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Pasqua 2024, derby tra pastiera e colomba: i vip si dividono
Dalla tradizione familiare di Marisa Laurito all'omaggio di Massimo Boldi per la moglie scomparsa nel 2004 il dolce napoletano spopola
La Pasqua è alle porte e la scelta del dolce da portare in tavola è sempre un argomento di grande interesse, soprattutto quando si tratta delle preferenze dei vip. Ed è subito derby tra pastiera e colomba. Una scelta tra due grandi classici che può dipendere da diversi fattori, come le tradizioni familiari, le preferenze personali o la ricerca di novità. Marisa Laurito è una donna di tradizioni e per questo motivo sulla sua tavola trovano spazio sia pastiera che colomba. "Sulla mia tavola ci sono tutte e due. Non mi faccio mancare niente", afferma all'Adnkronos l'attrice che ricorda anche la pizza pasqualina "tipica della mia infanzia".
Ma la preferenza c'è ed è la pastiera: il dolce che Laurito prepara personalmente. "La preparo io, nessuna rivisitazione” afferma con orgoglio, sottolineando il suo desiderio di mantenere intatto il legame con le sue radici e l’autenticità del piatto. Vladimir Luxuria, invece, che a breve debutterà alla conduzione della nuova edizione dell'Isola dei famosi - in onda a partire dall'8 aprile in prima serata su Canale5 - sceglie di celebrare la Pasqua con un simbolo di pace: la colomba. Nonostante il suo amore per la pastiera napoletana, dunque, la conduttrice quest’anno ha deciso di dare priorità a un messaggio più profondo.
"La pastiera mi piace moltissimo", afferma Luxuria che ammette: "Quando sono a Napoli, anche al di fuori del periodo pasquale, la mangio volentieri perché ci sono dei posti dove la trovi sempre". Quest’anno, però, "scelgo la colomba, non solo perché è buona e glassata ma, perché soprattutto in questo periodo di guerre, la vedo un po’ come simbolo di pace. E la pace è sempre dolce mentre la guerra amara".
Colomba sì ma con una fetta di pastiera: per Massimo Boldi il derby finisce in pareggio. Boldi ha un debole per la colomba pasquale, dolce tipico della sua città natale, Milano. Tuttavia, c’è un altro dolce che occupa un posto speciale nel suo cuore e sulla sua tavola di Pasqua: la pastiera. Per il comico, infatti, la pastiera rappresenta non solo la tradizione culinaria di Napoli, ma anche un dolce ricordo della moglie Maria Teresa Selo scomparsa nel 2004. Lei, napoletana di origine, amava preparare la pastiera e anche a distanza di anni l’attore porta avanti le abitudini pasquali della moglie creando un ponte tra Milano e Napoli, tra passato e presente. Non ha dubbi Valeria Marini che da Sharm el Sheik risponde: "Sicuramente la colomba, che ci ricorda di volare in alto, ma la cosa importante a Pasqua è pregare", tiene a sottolineare l'artista che aggiunge: "Infatti sto cercando una chiesa dove poter seguire la messa, altrimenti la seguirò in televisione".
Deviano dai classici dolci pasquali, chi per preferenza di palato e chi per una battuta, Barbara Palombelli e Gabriele Cirilli. La nota conduttrice televisiva boccia senza riserve sia colomba che pastiera. "A Natale siamo tutti riuniti a tavola! Da me, parenti e amici. A Pasqua per fortuna si va in trattoria confidando nel tempo e ognuno sceglie il suo dolce", afferma Palombelli che rivela: "Per me Pasqua sono le uova di cioccolato e la faccia dei nipotini quando trovano la sorpresa...la caccia alle uova è il momento più bello".
"A Pasqua pastiera o colomba? Io dicono panettone!", voce fuori dal coro quella di Gabriele Cirilli che, con l'ironia che gli è propria, dice all'Adnkronos: "a Natale, ha rivelato un report, c'è stata una crisi negli acquisti dei panettoni, ma gli italiani hanno speso pochissimo per questo tipico dolce e tantissimo per i telefoni. Proprio così - aggiunge - si sono svenati per avere l'ultimo modello di smartphone, quello più all'ultima moda ma hanno speso poco per i panettoni. Quindi quelli rimasti li mangeremo a Pasqua".
Politica
Europee, Calenda si candida: “La scelta di Meloni...
"In tutte le circoscrizioni"
Il leader di Azione Carlo Calenda si candida alle elezioni Europee. "Dopo aver consultato il Direttivo del partito, i o ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni - annuncia - per dare ancora più forza alla squadra di straordinaria qualità che abbiamo messo in campo da settimane, con un programma netto e chiaro e l'obbligo per tutti i candidati di aderire al gruppo Renew. Siamo europei e lo dimostreremo l'8 e il 9 giugno" aggiunge.
"Dobbiamo opporci al progetto di Giorgia Meloni"
"Nei mesi scorsi ho più volte sollecitato pubblicamente tutti i leader politici a firmare un accordo per non candidarsi alle Europee" dice. "Schlein e Tajani hanno già scelto la strada della candidatura diretta. Ma la discesa in campo della presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario. Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di 'una piccola Italia in una piccola Europa' di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco".
Ultima ora
Cristiano Malgioglio: “Ho scritto una canzone...
L'annuncio a Verissimo: "Lui ancora non lo sa"
"Ho scritto una canzone con una dedica d'amore a Cristiano Ronaldo. E' una dichiarazione d'amore che faccio a Ronaldo". Cristiano Malgioglio, ospite oggi di Verissimo su Canale 5, in una lunga intervista a Silvia Toffanin svela, tra l'altro, di aver composto un brano dedicato al fuoriclasse portoghese. "E' una dichiarazione d'amore viscerale", dice Malgioglio. Ma Ronaldo, che in carriera ha giocato anche nella Juventus e ora milita in Arabia Saudita, è stato informato? "Lui ancora non lo sa".
"Non ho paura di invecchiare. Ho paura solo di non avere più la mente lucida", dice rispondendo alle domande dopo il recente compleanno festeggiato il 23 aprile.
Cultura
Libri: esce ‘Palestina Israele – Il lungo inganno. La...
Scritto da Mario Capanna e Luciano Neri, il volume documenta le responsabilità nella mancata soluzione del conflitto
La polveriera mediorientale, il conflitto israelo-palestinese. A spiegare motivi e responsabilità di una guerra che affonda le sue radici in un passato lontano è il libro ‘Palestina Israele – Il lungo inganno. La soluzione imprescindibile’, edito da Mimesis, scritto a quattro mani da Mario Capanna e Luciano Neri. Chi ha fatto fallire gli accordi di Oslo? Chi ha favorito e finanziato la crescita di Hamas fino alla tragedia attuale? In questo libro Capanna e Neri riportano la loro esperienza diretta dalla Cisgiordania, da Gaza e da Israele, privi dei condizionamenti della propaganda occidentale. Un viaggio iniziato ormai oltre cinquant’anni fa, negli anni Settanta, che ha portato a incontri, relazioni e preziose testimonianze dai territori occupati. Documentando in modo rigoroso le responsabilità nella mancata soluzione del conflitto, gli autori mostrano con chiarezza che l’unica alternativa a una guerra che sembra destinata a durare in eterno è la pacifica creazione di un vero Stato palestinese che possa convivere con quello di Israele.
“Al di là delle contorsioni delle cancellerie e dei governi, ora l’opinione pubblica mondiale si sta rendendo conto che senza la costituzione di un vero Stato palestinese, che conviva in pace con quello di Israele, non ci sarà mai la pace in Medio Oriente –scrivono gli autori-. Ogni altra ipotesi è fondata sulla sabbia. Valgano, in merito, le parole di Sant’Agostino: ‘La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose e il coraggio per cambiarle’. Noi tutti facciamo sì che i due figli crescano vigorosi”.
Politico, scrittore e giornalista, Capanna, leader studentesco nel Sessantotto, segretario nazionale di Democrazia Proletaria fino al 1987, parlamentare italiano ed eurodeputato, è un esponente ambientalista e pacifista. Nel volume Capanna riporta riflessioni, scritti (antichi e recenti) raccolti nei tanti viaggi effettuati in Palestina, a partire dall’intervista con il leader palestinese Yasser Arafat e dalle sue parole: “La speranza è quella cosa che non ho perso neanche per un giorno durante la mia vita”, e ancora: “Se non avessimo impugnato le armi, a noi palestinesi avrebbero fatto fare la fine degli indiani d’America”. Le riflessioni nei lunghi viaggi assieme a Nemer Hammad, rappresentante dell’Olp in Italia, l’incontro con Abu Jihad, braccio destro di Arafat, assassinato nel 1988 da un commando israeliano, e tanto altro. Capanna denuncia la ‘propaganda a senso unico’ della stampa italiana sul conflitto.
Nella seconda parte del libro, curata dall’analista geopolitico e presidente del Centro Relazioni Internazionali, Luciano Neri, trova spazio un capitolo sull’ascesa di Hamas ‘un evento prevedibile, un disastro evitabile’, le riflessioni del giornalista e pacifista israeliano Uri Avnery, a partire dalle sue parole d’amore per Gaza, la città oggi martoriata dalle bombe israeliane. Appendice al volume le risoluzioni dell’Onu violate da Israele.