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Gaza, tregua e ostaggi: nuovo round negoziati Israele-Hamas...

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Gaza, tregua e ostaggi: nuovo round negoziati Israele-Hamas al Cairo

I miliziani vogliono "risposte sul ritiro" delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e sulla "fine dei combattimenti" nell'enclave. Attacco con coltello a Be'er Sheva, ucciso aggressore

Sfollati a Gaza - (Afp)

Le posizioni di Hamas sono ''ancora troppo distanti'' dalla proposta formulata da Israele per arrivare a un accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, così come la scarcerazione dei detenuti palestinesi. Lo ha detto un alto funzionario di Hamas citato da al-Jazeera mentre al Cairo sono ripresi i negoziati mediati dal Qatar e dall'Egitto. ''Per ora non si parla di un nuovo round di negoziati'', ha detto l'esponente senior di Hamas, dicendo che i miliziani vogliono ''risposte sul ritiro'' delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e sulla ''fine dei combattimenti'' nell'enclave. ''Vogliamo anche risposte sulla ricostruzione di Gaza'', ha aggiunto.

Secondo quanto ha dichiarato un funzionario israeliano a condizione di anonimato al quotidiano Times of Israel, Israele è ''deluso'' dalla mediazione che sta conducendo il Qatar per cercare di ottenere il rilascio degli ostaggi in cambio del cessate il fuoco di sei settimane. E per questo ha mandato al Cairo una delegazione di medio livello per valutare se il capo del Mossad David Barnea e quello dello Shin Bet Ronen Bar debbano partecipare ai colloqui nei prossimi giorni. I mediatori del Qatar "non stanno esercitando abbastanza pressione su Hamas", sostiene il funzionario mentre riprendono i colloqui in Egitto.

Sui temi sul tavolo e sulla flessibilità sui detenuti da scarcerare che Israele è disposta a mediare, la fonte ha chiarito che ''non permetteremo che Hamas si ristabilisca nel nord''.

Netanyahu: "Non c'è vittoria senza entrare a Rafah"

"Elimineremo le brigate di Hamas a Rafah. Non c'è vittoria senza entrare a Rafah, e non c'è vittoria senza eliminare le brigate di Hamas". Ad affermarlo, secondo quanto riferisce 'Channel 12', è il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu nel corso di una conferenza stampa a Gerusalemme prima di essere sottoposto a un intervento chirurgico all'ernia.

Alla domanda sul ritardo di un'operazione a Rafah, Netanyahu ha detto che l'imminente incursione non è stata ritardata a causa del Ramadan, della pressione degli Stati Uniti o "per qualsiasi altra esitazione" : "Ci vogliono alcuni preparativi", spiega. "Non ci vorrà molto tempo. Niente ci fermerà, non la pressione degli Stati Uniti". Netanyahu dice di aver detto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden che apprezza il sostegno, "ma non ho apprezzato la decisione al Consiglio di sicurezza" di astenersi sul voto sulla risoluzione all'Onu che chiedeva un cessate il fuoco. "Ho pensato che fosse una decisione deplorevole... Ecco perché ho pensato di dover inviare un messaggio chiaro su questo tema".

Netanyahu ha poi spiegato che Israele nei colloqui "ha mostrato flessibilità" mentre Hamas "ha irrigidito la sua posizione e chiede il ritorno degli abitanti di Gaza senza controlli nel nord della Striscia, compreso i terroristi di Hamas". "Se cediamo ad una nuova richiesta ogni due giorni, saremo più vicini ad un accordo? Ciò non farebbe altro che rendere sempre più difficile il ritorno a casa degli ostaggi", ha assicurato. Coloro che affermano che non sta facendo tutto il possibile per restituire gli ostaggi a Israele "provocano inutili sofferenze alle famiglie degli ostaggi", ha aggiunto il premier israeliano rispondendo così a voci come quella del leader dell'opposizione, Yair Lapid, che domenica ha assicurato che "l'unica cosa importante per Netanyahu è rimanere al potere".

Attacco aereo israeliano su ospedale Al-Aqsa

"Quattro persone sono state uccise e 17 sono state ferite dopo l'attacco aereo israeliano nel cortile dell'ospedale di Al-Aqsa a Gaza". Ad affermarlo in un post su 'X' è il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Al momento del raid, una squadra dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) era in missione umanitaria all'ospedale "per valutare le necessità e raccogliere incubatrici da inviare nel nord di Gaza". "Chiediamo ancora una volta la protezione dei pazienti, del personale sanitario e delle missioni umanitarie. Gli attacchi in corso e la militarizzazione degli ospedali devono finire. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato. Esortiamo le parti a rispettare la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu e il cessate il fuoco", aggiunge Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Sette giornalisti sarebbero rimasti feriti a seguito dell'attacco, mentre quattro membri della Jihad islamica sono rimasti uccisi. L'esercito israeliano ha affermato aver colpito un centro di comando della Jihad Islamica nel cortile dell'ospedale di Deir al-Balah. Hamas e il personale medico negano le accuse israeliane secondo cui i militanti utilizzano gli ospedali come basi. La Jihad islamica, alleata di Hamas, non ha commentato. I giornalisti erano tra le centinaia che si stanno rifugiando in tende improvvisate nel cortile dell'ospedale. Uno dei feriti era un freelance che lavora per la Bbc.

Ucciso Al-Zin un comandante di Hezbollah

 Hezbollah conferma l'uccisione di Ismail Al-Zin da parte dell'esercito israeliano. E' quanto riferisce 'Al Jazeera' che cita una dichiarazione rilasciata su Telegram del gruppo libanese. Hezbollah raramente specifica dove e quando i suoi combattenti vengono uccisi, tuttavia, secondo l'esercito israeliano, al-Zin, che l'esercito sostiene fosse il comandante dell'unità missilistica anticarro di Hezbollah, è stato ucciso dopo che l'aviazione israeliana ha bombardato un'auto nel villaggio meridionale libanese di Kounine.

Guardian: 'Israele ha chiesto all'Onu di smantellare l'Unrwa

Israele ha presentato alle Nazioni Unite una proposta "per smantellare l'Unrwa", l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi fondata nel 1949 e "trasferire il suo personale a un'agenzia sostitutiva per effettuare consegne di cibo su larga scala a Gaza". A rivelarlo è 'The Guardian' che cita fonti delle Nazioni Unite. La proposta, scrive il quotidiano britannico, "è stata presentata alla fine della scorsa settimana dal capo di stato maggiore israeliano, il tenente generale Herzi Halevi, ai funzionari delle Nazioni Unite in Israele, che l'hanno inoltrata al segretario generale dell'organizzazione, António Guterres, sabato, hanno detto fonti vicine al dossier". L'Unrwa non è stata coinvolta nei colloqui in quanto le Forze di Difesa Israeliane (Idf) ritengono che alcuni membri del personale dell'agenzia siano affiliati con gruppi palestinesi come Hamas o la Jihad islamica.

Secondo la proposta israeliana "300-400 membri del personale dell'Unrwa potrebbero essere inizialmente trasferiti a un'altra agenzia delle Nazioni Unite, come il World Food Programme (Wfp) o a una nuova organizzazione appositamente creata per distribuire aiuti alimentari a Gaza. Altri dipendenti dell'Unrwa potrebbero essere trasferiti in fasi successive e anche i beni dell'agenzia potrebbero essere trasferiti". I dettagli, rileva 'The Guardian', sarebbero vaghi su chi avrebbe gestito questa nuova agenzia o su chi avrebbe fornito la sicurezza per le sue consegne. Alcuni funzionari delle Nazioni Unite, scrive il quotidiano, "vedono il piano israeliano come un tentativo di ritrarre le Nazioni Unite come non disposte a cooperare in caso di carestia a Gaza, che le organizzazioni umanitarie hanno avvertito essere imminente". Giovedì la Corte internazionale di giustizia, che sta esaminando le accuse di genocidio contro Israele, ha ordinato al governo israeliano di prendere "tutte le misure necessarie ed efficaci" per garantire la consegna su larga scala di aiuti a Gaza "in piena cooperazione con le Nazioni Unite".

Alcune persone all'interno delle Nazioni Unite considerano la proposta israeliana come "il culmine di una lunga campagna israeliana per distruggere l'Unrwa". "Se permettiamo questo, c'è il rischio di essere gestiti direttamente dagli israeliani, e le Nazioni Unite rischiano di essere complici nell'indebolire l'Unrwa, che non è solo il più grande fornitore di aiuti, ma anche il più grande bastione dell'anti-estremismo a Gaza", ha detto un funzionario delle Nazioni Unite. L'ufficio di Guterres e l'Idf non hanno risposto alle richieste di commento.

Protesta di 4 giorni a Gerusalemme

Dimissioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu con il suo governo, elezioni anticipate e un accordo tra i leader di Israele che permetta di arrivare al rilascio dei 130 ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. E' quanto chiedono i manifestanti che hanno iniziato a riunirsi a Gerusalemme per quella che sarà una protesta di quattro giorni. Luogo clou della manifestazione sarà la Knesset, il Parlamento israeliano, ma anche la residenza di Netanyahu a Gerusalemme e altri luoghi chiave. Dai video condivisi sui social si vedono i manifestanti per le strade che sventolano le bandiere israeliane e suonano trombe.

Attacco con coltello a Be'er Sheva, un ferito: ucciso attentatore

Aggressione con coltello e un ferito alla stazione centrale degli autobus di Be'er Sheva in un sospetto attacco terroristico. Ucciso l'attentatore. A quanto riferisce Ynet, che parla di "panico alla stazione", un testimone oculare avrebbe riferito che il terrorista sarebbe sceso da una navetta, in abiti civili, già armato di coltello, e avrebbe pugnalato un giovane. Subito dopo sarebbe stato ucciso da militari accorsi sul posto. "Il terrorista era all'interno della stazione degli autobus. All'improvviso si sono sentiti gli spari e tutti hanno iniziato a correre", ha spiegato un altro testimone.

I medici hanno curato sul luogo dell'aggressore un uomo di 20 anni che era stato accoltellato e che poi è stato trasferito in ospedale. Il ferito è un ufficiale delle Forze di difesa israeliane. Il militare è stato portato all'ospedale Soroka con ferite al braccio, ha detto il servizio di ambulanze di Magen David Adom. Le sue condizioni sono giudicate buone.

I media israeliani hanno spiegato che l'aggressore era un giovane beduino e cittadino israeliano della regione desertica del Negev di cui Be'er Sheva è la città più grande. L'accoltellatore è stato poi identificato da fonti della difesa come Naji Abu Freh, 28 anni, residente nella vicina città beduina di Rahat.

"Armi nascoste in letti e cuscini in reparto maternità al-Shifa"

I militari delle Forze di difesa israeliane hanno intanto detto di aver trovato armi nascoste nei letti e nei cuscini del reparto maternità dell'ospedale di al-Shifa, a Gaza City. Come spiegano i militari della Brigata al-Nahal, tra le armi sequestrate ci sono mortai, ordigni esplosivi, fucili di precisione, fucili d'assalto, pistole e altro equipaggiamento militare. Alcune armi, hanno aggiunto i militari, si trovavano nei controsoffitti e nelle pareti dell'ospedale. Circa 350 tra pazienti e personale medico dell'ospedale al-Shifa sono stati evacuati dall'Idf.

Ministero Sanità Gaza: "32.782 morti da 7 ottobre"

Sarebbe salito intanto a 32.782 il numero dei palestinesi rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dall'inizio della rappresaglia israeliana per l'attacco subito lo scorso 7 ottobre. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza City aggiungendo che sono rimasti feriti 75.298 palestinesi.

Almeno 75 i palestinesi, riferisce ancora il ministero, che sarebbero stati uccisi nei raid israeliani sferrati nella notte nella Striscia. La maggior parte delle vittime sarebbero donne e bambini.

Libano denuncerà a Onu attacco Israele a Unifil

Il ministero degli Esteri libanese ha annunciato che presenterà una denuncia ''urgente'' al Consiglio di sicurezza dell'Onu per l'''attacco'' sferrato ieri contro un gruppo di osservatori internazionali dell'Unifil e attribuito a Israele. Si tratta di una violazione del ''diritto internazionale e umanitario'', ha detto Beirut. Nell'attacco sono rimasti feriti una cilena, un norvegese, un australiano e un traduttore libanese.

Beirut ha contestato "gli attacchi contro le forze di pace dell'Onu, che continuano dopo gli attacchi contro i giornalisti, soccorritori, bambini, donne e bambini'', come scrive il quotidiano 'L'Orient Le Jour'. Il capo della diplomazia libanese Abdallah Bou Habib ha avuto un colloquio con il comandante in capo dell'Unifil, il generale spagnolo Aroldo Lazaro, e ha espresso la necessità di ''garantire la sicurezza degli impiegati delle Nazioni Unite, proteggere i civili e intervenire rapidamente per porre fine alle violazioni israeliane applicando pienamente la Risoluzione 1701 dell'Onu'' che ha messo fine alla guerra tra Hezbollah e Libano nel 2006.

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Sport

Sinner: “Forfait a Roma fa male. Roland Garros?...

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L'altoatesino in conferenza stampa al Foro Italico: "Parigi? Se c'è mezzo dubbio si dovrà vedere, mi fermo finché non sarò al 100%

Jannik Sinner  - (Afp)

"Roma è un torneo speciale, rinunciare al Foro Italico fa male". Jannik Sinner, numero 2 del tennis mondiale, fa il punto sulle proprie condizioni: il 22enne altoatesino salterà gli Internazionali Bnl per il problema all'anca che lo ha costretto a ritirarsi dai quarti di finale del Masters 1000 di Madrid. A questo punto, lascia intendere nella conferenza stampa al Foro Italico, non è certa nemmeno la presenza al Roland Garros, in programma dal 26 maggio. "Stavo bene prima del torneo di Madrid poi lì ho sentito più dolore ma era una situazione strana. Sapevo che c'era qualcosa che non andava. Abbiamo fatto una risonanza, abbiamo visto qualcosa non era apposto al 100% e abbiamo preso la decisione di fermarmi a Madrid. A Monaco abbiamo fatto altri esami e abbiamo preso questa decisione non facile" con la rinuncia agli Internazionali Bnl. "Per me Roma è forse il torneo clou, quello più speciale dell'anno". "C'è da accettarlo anche se fa male, non solo a me ma credo a tanti tifosi. Ma sono cose che possono succedere, compio 23 anni quest'anno e speriamo di giocare 10 anni qua... anche 15, perché no?", aggiunge l'azzurro.

"Ora starò un periodo senza giocare. Dovremo vedere dalla prossima settimana in poi come lavorarci, la preparazione per Parigi non sarà ottimale, i tempi sono abbastanza stretti, ma faremo il massimo per competere. Certo, arrivare a Parigi senza partite a Roma non è semplice. Sul problema ci saranno risposte tra una settimana, una settimana e mezzo. Se c'è mezzo dubbio si dovrà vedere, visto che a Parigi si gioca tre set su cinque", dice senza sciogliere i dubbi sulla presenza al Roland Garros

"Pensavamo fosse un problema non grave, invece con la risonanza abbiamo visto che qualcosa non andava al 100%, non voglio dire cosa esattamente ma abbiamo tutto sotto controllo. Di sicuro se il problema non è curato del tutto mi fermo ancora, non ho voglia di buttare via tre anni di carriera in futuro. Non ho fretta. Curare il corpo è molto più importante di tutto il resto".

"Questo di Roma era un torneo importante anche per i punti, sono in una buona posizione per fare una bella cosa, ma è abbastanza secondario. Ora l'obiettivo è andare a Torino", aggiunge Sinner che vede comunque il "bicchiere abbastanza pieno, onestamente per la stagione che stiamo facendo", con 3 titoli conquistati e il primo Slam della carriera vinto in Australia. "Ci saranno sempre dei momenti di difficoltà, certi infortuni si possono prevenire, atri no, abbiamo fatto un grande lavoro. La stagione scorsa ho giocato senza infortuni, andiamo avanti".

"A Montecarlo il corpo si è sentito abbastanza bene. L'anno prossimo vedremo di gestire meglio la situazione, se giocare o meno a Montecarlo: non puoi essere perfetto. A me piace giocare, vorrei giocare tutti i tornei. Ero il primo a dire proviamo, però non la vedo come una sconfitta, diciamo che ci sono delle cose che possiamo fare meglio", dice ancora. "Ci sono stati errori in questa vicenda? Non lo so. Sicuramente mi rendo conto che il riposo è molto importante. Appena posso non toccare la racchetta per un paio di giorni lo faccio. Dopo Montecarlo per 5 giorni non ho toccato la racchetta, mi sono sentito bene poi a Madrid è peggiorata la situazione", afferma.

Binaghi: "Telefonata Sinner coltellata ma scelta è giusta"

"La telefonata di Jannik è stata una coltellata, anche a freddo, perché sembrava che tutto fosse rientrato. Gli fa però onore essere qui", confessa il presidente della Fitp Angelo Binaghi in conferenza accanto all'azzurro. "Doveva essere la sua festa, la prima volta dopo 47 anni che un italiano sarebbe stato il vero favorito del torneo. Ma credo che la scelta sia stata giusta, merito di uno staff di assoluto livello", aggiunge Binaghi.

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Sport

Cagliari-Lecce 1-1, salentini vicini alla salvezza

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I sardi di Ranieri si portano a 33 punti subito dietro i giallorossi al 12esimo posto

L'allenatore del Lecce Luca Gotti  - (Fotogramma)

Si è chiusa sull'1-1 la sfida salvezza della Domus Arena tra il Cagliari e il Lecce, per il lunch match domenicale della 35/a giornata di Serie A. Il pari consente ai salentini di Gotti di salire a 37 punti in 13esima posizione e avvicinarsi alla salvezza, mentre i sardi di Ranieri si portano a 33 punti subito dietro i giallorossi al 12esimo posto, in attesa delle altre gare della giornata.

Primo tempo molto intenso con i sardi che vanno in gol al 18' con Deiola con una conclusione deviata dalla distanza, ma il Var annulla per un tocco di mano. Il vantaggio della squadra di Ranieri è però solo rimandato e arriva al 26' con Mina. I rossoblu però restano in dieci per l'espulsione di Gaetano nel finale di primo tempo dopo aver rivisto l'azione al Var.

Il Lecce con l'uomo in più pressa e sfiora il gol in diverse occasioni e pareggiano all'84' con Krstovic. Nel finale il Lecce sfiora anche il sorpasso colpendo due legni con Baschirotto e Sansone, oltre a due conclusioni di Blin e Gendrey parate da Meret.

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Cronaca

Matteo Falcinelli e l’arresto choc a Miami:...

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E' quanto ha confidato alla madre, secondo quanto si apprende, il giovane 'incaprettato' per 13 minuti in cella negli Usa. Il legale della famiglia: "Valutiamo richiesta intervento a procura Roma"

Polizia Usa - Afp

''Ho subito una tortura ma sono sopravvissuto''. E' quanto ha confidato alla madre, secondo quanto si apprende, Matteo Falcinelli, il giovane arrestato a Miami e incaprettato per 13 minuti in cella, come appare da un video. ''Per fortuna al di là di una sofferenza importante psicologica - ha spiegato l'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia del 25enne di Spoleto - sta studiando e finendo il master''.

''Stiamo studiando l'ipotesi di fare intervenire la procura di Roma che potrebbe sollecitare i colleghi statunitensi nel procedere visto quello che ha subito questo cittadino italiano'', ha quindi confermato all'Adnkronos l'avvocato Maresca.

L'avvocato spiega che il 25enne di Spoleto è stato ora sottoposto a una sorta di ''messa alla prova''. ''In tutto aveva sei mesi e ne sono passati due, quindi gli restano ancora circa 4 mesi - aggiunge - In ogni caso lui è già stato autorizzato a lasciare il territorio degli Stati Uniti per poi rientrare'' e terminare il programma di rieducazione Pti previsto. E sull'ipotesi di procedere negli Usa per chiarire le circostanze in cui è stato arrestato ha aggiunto: ''La madre sta valutando con alcuni colleghi americani che vogliono prendere il caso in gestione cosa fare''.

"Massima attenzione" della Farnesina

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha già fatto sollecitare la massima attenzione al caso di Matteo Falcinelli da parte dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Jack Markell, ricordando che il Governo italiano segue doverosamente ogni caso di detenzione di cittadini italiani all’estero. E' quanto si legge in una nota della Farnesina, in cui si ricorda che dall’inizio della vicenda il consolato generale d’Italia a Miami sta seguendo il caso del connazionale arrestato dalla polizia a Miami Beach nella notte fra il 24 e il 25 febbraio e rilasciato dopo due giorni.

All’atto dell’arresto il signor Falcinelli è stato sottoposto a un trattamento detentivo particolarmente violento, testimoniato dalle stesse body-cam dei poliziotti che hanno effettuato il fermo. Per questa ragione, oltre a seguire il caso e prestare assistenza alla famiglia per gli aspetti legali, il console generale a Miami ha sottolineato con le autorità locali l’inaccettabilità dei trattamenti che il giovane ha subito, fa sapere la Farnesina.

Falcinelli era stato arrestato all’uscita di una discoteca. La polizia di Miami gli aveva contestato diversi reati, tra cui resistenza non violenta a pubblico ufficiale. È stato rilasciato due giorni dopo l’arresto. Il consolato generale a Miami si è subito attivato: oltre a intervenire con le autorità locali, ha prestato la necessaria assistenza al connazionale e ai familiari, anche fornendo contatti dell’ufficio legale, poi scelto dalla famiglia.

Sino alla conclusione della vicenda il consolato generale, d’intesa con la Farnesina, continuerà ad assistere il connazionale, mantenendo stretto contatto con la famiglia.

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