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Salute e Benessere

Il medico risponde: Depressione e alimentazione

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“Il Medico risponde”

Depressione e alimentazione

DOMANDA

Professore buonasera. Soffro di depressione occasionale e volevo sapere se ci sono alimenti che possono aiutare a sollevare il morale. Per favore mi direbbe cosa mangiare? Grazie della risposta e buona serata.
Ludovico (Orvieto)

RISPOSTA

A cura del Dr. Ferdinando Martinez

ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo  informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente  intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."

Salve Ludovico e grazie per l’interessante mail alla quale mi accingo volentieri, subito a dare seguito.

Depressione occasionale, stanchezza, perdita di energie, motivazione, in effetti, Ludovico, ci sarebbero cibi che permetterebbero di ritrovare buon umore ed entusiasmo. Per sollevare il morale e combattere la depressione caratterizzata da una minore voglia di fare, abbassando il morale, è opportuno prestare attenzione alla propria alimentazione, perché, sembrerebbe esserci un legame tra ciò che si mangia e il funzionamento del cervello. È quindi importante avere sempre i giusti livelli sufficienti di serotonina e dopamina.

Alcuni alimenti contengono micronutrienti che agiscono su questi due neurotrasmettitori e Modificando la nostra dieta, ma anche il nostro stile di vita generale, potremmo ottenere i primi effetti popositivi nel giro di qualche settimana.

Alimenti ricchi di omega-3 e 6 per stabilizzare l’umore

Gli omega-3 non sono prodotti dal nostro organismo, dobbiamo quindi assumerli con la dieta. L’apporto nutritivo giornaliero raccomandato si aggirerebbe intorno all’ 1,6 g di acido alfa-linolenico (ALA) e in 500 mg in totale di acido docosaesaenoico (DHA) e acido eicosapentaenoico (EPA).

Diversi studi dimostrano che le persone che soffrono di depressione o baby blues cioè un tipo di depressione e, raramente, psicosi che possono colpire la mamma durante la gravidanza e nel post partum, hanno livelli di omega-3 inferiori rispetto a quelli che non lamentano alcun tipo di problema e si sentono bene. Questo perché gli acidi grassi essenziali hanno diverse azioni a livello del morale: fanno parte dei costituenti delle membrane cellulari dei neuroni e giocano un importante ruolo sulla loro fluidità e, sono coinvolti nella “comunicazione” tra i neuroni. Peraltro, sono necessari anche gli acidi grassi omega-6. L’assunzione totale dei due dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 g per un adulto.

Ma quali alimenti sono ricchi di omega-3 e 6?

Per fare il pieno di omega-3 possiamo orientarci verso il pesce azzurro e gli oli vegetali. Comunque, gli omega-3 di origine animale vengono assorbiti meglio di quelli vegetali.

Ma Ludovico, vediamo qualche esempio per una porzione da 100 g di:
  • Sgombro fornisce 1,9 g di DHA e 1 g di EPA
  • Aringa fornisce 1,1 g di DHA e 0,9 g di EPA
  • Acciuga 1,2 g di DHA e 0,7 g di EPA
  • Salmone 1,5 g di DHA e 0,7 g di EPA
  • Sardine 0,5 g di DHA ed EPA
    Vediamo ora per 100 ml di
  • Olio di lino, carmelina, noce e colza forniscono tra 56 ge 9 g a seconda della varietà. Va precisato che se l’olio di semi di lino è il più ricco di omega-3, è meno ben bilanciato in omega 6 e 9 e non contiene vitamina E, che lo rende più facilmente rancido.

Per quanto riguarda gli acidi grassi omega-6, si trovano nelle uova, nel burro, nell’olio di pino mugo, ecc.

Alimenti ricchi di magnesio per la depressione

Il magnesio è necessario per la sintesi della serotonina, un ormone cerebrale che è in quantità insufficiente in caso di depressione da stress. La mancanza di magnesio potrebbe favorire e causare ansia o addirittura promuovere attacchi di ansia.
Va ricordato che il suo assorbimento varia a seconda della maggiore o minore permeabilità intestinale e del grado di acidificazione dell’organismo.

Ma quali alimenti sono ricchi di magnesio? Gli alimenti più ricchi di magnesio sono i seguenti per 100 g di:
  • Crusca di frumento: 611 mg
  • Semi di zucca: 550 mg
  • Sarde: 467 mg
  • Cacao e Noci del Brasile: 376 mg
  • Semi di chia: 335 mg
  • Mandorle: 270 mg
  • Grano saraceno: 230 mg
  • Cioccolato fondente 70% minimo di cacao: 228 mg
  • Farro: 136 mg
  • Frutti oleosi (pinoli, noci, nocciole, noci di macadamia, noci pecan): tra 77 e 108 mg
  • Acetosa: 89 mg
  • Spinaci: 54 mg
  • Lenticchie: 35 mg
  • Banana: 34 mg
Alimenti ricchi di vitamina B6 per aiutare il triptofano a funzionare

Il triptofano, funziona in associazione con il magnesio. La combinazione di magnesio / vitamina B6 consente al triptofano, un amminoacido essenziale, di trasformarsi in serotonina. Questo amminoacido ha un effetto calmante e sedativo. Il fabbisogno giornaliero di vitamina B6 è stimato all’incirca 1,3 mg negli adulti.

Quali alimenti sono ricchi di vitamina B6? Gli alimenti più ricchi sono la carne, il pesce, i cereali integrali, la frutta secca, i semi oleosi.
  • Una cotoletta di tacchino da 100 g fornisce 1,3 mg
  • Una porzione da 100 g di tonno, fegato di manzo o di agnello 1 g
  • Una fetta di salmone da 100 g: 0,9 g
  • Un mezzo di patate o 100 g di nocciole: 0,6
  • Una banana o 1 / 2 tazze di pistacchi: 0,4 g.
  • Alimenti ricchi di vitamina D. La vitamina D non è solo utile per la salute delle ossa. Infatti un legame tra la carenza di vitamina D e la depressione sembrerebbe ben documentato.
Quali alimenti sono ricchi di vitamina D? Principalmente nel pesce grasso ci sono 11 microgrammi di vitamina D
  • Una porzione da 100 g di trota iridea, circa 7 microgrammi
  • Una porzione da 100 g di salmone cotto o aringa di mare 3 microgrammi
  • Un bicchiere da 250 ml di latte vaccino

Alimenti ricchi di aminoacidi

Il triptofano è un amminoacido essenziale che non viene prodotto dall’organismo, ma fornito solo dal cibo. Contribuisce alla regolazione del nostro umore, aiutando a produrre serotonina che ha un effetto sedativo e che agisce come un antidepressivo naturale, limitando lo stress e l’ansia. Il triptofano è quindi importante per l’equilibrio emotivo. Anche un altro amminoacido è importante: la tirosina che fa parte della composizione della dopamina. Una mancanza di dopamina può portare a malumore e persino depressione.

Quali alimenti sono ricchi di aminoacidi?

Gli alimenti ricchi di tirosina sono gli stessi che contengono triptofano come uova, carne, pesce, ma anche noci, anacardi, mandorle, avocad

Alimenti ricchi di vitamina C

La vitamina C è importante per fornire energia al nostro organismo, aiuta anche a combattere lo stress ossidativo e danni cerebrali

Quali alimenti sono ricchi di vitamina C

Gli agrumi per eccellenza, ma anche il kiwi, i cavoletti di Bruxelles…

Cibi da evitare

Se certi cibi come abbiamo notato, ci aiuterebbero a risollevarci, altri, al contrario, possono buttarci giù. Evitiamo di bere più di 3 tazze di caffè o tè al giorno . La caffeina, psicostimolante, può causare una certa irritabilità, deleteria a lungo termine. Attenzione anche alle bevande psicostimolanti che dovrebbero essere bevute occasionalmente, l’alcol ad esempio. Provocano una stimolazione cronica che mantiene sveglio il cervello quando, invece, avrebbe bisogno di rilassarsi.

Ludovico le ricordo che la mia risposta non intende in alcun modo sostituirsi all’autorevole parere del suo Medico di famiglia, del suo Medico Curante o di altre Figure Sanitarie di fiducia, preposte alla corretta interpretazione del problema in oggetto da lei sollevato, a cui rimando, rigorosamente, per ottenere una più precisa indicazione incline sulle origini di qualsiasi sintomo stesso, inerente alla questione postami. Non esiti a ricontattarmi per qualsiasi chiarimento o dubbio a scopo puramente informativo
Auguro a lei un’ottima serena domenica.

Aequam memento servare mentem” Ricordati di mantenere la mente serena (Quinto Orazio Flacco)

Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it

Docente di Medicina Clinica e Chirurgia Generale: si occupa principalmente della nostra rubrica “Il medico risponde”, ma anche della creazione di articoli riguardanti il campo della medicina. Tutti gli articoli vanno considerati a scopo esclusivamente informativo.

Salute e Benessere

Malattie rare: emofilia, Adani (Sobi): “Con Atleti...

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"Obiettivo del progetto migliorare la qualità di vita dei pazienti grazie a corretta profilassi e sport"

Annalisa Adani, vice presidente e general manager di Sobi Italia, Grecia, Malta e Cipro

“Lo sport e l'atletica per Sobi sono importanti. Crediamo in giornate come questa proprio per permettere la corretta inclusione in un momento sportivo per tutte le persone con emofilia”. Lo ha detto Annalisa Adani, vice presidente e general manager di Sobi Italia, Grecia, Malta e Cipro, intervenendo oggi a Milano alla presentazione di ‘Atleti con la A’, percorso di avvicinamento all’atletica leggera per ragazzi e giovani adulti con emofilia promosso da Sobi Italia con Fedemo, Coni e Fidal.

“Sobi è un'azienda multinazionale svedese la cui mission è quella di venire incontro ai bisogni insoddisfatti delle persone affette da malattie rare - sottolinea Adani - Oggi, con 'Atleti con la A' parliamo di innovazione terapeutica rispetto alle persone affette da emofilia. L'obiettivo è quello di migliorare la loro qualità della vita attraverso una corretta profilassi e quindi permettere alle persone con emofilia, dai 12 anni in su, di condurre una vita assolutamente normale. L’inclusione è un valore in cui crediamo molto”.

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Salute e Benessere

Sanità: Legge Gelli-Bianco e decreto attuativo, esperti a...

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Domani a Roma il convegno promosso da Fondazione Italia in Salute

 - (Fotogramma)

A distanza di sette anni dall’approvazione della Legge 24/2017, nota come Gelli-Bianco, a cui si deve il merito di avere impresso una fondamentale svolta riformista alla materia della responsabilità sanitaria in Italia, il primo marzo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l'atteso decreto attuativo previsto dall’articolo 10 comma 6 della Legge Gelli-Bianco. Di questo e del futuro della Legge 24 si parlerà durante il Convegno che si terrà domani, martedì 14 maggio, alle 15.00, a Roma, nella Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto alla presenza della vicepresidente della Camera, Anna Ascani, del ministro della Salute Orazio Schillaci, del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Rocco Bellantone e del direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan. Con questo convegno - si legge in una nota - la Fondazione Italia in Salute intende portare avanti il confronto con le istituzioni e creare uno spazio di approfondimento con i tanti soggetti coinvolti nel dibattito.

Il decreto recentemente pubblicato - spiega la Fondazione - è un fondamentale tassello mancante alla piena attuazione della legge 24 la quale, nel disciplinare ex novo la materia della sicurezza delle cure e della responsabilità sanitaria, ha introdotto, tra le novità caratterizzanti la riforma, proprio l’obbligo di coprire i rischi correlati all’esercizio delle professioni e delle attività sanitarie. La previsione di una copertura assicurativa della responsabilità sanitaria sancisce, infatti, almeno in linea teorica, la definitiva messa in sicurezza del sistema del rischio clinico, così come disegnato dalla legge di riforma e connotato dalla sua duplice vocazione protettiva: dei potenziali responsabili, da un lato e, dei pazienti, dall’altro. Tutelare il personale sanitario significa garantire migliori cure ai cittadini.

Il ‘Regolamento attuativo’ all’ articolo 2 definisce i requisiti minimi delle polizze assicurative per le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private e per gli esercenti le professioni sanitarie, le condizioni generali di operatività delle cosiddette ‘analoghe misure’ di assunzione diretta del rischio, le regole per il trasferimento del rischio nel caso di subentro contrattuale di un'impresa di assicurazione nonché la previsione nel bilancio delle strutture di un fondo rischi e di un fondo costituito dalla messa a riserva per competenza dei risarcimenti relativi ai sinistri denunciati, in attuazione appunto dell’articolo 10, comma 6, della legge 8 marzo 2017, n. 24.

“Così come la Legge 24/2017 non è solo una legge sulla responsabilità sanitaria, il decreto 232/2023 non è solo un decreto assicurativo - afferma Maurizio Hazan, avvocato e presidente della Fondazione Italia in Salute - Entrambi si muovono sull’intera filiera del rischio 'utile' sanitario dalla sua ricognizione, alla sua prevenzione, alla miglior gestione dello stesso, all’incentivazione della presa in carico responsabile di rischi calcolati, alla loro neutralizzazione ed ai rimedi in caso di eventi avversi, che nonostante le precauzioni, inevitabilmente si verificano.

La Legge 24 ha indicato la via per passare dal concetto di responsabilità sanitaria a quello di sanità responsabile questo perché la “responsabilità sanitaria” crea costi, umani ed economici. La sanità responsabile li riduce riportando in asse l’alleanza terapeutica e potenzia un sistema basato sulla prevenzione. Il Dm 232/2023, sempre nella logica del ‘meglio prevenire che curare’, impone l’adozione di processi di governo in continuo del rischio clinico e la costituzione di fondi per la copertura dei rischi e dei costi relativi ai sinistri già denunciati definendo ancora meglio la strada tracciata dalla legge 24.

“Nel 2017 la legge Gelli nacque dalla forte necessità di garantire in primis la sicurezza delle cure per il paziente - osserva Federico Gelli direttore Sanità, welfare e coesione sociale della Regione Toscana - ma anche di porre un rimedio a due problematiche: l’enormità di contenziosi legali che ingolfavano i tribunali italiani, c’erano circa 30 mila cause ogni anno, e l’uso e abuso della medicina difensiva. I professionisti, chiamati a rispondere in prima persona, si difendevano con esami e richieste superflue, aumentando di molti miliardi di euro i costi del sistema sanitario pubblico. La norma - continua - ha segnato una svolta importante in termini di deflazione del contenzioso come confermano i dati pubblicati nel 2023 da Eurispes a seguito di una ricerca svolta insieme alla XIII Sezione del Tribunale di Roma. Vedo un passaggio importante anche nella recente riforma del Codice Penale che prevede che il professionista risponda solo per colpa grave. Per il futuro - conclude Gelli - sarei favorevole all’istituzione di un fondo di sanità pubblica, su modello francese, per risarcire i pazienti quando non ci sono responsabilità accertate da parte di professionisti e strutture sanitarie”.

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Salute e Benessere

Giornata infermieri, sondaggio Nursind: “L’80%...

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'Per colpa del lavoro il 30% rinuncia alla maternità'

(Fotogramma)

Stipendi bassi, difficoltà di conciliare tempi di vita e lavoro, ma anche carenza di personale condizionano pesantemente l'operato delle infermiere. "Il 30,62% delle donne senza prole imputa al lavoro la colpa della mancata maternità. Senza contare che, tra le madri, ben l'83,81% dichiara di non pensare ad un altro figlio. Segnali spia delle condizioni in cui opera oggi la categoria, che dovrebbero scuotere le nostre istituzioni e spingerle tanto per cominciare a riconoscere il nostro lavoro come usurante". Sono dati che, soprattutto in tempi di inverno demografico, "devono far riflettere". Così Donato Cosi, responsabile del Centro studi e membro della direzione nazionale Nursind, commenta i risultati della survey lanciata la settimana scorsa tra le iscritte al sindacato, in vista della Giornata internazionale dell'infermiere, il 12 maggio, che quest'anno coincide con la ricorrenza della festa della mamma.

In soli 7 giorni - si legge in una nota - hanno risposto al sondaggio 1.962 professioniste, di cui 1.874 (95,6%) infermiere, 58 (3,3%) ostetriche e 17 (1%) operatrici sociosanitarie. Il 95,67% del campione lavora nel Servizio sanitario nazionale e il 78,70% è mamma: oltre la metà ha almeno due figli, un terzo ne ha uno solo. Sempre per questioni economiche, emerge dall'indagine, la metà delle madri (53%) rinuncia all'astensione dal lavoro notturno e quasi 3 su 10 ha detto no al congedo parentale. "Risposte che, è inutile girarci intorno, sono solo un'ulteriore prova di quanto denunciamo da anni - sottolinea il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega - e cioè che gli stipendi degli infermieri in Italia, oltre ad essere al di sotto della media Ue, sono tutto tranne che dignitosi. E non serve un particolare acume per capire che anche le basse percentuali odierne di lavoro part time per le infermiere madri siano dovute in gran parte alle difficoltà di far quadrare i conti. Oltre che, naturalmente, a ragioni aziendali di tipo organizzativo, visto che il Ssn è piagato da una cronica carenza di organico".

Dal sondaggio si evidenzia inoltre che il 17,7% delle lavoratrici madri è in part time (di cui solo il 2,91% è in part time al 50% e il 7,38% al 75%), mentre tutte le altre lavorano a tempo pieno. Sempre sul fronte organizzativo, inoltre, non sfugge che da un lavoro a turni qual è quello infermieristico conseguono anche altre difficoltà di conciliazione con i tempi di vita: anche se il 45,92% delle mamme, terminato il periodo di gravidanza, ha affidato i propri figli all'asilo nido, il 38% ha comunque riscontrato problemi di incompatibilità tra gli orari dei nidi e quelli di servizio.

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