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Curiosità

Wrapping per moto e auto: tutte le info da conoscere

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Quando si ha in mente di modificare il look della propria moto o della propria auto, una buona soluzione può essere individuata nel wrapping. Si tratta di una procedura piuttosto diffusa tra gli appassionati, che consente di cambiare l’aspetto di un veicolo in maniera semplice e perfino sorprendente. Grazie a questa attività, la carrozzeria – cioè la superficie esterna – di una moto o di un’auto può essere rivestita in maniera parziale o totale, esclusi i vetri. Questo è possibile per mezzo di una pellicola adesiva che è termoformabile, o in alternativa attraverso degli spray ad hoc. Il wrapping dunque non è altro che una tecnica con la quale si può personalizzare l’esterno di un veicolo, senza che ci sia bisogno di rivolgersi a questo scopo a un carrozziere. Nel caso in cui si andasse in carrozzeria, invece, il mezzo dovrebbe essere smontato, il che comporterebbe un trattamento più dispendioso a livello economico, più lungo e soprattutto definitivo.

Come funziona il wrapping

Attraverso il ricorso al wrapping la moto può essere personalizzata con varie tipologie di effetti visivi, di disegni e di colorazioni che di certo non potrebbero essere messi in pratica con una verniciatura classica, a meno di non scegliere procedure complesse e decisamente onerose sul piano economico. Uno dei vantaggi offerti dal wrapping ha a che fare con la possibilità di proteggere la carrozzeria e preservarla nel corso del tempo. Così, l’esterno del veicolo può essere protetto dai sassolini e dai detriti che potrebbero colpirlo quando si circola in strada, ma anche dalla resina che cade dagli alberi o da qualunque altro tipo di residuo. Che si abbia a che fare con un’auto, con un furgone, con una moto o con uno scooter, l’efficacia del wrapping è sempre garantita.

Una procedura reversibile

L’applicazione delle pellicole wrapping non è una soluzione definitiva, ma è sempre e comunque reversibile: questo vuol dire che se un giorno si cambia idea e si decide di rimuovere il rivestimento, lo si può fare senza problemi e, soprattutto, senza che sulla carrozzeria rimangano tracce o residui di colla. La rimozione delle pellicole può essere effettuata con grande facilità; dopodiché il veicolo ritrova lo stesso aspetto di prima. Anche per questo motivo sono molteplici le opzioni di personalizzazione.

L’applicazione delle pellicole

Per quanto la procedura di applicazione delle pellicole non sia troppo complessa, è sempre preferibile delegare questo compito a un professionista formato e competente. È utile tener presente che si può ricorrere al wrapping unicamente quando la carrozzeria è impeccabile, e cioè senza ammaccature, bolle o graffi di qualunque tipo. Infatti, se la pellicola venisse applicata su una superficie con delle imperfezioni o dei difetti, si potrebbero formare delle bolle di aria in grado di compromettere sia l’efficacia che la durata nel tempo del trattamento. Un suggerimento prezioso è quello di non utilizzare il wrapping se la moto o l’auto sono state riverniciate nei sei mesi precedenti; in caso contrario, una rimozione eventuale del wrap potrebbe rivelarsi più impegnativa, e la carrozzeria potrebbe andare incontro a piccoli danni.

A che cosa serve il wrapping

Rivoluzionare l’aspetto estetico del veicolo è solo uno dei motivi per i quali si potrebbe decidere di utilizzare il wrapping: infatti questa procedura può essere impiegata anche con una finalità protettiva. Basti immaginare a quanto siano sollecitate le moto e le vetture che si usano nei fuoristrada, a contatto con i rami, con i cespugli e con i detriti, che possono essere causa di graffi o altri danni. Se si decide di lavare il veicolo, invece, è meglio evitare le lance, che sono eccessivamente aggressive, mentre conviene preferire il lavaggio a mano.

Quanto costa il wrapping

Ma quanto si spende per sottoporre la propria auto o la propria moto al wrapping? Come si può facilmente intuire, il costo cambia in base a molteplici variabili, come per esempio il tipo di materiale che viene impiegato, i tempi di lavorazione e il modello di auto. Per esempio per un tettuccio si spendono circa 350 euro; si possono superare i 2mila euro, invece, per un wrapping completo.

Dove trovare le pellicole wrapping su Internet

Le pellicole per il wrapping possono essere comprate anche online: per esempio sul sito di Vulturbike, che è specializzato nella fornitura di adesivi, grafiche e decalcomanie per le moto dei migliori marchi, come Bmw e Ducati. Ogni giorno i designer di Vulturbike mettono a disposizione nuove soluzioni e proposte sorprendenti, con alti standard di qualità che si traducono in performance ottimali.

Un asso della comunicazione e maestro nelle relazioni con i media, questa figura chiave gestisce con destrezza la nostra strategia di promozione, elevando la visibilità e l’immagine del nostro marchio. Con un occhio sempre attento ai dettagli e una rete di contatti nell’industria dei media, è responsabile di costruire e mantenere relazioni fruttuose con i nostri partner strategici. Il suo tocco esperto nel plasmare la narrativa pubblica è fondamentale per posizionarci come leader nel nostro settore.

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Curiosità

Un videogioco per avere successo deve essere complesso? Non...

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Nel settore dei videogiochi si assiste ad una sorta di dibattito ricorrente, che verte sulla presunta correlazione tra la complessità di un gioco e il suo successo commerciale. Questa discussione nasce dall’errata premessa che complessità faccia sempre rima con qualità. In base a questo assunto teorico, un videogioco (per essere considerato come un top seller) dovrebbe essere necessariamente connotato da un design grafico ricercato e da meccaniche di gioco articolate. Per fortuna, non è così: esistono infatti diversi videogames che, al contrario, piacciono proprio per la loro semplicità.

Quando la semplicità vince sulla complessità

I videogiochi semplici si fanno notare per la loro immediatezza, e la capacità di intrattenere senza richiedere al giocatore un impegno prolungato nel comprendere regole o meccaniche “oscure”. I giochi di questo tipo vengono spesso classificati come “casual games”, e vengono progettati per proporre al player una curva di apprendimento bassissima, in molti casi immediata. In realtà, però, il fatto che si rivolgano ai giocatori casuali non li rende meno validi o meno importanti rispetto ai “fratelli maggiori”.

Un esempio lampante di tale fenomeno lo troviamo nel comparto delle slot digitali, come nel caso di giochi come Sweet Bonanza. Questo gioco piace per la sua ambientazione semplice ma colorata, con i simboli della frutta e i dolci che creano un’atmosfera giocosa e rilassata. Inoltre, essendo un vero e proprio browser game, è possibile giocare online a Sweet Bonanza sui siti di gambling, dunque senza scaricare o installare alcun software. Un altro vantaggio che premia l’immediatezza di questo videogame, e che va ad unirsi alla semplicità delle meccaniche di gioco proposte da questa slot machine telematica.

Ci sono comunque molti altri casi simili a questo. Il mercato, infatti, trabocca di videogiochi facili da approcciare e pensati per godersi semplicemente un momento di relax. Basti ad esempio pensare ai tanti videogames indipendenti (noti come “indie”) reperibili su store come il Playstation Network, gratis o al costo di pochi euro.

Tutto dipende dalla nicchia

Di contro, il mercato del gaming è variegato e non esiste una formula universale per il successo. Il pubblico ha infatti delle aspettative diverse, quando approccia generi differenti. Prendendo in considerazione i giochi di ruolo in prima persona, per esempio, molti giocatori cercano esperienze immersive e tecnicamente impegnative. Skyrim rappresenta l’esempio perfetto da citare, per via del suo mondo quasi infinito e quasi interamente esplorabile, e per il fatto che servono centinaia di ore per completare tutte le missioni secondarie.

Questo dimostra che l’importanza della complessità è relativa, e strettamente legata alla nicchia del mercato di riferimento: ciò che funziona per un pubblico potrebbe non essere altrettanto efficace per un altro, come in fondo accade in ogni ambito videoludico. In certi casi anche un pro player, abituato ai giochi complessi, potrebbe preferire un videogame basico e senza fronzoli, giusto per spezzare la routine e per divertirsi senza impegno. Vale anche per generi come gli sparatutto in prima persona, dato che ne esistono di basici specialmente sugli store per smartphone.

Dunque, sebbene la complessità possa rappresentare un requisito essenziale in determinate nicchie, non è necessariamente un ingrediente fondamentale per il successo di un videogioco.

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Attualità

L’Arte di modellare il tessuto: Luca Giannola e...

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A cura di Pierluigi Panciroli – Foto di Fabrizio Romagnoli, Tonio De Carlo e Axel Blackmar.

Luca Giannola, un talentuoso scultore di abiti e maestro di moulage incrocia la meticolosa maestria artigianale con la creatività e estrosità dell’alta moda. Questa tecnica artigianale prevede la creazione diretta di capi sul manichino o sul corpo.

La sua storia ha inizio dalle affascinanti esperienze nelle botteghe delle zie a Benevento fino alle prestigiose passerelle delle Fashion Week internazionali.

Tra radici famigliari ed uno stile distintivo

Il percorso di Luca è un viaggio intimo che trova radici profonde nelle origini familiari, in particolare nelle preziose lezioni apprese dalle sue zie e dalla madre sarta. Crescendo in questo affascinante mondo, la moda è diventata parte del suo DNA, tanto da influenzare la sua scelta di iscriversi al liceo artistico, dove ha imparato la scultura.

Dopo un periodo a Milano, studiando fashion design e accumulando esperienze come assistente stylist e coordinatore di centri di creazione moda, Luca ha avvertito un crescente avvicinamento all’ambiente della moda. La sua identità di “designer” trova il suo vero sé a Bologna.

Dal moulage alla passerella 

È proprio a Bologna che il suo stile ha preso forma definitiva. Collabora con un noto couturier per abiti da sposa e da vita alle sue prime opere di “moulage“, riportando, così, in vita il suo spirito di studente-scultore. Questa tecnica ha rappresentato un risveglio artistico e un ritorno alle sue radici creative. Con la sua straordinaria maestria, Luca ha aperto nuove prospettive nel campo della moda evidenziando come questa possa trasformare l’abbigliamento in una vera e propria forma d’arte. La sua singolare fusione di tessuti, forme e colori crea una sinfonia visiva senza precedenti.

Questo suo nuovo stile innovativo e distintivo ha attirato l’attenzione di appassionati di moda, stilisti e criticipermettendogli di guadagnarsi un posto di rilievo nell’industria della moda.

Oggi, Luca Giannola si descrive come uno “scultore di abiti”. Il suo approccio unico e la chiarezza della sua identità creativa lo hanno reso una figura rispettata nelle Fashion Week, dove organizza con passione le sue sfilate a Milano e Parigi. 

Il tema del genderfluid trova spazio nelle sue creazioni, sottolineando il suo desiderio di esplorare nuove prospettive e sfide nella moda contemporanea. Luca Giannola è un esempio di come la costruzione di un’identità chiara e autentica possa aprire porte inaspettate e creare connessioni significative nel mondo della moda.

Il suo approccio alla Body Positivity

Luca Giannola, esperto docente di storia e progettazione della moda presso l’Istituto Rubbiani e la Scuola Moda Cesena, ha innovato l’approccio educativo introducendo la sua tecnica di modellare il tessuto. La sua visione è emersa durante le lezioni con le studentesse più giovani, in un periodo spesso delicato dell’adolescenza. Attraverso sperimentazioni creative, ha cercato di esplorare le silhouette femminili reali, coinvolgendo le aspiranti designer nel processo creativo. Queste iniziative hanno affrontato temi sensibili, come i disturbi alimentari, con l’obiettivo di favorire una percezione più sana del proprio corpo.

L’approccio di Giannola, oltre a trasmettere competenze nella progettazione di abiti, promuove una cultura della consapevolezza e del rispetto per la diversità delle forme corporee. Il suo impegno ha ottenuto riconoscimenti anche in ambito medico e scientifico, portandolo a collaborare con Ananke, un network di aiuto per coloro che vivono situazioni difficili legate al cibo.

Estendendo la sua influenza anche a case-famiglia, Giannola ha organizzato incontri leggeri e creativi incentrati su tessuti e drappeggio. La sua iniziativa di uno shooting di moda con le studentesse ha celebrato la bellezza autentica e naturale dei corpi femminili. Un approccio educativo che va oltre la moda e contribuisce alla formazione di individui consapevoli e sicuri di sé.

Nel contesto della Fashion Week, precisamente al Salon desMiroirs nel cuore di Parigi ho avuto l’onore d’incontrare Luca al fine di conoscere meglio un artista unico nel suo genere.

Ciao Luca, grazie per concedermi la possibilità di questa intervista. L’ambiente familiare, nello specifico le zie e la mamma sarta hanno contribuito molto alla tua formazione. In che modo le lezioni apprese e l’ambiente creativo locale hanno influenzato la tua visione artistica, diventando parte integrante del tuo DNA?

Ciao Pierluigi, intanto grazie a te per avermi dato la possibilità di fare questa intervista. Credo che la fortuna di essere nato in una famiglia di creativi, specie riferendomi alle mie zie e mia madre, siastato un terreno base fondamentale, su cui piantare e coltivare tutto ciò che ho imparato “giocando” innanzitutto. Ciò che le zie facevano infatti, lo ricreavo a mio modo sulle bambole delle mie sorelle e da grande ho scoperto che questo non era altro che fare moulage. 

Quali sono i dettagli e gli elementi distintivi della singolare fusione di tessuti, forme e colori nelle tue creazioni che hanno attirato l’attenzione di appassionati di moda, stilisti e critici?

Credo che ogni appassionato di moda, o addetto ai lavori, sia colpito da fattori differenti. C’è chi rimane affascinato dalla comodità dei capi nonostante siano complessi nella struttura, chi dalla fusione dei tessuti a volte in contrasto tra loro, pur risultando idonei nel fondersi, chi del “fatto a mano” in un ‘epoca in cui a volte rischiamo di dimenticarne l’importanza e la bellezza.

In che modo hai integrato il tema del gender fluid nelle tue creazioni e come questo si riflette nella tua volontà di esplorare nuove prospettive nella moda contemporanea?

La mia interazione col gender fluid è davvero una minuscola parte per il momento. Una sfida che mi ha visto coordinatore di una linea realizzata con giovani designer, il che mi ha fatto capire che posso dare spazio ad un tema così attuale ed affascinante, anche nelle mie capsule, poiché i capi scultura a volte possono essere trasversali rispetto alle canoniche silhouette moda, ed in parte essere indossate senza distinzione di genere, ma ho ancora molto da lavorare su questo tema.

Hai affrontato temi sensibili come i disturbi alimentaricome hai contribuito a favorire una percezione più sana del corpo tra le giovani aspiranti designer, il concetto della Body Positivity?

Ho sempre cercato di portare ciò’ che sono in tutti i progetti, perciò anche la mia sensibilità. Con alcuni gruppi di studentesse abbiamo lavorato accuratamente su disegni di corpi riferiti a forme diverse dallo stereotipo moda. Abbiamo progettato per ogni silhouette con giochi di forme e colori creando equilibrio ed armonia, spesso immedesimandosi nelle forme stesse di quei corpi. È stato un lavoro pieno di soddisfazioni.

Il moulage quindi va oltre la moda, celebra la bellezza autentica e naturale dei corpi femminili. Pensi che possa avere uno spazio in un contesto medico-scientifico? 

Quando mi approccio ad un tema delicato, che non vede come protagonista solo la moda ma l’aspetto emotivo, cerco di essere il più possibile cauto confrontandomi con persone che hanno strumenti specifici riguardo alcune tematiche. Il confronto è necessario e sostengo che sia importante poter sviluppare un legame (laddove sia possibile) tra moda e ambito medico scientifico.

L’esperienza della Fashion Week come ti ha arricchito e quale può essere, secondo te, la percezione e l’accoglienza di questa tecnica da parte degli stilisti e dei designer in una visione futuristica?

Mi sento fortunato perché grazie al Alwaysupportalent, che come ben sai sostiene tanti designer, ho avuto uno spazio durante eventi legati alle fashion week, facendo conoscere non solo le mie capsule, ma la mia personalità, il modo di essere, e nel mio piccolo poter dare un messaggio. Come spesso dico, il moulage non è qualcosa che abbiamo inventato oggi, ma una tecnica naturale usata fin dalle civiltà antiche. Credo che ogni designer, pur conservando e sviluppando la propria identità, può ricordarne l’importanza, sapere quanto sia necessario che l’abito si adatti al corpo e non il contrario.

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Attualità

Introduzione al Marketing Transmedia: Cos’è e Come...

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Grazie all’incessante cambiamento delle abitudini dei consumatori e dalla sempre crescente competizione nel panorama commerciale  il marketing transmedia si è affermato come un framework di riferimento per coinvolgere il pubblico e differenziarsi dalla massa.

Ma cosa significa esattamente marketing transmedia? E come può essere utilizzato in modo efficace dalle aziende per promuovere i propri prodotti e servizi? In questo articolo, esploreremo in dettaglio il concetto di marketing transmedia, analizzando i suoi principi fondamentali e fornendo consigli pratici su come implementarlo con successo nelle strategie di marketing digitale.

Definizione rapida di marketing transmedia

Il marketing transmedia va oltre la semplice diffusione di messaggi pubblicitari su diversi canali di comunicazione. È una forma d’arte che coinvolge gli utenti attraverso una narrazione coinvolgente e avvincente, portandoli a immergersi completamente nell’universo del brand. Con il marketing transmedia, le storie vengono raccontate attraverso una varietà di piattaforme e media, creando un’esperienza multi-sensoriale che si distingue per la sua originalità e creatività.

Il marketing transmedia rappresenta il futuro dello storytelling del brand, offrendo alle aziende l’opportunità di creare esperienze uniche e memorabili per i propri clienti. È tempo di esplorare questo affascinante mondo e scoprire il potenziale creativo che si cela dietro il marketing transmedia.

Principi fondamentali

Il marketing transmedia si basa su alcuni principi fondamentali che ne definiscono l’essenza e la strategia. Uno di questi principi è la necessità di estendere la narrazione attraverso diversi canali piuttosto che limitarsi a un singolo medium. Questo permette di raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, aumentando le possibilità di coinvolgimento e interazione.

Un altro principio chiave è quello della continuità, che implica la coerenza e l’omogeneità della storia raccontata attraverso i vari canali. È importante che ogni elemento della narrazione si integri in modo armonioso, contribuendo alla costruzione di un’esperienza complessiva per l’utente. Inoltre, il concetto di immersione è fondamentale nel marketing transmedia, poiché si tratta di coinvolgere attivamente il pubblico e renderlo parte integrante della storia.

La costruzione del mondo è un altro aspetto cruciale del marketing transmedia, che si riferisce alla creazione di un universo narrativo ricco di dettagli e sfumature. Questo mondo immaginario fornisce lo sfondo per la narrazione e offre agli utenti una cornice in cui immergersi completamente. La serialità è un altro principio importante, che implica la suddivisione della storia in episodi o segmenti, ciascuno dei quali contribuisce a sviluppare la trama complessiva.

La subiettività è un concetto centrale nel marketing transmedia, poiché implica il coinvolgimento emotivo e personale dell’utente nella storia. Infine, il rendimento si riferisce alla valutazione dei risultati ottenuti attraverso la campagna di marketing transmedia, che può essere misurato in termini di coinvolgimento dell’utente, aumento delle vendite o miglioramento del riconoscimento del brand.

Canali Utilizzati nel Marketing Transmedia

Il marketing transmedia sfrutta una vasta gamma di canali e piattaforme per trasmettere la storia di un brand e coinvolgere il pubblico in modo interattivo e coinvolgente. Questi canali possono includere sia mezzi tradizionali come la televisione e la stampa, sia piattaforme digitali come i social media, i siti web e le app mobili.

Uno dei canali più utilizzati nel marketing transmedia è il social media, che offre un’ampia gamma di opzioni per la condivisione di contenuti e l’interazione con il pubblico. I social network come Facebook, X, Instagram e LinkedIn consentono alle aziende di pubblicare contenuti multimediali, interagire con i follower e creare discussioni intorno al proprio brand.

Altri canali digitali utilizzati nel marketing transmedia includono i siti web aziendali, che possono ospitare contenuti multimediali come video, immagini e articoli di blog, e le app mobili, che offrono un’esperienza interattiva e personalizzata agli utenti. Le piattaforme di streaming video come YouTube e Netflix sono anche popolari nel marketing transmedia, consentendo alle aziende di distribuire contenuti video di alta qualità e raggiungere un vasto pubblico online.

Oltre ai mezzi digitali, il marketing transmedia può anche sfruttare i mezzi tradizionali come la televisione, la radio e la stampa. Le pubblicità televisive e radiofoniche possono essere integrate con contenuti digitali per creare un’esperienza cross-mediale per il pubblico. Allo stesso modo, la stampa può essere utilizzata per diffondere contenuti multimediali come articoli, interviste e recensioni che incoraggiano l’interazione e l’engagement del pubblico.

In definitiva, il marketing transmedia sfrutta una varietà di canali e piattaforme per trasmettere un messaggio coerente e coinvolgente ai consumatori. Questa approccio multi-canale consente alle aziende di raggiungere un pubblico più ampio e diversificato e di creare esperienze uniche che si estendono oltre i confini dei singoli media. Nelle prossime sezioni, esamineremo alcuni consigli pratici su come utilizzare questi canali in modo efficace per creare una campagna di marketing transmedia di successo.

Ti piacerebbe approfondire o richiedere una consulenza? Questo articolo è stato scritto in collaborazione con Andrea Gabrielli di Verbena Contents, qui trovi il sito con i contatti.

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