Economia
Movimprese,+42mila imprese 2023 (+0,7%), aumentano del 2,1%...
Movimprese,+42mila imprese 2023 (+0,7%), aumentano del 2,1% chiusure
Oltre il 70% delle 42mila imprese registrate in più negli ultimi dodici mesi opera in soli tre macro-settori: le costruzioni, il turismo e le attività professionali
Più imprese edili, consulenti aziendali e bed&breakfast. Meno imprese nel commercio, nell’agricoltura e nella manifattura. Queste alcune delle evidenze che emergono dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2023, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
“Poter contare su 42mila imprese in più alla fine di quest’anno, vissuto all’insegna dell’incertezza, mi sembra un buon risultato”, commenta il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “I settori un cui si concentra la crescita maggiore erano in gran parte prevedibili. Soprattutto l’incremento del turismo, in virtù della ripresa post pandemica, e delle attività di consulenza aziendale, e, più in generale, delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, caratterizzate dalla presenza di capitale umano qualificato, capaci di contribuire in misura importante allo sviluppo”.
In uno scenario economico caratterizzato da inflazione, tensioni geopolitiche e cambiamenti tecnologici, il saldo 2023 per le imprese italiane resta positivo, ma non per tutti gli ambiti di attività. Oltre il 70% delle 42mila imprese registrate in più negli ultimi dodici mesi, infatti, opera in soli tre macro-settori: le costruzioni, il turismo e le attività professionali.
Il più dinamico, in termini di crescita imprenditoriale, è il comparto delle costruzioni che, nonostante l’incertezza sulle prospettive dei bonus legati al mondo dell’edilizia che ha caratterizzato il 2023, alla fine degli scorsi dodici mesi ha contato 13.541 imprese in più rispetto al 2022 (+1,62%). Bene anche le attività professionali, scientifiche e tecniche che a fine 2023 presentano un aumento significativo di 11mila imprese, trainate da un “boom” della consulenza aziendale e amministrativo-gestionale (saldo positivo di oltre 6.000 attività e una variazione relativa dell'8%). Anno positivo anche per il comparto della vacanza, in cui si contano 3.380 attività di alloggio aggiuntive (+5,13%) e 3.015 bar e ristoranti in più rispetto al 2022 (+0,77%).
Alla crescita hanno contribuito significativamente anche le attività immobiliari, che a fine 2023 contano 5.197 imprese in più dell’anno precedente (+1,72%).A fronte di questi risultati positivi, i settori più tradizionali continuano a segnalare un restringimento della platea delle imprese. Per il commercio, il 2023 si è chiuso con una riduzione complessiva di 8.653 attività (-0,6% su base annua) ma, approfondendo l’analisi dei dati, si rileva come il processo di selezione in questo settore abbia riguardato essenzialmente il commercio al dettaglio che nel 2023 ha perso quasi 7.700 unità. Nell’agricoltura, il bilancio di fine anno evidenzia una riduzione complessiva di 7.546 imprese (-1,05%) mentre la manifattura presenta una perdita complessiva di 2.962 imprese (-0,56%).
Una performance per quest’ultimo settore che tocca tutti comparti con la sola eccezione delle imprese di riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+1.137 unità), accompagnata da una sostanziale stabilità delle industrie di cantieristica navale, aerospaziale e ferro-tramviaria (+56), delle bevande (+37).
Guardando al territorio, i dati indicano in crescita il tessuto imprenditoriale di tutte le quattro aree geografiche. Con le sue 14.948 imprese in più, il Mezzogiorno ha determinato più di un terzo dell’intero saldo annuale, staccando il Nord-Ovest (+11.210) e il Centro (+10.626).
Bilancio imprenditoriale attivo per diciassette delle venti regioni italiane. In termini assoluti, meglio di tutte hanno fatto la Lombardia (10.562 imprese in più), il Lazio (+9.710) e la Campania (+6.351). Il Lazio (+1,59%) registra invece la crescita più sostenuta in termini relativi; seguono la Lombardia (+1,12%) e la Campania (+1,04%).
La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese conferma il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale, in atto ormai da anni. L’intero saldo positivo del 2023 è spiegato dalla crescita delle società di capitale: 57.846 in più in termini assoluti, pari al +3,1% in linea con quanto registrato nel 2022. Le imprese individuali, che continuano a rappresentare la metà dello stock di imprese esistenti (il 50,6%), mostrano invece una flessione di quasi 2mila unità, facendo registrare, in termini relativi, un decremento che sfiora lo 0,1%
Economia
Bankitalia, le parole di un Panetta...
Il Governatore dice diverse cose che contano, molte guardano a Bruxelles a pochi giorni dalle elezioni europee
Fabio Panetta è alle sue prime Considerazioni Finali da Governatore di Bankitalia. Raccolto il testimone da Ignazio Visco a novembre scorso, parla alla platea di Via Nazionale a pochi giorni dalle elezioni europee. Lo attendono banchieri, ospiti, commentatori e analisti, pronti a leggere nelle sue parole cambiamenti di rotta rispetto al passato e indicazioni più o meno esplicite che possano essere in qualche modo interpretate come un segnale 'politico', inteso in senso alto, come una direzione verso cui orientare l'azione pubblica. E il tratto principale che si può rintracciare è quello 'europeista', coerente con la sua storia professionale e con l'approccio che ha avuto in questi primi mesi alla guida di Palazzo Koch.
Se proprio si vuole paragonare l'analisi di Panetta a quella dei suoi predecessori, emergono alcuni elementi 'draghiani'. Non tanto del Mario Draghi Governatore, ormai troppo lontano nel tempo per un confronto che regga, quanto dell'ultimo Draghi, quello che richiama l'Europa alla necessità e all'urgenza di cambiare.
Panetta, com'è nelle sue prerogative, sceglie un approccio pragmatico per arrivare a una conclusione che ha un peso rilevante guardando a quello che potrà e dovrà essere l'Europa nella prossima legislatura: "È necessario, nell’interesse collettivo, realizzare iniziative a livello europeo". Serve, in sostanza, più Europa perché solo l'Europa può mettere sul tavolo le risorse, ingenti, che servono. Il ragionamento di Panetta, drasticamente sintetizzato, è che più Europa conviene a tutti.
"Politiche comuni sono necessarie nel campo ambientale, della difesa, dell’immigrazione, della formazione", dice, evidenziando che "l'impegno finanziario sarà ingente: per le sole transizioni climatica e digitale e per aumentare la spesa militare al 2% del Pil, la Commissione europea stima un fabbisogno di investimenti pubblici e privati di oltre 800 miliardi ogni anno fino al 2030". Perseguire un piano così vasto a livello nazionale, spiega subito dopo, "comporterebbe duplicazioni di spesa e la rinuncia alle economie di scala. Incontrerebbe ostacoli nella capacità fiscale di più Paesi, con il rischio di compromettere la necessaria ampiezza dell’impegno e di accentuare la frammentazione del mercato unico". Non solo. "Poiché molti progetti riguardano beni pubblici comuni quali l’ambiente e la sicurezza esterna, un ammontare di investimenti insufficiente danneggerebbe tutti i paesi e tutti i cittadini dell’Unione".
Qual è, quindi, la via maestra? "Un bilancio europeo consentirebbe di definire l’orientamento fiscale complessivo non più come la somma delle politiche nazionali, ma in base alle esigenze dell’economia dell’area; permetterebbe di affrontare efficacemente shock comuni forti e prolungati, quali la pandemia o la crisi energetica, favorendo la coerenza tra politica di bilancio e politica monetaria". Serve anche il mercato. "Sarebbe illusorio pensare di finanziare l’enorme volume di investimenti necessari per la competitività dell’economia europea senza un preponderante apporto del risparmio privato e senza la professionalità degli intermediari". Conseguenza diretta, "un mercato dei capitali europeo è dunque essenziale". Servono però due elementi che ancora mancano all'appello: "un titolo europeo privo di rischi" e va superata "l'incompletezza dell'Unione bancaria". C'è molto Draghi nel Panetta 'europeista'. (Di Fabio insenga)
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‘La Pena d’Oca del Campidoglio 2024’,...
Nella splendida cornice della sala della Protomoteca in Campidoglio sono stati consegnati i premi "La penna d'oca del Campidoglio" 2024 per l'impegno dimostrato in difesa dell'ambiente e degli animali. Tanti i premiati nelle diverse categorie, dal giornalismo alle scuole, dal mondo finanziario alle istituzioni fino alle forze dell'ordine e al mondo dell'arte. Di particolare significato il premio assegnato a Gr Rai e RadioUno per la crescita della programmazione dedicata ai temi dell'ambiente e alla tutela degli animali. A ritirare il riconoscimento il Direttore Francesco Pionati che ha garantito agli organizzatori un impegno sempre maggiore del servizio pubblico su questo terreno assicurando un aumento della programmazione tematica nel palinsesto 24/25.
"Dal modo con il quale difendiamo le nostre risorse ambientali e tuteliamo il benessere degli animali -ha dichiarato Pionati- si può giudicare il grado di civiltà di una società moderna. Ritiro il premio a nome di tutta la mia straordinaria redazione, motivatissima come me su questi temi", sottolinea.
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Contratto Statali: + 5,78% in busta paga, non premi a...
Le novità contenute nell'atto di indirizzo, che l'Adnkronos ha visionato, firmato da Zangrillo per l'avvio delle trattative del ccnl 2022-2024
Il rinnovo del contratto per i 193.851 dipendenti statali delle Funzioni centrali per il triennio 2022-2024 prevede un aumento a regime del 5,78% in base a un plafond di risorse di 555 milioni di euro nel 2024. Ma anche regole più stringenti per il salario accessorio, le progressione economiche e, non ultimo, i premi. Il ritorno dello smart working per i fragili e i genitori di minori. Sono alcune novità previste dall'atto di indirizzo, firmato il 29 maggio dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo ed inviato all'Aran che l'Adnkronos ha potuto visionare. Il testo è molto atteso, in quanto dà il la alle trattative per il rinnovo dei contratto in scadenza (entro il 2024) dei dipendenti in forze nei ministeri, nelle agenzie fiscali, Corte dei Conti, Cnel, Avvocatura generale ed enti pubblici non economici. Ma non solo, l'atto di indirizzo per gli statali, come è consuetudine, detta le linee guida anche per gli altri comparti della pubblica amministrazione.
Anzianità e titoli di studio
In particolare, per le progressioni economiche stop ad automatismi come l'anzianità di servizio, e, tra l'altro, l'esperienza professionale non potrà essere considerata come mera anzianità di servizio. Spazio anche alle competenze specifiche di ciascun dipendente: il nuovo contratto infatti dovrà garantire un'adeguata differenziazione dei punteggi attribuibili ai diversi titoli di studio e professionali.
Per quanto riguarda il trattamento accessorio e le progressioni economiche, si fa riferimento al "principio inderogabile" per cui l'intervento in tema di performance "è limitato alla definizione dei criteri di erogazione" da corrispondere "solo all'esito della valutazione e alla conclusione del ciclo della stessa performance", secondo quanto già definito nella Direttiva madre e dalla direttiva del ministro per la Pa Paolo Zangrillo del novembre scorso.
Novità per i premi
"Dovrà essere ribadito il principio - si legge nel testo - per cui alla differenziazione dei giudizi valutativi deve corrispondere una effettiva diversificazione degli istituti premiali". Ed inoltre, si dovrà opportunamente distinguere per gli effetti retributivi "fra performance organizzativa e performance individuale", dunque tra i premi collegati ai traguardi da raggiungere con il coinvolgimento di tutto il personale di una struttura e quelli assegnati individualmente.
Smart working
Capitolo lavoro agile. Il nuovo contratto 'apre' ad una maggiore flessibilità "per un più ampio utilizzo delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa sia in modalità agile che in remoto ove tali modalità siano compatibili con la natura della prestazione, attraverso il superamento del principio della prevalenza dello svolgimento della prestazione 'in presenza': per assicurare sostegno alla genitorialità, a favore dei lavoratori che documentino particolari esigenze di salute, anche non disciplinate da leggi speciali, che assistano i familiari ai sensi e attraverso modalità riconosciute dalla legge". Lo smart working però non potrà formare oggetto di contrattazione collettiva, restando ferma l'autonomia organizzativa della singola Amministrazione.
Tra le altre novità, viene ribadita l'importanza della formazione del capitale umano, cui spesso fa riferimento Zangrillo, ai fini delle progressioni economiche o per ulteriori forme di premialità. Per questo motivo, in sede di contrattazione, si spiega nel testo, verrà valutata l'introduzione di un ammontare annuo minimo di ore di formazione non inferiore a 24 che dovrà essere garantito come "diritto-dovere" a ogni dipendente da parte dell'amministrazione di appartenenza e costituirà orario di lavoro.