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Bari, neonata lasciata in culla termica in chiesa: è in...
Bari, neonata lasciata in culla termica in chiesa: è in buone condizioni
La scoperta del parroco: la piccola è stata lasciata nella stanzetta della chiesa di San Giovanni Battista al quartiere Poggiofranco, ora si trova al Policlinico della città. Il precedente nel 2020
Una neonata è stata trovata nella culla termica installata in una stanzetta della chiesa di San Giovanni Battista al quartiere Poggiofranco di Bari. Sarebbe venuta alla luce qualche giorno fa. Stamattina è scattato l'allarme collegato al numero di telefono del parroco della chiesa don Antonio Ruccia che si è recato immediatamente sul posto, facendo la scoperta, e poi ha avvisato le forze dell'ordine e i sanitari. Quindi la bimba è stata portata al Policlinico di Bari.
La culla per la vita, così è stata chiamata, si trova nella parrocchia di via Arcidiacono ed è dotata di un sensore che fa scattare l'allarme. Ora la bimba si trova, secondo le prime notizie in buone condizioni, nel reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico diretto dal professor Nicola Laforgia. "Si ripete il miracolo", si legge sulla pagina facebook della chiesa di San Giovanni Battista. A luglio del 2020 si verificò un altro ritrovamento, un bambino cui fu dato il nome di Luigi. Accanto al neonato inquel caso c'era un bigliettino. In quest'ultimo episodio no.
Cronaca
Napoli, 19enne muore in un incidente: denunciata 26enne...
Tragedia del sabato sera a Castellammare di Stabia: scontro tra scooter e auto
Scontro tra scooter e auto nella notte a Castellammare di Stabia dove il 19enne Salvatore Vertolomo, alla guida del ciclomotore, è morto sul colpo. Alla guida dell’utilitaria, secondo una prima ricostruzione, ci sarebbe stata una 26enne senza patente, che è stata denunciata per omicidio stradale alla Procura di Torre Annunziata.
Il secondo ragazzo che viaggiava come passeggero a bordo dello scooter è stato portato in ospedale per accertamenti, non in pericolo di vita. Le 4 persone in auto sono rimaste illese. Un 51enne a bordo dell'auto risponderà di favoreggiamento personale, per aver dichiarato falsamente di essere alla guida durante lo scontro. I veicoli sono stati sequestrati, la dinamica dell’incidente da ricostruire. La salma del giovane è ora a disposizione del pm di turno e sarà sottoposta ad autopsia.
Esteri
Gaza, camion con gli aiuti umanitari entrano dal valico di...
La rivendicazione in un video delle Brigate al-Qassam. Intanto oggi sono entrati a Gaza diversi camion di aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom
I miliziani delle Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno rivendicato di aver preso in ostaggio almeno un soldato israeliano che, insieme ad altri, aveva fatto irruzione nel campo profughi di Jabalia nel nord della Striscia di Gaza. Secondo quanto affermato in un videomessaggio dal portavoce delle Brigate al-Qassam, Abu Obeida, i soldati israeliani sono entrati in un tunnel e qui è stata tesa loro un'imboscata. I miliziani di Hamas ''hanno attirato la forza sionista'' in un tunnel e qui hanno ''ferito, ucciso e catturato'' un numero imprecisato di solati israeliani, afferma Abu Obeida.
Gli aiuti umanitari entrano a Gaza
Intanto oggi diversi camion di aiuti stanno umanitari stanno entrando a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom. L'Egitto, dopo una telefonata tra Al Sisi e il presidente Usa Joe Biden venerdì scorso, aveva acconsentito a far passare temporaneamente aiuti umanitari e carburante delle Nazioni Unite attraverso il valico di Kerem Shalom fino a quando non riaprirà quello di Rafah, chiuso da quando Israele ha lanciato l’operazione per prenderne il controllo il 7 maggio scorso.
Anp: allo studio gestione valichi Gaza affidata a terzi
Gli stati Uniti, l'Egitto, Israele e l'Autorità nazionale palestinese (Anp) stanno discutendo in modo approfondito su come la gestione dei valichi di frontiera con la Striscia di Gaza possa essere affidata a palestinesi o a soggetti terzi, fa sapere un alto funzionario dell'Anp all'Arab World Press (Awp), come riporta il sito di Ynet.
''E' in corso una discussione attenta e dettagliata tra Stati Uniti, Egitto, Autorità Palestinese e Israele riguardo alla gestione ufficiale palestinese dei valichi di frontiera nella Striscia di Gaza, con la possibilità di terzi o con un Accordo egiziano-palestinese'', ha spiegato il funzionario.
I colloqui riguardano principalmente i valichi di Kerem Shalom e di Rafah, così come ad altri valichi nel nord di Gaza, che cercano di "facilitare l'ingresso di merci e aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e il movimento delle persone".
Politica
Follini: “Il ‘miracolo’ di De Gasperi...
Oggi "noi siamo approdati agli antipodi di quella stagione"
"Su quanto la Dc fosse a suo tempo, coerentemente e fino in fondo, 'degasperiana'; e su quanto a sua volta De Gasperi fosse egli stesso 'democristiano' si discute da un bel po’ di tempo. E ora l’argomento riaffiora discretamente tra le righe di un libro che Antonio Polito ha dedicato allo statista trentino a settanta anni dalla sua scomparsa.
S’intende che De Gasperi fu colui che trascinò la Dc alla vittoria elettorale, piantando le radici di un albero imponente che ha dominato la foresta politica del nostro paese per un cinquantennio. Ne fu segretario due volte, prima e dopo il suo settennato di governo. E non pensò mai che il suo destino politico potesse essere altrove. I democristiani a loro volta lo riconobbero come il loro 'capo' e quelli che restano tali continuano ancora oggi a onorarne la memoria.
L’argomento, insomma, potrebbe chiudersi qui. Tanto più che Polito lo affronta con garbo, quasi in punta di piedi. Non insinua affatto che tra De Gasperi e i suoi cari vi fosse una così grande contraddizione. E però anche lui finisce per fare i conti con una dialettica che fu a suo tempo più complicata di quanto l’ufficialità non abbia poi riconosciuto. Nel senso che non sempre la Dc si rispecchiò appieno nell’agenda di quei governi. E nel senso che quando poi il leader tornò a piazza del Gesù trovò un partito ben diverso da quello che aveva lasciato qualche anno prima. Riaffiora così quell’immagine di 'uomo solo' che diede il nome al libro di ricordi scritto dalla figlia Maria Romana e che ancora oggi finisce per richiamare l’idea di un certo attrito tra il leader e il suo retroterra.
La questione non riguarda solo la storia e i protagonisti di quel tempo. Riguarda anche noi e i nostri giorni. Dato che anche adesso, e forse molto più di allora, tra il leader e il suo esercito c’è una dialettica non priva, a volte, di una certa asprezza. Certo, oggi il leader conta molto più di prima, tant’è che spesso e volentieri scolpisce il suo nome nel simbolo del partito, fa e disfa le liste elettorali a suo piacimento, confessa e sconfessa i suoi cari con una disinvoltura che all’epoca di De Gasperi sarebbe apparsa piuttosto disdicevole. Un costume che ha preso il largo ormai, e che sembra appartenere a pieno titolo alla nostra Repubblica -seconda o terza che sia. Ma le cui origini si possono riconoscere anche presso figure lontane. Si pensi a Saragat che definì 'omuncoli' i suoi seguaci del Psdi. O a Fanfani che trattò le correnti dc della sua stagione in modo abbastanza rude e sbrigativo.
Polito riassume i termini della questione attribuendo a De Gasperi il principio per il quale il leader è forte se sono forti le istituzioni e non i partiti. Principio che l’interessato praticò senza però mai teorizzarlo troppo. Un po’ perché la sua idea era che la politica non avesse un esagerato bisogno di teorie. E un po’ perché era consapevole che il suo partito, anche per l’ampiezza dei consensi raccolti, era destinato a ospitare molti interessi e molti punti di vista, non sempre così docili. Interessi che andavano armonizzati, certo. Ma senza illudersi più di tanto di poterli ricondurre a una troppo ferrea disciplina.
Dunque ai giorni nostri possiamo più che altro fare supposizioni e simulazioni. Sapendo però -ce lo dice la storia- che De Gasperi potè avviare la politica e l’economia italiana verso il 'miracolo' del dopoguerra anche perché l’estremo, disordinato, indisciplinato pluralismo del suo partito gli consentì di rivolgersi a uno spettro amplissimo della popolazione. Fossero state più ordinate le cose, difficilmente sarebbe stato così positivo il loro esito.
Nel frattempo, viene da dire che noi siamo approdati agli antipodi di quella stagione. E mentre i grandi leader di quella lontana stagione si rassegnavano a fare i conti con un certo disordine politico, i leader di oggi si trovano alla prese con una situazione apparentemente più ordinata secondo i loro voleri e poteri. Che tutto questo rechi alla politica dei nostri giorni un così cospicuo vantaggio resta però tutto da dimostrare". (di Marco Follini)