Salute e Benessere
Il Medico risponde: “Una colonna vertebrale...
Il Medico risponde: “Una colonna vertebrale insufficientemente muscolosa all’origine del mal di schiena?”
“Il Medico risponde”
Una colonna vertebrale insufficientemente muscolosa all’origine del mal di schiena?
DOMANDA
Buondì Professore.
Mi presento, sono Marco un giovane lettore simpatizzante di Sbircia la notizia magazine;)). Complimenti per la sua rubrica e molto esaustivo con le sue super risposte a differenza di altri giornali che non cito, che sono così telegrafici e misteriosi da rendere inutile la domanda effettuata, una vera perdita di tempo. Ho 25 anni, non ho alcuna patologia, godo di ottima salute fortunatamente, ma solo un doloroso problema mi assilla, nonostante la mia giovane età soffro spesso di mal di schiena :((. Premetto che sono un tipo molto sedentario ;)), per motivi di lavoro sono incollato sulla sedia davanti al computer per ore ed ore e si, lo confesso, sempre con posizione scorretta della colonna vertebrale. Alla fine della giornata sono come Pinocchio, un pezzo di legno :,((. Professore ma è vero che nel mio caso, può essere una colonna vertebrale insufficientemente muscolosa all’origine del mal di schiena? Grazie della risposta che per favore vorrà darmi con termini semplici anche per via mail. Aspetto fiducioso, non si dimentichi. Buona giornata a lei e tutto lo staff del giornale. Siete grandi!!!
Marco un tipo molto sedentario :,((
RISPOSTA
A cura del Dr. Ferdinando Martinez
ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."
Ciao Marco, data la tua giovane età mi permetto di pormi verso i tuoi riguardi dandoti appunto del tu. Grazie infinite per i complimenti e per avermi preferito me ne compiaccio. Preciso che la totalità di mail che ricevo e che per motivi di tempo non posso pubblicare, mi emozionano tutte profondamente. Ringrazio ognuno ab imo pectore.
Certo, riceverai sicuramente la tua risposta “con termini semplici” sia via mail che pubblicamente sul giornale, data la tua grande simpatia e l’importanza del tema stesso che affronti non potrei fare diversamente.
“Una schiena insufficientemente muscolosa all’origine del mal di schiena?”
Molto diffuso al giorno d’oggi, il mal di schiena colpisce una fascia molto ampia della popolazione. Lo stile di vita sedentario come tu ben precisi Marco e, la mancanza appunto d’esercizio fisico, sono particolarmente deleteri. Per evitare l’insorgenza del mal di schiena, il primo istinto è quello di rafforzarla in modo da fornire alla colonna vertebrale il supporto di cui ha bisogno per mantenerla e conservarla in ottime condizioni.
La colonna è composta da vertebre unite tra loro da dischi ed è “rinforzata” da legamenti e muscoli. Muscoli e legamenti costituiscono gli elementi fondamentali che supportano la colonna vertebrale. Marco un esempio molto semplice da renderti chiaro il concetto, i muscoli ed i legamenti, fissati alla colonna vertebrale, agiscono come i teloni dell’albero di una barca, consentendo di alzarsi e mobilitare l’imbarcazione, nel nostro caso la “schiena”.
Una schiena muscolosa aiuta ad attutire eventuali sofferenze e soprattutto a preservare l’autonomia a lungo termine. Per garantire un buon mantenimento della colonna vertebrale, un buon livello d’elasticità muscolare è essenziale, migliora l’aspetto generale della silhouette e aiuta anche a provare un senso di benessere generale sia psicologico che fisico.
Marco, quindi, impegnati in un’attività fisica regolare per proteggere la tua schiena, ma in particolar modo, cerca di assumere una corretta postura dinanzi al computer, durante il tuo quotidiano lavorativo.
In palestra oppure anche a casa per chi pigramente dichiara di non aver tempo libero, sono disponibili molte “opzioni” per praticare un’attività sportiva adatta al tuo problema Marco e, contrariamente a quanto veniva consigliato in passato, è essenziale muoversi e limitare le posizioni statiche per migliorare o prevenire complicanze, una buona muscolare è una garanzia protettiva basilare e fondamentale. Ecco alcune attività adatte per alleviare o prevenire il mal di schiena:
- Nuoto: ideale per sviluppare e tonificare la schiena. L’immersione in acqua, infatti, permette di far lavorare dolcemente tutta la muscolatura sollevando le articolazioni dal peso del corpo. Favorisci “il dorso” Marco, perché in questo caso lavorano maggiormente i muscoli della schiena, favorendo un vigoroso sviluppo muscolare e correggendo la curvatura della schiena.
- Pilates: una tecnica che combina il bodybuilding con il rilassamento. Rafforza la schiena correggendo le cattive posture, mirando a riportare il corpo in un allineamento ottimale. Attraverso vari esercizi, il Pilates allunga i muscoli e riduce la tensione. Vera coesione di corpo e mente, quest’attività è ideale per eliminare anche lo stress.
- Yoga: utile per alleviare il mal di schiena rilassando i muscoli che circondano la colonna vertebrale. Credimi Marco, poche sedute settimanali regolari sono sufficienti per allentare la tensione rafforzando i muscoli della schiena.
- Camminare: si, anche il semplice camminare è un’attività pura e sana, per alleviare il mal di schiena e senza esborsi in pecunia. Anche solo 30 minuti al giorno, purché regolari e costanti, sono sufficienti a tale intento. Attenzione però a non camminare troppo velocemente su sentieri sconnessi. Il mal di schiena è spesso legato alla mancanza di una regolare attività fisica dovuta ad insufficiente forza muscolare.
- Stretching: Una più accurata spiegazione vorrei dedicare allo Stretching originariamente pensata per facilitare il recupero di atleti di alto livello, questa tecnica corporea, sviluppata oltre 50 anni fa, consiste in posture statiche mirate per mobilizzare e sviluppare i muscoli più “profondi” della schiena quelli a parole povere, su cui lavoriamo troppo raramente, associando allungamenti progressivi e contrazioni muscolari.
Marco vediamo insieme qualche facile esercizio da eseguire stazionando comodamente fra le mura domestiche.
- Sdraiati sulla schiena, tieni un ginocchio verso i pettorali con entrambe le mani, il piede flesso a martello. Usa questo punto fisso (piede-ginocchio) per allungare la schiena, abbassare le spalle, stringere le scapole ed estendere il torace in avanti. Ripeti 8 volte 4+4 cambiando gamba alternativamente.
Quale effetto? Un lavoro di tonificazione e rlassamento dei muscoli della schiena. - Seduto con le gambe unite, inclina gradualmente la schiena sulle gambe, spalle e braccia molto rilassate. Per evitare la tensione dietro le cosce, puoi flettere leggermente le gambe. Mantieni la posizione completa contando sino a 4, ripeti 8 volte.
Quale effetto? Massimo relax ed allungamento. - Seduto con le gambe divaricate, inclina gradualmente la schiena a terra, spalle e braccia molto rilassate. Per evitare la tensione dietro le cosce, puoi flettere leggermente le gambe. Mantieni la posizione completa contando sino a 4, ripeti 8 volte.
Quale effetto? Prendiamo coscienza delle zone rilassate e contratte, che gradualmente rilascia le tensioni e lascia fluire l’energia. - Sdraiati sulla schiena, ginocchia piegate strette una contro l’altra, braccia aperte con il palmo delle mani rivolto al pavimento. Inclina le ginocchia da un lato ruotando la testa dal lato opposto. Rimani in questa posizione contando fino ad 8. Esegui lo stesso movimento al lato opposto. Ripeti 8 volte, 4+4.
Quale effetto? Importante lavoro degli addominali, flessibilità dei fianchi.
ATTENZIONE, desidero sottolineare che in caso di Ernia del Disco o di una Spondiloartropatia, questo esercizio del punto 4 o qualsiasi eventuale movimento di torsione deve essere assolutamente vietato. - Sdraiati sulla schiena, fletti un ginocchio verso i pettorali, tenendolo con entrambe le mani, il piede flesso a martello. Usa questo punto fisso (piede-ginocchio) per allungare la schiena, abbassare le spalle, stringere le scapole ed estendere il torace in avanti. Ripeti 8 volte 4+4 cambiando gamba alternativamente, inspirando ed espirando in totale relax.
Quale effetto? Un lavoro di tonificazione e rilassamento dei muscoli.
Come avrai notato Marco, è quindi essenziale costruirsi una schiena forte “mattone dopo mattone”. Agendo ed impegnandoti adesso, significherà pensare sagacemente al tuo domani, preservando così la tua fondamentale autonomia incondizionata, senza vincoli di alcun tipo di afflizione. Non esitare nel ricontattarmi in futuro per conoscere gli aggiornamenti del tuo stato. Saluto te e tutti gli amabili nostri Lettori, augurando una meravigliosa domenica.
Questa volta anch’io come generalmente tutta l’équipe realizza a fine articolo, oggi oso offrirvi una frase al termine del mio testo:
“Piger ipse sibi obstat.” Il pigro si ostacola da solo. (Lucio Anneo Seneca)
Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it
Salute e Benessere
Smog, Consulcesi: “Fare di più per raggiungere...
'Milano si conferma prima città italiana a chiedere misure più incisive per ridurre l'inquinamento atmosferico'
"E' necessario fare di più per ridurre l'inquinamento atmosferico, puntando a raggiungere almeno i nuovi limiti Ue, senza ricorrere alle possibili deroghe contemplate nella nuova normativa". E' il commento dei legali Consulcesi, il network europeo promotore dell'azione collettiva 'Aria Pulita', al nuovo piano Milano Futura Ora. Dal capoluogo lombardo e non solo continuano a giungere richieste di informazione sull'azione collettiva volta a difendere il diritto alla salute e a vivere in un ambiente sano dei residenti in Italia lanciata lo scorso giugno da Consulcesi, ricorda il gruppo. "Sempre più cittadini preoccupati che vivono a Milano chiedono misure più incisive per l'inquinamento dell'aria e decidono di unirsi alla nostra iniziativa", riferisce Bruno Borin, a capo del team legale Consulcesi.
Solo da inizio anno - riporta una nota - con circa 135mila persone che hanno mostrato interesse all'azione collettiva, su oltre 180mila giunte complessivamente dalla regione, Milano si conferma apripista nella battaglia contro l'inquinamento atmosferico. "Non solo, Milano - evidenzia Borin - è anche la prima città in cui è stata depositata l'iscrizione a ruolo della prima azione collettiva per violazione dei limiti di Pm10 e di NO2. Ora il giudizio è pendente dinanzi al tribunale di Milano e siamo in attesa dell'esito della prima udienza". Il nuovo piano sulla mobilità e sulla qualità dell'aria per Milano è "certamente un passo importante verso una città più verde e sicura - dichiara Borin - Tuttavia, è necessario inseguire gli obiettivi Oms, abbandonando l'idea di ricorrere alle possibili deroghe contenute nella nuova direttiva europea, come più volte e da più parti auspicato per il bacino padano. Qualunque ulteriore ritardo nel raggiungimento degli obiettivi sulla qualità dell'aria 2030, si traduce in altre migliaia di morti e malati che possono e devono essere evitati".
Secondo le stime dell'European environmental bureau (Eeb) - si legge nella nota - l'applicazione delle deroghe previste dalla nuova direttiva Ue sulla qualità dell'aria, che permetterebbe a Regioni quali Veneto, Piemonte e Lombardia di spostare al 2040 il raggiungimento dei livelli di inquinamento atmosferico, potrebbe causare circa 120mila morti premature in più nel nostro Paese.
I dati su Milano, come sul resto della Pianura Padana, affermano i legali Consulcesi, mostrano una situazione critica che perdura ormai da anni, continuando ad esporre la popolazione a significativi rischi per la salute. Nel nostro Paese milioni di persone si vedono ancora negato il diritto alla salute, riconosciuto a livello internazionale, nazionale e regionale. Lo ha confermato in passato anche la Corte Ue, richiamando e poi condannando l'Italia per aver superato i limiti dei valori di Pm10 e NO2 nell'aria, danneggiando l'ambiente e mettendo a rischio la salute dei cittadini.
Secondo Consulcesi, oltre 40 milioni di persone, su un totale di 3.384 Comuni italiani, hanno respirato e continuano a respirare aria avvelenata da concentrazioni elevate di particelle inquinanti, come il particolato atmosferico (Pm10) e il biossido d'azoto (NO2), e per questo potrebbero aderire all'azione collettiva per richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni. Per aderire basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all'azione legale, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.
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Covid, aumenta rischio cardiovascolare nei 3 anni dopo...
Lo studio condotto dall'Irccs San Raffaele in collaborazione con La Sapienza e Federico II
L'aumento del rischio cardiovascolare che si registra per i pazienti Covid-19 potrebbe non essere limitato alla fase acuta dell'infezione, ma estendersi nel tempo, almeno per 3 anni. Sono questi i risultati dello studio, pubblicato su 'Cardiovascular Research', condotto dai ricercatori dell'Irccs San Raffaele di Roma in collaborazione con colleghi delle università di Roma Sapienza e Federico II di Napoli. L'indagine è stata realizzata su un campione di circa 229mila pazienti, tra cui circa 32mila che hanno avuto una diagnosi molecolare di Covid-19, in una regione - la Campania - a rischio cardiovascolare moderato secondo la classificazione europea Score.
Rischio infarto e ictus
Diversi studi, su un numero limitato di persone ospedalizzate, hanno dimostrato che l'infezione da Sars-CoV-2 è molto spesso associata allo sviluppo di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari. L'importanza di questo nuovo lavoro sta nel fatto che prende in esame una popolazione reale di grandi dimensioni. Coinvolge infatti persone provenienti da un database dei medici di medicina generale della Asl 1 di Napoli, seguite per 3 anni, durante la pandemia nel periodo 2020-22, e confrontate con una popolazione pre-pandemia derivata dallo stesso database nel periodo 2017-19. "I risultati hanno dimostrato che il gruppo infettato dal virus ha avuto circa il doppio dei casi di infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e miopericarditi", ha spiegato Massimo Volpe, responsabile del Centro per la diagnosi e cura dell'ipertensione arteriosa e delle complicanze cardiovascolari del San Raffaele, tra i firmatari dello studio.
Un rischio aumentato, insomma, che "nella popolazione colpita dal virus pandemico si protrae per almeno 3 anni. La rilevante ricaduta clinica e sociale impone quindi un'attenzione particolare nei confronti dei soggetti colpiti dal Covid-19 che devono essere seguiti nel tempo, per il possibile sviluppo di malattie cardiovascolari", ha aggiunto Volpe. I ricercatori, in base ai risultati dello studio, invitano quindi alla pianificazione di un follow-up più lungo per i pazienti con Covid-19, per prevenire e gestire tempestivamente possibili eventi cardiovascolari e cerebrovascolari gravi.
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Ospedale del futuro, Petralia (Fiaso): “Con...
Al congresso Aiic, 'digitalizzazione e Ai per una presa in cura unitaria'
Il futuro dei nostri ospedali "parte qui e ora, da ciascuno di noi che ci aspettiamo di essere presi in cura, prima ancora che essere curati. Gli ospedali non sono stati sempre soltanto luoghi di auspicabile guarigione, di cura di malattie, ma sono nati come luoghi di accoglienza, di ospitalità per viandanti e pellegrini. Con l'avanzare della tecnologia e della scienza sono diventati percorsi, spazi, prospettive di presa in carico e di cura", e in questo "un ruolo importante è giocato dalla digitalizzazione e dall'intelligenza artificiale". Così Paolo Petralia, vicepresidente vicario Fiaso e direttore generale Asl 4 Liguria, questa mattina a Roma, ha descritto l'evoluzione dell'assistenza ospedaliera al Convegno nazionale dell'Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic) in corso nella Capitale fino a sabato.
Si tratta di "un modello di ospedale che sempre di più va verso il territorio - continua Petralia - e di territorio che va verso l'ospedale in una logica di circolarità e non di esclusività", che supera il concetto di "integrazione ospedale-territorio. Abbiamo bisogno di parlare di un percorso per le persone, di una presa in cura unitaria e che vada dall'ospedale al setting assistenziale intermedio e al domicilio, in una logica di continuità di assistenza e cura". Oltre ad essere un luogo "bello", nell'ospedale del futuro "non si è costretti a dover condividere la camera con altre persone e, grazie alla tecnologia", ci sarà "la virtualizzazione dei posti letto - spiega l'esperto - e non sarà più necessario dover dormire in ospedale per essere curati" perché, con la condivisione dei dati, "l'assistenza sarà fornita al bisogno, a domicilio". A livello tecnologico, "l'intelligenza artificiale potrà affiancare e sostenere gli operatori, ma anche i pazienti nell'esperienza di permanenza in ospedale per ottenere risposte che sono avanzate dal punto di vista dei contenuti clinici, ma anche sostenibili e gradevoli dal punto di vista della modalità con cui vengono erogati".
A fronte di un patrimonio edilizio ospedaliero spesso obsoleto, "possiamo immaginare, nel tempo, di riuscire" a lavorare per trasformare gli edifici attuali in "building adeguati in termini di struttura - conclude Petralia - che risparmino energia, che siano green, automatizzati, efficienti dal punto di vista dei percorsi, ma anche degli spostamenti, in una logica che dal monoblocco ritorna a padiglioni piccoli, immersi nel verde, capaci di essere flessibili nel loro utilizzo, come la pandemia ci ha insegnato".