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Biden: risposta dopo morte soldati. Hezbollah in Iraq: “Stop attacchi a Usa”
Il presidente degli Stati Uniti ha deciso: Washington agirà dopo la morte di 3 militari
Gli Stati Uniti risponderanno all'attacco contro i militari americani in Giordania. Il presidente Joe Biden ha deciso come rispondere all'azione compiuta da un drone che ha provocato la morte di tre soldati Usa. Il numero 1 della Casa Bianca, inoltre, considera l'Iran "responsabile" dell'attacco "nel senso che stanno fornendo le armi alla gente che lo ha fatto". E a chi chiede se un collegamento diretto con l'Iran sia stato stabilito, replica: "Discuteremo di questa cosa".
Il dato di fondo è che Washington risponderà all'attacco e ha anche scelto la soluzione. Alla domanda sull'eventuale decisione sul tipo di risposta che verrà fornita, Biden si limita a rispondere "sì". E ai giornalisti che domandano se l'azione di deterrenza sarà diversa questa volta, risponde: "Vedremo. Non credo che abbiamo bisogno di un conflitto più ampio in Medio Oriente, non è questo che sto cercando".
Biden sta considerando l'adozione di "azioni multiple", oltre quindi a raid. "E' possibile che vedrete un approccio a più livelli, non solo una azione singola, ma potenzialmente azioni multiple", dice il portavoce del Consigliere per la sicurezza nazionale, John Kirby.
Hezbollah in Iraq: "Stop attacchi contro Usa"
Nel quadro ad altissima tensione, arriva il messaggio di Kataib Hezbollah, milizia filoiraniana attiva in Iraq, che sospende gli attacchi contro le truppe americane. Kataib Hezbollah è una delle milizie riunite sotto l'ombrello della Resistenza islamica irachena. In una nota pubblicata sul suo sito web, il gruppo scrive: "Annunciamo la sospensione delle nostre operazioni militari e di sicurezza contro le forze occupanti per evitare ogni imbarazzo al governo iracheno". L'annuncio arriva dopo le parole di Biden e può essere interpretato come un tentativo di parziale de-escalation.
Nella nota, la milizia in realtà afferma che comunque "continueremo a difendere il nostro popolo nella Striscia di Gaza in altro modo" e raccomanda ai suoi uomini "una difesa passiva" nel caso in cui si produca "qualche azione ostile" da parte americana.
La posizione di Kataib Hezbollah non sembra destinata ad incidere sull'orientamento di Washington. "Non ho un commento specifico da fare, se non che le azioni parlano più forte delle parole", dice il portavoce del Pentagono, Pat Ryder. "Avete sentito il presidente ed il segretario Austin dire che risponderemo. Ci saranno delle conseguenze" per l'attacco di tre giorni fa in Giordania, aggiunge.
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Re Carlo torna agli impegni pubblici. I medici: “Fa...
Martedì prossimo visiterà un centro di oncologia con Camilla
Re Carlo torna a svolgere i suoi impegni pubblici dalla prossima settimana. Il team medico del sovrano britannico è, infatti, "molto incoraggiato" dai progressi registrati nel trattamento cui si sottopone dall'inizio di febbraio e che proseguirà. Ad annunciarlo è stato un portavoce di Buckingham Palace: "Il team medico di Sua Maestà è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".
"Il programma di cure di Sua Maestà continuerà, ma i medici sono sufficientemente soddisfatti dei progressi compiuti finora", tali per cui "il Re è ora in grado di riprendere una serie di compiti a contatto con il pubblico". Assieme alla dichiarazione è arrivata anche una nuova fotografia del Re e della Regina, scattata a Buckingham Palace il 10 aprile, il giorno dopo il loro 19mo anniversario di matrimonio.
Il ritorno agli impegni di Carlo avverrà con la visita della coppia reale a un centro di oncologia martedì. "Questa visita sarà la prima di una serie di impegni esterni che Sua Maestà intraprenderà nelle prossime settimane", ha aggiunto Buckingham Palace. "Inoltre, il Re e la Regina ospiteranno le Loro Maestà l'Imperatore e l'Imperatrice del Giappone per una visita di Stato a giugno". Il Re e la Regina celebreranno il primo anniversario della loro incoronazione il 6 maggio.
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Ucraina-Russia, Blinken: “Cina aiuta Mosca in...
Il segretario di Stato americano: "Pechino agisca o lo faranno gli Usa"
La Cina aiuta la Russia nella guerra contro l'Ucraina. E gli Stati Uniti, se Pechino non cambierà rotta, sono pronti ad agire. E' il messaggio che il segretario di Stato americano, Antony Blinken, recapita nella sua visita in Cina. "La Russia avrebbe problemi a sostenere il suo assalto all'Ucraina senza il sostegno della Cina", dice Blinken in conferenza stampa, dopo i colloqui con il leader cinese Xi Jinping e il capo della diplomazia, Wang Yi.
La Cina potrebbe avere "relazioni migliori" con gli Stati Uniti o l'Unione Europea se Pechino o "alcune delle sue aziende" smettere di fornire "componenti critiche" grazie alle quali la Russia può produrre più munizioni, ribadisce poi in un'intervista alla Bbc al termine della sua visita in Cina, spiegando che tra queste componenti ci sono "macchine utensili, microelettronica e ottica", in sostanza tecnologia che può avere un uso civile e militare.
"Questo sta aiutando la Russia a perpetuare la sua aggressione contro l'Ucraina, ma sta anche creando una crescente minaccia all'Europa a causa dell'aggressione russa", accusa il capo della diplomazia di Washington, secondo cui, così facendo, Pechino sta "contribuendo ad alimentare la più grande minaccia alla sicurezza (dell'Europa) dalla fine della Guerra Fredda". "Abbiamo già intrapreso azioni contro le entità cinesi che sono coinvolte in questo - ricorda Blinken - E quello che dico chiaramente oggi è che se la Cina non agirà, lo faremo noi".
Blinken si sofferma anche sui rapporti tra Cina e Teheran. Il segretario di Stato sollecita Pechino a sfruttare la sua influenza "per dissuadere l'Iran e i suoi proxy dall'allargamento del conflitto in Medio Oriente", mentre nel mosaico internazionale rischia di rafforzarsi l'asse Mosca-Teheran.
La Russia infatti è pronta ad espandere la cooperazione militare e tecnica con l'Iran, come assicura il ministro della Difesa di Mosca, Sergei Shoigu, nell'incontro avuto con l'omologo di Teheran, Gharaei Ashtiani, ad Astana, a margine di una riunione dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, che riunisce Russia, India, Cina, Iran, Pakistan, Kazakistan, Uzbekistan, Kyrgyzstan e Tagikistan. La Tass cita il ministro iraniano, secondo il quale i rapporti tra Mosca e Teheran "si stanno approfondendo ed espandendo, arrivando a un nuovo livello".
Da Ashtani, quindi, ringraziamenti a Shoigu per il sostegno ricevuto dopo l'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco lo scorso primo aprile. "Vorrei approfittare di questa opportunità per ringraziarvi per il vostro atteggiamento equo e onesto nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran, per il vostro sostegno al momento dell'attacco al nostro consolato a Damasco e per la vostra risposta equilibrata alla nostra ritorsione proporzionata", dice.
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Biden e la confessione choc: “Ho pensato al...
Il presidente americano: "E' stato quando morì la mia prima moglie"
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante un'intervista radiofonica a Howard Stern, ha ammesso di aver pensato al suicidio dopo la morte della sua prima moglie Neilia e della figlia Naomi di 13 mesi in un incidente stradale nel 1972.
"Mi sedevo lì e pensavo solo che avrei tirato fuori una bottiglia di scotch. La berrò e mi ubriacherò", ha dichiarato il presidente, che ha poi confessato: "Non devi essere pazzo per suicidarti. In un breve momento, ho pensato di andare al (ponte, ndr.) Delaware Memorial e saltare, ma avevo due figli".
"Pronto a un dibattito con Trump"
"Non so quando e non so dove, ma sono felice di fare un dibattito con lui" ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso di un'intervista a Howard Stern che gli ha chiesto se fosse disponibile per un dibattito con il suo sfidante repubblicano, Donald Trump.