Economia
Fiere: Ieg, in soli 6 mesi attirate su Rimini e Vicenza...
Fiere: Ieg, in soli 6 mesi attirate su Rimini e Vicenza 82.905 presenze estere da 193 paesi
Il 'giro del mondo' in 51 fiere. Su 193 dei circa 200 paesi riconosciuti nel globo sventola infatti la 'bandiera' della partecipazione di operatori che hanno visitato, a Rimini e Vicenza, i saloni di Italian Exhibition Group (Ieg). È il risultato della recente strategia internazionale del Gruppo fieristico-congressuale, in un’articolazione fra espansione globale e incoming buyer che genera un network circolare virtuoso di visitazione e business. Le provenienze dei visitatori internazionali di Ieg (in soli 6 mesi e nelle sole 8 fiere prese in esame - Ttg Travel Experience, Ecomondo, Sigep, Vicenzaoro nelle sue due edizioni, Beer&Food Attraction, Key, Enada - si sono registrate 82.905 presenze estere) sono le più disparate.
Sul fronte dei numeri assoluti, incrociando i dati delle 8 fiere, salgono sul podio Spagna, Germania e Francia seguite, tra le altre, da Stati Uniti, Turchia, Gran Bretagna, Svizzera, Belgio. Al quindicesimo posto il Portogallo tallonato dall’India. Il ventesimo posto è occupato dalla Cina. Troviamo Emirati Arabi e Brasile rispettivamente al ventitreesimo e ventiquattresimo posto, l’Ucraina al ventottesimo e al trentesimo il Giappone. Nelle provenienze sono ovviamente rappresentati tutti i Paesi con economie strutturate (Svezia, Marocco, Singapore, Australia, Sudafrica, Arabia Saudita, solo per citarne a campione) ma non mancano le 'sorprese'.
Ecomondo, il salone leader della green economy, ha ospitato a Rimini buyer dalla Repubblica di Nauru, uno Stato insulare dell'Oceania che si caratterizza per essere la Repubblica più piccola del mondo con i suoi 10mila abitanti. Altri operatori sono approdati nel quartiere fieristico riminese dallo Stato caraibico di Saint Vincent e Grenadine - celebre per le lussuose isole private che lo compongono - per passare in rassegna le meraviglie del food service dolce di Sigep.
Attirati dall’alta gioielleria, hanno visitato Vicenzaoro alcuni operatori dalle Isole Turks e Caicos, un arcipelago di 40 isole coralline pianeggianti nell'oceano Atlantico a sud-est delle Bahamas. Da lontanissimo, per scoprire tutto sul mondo del turismo, sono arrivati a Rimini alcuni dei buyer di Ttg: dalle Isole Cocos, nell’Oceano Indiano a Sud-Est di Giacarta.
Sempre a Rimini, a Key, per passare in rassegna le novità del mondo dell’energia rinnovabile, sono approdati operatori dall’Isola Christmas, in mezzo all’Oceano Pacifico sulla stessa longitudine di Nuova Guinea ed Ecuador, più o meno equidistante dai due lontanissimi Paesi: è il territorio primo fuso del pianeta. Rappresentato anche il luogo che per ultimo festeggia il Capodanno, le Samoa americane (insieme alle Isole Caroline) protagonista con i suoi buyer nel quartiere fieristico riminese sia a Ttg sia a Beer&Food Attraction.
Il mondo del gioco con Enada ha visto a Rimini anche operatori di settore provenienti dal Togo, lo Stato, che si affaccia sul Golfo di Guinea. Una menzione particolare per Reunion, nell'Oceano Indiano, isola conosciuta per il suo entroterra vulcanico ricoperto dalla foresta pluviale, per le spiagge e per le barriere coralline: numerosi suoi buyer si sono divisi tra Vicenza e Rimini per visitare Beer&Food Attraction, Vicenzaoro e Sigep.
Economia
Ita-Lufthansa, rinvio in vista: l’Ue attende nuove...
Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza
Sulla questione Ita Airways e Lufthansa la Commissione europea attende nuove proposte sul taglio delle rotte con un probabile rinvio della decisione a metà giugno. Per l'acquisto del 41% di Ita il gruppo tedesco vuole investire 325 milioni ma Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza.
Economia
Webuild, bilancio e nuovo Cda lanciano titolo in Borsa...
Giornata particolarmente brillante in Borsa per Webuild che, dopo l'approvazione del bilancio 2023 e la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione, che ha riconfermato Pietro Salini come amministratore delegato, chiude la seduta odierna di scambi in deciso rialzo: il titolo balza a quota +5,17% attestandosi a 2,27 euro per azione.
L'assemblea degli azionisti della società, riunitasi questa mattina, ha approvato anche la distribuzione di un dividendo per un importo pari a 0,071 euro per ciascuna azione ordinaria ed 0,824 euro per ciascuna azione di risparmio esistente ed avente diritto al dividendo alla data di stacco della cedola.
Quanto al nuovo cda, composto da 15 membri, vede Gian Luca Gregori con funzioni di presidente, oltre a Davide Croff, Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, Paola Fandella, Francesca Fonzi, Flavia Mazzarella, Itzik Michael Meghnagi, Francesco Renato Mele, Teresa Naddeo, Alessandro Salini, Pietro Salini, Serena Torielli, Michele Valensise, Laura Zanetti e Francesco Chiappetta.
Economia
Università, Free Academy: “Atenei tradizionali e...
Benché l’Italia abbia un bassissimo numero di laureati (in Europa unicamente la Romania ha risultati peggiori), all’interno del bilancio pubblico il comparto universitario pesa in maniera significativa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anvur, il Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) delle università ammonta a 9,205 miliardi di euro, che vanno a coprire più dei 2/3 delle necessità delle università statali. Di questa somma, soltanto lo 0,73% (68 milioni di euro) è destinato alle università non statali, sia tradizionali sia telematiche.
A giudizio di Aurelio Mustacciuoli, responsabile Studi e Ricerche di Free Academy, “limitandoci a considerare l’Ffo lo studente di un’università statale ogni anno costa al contribuente ben 5.701 euro, mentre di media uno studente delle università private costa 195 euro. Se poi si considerano le università telematiche (lasciando quindi da parte gli atenei privati tradizionali: la Bocconi di Milano, la Luiss di Roma ecc.) le risorse che lo Stato destina alle università online ammontano a soli 2,8 milioni”. Questo significa che uno studente universitario telematico grava sullo Stato per la risibile cifra di 12,5 euro: lo 0,21% di quanto costa in media uno studente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, della Sapienza di Roma o della Federico II di Napoli.
Non basta. La maggior parte delle università telematiche sono fondazioni, ma alcune di loro – quelle più 'sotto attacco' da parte dei difensori dello status quo – sono società di capitali e quindi ogni anno versano somme considerevoli all’erario. Sempre ad avviso di Mustacciuoli, “considerando unicamente il gruppo universitario Multiversity (che è controllato dal fondo Cvc Capital Partners e che include Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma) nel 2022 per le sole imposte dirette è stato registrato un esborso di 43 milioni di euro: il che significa che soltanto questi tre atenei online danno allo Stato ben 15 volte quanto tutte le università telematiche nel loro insieme ottengono in forma di Ffo”. Quindi vi sono ben 5050 studenti italiani delle università pubbliche che possono studiare grazie alle entrate fiscali garantite dal gruppo Multiversity.
Da questo punto di vista, una crescita degli atenei privati telematici – la cui retta è mediamente assai inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali – condurrebbe non soltanto a un minor costo complessivo per ogni studente, ma aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.
In conclusione, secondo Mustacciuoli, “alla luce dei dati sopra riportati è chiaro che lo studente tradizionale costa allo Stato ben 5.701 euro soltanto per l’Ffo, mentre ognuno degli oltre 144 mila studenti di Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma (a.a. 2022-23) porta alle casse statali 331 euro. Si tratta di cifre che devono far riflettere”.