTTC.

Per qualsiasi informazione in tempo reale, prima di qualsiasi viaggio, vi invitiamo a consultare SEMPRE il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Unità di Crisi, cliccando sul seguente link: http://www.viaggiaresicuri.it/

E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio… L’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse…” (Milan Kundera)

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 17 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,90%

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In data 17 maggio l’incremento nazionale dei casi, con il solito calo che segue il fine settimana, è +0,08% (ieri +0,13%) con 4.162.576 contagiati totali, 3.715.389 dimissioni/guarigioni (+9.305) e 124.296 deceduti (+140); 322.891 infezioni in corso (-5.991). Ricoverati con sintomi -110 (12.024); terapie intensive -25 (1.754) con 69 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 118.924 tamponi totali (ieri 202.573) di cui 76.870 molecolari (ieri 120.740) e 42.054 test rapidi (ieri 81.833) con 41.226 casi testati (ieri 69.463); 3.455 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,90% (ieri 2,83% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,38% (ieri 8,28% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 675;Campania 550; Lazio 388; Emilia Romagna 342; Sicilia 299; Toscana 282; Piemonte 207; Veneto 173; Puglia 145. In Lombardia curva +0,08% (ieri +0,09%) con 20.822 tamponi totali (ieri 32.385) di cui 17.755 molecolari (ieri 22.010) e 3.067 test rapidi (ieri 10.375) con 8.984 casi testati (ieri 12.549); 675 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,24% (ieri 2,45% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,51% (ieri 6,34% – target 3%); 826.164 contagiati totali; ricoverati -25 (2.028); terapie intensive -11 (371) con 10 nuovi ingressi del giorno; 33.360 decessi (+13).

Prosegue, con la crescente messa in protezione degli anziani, lo spostamento dell’epidemia verso le fasce più giovani della popolazione. L’ultimo Bollettino di sorveglianza integrata Covid-19 registra, nel periodo 26 aprile – 9 maggio, un incremento dell’incidenza tra 0 e 18 anni, ora al 22,6% del totale: lo stesso valore, nel periodo 5-18 aprile era 17,6%. Relativamente stabile l’infezione tra i 19 e 50 anni, dove ancora non sono visibili gli effetti delle vaccinazioni: i nuovi casi rilevati rappresentano il 43,9% di quelli totali nel periodo 26 aprile – 9 maggio, contro il 43,1% registrato tra il 5 e il 18 aprile. Molto evidente l’effetto dei vaccini tra gli over 50, sui cui pesa in modo positivo il dato dell’88,1% di soggetti over 70 già protetti con almeno una dose: l’incidenza dei positivi rilevati scende al 33,4% del totale, mentre tra il 5 e 18 aprile le infezioni degli over 50 rappresentavano il 39% del totale. Ricordiamo che l’aumento dell’incidenza non comporta per ora un parallelo aumento dei casi, contagio) ma registra lo spostamento del contagio tra i più giovani all’interno di una dinamica calante. In altri termini i casi tra i giovani, relativamente stabili in valori assoluti, “pesano” sempre di più in percentuale perché si sta riducendo il numero dei contagiati totali. Per quanto riguarda l’efficacia delle vaccinazioni ricordiamo in sintesi i risultati della prima indagine condotta dall’Iss esaminando il dati relativi a 13.721.506 soggetti protetti con almeno una dose di uno dei 4 vaccini disponibili (Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson).

La diminuzione del rischio di diagnosi di infezione, di ricovero ospedaliero e di decesso causato dalla Covid-19 (già rilevabile dopo 15 giorni dalla prima inoculazione) arriva dopo 35-42 giorni rispettivamente all’80%, 90% e 95%, per poi stabilizzarsi e descrivere una fase di plateau.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 16 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,83%

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In data 16 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,13% (ieri +0,16%) con 4.159.122 contagiati totali, 3.706.084 dimissioni/guarigioni (+9.603) e 124.156 deceduti (+93); 328.882 infezioni in corso (-3.948). Ricoverati con sintomi -359 (12.134); terapie intensive -26 (1.779) con 60 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 202.573 tamponi totali (ieri 294.686) di cui 120.740 molecolari (ieri 153.900) e 81.833 test rapidi (ieri 140.786) con 69.463 casi testati (ieri 95.627); 5.753 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,83% (ieri 2,25% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,28% (ieri 6,96% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 919; Lombardia 796; Lazio 577; Toscana 506; Emilia Romagna 452; Sicilia 405; Puglia 404; Piemonte 403; Veneto 277. In Lombardia curva +0,09% (ieri +0,14%) con 32.385 tamponi totali (ieri 48.592) di cui 22.010 molecolari (ieri 29.149) e 10.375 test rapidi (ieri 19.803) con 12.549 casi testati (ieri 16.089); 796 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 2,45% (ieri 2,37% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,34% (ieri 7,17% – target 3%); 825.489 contagiati totali; ricoverati -106 (2.053); terapie intensive -8 (382) con 7 nuovi ingressi del giorno; 33.347 decessi (+18).
Abbiamo sempre raccomandato di non considerare l’Rt come un indicatore unico e indipendente, ma di abbinarlo ad altri parametri (a partire dai dati quotidiani e settimanali del contagio) per comprendere lo stato reale dell’epidemia. Al tempo stesso, tuttavia, lo abbiamo sempre ritenuto fondamentale per capire a quale velocità il virus si diffonde sul territorio: ed è in quest’ottica che deve essere letto e utilizzato. Le recenti pressioni per modificare il criterio con cui viene calcolato l’Rt in Italia (media di 14 giorni sui pazienti sintomatici) per passare a un Rt basato sui ricoverati rispondono a un vezzo molto italiano: se non si riesce a rispettare una regola, si chiede di cambiarla.

Pur essendo favorevoli a un nuovo criterio di calcolo per l’Rt, in particolare che lo avvicini nel tempo rispetto al forte ritardo attuale (10-24 giorni), rileviamo come passare a un calcolo basato sui ricoverati porterebbe, in questa fase dell’epidemia, a un valore di Rt quasi privo di significato. Vediamo perché: 1) La messa in protezione degli anziani, grazie ai vaccini, sbilancerà inevitabilmente i contagi all’interno della popolazione più giovane; che diventerà per un po’ di tempo, in attesa di essere a sua volta vaccinata, il bacino quasi esclusivo per la circolazione efficiente dell’infezione. 2) Tra i più giovani, come è ormai noto grazie ai dati da inizio epidemia, si trova la quota più elevata di soggetti asintomatici, paucisintomatici e con sintomi lievi. Secondo i dati Iss i pazienti con manifestazioni severe (destinati quindi al ricovero) sono l’1,3% da inizio epidemia nella fascia di età tra 40 e 49 anni; lo 0,7% tra 30 e 39; lo 0,3% tra 20 e 29; non sono statisticamente significativi tra 2 e 19 anni e risalgono allo 0,5% circa nei neonati (al di sotto di un anno di età).

È facile intuire come il calcolo dell’Rt sui ricoverati all’interno di questa popolazione si baserebbe su numeri assoluti risibili, restituendo valori scarsamente attendibili (per quanto opportunamente bilanciati dai modelli statistici). Potremmo arrivare fino al paradosso di avere un Rt “ospedaliero” bassissimo a fronte di un’epidemia che invece sta circolando con elevata efficienza sul territorio: generando un alto numero di contagi, ma pochi pazienti con sintomi importanti. Più volte nelle ultime settimane abbiamo visto come, oltre alla drastica riduzione dei ricoveri e soprattutto dei decessi, sia importante ottenere una limitazione la più ampia possibile della circolazione del virus: che lasciato libero di replicarsi, e di produrre inevitabili mutazioni, potrebbe arrivare a selezionare varianti in grado di eludere la risposta immunitaria. L’Rt, se considerato insieme ad altri parametri epidemiologici, ha un suo valore importantissimo. Cercare di eliminarlo privandolo di significato, per ottenere più facilmente allentamenti e riaperture, significa solo rinunciare a uno degli strumenti a nostra disposizione per controllare l’epidemia e combatterla efficacemente.

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Bollettino Coronavirus di Sabato 15 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,25%

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In data 15 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,16% (ieri +0,18%) con 4.153.374 contagiati totali, 3.696.481 dimissioni/guarigioni (+13.292) e 124.063 deceduti (+136); 332.830 infezioni in corso (-6.776). Ricoverati con sintomi -557 (12.493); terapie intensive -55 (1.805) con 63 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 294.686 tamponi totali (ieri 298.186) di cui 153.900 molecolari (ieri 164.940) e 140.786 test rapidi (ieri 133.246) con 95.627 casi testati (ieri 92.015); 6.659 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,25% (ieri 2,53% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,96% (ieri 8,22% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.154; Campania 946; Lazio 621; Puglia 567; Sicilia 557; Emilia Romagna 530; Toscana 491; Piemonte 472; Veneto 343. In Lombardia curva +0,14% (ieri +0,14%) con 48.592 tamponi totali (ieri 44.005) di cui 29.149 molecolari (ieri 27.280) e 19.803 test rapidi (ieri 16.725) con 16.089 casi testati (ieri 14.957); 1.154 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 2,37% (ieri 2,63% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,17% (ieri 7,75% – target 3%); 824.693 contagiati totali; ricoverati -92 (2.159); terapie intensive -21 (390) con 7 nuovi ingressi del giorno; 33.329 decessi (+22).

Cogliamo con soddisfazione i segnali che arrivano dalla settimana epidemiologica appena conclusa (8-14 maggio). Per una maggiore tranquillità dovremo aspettare anche la chiusura della settimana in corso (15-21 maggio): ma finora l’effetto trascinamento delle restrizioni attuate a inizio primavera, insieme alle prime ricadute della campagna vaccinale, sta prevalendo su quello dei recenti allentamenti. L’ultima settimana epidemiologica, a livello nazionale, si è chiusa con 53.998 nuovi positivi individuati, in calo del 22,9% dai 70.123 del periodo precedente. La media dei casi giornalieri scende da 10.017 a 7.714. In forte calo (-25,1%) anche il totale dei nuovi ingressi in terapia intensiva, con 664 nuovi pazienti a livello nazionale contro gli 887 della settimana precedente. L’arretramento del contagio si conferma anche nelle principali Regioni che abbiamo monitorato negli ultimi mesi: in Lombardia 8.035 nuovi casi (-26,1%); in Veneto 3.031 (-33,4%); in Emilia Romagna 4.130 (-21,7%); in Campania 8.055 (-18,8%). I valori di Rt, pur senza mostrare una riduzione rapidissima, si confermano ampiamente sotto la soglia critica di 1.0 e testimoniano che fino al termine del periodo considerato l’epidemia sta attraversando una fase di costante riduzione.

Il calcolo di Rt istantaneo eseguito con il metodo Kohlberg-Neyman ha espresso, nell’ultima settimana epidemiologica, i seguenti valori (indichiamo il range minimo – massimo): Italia (0.79-0.89); Lombardia (0.77-0.91); Veneto (0.74-0.90); Emilia Romagna (0.84-0.87); Campania (0.82-0.92). Restano da considerare, tuttavia, alcuni segnali di attenzione: 1) Il valore medio dei positivi giornalieri rimane ancora molto superiore ai 4.311 casi (50 alla settimana ogni 100.000 abitanti) che permetterebbero la ripresa delle attività di tracciamento: l’unico modo per avere il controllo dell’epidemia invece di inseguirne le mosse. 2) Gli oltre 300.000 “attualmente positivi” (332.830 alla sera del 15 maggio) nascondono un numero reale almeno doppio, come abbiamo visto più volte: in totale potrebbero quindi essere 6-700.000 gli italiani oggi in grado di trasmettere il virus, in pratica uno ogni cento abitanti. Un dato che ci fa capire come la circolazione del Sars-CoV-2, per quanto in riduzione, resti su livelli molto elevati. 3) L’ultima settimana epidemiologica si è chiusa con un calo del 4% dei tamponi effettuati: la speranza è che le Regioni, come è accaduto in passato, non riducano progressivamente il numero dei test effettuati.

Condizione che comporterebbe un minor numero di positivi individuati e, di conseguenza, ulteriori allentamenti. Abbiamo più volte ricordato negli ultimi mesi come le fasi di riapertura debbano essere accompagnate da un incremento dei test, al fine di individuare il maggior numero possibile di positivi e limitare al massimo le possibilità di ripresa dell’epidemia. 4) Dobbiamo purtroppo segnalare, a proposito dell’effettivo numero di test eseguiti, che il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, si è ieri limitato a registrare come “tre Regioni sono scese sotto la soglia dei 50 casi per 100.000 abitanti, soglia che recupera il tracciamento”. Le Regioni sono Friuli, Molise e Sardegna. Il dato, riportato come elemento statistico senza ulteriori commenti, non segnala che due Regioni (Molise e Sardegna) nell’ultima settimana (8-14 maggio) hanno effettuati pochissimi test: registrando rispettivamente un -59,9% e -39,2% rispetto alla media nazionale dei tamponi totali eseguiti ogni 100.000 abitanti. Il dato del Friuli, al contrario, è figlio di un numero di test che supera del 13,1% la media nazionale. Ci limitiamo ad avanzare qualche dubbio sull’attendibilità di un risultato ottenuto cercando il virus sul territorio in modo così distonico rispetto al resto del Paese. E a ribadire quanto più volte sostenuto e suggerito in questi mesi: uno dei parametri per la valutazione delle singole Regioni dovrebbe considerare il numero minimo dei test da eseguire in rapporto alla popolazione, suddiviso per tipologia (molecolari e antigenici rapidi). Senza centrare questo parametro la singola Regione non traccia in modo sufficiente il virus sul territorio e, di conseguenza, non può ottenere allentamenti. Ma di questi temi, e della riduzione in atto dei contagi, parleremo in modo approfondito con ulteriori dati a supporto nel corso della prossima analisi settimanale.

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 14 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,53%

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In data 14 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,18% (ieri +0,19%) con 4.146.722 contagiati totali, 3.683.189 dimissioni/guarigioni (+13.782) e 123.927 deceduti (+182); 339.606 infezioni in corso (-6.402). Ricoverati con sintomi -558 (13.050); terapie intensive -33 (1.860) con 99 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 298.186 tamponi totali (ieri 287.026) di cui 164.940 molecolari (ieri 162.764) e 133.246 test rapidi (ieri 124.262) con 92.015 casi testati (ieri 95.978); 7.567 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,53% (ieri 2,81% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,22% (ieri 8,42% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.160; Campania 1.118; Lazio 706; Piemonte 595; Puglia 591; Sicilia 573; Emilia Romagna 551; Toscana 529; Veneto 453. In Lombardia curva +0,14% (ieri +0,17%) con 44.005 tamponi totali (ieri 49.484) di cui 27.280 molecolari (ieri 31.646) e 16.725 test rapidi (ieri 17.838) con 14.957 casi testati (ieri 16.301); 1.160 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 2,63% (ieri 2,82% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,75% (ieri 8,56% – target 3%); 823.539 contagiati totali; ricoverati -100 (2.251); terapie intensive -6 (411) con 14 nuovi ingressi del giorno; 33.307 decessi (+23).

Facciamo oggi il punto sull’andamento dell’epidemia considerando un periodo di tempo più lungo rispetto alla settimana epidemiologica: usiamo i dati ufficiali dell’Iss relativi ai 30 giorni mobili chiusi il 12 maggio scorso. I nuovi casi individuati sono stati 316.198 con 6.603 decessi: il tasso di letalità del periodo è 2,0%, in leggero calo dal 2,1% della rilevazione chiusa la scorsa settimana. Il dato incorpora un sovrastima a causa dello sfasamento tra la curva dei contagi e quella dei decessi, che si manifesta con circa un mese di ritardo rispetto alla prima. I casi tra gli operatori sanitari sono stati 2.552, con un’incidenza dello 0,8% sul totale (nella prima fase dell’epidemia avevano toccato valori vicini al 10%). L’età mediana dei nuovi soggetti positivi è di 42 anni, ed è destinata a scendere ulteriormente nelle prossime settimane con il procedere della campagna vaccinale, che sta mettendo in protezione le fasce più anziane della popolazione.

Per quanto riguarda la diffusione per fasce di età la più colpita nel periodo è quella 19-50 con il 43,5% (43% nei 30 giorni mobili chiusi il 5 maggio); seguono quelle 51-70 (25,3% contro 26,1%) e over 70 (10,1% contro 11%). Per entrambe queste categorie il calo è legato all’effetto delle vaccinazioni che sta riducendo i contagi. In aumento (da 19,6% a 21,1%) il peso delle infezioni nei soggetti tra 0 e 18 anni: non per un reale incremento dei casi in questa categoria come valori assoluti, ma perché si riduce il numero delle infezioni tra i più anziani. Le infezioni asintomatiche restano sotto il 50% in tutte le fasce di età tra 40 e 79 anni, mentre superano questa soglia tra 0 e 39 e sopra gli 80 anni. La fotografia dell’epidemia è destinata a una rapida trasformazione nelle prossime settimane, come conseguenza del procedere delle vaccinazioni, e pur con una auspicabile diminuzione complessiva dei casi osserveremo uno spostamento dei nuovi positivi rilevati tra le fasce più giovani della popolazione: non ancora coperte dai vaccini, o almeno finora non vaccinabili (under 16) per l’assenza di vaccini approvati in Europa. Segnaliamo tuttavia che Pfizer ha da pochi giorni ottenuto il via libera della Fda (Usa) per la vaccinazione nei soggetti tra 12 e 15 anni (con i test finora condotti che mostrano un’efficacia del 100%) e che a breve dovrebbe ottenere analogo via libera dall’Ema. Inoltre la stessa azienda ha in corso un trial per verificare efficacia e sicurezza nei bambini tra i 6 mesi e i 12 anni.

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DIODATO, “L’uomo dietro il campione” fuori domani insieme al videoclip...

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DIODATO firma la main song de Il Divin Codino, disponibile su Netflix dal 26 maggioL’UOMO DIETRO IL CAMPIONE, già disponibile in pre-save, uscirà domani 14 maggio su tutte le piattaforme di streaming e digital downloading, in contemporanea al videoclip ufficiale. 

L’UOMO DIETRO IL CAMPIONE è il fedele racconto in musica della leggenda di Roberto Baggio. Il brano è un incalzante mid-tempo dal ritmo trascinante che, come non mai, vede Antonio ispirato nell’affondare le radici nel mito del Raffaello del calcio italiano. Un arrangiamento dinamico ed esuberante plissettato di rock fa da tappeto alle parole di Diodato che, col suo timbro gentile, costruisce un crescendo in cui si fanno spazio emozioni di una storia tutta italiana, la storia del campione divino.

L’uscita del brano sarà accompagnata dal videoclip ufficiale (diretto da YouNuts!) che vede la partecipazione straordinaria di Roberto Baggio. Nel video, che è la sintesi perfetta e toccante del percorso de El Cioso, Diodato attraversa i tempi memorabili che hanno segnato l’infanzia, la crescita e la carriera del Divin Codino.

Baggio, uno dei migliori calciatori di sempre e vincitore di un Pallone d’oro, è un’icona di coraggio e determinazione in tutto il mondo. Il mito del Divin Codino continua a crescere negli anni e dopo aver segnato intere generazioni e influenzato l’universo sportivo negli anni novanta, riesce ancora oggi ad essere un esempio rivoluzionario di discrezione e umiltà, incidendo il suo numero 10 nel tempo.

Diodato torna sul palco dell’Arena di Veronail 19 settembre, dopo essere stato il primo artista italiano lo scorso anno a riaccendere le luci del tempio della musica mondiale durante il lockdown, emozionando il pubblico dell’Eurovision Song Contest – Europe shine a light con la sua storica esibizione di Fai Rumore.

Le prevendite dell’evento prodotto e organizzato da OTR Live, che si svolgerà nel totale rispetto delle norme anti-covid, sono aperte su circuito Ticketone

Diodato è l’unico artista italiano ad aver vinto nello stesso anno, oltre al Festival di Sanremo e ai premi sopra citati, il DAVID DI DONATELLO 2020, i NASTRI D’ARGENTO 2020 e il CIAK D’ORO del pubblico 2020 con il brano “Che vita Meravigliosa” come “Migliore canzone originale”, entrata nella memoria collettiva per essere stata parte della colonna sonora del film “La Dea Fortuna” di Ferzan Özpetek. Come primo artista musicale nella storia della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Diodato ha aperto la Cerimonia di chiusura della 77^ edizione esibendosi live in uno dei brani più celebri del suo repertorio, “Adesso”. Il suo trionfo più recente è quello agliMTV EMA come “Best Italian Act”

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 13 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,81%

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In data 13 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,19% (ieri +0,19%) con 4.139.160 contagiati totali, 3.669.407 dimissioni/guarigioni (+14.295) e 123.745 deceduti (+201); 346.008 infezioni in corso (-6.414). Ricoverati con sintomi -672 (13.608); terapie intensive -99 (1.893) con 81 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 287.026 tamponi totali (ieri 306.744) di cui 162.764 molecolari (ieri 166.476) e 124.262 test rapidi (ieri 140.268) con 95.978 casi testati (ieri 93.786); 8.085 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,81% (ieri 2,55% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,42% (ieri 8,37% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.396; Campania 1.110; Piemonte 706; Lazio 654; Toscana 651; Emilia Romagna 618; Sicilia 603; Puglia 554; Veneto 468. In Lombardia curva +0,17% (ieri +0,14%) con 49.484 tamponi totali (ieri 50.658) di cui 31.646 molecolari (ieri 31.957) e 17.838 test rapidi (ieri 18.701) con 16.301 casi testati (ieri 15.739); 1.396 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 2,82% (ieri 2,36% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,56% (ieri 7,61% – target 3%); 822.379 contagiati totali; ricoverati -90 (2.351); terapie intensive -31 (417) con 7 nuovi ingressi del giorno; 33.284 decessi (+13).

Oggi, utilizzando i dati dell’ultimo Report epidemiologico dell’Organizzazione mondiale della Sanità (dati chiusi alle ore 10 del 9 maggio scorso) facciamo il punto sull’andamento della Covid-19 a livello mondiale. Dopo dieci settimane consecutive chiuse con un incremento dei nuovi casi (includendo l’ultima, di fatto stabile, con una variazione modesta pari a +0,18%) l’epidemia segna finalmente un leggero rallentamento: -3,3% a quota 5.517.602 positivi individuati, contro i 5.705.981 del periodo 26 aprile – 2 maggio. Come già segnalato commentando la rilevazione precedente, sul dato complessivo pesano in modo decisivo i numeri espressi dall’India: un Paese con 1,4 miliardi di abitanti che ovviamente, nelle fasi di espansione del contagio, condiziona al rialzo (o mitigando la riduzione come sta accadendo ora) il valore percentuale globale. Nell’ultima settimana la sola India ha registrato 2.738.957 nuovi casi: con un incremento del 5% sulla settimana precedente (quando la variazione era stata del 20%, quindi più sostenuta) ma soprattutto generando il 49,6% dei contagi a livello mondiale.

Nessuno degli altri Paesi più colpiti in termini di valori assoluti ha fatto registrare un aumento dei positivi individuati: il Brasile, con 423.438 nuovi casi, è rimasto stabile sulla rilevazione precedente. In calo invece i contagi negli Stati Uniti (334.784, -3%, con una riduzione molto contenuta nonostante l’alto numero di vaccinazioni effettuate, probabilmente a causa delle scarse misure di mitigazione adottate); così pure in Turchia (166.733 positivi, -35%) e in Argentina (140.771, -8%). Sostanzialmente stabile (-3,5% sulla rilevazione precedente) il numero dei decessi registrati nella settimana: 90.242. A causa dello sfasamento temporale (circa un mese) tra la curva dei contagi e quella dei decessi, per vedere una riduzione significativa di questo valore occorrerà attendere qualche settimana dopo che l’epidemia avrà iniziato a rallentare in modo deciso. E, parallelamente, dopo che il numero delle vaccinazioni a livello mondiale avrà messo in protezione le fasce di popolazione più a rischio (gli anziani): che si concentrano peraltro nei Paesi più ricchi, caratterizzati da un’età mediana circa doppia rispetto a quelli più disagiati.

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Attualità

Pattinaggio, presentazione sabato 15 maggio “Bononia” e “Roller Sport...

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Sabato 15 Maggio alle ore 16,30 all’Hotel Savoia Regency di Bologna si presenta la Squadra agonistica
“Bononia Inline Roller Skating” e con essa l’ambizioso progetto dell’Arena sportiva.
Previsti gli interventi del Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dell’assessore allo sport Matteo Lepore

La passione per i rollerblade a Bologna cresce di anno in anno facendosi spazio tra piccoli e grandi, con progetti di socializzazione e inclusività. Un recente studio dimostra che nella città delle Due Torri si vende un paio di pattini all’ora e ogni anno in Emilia-Romagna 20.300 paia di roller sono richiesti e venduti.

A Bologna la storia del pattinaggio in linea di velocità a rotelle ha inizio nel 1967 con la Bononia Inline Roller Skating che tutt’oggi rimane punto di riferimento sul territorio per gli atleti di tutte le fasce di età – dai 4 ai 70 anni.

La nuova squadra agonistica Bononia si presenta sabato 15 maggio alle 16,30 nella sala congressi dell’Hotel Savoia Regency, nel rispetto dei protocolli di sicurezza anti-covid.

Saranno premiati oltre 40 atleti alla presenza del team dirigenziale al completo tra cui gli stessi fondatori, cinquant’anni fa, della società sportiva. Confermata la presenza del presidente della Regione Stefano Bonaccini da sempre pronto a sottolineare l’importanza di sport minori e degli assessori allo sport per il Comune di Bologna, Matteo Lepore e per il Comune di San Lazzaro Luca Melega.

Durante l’evento i dirigenti della Bononia racconteranno il progetto “pronto sulla carta” della Roller Sport Arena. Si tratta della prima pista di pattinaggio di ultima generazione, coperta e fruibile al pubblico.

L’esigenza della strutturanasce dall’assenza di spazi simili sul territorio bolognese che permettano di praticare il pattinaggio come sport in sicurezza tutto l’anno.

L’arena a cui punta la Bononia sarà uno spazio polifunzionale unico nel suo genere e potrà accogliere fiere, manifestazioni e concerti.

“Con questa struttura progettiamo in grande il futuro del pattinaggio a Bologna e in Italia – dichiara il direttore sportivo della Bononia Lorenzo Cassioli. Le strutture che ci sono oggi sul territorio non sono più adatte al pattinaggio contemporaneo. Quella che vorremmo realizzare a Bologna sarebbe l’unica pista di 200 metri coperta in Italia. Puntiamo ad un impianto che rispetti gli standard internazionali e a posizionarci tra i migliori impianti al mondo, proprio a Bologna che è al centro dell’Europa. Confidiamo nella collaborazione delle Istituzioni perché tutti gli atleti, agonisti e non, i cittadini e lo sport lo meritano” – conclude Cassioli.

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Attualità

Difesa, Sottosegretario Pucciarelli: gli infermieri aiuto determinante in questa pandemia

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“Gli infermieri sono stati i primi a lottare e a contrastare la diffusione del Covid, raccontandoci, avvolti nelle loro tute di contenimento, quello che stava accadendo negli ospedali del nostro Paese, nelle terapie intensive. Le loro immagini sono diventate il simbolo della lotta alla pandemia e il loro straordinario impegno è stato ampiamente riconosciuto dalla collettività. A tutti gli infermieri, civili e militari, rinnovo il mio sincero ringraziamento.” – ha detto il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere.

“Come dice lo slogan della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, «Ovunque per il bene di tutti», gli infermieri si sono rivelati una categoria fondamentale in questa emergenza sanitaria, sono stati l’emblema del sacrificio nella lotta alla pandemia da Covid 19. Non dimenticheremo mai le immagini degli infermieri esausti dopo lunghi e interminabili turni di servizio presso gli ospedali, così come porteremo sempre nei nostri cuori l’affetto e l’incoraggiamento che erano soliti riservare agli assistiti ricoverati in terapia intensiva. Quegli stessi infermieri che hanno, inoltre, saputo trasmettere, ai pazienti ricoverati in situazioni critiche, l’amore e la vicinanza dei loro familiari, impossibilitati ad accedere alle strutture sanitarie ospedaliere.

Senza il loro aiuto e la loro encomiabile professionalità sarebbe stato ancor più complicato superare i momenti particolarmente difficili.” – ha concluso il Sottosegretario Pucciarelli.

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Napoli: Energia verde e gratuita per tutte le famiglie povere

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Coniugare energie verdi, educazione ambientale e lotta alla povertà, questa è la sfida di un progetto innovativo e promettente nel sud Italia. In una periferia disagiata di Napoli sono stati realizzati pannelli solari sul tetto di un centro che offre attività sportive ed educative per i bambini del doposcuola.

Più di un centinaio di giovani frequentano la struttura. Sopra le loro teste, un sistema di pannelli fotovoltaici fornisce energia gratuita a decine di famiglie del quartiere. Questa è la prima esperienza del genere nella regione, i vantaggi sono molteplici, come sottolineano i vari attori locali che accolgono questa iniziativa della Fondazione “Famiglia di Maria“.

Abbiamo pensato che questo sobborgo dovesse essere uno dei primi luoghi da cui è emerso un elemento concreto di transizione ecologica, di cui tutti parlano. Abbiamo creato la possibilità di coniugare educazione ambientale e impatto reale su una comunità“. Spiega la Presidente della fondazione “Famiglia di Maria”, Anna Riccardi valente insegnante con esperienza decennale nell’ambito del sociale e nel settore dell’infanzia, da cinque anni Presidentessa della Fondazione.

Le scuole sono punti di riferimento essenziali in questi sobborghi fatiscenti. Non forniscono solo istruzione ai bambini, sono il centro dell’intera comunità. Ma questa scuola è andata anche oltre fornendo energia gratuita. Alle famiglie povere del quartiere.

Questo progetto è importante non solo in termini di efficienza energetica ma anche in termini ambientali“, specifica l’ingegnere, Giuseppe Esposito, Ingegnere ambientale, che presenta orgoglioso lo strabiliante impianto fotovoltaico: “Parliamo di oltre 65.000 kw / h all’anno, il che impedisce la dispersione nell’aria di oltre 30 tonnellate di anidride carbonica ogni anno” .

Potremo respirare meglio“, reagisce e specifica un residente. “Stiamo già vivendo l’emergenza Covid-19 a cui si aggiunge l’inquinamento atmosferico, un ambiente migliore e più pulito sarebbe meglio per noi e per i nostri figli.”

Questo modello di produzione di energie rinnovabili è associato ad attività sociali, in collaborazione con la comunità locale. Non è solo una conversione a favore dell’ambiente, ma anche una rivoluzione sociale e culturale“, sottolinea compiaciuta Grazia Fiorino dell’Associazione Ambientalista “Legambiente”.

Questa iniziativa spera di dare impulso ad altri nobili progetti, per unire le questioni ambientali e la lotta alle inique disuguaglianze sociali.

Non esiste piacere migliore nella vita di quello di superare le difficoltà, passare da un gradino del successo a quello superiore, formulare nuovi desideri e vederli realizzati.” (Hermann Hesse)

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 12 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,55%

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In data 12 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,19% (ieri +0,16%) con 4.131.078 contagiati totali, 3.655.112 dimissioni/guarigioni (+19.023) e 123.544 deceduti (+262); 352.422 infezioni in corso (-11.437). Ricoverati con sintomi -657 (14.280); terapie intensive -64 (1.992) con 91 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 306.744 tamponi totali (ieri 286.428) di cui 166.476 molecolari (ieri 135.106) e 140.268 test rapidi (ieri 151.322) con 93.786 casi testati (ieri 88.130); 7.852 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,55% (ieri 2,42% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,37% (ieri 7,88% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.198; Campania 1.127; Sicilia 607; Piemonte 774; Lazio 633; Puglia 615; Emilia Romagna 509; Toscana 495; Veneto 417. In Lombardia curva +0,14% (ieri +0,09%) con 50.658 tamponi totali (ieri 33.979) di cui 31.957 molecolari (ieri 14.365) e 18.701 test rapidi (ieri 19.614) con 15.739 casi testati (ieri 12.422); 1.198 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 2,36% (ieri 2,31% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,61% (ieri 6,34% – target 3%); 820.983 contagiati totali; ricoverati -115 (2.441); terapie intensive -6 (448) con 17 nuovi ingressi del giorno; 33.271 decessi (+36).

Facciamo il punto, oggi, sulla letalità da Covid-19 a livello mondiale: in particolare considerando il numero di decessi per 100.000 abitanti da inizio pandemia fino al 9 maggio 2021 (dati Oms, ultimo Bollettino epidemiologico settimanale). Un indicatore che permette di valutare in modo omogeneo i singoli Paesi, in modo indipendente dalla popolazione residente. L’Italia, con 205 decessi per 100.000 abitanti, si trovava a quella data in dodicesima posizione assoluta tra i 222 Stati, territori ed aree geografiche monitorati dall’Organizzazione mondiale della Sanità: era preceduta da Belgio (213), Slovenia e Slovacchia (entrambe con 220), Bulgaria e Macedonia (entrambe con 243), Montenegro (245), San Marino (265), Bosnia Erzegovina (268), Repubblica Ceca (277), Gibilterra (279) e Ungheria (284). Sul dato complessivo del nostro Paese pesa in modo decisivo la Lombardia, che alla data del 9 maggio registrava 331 decessi per 100.000 abitanti.

Tutti i maggiori Paesi occidentali, sui quali è più logico procedere con un confronto diretto, presentavano valori inferiori a quello italiano: in particolare segnaliamo la Germania (101 decessi per 100.000 abitanti), la Francia (162), gli Stati Uniti (173) e il Regno Unito (188). Per pura curiosità citiamo anche il dato dell’India (17 decessi per 100.000 abitanti da inizio pandemia) che nei giorni scorsi ha catalizzato l’attenzione a causa dei suoi valori assoluti: quasi sempre dimenticando che gli stessi andavano rapportati a 1,4 miliardi di abitanti.

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Bollettino Coronavirus di Martedì 11 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,42%

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In data 11 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,16% (ieri +0,12%) con 4.123.230 contagiati totali, 3.636.089 dimissioni/guarigioni (+16.503) e 123.282 deceduti (+251); 363.859 infezioni in corso (-9.811). Ricoverati con sintomi -490 (14.937); terapie intensive -98 (2.056) con 100 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 286.428 tamponi totali (ieri 130.000) di cui 135.106 molecolari (ieri 80.975) e 151.322 test rapidi (ieri 49.025) con 88.130 casi testati (ieri 45.942); 6.946 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,42% (ieri 3,90% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,88% (ieri 11,05% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 1.109; Sicilia 894; Lombardia 788; Puglia 684; Lazio 635; Piemonte 529; Emilia Romagna 456; Veneto 417; Toscana 367. In Lombardia curva +0,09% (ieri +0,07%) con 33.979 tamponi totali (ieri 16.223) di cui 14.365 molecolari (ieri 12.836) e 19.614 test rapidi (ieri 3.387) con 12.422 casi testati (ieri 7.678); 788 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 2,31% (ieri 3,59% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 6,34% (ieri 7,59% – target 3%); 819.785 contagiati totali; ricoverati -112 (2.556); terapie intensive -25 (454) con 17 nuovi ingressi del giorno; 33.235 decessi (+30).

Un breve commento, oggi, in risposta alle molte domande sul “green pass” e più in particolare sulla concessione di questo documento anche a chi ha eseguito un tampone nelle ultime 48 ore. Come abbiamo scritto più volte si tratta a nostro avviso di un azzardo: un po’ come decidere di accelerare con l’auto perché due giorni prima la strada era libera. Una notizia resa nota proprio questa mattina, per quanto priva di valore statistico generale, può aiutare a comprendere meglio: in Friuli Venezia Giulia sono stati individuati due casi di positività (variante sudafricana) tra i cinque membri dell’equipaggio di uno yacht proveniente dalla Croazia. Al momento dell’ingresso in Italia, avendo un tampone negativo eseguito 48 ore prima, in quanto personale viaggiante nessuno è stato messo in quarantena e ci si è limitati, correttamente, alla comunicazione di ingresso al Dipartimento di prevenzione dell’ASU GI (l’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina). Successivamente è stata comunicata la prima positività: i membri dell’equipaggio sono stati posti in isolamento a bordo, in cabine separate. Il 24 aprile, data di fine quarantena, sono stati eseguitivi nuovi test tampone: a questo punto è stata riscontrata la seconda positività su un soggetto che si è poi negativizzato il 5 maggio.

La situazione è al momento sotto controllo, perché non sono stati segnalati contatti stretti con persone diverse dai membri dell’equipaggio: ma l’esempio chiarisce bene come il tampone eseguito nelle 48 ore non abbia potuto rilevare il primo caso, che a sua volta ne ha generato un secondo a breve distanza di tempo. Volendo forzare la mano ai numeri possiamo dire che 5 test eseguiti 48 ore prima, tutti con esito negativo, non hanno (in questo singolo caso) impedito che l’infezione si manifestasse nel 40% dei soggetti testati. Si tratta come abbiamo già detto di un esempio del tutto privo di valore statistico generale, che serve solo per meglio comprendere quale sia il rischio potenziale di una simile decisione. Se proprio dobbiamo accelerare, meglio farlo sapendo che la strada davanti a noi è libera nello stesso momento, non due giorni prima.

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Attualità

Il silenzio non è più! La Scala di Milano riapre trionfante

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Alla Scala di Milano, una meravigliosa rinascita in linea con le rigide pratiche igienico-sanitarie.

Il lussureggiante leggendario palcoscenico milanese, ha celebrato la sua rinascita post-pandemia e il 75° anniversario del primo concerto del dopoguerra.

Per rispettare le norme igienico-sanitarie di barriera, i coristi indossano una mascherina, il “parterre” è coperto da una pavimentazione che fa da solida base per separare, attraverso pareti di plexiglass, musicisti e orchestra. Il pubblico dolcemente confinato ai balconi, la capienza limitata a soli 500 spettatori al posto dei soliti 2.000 posti a sedere. L’intervallo annullato per evitare deleteri assembramenti e apposte sicure sbarre chiuse, in spazi di non accessibilità.

Lo straordinario concerto del grande Maestro Riccardo Chailly, carico di simboli, si è concluso con il celebre coro di schiavi del Nabucco di Verdi con il suo “Va’ pensiero”, un’ode alla libertà che mescola bellezza e tristezza già cantata durante il concerto di Toscanini nel lontano 1946.

L’attesissima giovane soprano norvegese Lise Davidsen ha debuttato alla Scala, eseguendo “Arie” da Tannhäuser di Wagner, “Ariadne à Naxos” di Richard Strauss e “Queen of Spades” di Ciajkovskij.

Il nostro Paese, che sfortunatamente ha pagato a caro prezzo la pandemia con oltre 123mila morti, dal 26 aprile con il decreto del Premier Mario Draghi, ha finalmente riaperto i cinema e teatri.

La Scala non era stata risparmiata dal virus. In totale, ha registrato circa 144 casi da Covid-19, di cui 64 solo nel coro.

Per maggiori informazioni su tutto ciò che concerne il Teatro alla Scala di Milano, clicca qui.

Renzo, salito per un di que’ valichi sul terreno più elevato vide quella gran macchina del Duomo, sola, sul piano, come se, non di mezzo a una città, ma sorgesse in un deserto e si fermò su due piedi, dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano quell’ottava meraviglia di cui aveva tanto sentito parlare fin da teneretta età di bambino.” (Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi)

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 10 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,90%

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In data 10 maggio l’incremento nazionale dei casi, con il consueto calo che segue il fine settimana, è +0,12% (ieri +0,20%) con 4.116.287 contagiati totali, 3.619.586 dimissioni/guarigioni (+15.063) e 123.031 deceduti (+198); 373.670 infezioni in corso (-10.184). Ricoverati con sintomi +7 (15.427); terapie intensive -34 (2.158) con 80 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 130.000 tamponi totali (ieri 226.006) di cui 80.975 molecolari (ieri 141.190) e 49.025 test rapidi (ieri 84.816) con 45.942 casi testati (ieri 85.848); 5.080 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,90% (ieri 3,66% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 11,05% (ieri 9,65% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 943; Lazio 680; Sicilia 589; Lombardia 583; Toscana 481; Emilia Romagna 471; Piemonte 346; Puglia 247; Veneto 247. In Lombardia curva +0,07% (ieri +0,16%) con 16.223 tamponi totali (ieri 39.298) di cui 12.836 molecolari (ieri 28.048) e 3.387 test rapidi (ieri 11.250) con 7.678 casi testati (ieri 14.884); 583 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,59% (ieri 3,37% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 7,59% (ieri 8,90% – target 3%); 818.997 contagiati totali; ricoverati -58 (2.668); terapie intensive -13 (479) con 3 nuovi ingressi del giorno; 33.205 decessi (+23).

La campagna vaccinale inizia a modificare i numeri dell’epidemia e, in particolare, a sbilanciare i contagi verso la fascia più giovane della popolazione (meno a rischio di forme gravi) vista la crescente copertura dei soggetti anziani. L’ultimo Bollettino di sorveglianza integrata Covid-19, rilasciato dall’Iss alla fine della scorsa settimana, segnala nel periodo 19 aprile – 2 maggio un incremento dei nuovi casi nei soggetti tra 0 e 18 anni, con un peso del 21,6% sul totale delle infezioni individuate: il dato è in aumento sul 19,7% del periodo 12-25 aprile, ma soprattutto sul 17,6% di quello 5-18 aprile.

Stabile la situazione nei soggetti tra 19 e 50 anni (43,4% contro 43,1% della rilevazione precedente) mentre prosegue la discesa dei casi tra i soggetti over 50: una categoria che ora rappresenta il 35% delle infezioni totali, contro il 37,2% del periodo 12-25 aprile. Ancora più sensibile il calo rispetto alle due settimane rilevate tra il 5 e 18 aprile, quando le infezioni degli over 50 rappresentavano il 39% del totale. Questo “spostamento” dei contagi, o più precisamente concentrazione nella popolazione non ancora immunizzata, era atteso come conseguenza della messa in sicurezza dei soggetti più anziani e rappresenta un elemento positivo dal punto di vista delle ricadute cliniche: perché nelle fasce di età più giovani l’infezione decorre quasi sempre in modo asintomatico o paucisintomatico, e con una letalità bassissima. L’ultima rilevazione dell’Iss sui decessi da Covid-19, chiusa il 2 maggio, certifica tra 0 e 19 anni 25 decessi su 120.211 (lo 0,02%). La percentuale resta molto contenuta (0,2%) anche considerando i 307 decessi che si sono verificati in persone con meno di 40 anni.

Tuttavia, e ne parleremo in modo diffuso nell’analisi settimanale, questo tipo di circolazione tra i più giovani non è esente da rischi: non solo per i soggetti colpiti, ma anche e soprattutto per le possibili ricadute sull’andamento del contagio, sulle difficoltà di rilevazione dei contagiati reali a causa dell’alto numero di infezioni asintomatiche e, infine, sulle mutazioni che il virus inevitabilmente continuerà a produrre a causa degli errori di replicazione.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 9 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,66%

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In data 9 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,20% (ieri +0,24%) con 4.111.210 contagiati totali, 3.604.523 dimissioni/guarigioni (+14.416) e 122.833 deceduti (+139); 383.854 infezioni in corso (-6.266). Ricoverati con sintomi -379 (15.420); terapie intensive -19 (2.192) con 103 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 226.006 tamponi totali (ieri 338.436) di cui 141.190 molecolari (ieri 170.705) e 84.816 test rapidi (ieri 167.731) con 85.848 casi testati (ieri 109.485); 8.292 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,66% (ieri 3,00% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 9,65% (ieri 9,29% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.326; Campania 1.233; Lazio 788; Toscana 713; Emilia Romagna 650; Puglia 646; Piemonte 592; Sicilia 494; Veneto 492. In Lombardia curva +0,16% (ieri +0,19%) con 818.414 tamponi totali (ieri 52.497) di cui 28.048 molecolari (ieri 30.389) e 11.250 test rapidi (ieri 22.108) con 14.884 casi testati (ieri 17.985); 1.326 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,37% (ieri 3,01% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,90% (ieri 8,80% – target 3%); 818.414 contagiati totali; ricoverati -124 (2.726); terapie intensive +2 (492) con 24 nuovi ingressi del giorno; 33.182 decessi (+33).

Stiamo entrando nei giorni decisivi per verificare l’impatto delle riaperture sulla curva epidemica: è lecito attendersi un incremento dei nuovi casi, e non potrebbe essere diversamente vista la circolazione delle persone tornata ormai praticamente alla normalità. Ci sono però alcuni elementi che potrebbero influenzare al ribasso i dati dei prossimi giorni: 1) Anche in presenza di un rialzo dei contagi, vista la campagna vaccinale concentrata sui soggetti anziani, dovemmo avere un impatto ridotto rispetto al passato in termini di ricoverati (in area medica e in area critica) e soprattutto di decessi.

Sappiamo infatti che le forme più gravi della Covid-19 si concentrano in particolare tra gli over 70, anche se le prime manifestazioni di una certa importanza riguardano già le due categorie 50-59 e 60-60 anni. 2) La protezione degli anziani non impedirà la circolazione del virus tra i soggetti più giovani: che però, anche se infettati, potrebbero essere individuati solo in parte a causa di una netta prevalenza delle infezioni asintomatiche nelle fasce di età al di sotto dei 40 anni. Una situazione che potrebbe portare a una sottostima delle infezioni reali, più di quanto già non avvenga (ricordiamo che i positivi reali vengono stimati in circa il doppio rispetto al numero ufficiale). 3) La settimana epidemiologica in corso inizierà a riflettere il primo giorno di riaperture (il 26 aprile scorso) solo da domani, 10 maggio, una volta trascorso il classico periodo finestra di 14 giorni.

Sarà quindi una settimana da questo punto di vista incompleta e dovremo attendere l’ultima decade del mese per avere risposte più chiare sull’andamento dell’epidemia. Di certo stiamo assistendo a una sorta di “esperimento” che l’Italia conduce abbinando campagna vaccinale e riaperture: il contrario di quanto fatto in Uk e Israele, dove le vaccinazioni su larga scala sono state concentrate in un periodo di lockdown e le riaperture sono state decise solo dopo il crollo delle infezioni giornaliere e degli altri principali parametri. Di questi temi parleremo in modo più diffuso nella prossima analisi settimanale.

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Bollettino Coronavirus di Sabato 8 Maggio 2021, il rapporto positivi/tamponi scende al 3%

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In data 8 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,24% (ieri +0,25%) con 4.102.921 contagiati totali, 3.590.107 dimissioni/guarigioni (+17.394) e 122.694 deceduti (+224); 390.120 infezioni in corso (-7.444). Ricoverati con sintomi -532 (15.799); terapie intensive -42 (2.211) con 110 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 338.436 tamponi totali (ieri 328.612) di cui 170.705 molecolari (ieri 172.620) e 167.731 test rapidi (ieri 155.992) con 109.485 casi testati (ieri 105.538); 10.176 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,00% (ieri 3,21% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 9,29% (ieri 10,00% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.584; Campania 1.415; Lazio 999; Puglia 979; Emilia Romagna 875; Sicilia 851; Piemonte 719; Toscana 676; Veneto 537. In Lombardia curva +0,19% (ieri +0,21%) con 52.497 tamponi totali (ieri 51.195) di cui 30.389 molecolari (ieri 31.892) e 22.108 test rapidi (ieri 19.303) con 17.985 casi testati (ieri 17.171); 1.584 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,01% (ieri 3,43% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,80% (ieri 10,24% – target 3%); 817.088 contagiati totali; ricoverati -118 (2.850); terapie intensive -1 (490) con 13 nuovi ingressi del giorno; 33.149 decessi (+43).

Due temi, oggi: partiamo dai dati relativi al periodo 1-7 maggio, che devono essere letti con una duplice avvertenza: 1) Risentono al ribasso della doppia festività nei giorni di sabato 1° maggio e di domenica 2 maggio. 2) Non riflettono ancora gli effetti delle riaperture del 26 aprile scorso. I nuovi casi individuati sono stati 70.123, in calo del 19,3% dagli 86.974 della settimana precedente. La media dei contagi giornalieri scende da 12.424 a 10.017: il valore resta più che doppio rispetto ai 4.311 casi giornalieri che permetterebbero di riprendere il controllo dell’epidemia.

Pur considerando l’effetto del 1° maggio si nota una discesa dei contagi nei restanti giorni della settimana: dobbiamo però aspettare i giorni dal 10 maggio in poi, quando sarà concluso il “periodo finestra” di due settimane dalla data delle riaperture. La vera cartina tornasole sarà la settimana 15-21 maggio, la prima a restituirci una visione completa degli effetti degli allentamenti. Tornando ai dati segnaliamo la riduzione dei nuovi ingressi in terapia intensiva: 887 nella settimana 1-7 maggio, in calo dell’11,3% sul periodo precedente. In controtendenza, e merita di essere segnalato perché riguarda la Regione più popolosa, il dato della Lombardia: dove i nuovi ingressi in area critica hanno invertito la tendenza (+3,9%) dopo sei settimane consecutive di calo. Segnaliamo come sempre i dati di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Campania, che segnano una riduzione importante delle infezioni: in Lombardia -21,3% con 10.884 positivi; in Veneto -21,9% (4.552); in Emilia Romagna -18,4% (5.276) e in Campania -20,7% (9.924).

Il calo dei nuovi casi si riflette sui valori di Rt istantaneo (metodo Kohlberg-Neyman) che nel periodo 1-7 maggio si sono mossi così: Italia, range 0.81-0.94; Lombardia 0.86-1.01; Veneto 0.83-0.91; Emilia Romagna 0.86-0.99; Campania 0.85-0.99. Ricordiamo che il valore di 0.89 comunicato ieri dall’Iss è quello medio del periodo 14-27 aprile calcolato sui soli soggetti sintomatici: e riflette quindi, come consueto, la situazione di 10-24 giorni prima rispetto alla data di comunicazione. Veniamo ora allo spunto offerto da un lettore, che cogliamo volentieri per dare una spiegazione di carattere generale. Ieri abbiamo calcolato in circa 8 milioni gli italiani già venuti a contatto con il virus, adottando come valore di partenza il numero dei positivi ufficiali alla sera del 7 maggio: 4.092.747. Il lettore propone invece di usare il numero dei dimessi/guariti (3.572.713 alla stessa data) escludendo “deceduti” e “attualmente positivi” e arrivando così, dopo il raddoppio, a un numero di circa 1 milione inferiore rispetto a quello da noi indicato.

Per quanto interessante e meritevole di attenzione, la proposta devia dalle regole dell’epidemiologia e porta a ottenere un’ampia sottostima. Vediamo perché: come abbiamo visto ieri, sulla base degli studi di sieroprevalenza condotti nei principali Paesi occidentali (l’ultimo in Italia risale purtroppo al 15 luglio 2020) e utilizzando il calcolo inverso a partire dalle terapie intensive possiamo stimare il numero degli infettati reali in “circa il doppio” rispetto a quelli individuati con i test tampone. Un valore che ormai trova ampio consenso nella comunità scientifica e viene spesso citato come del tutto plausibile.

Usando i soli dimessi/guariti escluderemmo dal calcolo non solo i deceduti (122.470 il 7 maggio, che sono a tutti gli effetti soggetti infettati dal Sars-CoV-2) ma anche gli “attualmente positivi”: 397.564 il 7 maggio, anche loro sicuramente venuti a contatto con il virus e quindi da conteggiare per poter procedere a definire le infezioni totali presumibili. Non solo, escludendo i deceduti prima del calcolo ne raddoppiamo implicitamente il numero: come se, oltre ai 122.470 ufficiali, ce ne fossero altri 122.470 tra gli infetti stimati. Per fortuna, dalle rilevazioni Istat/Iss sappiamo che non è così. Inserendo i 122.470 deceduti nel numero da raddoppiare li consideriamo invece solo come positivi, riflessi da altri 122.470 soggetti infettati ma non deceduti (e probabilmente asintomatici).

Quando in epidemiologia si stima l’entità di una popolazione “venuta a contatto” con un virus non si considerano, in quanto ininfluenti da questo punto di vista, gli esiti dell’infezione: ma si devono conteggiare “tutti i soggetti infettati conosciuti” fino al momento del calcolo per poi moltiplicarne il numero utilizzando il criterio stabilito (nel nostro caso occorre moltiplicare per due). In termini più semplici si tratta di rispondere alla domanda: per ogni contagiato individuato, quanti ce ne sono sfuggiti? E il numero di partenza, seguendo le regole dell’epidemiologia, deve contenere “tutti i soggetti venuti a contatto con il virus”: inclusi “deceduti” e “attualmente positivi” perché fanno parte della popolazione sicuramente infettata.

Per lo stesso motivo l’Istituto superiore di Sanità aggiorna quotidianamente il numero delle “infezioni totali”, che ovviamente include deceduti e attualmente positivi. Ieri, scrivendo “diciamo per comodità 8 milioni”, siamo stati conservativi: perché avremmo dovuto raddoppiare i 4.092.747 infetti ottenendo un totale di 8.185.494. Essendoci state più volte raccomandate sintesi e chiarezza per risultare comprensibili a un pubblico vasto, dobbiamo per forza procedere (e lo ricordiamo spesso) a qualche semplificazione e “rinuncia” dal punto di vista scientifico. Cosa che ci sforziamo volentieri di fare, rispettando però le regole di base: in altri termini, magari tagliamo qualche curva, ma senza staccarci dalla strada maestra.

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 7 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,21%

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In data 7 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,25% (ieri +0,29%) con 4.092.747 contagiati totali, 3.572.713 dimissioni/guarigioni (+15.580) e 122.470 deceduti (+207); 397.564 infezioni in corso (-5.238). Ricoverati con sintomi -536 (16.331); terapie intensive -55 (2.253) con 109 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 328.612 tamponi totali (ieri 324.640) di cui 172.620 molecolari (ieri 189.396) e 155.992 test rapidi (ieri 135.244) con 105.538 casi testati (ieri 113.249); 10.554 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,21% (ieri 3,63% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 10,00% (ieri 10,42% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.759; Campania 1.382; Lazio 1.063; Emilia Romagna 871; Puglia 870; Piemonte 867; Toscana 715; Veneto 629; Sicilia 603. In Lombardia curva +0,21% (ieri +0,26%) con 51.195 tamponi totali (ieri 54.722) di cui 31.892 molecolari (ieri 36.254) e 19.303 test rapidi (ieri 18.468) con 17.171 casi testati (ieri 18.501); 1.759 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,43% (ieri 3,93% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 10,24% (ieri 11,62% – target 3%); 815.504 contagiati totali; ricoverati -96 (2.968); terapie intensive -22 (491) con 24 nuovi ingressi del giorno; 33.106 decessi (+25). Facciamo rapidamente il punto, oggi, sulla campagna vaccinale: alle ore 6.12 del 7 maggio risultavano vaccinati con doppia dose 6.877.239 italiani, che possiamo di fatto considerare completamente protetti contro la Covid-19.

Per la precisione, considerando la protezione contro una possibile infezione, dovremmo calcolare la reale efficacia dei diversi vaccini (per Pfizer sappiamo essere al 98%): ma se consideriamo la validità contro le forme gravi di malattia arriviamo praticamente al 100% (ed esattamente al 100% per AstraZeneca secondo i dati che arrivano da Uk). In termini più semplici: qualcuno dei vaccinati con doppia dose (pochissime persone) è destinato a infettarsi perché la protezione contro l’infezione non è assoluta, ma comunque non svilupperà una malattia grave. Si tratta di un risultato straordinario, se pensiamo che l’efficacia di un vaccino come quello contro l’influenza stagionale arriva nella migliore delle ipotesi al 50% circa contro l’infezione, ma più spesso oscilla intorno al 40%. In totale in Italia, sempre con i dati disponibili alle ore 6.12 di questa mattina, risultavano inoculate 22.644.364 dosi: considerando che per la protezione complessiva dei soggetti indicati in precedenza sono state necessarie due dosi (incluso il richiamo) al momento risultano protetti con una singola dose 8.889.886 persone.

Ma sommando le due categorie arriviamo a 15.767.125 italiani protetti, in modo parziale o completo, contro il Sars-CoV-2. Possiamo a questo punto tentare una stima delle persone protette per via naturale, in quanto venute a contatto diretto con il virus: i dati ufficiali parlano al momento di 4.092.747 infezioni totali, ma sulla base del calcolo inverso a partire dalle terapie intensive e dei dati ottenuti in altri Paesi occidentali dove sono state condotte indagini periodiche di sieroprevalenza per la ricerca di anticorpi, possiamo stimare che il numero reale sia almeno doppio (diciamo per comodità 8 milioni). In totale quindi, con questa stima, abbiamo 14.877.239 italiani con una protezione completa (infettati più vaccinati con doppia dose) pari al 25,1% della popolazione.

Un dato che sale a 23.767.125 (il 40,1% della popolazione) se con un po’ di ottimismo calcoliamo anche i soggetti protetti con la sola prima dose, che hanno comunque una protezione parziale. Si tratta di numeri importanti, che tuttavia non ci consentono di abbassare la guardia: la teorica immunità di gregge (considerando l’Italia come un’isola priva di collegamenti e contatti con il resto del mondo) potrebbe essere raggiunta con il 75% circa della popolazione immunizzata per via naturale o in seguito alla vaccinazione. Per ora siamo nella condizione quasi opposta: con il 75% della popolazione ancora scoperta se consideriamo la protezione totale, oppure il 60% se includiamo nel conteggio anche i protetti con dose singola. Una prateria nella quale il virus ha ancora ampi spazi di circolazione. Per questo motivo, oltre alla rapidità delle somministrazioni, anche e soprattutto in un periodo di allentamenti è fondamentale proseguire con le misure di mitigazione e di protezione personale (mascherine e igiene delle mani). Per impedire così al Sars-CoV-2 di infettare la larghissima parte della popolazione ancora senza protezione, con il rischio aggiuntivo di selezionare nuove varianti in grado di eludere la risposta immunitaria.

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 6 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,63%

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In data 6 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,29% (ieri +0,26%) con 4.082.198 contagiati totali, 3.557.133 dimissioni/guarigioni (+15.867) e 122.263 deceduti (+258); 402.802 infezioni in corso (-4.327). Ricoverati con sintomi -653 (16.867); terapie intensive -60 (2.308) con 127 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 324.640 tamponi totali (ieri 327.169) di cui 189.396 molecolari (ieri 190.363) e 135.244 test rapidi (ieri 136.806) con 113.249 casi testati (ieri 114.357); 11.807 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,63% (ieri 3,23% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 10,42% (ieri 9,25% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.151; Campania 1.503; Sicilia 1.202; Lazio 1.007; Piemonte 903; Puglia 877; Toscana 861; Veneto 850; Emilia Romagna 824. In Lombardia curva +0,26% (ieri +0,19%) con 54.722 tamponi totali (ieri 50.251) di cui 36.254 molecolari (ieri 32.403) e 18.468 test rapidi (ieri 17.848) con 18.501 casi testati (ieri 16.795); 2.151 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,93% (ieri 3,09% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 11,62% (ieri 9,27% – target 3%); 813.745 contagiati totali; ricoverati -116 (3.072); terapie intensive -6 (513) con 22 nuovi ingressi del giorno; 33.081 decessi (+35).

Diamo un rapido sguardo, oggi, all’evoluzione dell’epidemia negli ultimi 30 giorni (periodo mobile chiuso il 5 maggio 2021) utilizzando i dati ufficiali dell’Iss. I nuovi casi rilevati sono stati 365.384, con 7.957 decessi: il tasso di letalità è 2,1%, sostanzialmente in linea con il dato della rilevazione precedente (2,2% il 28 aprile scorso). Il dato incorpora un sovrastima a causa dello sfasamento tra la curva dei contagi e quella dei decessi, che si manifesta con circa un mese di ritardo rispetto alla prima. I decessi attuali, che devono essere ricondotti a infezioni contratte mediamente 3-4 settimane fa, vengono confrontati con numeri del contagio in costante discesa: per questo motivo il tasso di letalità subisce un rialzo rispetto al dato che tenderà a normalizzarsi nel tempo, come già avvenuto in passato a conclusione delle fasi espansive dell’epidemia.

Restano sotto la soglia dell’1% i nuovi casi tra gli operatori sanitari, testimoniando l’efficacia dei vaccini nel ridurre l’infezione oltre che nel portare a livelli prossimi allo zero le manifestazioni cliniche più gravi della Covid-19. L’età mediana dei nuovi casi è di 43 anni e risente in modo positivo della diminuzione dei casi tra i soggetti più anziani, che in gran parte hanno già ottenuto almeno la prima dose di vaccino. I nuovi casi tra gli over 70 sono scesi all’11% e fanno di questa fascia di età la meno colpita in assoluto negli ultimi 30 giorni. Al primo posto troviamo quella 19-50 anni (43% del totale), seguita dai soggetti tra 51 e 70 anni (26,1%) e tra 0 e 18 (19,6%). In aumento il numero delle infezioni asintomatiche, che ora si mantengono a un livello pari o superiore al 50% in tutte le fasce di età fino ai 49 anni e in quella degli over 90. Al di sotto del 50% la quota di asintomatici nei soggetti tra i 50 e gli 89 anni, con la quota più bassa (poco sopra il 40%) nei soggetti tra 70 e 79 anni. Elemento che ribadisce l’importanza fondamentale di una rapida immunizzazione di questa popolazione, che in caso di malattia presenta un tasso di letalità molto elevato: il 9,1% calcolato da inizio epidemia.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 5 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,23%

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In data 5 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,26% (ieri +0,22%) con 4.070.400 contagiati totali, 3.541.266 dimissioni/guarigioni (+17.072) e 122.005 deceduti (+267); 407.129 infezioni in corso (-6.760). Ricoverati con sintomi -656 (17.520); terapie intensive -55 (2.368) con 142 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 327.169 tamponi totali (ieri 315.506) di cui 190.363 molecolari (ieri 147.530) e 136.806 test rapidi (ieri 167.976) con 114.357 casi testati (ieri 94.374); 10.585 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,23% (ieri 2,88% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 9,25% (ieri 9,65% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.557; Campania 1.447; Puglia 1.171; Piemonte 947; Lazio 838; Sicilia 782; Veneto 745; Toscana 744; Emilia Romagna 561. In Lombardia curva +0,19% (ieri +0,16%) con 50.251 tamponi totali (ieri 39.365) di cui 32.403 molecolari (ieri 18.497) e 17.848 test rapidi (ieri 20.868) con 16.795 casi testati (ieri 14.861); 1.557 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,09% (ieri 3,43% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 9,27% (ieri 9,11% – target 3%); 811.594 contagiati totali; ricoverati -75 (3.188); terapie intensive -6 (519) con 20 nuovi ingressi del giorno; 33.046 decessi (+32). Gli ultimi dati dell’Oms sull’andamento dell’epidemia a livello mondiale (periodo 26 aprile – 2 maggio) si prestano a qualche riflessione sui numeri e sulla loro corretta interpretazione, oltre che sulla diffusione del contagio. Andiamo con ordine: i nuovi casi sono stati 5.705.981 contro 5.695.277 del periodo 19 – 25 aprile. Da un punto di vista statistico si tratta della decima settimana consecutiva con un incremento dei casi (+0,18%).

Da un punto di vista epidemiologico il dato è da considerare stabile, vista la modestissima variazione, e assume maggiore importanza la durata della fase espansione: dieci settimane consecutive, come abbiamo appena visto, contro le 5-6 settimane che avevano caratterizzato le analoghe fasi precedenti. Se infine consideriamo i dati con una vista più ampia, e con un taglio pragmatico, vediamo come l’epidemia stia di fatto ripiegando in larga parte del mondo. Perché a sbilanciare i numeri verso l’alto contribuisce in particolare un singolo Paese con 1,4 miliardi di abitanti: l’India, che nel periodo considerato ha registrato 2.597.285 nuovi casi (il 45,5% del totale mondiale) e una crescita del 20% sulla settimana precedente.

Questo esempio è utile per comprendere come l’aggregazione dei dati debba sempre essere abbinata a una visione disaggregata su base territoriale, per meglio comprendere quali siano davvero le aree di rischio e le misure da adottare per contrastare la diffusione del virus. Torniamo ai dati, questa volta senza ulteriori considerazioni: in crescita i decessi, +6,4% a quota 93.523, che tuttavia riflettono la fase epidemica di circa un mese fa (periodo 29 marzo – 4 aprile) quando la settimana si era chiusa con un incremento del 6,2% dei nuovi casi. Questa sfasatura tra momento del contagio ed eventuali decessi lascia ipotizzare un possibile calo dei decessi, in modo consistente, solo a partire da fine maggio: sempre che l’epidemia, India a parte, confermi la prosecuzione della fase calante. Tra gli altri Paesi più colpiti per numero assoluto di nuovi casi solo il Brasile mostra un leggero incremento (+4% a quota 421.933 positivi).

Riduzioni significative, al contrario, negli Usa (-15% con 345.692 nuovi casi); in Turchia (-32%, 257.992 positivi) e in Francia (-23% con 163.666 infezioni segnalate). Segnaliamo infine il richiamo dell’Oms ad attuare indagini di sieroprevalenza nei diversi Paesi utilizzando criteri standardizzati: solo in questo modo sarà possibile stabilire la reale circolazione del Sars-CoV-2 e adeguare di conseguenza i piani di mitigazione, contenimento o ripresa delle attività, oltre che tarare nel modo migliore le strategie vaccinali. L’ultima (e finora unica) indagine di sieroprevalenza condotta nel nostro Paese risale al 15 luglio 2020 e ha individuato 1.482.000 italiani già venuti a contatto con il virus, 6 volte in più dei 243.506 rilevati ufficialmente alla stessa data.

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DIODATO firma la main song de Il Divin Codino, disponibile su Netflix dal 26 maggio

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DIODATO firma la main song de Il Divin Codino, disponibile su Netflix dal 26 maggioL’UOMO DIETRO IL CAMPIONE, disponibile in pre-save, uscirà il 14 maggio su tutte le piattaforme di streaming e digital downloading, in contemporanea al videoclip ufficiale su YouTube. 

L’UOMO DIETRO IL CAMPIONE è il fedele racconto in musica della leggenda di Roberto Baggio. Il brano è un incalzante mid-tempo dal ritmo trascinante che, come non mai, vede Antonio ispirato nell’affondare le radici nel mito del Raffaello del calcio italiano. Un arrangiamento dinamico ed esuberante plissettato di rock fa da tappeto alle parole di Diodato che, col suo timbro gentile, costruisce un crescendo in cui si fanno spazio emozioni di una storia tutta italiana, la storia del campione divino.

Baggio, uno dei migliori calciatori di sempre e vincitore di un Pallone d’oro, è un’icona di coraggio e determinazione in tutto il mondo. Il mito del Divin Codino continua a crescere negli anni e dopo aver segnato intere generazioni e influenzato l’universo sportivo negli anni novanta, riesce ancora oggi ad essere un esempio rivoluzionario di discrezione e umiltà, incidendo il suo numero 10 nel tempo.

Diodato torna sul palco dell’Arena di Veronail 19 settembre, dopo essere stato il primo artista italiano lo scorso anno a riaccendere le luci del tempio della musica mondiale durante il lockdown, emozionando il pubblico dell’Eurovision Song Contest – Europe shine a light con la sua storica esibizione di Fai Rumore.

Le prevendite dell’evento prodotto e organizzato da OTR Live, che si svolgerà nel totale rispetto delle norme anti-covid, sono aperte su circuito Ticketone

Diodato è l’unico artista italiano ad aver vinto nello stesso anno, oltre al Festival di Sanremo e ai premi sopra citati, il DAVID DI DONATELLO 2020, i NASTRI D’ARGENTO 2020 e il CIAK D’ORO del pubblico 2020 con il brano “Che vita Meravigliosa” come “Migliore canzone originale”, entrata nella memoria collettiva per essere stata parte della colonna sonora del film “La Dea Fortuna” di Ferzan Özpetek. Come primo artista musicale nella storia della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Diodato ha aperto la Cerimonia di chiusura della 77^ edizione esibendosi live in uno dei brani più celebri del suo repertorio, “Adesso”. Il suo trionfo più recente è quello agliMTV EMA come “Best Italian Act”

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Bollettino Coronavirus di Martedì 4 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 2,88%

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In data 4 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,22% (ieri +0,14%) con 4.059.821 contagiati totali, 3.524.194 dimissioni/guarigioni (+18.477) e 121.738 deceduti (+305); 413.889 infezioni in corso (-9.669). Ricoverati con sintomi -219 (18.176); terapie intensive -67 (2.423) con 136 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 315.506 tamponi totali (ieri 121.829) di cui 147.530 molecolari (ieri 77.339) e 167.976 test rapidi (ieri 44.490) con 94.374 casi testati (ieri 46.748); 9.116 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 2,88% (ieri 4,88% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 9,65% (ieri 12,72% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.354; Campania 1.331; Puglia 1.028; Sicilia 902; Lazio 803; Veneto 721; Piemonte 637; Toscana 503; Emilia Romagna 488. In Lombardia curva +0,16% (ieri +0,07%) con 39.365 tamponi totali (ieri 15.287) di cui 18.497 molecolari (ieri 11.385) e 20.868 test rapidi (ieri 3.902) con 14.861 casi testati (ieri 7.740); 1.354 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,43% (ieri 4,16% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 9,11% (ieri 8,22% – target 3%); 810.037 contagiati totali; ricoverati +48 (3.263); terapie intensive -10 (525) con 25 nuovi ingressi del giorno; 33.014 decessi (+41).

Qualche notizia positiva, oggi, sull’efficacia dei vaccini Pfizer e AstraZeneca nel ridurre la trasmissione del Sars-CoV-2 già dopo la somministrazione della prima dose. Si tratta di un’indicazione importante, anche se preliminare, sulla capacità dei vaccini di interrompere le catene di trasmissione del contagio: perché finora le dimostrazioni di efficacia si erano concentrate sulla riduzione del rischio di sviluppare la malattia (di gravità variabile) o sul rischio di morte a essa collegato. Lo studio, per ora in preprint e non ancora sottoposto a revisione (peer review), è stato condotto nel Regno Unito da un gruppo di ricercatori londinesi della Sanità pubblica e ha preso in esame un campione di 365.000 famiglie. In particolare sono stati ricercati i soggetti che, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino, hanno comunque contratto l’infezione: cosa che sappiamo essere possibile perché dopo una singola dose si ottiene una protezione parziale. Nel gruppo di confronto sono stati invece considerati i nuclei famigliari nei quali la persona individuata come “paziente zero”, e quindi come elemento di avvio del contagio, non era stata vaccinata.

Una prima scoperta, collaterale all’oggetto dell’indagine, è stata relativa alla permanenza della positività fino a 21 giorni nei soggetti vaccinati con singola dose. Ma l’informazione più importante è stata relativa proprio alla trasmissione dell’infezione: nelle famiglie in cui il primo soggetto positivo alla Covid-19 era già stato vaccinato con una sola dose, si è infatti osservata una riduzione del contagio degli altri soggetti dello stesso nucleo famigliare variabile tra il 40 e il 50% rispetto al gruppo di controllo. Un dato che, se confermato dopo la revisione, testimonierebbe la capacità dei vaccini (o almeno dei due considerati) di frenare in modo importante la circolazione del virus: è lecito attendersi, infatti, che questa capacità sia destinata ad aumentare dopo la seconda dose di richiamo. Abbiamo visto nei giorni scorsi, e anche nell’analisi di questa settimana, quanto sia importante non solo agire sulla gravità della malattia, ma anche limitare al massimo la diffusione del Sars-CoV-2: riducendo di conseguenza il numero delle replicazioni virali, il conseguente e inevitabile numero degli errori commessi dal virus (le mutazioni) e la possibile insorgenza di varianti più diffusive e/o meno sensibili alla risposta immunitaria.

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 3 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,88%

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In data 3 maggio l’incremento nazionale dei casi, con un fortissimo calo dei test dopo il fine settimana, è +0,14% (ieri +0,22%) con 4.050.708 contagiati totali, 3.505.717 dimissioni/guarigioni (+13.038) e 121.433 deceduti (+256); 423.558 infezioni in corso (-7.348). Ricoverati con sintomi +50 (18.395); terapie intensive -34 (2.490) con 121 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 121.829 tamponi totali (ieri 156.872) di cui 77.339 molecolari (ieri 114.290) e 44.490 test rapidi (ieri 42.582) con 46.748 casi testati (ieri 63.555); 5.948 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,88% (ieri 5,83% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 12,72% (ieri 14,39% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 959; Sicilia 734; Lazio 661; Emilia Romagna 641; Lombardia 637; Toscana 570; Veneto 364; Piemonte 343; Puglia 335. Tutti questi numeri devono essere considerati alla luce del bassissimo numero di test effettuati. In Lombardia curva +0,07% (ieri +0,15%) con 15.287 tamponi totali (ieri 30.249) di cui 11.385 molecolari (ieri 24.726) e 3.902 test rapidi (ieri 5.523) con 7.740 casi testati (ieri 11.583); 637 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,16% (ieri 4,25% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 8,22% (ieri 11,11% – target 3%); 808.683 contagiati totali; ricoverati -75 (3.215); terapie intensive -7 (535) con 28 nuovi ingressi del giorno; 32.973 decessi (+28).

Proviamo oggi a rispondere, in modo sintetico e comprensibile vista la complessità scientifica dell’argomento, alle molte domande ricevute sulle varianti del Sars-CoV-2 e in particolare su quella indiana. L’Oms cataloga le varianti in due categorie distinte: Voc (Variants of concern) e Voi (Variants of interest). Come si evince dai nomi le prime destano preoccupazione; le seconde, almeno per il momento, solo “interesse”. In altri termini, meritano di essere studiate in modo approfondito per capire quale direzione possano prendere nel futuro. Per ora nel primo gruppo troviamo solo 3 varianti: inglese, sudafricana e brasiliana.

Nel secondo gruppo, oltre a quella indiana, ne troviamo altre 6: rilevate per la prima volta in Uk e Nigeria; Usa; Brasile; Filippine e Giappone; di nuovo Usa (un secondo tipo) e Francia. Quella indiana è l’ultima in ordine di tempo, ed è arrivata agli onori della cronaca soprattutto per i valori assoluti che ha saputo generare: fino a 400.000 casi in un solo giorno. Abbiamo visto, tuttavia, come questi numeri debbano essere rapportati a un Paese con 1,4 miliardi di abitanti; e che, visti in quest’ottica, non sono molto diversi da quelli espressi oggi nei principali Stati europei. Ci sono però due aspetti importanti da considerare a proposito della variante indiana: ogni giorno vengono eseguiti (dati dell’ultima settimana) da 1,5 a 1,9 milioni di test, dato che ci restituisce un’altissima percentuale positivi/tamponi (tra il 20 e il 26% circa). Con questi valori, come abbiamo visto in passato nei Paesi occidentali a partire dall’Italia, è probabile che il numero dei contagiati reali sia 4-5 volte superiore, con una vastissima platea di asintomatici.

Secondo aspetto: l’età mediana della popolazione indiana è di soli 25 anni, e dimostra come questa variante del Sars-CoV-2 sia in grado di diffondersi rapidamente in una popolazione molto giovane. Un po’ come quella che, vaccinando in prima battuta gli anziani, stiamo in qualche modo selezionando nei Paesi occidentali (non ci sono alternative possibili nel contrastare una malattia dove il rischio di morte è direttamente correlato all’aumento dell’età). Per questi motivi la variante indiana deve essere studiata in modo approfondito: per comprenderne meglio le caratteristiche inclusa la capacità (o meno) di eludere la risposta immunitaria delle persone vaccinate, oppure guarite dopo aver contratto la malattia con una variante differente.

Per capire quanto sia complessa la situazione in India non bisogna poi trascurare altri due elementi: 1) Sul territorio stanno circolando contemporaneamente anche le due varianti inglese e sudafricana, con prevalenze diverse su base territoriale: il che rende più difficile capire di quanto sia incrementata la capacità diffusionale del virus. 2) A spingere il contagio hanno sicuramente contribuito gli incoraggiamenti a riprendere le manifestazioni religiose, caratterizzate da assembramenti oceanici (come la festa di Holi di fine marzo, da noi più nota come festa dei colori); oppure le tornate elettorali, a cavallo tra marzo e aprile, in 5 diversi Stati. Chiudiamo con una considerazione più generale, che per ora resta solo una pura ipotesi di scuola: osservando dove si localizzano le mutazioni del Sars-CoV-2 si nota una certa predilezione per alcuni punti precisi della proteina Spike. Non essendo questi punti composti da elementi “infiniti”, anzi esattamente il contrario, potremmo assistere a una crescente difficoltà del virus a produrre nuove mutazioni e, di conseguenza, varianti. Ma per ora, lo ripetiamo, è solo un’ipotesi basata sulla mera osservazione delle localizzazioni più ricorrenti delle mutazioni.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 2 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 5,83%

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In data 2 maggio l’incremento nazionale dei casi, su cui pesa la festività del primo maggio con un bassissimo numero di test effettuati, è +0,22% (ieri +0,32%) con 4.044.762 contagiati totali, 3.492.679 dimissioni/guarigioni (+8.637) e 121.177 deceduti (+144); 430.906 infezioni in corso (+364). Ricoverati con sintomi -36 (18.345); terapie intensive +2 (2.524) con 109 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 156.872 tamponi totali (ieri 378.202) di cui 114.290 molecolari (ieri 187.021) e 42.582 test rapidi (ieri 191.181) con 63.555 casi testati (ieri 116.821); 9.148 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 5,83% (ieri 3,42% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 14,39% (ieri 11,09% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 1.352; Lombardia 1.287; Lazio 986; Emilia Romagna 950; Puglia 810; Sicilia 772; Toscana 730; Piemonte 702; Veneto 329. In Lombardia curva +0,15% (ieri +0,26%) con 30.249 tamponi totali (ieri 59.144) di cui 24.726 molecolari (ieri 33.358) e 5.523 test rapidi (ieri 25.786) con 11.583 casi testati (ieri 19.909); 1.287 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,25% (ieri 3,61% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 11,11% (ieri 10,74% – target 3%); 808.046 contagiati totali; ricoverati -113 (3.290); terapie intensive +6 (542) con 17 nuovi ingressi del giorno; 32.945 decessi (+23). L’ultimo Bollettino epidemiologico dell’Iss, con dati relativi al periodo 19-25 aprile, rileva un incremento dei nuovi casi nella fascia di età 0-18 anni: 19,7% contro il 17,6% delle due settimane precedenti. Parallelamente si nota la stabilizzazione dei positivi tra 19 e 50 anni (43,1% contro il precedente 43%) ma soprattutto una riduzione nella fascia over 50 (37,2% da 39,4%).

Il calo può essere ricondotto all’effetto delle vaccinazioni che hanno ormai messo in protezione una parte consistente della popolazione, in particolare oltre i 70 anni di età. Infatti, analizzando più in dettaglio l’andamento epidemico per fascia di età, le riduzioni più significative si registrano negli over 80 e, a seguire, tra i 70 e 79 anni. A ulteriore conferma dell’efficacia del vaccino indipendentemente dal fattore età si conferma il crollo dei contagi tra gli operatori sanitari, ormai sotto l’1% del totale dei positivi individuati (0,8% nel periodo mobile di 30 giorni chiuso ieri, 1 maggio). Per quanto riguarda le positività riscontrate a livello nazionale, nel periodo 12-25 aprile l’Iss segnala il 31,7% relativo a soggetti testati in quanto sintomatici; il 31,5% per attività di contact tracing; il 19% per attività di screening. Resta ancora molto elevata (17,8%) la quota di soggetti positivi per i quali non è nota la motivazione per cui è stato eseguito il test, a dimostrazione di un certo affanno del nostro sistema di rilevazione a causa di livelli di contagio ancora troppo elevati. Nello stesso periodo solo lo 0,2% dei nuovi casi risulta importato dall’estero, ma anche in questo caso è molto elevata (20,4%) la quota di soggetti positivi per i quali non è stato possibile ricostruire il luogo dove è stata contratta l’infezione. Prosegue, e anche questo può essere ricondotto all’effetto delle vaccinazioni, l’abbassamento dell’età mediana dei nuovi soggetti contagiati: ora a 42 anni, contro una media di 47 da inizio epidemia e un picco di 68 alla metà di aprile del 2020.

Al momento della rilevazione dell’Iss, con 118.592 decessi su 3.966.050 positivi ufficialmente rilevati, il tasso di letalità da inizio epidemia era 2,9%. Sul totale dei decessi solo 296 (lo 0,2%) erano riconducibili a pazienti con età inferiore a 39 anni. Un dato importante per capire come la campagna vaccinale, con la copertura massiccia della popolazione più anziana, potrebbe cambiare il volto dell’epidemia almeno per quanto riguarda le ricadute cliniche (e la letalità) della stessa. Diverso è il discorso relativo alla possibilità del Sars-CoV-2 di circolare in modo efficace anche nelle fasce di età più giovani: i soggetti al di sotto dei 39 anni, pur con la bassissima letalità che abbiamo appena visto, hanno infatti finora rappresentato il 38,7% delle infezioni totali. Senza un’adeguata copertura vaccinale continuerebbero a rappresentare un bacino ideale per la replicazione del virus, con il rischio connesso di mutazioni in grado di generare varianti più diffusive o resistenti alla risposta immunitaria.

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Flash News di Sabato 1 Maggio 2021

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  1. Un messaggio di fiducia ma anche un appello all’unità quello lanciato dal Presidente della Repubblica, in occasione della tradizionale cerimonia al Quirinale per il primo maggio. “Dopo la crisi legata alla pandemia, sarà il lavoro a portare il Paese fuori da questa emergenza”, ha detto Mattarella. Poi il passaggio alle istituzioni Europee, “baluardo di democrazia e libertà. Inaccettabile ogni attacco che punti ad indebolirle”;
  2. Le federazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL in piazza con tre manifestazioni unitarie, programmate in tre luoghi simbolo: alle acciaierie di Terni, alla sede Amazon di Passo Corese in provincia di Rieti e all’ospedale dei Castelli a Fontana di Papa, vicino Roma;
  3. Lo slogan scelto quest’anno dai sindacati è “l’Italia sicura con il lavoro”. Il segretario della CGIL, Landini, ha detto “è il momento dei vaccini, non di licenziare” Per Bombardieri della UIL “bisogna ripartire da chi ha perso il lavoro”, mentre Sbarra di CISL chiede riforme eque e partecipate. Tra gli appuntamenti del primo maggio c’è quello con il tradizionale concertone organizzato dai sindacati, rispettando le misure anti Covid. Dall’auditorium Parco della Musica di Roma, 6 ore di musica con oltre 40 artisti e solo 500 presenze;
  4. E anche in questo giorno di festa continuano le vaccinazioni. Ieri è stato raggiunto l’obiettivo delle 500.000 dosi somministrate in un giorno. Ora il commissario all’emergenza, Figliuolo, punta al milione di somministrazioni giornaliere entro giugno. Saranno allestiti nuovi centri vaccinali in centri di villeggiature e scuole;
  5. In calo il tasso di positività al Covid, ieri al 3,9% mentre risale l’indice di contagio Rt nazionale allo 0,85%. Registrati nelle ultime 24 ore altri 13.446 nuovi contagi e resta ancora alto, purtroppo, il numero dei decessi: altri 263;
  6. Quasi 800 migranti sbarcati in Sicilia nelle ultime 24 ore: 4 barconi soccorsi davanti alle coste di Lampedusa e un video delle ONG Sea Watch, denuncia “migranti picchiati sui gommoni della guardia costiera Libica e costretti a rientrare”.
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Bollettino Coronavirus di Sabato 1 Maggio 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,42%

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In data 1 maggio l’incremento nazionale dei casi è +0,32% (ieri +0,33%) con 4.035.617 contagiati totali, 3.484.042 dimissioni/guarigioni (+18.466) e 121.033 deceduti (+226); 430.542 infezioni in corso (-5.728). Ricoverati con sintomi -559 (18.381); terapie intensive -61 (2.522) con 143 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 378.202 tamponi totali (ieri 338.771) di cui 187.021 molecolari (ieri 177.992) e 191.181 test rapidi (ieri 160.779) con 116.821 casi testati (ieri 105.585); 12.965 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,42% (ieri 3,96% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 11,09% (ieri 12,73% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.139; Campania 1.950; Puglia 1.130; Lazio 1.069; Sicilia 1.000; Emilia Romagna 941; Veneto 914; Toscana 895; Piemonte 882. In Lombardia curva +0,26% (ieri +0,27%) con 59.144 tamponi totali (ieri 53.645) di cui 33.358 molecolari (ieri 33.441) e 25.786 test rapidi (ieri 20.204) con 19.909 casi testati (ieri 18.759); 2.139 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,61% (ieri 4,12% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 10,74% (ieri 11,80% – target 3%); 806.759 contagiati totali; ricoverati -92 (3.403); terapie intensive -14 (536) con 16 nuovi ingressi del giorno; 32.922 decessi (+52).

Come ogni sabato facciamo il punto sulla settimana epidemiologica appena conclusa: nel periodo 24-30 aprile si notano i primi segnali di stabilizzazione del contagio, in particolare come vedremo in alcune Regioni, ma saranno i prossimi 14 giorni a darci un’indicazione più precisa sull’andamento epidemico. I nuovi casi individuati a livello nazionale sono stati 86.974, in calo del 7,3% sulla settimana precedente (che si era chiusa con un -11,6%). Il dato corrisponde a una media giornaliera di 12.424 positivi, molto oltre il valore di 4.311 che permetterebbe la ripresa del tracciamento e, di conseguenza, il reale controllo dell’epidemia. I numeri come sempre devono essere inquadrati correttamente: per capire quanto il virus stia ancora circolando nel nostro Paese dobbiamo fare riferimento ai soggetti con infezione in corso, ovvero 436.270 alla sera del 30 aprile.

Sulla base dei conteggi effettuati a partire dalle terapie intensive, e delle indagini sierologiche condotte in diverse aree del mondo, è corretto ritenere che i positivi reali (almeno per quanto riguarda i principali Paesi occidentali) siano un numero all’incirca doppio rispetto a quello rilevato. In Italia, di conseguenza, possiamo stimare che ci siano almeno 850.000 persone con infezione in corso: una ogni 70 abitanti. Per questo gli allentamenti in atto devono essere visti come il massimo possibile e non come il minimo indispensabile. Nell’ultimo periodo in calo anche i nuovi ingressi in terapia intensiva: 1.000, contro i 1.131 della settimana precedente (-11,5%). Una riduzione che prosegue da 6 settimane senza le forti accelerazioni riscontrate nel corso del 2020, anche per le diverse caratteristiche dei pazienti (ora più giovani e quindi più “resistenti”).

La stabilizzazione dell’epidemia è più evidente in Lombardia (-3,3% con 13.843 nuovi casi contro 13.946 del periodo precedente), in Emilia Romagna (-2,9% con 6.471 contro 6.671) e in Campania (-1,9% con 12.530 contro 12.779). Situazione che viene riflessa in queste Regioni anche dai valori di Rt istantaneo alla sera del 30 aprile: 1.00 in Lombardia; 0.99 in Emilia Romagna e 0.98 in Campania. Valori che si mantengono quasi costanti, con minime oscillazioni, da circa 5 giorni. Inferiore (0.94) l’Rt nazionale che comunque tra il 24 e il 30 aprile si è mosso in altalena tra 0.94 e 0.97. La settimana epidemiologica che inizia oggi potrebbe iniziare a riflettere i primi effetti delle riaperture e del ritorno di molte Regioni in zona gialla: come sempre, seguiremo con attenzione lo sviluppo dei dati giornalieri.

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Flash News di Venerdì 30 Aprile 2021

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  1. L’obiettivo delle 500.000 somministrazioni al giorno è stato raggiunto. Ad annunciarlo è il Ministro della Salute, Roberto Speranza, che è tornato a sottolineare l’importanza dei vaccini. “La vera strada per uscire da questi mesi così difficili, entro settembre si punta ad immunizzare l’80% della popolazione”, ha detto;
  2. Preoccupa la diffusione della variante indiana: il volo proveniente dal Paese asiatico atteso per oggi, è stato bloccato. Stop agli arrivi anche da Bangladesh e Sri Lanka. Zona rossa in una frazione di Sabaudia per un cluster tra la comunità Sikh;
  3. Ieri, nel nostro Paese, sono stati registrati oltre 14.000 nuovi contagi. Diminuisce ancora la pressione sugli ospedali, ma risale al 4,3% il tasso di positività. Sempre alto il numero delle vittime, 288 in 24 ore;
  4. Dopo mesi di discesa, l’indice di contagio Rt riprende a salire, seppur di pochi punti decimali. Il valore resta comunque sotto quota 1 e con i dati del monitoraggio settimanale, da lunedì si attendono nuovi colori nella mappa del rischio delle regioni. La Valle D’Aosta potrebbe passare in rosso, mentre la Sardegna in arancione;
  5. E’ il 10 Maggio la data scelta per iniziare in un primo gruppo di Paesi, tra i quali l’Italia, la fase di sperimentazione del sistema dei nuovi certificati digitali Covid Pass Europei che permetterà ai cittadini dell’Unione di viaggiare liberamente all’interno dei confini;
  6. Israele sotto shock per la tragedia avvenuta la scorsa notte, durante un raduno religioso in Galilea. Una gigantesca e precipitosa fuga durante un pellegrinaggio ebraico nel nord di Israele ha provocato almeno 44 morti e oltre 150 feriti;
  7. Una nuova bufera sul Consiglio Superiore della Magistratura: atti coperti da segreto finiti a componenti del CSM e spediti anche a giornalisti. C’è l’ipotesi di una loggia segreta;
  8. L’esame di italiano del calciatore Luis Suarez per ottenere la cittadinanza italiana: una prova che gli inquirenti definirono una farsa. Oggi il riscontro nel video della telecamera nascosta, piazzata dai magistrati di Perugia.
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Bollettino Coronavirus di Venerdì 30 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,96%

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In data 30 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,33% (ieri +0,35%) con 4.022.653 contagiati totali, 3.465.576 dimissioni/guarigioni (+15.621) e 120.807 deceduti (+263); 436.270 infezioni in corso (-2.439). Ricoverati con sintomi -411 (18.940); terapie intensive -57 (2.583) con 137 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 338.771 tamponi totali (ieri 330.075) di cui 177.992 molecolari (ieri 186.291) e 160.779 test rapidi (ieri 143.784) con 105.585 casi testati (ieri 116.435); 13.446 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,96% (ieri 4,33% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 12,73% (ieri 12,29% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.214; Campania 1.898; Puglia 1.344; Emilia Romagna 1.206; Lazio 1.151; Piemonte 1.036; Toscana 870; Sicilia 861; Veneto 788. In Lombardia curva +0,27% (ieri +0,28%) con 53.645 tamponi totali (ieri 51.253) di cui 33.441 molecolari (ieri 32.877) e 20.204 test rapidi (ieri 18.376) con 18.759 casi testati (ieri 17.724); 2.214 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,12% (ieri 4,49% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 11,80% (ieri 13,01% – target 3%); 804.620 contagiati totali; ricoverati -102 (3.495); terapie intensive -7 (550) con 16 nuovi ingressi del giorno; 32.870 decessi (+41).

Se vogliamo leggere l’Rt ufficiale comunicato dall’Iss facciamolo in modo corretto: il valore di 0,85 comunicato oggi non è (e ripetiamo “non è”) quello dell’ultima settimana. Ed è altrettanto scorretto parlare di “rialzo rispetto allo 0,81 della settimana precedente”. Abbiamo visto più volte, ma lo ricordiamo ancora per un corretta informazione, che l’Rt ufficiale comunicato ogni venerdì dall’Istituto superiore di Sanità è ottenuto calcolando il valore medio di un periodo di 14 giorni sui soli pazienti sintomatici. E per completare l’informazione bisogna chiarire “a quando” si riferiscono i 14 giorni in oggetto. Il dato di 0,81 della “settimana precedente” è stato calcolato tra il 31 marzo e il 13 aprile: e quindi non ci dice come stavano le cose venerdì scorso (23 aprile) bensì in un periodo retrodatato di 10-24 giorni. Allo stesso modo il valore di 0,85 non è “il valore di questa settimana”, bensì il valore “calcolato e comunicato questa settimana”: si riferisce infatti al periodo 7-20 aprile e, di conseguenza, ci indica la media di quel periodo.

Se osserviamo i valori di Rt istantaneo (anche se lo pubblichiamo solo nei momenti più significativi, lo calcoliamo ovviamente ogni giorno con il metodo rapido Kohlberg-Neyman) vediamo che nel periodo indicato oggi dall’Iss (7-20 aprile) il range è stato 0,79-1,08 e che solo 4 giorni su 14 (il 14,15,16 e 17 aprile) hanno avuto un risultato pari o superiore a 1.0. Si tratta quindi di dati (i nostri istantanei e quello medio nelle due settimane) del tutto compatibili tra loro. Passando a osservare cosa è successo in tempi più recenti possiamo dire che venerdì prossimo, 7 maggio, l’Rt ufficiale prenderà in considerazione il periodo 14-27 aprile comunicando come sempre un valore medio riferito a quei giorni: nei quali l’Rt istantaneo con metodo KN si è mosso tra 0,92 e 1,08. Se infine prendiamo in considerazione la settimana appena trascorsa, che entrerà pienamente nel conteggio ufficiale solo tra il 7 e il 14 maggio, il range dei valori istantanei è 0,94-0,97. Quindi, salvo sorprese legate alle diverse modalità di calcolo, è lecito attendersi un ulteriore rialzo dell’Rt nella rilevazione di settimana prossima, con una successiva stabilizzazione. Ma sempre con l’avvertenza di considerare i dati ufficiali non come puntuali, bensì riferiti a un preciso arco di tempo retrodatato di 10-24 giorni rispetto al momento della comunicazione.

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Napoli: Opere d’arte sugli scaffali dei Supermercati

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Per aggirare la chiusura dei Musei nel nostro Paese, in atto dall’inizio della pandemia Covid-19 dello scorso anno, diversi artisti hanno rilevato un supermercato a Napoli per difendere l’importanza di nutrire gli spiriti. Quando il pane quotidiano incontra l’arte, l’intera nozione di “nutrimento”, viene messa in discussione.

È tutta una questione di “alimentazione”. Se tra gli scaffali di questo supermercato napoletano scoppiano sculture e installazioni d’arte è perché gli artisti coinvolti ritengono che nutrire la mente sia importante quanto quella di nutrire la persona.

I Musei sono chiusi da più di un anno da noi in Italia e, le opere d’arte, non hanno avuto altra scelta che fuggire e avvicinarsi alla vita quotidiana delle persone per sopravvivere“, assicura Luigi Solto, gallerista e co-ideatore di questa incredibile mostra dal titolo “Aggiungi al Carrello“.

Un’opera è completa quando qualcuno la guarda. Le persone che la guardano sono al centro della sua creazione. Poiché gli artisti non possono esporre le loro opere nei Musei e nelle Gallerie d’arte, ci sentiamo obbligati a trovare una soluzione“, afferma Luigi Solto.

Le opere sono state scelte per la loro capacità di inserirsi perfettamente in questo contesto anormale, antitesi di una Galleria d’arte. Questo crea un effetto di sorpresa nelle persone che vengono qui ogni giorno a fare la spesa“, esulta soddisfatto il gestore del Supermercato Gourmeet, che ospita uno degli eventi.

“Il cibo principale è spirituale”

I leader del progetto hanno chiesto a cinque artisti di immaginare le interazioni con l’ambiente, intorno al concetto di cibo.

È una donna incinta. Parla del significato dell’arte e della sua importanza, che per me consiste nel nutrire“, spiega l’artista Christian Leperino, davanti a una statua bianca eretta nel reparto salumeria. “L’ arte quindi è come la donna, che è la capostipite, perché genera vita e bellezza“.

Attraverso quest’opera d’arte vorrei far capire che il cibo principale degli esseri umani è il cibo spirituale e non solo l’alimentazione fisica“, testimonia un’altra artista in mostra, Francesca Matarazzo di Licosa, secondo la quale “la chiusura Musei e Gallerie d’arte è stato dannoso per tutta la società mentalmente ed emotivamente“.

Dopo aver ammirato e contemplato il loro lavoro, i clienti si riuniscono basiti e raggianti alle casse, per giudizi più che propizi… Perché se l’arte può aiutarli a superare questo triste periodo difficile, è a condizione che non rimangano anche affamati sotto ogni punto di vista più recondito, artistico e non…

I veri musei sono quei posti dove il Tempo si trasforma in Spazio.” (Orhan Pamuk)

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 29 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,33%

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In data 29 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,35% (ieri +0,33%) con 4.009.208 contagiati totali, 3.449.955 dimissioni/guarigioni (+18.088) e 120.544 deceduti (+288); 438.709 infezioni in corso (-4.062). Ricoverati con sintomi -509 (19.351); terapie intensive -71 (2.640) con 129 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 330.075 tamponi totali (ieri 336.336) di cui 186.291 molecolari (ieri 193.646) e 143.784 test rapidi (ieri 142.690) con 116.435 casi testati (ieri 108.017); 14.320 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,33% (ieri 3,97% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 12,29% (ieri 12,39% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.306; Campania 1.986; Puglia 1.501; Lazio 1.124; Piemonte 1.084; Sicilia 1.061; Toscana 1.052; Emilia Romagna 979; Veneto 935. In Lombardia curva +0,28% (ieri +0,30%) con 51.253 tamponi totali (ieri 56.993) di cui 32.877 molecolari (ieri 36.709) e 18.376 test rapidi (ieri 20.284) con 17.724 casi testati (ieri 18.552); 2.306 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,49% (ieri 4,28% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 13,01% (ieri 13,16% – target 3%); 802.406 contagiati totali; ricoverati -110 (3.597); terapie intensive -18 (557) con 17 nuovi ingressi del giorno; 32.829 decessi (+40). Ancora una settimana di crescita (la nona consecutiva) per l’epidemia di Covid-19 a livello mondiale: l’ultimo Report epidemiologico dell’Oms ha rilevato, tra il 19 e il 25 aprile, 5.695.277 nuovi casi, con un incremento dell’8,7% sul periodo precedente.

Su questo dato, tuttavia, pesano i numeri dell’India: che, essendo un Paese con 1,4 miliardi di abitanti, sta sbilanciando in modo considerevole il risultato complessivo. Se consideriamo infatti le 6 regioni di monitoraggio dell’Oms vediamo come Americhe (-8% ), Europa (-12%), Est Mediterraneo (-2%) e Africa (-9%) siano già entrate in una fase di ripiegamento. L’area Ovest Pacifico esprime un modesto +3%, con soli 131.777 nuovi casi nell’ultima settimana e resta quindi sostanzialmente stabile. L’area Sud-Est Asia (di cui fa parte l’India) apporta al dato globale 2.269.114 nuovi casi, dei quali 2.172.063 attribuibili all’India stessa che segna un incremento del 52% sulla settimana precedente. Gli altri 4 Paesi più colpiti, tutti con dati in calo, sono: Usa (406.001 positivi; -15%); Brasile (404.623; -12%); Turchia (378.771; -9%) e Francia (211.674; -9%). Abbiamo già visto nei giorni scorsi come sia facile lasciarsi impressionare dai numeri dell’India, che tendiamo a valutare con il nostro punto di vista (da abitanti di un Paese con 60 milioni di abitanti) e non con il metro corretto (Paese con 1,4 miliardi di abitanti).

Questa capacità di generare numeri per noi enormi spesso ci depista rispetto alla realtà: se consideriamo i casi dell’ultima settimana rilevati dall’Oms vediamo come i 2.269.144 positivi dell’India corrispondano, a parità di incidenza sulla popolazione residente, a 97.249 in Italia: un dato molto vicino ai 92.074 che l’Oms ha registrato nello stesso periodo nel nostro Paese. Con i quali stiamo riaprendo il Paese, invece di chiuderlo in preda al panico. Se poi, sempre utilizzando i dati Oms relativi al periodo 19-25 aprile, confrontiamo il numero degli eventi fatali, troviamo 15.651 decessi in India e 2.345 in Italia. Dalle nostre parti i primi vengono definiti una catastrofe, i secondi “un dato in via di miglioramento”: peccato che, riportando il dato alla popolazione come è corretto fare, il disastro stia molto più nei nostri 2.345. Per pareggiare i quali, in India, i decessi dell’ultima settimana non dovrebbero essere 15.651 bensì 54.716. Come sempre, i numeri per darci risposte affidabili devono essere contestualizzati.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 28 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,97%

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In data 28 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,33% (ieri +0,26%) con 3.994.894 contagiati totali, 3.431.867 dimissioni/guarigioni (+18.416) e 120.256 deceduti (+344); 442.771 infezioni in corso (-5.378). Ricoverati con sintomi -452 (19.860); terapie intensive -37 (2.711) con 168 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 336.336 tamponi totali (ieri 302.734) di cui 193.646 molecolari (ieri 149.631) e 142.690 test rapidi (ieri 153.103) con 108.017 casi testati (ieri 99.016); 13.385 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,97% (ieri 3,43% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 12,39% (ieri 10,50% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.442; Campania 1.844; Puglia 1.282; Piemonte 1.187; Lazio 1.078; Sicilia 980; Veneto 963; Toscana 847; Emilia Romagna 642. In Lombardia curva +0,30% (ieri +0,17%) con 56.993 tamponi totali (ieri 35.798) di cui 36.709 molecolari (ieri 16.914) e 20.284 test rapidi (ieri 18.884) con 18.552 casi testati (ieri 13.670); 2.442 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,28% (ieri 3,82% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 13,16% (ieri 10,01% – target 3%); 800.100 contagiati totali; ricoverati -112 (3.707); terapie intensive -7 (32.789) con 35 nuovi ingressi del giorno; 32.789 decessi (+47).

Qualche dato oggi sull’evoluzione dell’epidemia negli ultimi 30 giorni, utilizzando i dati ufficiali dell’Iss in relazione al periodo mobile di 30 giorni chiuso il 27 aprile 2021. I nuovi casi individuati sono stati 409.284 con 9.165 deceduti: il tasso di letalità nel periodo è 2,23%, in rialzo rispetto alle rilevazioni del mese di marzo che erano contenute in un range 1,4-1,8%. Il numero dei casi tra gli operatori sanitari, considerando la professione esercitata e non il luogo di esposizione al virus dove è stata presumibilmente contratta l’infezione, è stato di 3.402 unità: con un peso sul totale dello 0,3%, in ulteriore forte calo rispetto alle stesse rilevazioni condotte a marzo (range 0,7-0,9%). Essendo quella degli operatori sanitari la prima categoria sottoposta a una campagna vaccinale su larga scala, il dato conferma l’efficacia della protezione conferita dalla risposta immunitaria indotta dal vaccino.

L’età mediana dei nuovi casi, negli ultimi 30 giorni, è scesa da 46 a 44 anni: anche in questo caso si manifestano i primi effetti delle vaccinazioni condotte sulla fascia più anziana della popolazione (in particolare gli over 80). Per quanto riguarda la suddivisione dei nuovi casi individuati la fascia di età più colpita è tra i 19 e i 50 anni, con il 43,1%; seguono quella 51-70 (27,2%); 0-18 (17,5%) e over 70 (12,2%). In aumento il numero delle infezioni asintomatiche, che tornano sopra il 50% in tutte le fasce di età al di sotto dei 50 anni e in quella degli over 90: ricordiamo che nel mese di marzo le infezioni asintomatiche erano scese sotto il 50% in tutte le fasce di età rilevate. Il maggior numero di casi clinicamente rilevabili (il 56% del totale) è nella categoria 70-79 anni, dove gli effetti delle vaccinazioni in corso dovrebbero essere visibili a livello numerico verso la fine del mese di maggio.

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Attualità

In libreria e negli store digitali “Domani arriverà” (Bonfirraro Editore) di...

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È disponibile in libreria e negli store digitali Domani arriverà. In trincea contro il virus, il primo libro di Mirko Lagotto edito da Bonfirraro Editore. Un diario intimo e personale dell’anno che ha cambiato la storia recente dell’Umanità, con la curatela dello scrittore Fabio Girelli e la prefazione della cantante Iva Zanicchi.

Per volontà della casa editrice e degli autori, una parte degli utili della vendita saranno donati alla onlus Doctor Cartoon. Lagotto, infermiere presso l’Ospedale di Rivoli, nel torinese, era balzato agli onori delle cronache nella primavera del 2020, quando aveva pubblicato sui social un video della “vestizione” prima di entrare nel reparto Covid, con le note di Vasco in sottofondo.

Un modo come un altro per sfogare la stanchezza e la tensione delle settimane più dure della lotta al coronavirus. Un gesto semplice, che però ha attirato l’attenzione di una persona speciale. A contattare l’infermiere, una settimana dopo la pubblicazione del video, è stato Vasco in persona. «Siamo duri che durano. E ci incontreremo presto!», il messaggio rivolto a Mirko comparso sulle pagine social della rockstar. Rilanciato dal cantante, il video ha raggiunto oltre due milioni e mezzo di visualizzazioni. L’incontro promesso tra Vasco e Lagotto non è ancora avvenuto, per colpa di un’emergenza sanitaria che sembra protrarsi all’infinito. Ma la storia ha già dato speranza e forza a tanti, come testimonia la cascata di messaggi ricevuti dall’infermiere a partire da quel giorno.

Lo scrittore racconta l’esperienza nel libro, tra il commosso e lo stupefatto: «Quando sento di non farcela» – commenta – «mi ricordo che ci sono un’infinità di persone, là fuori, che mi poggiano le mani sulle spalle e mi sorreggono, che mi sussurrano all’orecchio che non sono solo». Ma Domani arriverà non è soltanto la ricostruzione di un episodio, per quanto importante ed emotivamente coinvolgente. È il racconto della battaglia che combattono medici, infermieri e operatori sanitari, ben prima dell’inizio della pandemia. L’emergenza Covid-19 ha ricordato a tutti l’importanza della sanità pubblica, la carenza di risorse e investimenti, la cattiva gestione del comparto, non soltanto nel Meridione. Temi che gli operatori della Sanità pongono da anni, sicuramente aggravati – ma non certo generati – dal coronavirus.

Per questo il libro di Lagotto è dedicato «a tutti gli operatori sanitari d’Italia e del mondo», ma anche a coloro «che hanno sofferto in questi mesi terribili», senza dimenticare «chi non ce l’ha fatta». Persone ricordate da Iva Zanicchi nella prefazione al volume. Com’è noto anche l’Aquila di Ligonchio è stata colpita dal virus, esperienza che l’ha segnata profondamente: «Ho passato giorni infernali, nei quali ho temuto per la mia vita», scrive nelle pagine accorate che aprono il volume. «Ma il dolore più grande» – prosegue l’artista – «l’ho provato quando il mio amato fratello è mancato a proprio a causa del virus, e non aver potuto vedere un’ultima volta il suo volto mi ha spaccato il cuore in mille pezzi». Un dolore che accomuna i parenti delle oltre centomila vittime italiane, numero purtroppo ancora in crescita.

Un libro forte ma necessario, insomma, quello di Lagotto. Una scommessa per la casa editrice Bonfirraro, che lo ha scelto come secondo titolo del 2021, l’anno della rinascita dopo i mesi tremendi della pandemia. «Non è il solito libro sul Covid»sottolinea l’editore. Al contrario, la testimonianza di Lagotto «alterna il ricordo di mesi difficili alla speranza di andare avanti per superare questa pandemia, senza cedere alla retorica, ma soprattutto a facili pietismi». Un modo inedito di raccontare un fatto storico tuttora in corso.

GLI AUTORI

Mirko Lagotto è nato a Venaria Reale nel 1983, ha prestato servizio militare come volontario presso la caserma Taurinetto di Torino. Laureato in scienze infermieristiche nel 2008, ha conseguito un master in coordinamento delle professioni sanitarie con 110 e lode nel 2015. Da dieci anni lavora in sala operatoria nell’ospedale di Rivoli come infermiere. Durante la pandemia è stato distaccato nella seconda rianimazione Covid del suo ospedale.

Fabio Girelli è nato a Biella nel 1980, è laureato in Lettere moderne. Ha scritto i thriller Tutto il villaggio lo saprà, Marmellata di Rose, L’autore, e Il Bacio della Velata e il romanzo Il settimo esorcista. Infine, La pelle del Lupo.

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Flash News di Martedì 27 Aprile 2021

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  1. In primo piano il via libera della Camera dei Deputati con un’ampia maggioranza al Recovery Plan. Nel pomeriggio il dibattito si sposta in Senato. Il Premier Draghi ha detto “i tempi per l’approvazione sono stretti ma con un’accelerazione sarà possibile accedere prima ai fondi Europei”. Poi la rassicurazione sul ruolo del Parlamento, con il quale ha sottolineato Draghi “la collaborazione sarà fondamentale”. Il Capo dello Stato ha anche confermato l’impegno a intervenire per semplificare l’accesso al superbonus;
  2. Al centro del dibattito politico resta il tema del coprifuoco, la Lega preme per lo stop alla misura nelle zone a basso rischio. Dall’opposizione, Fratelli d’Italia continua a invocarne l’abolizione. Il Governo lavora ad una possibile mediazione;
  3. La curva dei contagi da Coronavirus in Italia: 8.500 i nuovi casi diagnosticati ieri, a fronte di un numero minore di tamponi effettuati. In calo la pressione sugli ospedali ma le vittime sono ancora tante, 301 in 24 ore. Risale il tasso di positività, come ogni lunedì, che si attesta al 5,79%;
  4. A scuola anche in estate, è stato illustrato oggi il piano del Governo: corsi e laboratori durante le vacanze, negli istituti ma anche in musei, cinema e parchi. Il Ministro dell’Istruzione Bianchi dice “un ponte per recuperare apprendimenti e socialità”;
  5. A Dubai, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha inaugurato il padiglione italiano di Expo 2020, rinviato a causa della pandemia al prossimo ottobre. Svelata la copia in 3D del David, realizzata con tecnologie digitali. Di Maio ha detto “a settembre tutti vaccinati, a ottobre con l’Expo il mondo riparte”;
  6. Il Tribunale di Arezzo ha assolto Walter De Benedetto dall’accusa di coltivazione di Marjuana a fini di spaccio. L’uomo, affetto da una grave malattia, ha bisogno di Cannabis per motivi terapeutici;
  7. Nelle acque dell’Adige, vicino a Trento, è stato recuperato questa mattina il corpo di Peter Neumair, quello della compagna Laura Perselli era stato invece rivenuto quasi 3 mesi fa. A confessare il duplice omicidio, dopo l’arresto, era stato il figlio della coppia.
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Bollettino Coronavirus di Martedì 27 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,43%

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In data 27 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,26% (ieri +0,21%) con 3.981.512 contagiati totali, 3.413.451 dimissioni/guarigioni (+14.688) e 119.912 deceduti (+373); 448.149 infezioni in corso (-4.663). Ricoverati con sintomi -323 (20.312); terapie intensive -101 (2.748) con 177 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 302.734 tamponi totali (ieri 145.819) di cui 149.631 molecolari (ieri 95.528) e 153.103 test rapidi (ieri 50.291) con 99.016 casi testati (ieri 55.113); 10.404 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,43% (ieri 5,79% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 10,50% (ieri 15,32% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 1.654; Sicilia 940; Lazio 939; Emilia Romagna 723; Lombardia 1.369; Toscana 522; Piemonte 667; Veneto 848; Puglia 1.056. In Lombardia curva +0,17% (ieri +0,10%) con 35.798 tamponi totali (ieri 16.993) di cui 16.914 molecolari (ieri 13.582) e 18.884 test rapidi (ieri 3.411) con 13.670 casi testati (ieri 7.868); 1.369 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,82% (ieri 5,13% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 10,01% (ieri 11,08% – target 3%); 797.658 contagiati totali; ricoverati -5 (3.819); terapie intensive -19 (582) con 31 nuovi ingressi del giorno; 32.742 decessi (+54).

Nonostante la lenta riduzione dei nuovi casi resta alta la pressione sul sistema ospedaliero, che segnala i rischi dell’impatto di una possibile ripresa dell’infezione in seguito agli allentamenti appena attuati. Secondo le rilevazioni ufficiali di Agenas (l’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali) alla sera del 26 aprile a livello nazionale restava ancora superiore alla soglia stabilita (30% di occupazione dei posti letto totali disponibili) la presenza di pazienti Covid-19 nei reparti di terapia intensiva (32%). Migliore la situazione per i reparti di medicina generale, con il 32% di posti letto occupati contro una soglia di allerta del 40%. Questo dato complessivo è il riflesso della situazione riscontrabile a livello territoriale nelle singole Regioni e Province autonome: Puglia (40% in terapia intensiva, 46% in area medica) e Piemonte (39% e 41%) restano sopra soglia per entrambi i parametri; Toscana (42%), Lombardia (42%), Molise (36%), Lazio (35%), Emilia Romagna (35%), Marche (34%) e Liguria (31%) per quanto riguarda le terapie intensive; la Calabria (50%) per i posti letto in area medica.

Per capire la delicatezza di questo momento e delle riaperture, per quanto più caute rispetto a quelle attuate a fine maggio del 2020, può essere utile comparare i dati relativi alla data del 26 aprile 2020 e del 31 maggio 2021. I ricoverati nei reparti di medicina generale sono 20.635 (erano 6.387); quelli in terapia intensive sono 2.849 (erano 435). Nella settimana epidemiologica 20-26 aprile 2021 la media giornaliera dei nuovi casi è stata di 13.190: tre volte superiore al limite di 4.311 che permetterebbe la ripresa in piena efficienza delle attività di tracciamento sul territorio. In quella 25-31 maggio 2020 avevamo registrato solo 451 contagi giornalieri: quasi dieci volte sotto il livello critico. Quest’ultima, tra tutte quelle indicate, è forse la differenza più importante: perché l’epidemia non può essere controllata senza il completo funzionamento del contact tracing, unico strumento in grado di interrompere le catene di trasmissione del virus e di spegnere sul nascere i nuovi focolai.

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Bollettino Coronavirus di Lunedì 26 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 5,79%

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In data 26 aprile l’incremento nazionale dei casi, con il consueto calo che segue il fine settimana, è +0,21% (ieri +0,33%) con 3.971.114 contagiati totali, 3.398.763 dimissioni/guarigioni (+16.539) e 119.539 deceduti (+301); 452.812 infezioni in corso (-8.400). Ricoverati con sintomi -27 (20.635); terapie intensive -13 (2.849) con 132 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 145.819 tamponi totali (ieri 239.482) di cui 95.528 molecolari (ieri 145.442) e 50.291 test rapidi (ieri 94.040) con 55.113 casi testati (ieri 90.589); 8.444 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 5,79% (ieri 5,49% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 15,32% (ieri 14,52% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 1.282; Sicilia 1.069; Lazio 964; Emilia Romagna 936; Lombardia 872; Toscana 737; Piemonte 568; Veneto 535; Puglia 477. In Lombardia curva +0,10% (ieri +0,24%) con 16.993 tamponi totali (ieri 38.982) di cui 13.582 molecolari (ieri 26.879) e 3.411 test rapidi (ieri 12.103) con 7.868 casi testati (ieri 14.578); 872 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,13% (ieri 5,04% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 11,08% (ieri 13,49% – target 3%); 796.289 contagiati totali; ricoverati -62 (3.824); terapie intensive -9 (601) con 12 nuovi ingressi del giorno; 32.688 decessi (+31).

Inizia oggi, con il passaggio in zona gialla di 15 Regioni, un mese cruciale per il futuro dell’epidemia da Covid-19 in Italia. Finora le misure di mitigazione legate a questo colore hanno sempre fallito, causando un rapido ritorno a regole più stringenti e costringendoci alla continua altalena tra restrizioni e allentamenti vissuta negli ultimi 8 mesi. Addirittura l’unico esperimento fatto con la zona bianca (a inizio dello scorso marzo) ha portato la Sardegna a un immediato e forte rimbalzo dei casi, fino ad essere ancora oggi l’unica Regione in zona rossa (terza settimana consecutiva).

La curva epidemica sembra all’inizio di una fase di relativa stabilizzazione, dopo il calo dell’ultimo mese, ma per avere indicazioni precise bisognerà attendere almeno alla fine della settimana epidemiologica in corso (24-30 aprile). Un secondo momento chiave sarà al termine della prima decade di maggio, per verificare se gli allentamenti avranno avuto effetto (e in quale misura) sulla ripresa dell’infezione. Ancora più avanti, per fine maggio, potremmo invece raggiungere il punto di svolta: grazie a un equilibrio raggiunto tra nuovi casi ed effetti positivi della campagna vaccinale, oppure con la necessità di dover compiere una rapida retromarcia per impedire una nuova fase di crescita molto sostenuta anche se probabilmente caratterizzata da un’età mediana molto più bassa dei soggetti colpiti. I dati indiani, che come abbiamo visto ieri sono del tutto paragonabili ai nostri attuali se considerati in rapporto alla popolazione e dunque devono essere al momento valutati senza allarmismi, ci danno però un’indicazione importante: segnalando la capacità del Sars-CoV-2 di circolare in modo efficace anche all’interno di una popolazione molto giovane. L’età mediana in Italia sfiora infatti i 47 anni (il dato più alto in tutta l’Unione europea) mentre in India si ferma appena sopra i 25.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 25 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 5,49%

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In data 25 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,33% (ieri +0,35%) con 3.962.674 contagiati totali, 3.382.224 dimissioni/guarigioni (+13.176) e 119.238 deceduti (+217); 461.212 infezioni in corso (-236). Ricoverati con sintomi -309 (20.662); terapie intensive -32 (2.862) con 114 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 239.482 tamponi totali (ieri 320.780) di cui 145.442 molecolari (ieri 174.255) e 94.040 test rapidi (ieri 146.525) con 90.589 casi testati (ieri 110.008); 13.158 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 5,49% (ieri 4,30% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 14,52% (ieri 12,55% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.967; Campania 1.854; Puglia 1.203; Lazio 1.185; Sicilia 1.061; Emilia Romagna 1.001; Piemonte 978; Toscana 955; Veneto 788. In Lombardia curva +0,24% (ieri +0,29%) con 38.982 tamponi totali (ieri 50.456) di cui 26.879 molecolari (ieri 31.171) e 12.103 test rapidi (ieri 19.285) con 14.578 casi testati (ieri 16.478); 1.967 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,04% (ieri 4,58% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 13,49% (ieri 14,03% – target 3%); 795.417 contagiati totali; ricoverati -164 (3.886); terapie intensive -1 (610) con 11 nuovi ingressi del giorno; 32.657 decessi (+39).

Un paio di considerazioni oggi su come i numeri, nel corso di un evento complesso come un’epidemia, non debbano essere sempre visti nello stesso modo, ma contestualizzati all’interno dello scenario complessivo in cui vengono generati. La prima delle due, come abbiamo promesso ieri, riguarda le molte domande che ci sono arrivate sul calo delle terapie intensive, più lento di quanto accaduto in passato. Non si tratta di un effetto di una forma più grave della malattia, ma paradossalmente delle conseguenze di un aspetto migliorativo rispetto alle ondate precedenti: gli anziani, e soprattutto i cosiddetti grandi anziani, iniziano a essere protetti dal vaccino in grande quantità (l’81% degli over 80 è già vaccinato con almeno una dose). Per questo motivo nelle terapie intensive si presentano soggetti con un’età media inferiore rispetto al passato, e con una maggiore resistenza fisica: i tempi di ricovero sono molto più lunghi, mentre con la popolazione più anziana nel giro di pochi giorni o il paziente reagiva in modo positivo, oppure il peggioramento era rapido e conduceva spesso alla morte. Per lo stesso motivo in quest’ultima fase stiamo osservando un numero di decessi, per quanto inaccettabile, inferiore a fasi analoghe del passato. La seconda considerazione è relativa ai toni da apocalisse con cui vengono riportati i circa 340.000 contagi giornalieri in India: e, ad ottenere maggiore effetto, si aggiunge spesso “un milione in tre giorni”.

Numeri che effettivamente, visti con la nostra lente di ingrandimento (viviamo in un Paese con 60 milioni di abitanti) sono impressionanti. Se però li rapportiamo non alla nostra percezione di quell’ordine di grandezza, ma al numero di abitanti dell’India (1 miliardo 400 milioni) vediamo che i contagi giornalieri colpiscono lo 0,024% della popolazione residente. Riferiti all’Italia, con un pari peso percentuale, diventano 14.640. Un numero molto vicino a quello con cui, lungi dall’essere in clima da apocalisse, stiamo tranquillamente procedendo alla riapertura del Paese e al ripristino delle zone gialle. Delle quali parleremo diffusamente nell’analisi della prossima settimana.

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Bollettino Coronavirus di Sabato 24 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,30%

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In data 24 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,35% (ieri +0,37%) con 3.949.517 contagiati totali, 3.369.048 dimissioni/guarigioni (+17.587) e 119.021 deceduti (+322); 461.448 infezioni in corso (-4.095). Ricoverati con sintomi -469 (20.971); terapie intensive -85 (2.894) con 143 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 320.780 tamponi totali (ieri 315.700) di cui 174.255 molecolari (ieri 175.152) e 146.525 test rapidi (ieri 140.548) con 110.008 casi testati (ieri 98.920); 13.817 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,30% (ieri 4,67% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 12,55% (ieri 14,92% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.313; Campania 2.012; Lazio 1.266; Puglia 1.255; Sicilia 1.095; Emilia Romagna 984; Veneto 976; Toscana 886; Piemonte 821. In Lombardia curva +0,29% (ieri +0,29%) con 50.456 tamponi totali (ieri 46.840) di cui 31.171 molecolari (ieri 30.166) e 19.285 test rapidi (ieri 16.674) con 16.478 casi testati (ieri 15.295); 2.313 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,58% (ieri 4,91% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 14,03% (ieri 15,06% – target 3%); 793.450 contagiati totali; ricoverati -135 (4.050); terapie intensive -33 (611) con 24 nuovi ingressi del giorno; 32.618 decessi (+49).

Si è chiusa ieri la nostra settimana epidemiologica, che da inizio emergenza monitoriamo dal sabato al venerdì successivo: nel periodo 17-23 aprile, a livello nazionale, i nuovi casi sono stati 93.839 con una riduzione dell’11,1% sulla settimana 10-16 aprile. La media dei nuovi casi giornalieri scenda da 15.090 a 13.405, ma resta 3 volte oltre il limite dei 4.311 positivi quotidiani che permetterebbe di riprendere le attività di contact tracing, e quindi di controllare la Covid-19 interrompendone le catene di trasmissione e isolandone tempestivamente i focolai. In calo anche il numero dei nuovi ingressi in terapia intensiva: 1.131, -18,9% sulla settimana precedente. In Lombardia, la Regione più colpita da inizio epidemia, i nuovi casi sono stati 13.946: il calo sulla settimana precedente è del 10,3% mentre la media giornaliera dei positivi individuati scende da 2.222 a 1.992.

Più consistente (-34,0%) il calo dei nuovi ingressi in terapia intensiva. Per quanto riguarda le altre principali Regioni che abbiamo monitorato in quest’ultima fase epidemica segnaliamo una stabilizzazione del contagio in Veneto: nella settimana 17-23 aprile la riduzione dei nuovi casi è stata del 2,3%, con 6.317 positivi contro i 6.467 di quella 10-16 aprile. Dati senza grosse variazioni anche in Campania: 12.779 positivi, con un calo modesto (-4,3%). Si noti come questo valore, molto vicino a quello della Lombardia, sia da rapportare ad una popolazione inferiore: 5.712.000 contro 10.027.000 (dati Istat del 15 dicembre 2020). La differente circolazione virale emerge considerando l’incidenza dei nuovi casi per 100.000 abitanti: 139 per la Lombardia, 224 per la Campania.

In ribasso più evidente i numeri del contagio in Emilia Romagna: 6.671 nuovi casi (-15,/% sulla settimana precedente) con un’incidenza di 151 positivi per 100.000 abitanti. L’andamento epidemico viene riflesso, per quanto riguarda l’Rt istantaneo calcolato alla sera del 23 aprile con il metodo rapido Kohlberg-Neyman, dai seguenti valori: Italia 0.94 (range nella settimana 0.92-1.0); Lombardia 0.95 (0.89-0.96); Veneto 1.02 (0.93-1.02); Emilia Romagna 0.93 (0.87-0.96); Campania 0.95 (0.95-1.08). Risponderemo domani alle domande che ci sono arrivate sui motivi del lentissimo calo delle terapie intensive, finora meno deciso rispetto a quanto accaduto nelle fasi epidemiche precedenti.

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 23 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,67%

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In data 23 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,37% (ieri +0,41%) con 3.935.703 contagiati totali, 3.351.461 dimissioni/guarigioni (+21.069) e 118.699 deceduti (+342); 465.543 infezioni in corso (-6.653). Ricoverati con sintomi -654 (21.440); terapie intensive -42 (2.979) con 153 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 315.700 tamponi totali (ieri 364.804) di cui 175.152 molecolari (ieri 188.804) e 140.548 test rapidi (ieri 176.344) con 98.920 casi testati (ieri 111.105); 14.761 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,67% (ieri 4,44% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 14,92% (ieri 14,60% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.304; Campania 1.970; Puglia 1.692; Lazio 1.221; Emilia Romagna 1.104; Piemonte 1.099; Veneto 1.035; Toscana 1.003; Sicilia 930. In Lombardia curva +0,29% (ieri +0,31%) con 46.840 tamponi totali (ieri 52.170) di cui 30.166 molecolari (ieri 34.657) e 16.674 test rapidi (ieri 17.513) con 15.295 casi testati (ieri 16.666); 2.304 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,91% (ieri 4,80% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 15,06% (ieri 15,05% – target 3%); 791.137 contagiati totali; ricoverati -167 (4.185); terapie intensive -9 (644) con 22 nuovi ingressi del giorno; 32.569 decessi (+57).

Le ormai imminenti riaperture, con il passaggio in zona gialla di numerose Regioni, pongono numerosi interrogativi sul futuro dell’epidemia: soprattutto considerando che in passato ogni periodo trascorso con l’applicazione delle zone gialle è stato propedeutico a una ripresa dell’infezione e ad ulteriori nuove restrizioni. Per la Regione Sardegna addirittura con un rapidissimo cambiamento da zona bianca a zona rossa. Da un punto di vista strettamente epidemiologico non ci sono le condizioni per immaginare un andamento diverso (la somma tra vaccinati e immunizzati per via naturale non offre per ora una sufficiente copertura della popolazione) e appare quindi inevitabile una nuova fase di crescita dei positivi individuati.

A cambiare, però, potrebbe e si spera dovrebbe essere la manifestazione clinica dell’epidemia: con il progredire delle vaccinazioni nella popolazione più anziana (ricordiamo che oltre il 96% dei decessi si è verificato negli over 60, il 94% tra gli over 70) la Covid-19 dovrebbe avere un minore impatto in termini di ricoveri ospedalieri e soprattutto di decessi. Un passo avanti importante, che però non eliminerà nel breve periodo né le forme gravi sulla popolazione più giovane, né su quella anziana ancora da vaccinare, né tantomeno il rischio di una circolazione sostenuta del virus all’interno della popolazione più giovane con la possibile comparsa di varianti resistenti alla risposta immunitaria. L’abbandono delle misure di mitigazione e le riaperture in assenza di precise regole e di efficaci controlli sul territorio ci potrebbero spingere in una direzione simile, come abbiamo visto ieri, a quella degli Usa: dove a fronte di un numero altissimo di vaccinazioni quotidiane (circa il doppio delle nostre in rapporto agli abitanti) e con il 40% della popolazione già vaccinata, il Sars-CoV-2 continua ad aumentare la propria diffusione con una crescita finora inarrestabile.

Il valore di Rt nazionale reso noto oggi dall’Iss (0,81 a livello nazionale) si riferisce a un periodo di tempo retrodatato di 2-3 settimane (31 marzo-13 aprile) ed è compatibile con il range di valori (0.79-0.99) che avevamo calcolato nello stesso periodo con il metodo istantaneo Kohlberg-Neyman. Dopo il 13 aprile il calcolo istantaneo con la stessa metodologia ci ha restituito indicazioni su una leggera ripresa della velocità della circolazione virale, con una fascia di oscillazione compresa tra 0.92 e 1.08 (massimo registrato il 16 aprile). L’ultimo dato disponibile, alla sera del 22 aprile, è di 0.94.

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Intervista esclusiva a Simona Tagli: «Nel mondo dello spettacolo ho avuto buoni rapporti...

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È uno dei volti noti del piccolo schermo, con all’attivo 30 anni di attività professionale da conduttrice e non solo. Parliamo di Simona Tagli, spesso ospite in qualità di opinionista nei vari programmi in onda sulle nostre reti nazionali. Noi di Sbircia La Notizia Magazine l’abbiamo contattata per farle un’intervista, in cui ha ripercorso le fasi più salienti della sua attività in televisione ma anche da impeditrice, visto che ha rifondato lo storico marchio de La Vispa Teresa, uno dei saloni di parrucchiere più famoso di Milano.

Con la preziosa collaborazione di Roberto Mallò

Salve Simona, come si descriverebbe nella vita di tutti i giorni?

“Sono una mamma molto attenta e una donna impegnata, a 360°, in tutti i fronti. Affronto tantissime battaglie nella vita. Nei momenti di relax mi piace oziare nel dolce far niente perché credo che la noia, quando si è in vacanza, sia molto importante per rigenerarsi. Anche non far niente, ascoltare il silenzio, bella tranquilla in momenti di solitudine, è molto rigenerante. Tuttavia, mi descrivo sicuramente come una persona molto energica, impegnata, combattiva e volitiva”.

In che maniera si è avvicinata al mondo dello spettacolo?


“Guardando la tv. Sin da bambina, quando ero molto piccola, volevo lavorare nel mondo dello spettacolo. Mi piacevano le trasmissioni di Macario. Avevo due modelli: Raffaella Carrà per la televisione, Carla Fracci per il balletto classico. Da lì, ho mosso tutti i passi che dovevo fare, sia Alla Scala, dove sono stata presa anche se ad un certo punto ho dovuto lasciare perché sono tante le selezioni per diventare étoile, sia in televisione con il grande successo di Gianni Boncompagni a Domenica In. Ho ripercorso esattamente la strada che volevo fare, amando tantissimo la Carrà. Ho incontrato Boncompagni, che mi ha lanciato nel mondo dello spettacolo e mi ha fatto raggiungere la notorietà, anche se sin da piccola ho mosso i primi passi con gli spot pubblicitari. Ne ho fatti davvero tanti. Ci sono state poi altrettante trasmissioni; magari non come personaggio conosciuto ma semplicemente da Simona. Mi sono approcciata al mondo dello spettacolo in un tempo in cui era più semplice fare televisione, ma anche molto più difficile raggiungere i propri obiettivi perché non c’erano i social. Inoltre, arrivare alla conduzione di un programma o alla notorietà era un po’ come vincere un terno al lotto. Quest’ultimo l’ho vinto sia incontrando Gianni Boncompagni, sia Irene Ghergo”.


Sono passati trent’anni dall’inizio della sua carriera. Quali ricordi le sono rimasti più impressi?

“I ricordi sono sicuramente legati alle persone che, purtroppo, oggi non ci sono più: Gianni Boncompagni e Gigi Sabani. Ho incontrato due professionisti di serie A. Ho incontrato la Professionalità. Ho mosso i miei passi in una televisione d’altri tempi, perché ormai è profondamente cambiata, ed ho avuto la fortuna di lavorare con persone che hanno fatto la storia. Per me poi arrivare a Domenica In, alla Rai, a fare i balletti è stato fantastico. Mi sentivo inebriata e cosparsa da polvere di stelle. Anche se sono passati trent’anni, i ricordi sono freschi come se fosse ieri. Probabilmente perché sono una persona che ragiona poco con la testa e sente molto con il cuore, che non invecchia mai. Il mio cuore è ancora lì a Domenica In”.

Ha riaperto un salone di parrucchiere, La Vispa Teresa. Come è nata questa idea?


“In realtà, non so dire bene perché ho riaperto La Vispa Teresa. Sicuramente non considero il negozio un piano b rispetto alla televisione perché, oltre a fare quella, mi piace anche tagliare i capelli. Se avessi le prime serate in tv, mi presenterei comunque nel salone a tagliare i capelli ai bambini, sia perché li amo, sia perché mi piace tagliare i capelli. Forse, nel mio cognome esiste anche un percorso di vita: ‘I tagli della Tagli’. Ho recuperato La Vispa Teresa perché, insieme a Gianburrasca, era uno dei parrucchieri di riferimento per i bimbi di Milano negli anni ‘70. La mia idea, imprenditoriale, era quella di recuperare un marchio storico. In fondo, le bimbe di ieri sono le mamme di oggi, le mamme di ieri sono le nonne. E’ un ciclo perpetuo. Volevo quindi portare avanti una tradizione milanese, rivolta un po’ anche al sociale. Luogo dei tempi nostri, attuale, ma con un occhio al passato. Chissà, in futuro sarebbe bello poter far nascere altri negozi de La Vispa Teresa e divulgare il marchio. Al momento, data la situazione, siamo chiusi ma penso che andrà comunque tutto bene perché sono una persona ottimista”.


Il target di riferimento del salone qual è?

“Il core business è rivolto al bambino, perché il parrucchiere è per i bambini. Oggi, rispetto a La Vispa Teresa di ieri, da me possono fermarsi anche le mamme per una piega, per un colore. Ho unito i due target che continuano a rimanere e sono agli opposti. La mamma, come donna, rappresenta un target completamente diverso rispetto al bambino. Nasce un concetto di esperienza vissuta insieme nel momento in cui mamma e bambino vanno dal parrucchiere insieme e quindi è un’esperienza che condividono. E’ lì che nasce la sfida di mettere insieme due mondi così opposti”.

Le manca la televisione?


“Penso che la televisione manchi a tutte le persone che non la fanno. Rappresenta uno dei lavori più belli che ci sono. Per come ho sempre pensato di fare io tv, ossia con la polvere di stelle come segno della magia che ha intorno, mi manca. Tuttavia, nella vita di tutti i giorni ho sempre tantissimi progetti, compresi quelli televisivi. Oggi si fa tv, si fanno i social. I personaggi riescono a trovare delle forme d’espressione non solo televisive, sotto il punto di vista dell’immagine. I social, per esempio, aiutano molto in questo. Laddove non c’è una conduzione televisiva, oggi ci sono poi i reality. Ormai è diventato una professione fare anche gli ospiti. Insomma, non è più la televisione di una volta quando si combatteva per presentare Sanremo, piuttosto che un’altra trasmissione. Si potevano tracciare dei percorsi per arrivare a presentare dei programmi. Oggi purtroppo la televisione è condotta da pochi e tutto il resto è intorno. Segno dei tempi cambiati. La cosa importante è però che c’è posto per tutti. C’è una televisione più reale, rispetto ad un tempo. Non mi manca sicuramente la televisione del passato, perché il concetto è quello sempre di andare avanti e vivere nel presente. Mai nei ricordi”.


Esiste l’amicizia tra colleghi in televisione?

“Non credo che esista l’amicizia tra colleghi nel fare spettacolo. Tutti combattono. Lo spettacolo è un po’ come un’arena dove tutti combattono per apparire. Quindi io ho avuto buoni rapporti con tutti, ma amicizie con nessuno”.

Come hai vissuto questo tempo caratterizzato dal Coronavirus?


“Il Coronavirus è il virus della riflessione. Ci ha messo tutti nella condizione di fermarci in un momento non prefissato e arrivato inaspettatamente. Prima ci si muoveva in modo frenetico e di colpo abbiamo dovuto fermarci e chiuderci dentro casa, dove abbiamo potuto riflettere sulla nostra vita, sull’impossibilità di fare le cose e, di conseguenza, su come rendere possibile la nostra vita senza movimento. E’ una sfida che abbiamo fatto con noi stessi, che io ho fatto con me stessa, anche essendo una persona riflessiva e osservatrice delle cose che accadono. Sicuramente, il Coronavirus mi ha cambiato, così come ha fatto con tutti quanti, e non ci sarà più la possibilità, secondo me, di ritornare come si era. O per lo meno, torneremo tutti a fare le cose che facevamo, ma ci ricorderemo che quello che pensiamo sia scontato, in realtà, non lo è per niente. Riflettere su quanto è importante la vita e come viverla nel migliore dei modi, anche se si è impegnati in tantissimi progetti, questo è il grandissimo insegnamento che ci ha dato il Coronavirus. E’ su questo che io mi soffermerei; è il concetto della trasformazione. Quindi, trasformare la condizione in questi momenti è molto importante. La condizione anche della sofferenza. Punterei l’attenzione sul trasformare le cose che non ci piacciono in un qualche cosa di positivo, che abbia anche un perché. Il lockdown l’ho vissuto in questo modo. Cercando di trovare tutti gli argomenti immaginabili possibili per dare un senso a questo momento surreale, irreale, di sospensione. Ho reso possibile qualsiasi tipo di ragionamento intorno a una condizione che non ci ha dato nessun tipo di spiegazione, insomma. E’ arrivato così. Sparirà, speriamo presto, e noi siamo qua inermi a vedere che succede. Dobbiamo cercare di trovare tutte le parole, tutti i pensieri, tutte le introspezioni per dare un senso a questo momento di fermo mondiale”.

Li abbiamo già citati prima. Suppongo che le piacciano i reality…


“Credo molto nei reality. Mi piacciono. Mi sono creata il mio reality quotidiano, ossia La Vispa Teresa, dove scendo dal piedistallo e mi faccio conoscere per un mio hobby, una mia passione, che è quella di tagliare i capelli. Per cui, mi metto in luce con una mia caratteristica. I reality mi piacciono perché sdrammatizzano un po’ i personaggi. Dal Grande Fratello, che è bellissimo, a Pechino Express, piuttosto che L’Isola dei Famosi. Insomma, tutti questi reality sono significativi per quanto riguarda un personaggio che è sconosciuto agli occhi del proprio pubblico. Mettersi in luce e far conoscere parti intime e personali è, secondo me, molto importante nella naturalezza di una televisione come la si vede oggi. C’è meno impalcatura e più verità, che si ricerca. Ecco perché i reality imperversano. Non ho nessun tipo di preclusione al genere”.


Cosa fa nel tempo libero?

“Nel tempo libero, che ormai è diventato tantissimo, mi piace occuparmi di mia figlia, oltre che progettare, trasformare e pregare”.

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Attualità

ULTIMO presenta “BUONGIORNO VITA – L’EVENTO” in streaming su...

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Oggi, giovedì 22 aprile alle ore 21:00Ultimo sarà il protagonista di “Buongiorno vita – L’evento”. Un appuntamento unico e speciale dal Parco archeologico del Colosseo, durante il quale il cantautore romano, oltre a proporre alcuni dei suoi pezzi di repertorio che già hanno consacrato la sua giovane carriera, presenterà in anteprima assoluta il nuovo singolo “Buongiorno vita”.

La nuova canzone uscirà, su tutte le piattaforme digitali e in radio, domani venerdì 23 aprile ed è disponibile in presave.

Ultimo torna ad esibirsi, protagonista insieme al suo pianoforte in uno show prodotto da Vivo Concerti e trasmesso in streaming su LIVENow questa sera alle ore 21:00.

In occasione di questo appuntamento, Ultimo rinnova il proprio supporto a favore dei progetti UNICEF di lotta alla malnutrizione e a sostegno di vaccinazioni, impianti idrici e servizi igienico sanitari che il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia sta portando avanti in Mali, dove l’artista, Goodwill Ambassador UNICEF dal 2019, è stato nel febbraio 2020 per la sua prima missione sul campo. Nel 2021, il cantautore continua a sostenere tali iniziative, devolvendo parte dell’incasso ricavato dalla vendita dei biglietti dell’evento.

La regia di “Buongiorno vita – L’evento” sarà affidata agli YouNuts!, il lighting design a Jacopo Ricci, la direzione della fotografia a Leonardo Mirabilia per Maestro Production e il sound engineering a Davide Linzi.

A soli 25 anni, Ultimo, il più giovane cantante italiano di sempre a esibirsi live negli stadi, ha già collezionato 38 dischi di platino e 18 dischi d’oro con oltre 2.000.000 di copie vendute tra album e singoli. A settembre 2020 è nata Ultimo Records, etichetta discografica indipendente che segue tutte le sue produzioni.

I biglietti di “Buongiorno vita – L’evento” sono in vendita sul sito di LIVENow e su TicketOne al prezzo di 10€. Per i possessori di biglietti di una delle date del tour negli stadi di Ultimo è previsto uno sconto del 50% sul prezzo dell’evento.

Per qualsiasi informazione e ulteriori dettagli: www.vivoconcerti.com. Si ringraziano, per la concessione, il Parco archeologico del Colosseo e il Ministero della cultura. L’evento si svolgerà nel rispetto delle restrizioni previste dalle normative anti-Covid vigenti.

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 22 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,44%

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In data 22 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,41% (ieri +0,35%) con 3.920.945 contagiati totali, 3.330.392 dimissioni/guarigioni (+19.125) e 118.357 deceduti (+360); 472.196 infezioni in corso (-3.439). Ricoverati con sintomi -690 (22.094); terapie intensive -55 (3.021) con 174 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 364.804 tamponi totali (ieri 350.034) di cui 188.804 molecolari (ieri 188.413) e 176.344 test rapidi (ieri 161.621) con 111.105 casi testati (ieri 102.679); 16.232 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,44% (ieri 3,95% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 14,60% (ieri 13,48% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.509; Campania 1.912; Puglia 1.895; Piemonte 1.646; Sicilia 1.412; Lazio 1.311; Veneto 1.060; Toscana 1.041; Emilia Romagna 1.010. In Lombardia curva +0,31% (ieri +0,26%) con 52.170 tamponi totali (ieri 49.417) di cui 34.657 molecolari (ieri 32.452) e 17.513 test rapidi (ieri 16.965) con 16.666 casi testati (ieri 14.947); 2.509 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,80% (ieri 4,23% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 15,05% (ieri 14,01% – target 3%); 788.833 contagiati totali; ricoverati -170 (4.352); terapie intensive -14 (653) con 27 nuovi ingressi del giorno; 32.512 decessi (+54).

Non si arresta la corsa dell’epidemia a livello mondiale, a dimostrazione di come sia del tutto irrealistico pensare di uscire dall’emergenza senza una strategia globale. L’ultimo Report epidemiologico dell’Oms, pubblicato il 20 aprile con dati chiusi al 18 aprile, certifica 5.236.922 nuovi casi con un incremento del 15,0% sulla settimana precedente. Il numero dei positivi è il più alto da inizio anno, e supera anche il picco precedente (4.953.758) relativo al periodo 3-9 gennaio. La fase di espansione dell’epidemia è arrivata all’ottava settimana consecutiva, superando la durata della crescita (6 settimane) dell’ondata precedente. In aumento anche il numero dei decessi totali, a quota 83.305 con un incremento dell’8,5% sul periodo 5-11 aprile.

I cinque Paesi più colpiti per numero di nuovi casi sono: India (1.429.304, in crescita del 64% sulla settimana precedente); Usa (477.778, +2%); Brasile (459.281; -1%); Turchia (414.312; +17%); Francia (233.275; -12%). Sottolineiamo in particolare i dati dei primi due Paesi: 1) L’India, dove le temperature medie in questo periodo oscillano tra i 30 e i 40 gradi, perché permette di avanzare più di qualche dubbio sull’effettiva riduzione del contagio con l’arrivo del caldo. Peraltro, come abbiamo visto nei giorni scorsi, anche l’estate italiana 2020 è stata segnata da una ripresa e non da una riduzione dell’epidemia, già a partire da metà luglio. 2) Gli Stati Uniti, ed è un dato di vitale importanza, perché la corsa del contagio avviene in un Paese che sta procedendo con una campagna vaccinale a tappeto: la media degli ultimi 7 giorni è di 3.022.868 vaccinazioni al giorno, come se in Italia ne facessimo 552.000 ogni 24 ore. Inoltre sempre negli Usa, alla data del 21 aprile, risultava vaccinato con almeno una dose il 40,9% della popolazione contro il 19,2% del nostro Paese. A differenza di quanto accaduto in Israele e Uk, dove la campagna vaccinale è stata affiancata da un rigido lockdown ottenendo una drastica riduzione del numero dei casi, negli Usa le restrizioni sono molto blande e nemmeno una popolazione già protetta per il 40%, a cui sommare i soggetti già immunizzati per via naturale, riesce a frenare la diffusione del contagio.

Gli allentamenti che scatteranno nei prossimi giorni portano l’Italia nella direzione degli Usa, e non in quella di Israele e Uk: per questo motivi più che di riaperture con “rischio calcolato” sarebbe corretto parlare di riaperture con “costo calcolato”. Quello che inevitabilmente pagheremo, in termini di nuovi contagi, anche se la protezione delle fasce più anziane della popolazione renderà meno forte rispetto al passato l’impatto sui decessi. La circolazione del virus su larga scala, mentre la campagna vaccinale non è ancora in grado di generare gli effetti attesi, espone inoltre a un altro rischio: come abbiamo visto più volte il Sars-CoV-2 quando si replica (e questa è una certezza visto che lo fanno tutti i virus) sbaglia e produce errori. Sono le mutazioni, che possono finire su un binario morto (efficacia zero per il virus e nessun impatto per noi) oppure creare una situazione di vantaggio per il virus dando vita a varianti destinate a soppiantare quelle precedenti. Esattamente come è accaduto con la DG614 che in Occidente ha soppiantato il ceppo di Wuhan, e con la variante inglese che ha preso il posto della DG614. Il rischio che si corre vaccinando mentre il Sars-CoV-2 si diffonde con efficacia (come negli Usa e come inevitabilmente accadrà da noi dopo gli allentamenti) è quello dell’insorgenza di una variante in grado di eludere, più o meno parzialmente, la risposta immunitaria indotta dal vaccino e per via naturale. Un rischio, non una certezza, ma merita una segnalazione.

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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 21 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 3,95%

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In data 21 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,35% (ieri +0,31%) con 3.904.899 contagiati totali, 3.311.267 dimissioni/guarigioni (+20.552) e 117.997 deceduti (+364); 475.635 infezioni in corso (-7.080). Ricoverati con sintomi -471 (22.784); terapie intensive -75 (3.076) con 155 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 350.034 tamponi totali (ieri 294.045) di cui 188.413 molecolari (ieri 149.607) e 161.621 test rapidi (ieri 144.438) con 102.679 casi testati (ieri 94.970); 13.844 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 3,95% (ieri 4,10% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 13,48% (ieri 12,71% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.095; Campania 1.881; Sicilia 1.288; Lazio 1.161; Puglia 1.141; Veneto 1.094; Piemonte 1.026; Toscana 936; Emilia Romagna 760. In Lombardia curva +0,26% (ieri +0,21%) con 49.417 tamponi totali (ieri 46.901) di cui 32.452 molecolari (ieri 20.864) e 16.965 test rapidi (ieri 26.037) con 14.947 casi testati (ieri 13.769); 2.095 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,23% (ieri 3,56% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 14,01% (ieri 12,12% – target 3%); 786.324 contagiati totali; ricoverati -117 (4.522); terapie intensive -8 (667) con 25 nuovi ingressi del giorno; 32.458 decessi (+72).

Una rapidissima risposta, oggi, alle domande ricevute sull’ipotesi di concedere una sorta di “passaporto” per consentire gli spostamenti tra Regioni a chi abbia eseguito un test tampone (non si sa ancora se rapido o molecolare) nelle 48 ore precedenti allo spostamento. Intanto partiamo da una considerazione preliminare: non sarebbe una novità assoluta, perché questo criterio viene già adottato in altri Paesi per consentire l’ingresso di persone provenienti dall’estero. Si tratta di un criterio che risponde a un principio di riduzione del rischio, perché permette di individuare i soggetti che sono positivi asintomatici nel momento preciso in cui viene eseguito il test. Ma non di eliminazione del rischio: perché è possibile che un soggetto sia già positivo, ma nel periodo finestra in cui il test risulta comunque negativo, oppure che venga infettato dopo l’effettuazione del test.

Altrettanto importante è la scelta della tipologia di tampone: sappiamo dai dati italiani che i test rapidi, a partire dal 15 gennaio (data di inserimento nei conteggi ufficiali) a oggi, individuano un positivo ogni 100 test eseguiti: quindi con un rapporto positivi/tamponi dell’1,0% contro il 9,4% dei test molecolari. Insomma, il virus si trova anche in base a come lo si cerca. Fatte queste considerazioni, in senso più generale, il lasso di tempo che intercorre tra l’esecuzione del tampone e il momento dello spostamento è sufficientemente ampio da permettere una completa variazione delle condizioni sanitarie del soggetto testato. Questo tipo di approccio, basato sull’analisi del passato per cercare di interpretare il presente, non è peraltro diverso da quello seguito nella valutazione settimanale dell’epidemia, che sappiamo essere legato a dati riferiti a 1-2 settimane prima, o ancora più indietro nel tempo per il valore medio di Rt. Nelle condizioni attuali, con il 70% circa della popolazione ancora totalmente esposta al contagio (il 19% è stato vaccinato con prima dose, il 12% potrebbe essere venuto a contatto con il virus secondo le stime dei contagiati reali) considerare sicuro uno spostamento in base a un test eseguito 48 ore prima assomiglia al tuffarsi in una piscina sapendo che due giorni prima c’era l’acqua. Oppure a decidere oggi (mercoledì) mentre guidiamo un’automobile, di frenare o accelerare sulla base del traffico di lunedì.

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Bollettino Coronavirus di Martedì 20 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,10%

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In data 20 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,31% (ieri +0,22%) con 3.891.063 contagiati totali, 3.290.715 dimissioni/guarigioni (+22.453) e 117.633 deceduti (+390); 482.715 infezioni in corso (-10.774). Ricoverati con sintomi -487 (23.255); terapie intensive -93 (3.151) con 182 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 294.045 tamponi totali (ieri 146.728) di cui 149.607 molecolari (ieri 90.179) e 144.438 test rapidi (ieri 55.549) con 94.970 casi testati (ieri 51.235); 12.074 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,10% (ieri 6,04% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 12,71% (ieri 17,30% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 1.750; Lombardia 1.670; Puglia 1.180; Sicilia 1.148; Piemonte 988; Veneto 930; Lazio 926; Emilia Romagna 740; Toscana 644. In Lombardia curva +0,21% (ieri +0,13%) con 46.901 tamponi totali (ieri 18.754) di cui 20.864 molecolari (ieri 15.056) e 26.037 test rapidi (ieri 3.698) con 13.769 casi testati (ieri 8.126); 1.670 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 3,56% (ieri 5,54% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 12,12% (ieri 12,79% – target 3%); 784.229 contagiati totali; ricoverati +16 (4.639); terapie intensive -33 (675) con 15 nuovi ingressi del giorno; 32.386 decessi (+67).

Rispondiamo oggi alle numerose domande ricevute sui possibili effetti del rialzo delle temperature nel frenare la corsa del virus. Il primo punto fermo è che, in presenza di temperature calde, il droplet si diffonde con meno efficacia perché tende a “seccare” rapidamente. Detto questo, possiamo verificare cosa è successo lo scorso anno, quando il virus in circolazione (variante DG614) era leggermente diverso da quello attuale (variante del Kent). Nel maggio 2020, all’uscita dal lockdown e con una dinamica fortemente calante, abbiamo registrato una media di 888 casi giornalieri. La tendenza al ribasso si è confermata, rafforzandosi ulteriormente, anche nel mese di giugno: 7.559 nuovi casi, con una media di 251 giornalieri. Merito del caldo? Forse, ma più probabilmente dell’effetto trascinamento dei vantaggi ottenuti con il lockdown. E infatti, nel mese di luglio, nonostante il caldo estivo, il contagio si è stabilizzato: 6.959 nuovi casi, con una media giornaliera di 224.

È però interessante notare come il dato complessivo del mese di luglio sia scomponibile in due parti: la prima metà del mese, caratterizzata da numeri in calo, e la seconda con una netta ripresa del contagio. Nel dettaglio le 4 settimane epidemiologiche complete (come sempre le nostre rilevazioni vanno dal sabato al venerdì successivo) hanno fatto segnare: 1.471 nuovi casi tra il 4 e il 10 luglio; 1.330 (-9,5%); 1.627 (+22,3%) e 1.949 (+19,7%). Veniamo al mese di agosto, caratterizzato ancora da clima molto caldo: la sequenza delle singole settimane epidemiologiche è stata: 2.221 nuovi casi (+13,9%); 3.059 (+37,7%); 4.265 (+39,4%); 6.071 (+42,3%). Per arrivare poi a 9.239 nuovi casi (+52,1%) nella settimana epidemiologica a cavallo tra fine agosto e inizio settembre: numeri che ci avevano indotto, proprio in quel periodo, a richiamare nei commenti quotidiani la necessità di interventi immediati per limitare una crescita potenzialmente esplosiva nel medio termine. Cosa è accaduto dopo, tra settembre e ottobre, è nella memoria di tutti: ma l’analisi retrospettiva dell’andamento epidemico nei mesi più caldi lascia più di un dubbio sull’effettiva influenza del clima nel ridurre la curva del contagio.

Preveniamo anche un possibile dubbio: a ottobre l’epidemia non è esplosa per il calo delle temperature, ma perché nei due mesi precedenti l’abbiamo lasciata correre osservando i continui rialzi e facendo… nulla. In sintesi: non appena abbandonate le misure di sicurezza, in piena estate e già a partire da metà luglio, il Sars-CoV-2 ha ripreso tranquillamente a diffondersi con efficacia. Come del resto, qualche anno prima, aveva fatto il suo parente più stretto: il Coronavirus della Sars (2002-2003) che aveva registrato il numero massimo di contagi proprio nel pieno della stagione estiva. Per pura curiosità, e veniamo ai giorni nostri con le varianti virali attualmente in circolazione, indichiamo alcune delle temperature odierne nelle principali città del Brasile e dell’India: due Paesi che rientrano nei primi 5 della classifica settimanale Oms, a livello mondiale, per numero totale di nuovi casi individuati. Per il Brasile, dove l’epidemia sta leggermente rallentando (-8% sulla settimana precedente) troviamo Rio de Janeiro (22 °C); San Paolo (17 °C); Salvador de Bahia (25 °C); Fortaleza (25 °C); Belo Horizonte (17 °C); Natal (24 °C); Florianopolis (21 °C) e Manaus (23 °C). Per l’India, dove al contrario si è registrata una crescita del 70% dei nuovi casi sulla settimana precedente, troviamo New Dehli (34 °C); Calcutta (36 °C); Mumbai (32 °C); Agra (39 °C); Jaipur (36 °C); Varanasi (40 °C); Jodhpur (36 °C) e Thiruvananthapuram (32 °C). Con temperature elevate il droplet è sicuramente meno efficiente nel diffondersi, e questa è una certezza; ma sul fatto che il Sars-CoV-2 tema il caldo, guardando le dinamiche dell’epidemia, è lecito avanzare più di qualche dubbio.

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Flash News di Lunedì 19 Aprile 2021

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  1. E’ bufera nel mondo del calcio internazionale dopo la creazione di una Super Lega con un proprio torneo autonomo. L’iniziativa è stata annunciata e ufficializzata nella notte da 12 club Europei, tra cui gli italiani Juventus, Milan e Inter. Le istituzioni calcistiche FIFA e UEFA si oppongono e ora minacciano azioni legali. Il tema coinvolge anche i Governi, critiche sono arrivati dall’UE e da Paesi come Francia e Regno Unito;
  2. In calo i nuovi casi da Coronavirus in Italia, sotto quota 13.000 ma a fronte del minor numero di tamponi effettuati nel fine settimana. In lenta diminuzione anche la pressione sui reparti ordinari e terapie intensive. Pressione che resta, però, sopra la soglia di allerta. In calo ma sempre alto il numero dei morti: 251 in 24 ore;
  3. Superati 15 milioni di dosi somministrate in Italia. Per il Ministro della Salute, Roberto Speranza, nella lotta alla pandemia si apre una nuova fase. Il commissario Europeo Breton assicura “nei prossimi tre mesi in arrivo per l’Italia 54 milioni di fiale”, obiettivo è vaccinare il 70% degli adulti entro luglio. Poi l’avvertimento ad AstraZeneca, dice il commissario Breton “il rinnovo del contratto con l’Unione non è scontato”. Su J&J si attende la decisione dell’EMA;
  4. In vista delle prossime annunciate riaperture, il Governo lavora sui dettagli del decreto. Molte le regioni che sperano di poter tornare in fascia gialla, mentre si mette a punto cosiddetto pass vaccinale per potersi spostare liberamente;
  5. Il tema delle annunciate riaperture scolastiche sul territorio nazionale resta, naturalmente, in primo piano tra speranze e preoccupazioni. Oggi, in Campania, gli istituti hanno accolto di nuovo gli studenti in presenza dopo la prolungata zona rossa;
  6. A Bruxelles oggi la riunione in videoconferenza dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea. In cima all’agenda i rapporti con la Russia. Preoccupa, in particolare, il gravissimo stato di salute dell’oppositore del Cremlino Aleksej Naval’nyj che si trova da tempo in carcere in sciopero della fame. Il Cremlino risponde “la sua salute non è affare dei leader stranieri”.
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Bollettino Coronavirus di Lunedì 19 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 6,04%

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In data 19 aprile, con il consueto calo che segue il fine settimana, l’incremento nazionale dei casi è +0,22% (ieri +0,32%) con 3.878.994 contagiati totali, 3.268.262 dimissioni/guarigioni (+19.669) e 117.243 deceduti (+316); 493.489 infezioni in corso (-11.122). Ricoverati con sintomi +94 (23.742); terapie intensive -67 (3.244) con 141 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 146.728 tamponi totali (ieri 230.116) di cui 90.179 molecolari (ieri 146.591) e 55.549 test rapidi (ieri 84.525) con 51.235 casi testati (ieri 81.308); 8.864 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 6,04% (ieri 5,51% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 17,30% (ieri 15,61% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Campania 1.334; Sicilia 1.123; Lombardia 1.040; Lazio 950; Emilia Romagna 877; Toscana 771; Piemonte 687; Puglia 584; Veneto 497. In Lombardia curva +0,13% (ieri +0,22%) con 18.754 tamponi totali (ieri 34.199) di cui 15.056 molecolari (ieri 25.303) e 3.698 test rapidi (ieri 8.896) con 8.126 casi testati (ieri 7.240); 1.040 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,54% (ieri 5,21% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 12,79% (ieri 24,61% – target 3%); 782.559 contagiati totali; ricoverati -93 (4.623); terapie intensive -14 (708) con 27 nuovi ingressi del giorno; 32.319 decessi (+35).

Torniamo oggi a esaminare l’andamento dell’epidemia utilizzando un arco di tempo più ampio rispetto alla settimana epidemiologica: i dati ufficiali dell’Iss fotografano la situazione italiana nel periodo mobile di 30 giorni chiuso il 18 aprile 2021. A livello nazionale i nuovi casi sono stati 459.366, con 9.588 decessi: il tasso di letalità è di 2,08%, in crescita rispetto alle rilevazioni del 16 marzo (1,4%) e del 27 marzo (1,4%). I nuovi casi tra gli operatori sanitari (infezioni rilevate in base alla professione e non al luogo dove è stato contratta la Covid-19) sono stati 3.860, pari allo 0,8% del totale: un dato che si mantiene in linea con la rilevazione di fine marzo (0,7%) e testimonia l’efficacia della campagna vaccinale.

Le infezioni tra il personale sanitario, calcolate da inizio epidemia, sono al 3,4%: la riduzione è dunque del 76,5%. Ma diventa ancora maggiore se calcoliamo la differenza rispetto al picco dei casi che nel primo mese dell’epidemia (marzo 2020) erano arrivati a rappresentare il 9,6% del totale: in questo caso la riduzione è del 91,6%. Per quanto riguarda la distribuzione delle nuove infezioni per fasce di età la classificazione dell’Iss vede in prima posizione quella 19-50 con il 43,2%; seguono quelle 51-70 (27,8%); 0-18 (16%) e over 70 (13%). Un piccolo segnale positivo arriva dalla fascia di età 30-39 anni, che torna ad avere una leggera prevalenza di casi asintomatici (51%) mentre nelle rilevazioni degli ultimi due mesi tutte le categorie sopra i 29 anni presentavano una maggioranza di casi clinicamente rilevabili. Piccolo segnale perché, prima dell’arrivo della variante inglese, la quota di asintomatici superava il 50% in tutte le fasce di età, a dimostrazione di una minore aggressività del ceppo originario di Wuhan e della variante DG614 che si era diffusa in Europa rimanendo prevalente fino alla fine dello scorso anno.

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Bollettino Coronavirus di Domenica 17 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 5,51%

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In data 18 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,32% (ieri +0,40%) con 3.870.131 contagiati totali, 3.248.593 dimissioni/guarigioni (+13.134) e 116.927 deceduti (+251); 504.611 infezioni in corso (-697). Ricoverati con sintomi -452 (23.648); terapie intensive -29 (3.311) con 163 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 230.116 tamponi totali (ieri 331.734) di cui 146.591 molecolari (ieri 182.321) e 84.525 test rapidi (ieri 149.413) con 81.308 casi testati (ieri 101.648); 12.694 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 5,51% (ieri 4,63% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 15,61% (ieri 15,12% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.782; Campania 1.700; Puglia 1.278; Lazio 1.127; Emilia Romagna 1.104; Toscana 958; Sicilia 875; Veneto 761; Piemonte 751. In Lombardia curva +0,22% (ieri +0,32%) con 34.199 tamponi totali (ieri 50.170) di cui 25.303 molecolari (ieri 32.743) e 8.896 test rapidi (ieri 17.427) con 7.240 casi testati (ieri 8.988); 1.782 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,21% (ieri 5,07% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 24,61% (ieri 28,32% – target 3%); 781.519 contagiati totali; ricoverati -185 (4.716); terapie intensive -1 (722) con 20 nuovi ingressi del giorno; 32.284 decessi (+64).

Nonostante il rallentamento dell’epidemia nelle ultime 4 settimane epidemiologiche, tutte chiuse con un calo dei nuovi casi rispetto alla precedente, resta alta la pressione sul sistema ospedaliero per effetto dei valori assoluti del contagio, che si mantengono su livelli molto elevati. Ne troviamo conferma nei dati Agenas del 17 aprile 2021: a livello nazionale il numero dei posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva (37% del totale disponibile) restano ampiamente sopra la soglia di allerta, fissata al 30%. L’occupazione dei posti letto nei reparti di medicina generale è allo stesso livello (37%), ma leggermente al di sotto della soglia di allerta fissata in questo caso al 40%.

Se osserviamo la situazione a livello locale notiamo tuttavia che solo 8 delle 21 tra Regioni e Province autonome mostrano entrambi i valori entro la soglia di sicurezza: P.A. di Bolzano, Basilicata, Veneto, Sicilia, Campania, Sardegna, Umbria e Abruzzo. Altre 8 superano il limite di sicurezza per quanto riguarda i posti letto occupati in area critica: Friuli (33%); P.A. di Trento (34%); Liguria (35%); Molise (38%); Emilia Romagna (39%); Valle d’Aosta (40%); Toscana (44%) e Lombardia (51%). Altre 5 sono oltre le soglie di allerta con entrambi i parametri: Calabria (33% per le terapie intensive; 48% per i posti letto di medicina generale); Lazio (41%; 43%); Marche (43%; 41%); Piemonte (46%; 54%) e Puglia (49%; 51%). Questi dati dimostrano come considerare solo la decrescita percentuale dei nuovi casi, senza parallelamente valutare il numero assoluto dei contagi giornalieri, restituisca una fotografia non veritiera della situazione migliorandone la percezione rispetto alla realtà. Che resta ancora difficile da gestire vista la media attuale di oltre 15.090 nuovi casi al giorno (periodo 10-16 aprile): lontanissima dall’obiettivo (4.311) che permetterebbe di riprendere le attività di tracciamento e quindi il controllo dell’epidemia.

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Flash News di Domenica 18 Aprile 2021

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  1. L’Italia si avvia verso le riaperture. Domani saranno sole 3 le regioni a restare in zona rossa: Valle D’Aosta, Puglia e Sardegna, mentre la Campania passerà in fascia arancione, dove potranno riaprire i negozi;
  2. Domani torneranno a scuola quasi 7 milioni di studenti, in didattica a distanza resteranno poco più di 1 milione e mezzo. Riguardo alle scuole, resta il nodo dei trasporti e tamponi veloci, temi sui quali il Governo sta lavorando;
  3. Dal 26 Aprile ci saranno le zona “gialle rafforzate” per tutte le regioni che presenteranno un basso indice di contagio, dove potranno gradualmente ripartire le attività legate ai settori della ristorazione, dello sport e dello spettacolo ma soltanto all’aperto. Per musei e cinema, prenotazione obbligatoria;
  4. Resta il coprifuoco alle 22 in vigore fino a giugno, decisione che alimenta scontri: la Lega vorrebbe abrogarlo o almeno posticiparlo ma gli esperti chiedono prudenza. Si lavora anche ad un pass per gli spostamenti tra regioni, per ottenerlo sono indispensabili tre condizioni: vaccinazione, tampone nelle ultime 48 ore o aver avuto il Covid negli ultimi 6 mesi;
  5. Si accelera sulla campagna vaccinale, ieri arrivate altre 400.000 dosi del vaccino Moderna, che da oggi saranno distribuite alle regioni. Più di 10 milioni gli italiani che hanno ricevuto almeno la prima dose;
  6. Lenta discesa della curva dei contagi, con il tasso di positività stabile al 4,6%. Diminuiscono i ricoveri, anche nelle terapie intensive che restano sopra la soglia di guardia;
  7. In Russia c’è allarme per la salute dell’oppositore russo Aleksej Naval’nyj, in carcere da tre mesi. Da due settimane ha iniziato lo sciopero della fame. Attualmente, secondo i medici, sarebbe in grave pericolo di vita;
  8. A Colleferro una nuova violenta aggressione riporta alla memoria il caso di Willy Monteiro. Un diciasettenne picchiato da un gruppo di ragazzi è adesso ricoverato in ospedale, in prognosi riservata. Arrestati due giovani.
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Bollettino Coronavirus di Sabato 17 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,63%

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In data 17 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,40% (ieri +0,41%) con 3.857.443 contagiati totali, 3.235.459 dimissioni/guarigioni (+16.484) e 116.676 deceduti (+310); 505.308 infezioni in corso (-1.430). Ricoverati con sintomi -643 (24.100); terapie intensive -26 (3.340) con 163 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 331.734 tamponi totali (ieri 327.704) di cui 182.321 molecolari (ieri 179.644) e 149.413 test rapidi (ieri 148.060) con 101.648 casi testati (ieri 101.576); 15.370 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,63% (ieri 4,86% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 15,12% (ieri 15,69% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.546; Campania 2.232; Puglia 1.525; Lazio 1.378; Sicilia 1.301; Toscana 1.150; Emilia Romagna 1.076; Veneto 940; Piemonte 865. In Lombardia curva +0,32% (ieri +0,31%) con 50.170 tamponi totali (ieri 47.103) di cui 32.743 molecolari (ieri 30.057) e 17.427 test rapidi (ieri 17.046) con 8.988 casi testati (ieri 8.513); 2.546 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,07% (ieri 5,16% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 28,32% (ieri 28,55% – target 3%); 779.737 contagiati totali; ricoverati -230 (4.901); terapie intensive -5 (723) con 15 nuovi ingressi del giorno; 32.220 decessi (+74). Come ogni sabato analizziamo brevemente i dati della nostra settimana epidemiologica (oggi relativa al periodo10-16 aprile e come sempre rilevata dal sabato al venerdì successivo). Ricordiamo che i dati comunicati ieri dall’Istituto Superiore di Sanità si fermano all’11 aprile, e quindi riflettono ancora il periodo caratterizzato dalla forte anomalia al ribasso generata dalla doppia festività Pasquale.

I nostri dati raccontano cosa è accaduto “dopo” il periodo analizzato con i numeri resi noti ieri. Tra il 10 e il 16 aprile i nuovi casi a livello nazionale sono stati 105.634, con un calo modestissimo (-1,8%) rispetto alla settimana precedente. La media dei positivi individuati ogni giorno scende da 15.371 a 15.090: gli ultimi giorni stanno riflettendo una stabilizzazione del contagio e non una ulteriore riduzione. Prosegue invece il calo dei ricoveri in terapia intensiva: i nuovi ingressi in area critica, nel periodo considerato, sono stati 1.396 contro 1.569 della settimana precedente (-11,0%). Le due fotografie dell’epidemia (quella dell’Iss e la nostra) sono state scattate in due periodi diversi soprattutto per quanto riguarda il valore di Rt: il dato ufficiale di 0.85, comunicato ieri e calcolato sui soli positivi sintomatici, si riferisce ai 14 giorni compresi tra il 24 marzo e il 6 aprile. Ed è del tutto compatibile con il range (0.84-0.99) che nello stesso periodo avevamo calcolato giornalmente utilizzando il metodo istantaneo Kohlberg-Neyman (KN).

Se però consideriamo i valori di Rt istantaneo KN degli ultimi 10 giorni, non ancora presi in considerazione dai dati ufficiali, vediamo come i valori siano tornati a salire (range 0.79-1.08) con una progressione evidente in particolare dall’11 aprile: la sequenza esatta a partire da questa data è 0.86; 0.88; 0.95; 1.01; 1.03; 1.08 (ultimo dato relativo al 16 aprile). L’andamento riflette la stabilizzazione dell’epidemia (con un valore di 1.0 i nuovi casi restano costanti) che abbiamo già evidenziato con il numero dei positivi rilevati nell’ultima settimana. Sempre nel periodo epidemiologico 10-16 aprile, per quanto riguarda le principali Regioni che abbiamo monitorato negli ultimi 3 mesi, troviamo la Lombardia con un calo del 12,2% dei nuovi casi, a quota 15.554 contro 17.729 della settimana precedente; l’Rt istantaneo della Regione, dopo aver toccato un minimo di 0.73 il 9 aprile, è progressivamente risalito fino a un massimo di 1.03 il 15 aprile, per poi ripiegare a 1.0 il 16 aprile: anche in questo caso ricaviamo un primo segnale di una circolazione del virus in fase di stabilizzazione e non di continua decrescita. In Emilia Romagna i nuovi casi sono stati 7.915 (-11,1%) con un Rt istantaneo di 1.01 alla sera del 16 aprile: il minimo (0.78) risale al 9 aprile. In Veneto i nuovi casi sono stati 6.467, in calo del 10,7% sulla settimana precedente, con l’ultimo valore di Rt a quota 1.01 contro un minimo di 0.73 toccato il 9 e 10 aprile.

Infine la Campania, appena riportata in zona arancione dopo il miglioramento dei dati nel periodo considerato dall’Iss: l’ultima, settimana, non presa in considerazione, ha però visto un rialzo del 16,0% dei nuovi casi, saliti a quota 13.366 contro gli 11.513 della settimana precedente. L’Rt istantaneo, alla sera del 16 aprile, segnava 1.14 (il minimo di 0.84 risale all’8 aprile). Proprio questi dati ci consentono di richiamare, ancora una volta, l’importanza di utilizzare i dati più recenti per procedere a restrizioni e allenamenti: per evitare mosse in netta controtendenza rispetto a repentini cambiamenti della fase epidemica, che nell’ultimo anno il Sars-CoV-2 ha più volte dimostrato di saper produrre.

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Dipendenti Alitalia in strada per chiedere il salvataggio dell’azienda

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Circa un migliaio di dipendenti Alitalia hanno manifestato a Roma per chiedere al Governo di salvare Alitalia, la compagnia aerea in grande difficoltà finanziaria e protestare contro il “diktat” di Bruxelles, che secondo loro ne ritarda il salvataggio.

“Un Paese devastato, grazie Draghi”, “Giù le mani Alitalia!”, “Un vero Paese fa volare la sua ammiraglia nazionale invece di calpestarla”, si legge sugli striscioni sventolati dai manifestanti. “Le risorse finanziarie di Alitalia sono esaurite e c’è il rischio concreto che l’azienda venga messa a terra entro poche settimane”, avvertono in un comunicato i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl.

Abbandono del marchio Alitalia

Le condizioni che Bruxelles “detta” per far decollare l’azienda italiana sono “inaccettabili, vessatorie e discriminatorie”, denunciano. Tali condizioni includono l’abbandono del marchio “Alitalia” per la nuova società pubblica che nascerà dalle proprie ceneri, la vendita separata dei servizi di manutenzione e di terra nonché il trasferimento delle bande orarie aeroportuali.

Le trattative tra Roma e la Commissione Europea sul piano di salvataggio di Alitalia, iniziate all’inizio di marzo, sono “a un punto morto”, ha riconosciuto il Governo italiano due settimane fa. Sotto la pressione di Bruxelles, le ambizioni del piano di ripresa di Alitalia sono state riviste al ribasso. Si tratta ora di una flotta ridotta della metà, a 45 aeromobili e del personale ridotto a 4.500 dipendenti o anche meno, per il settore dell’aviazione. In totale, l’azienda ha più di 11.000 dipendenti.

“Si stanno studiando piani alternativi, tutto dovrà essere riconsiderato” se le trattative con Bruxelles “falliscono”, ha detto il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti durante un incontro con i sindacati.

“Non accetteremo discriminazioni arbitrarie” da Bruxelles, ha ammonito davanti alla stampa il Capo del Governo Mario Draghi, interrogato su possibili disparità di trattamento rispetto ad Air France. Bruxelles aveva convalidato all’inizio di aprile un piano di aiuti da 4 miliardi di euro per Air France-KLM, duramente colpita dalla crisi Covid-19.

Chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo, perché là è stato e là vuole tornare.” (Leonardo da Vinci)

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Bollettino Coronavirus di Venerdì 16 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,68%

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In data 16 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,41% (ieri +0,44%) con 3.842.079 contagiati totali, 3.218.975 dimissioni/guarigioni (+18.779) e 116.366 deceduti (+429); 506.738 infezioni in corso (-3.285). Ricoverati con sintomi -844 (24.743); terapie intensive -51 (3.366) con 199 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 327.704 tamponi totali (ieri 319.633) di cui 179.644 molecolari (ieri 186.053) e 148.060 test rapidi (ieri 133.580) con 101.576 casi testati (ieri 100.552); 15.943 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,86% (ieri 5,31% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 15,69% (ieri 16,88% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.431; Campania 1.994; Puglia 1.537; Lazio 1.474; Sicilia 1.370; Emilia Romagna 1.275; Toscana 1.239; Piemonte 1.200; Veneto 906. In Lombardia curva +0,31% (ieri +0,35%) con 47.103 tamponi totali (ieri 52.293) di cui 30.057 molecolari (ieri 32.245) e 17.046 test rapidi (ieri 17.048) con 8.513 casi testati (ieri 9.713); 2.431 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,16% (ieri 5,20% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 28,55% (ieri 28,02% – target 3%); 777.191 contagiati totali; ricoverati -256 (5.131); terapie intensive -11 (728) con 44 nuovi ingressi del giorno; 32.146 decessi (+87).

Si chiude oggi la nostra settimana epidemiologica, di cui vedremo il dettaglio nel commento di domani sia per quanto riguarda l’Italia, sia per le principali Regioni. Spendiamo oggi qualche riflessione, e qualche numero, sui continui paralleli che in questi giorni vengono fatti tra Italia, Uk e Israele per dimostrare come i risultati ottenuti nei due Paesi più avanti nella campagna vaccinale siano facilmente replicabili anche da noi: unica condizione, aumentare il ritmo delle vaccinazioni. In realtà quella dell’aumento del ritmo delle immunizzazioni non è l’unica condizione: gli effetti che si sono registrati in Israele e Uk sono stati ottenuti, in larghissima parte, soprattutto con l’applicazione di un lockdown molto duro che ha “accompagnato” la campagna vaccinale.

Cerchiamo di spiegarne i motivi. Per avere effetto sui numeri complessivi, in particolare sui ricoveri e sui decessi, i vaccini hanno bisogno di due condizioni basilari: 1) Tempo, ovvero quello che intercorre tra la prima inoculazione e una risposta efficiente del sistema immunitario. 2) Grandi numeri, ovvero una platea sufficientemente ampia di soggetti protetti per riuscire a influenzare i dati complessivi della popolazione.

Se guardiamo Uk e Israele vediamo come, alla data del 15 aprile, in Uk siano state vaccinate “almeno” con la prima dose 32.444.439 persone: il 48% della popolazione generale. In Israele 5.338.273, pari al 56% della popolazione generale. Se oltre a questi valori consideriamo i soggetti già venuti a contatto con il virus (non secondo i dati ufficiali, ma usando le stime sull’infezione reale inclusi i casi non rilevati) possiamo aggiungere una quota ulteriore del 12-15% della popolazione in grado di opporre una risposta efficiente al Sars-CoV-2. Arriviamo al 60-63% in Uk e al 68-71% in Israele: questi valori sono in linea con quelli attesi per una prima vera manifestazione dell’immunità di gregge. Ma sono valori ottenuti nel tempo: che, nel corso delle settimane trascorse in attesa di raggiungerli, erano del tutto insufficienti per avere effetti evidenti legati al crollo delle infezioni, dei ricoveri e dei decessi (in Uk da oltre 1.000 al giorno a poche unità) come quelli che si sono manifestati in modo precoce.

Ad agire in questo arco di tempo, limitando al massimo la circolazione del virus e le sue ricadute, sono state le misure di mitigazione (lockdown) che entrambi i Paesi hanno adottato fino al momento in cui hanno ottenuto i risultati che stiamo vedendo oggi. La situazione italiana è molto diversa: non solo non siamo in lockdown, ma stiamo procedendo a progressivi allentamenti delle misure restrittive; da una settimana gran parte del Paese, prima in zona rossa, è passato in arancione e ci sono spinte crescenti per ulteriori rapide riaperture. Se analizziamo i numeri italiani sono molto diversi da quelli che abbiamo rilevato in precedenza per Uk e Israele. Alla mattina del 16 aprile risultavano protette con almeno una dose 10.059.000 persone (il 16,8% della popolazione generale). Se a queste aggiungiamo i soggetti immunizzati per via naturale perché venuti a contatto con virus (ricordiamo le stime sono del 12-15% della popolazione) otteniamo un valore compreso tra il 28,8% e il 31,3%. Un dato sicuramente importante, ma che si ferma alla metà (o poco meno) di quelli stimati per Uk e Israele: in altri termini, la strada è ancora lunghissima e non possiamo pensare di percorrerla lasciando che siano “solo” i vaccini a modificare la situazione.

La quota di popolazione esposta e suscettibile al contagio resta ancora molto elevata (circa il 70% degli italiani) e lasciare il virus libero di circolare con poche restrizioni ha due ricadute possibili: 1) Alimentare continuamente il bacino dell’infezione, e quindi rallentare il calo dei positivi, dei ricoverati e dei decessi. 2) Offrire al virus un terreno fertile per sviluppare, grazie alle mutazioni causate dai continui errori di replicazione, possibili nuove varianti in grado di adattarsi al vaccino ed eludere la risposta immunitaria. Per questo motivo, pur senza ricorrere a un nuovo lockdown, le prossime riaperture dovranno essere gestite con molta cautela, agendo parallelamente sulla popolazione per attuare un pieno rispetto delle regole di distanziamento, igiene e protezione individuale. In caso contrario una nuova fase di espansione, per quanto focalizzata all’interno di una popolazione più giovane e meno esposta a forme cliniche gravi, rischia di essere molto probabile.

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Bollettino Coronavirus di Giovedì 15 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 5,31%

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In data 15 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,44% (ieri +0,42%) con 3,826.156 contagiati totali, 3.200.196 dimissioni/guarigioni (+21.220) e 115.937 deceduti (+380); 510.023 infezioni in corso (-4.637). Ricoverati con sintomi -782 (25.587); terapie intensive -73 (3.417) con 211 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 319.633 tamponi totali (ieri 334.766) di cui 186.053 molecolari (ieri 197.788) e 133.580 test rapidi (ieri 136.078) con 100.552 casi testati (ieri 102.005); 16.974 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 5,31% (ieri 4,82% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 16,88% (ieri 15,85% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.722; Campania 2.224; Puglia 1.867; Sicilia 1.450; Lazio 1.330; Piemonte 1.264; Toscana 1.206; Emilia Romagna 1.150;Veneto 1.085. In Lombardia curva +0,35% (ieri +0,27%) con 52.293 tamponi totali (ieri 50.487) di cui 32.245 molecolari (ieri 32.239) e 17.048 test rapidi (ieri 18.248) con 9.713 casi testati (ieri 8.586); 2.722 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,20% (ieri 4,26% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 28,02% (ieri 25,07% – target 3%); 774.760 contagiati totali; ricoverati -202 (5.387); terapie intensive -42 (739) con 26 nuovi ingressi del giorno; 32.059 decessi (+65). Una delle molte curiosità inspiegabili di questa epidemia riguarda la distribuzione dei casi tra soggetti di sesso maschile e femminile.

A fronte di una sostanziale parità nel lungo periodo (48,8% uomini e 51,2% donne da inizio epidemia) grazie ai dati dell’Iss (periodo mobile di 30 giorni aggiornato quotidianamente) si osserva come la distribuzione dei contagiati nei due sessi segua un criterio fisso nelle diverse manifestazioni dell’epidemia. All’inizio delle fasi di espansione vengono colpiti soprattutto gli uomini, anche se lo scarto percentuale sui grandi numeri è ridotto a pochi decimali. Quando l’epidemia si stabilizza e inizia ad arretrare c’è un aumento dei nuovi casi tra i soggetti di sesso femminile, che poi nel lungo periodo come abbiamo visto risultano essere più colpiti. Ne troviamo conferma anche nella più recente fase di riduzione del contagio: sono bastati 5 giorni di calo dei positivi quotidiani per far scendere i casi tra gli uomini dal 49,9% al 49,7% del totale (con un parallelo incremento tra le donne). Lo stesso fenomeno, oltre che a inizio epidemia, è stato osservato in modo evidente anche nella cosiddetta “seconda ondata”: caratterizzata da una prima fase con gli uomini più colpiti delle donne, per poi arrivare a una stabilizzazione e ad una inversione della distribuzione dei positivi. Una curiosità, dicevamo: ma la ripetizione dello stesso fenomeno a distanza di mesi, con una così precisa coincidenza temporale, difficilmente può essere attribuito al caso. Trovarne il motivo potrebbe aggiungere un tassello in più alla comprensione della Covid-19.

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Vaccino COVID-19 AstraZeneca: EMA approfondisce ulteriormente il rischio di casi molto...

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L’EMA continua a monitorare i casi molto rari di trombi associati a bassi livelli di piastrine che si sono verificati dopo la vaccinazione con Vaxzevria (precedentemente denominato Vaccino COVID-19 AstraZeneca).

In considerazione di una richiesta del Commissario per la Salute e la Sicurezza Alimentare dell’UE, a seguito di una riunione dei ministri della sanità dell’UE, l’EMA sta avviando una revisione dei dati sulle vaccinazioni e dei dati sull’epidemiologia della malattia (compresi i tassi di infezione, ricoveri, morbidità e mortalità).

La revisione da parte del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’EMA consentirà alle autorità di inquadrare i rischi di Vaxzevria nel contesto dei benefici delle campagne di vaccinazione in corso. Il Comitato valuterà anche se aggiornare le raccomandazioni relative alla seconda dose di Vaxzevria per coloro che hanno già ricevuto la prima dose.

L’EMA ritiene che i benefici complessivi del vaccino continuino a superare i rischi nelle persone vaccinate. La revisione del CHMP sarà d’aiuto per decidere come impiegare in modo ottimale il vaccino nelle campagne di vaccinazione nazionali in corso.

Come per tutti i vaccini, l’EMA continuerà a monitorare la sicurezza e l’efficacia di Vaxzevria e fornirà al pubblico informazioni aggiornate.

Maggiori informazioni sul vaccino

Vaxzevria è un vaccino indicato per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. La malattia da COVID-19 è causata dal virus SARS-CoV-2. Vaxzevria è costituito da un altro virus (della famiglia degli adenovirus) che è stato modificato per contenere il gene per la produzione di una proteina da SARS-CoV-2. Il vaccino non contiene il virus stesso e non può causare COVID-19.

Gli effetti indesiderati più comuni di Vaxzevria sono generalmente lievi o moderati e migliorano entro pochi giorni dalla vaccinazione. Ulteriori informazioni sul vaccino sono disponibili sul sito dell’EMA.

Maggiori informazioni sulla procedura

La Commissione europea ha richiesto questa revisione ai sensi dell’articolo 5(3) del Regolamento 726/2004 a seguito di una riunione informale dei ministri della salute dell’UE avvenuta il 7 aprile 2021. La revisione sarà effettuata dal Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’EMA, che è responsabile per le questioni riguardanti i medicinali per uso umano. La revisione del CHMP si baserà sul lavoro del Comitato per la Sicurezza dell’EMA (PRAC).

Fonte: Aifa.gov.it

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HAZE Illumina presentano su YouTube il video “Siamo Sole” il 23 Aprile

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Estratto dall’album Appartenenza, ecco un nuovo singolo pieno di energia e un video che rappresenta il nostro vivere al tempo del covid.

La band torinese HAZE Illumina torna alla ribalta con un video magnetico e misterioso sulla base di Siamo Sole, un brano estratto dall’album Appartenenza, uscito su tutte le piattaforme digitali lo scorso Novembre e realizzato con la collaborazione di Vicio (Luca Vicini) dei Subsonica.
 
Con Siamo Sole prosegue la ricerca di Giuseppe Arminio, Alessandro Benna e Serena Guarnero verso la comprensione di chi siamo in realtà, contro ogni pregiudizio imposto da un certo tipo di educazione nei confronti di chi è diverso.
Il testo della canzone, nel suo affascinante astrattismo, ci invita a guardare sempre al di là delle apparenze, perché ognuno di noi è unico e prezioso nella sua diversità, e porta in sé una luce, come il sole. E come il sole, ognuno di noi possiede un’essenza unica che riscalda il suo viaggio nella vita.
 
Il video di Siamo Sole è stato realizzato totalmente da HAZE Illumina: Giuseppe, Alessandro e Serena hanno voluto rappresentare il nostro presente, in cui siamo obbligati a indossare le mascherine e a comunicare attraverso lo schermo del cellulare. E proprio il cellulare è il protagonista di questo video: le prime immagini ci mostrano la band intrappolata nello schermo del telefonino, una rappresentazione evocativa e coinvolgente che vuole farci riflettere sul fatto che oggi siamo più liberi dietro lo schermo di un cellulare che nel mondo reale.

Vi inviatiamo a partecipare alla Prima Visione di Siamo Sole di HAZE Illumina, che si terrà su YouTube il 23 aprile 2021, alle ore 18, al seguente link: https://youtu.be/E_fO-tM3zDo
 
Durante la Prima Visione, potrete non solo vedere per primi il nuovo video, ma anche interagire con HAZE Illumina attraverso una live chat in cui la band sarà a vostra disposizione per rispondere a tutte le curiosità e condividere insieme l’emozione della Prima Visione.

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Flash News di Mercoledì 14 Aprile 2021

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  1. La temporanea sospensione del vaccino J&J ha ripercussioni sulla programmazione della campagna vaccinale anche in Italia. Le prime dosi, arrivate ieri, sono ferme in attesa del pronunciamento dell’EMA. Sul tavolo c’è l’ipotesi di destinarle agli ultrasessantenni, come già accaduto per AstraZeneca. Von der Leyen annuncia “sono già 100 milioni di immunizzati, in arrivo nuove forniture Pfizer”;
  2. In aumento i nuovi casi da Coronavirus, circa 13.500, a fronte di oltre 300mila tamponi effettuati. Cresce anche il numero delle vittime, 476 nelle ultime 24 ore. Superati 115.000 morti dall’inizio della pandemia;
  3. In base ai dati del contagio, si pensa alle prossime graduali aperture di maggio. Dopo il via libera al pubblico negli stadi per gli Europei dall’11 giugno, arriva la protesta dal mondo della cultura che chiede “aprite anche i teatri”;
  4. Si è da poco concluso il Consiglio dei Ministri dedicato allo scostamento di bilancio e al documento di economia e finanza. Domani la decisione per finanziare con altri 40 miliardi sostegni alle imprese colpite dalla pandemia;
  5. Il Senato ha approvato, poco fa, con 208 voti a favore la mozione per concedere a Patrick Zaki la cittadinanza italiana. Il giovane Egiziano, studente dell’università di Bologna, è detenuto da oltre un anno al Cairo, senza processo. Il gruppo di Fratelli D’Italia si è astenuto. In aula anche Liliana Segre che ha detto “sempre presente quando si parla di libertà”;
  6. Le radici della cultura Italiana incontrano la tecnologia sulla nuova piattaforma digitale dedicata a Dante Alighieri. Oggi, alla cerimonia di presentazione, è intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha detto “presto approderemo ad una nuova normalità, il digitale ci ha permesso di non fermarci e di non chiuderci in noi stessi”.
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Bollettino Coronavirus di Mercoledì 14 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,82%

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In data 14 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,42% (ieri +0,35%) con 3.809.193 contagiati totali, 3.178.976 dimissioni/guarigioni (+20.251) e 115.557 deceduti (+469); 514.660 infezioni in corso (-4.560). Ricoverati con sintomi -583 (26.369); terapie intensive -36 (3.490) con 216 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 334.766 tamponi totali (ieri 304.990) di cui 197.788 molecolari (ieri 152.646) e 136.078 test rapidi (ieri 152.344) con 102.005 casi testati (ieri 86.678); 16.168 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,82% (ieri 4,40% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 15,85% (ieri 15,51% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 2.153; Campania 2.212; Sicilia 1.542; Puglia 1.488; Piemonte 1.439; Lazio 1.230; Toscana 1.168; Veneto 1.081; Emilia Romagna 859. In Lombardia curva +0,27% (ieri +0,25%) con 50.487 tamponi totali (ieri 38.490) di cui 32.239 molecolari (ieri 20.528) e 18.248 test rapidi (ieri 17.692) con 8.586 casi testati (ieri 5.627); 2.153 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 4,26% (ieri 5,13% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 25,07% (ieri 35,09% – target 3%); 772.038 contagiati totali; ricoverati -138 (5.589); terapie intensive -6 (781) con 30 nuovi ingressi del giorno; 31.994 decessi (+85).Un rapido sguardo, oggi, ai valori di Rt.

Partiamo registrando innanzitutto il forte calo dei test tampone (poco più di 100.000 quotidiani) causato dalla doppia festività Pasquale: che, nei giorni 5 e 6 aprile, ha avuto come ricaduta pratica due giorni con un bassissimo numero di nuovi casi (rispettivamente 10.680 e 7.767). Il valore dell’Rt istantaneo con metodo Kohlberg-Neyman (KN), che si basa proprio sul numero dei positivi individuati, ha quindi registrato un immediato e importante calo nei giorni immediatamente successivi, con minimi che sono stati toccati tra l’8 e il 9 aprile: 0.79 a livello nazionale; 0.73 per Lombardia e Veneto; 0.78 per l’Emilia Romagna; 0.84 per la Campania. Una volta assorbita l’anomalia, l’indicatore ha di nuovo iniziato a riflettere il contagio in modo più veritiero incorporando i dati dei giorni lavorativi normali: caratterizzati da un numero complessivo di test tampone quasi sempre superiore a 300.000.

I valori ricalcolati alla sera del 13 aprile riportano l’Rt molto vicino alla soglia critica (1.0) che divide le due fasi di riduzione e di espansione del contagio. In particolare abbiamo registrato: 0.95 a livello nazionale; 0.93 per la Lombardia; 0.92 per il Veneto; 0.87 per l’Emilia Romagna. In controtendenza il dato della Regione Campania, che per il secondo giorno consecutivo resta al di sopra della soglia indicata: 1.03 il 12 aprile; 1.08 il 13 aprile. In termini più semplici la circolazione del Sars-Cov-2 si conferma molto sostenuta, e su questi valori porta a una riduzione lenta del numero dei nuovi casi. Le ultime riaperture, con il ritorno in zona arancione di molte Regioni e la ripresa di numerose attività (tra le quali le scuole in presenza) dovranno essere gestite con estrema attenzione: con l’obiettivo di evitare una maggiore circolazione che avrebbe come immediata conseguenza una nuova fase espansiva dell’epidemia.

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Flash News di Martedì 13 Aprile 2021

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  1. Tutta L’Europa impegnata nella corsa ai vaccini e proprio mentre giungono anche in Italia le prime fiale di J&J, dagli Stati Uniti arriva la notizia che l’autorità di controllo sui medicinali ha chiesto la sospensione immediata delle somministrazioni di questo vaccino, per problemi di sicurezza dopo alcuni casi di malattie rare;
  2. La campagna di vaccinazione in Italia prosegue, il commissario per l’emergenza chiede alle regioni il rispetto della pianificazione giornaliera e settimanale. La priorità resta l’immunizzazione degli over 80 e delle categorie più fragili. Decisiva, però, è anche la disponibilità dei vaccini. Il generale Figliuolo assicura “entro giugno arriveranno in Italia 45 milioni di dosi”;
  3. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico dell’università Cattolica di Milano dice “siamo una comunità, ciascuno di noi dipende da tutti gli altri. Questa è la lezione della pandemia, il Paese ha ribadito il senso della comunità”;
  4. I nuovi casi da Covid scendono a circa 9.800 ma a fronte di un numero minore di tamponi. Aumenta leggermente la pressione sugli ospedali, sia nei reparti Covid che nelle terapie intensive. Sempre molte le vittime, 358 in 24 ore;
  5. Di fronte a questi dati, il Governo rimane cauto sulle aperture: saranno graduali e in sicurezza. Intanto si lavora ad un nuovo Decreto Sostegni;
  6. Anche oggi manifestano le categorie produttive più colpite dalle chiusure, in piazza a Roma e in altre città si tengono le assemblee degli esercenti di Confcommercio;
  7. A Val di Susa continua la protesta dei manifestanti No TAV per l’avvio dei lavori di un nuovo cantiere. La scorsa notte, pietre e petardi contro gli agenti che hanno risposto con lacrimogeni;
  8. A dieci anni dal disastro di Fukushima, Tokyo rilascerà in mare l’acqua contaminata impiegata per raffreddare i reattori nucleari. Pechino parla di decisione irresponsabile e Seul convoca l’ambasciatore Giapponese, Koichi Aiboshi.
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Bollettino Coronavirus di Martedì 13 Aprile 2021, rapporto positivi/tamponi al 4,40%

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In data 13 aprile l’incremento nazionale dei casi è +0,35% (ieri +0,25%) con 3.793.033 contagiati totali, 3.158.725 dimissioni/guarigioni (+18.160) e 115.088 deceduti (+476); 519.220 infezioni in corso (-5.197). Ricoverati con sintomi -377 (26.952); terapie intensive -67 (3.526) con 242 nuovi ingressi del giorno. Elaborati 304.990 tamponi totali (ieri 190.635) di cui 152.646 molecolari (ieri 92.873) e 152.344 test rapidi (ieri 97.762) con 86.678 casi testati (ieri 50.091); 13.447 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 4,40% (ieri 5,18% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 15,51% (ieri 19,54% – target 3%).

Nuovi casi soprattutto in: Lombardia 1.975; Campania 1.627; Sicilia 1.384; Puglia 1.191; Lazio 1.164; Piemonte 1.057; Toscana 934; Veneto 883; Emilia Romagna 785. In Lombardia curva +0,25% (ieri +0,13%) con 38.490 tamponi totali (ieri 19.022) di cui 20.528 molecolari (ieri 15.720) e 17.692 test rapidi (ieri 3.302) con 5.627 casi testati (ieri 4.667); 1.975 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 5,13% (ieri 5,24% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 35,09% (ieri 21,36% – target 3%); 769.885 contagiati totali; ricoverati -36 (5.727); terapie intensive -24 (787) con 58 nuovi ingressi del giorno; 31.909 decessi (+94). Osservando l’andamento dei dati a livello mondiale si ricava la sensazione che l’epidemia segua cicli propri di evoluzione, caratterizzati da fasi espansive e di contrazione, quasi indifferenti rispetto alle misure adottate.

Per trovarne conferma utilizziamo i dati dell’Oms, contenuti nei Report epidemiologici settimanali. Notiamo come nel periodo gennaio – febbraio, quando le vaccinazioni erano ancora in fase di avvio, l’epidemia senza apparenti motivi ha registrato una brusca frenata, dimezzando di fatto il numero dei nuovi casi individuati nell’arco di una singola settimana: dai 4.953.758 positivi del periodo 3-9 gennaio, dopo sei settimane consecutive di calo, siamo passati ai 2.457.026 del periodo 14-20 febbraio (-50,4%). Con il procedere delle campagne vaccinali, e con il progressivo aumento dei soggetti venuti a contatto con il virus e quindi immunizzati per via naturale, sarebbe stato lecito attendersi un trend in ulteriore calo o, almeno, una stabilizzazione del contagio. Invece, in modo sorprendente, con una brusca inversione di tendenza sono seguite sei settimane di costante incremento dei casi: fino ad arrivare ai 4.038.292 registrati tra il 29 marzo e il 4 aprile (+64,3%). Le uniche riduzioni importanti, a livello di singoli Paesi, mostrano una correlazione diretta con le vaccinazioni di massa (in particolare Uk e Israele).

Per il resto ai successi parziali, come quelli recentemente ottenuti in Italia con l’applicazione delle zone rosse in quasi tutto il Paese, fanno da contraltare andamenti divergenti come quello della Germania: che, nonostante un lungo periodo di lockdown (non facciamoci condizionare dal nome, sono misure molto simili alle nostre zone rosso/arancio) non riesce a piegare la curva epidemica e si trova alle prese con nuove restrizioni. Si inizia dunque a osservare una certa ciclicità delle manifestazioni epidemiche, come se il virus seguisse un ritmo proprio fatto di alti e bassi che si alternano a due – tre mesi di distanza: lo abbiamo visto tra ottobre e novembre 2020 (espansione); gennaio e febbraio (riduzione); marzo e aprile (espansione).

A interrompere questa ciclicità dovrebbero intervenire le vaccinazioni, che peraltro avranno bisogno di (molto) tempo prima di raggiungere un numero sufficiente di persone per manifestare i propri effetti, sommandoli a quelli dei soggetti immunizzati per via naturale. Nell’ultima settimana epidemiologica considerata dall’Oms (29 marzo – 4 aprile) i nuovi casi (4.038.292) hanno registrato un incremento del 6,2% sulla settimana precedente. Andamento simile anche per i decessi (+7,1% a quota 71.355). Per quanto riguarda il numero dei nuovi casi rilevati i 5 Paesi più colpiti sono stati: India (513.885 positivi con una crescita del 38% sulla settimana precedente); Brasile (505.668; -5%); Usa (444.756; -5%); Turchia (265.937; +43%) e Francia (244.607; -4%). All’interno della regione europea di monitoraggio dell’Oms, nonostante il calo del numero dei nuovi casi, l’Italia resta in prima posizione per numero di decessi: 3.068 nel periodo rilevato, con un’incidenza di 5,1 morti per 100.000 abitanti e un incremento del 2% sulla settimana precedente. Seguono la Polonia con 3.057 decessi (8,1 per 100.000 abitanti, +18%) e la Russia con 2.634, pari a 1,8 per 100.000 abitanti e un calo del 3% sulla rilevazione precedente.

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Attualità

Sottosegretario Pucciarelli: Oro, Argento e Bronzo per gli atleti della Marina Militare...

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“Anche in questa competizione internazionale, a cui hanno partecipato ben 35 Nazioni, gli atleti della Marina si sono rivelati una componente fondamentale della nazionale di canottaggio, portando a casa una medaglia d’oro, una d’argento e un bronzo. Complimenti ai nostri 6 canottieri Giovanni Abagnale, Cesare Gabbia, Vincenzo Abbagnale, Gabriel Soares, Antonio Vicino e Luca Parlato.” – rende noto il Sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli, commentando le bellissime medaglie conquistate ai campionati europei assoluti di canottaggio.

“Gli atleti della Marina Militare, così come quelli delle altre Forze Armate, continuano a darci delle bellissime soddisfazioni. Parliamo di ragazzi e ragazze che, nonostante le difficoltà e le limitazioni imposte dal covid, si sono allenati intensamente per competere ad altissimi livelli con altri 629 atleti in questo europeo.  Queste medaglie, frutto anche dell’attenta guida dei loro allenatori e di tutto lo staff, ci riempiono d’orgoglio e ci fanno ben sperare in vista della terza prova di Coppa del Mondo di canottaggio che si svolgerà a Sabaudia, presso il Centro Sportivo Remiero della Marina Militare, il prossimo mese di giugno.” – conclude il Sottosegretario Pucciarelli.

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Incidente a Genova: muore Sara Marzolino investita fuori strisce da guardia giurata

La notte di ieri a Genova è stata segnata da un tragico episodio che ha sconvolto l’intera comunità. Un incidente...

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Amici 24: Francesco in finale per il ballo, Antonia confermata e Nicolò eliminato

Nella puntata di sabato 10 maggio si sono svolte le ultime prove preparatorie prima della finale di Amici 24, con...

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Masters 1000 Roma: Sinner sfida Jesper de Jong, talento in ascesa dopo 3 mesi di pausa

Il prossimo appuntamento al Masters 1000 di Roma vede Jannik Sinner impegnato contro Jesper de Jong, tennista olandese emergente, prossimo...

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A Vitinia, via Ostiense: uomo straniero colpito da proiettili sparati da un secondo...

Questa mattina, intorno alle 6.30, in via Ostiense a Vitinia (provincia di Roma), si è verificato un episodio violento che...

Notizie18 ore ago

Papa Leone XIV accoglie migliaia a San Pietro tra musica globale e controlli di sicurezza

La giornata a San Pietro si tinge di note musicali mentre centinaia di migliaia di fedeli si radunano per vivere...

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Amici 24, semifinale emozionante: Nicolò Filippucci eliminato e racconta la sua crescita

La serata di ieri su Canale 5 ha visto l’andata in onda della tanto attesa semifinale di Amici 24, il...

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Cannavacciulo a Robbiate: ristrutturazione de La Tasca e crisi familiari

Stasera, 11 maggio 2025, si preannuncia una serata particolare per gli amanti del buon cibo e dell’intrattenimento televisivo. Antonino Cannavacciulo...

Notizie18 ore ago

Verissimo: Brignone, D’Alessio, Caruso, Giacobbe e Red Canzian su rinascita, musica e vita

Oggi, domenica 11 maggio, l’appuntamento con Verissimo si rinnova nel weekend, in diretta alle 16:30 su Canale 5, offrendo uno...

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Netflix sotto accusa per abbandonare serie amate come The Society, I Am Not Okay With...

La crescente insoddisfazione degli abbonati di Netflix per l’annullamento di serie amate continua a generare discussioni sui social. Un recente...

Oroscopo18 ore ago

Oroscopo 12 maggio 2025: dolcezza, incertezza e sincerità nelle relazioni di ogni segno

L’oroscopo per lunedì 12 maggio 2025 si presenta con toni variegati, offrendo messaggi che abbracciano sentimenti e riflessioni sui legami...

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Trattative per Beetlejuice 3: possibilità di ritorno di Tim Burton e nuove prospettive...

Il ritorno di Beetlejuice sta facendo discutere e già si parla di un possibile terzo capitolo per la celebre comedy...

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Friends: dalle incertezze iniziali al legame duraturo del cast durante il successo...

Nel corso degli anni, Friends ha mantenuto un posto speciale nel cuore di milioni di spettatori. I membri del cast,...

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Oroscopo 12-18 maggio: numeri angelici, Luna Piena e Marte in Toro per ogni segno

Nel periodo dal 12 al 18 maggio, l’oroscopo dei numeri angelici rivela importanti messaggi per ciascun segno zodiacale. In particolare,...

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Un posto al sole: addio di Luca, segreti sull’Alzheimer e riorganizzazione a Radio Golfo...

Le ultime anticipazioni di Un posto al sole lasciano presagire attimi di inquietudine per Giulia. La puntata, trasmessa lunedì 19...

Oroscopo19 ore ago

13 maggio 2025: previsioni dettagliate per ogni segno in amore e sul lavoro

Il 13 maggio 2025 porta nuove energie per ogni segno dello zodiaco, invitando i nativi a scoprire le sfumature del...

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Katja lascia Markus per amore con Vincent, figlio di lui, scuotendo Tempesta d’amore

In un intreccio appassionante, Tempesta d’amore si prepara a scossonare il pubblico tedesco con una trama che vede un triangolo...

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Tradimento: Inganno, scontro violento, coma di Selin e arresto di Tolga

Le prossime puntate di Tradimento in programmazione dal 19 al 25 maggio offrono spunti intensi e rivelazioni che scuotono profondamente...

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Putin invita Kiev a riprendere negoziati diretti senza precondizioni e critica il cessate...

Le autorità russe hanno espresso l’intenzione di riprendere i negoziati diretti senza alcuna precondizione, sottolineando la disponibilità al dialogo con...

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Domenica 11 maggio 2025: guida numerica dettagliata per ogni segno zodiacale

Il giorno di domenica 11 maggio 2025 porta un’atmosfera unica grazie a particolari segnali numerici che invitano alla riflessione e...

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Oroscopo karmico 12 maggio: guida completa per ogni segno nella crescita interiore

L’oroscopo karmico del 12 maggio invita ognuno a immergersi in una profonda ricerca interiore, facendo incontrare le energie del passato...

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Oroscopo 12 maggio 2025: Pesci al vertice, sfide per ogni segno ed eventi astrologici

Secondo le previsioni per il 12 maggio 2025, l’oroscopo rivela che i Pesci occupano il gradino più alto della classifica....

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Oroscopo 12 maggio: previsioni dettagliate per amore e lavoro di ogni segno

L’oroscopo del 12 maggio si presenta come una giornata intrisa di armonia e chiarezza nei messaggi, in cui le stelle...

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Oroscopo 12-18 maggio 2025: previsioni per famiglia, relazioni e crescita personale

Nel corso della settimana dal 12 al 18 maggio 2025, l’oroscopo suggerisce scenari differenti per ciascun segno, concentrandosi soprattutto su...

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Sinner vince in due set e Lazio pareggia 1-1 contro Juventus con gol di Vecino

Durante una giornata ricca di eventi sportivi, il Foro Italico è stato teatro di due grandi manifestazioni: da una parte...

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Peruviano Rimaycuna Inga: da Chiclayo a Roma, segretario e amico di Papa Prevost

Il parroco giovane ha compiuto il suo ingresso nella Capitale in seguito alla nomina del cardinale Usa, scelta avanzata da...

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Anziana 86enne investe tavoli all’aperto a La Mora a Trieste, caos e cinque feriti

Un episodio potenzialmente drammatico ha interrotto la serata nel quartiere Trieste di Roma quando, intorno alle 22:00, una signora di...

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Incidente a Roma a Trieste: auto guidata da 86enne travolge tavoli de La Mora senza...

Un episodio drammatico ha scosso il quartiere Trieste di Roma in una movimentata serata di sabato. L’incidente, avvenuto intorno alle...

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Papa Leone XIV, il cardinale matematico che fonde fede e ragione

Il neoeletto Papa Leone XIV, rappresentato dal cardinale Robert Francis Prevost, si presenta dalla loggia centrale della Basilica di San...

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Papa Leone XIV recita il Regina Coeli, omaggia Papa Francesco e annuncia impegni futuri

Oggi, domenica 11 maggio, alle ore 12, dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro si svolgerà il Regina Coeli...

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Amici 24: semifinale intensa con finale diretto di Francesco e ballottaggio per Nicolò

La tensione e l’adrenalina hanno invaso il palco della semifinale di Amici 24, il talent che continua a catturare l’attenzione...

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The Couple chiude per bassi ascolti, annulla il premio e devolve 1 milione al Gaslini

Il reality game The Couple ha chiuso inaspettatamente, lasciando il pubblico e i partecipanti sorpresi. Il format, ideato per esplorare...

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Jannik Sinner agli Internazionali d’Italia 2025: stile monocromatico e vittoria sul...

Jannik Sinner ha fatto parlare di sé durante gli Internazionali d’Italia 2025, presentandosi con un look completamente nero. L’outfit, scelto...

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Amore e relazioni dal 19 al 25 maggio: guida astrologica per ogni segno zodiacale

Le energie che dominano la settimana dal 19 al 25 maggio offrono un panorama variegato in campo amoroso, con protagonisti...

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Oroscopo 15 maggio 2025: relazioni, benessere e finanze a confronto per ogni segno

Giovedì 15 maggio 2025 si presenta come una giornata ricca di spunti di riflessione e nuove energie, dove i vari...

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SuperEnalotto: estrazione di oggi con 7 numeri 5, mancanti 6 e 51, premi da 27.078,62...

Nel concorso del SuperEnalotto di oggi, sabato 10 maggio, si è registrata un’estrazione particolare: mancano il numero 6 e il...

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Dramma in Tradimento: Can ingerisce pasticche e svelati segreti su Tolga e Mualla

Le prossime puntate di Tradimento presenteranno un episodio fortemente drammatico che coinvolgerà il giovane Can. Durante una situazione di apparente...

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830 bambini a Verona in concerto per piccoli cori e grandi sogni a Nabucco

L’Arena di Verona ha visto un evento eccezionale che ha trasformato il palcoscenico in un luogo di gioia e unione,...

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Chicago celebra Leone XIV, primo pontefice americano-latino che critica le politiche Trump

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Binaghi su Sinner: crescita personale e resilienza dopo episodi ingiusti

Il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, ha espresso chiaramente il proprio disappunto riguardo a episodi spiacevoli intervenuti nel contesto tennistico,...

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Ed Sheeran lancia Old Phone a Napoli con cabina rosa e anticipa album Play

Nel cuore di Napoli, in Piazza Plebiscito, è stata recentemente installata una cabina telefonica di colore rosa, ispirata al celebre...

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Tradimento: tangenti, chiavetta scomparsa e matrimoni forzati nella soap turca

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Oroscopo 11 maggio: consigli specifici per ogni segno in amore e relazioni

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Jacopo Sol abbandona il ballottaggio di Amici 24 tra polemiche e riconciliazione con...

Sabato 3 maggio, Jacopo Sol ha dovuto lasciare il talent dopo il mancato superamento del ballottaggio, segnando un passaggio significativo...

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Leader europei a Kiev: ultimatum a Putin per 30 giorni di tregua e nuove sanzioni

I leader europei si sono riuniti oggi, sabato 10 maggio, a Kiev e in modalità remota per lanciare un ultimatum...

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Favero spiega il suono “Faccetta nera” e presenta il libro Alpini ribelli alla 96ª Adunata

L’Associazione Nazionale Alpini ha voluto chiarire la controversia sorta a seguito della diffusione online di un video in cui si...

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Matilde Lorenzi: tragedia sul Grawand e impegno familiare per la sicurezza dello sci

La tragica scomparsa di Matilde Lorenzi ha continuato a far sentire il suo impatto nel mondo dello sci azzurro. In...

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Concerto «Mamme del mondo: unione di cuori e culture» del progetto “Incontro con...

Solidarietà napoletana per destinare una termocamera alla Protezione Civile di Dnipropetrovsk. La Festa della Mamma diventa, ancora una volta, occasione...

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In un panorama televisivo costellato di produzioni che spesso si estendono ben oltre la loro naturale vitalità, HBO si distingue...

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Federica Brignone ha partecipato in veste di ospite agli Internazionali d’Italia 2025, portando il proprio entusiasmo e la propria esperienza...

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Conclave rapido: Robert Francis Prevost diventa Papa Leone XIV tra riforme e mediazione

Nel corso dell’ultimissimo Conclave, il Sacro Collegio ha nuovamente stupito l’opinione pubblica e gli esperti di ecclesiastica analisi, scegliendo un...

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Scomparsa di Chamila all’Hotel Berna e accoltellamento del collega a Milano

La notizia di una scomparsa ha scosso la comunità della città. Chamila, una srilankese di 50 anni, impiegata presso l’hotel...

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Inizia una nuova fase determinante per Greta Bergmann (interpretata da Laura Osswald) nelle puntate tedesche della soap Tempesta d’amore. La...

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Le sorelle D’Amato hanno regalato oggi, sabato 10 maggio, un’intervista intensa e ricca di emozioni, svelando il percorso che le...

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Recenti anticipazioni provenienti dalla Turchia gettano nuova luce sugli sviluppi futuri della soap Tradimento, trasmessa su Canale 5, confermando come...

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Amici 24, semifinale con Annalisa, Fred De Palma, Geppi Cucciari e giovani talenti

La serata di stasera, sabato 10 maggio 2025, promette di regalare emozioni forti a chi segue la programmazione di Canale...

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Oroscopo 11 maggio: relazioni intense, nuove esperienze e gestione di stress e armonia...

La giornata di domenica 11 maggio si preannuncia ricca di eventi e novità, soprattutto nel campo delle emozioni e della...