Connect with us

Published

on





Il medico risponde: Mancanza di respiro, la Dispnea

“Il Medico risponde”

Mancanza di respiro, la Dispnea

DOMANDA

Dottore buonasera, lei molto bravo veramente bravissimo e gentilissimo.Io mi sentire male perchè o problema di difficoltà a respirare cualche volta,si cualche volta o mancanza di respiro di aria di fiato,come si chiama dipnea insomma mi pare che a detto la amica mia, che così chiama cuesta malattia e non so se scritto bene io la parola. Mi dice cualche cosa anche lei?Molte cose tutto perfavore, non sento tanto bene e tiste per cuesta malattia dipnea di respiro. Grazie veramente tanto e molto gentile e preciso lei,ok allora aspetto di leggere io, ok.Grazie felice serata dottore a lei e tuutta sua famiglia gentile.
Yelena Bogolyubova

RISPOSTA

A cura del Dr. Ferdinando Martinez

ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo  informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente  intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."

Salve Yelena, grazie a lei per la sua gentilezza nei miei confronti ne sono lusingato. Certo, mi accingo subito a darle delucidazioni inerenti alla sua interessantissima questione.

La mancanza di respiro, chiamata dispnea, indica, ahimè, spiacevoli difficoltà respiratorie.
Questa sensazione soggettiva, come il dolore, a volte è difficile da quantificare e spesso è necessario ricorrere ai test di funzionalità respiratoria (FR), test che misurano il respiro.

La respirazione, come il battito del cuore, avviene senza esserne consapevoli, è un automatismo. Non appena ogni movimento respiratorio diventa uno sforzo, la sensazione di disagio si instaura e la respirazione diventa difficoltosa. È questo disturbo respiratorio che si chiama dispnea, è collegato a un’anomalia nella catena di trasporto dell’ossigeno dalla bocca alle cellule muscolari. Molte situazioni patologiche (insufficienza respiratoria o cardiaca, anemia, diabete…) o non patologiche (sovrappeso, stile di vita sedentario…) possono essere la causa.

La dispnea è un sintomo (come tosse, dolore…), non è quindi una malattia in sé, ma il segnale di una disfunzione in uno o più degli elementi che consentono il trasporto dell’ossigeno dalla bocca alle cellule muscolari: apparato respiratorio, pompa cardiaca, apparato muscoli circolatori e infine periferici.

È importante differenziare una dispnea acuta che testimonia sempre una patologia in evoluzione, da una dispnea vecchia che accompagna o una malattia cronica progredita gradualmente nel corso di diversi anni, o semplicemente uno stile di vita sedentario con un decondizionamento che finisce per interferire con la minima attività fisica.

La sensazione di essere senza fiato si manifesta in modo molto diverso da un individuo all’altro, a seconda della sua età, della sua attività fisica abituale, delle proprie esigenze, insomma del proprio stile di vita. Sentirsi a corto di fiato dopo aver scalato una montagna non ha lo stesso significato che se questa mancanza di fiato si manifestasse per sforzi così minimi come quelli della vita quotidiana (vestirsi, pettinarsi, mangiare …). Allo stesso modo, non essere più in grado di correre o ballare non avrà le stesse ripercussioni a 20 o 70 anni! È quindi un sintomo che pone il problema del limite tra normale e patologico.

Yelena, prima di definire qualsiasi dispnea, è essenziale una valutazione minima.
I risultati sono prima clinici e poi biologici, respiratori e cardiovascolari.
A seconda dei risultati, il medico può ordinare esami aggiuntivi più complessi.
Dovrebbe parlare con il suo medico dell’età dei sintomi (la dispnea acuta richiede una diagnosi rapida) della loro modalità di insorgenza, dei fattori scatenanti (posizione, sforzi …)e dei segni di accompagnamento (dolore, espettorato, palpitazioni. ..).

Il suo medico eseguirà un’auscultazione e talvolta chiederà ulteriori esami a seconda dei sintomi associati e dell’esame clinico:

  • elettrocardiogramma, ecocardiografia
  • radiografia dei polmoni, analisi del sangue
  • esplorazioni funzionali respiratorie
  • scanner, risonanza magnetica
  • fibroscopia bronchiale
Ma quali sono i fattori aggravanti?

Stile di vita (stile di vita sedentario), morfologia (obesità, magrezza), profilo psicologico (ansia, depressione), situazioni patologiche (anemia, diabete, malattie della tiroide, ecc.) Possono essere causa di dispnea o peggiorare le cose.

Sovrappeso e obesità

In alcuni casi, la valutazione medica, per quanto completa possa essere, non trova una specifica causa soddisfacente per spiegare la dispnea oltre al sovrappeso.
La dispnea legata al sovrappeso è già spiegata, chiaramente, dal fatto che, per ogni movimento, la massa da mobilitare è maggiore della media. È come se camminassimo costantemente con uno zaino pieno di 10, 20, 30 kg o più, in ogni momento della nostra vita quotidiana. Molto rapidamente, lo sforzo fisico diventa doloroso e le persone obese spontaneamente adotteranno uno stile di vita sempre più sedentario, che modificherà il loro funzionamento muscolare e porterà al decondizionamento, a sua volta fonte di aggravamento della dispnea.

Ma oltre a questi fenomeni, ci sono anche nella persona in sovrappeso cambiamenti nella meccanica ventilatoria. Il sovraccarico addominale, in particolare, interferirà con il buon funzionamento del diaframma, muscolo fondamentale per l’ispirazione. Se il diaframma è ostacolato nella sua mobilità, la respirazione diventerà difficile e causerà dispnea.
Infine, lo scambio di ossigeno e anidride carbonica è meno facilitato nelle persone in sovrappeso. Le persone obese producono più anidride carbonica da metabolismo ossidativo rispetto agli individui con peso normale.

Inattività fisica

Lo stile di vita sedentario è senza dubbio la causa più comune di dispnea senza una vera causa medica conclamata. Il semplice fatto di non avere un’attività fisica regolare può essere responsabile di quello che viene chiamato decondizionamento e che viene considerato dai fisiologi, come una vera e propria malattia muscolare, caratterizzata da una diminuzione quantitativa e qualitativa delle fibre muscolari. Questo decondizionamento si trova spesso anche associato a malattie croniche (respiratorie, cardiovascolari, diabete…). Ancora una volta, rendersi conto del valore di un esercizio fisico regolare può migliorare rapidamente la dispnea.

Sindrome da apnea notturna

Una sindrome da apnea notturna altera la qualità del sonno e porta a sonnolenza diurna, limitando ulteriormente l’attività fisica e mentale, spesso, una scarsa ossigenazione del sangue. Perdere peso e tornare a una regolare attività fisica di resistenza può, spesso, migliorare la dispnea.

Cause cardiache?

La dispnea è molto comune nelle malattie cardiache e talvolta è difficile determinare la parte del cuore e dei polmoni.
Cuore e polmoni sono strettamente collegati, sia anatomicamente che funzionalmente.
Il cuore è classicamente assimilato a una pompa, il cui scopo è spingere il sangue negli angoli più piccoli del corpo grazie alle arterie e alle arteriole. Il sangue trasporta ossigeno, che è il principale carburante per muscoli e organi.
L’uso dell’ossigeno produce anidride carbonica che viene trasportata ai polmoni, che purifica il sangue da questa anidride carbonica e lo arricchisce ad ogni respiro in ossigeno in modo che il ciclo possa ricominciare.

I polmoni e il sistema cardiovascolare partecipano quindi in modo intricato al trasporto dell’ossigeno per consentire la respirazione cellulare.

Quando il cuore non funziona bene a causa di valvole cardiache anormali o insufficienza cardiaca, la debolezza del cuore e le variazioni di pressione nei vasi influenzeranno i polmoni e interferiranno con la respirazione. L’angina pectoris e il suo dolore da sforzo possono essere accompagnati da dispnea.

Per quanto riguarda l’infarto miocardico, che di solito è accompagnato da dolore e senso di costrizione toracica, la dispnea è acuta e si manifesta in un contesto di emergenza.

Possono essere coinvolti anche ipertensione arteriosa quando è datata e incontrollata, disturbi del ritmo cardiaco, fibrillazione atriale “quando il cuore “batte” in testa”…

Cause polmonari?

Qualsiasi malattia respiratoria può essere causa di anormale mancanza di respiro, che è tanto più difficile perché la patologia diviene cronica.
Il polmone è un organo “elastico” che si gonfia e si sgonfia facilmente. Se questa libertà di movimento è ostacolata da un’ostruzione dei bronchi o da una perdita di elasticità polmonare, la respirazione richiederà uno sforzo anormale, mal percepito dal paziente. Problemi di scambi gassosi negli alveoli, debolezza muscolare, esperienza emotiva, accentueranno la sensazione di mancanza di respiro.

Ci sono molte affezioni respiratorie, che colpiscono i bronchi, i polmoni, la pleura o la gabbia toracica, che possono progredire fino alla cronicità: asma, bronchite cronica, enfisema…
Questa progressione verso la cronicità (al contrario delle malattie acute che guariscono) può portare a insufficienza respiratoria cronica. In questo caso i polmoni non sono più in grado di assicurare il loro lavoro di ossigenazione del sangue, prima per sforzi significativi, poi per esercizi sempre meno intensi, finché questa insufficienza si manifesta anche al riposo.

Qualunque sia la malattia respiratoria iniziale, la dispnea che provoca porterà il paziente ad adattare il proprio stile di vita ed a limitare inizialmente sforzi significativi. Più la patologia progredirà, più la dispnea diventerà importante e più gli sforzi saranno limitati, fino a quando la mancanza di respiro apparirà anche a riposo.

Questa spirale infernale porterà ad una modificazione del funzionamento dei muscoli e del loro metabolismo (vale a dire delle reazioni chimiche che accompagnano la contrazione muscolare). Questo è chiamato decondizionamento responsabile a sua volta dell’aumento della dispnea. La graduale ripresa dell’attività fisica, sotto stretto controllo medico, può portare gradualmente ad un miglioramento della dispnea, indipendentemente ma parallelamente al trattamento dell’affezione respiratoria.

Accanto a queste patologie croniche, le situazioni acute possono essere accompagnate anche da dispnea, che è tanto più intensa e difficile da sopportare perché, improvvisamente, si stabiliscono in un soggetto che in precedenza aveva una vita perfettamente normale. Generalmente, queste dispnee acute sono accompagnate da altri segni: dolore toracico, tosse, ipertermia, senso di oppressione… Molte condizioni possono essere responsabili: asma in piena crisi, distacco della pleura (pneumotorace), infiammazione della pleura (pleurite ) o malattie infettive (polmonite). Anche l’embolia polmonare è una causa comune di dispnea improvvisa.

Quale trattamento?

Il trattamento della dispnea implica ovviamente la presa in carico della sua causa scatenante.
Nel contesto delle patologie croniche, la lenta riabilitazione proiettata verso l’attività fisica stabilisce una fase importante. La graduale ripresa dell’attività di resistenza migliora aiuta positivamente la dispnea.

Nel contesto delle patologie croniche, il concetto di trattamento di base è essenziale e spesso difficile da accettare. L’assunzione di farmaci tutto l’anno è spesso percepita come un vincolo, soprattutto perché alcuni farmaci hanno effetto solo dopo diversi giorni, settimane o addirittura dopo numerosi mesi di trattamento!
In ogni caso, questa assunzione regolare di farmaci è spesso l’unica valida ed efficace garanzia per stabilizzare ed equilibrare la patologia cronica.

Come con qualsiasi sintomo, il miglioramento della dispnea è un buon riflesso di un perfetto equilibrio. Spesso, purtroppo, nonostante un trattamento ben bilanciato, la dispnea persiste. Tende, infatti, a portare ad una limitazione dell’attività fisica del paziente. Questa diminuzione della normale funzionalità fisica indurrà di per sé cambiamenti nell’attività enzimatica muscolare e peggiorerà la dispnea. Esiste quindi un altro modo per gestire la dispnea, oltre a qualsiasi farmaco: la fondamentale riabilitazione cardio-respiratoria.
Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si tratta di tutte le attività necessarie per garantire ai pazienti una condizione fisica, mentale e sociale ottimale, consentendo loro di occupare un posto il più normale possibile nella società.
I programmi di supporto includono l’ottimizzazione delle cure mediche, la cessazione del fumo, la riqualificazione dell’esercizio fisico, l’educazione terapeutica, la fisioterapia, la dieta, il supporto psicologico e sociale.

Quali essenziali informazioni possono facilitare l’incontro con il Medico?

Yelena si ricordi che, per facilitare la consultazione con il suo medico curante o specialista, non dimentichi nulla per ottimizzare il suo colloquio, mi permetto di suggerirle una chicca, dei consigli da adottare scrupolosamente che saranno molto utili e fondamentali al suo medico per una corretta diagnosi. Si prepari quindi, annoti le risposte sincere ed oculate alle seguenti importanti domande e si rechi al più presto possibile dal suo medico di famiglia o specialista di fiducia, lo faccia con sollecitudine, non perda ulteriore tempo inutile, la salute è sacra.

  • Yelena, da quanto tempo ha il cosiddetto fiato corto?
  • Quando si manifesta il suo respiro affannoso: a riposo, sotto sforzo, a digiuno, dopo aver ingerito del cibo, durante qualsiasi lavoro della vita quotidiana, mentre effettua esercizi fisici intensi o non?
  • La posizione che assume, influenza la sua mancanza di respiro? Riscontra d’essere più senza fiato quando va a letto? Deve dormire mezza seduta o con più cuscini per provare sollievo? Deve alzarsi stando in totale posizione eretta più volte durante la notte per prendere fiato?
  • Sente il ​​suo respiro accelerare o rallentare ?
  • La sua mancanza di respiro è accompagnata da altri segni tipo: tosse, respiro sibilante, forte salivazione, dolore, febbre, stanchezza, mal di testa, senso di soffocamento?
  • Hai difficoltà a prendere aria (inspirare) o, ad espellerla (espirare)?
  • Le è mai stato diagnosticato di soffrire di ipertensione, angina o altre malattie cardiache?
  • Conduce uno stile di vita sedentario o si allena regolarmente?
  • Assume regolarmente farmaci? Se si, quali ?
  • Quali sono la sua altezza ed il suo peso?
Se ha già avuto un consulto medico/specialistico, cosa è successo dall’ultima visita?
  • I sintomi sono migliorati o anzi peggiorati?
  • Annovera nuovi sintomi, quali?
  • Ha seguito correttamente e diligentemente il trattamento consigliatole?
  • Ha seguito i consigli sullo stile di vita che le sono stati consigliati?

Yelena annoti con massimo zelo tutte le risposte e le porti preziosamente con se facendole attentamente visionare, senza indugio, al suo medico di famiglia o specialista di fiducia. Mi tenga aggiornato e non dubiti nel ricontattarmi in futuro.
Le auguro una meravigliosa domenica.

Rumores fuge, ne incipias novus auctor haberi: nam nulli tacuisse nocet, nocet esse locutum…Fuggi le chiacchiere, per non essere reputato un loro fomentatore: a nessuno nuoce aver taciuto, nuoce aver parlato… (Catone il Maggiore)

Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it

Docente di Medicina Clinica e Chirurgia Generale: si occupa principalmente della nostra rubrica “Il medico risponde”, ma anche della creazione di articoli riguardanti il campo della medicina. Tutti gli articoli vanno considerati a scopo esclusivamente informativo.

Cerchi qualcosa in particolare?

Pubblichiamo tantissimi articoli ogni giorno e orientarsi potrebbe risultare complicato.

Usa la barra di ricerca qui sotto per trovare rapidamente ciò che ti interessa. È facile e veloce!

Notizie

Strategie per migliorare la qualità della vita dei pazienti con epilessie rare

Published

on

Garantire una migliore qualità della vita ai soggetti affetti da epilessie rare e alle loro famiglie richiede l’adozione urgente di un quadro normativo capace di integrare le dimensioni sanitarie, sociali e assistenziali in un sistema unico di supporto. Questo tema centrale è stato discusso durante l’incontro intitolato “Oltre l’epilessia: le sfide delle epilessie rare e complesse”, tenutosi a Roma, dove esperti, istituzioni e rappresentanti delle famiglie hanno condiviso riflessioni e proposte per affrontare le difficoltà legate a queste patologie spesso trascurate. L’evento, patrocinato da Fondazione Epilessia Lice e Alleanza Epilessie Rare e Complesse, e sostenuto da Jazz Pharmaceuticals, ha evidenziato le criticità che i pazienti affrontano quotidianamente nel contesto di un sistema sanitario nazionale ancora poco preparato.

La partecipazione di una rappresentanza politica trasversale, inclusi l’onorevole Boschi e i senatori Lorenzin, Zullo e Ternullo, ha sottolineato il interesse bipartisan verso la problematica. Inoltre, i contributi del senatore De Poli, della vicepresidente Ronzulli e del ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, hanno ribadito l’importanza di affrontare le sfide poste dalle epilessie rare sul piano medico, sociale, educativo e psicologico. Locatelli ha sottolineato la necessità di collaborazioni sinergiche tra istituzioni, comunità scientifica, associazioni e famiglie, per garantire un pieno accesso alle cure, politiche di sostegno adeguate e una maggiore inclusione sociale per le persone con disabilità.

Le epilessie rare rappresentano un insieme di condizioni patologiche complesse, spesso caratterizzate da crisi epilettiche farmaco-resistenti, che si accompagnano a disturbi cognitivi, neurologici e psichiatrici. Queste patologie, che si manifestano principalmente in età pediatrica, richiedono una gestione sanitaria multidisciplinare, prolungata anche nell’età adulta. Tuttavia, uno dei principali ostacoli è la difficile transizione dal trattamento pediatrico a quello per adulti. Attualmente, il tema delle epilessie rare e farmaco-resistenti è oggetto di discussione in Senato, dove diverse proposte di legge mirano a migliorare la diagnosi e la tutela della salute. L’approvazione di tali normative potrebbe rappresentare un passo significativo verso l’adozione di misure più efficaci, inclusa la formazione degli operatori e il potenziamento dell’assistenza.

Secondo Oriano Mecarelli, presidente della Fondazione Epilessia Lice, una diagnosi tempestiva, associata a un supporto continuo durante tutto il percorso di vita del paziente, è essenziale per migliorare la qualità della vita sia dei pazienti che delle loro famiglie. Mecarelli ha evidenziato la necessità di un approccio integrato, che garantisca un’assistenza personalizzata e affronti in modo efficace la delicata transizione dall’età pediatrica a quella adulta. Tale transizione richiede una rivalutazione della diagnosi e dei trattamenti terapeutici, spesso fonte di disagi e ritardi. Inoltre, ha sottolineato le difficoltà di accesso alle tecnologie diagnostiche avanzate e alle terapie innovative, che risultano maggiormente disponibili nei grandi centri urbani rispetto alle aree periferiche, incentivando così la migrazione sanitaria. Mecarelli ha ribadito l’importanza di sostenere la ricerca scientifica nel campo delle epilessie rare attraverso il potenziamento delle strutture nazionali e il collegamento con le Reti di riferimento europee (Ern).

Laura Tassi, past president di Lice, ha sottolineato l’urgenza di sviluppare linee guida specifiche per i casi di farmaco-resistenza, promuovendo un approccio integrato e garantendo continuità assistenziale, soprattutto durante la transizione dall’infanzia all’età adulta. Secondo Tassi, è indispensabile implementare percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali (Pdta) che accompagnino i pazienti sin dalla diagnosi pediatrica. Nei casi di epilessie rare e complesse, l’approccio deve coinvolgere una multidisciplinarità di specialisti, tra cui neurologi, psicologi, logopedisti, neuroradiologi e fisiatri, al fine di gestire non solo le crisi epilettiche, ma anche i disturbi del neurosviluppo e le eventuali patologie multiorgano.

Flavio Villani, vicepresidente Lice, ha posto l’accento sulla necessità di costruire una rete capillare e integrata di centri specializzati, strutturati secondo criteri di qualità rigorosi per garantire diagnosi e trattamenti tempestivi e affidabili. Villani ha evidenziato la disomogeneità territoriale nell’accesso alle cure e la necessità di riconoscere le epilessie rare nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Ogni regione dovrebbe disporre di centri di riferimento che coordinino i servizi sanitari locali e collaborino con gli enti del terzo settore, fornendo anche assistenza complementare come riabilitazione, formazione e supporto psicologico.

Isabella Brambilla, presidente dell’Alleanza Epilessie Rare e Complesse, ha evidenziato il ruolo essenziale dei caregiver, spesso familiari, che affrontano enormi difficoltà nella gestione quotidiana delle patologie. La cronicità e la varietà delle manifestazioni cliniche delle epilessie rare richiedono un intervento coordinato di specialisti diversi e l’adozione di percorsi multidisciplinari condivisi, sia per l’età pediatrica che adulta. Brambilla ha sottolineato l’importanza di un quadro legislativo chiaro per garantire cure adeguate e supporto ai caregiver, pilastri fondamentali nella vita dei pazienti.

Durante il dibattito si è discusso anche delle proposte di legge bipartisan attualmente in corso, che includono l’istituzione dell’Osservatorio Nazionale Permanente sull’Epilessia (Onpe). Questo emendamento, approvato in commissione al Senato, rappresenta un importante progresso per assicurare maggiore attenzione e risorse dedicate alle epilessie rare. L’Osservatorio, con sede presso il Ministero della Salute, avrà il compito di rafforzare la tutela dei pazienti, migliorando l’accesso alle prestazioni di prevenzione, diagnosi e cura, oltre che agli interventi assistenziali per le fragilità correlate.

Continue Reading

Notizie

Dialoghi con Mister Parkinson: un viaggio attraverso la complessità della malattia

Published

on

È stato definito un essere detestabile, Mister Parkinson, capace di invadere il corpo con i suoi effetti speciali, come racconta il giornalista Vincenzo Mollica. Per molti, tra cui una persona su tre che ha ricevuto questa diagnosi, è un infiltrato pronto a sconvolgere la quotidianità. Sorprendentemente, però, il tremore, che si associa comunemente al Parkinson, non è sempre un sintomo distintivo: metà dei pazienti non lo manifesta o lo sperimenta solo sporadicamente. Inoltre, per il 58% dei malati, il tremore non rappresenta il sintomo più fastidioso, né il più imbarazzante per il 50% di loro.

Attraverso il documentario Dialoghi con Mr. Parkinson, realizzato in occasione della Giornata Mondiale del Parkinson dell’11 aprile dalla Confederazione Parkinson Italia con il supporto di Zambon, si svela la vera natura di questa malattia neurodegenerativa multiforme. Un disturbo che colpisce oltre 300.000 italiani con una varietà di sintomi, più di 40, che si combinano in modo diverso per ogni individuo. Secondo l’indagine Parkinson: uno, nessuno e centomila, condotta su oltre 500 pazienti e caregiver, il Parkinson ha un impatto significativo sul quotidiano per più di una persona su due. I ritmi rallentano (67%), i movimenti diventano difficoltosi (59%) e la stanchezza spesso risulta invalidante (54%). Inoltre, il tempo libero, i viaggi (53%) e persino l’ambito lavorativo (23%) ne risentono profondamente.

Il documentario, trasmesso in prima visione il 12 aprile alle 13:45 su La7d e successivamente disponibile online sui canali della Confederazione Parkinson Italia, personifica la malattia e la mette in dialogo con tre pazienti, un medico e una caregiver. Nel corso delle conversazioni, Mister Parkinson, inizialmente rappresentato in maniera cinica e irridente, si trasforma in un intruso meno ostile, rivelando persino una certa ammirazione per le storie di coraggio di Giangi, Valentina e Roberto. Tocca con mano l’amore incondizionato di Rossana per suo marito Alberto e riconosce l’impegno clinico del professor Paolo Calabresi. Vincenzo Mollica, inoltre, gli dedica una lettera speciale: “Detestabile Mister Parkinson. Inizio così questa lettera perché lei non merita le tipiche cortesie epistolari, non è né ‘Caro’ né ‘Gentile’. Da quando è entrato nel mio corpaccione e lo abita con tutti i suoi effetti speciali, ho capito una sola cosa: che lei non sparirà mai e che io posso al massimo rallentare la sua presenza. Forse l’unico modo per combatterla è cercare la serenità, non smettere di usare l’arma dell’ironia e avere in tasca sempre qualche sorriso da usare nei momenti più bui.”

Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia, spiega che il documentario è stato concepito per offrire una rappresentazione autentica della malattia e della sua complessità, andando oltre i sintomi più visibili quali tremori e difficoltà motorie. “Abbiamo voluto celebrare la capacità dei pazienti, dei caregiver e della scienza di reagire a questa invadenza“, afferma Milesi.

Secondo Milesi, convivere con il Parkinson somiglia a una partita a scacchi, in cui ogni volta che si crede di aver trovato un equilibrio, un nuovo sintomo scombina i piani. La chiave per affrontarlo risiede nel riconoscere la sua natura e nel trovare un nuovo equilibrio, facendo leva sulle proprie risorse interiori e sul sostegno di chi è vicino.

Come evidenziato dall’indagine, la maggior parte dei pazienti (79%) conosceva poco o nulla del Parkinson prima della diagnosi, e molti non si aspettavano la sua molteplicità di sintomi (63%). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il tremore non è il sintomo più frequente per oltre metà dei pazienti. Altri sintomi, come la lentezza nei movimenti (72%), la rigidità muscolare (62%), le difficoltà nella scrittura (58%) e la perdita di equilibrio (45%), sono invece molto comuni. Inoltre, sintomi non motori come disturbi del sonno (54%), problemi alla voce (50%), dolore (47%), stanchezza (46%) e impatti sull’umore (44%) rappresentano delle sfide quotidiane significative.

Il professor Paolo Calabresi, direttore della Uoc Neurologia al Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs, sottolinea il pesante impatto del Parkinson sulla qualità di vita, dovuto alla sua varietà di manifestazioni motorie e non motorie. Calabresi evidenzia l’importanza di un approccio multidisciplinare e invita i pazienti a coltivare momenti di socialità, a praticare attività fisica leggera, come le camminate aerobiche, e a dedicarsi a passatempi creativi come la danza, il teatro, l’ascolto di musica e la pittura.

Con il numero di casi di Parkinson in rapida crescita, la malattia si conferma come la patologia neurodegenerativa con il più alto incremento degli ultimi 25 anni. Rossella Balsamo, di Zambon Italia e Svizzera, sottolinea l’importanza di una corretta informazione: il 62% dei pazienti ritiene che i propri amici non conoscano completamente il Parkinson, percentuale che sale all’88% quando si parla di estranei. Inoltre, l’84% degli intervistati ritiene essenziale discutere della molteplicità dei sintomi per offrire una visione più realistica della malattia. Balsamo conclude esprimendo soddisfazione per il supporto fornito alla Confederazione Parkinson Italia nella realizzazione del documentario, che per la prima volta porta sugli schermi la complessità della malattia e la forza di chi la affronta, contribuendo a una rappresentazione veritiera.

Continue Reading

Notizie

La circonferenza della vita come indicatore di rischio oncologico negli uomini

Published

on

Le dimensioni corporee e il sovrappeso, tradizionalmente valutati mediante l’indice di massa corporea (BMI), sono da tempo riconosciuti come fattori di rischio per numerosi tipi di tumore. Tuttavia, il ruolo predominante del BMI viene nuovamente messo in discussione. Una recente ricerca, presentata al Congresso europeo sull’obesità (ECO 2025) che si terrà a Malaga, in Spagna, dall’11 al 14 maggio, suggerisce che la circonferenza della vita potrebbe rappresentare un indicatore di rischio più affidabile per gli uomini, ma non per le donne, relativamente ai tumori correlati all’obesità.

Lo studio, pubblicato su The Journal of the National Cancer Institute, è stato condotto da Ming Sun, Josef Fritz e Tanja Stocks dell’Università di Lund di Malmö, in Svezia, insieme ad altri ricercatori. L’analisi si basa su dati relativi a 339.190 individui, raccolti tra il 1981 e il 2019, che includevano valutazioni di BMI e circonferenza della vita. Di questi dati, il 61% è stato misurato oggettivamente, mentre il 39% è stato auto-riportato. L’età media dei partecipanti era di 51,4 anni. Le informazioni sulle diagnosi tumorali derivano dal registro svedese dei tumori e lo studio si concentra sui tumori associati all’obesità, identificati dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).

Tra le neoplasie esaminate figurano tumori dell’esofago (adenocarcinoma), dello stomaco (cardia), del colon, del retto, del fegato, della cistifellea, del pancreas, del seno (postmenopausale), dell’endometrio, dell’ovaio, del carcinoma renale, del meningioma, della tiroide e del mieloma multiplo. I ricercatori hanno calcolato i rischi relativi associati sia al BMI che alla circonferenza della vita, considerando una vasta gamma di fattori, quali età, abitudini al fumo, livello di istruzione, reddito, paese di nascita e stato civile, al fine di ottenere risultati comparabili.

Nel corso di un follow-up mediano di 14 anni, sono stati registrati 18.185 tumori correlati all’obesità. Tra gli uomini, un aumento della circonferenza della vita di circa 11 cm (ad esempio, da 90 cm a 100,8 cm) è risultato associato a un incremento del 25% del rischio di sviluppare tumori correlati all’obesità. In confronto, un aumento del BMI di 3,7 kg/m² (da 24 kg/m² a 27,7 kg/m²) ha mostrato un incremento del rischio pari al 19%. Anche dopo aver considerato il BMI, una circonferenza della vita elevata si è confermata come un fattore di rischio indipendente per i tumori associati all’obesità negli uomini. Questo risultato suggerisce che il grasso addominale rappresenta un rischio specifico, non completamente spiegabile dalle dimensioni corporee complessive misurate dal BMI.

Tra le donne, i dati hanno evidenziato associazioni meno marcate. Sia un aumento della circonferenza della vita di circa 12 cm (da 80,0 cm a 91,8 cm), sia un incremento del BMI di 4,3 kg/m² (da 24 kg/m² a 28,3 kg/m²) si sono associati a un aumento del rischio del 13% per lo sviluppo di tumori correlati all’obesità. In generale, le associazioni tra BMI, circonferenza della vita e rischio di tumore si sono rivelate più deboli nelle donne rispetto agli uomini.

Secondo gli autori, il BMI rappresenta una misura generale delle dimensioni corporee ma non fornisce informazioni sulla distribuzione del grasso. La circonferenza della vita, invece, è un indicatore strettamente correlato al grasso viscerale, che si accumula attorno agli organi interni. Questo tipo di grasso, più metabolicamente attivo, è stato associato a effetti negativi sulla salute, quali resistenza all’insulina, infiammazione e anomalie nei livelli di grassi nel sangue. Pertanto, individui con BMI simili potrebbero avere rischi differenti di sviluppare tumori, a seconda della distribuzione del grasso corporeo.

Per quanto riguarda le differenze di genere, gli uomini tendono ad accumulare più grasso viscerale, mentre le donne accumulano prevalentemente grasso sottocutaneo. Questo spiega perché la circonferenza della vita sia un indicatore più accurato del grasso viscerale negli uomini. Gli esperti suggeriscono che includere la circonferenza dell’anca nei modelli di valutazione del rischio potrebbe fornire ulteriori informazioni, soprattutto nelle donne. La combinazione di queste due misure potrebbe rivelarsi più efficace rispetto all’uso esclusivo della circonferenza della vita.

Gli autori auspicano ulteriori studi che integrino misurazioni più precise dell’adiposità e considerino tutti i potenziali fattori confondenti. Una comprensione più approfondita della relazione tra distribuzione del grasso corporeo e rischio oncologico potrebbe offrire nuove prospettive per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori correlati all’obesità.

Continue Reading

Ultime notizie

Intrattenimento20 minuti ago

Beautiful, trame di mercoledì 26 marzo 2025: Eric nasconde la sua debolezza

Ridge, Brooke e Carter si ritrovano a ragionare sui piani ambiziosi di Eric. Il patriarca Forrester insiste nel lanciare una...

Notizie36 minuti ago

Studio sull’erosione dei principali fiumi italiani: una crisi crescente

Due terzi dei più rilevanti corsi d’acqua in Italia stanno affrontando una grave minaccia di erosione, con arretramenti costieri che...

Notizie37 minuti ago

Arrestato l’architetto Lorenzo Innocenti dopo il tragico omicidio della compagna

Lorenzo Innocenti, un architetto di 37 anni, è stato arrestato in seguito al lungo ricovero presso l’ospedale di Careggi a...

Cronaca37 minuti ago

Appello del Sindaco di Castelbuono: boicottare i prodotti israeliani per promuovere la...

Il sindaco di Castelbuono, Mario Cicero, ha invitato i cittadini del suo comune a boicottare i prodotti israeliani, pubblicando una...

Cultura37 minuti ago

Scoperta straordinaria in Oman: un accampamento neolitico riemerge dal passato

Nel 2024, una campagna di scavi condotta nell’area di Hayy Al-Sarh, vicino alla città di Rustaq in Oman, ha portato...

Notizie37 minuti ago

Strategie per migliorare la qualità della vita dei pazienti con epilessie rare

Garantire una migliore qualità della vita ai soggetti affetti da epilessie rare e alle loro famiglie richiede l’adozione urgente di...

Esteri37 minuti ago

Nuove disposizioni europee sulle patenti di guida

Patente digitale, guida accompagnata a partire dai 17 anni, regolamentazioni più rigide per i neopatentati e criteri rafforzati in materia...

Cronaca37 minuti ago

Fiaccolata a Ostia: un appello per la giustizia e la dignità della comunità

Il Comitato Giustizia X Ostia invita la cittadinanza a partecipare a una fiaccolata che si terrà il 2 aprile alle...

Notizie37 minuti ago

Dialoghi con Mister Parkinson: un viaggio attraverso la complessità della malattia

È stato definito un essere detestabile, Mister Parkinson, capace di invadere il corpo con i suoi effetti speciali, come racconta...

Intrattenimento41 minuti ago

Tempesta d’amore, anticipazioni dal 7 all’11 aprile 2025: legami inaspettati e tensioni...

Sarà una settimana intensa, non possiamo negarvelo. Eppure, siamo convinti che vi sorprenderete quanto noi. Dalle nuove rivelazioni sul fronte...

Intrattenimento54 minuti ago

Un posto al sole, a UPAS Damiano e Viola si giocano tutto con una mossa azzardata: le foto

Siamo rimasti un po’ con il cuore in gola quando abbiamo appreso di quell’invito che potrebbe ribaltare ogni certezza. Voi,...

Intrattenimento1 ora ago

Beautiful, anticipazioni dal 7 al 13 aprile 2025: passione segreta e confessioni inattese

Sapete quel piccolo brivido che ci attraversa quando sentiamo che sta per succedere qualcosa di grosso? Noi lo percepiamo ogni...

Intrattenimento2 ore ago

Il Paradiso delle Signore, nuovi scenari: Odile e Matteo in bilico tra passione e dubbi

Abbiamo annusato un clima di grande fermento dietro le quinte de Il Paradiso delle Signore. Voi sentite già l’elettricità nell’aria?...

Intrattenimento2 ore ago

La Promessa, nuove svolte: le rivelazioni di Curro e l’intrigante arrivo di Matilde

Siamo davvero curiosi, e forse un po’ increduli, di fronte ai risvolti che ci attendono nelle prossime puntate de La...

Intrattenimento2 ore ago

Tradimento, tensioni sconcertanti: il matrimonio che nessuno si aspettava

Ci chiediamo tutti, in fondo, come si possa arrivare a un matrimonio tanto insolito. Eppure, eccoci qui: Behram Dicleli si...

Intrattenimento2 ore ago

Tempesta d’amore, anticipazioni: tumulto e rivalità tra Greta e Alexandra

Noi ci ritroviamo a vivere un momento di grande tensione, un turbinio di emozioni che lascia il segno e vi...

Intrattenimento2 ore ago

Grande Fratello: svolta clamorosa a un passo dal traguardo, Javier Martinez saluta la Casa

Qualcuno di noi ci ha sperato fino all’ultimo, mentre altri erano già pronti a dire addio. Eppure l’uscita di scena...

Intrattenimento3 ore ago

Tempesta d’amore, matrimonio lampo: Eleni e Leander pronti a dirsi sì

Stiamo tutti seguendo con il fiato sospeso ogni singolo colpo di scena. Vi siete ritrovati anche voi a pensare, di...

Intrattenimento3 ore ago

Grande Fratello: tensioni incontenibili e finalisti pronti al rush finale

Siamo sinceri: quando si parla di Grande Fratello, le sorprese non finiscono mai. Ieri, durante la semifinale andata in onda...

Intrattenimento3 ore ago

Helena Prestes vola in finale al Grande Fratello: triple eliminazioni e un ultimo posto...

Ci siamo. Finalmente abbiamo vissuto una serata che ci ha fatto stare con il fiato sospeso, un colpo dietro l’altro....