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Colpita con droni marini la nave russa Sergey Kotov –...
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“Russia prepara atti di sabotaggio violenti in...
Lanciato da alcune intelligence europee e riportato dal Financial Times: "Attacchi occulti, incendi dolosi e danni alle infrastrutture sul territorio, senza preoccuparsi di provocare vittime"
Già accusata di una serie di cyber attacchi condotti nelle ultime settimane contro alcuni Paesi europei, la Russia starebbe preparando "atti di sabotaggio violenti" in tutto il continente. E' l'allarme lanciato da alcune intelligence europee di cui dà conto il Financial Times, secondo cui Mosca avrebbe già iniziato "a preparare più attivamente attacchi occulti, incendi dolosi e danni alle infrastrutture sul territorio europeo, direttamente e tramite i suoi proxies, senza preoccuparsi di provocare vittime tra i civili".
Secondo le valutazioni di tre diversi Paesi europei condivise con il quotidiano britannico, sebbene gli agenti del Cremlino abbiano una lunga storia di operazioni di questo tipo - e abbiano lanciato attacchi sporadici in Europa negli ultimi anni - stanno aumentando "le prove di uno sforzo più aggressivo e concertato".
Un alto funzionario di un governo europeo ha dichiarato che attraverso i servizi di sicurezza della Nato sono state condivise informazioni su “chiare e convincenti azioni maligne russe”, coordinate e su larga scala. È giunto il momento di “sensibilizzare e concentrare l'attenzione” sulla minaccia della violenza russa sul territorio europeo, ha aggiunto.
"Riteniamo che il rischio di atti di sabotaggio controllati dallo Stato sia notevolmente aumentato", aveva dichiarato il mese scorso ad una conferenza sulla sicurezza Thomas Haldenwang, capo dell'intelligence interna tedesca, secondo cui la Russia sembra ora a suo agio nel condurre operazioni sul suolo europeo "con un alto potenziale di danno". Haldenwang aveva parlato pochi giorni dopo che due cittadini russo-tedeschi erano stati arrestati a Bayreuth, in Baviera, con l'accusa di aver complottato per attaccare siti militari e logistici in Germania per conto della Russia.
Alla fine di aprile, ricorda l'Ft, due uomini sono stati accusati nel Regno Unito di aver appiccato un incendio a un magazzino contenente aiuti per l'Ucraina: i procuratori inglesi li hanno accusati di lavorare per il governo russo. E ancora, in Svezia i servizi di sicurezza stanno indagando su una serie di recenti deragliamenti ferroviari, che si sospetta possano essere atti di sabotaggio, mentre secondo quanto detto al giornale dal ministero dei Trasporti di Praga, ci sarebbe la Russia dietro al tentativo di distruggere i sistemi di segnalazione delle ferrovie della Repubblica ceca.
"Cyberattacchi russi a Paesi Ue", la replica di Mosca agli Usa
La Russia dietro ai cyberattacchi contro alcuni Paesi europei? Agli Stati Uniti piace accusare Mosca di "tutti i peccati mortali". L'ambasciatore russo a Washington, Anatoli Antonov, aveva replicato così alla denuncia del dipartimento di Stato americano, secondo cui il Gru, il servizio di intelligence militare di Mosca, sarebbe legato agli attacchi cyber condotto nelle ultime settimane contro alcuni Paesi europei, come Germania e Repubblica Ceca.
"Consideriamo queste dichiarazioni come un altro esempio della diplomazia del megafono ed una prova del desiderio irrefrenabile degli Stati Uniti di accusare la Russia di tutti i peccati mortali - ha attaccato Antonov -. Abbiamo detto ripetutamente agli Stati Uniti: se avete qualsiasi sospetto, allora dovreste trasmetterlo attraverso i canali ufficiali con una lista dei fatti specifici e delle prove".
Ma, secondo l'ambasciatore, Washington "non ha semplicemente niente in mano per dimostrare le sue insinuazioni". "E' ovvio - conclude - che queste storie false e provocatorie non faranno altro che intensificarsi mentre si avvicinano le elezioni presidenziali americane, come già avvenuto negli anni scorsi".
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Xi oggi in Francia, come è cambiato il ‘clima’...
L'ultima volta di Xi in Italia nel 2019 per la firma degli accordi della Via della Seta, ormai archiviati. La Cnn rispolvera la foto con Mattarella al Quirinale, quando davanti al leader cinese si esibì anche il maestro Bocelli. Ma, passati cinque anni, in Europa molto è cambiato
Sbarca oggi in Europa il leader cinese Xi Jinping. Partito da Pechino nelle scorse ore è atteso in Francia nell'ambito di un viaggio che lo porterà poi anche in Serbia e Ungheria. Ad accompagnarlo, sottolineano i media ufficiali cinesi, ci sono tra gli altri la consorte Peng Liyuan, e il capo della diplomazia, Wang Yi. Risale al marzo del 2019 l'ultima volta di Xi in Europa. Venne in Italia per la firma degli accordi della Via della Seta, ormai archiviati. La Cnn rispolvera una foto di Xi con il capo di Stato Sergio Mattarella al Quirinale. In quell'occasione davanti a Xi si esibì anche il maestro Andrea Bocelli. Ma, passati cinque anni, in Europa molto è cambiato.
"In molte capitali europee la Cina è vista sempre più come minaccia articolata. Ma ci sono divisioni all'interno dell'Europa su quanto velocemente e fino a che punto affrontare le preoccupazioni sulla Cina, sia in campo economico che in materia di sicurezza", sintetizza Noah Barkin del German Marshall Fund of the United States citata dalla Cnn.
L'Ue (domani a Parigi è previsto il trilaterale che vedrà allo stesso tavolo Xi con il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen) vuole vederci chiaro sui sussidi ricevuti dai fornitori cinesi di turbine eoliche destinate all'Europa.
Ci sono stati i blitz negli uffici della Nuctech, colosso nel campo dei dispositivi per la sicurezza. Ci sono le pratiche commerciali di Pechino considerate "sleali". E gli arresti di almeno sei persone scattati nei giorni scorsi in Germania e nel Regno Unito per sospetto spionaggio a favore del gigante asiatico.
E questo viaggio di Xi, osserva la rete americana, è un'occasione per 'corteggiare' gli 'scettici' ma anche per dimostrare che nonostante un irrigidimento su alcuni fronti in Europa c'è sempre chi accoglie la Cina a braccia aperte. Una Repubblica Popolare che vuole assicurarsi che l'Europa non si avvicini ulteriormente agli Usa, che vanno verso le elezioni di novembre.
Nei colloqui Xi insisterà con tutta probabilità sul messaggio che il "de-risking" è pericoloso per l'Europa. Dopo Parigi, e il faccia a faccia più 'intimo' con Macron negli Alti Pirenei, Xi si sposterà in Serbia e Ungheria, dove non dovrà sentire le critiche che a Pechino arrivano da altre capitali europee.
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Proteste pro Gaza in università Usa, il Wall Street...
Il retroscena sulle occupazioni dei campus secondo il quotidiano americano: "Studenti formati per mesi da parte di attivisti di lunga data e gruppi di sinistra"
La recente ondata di proteste filo-palestinesi nei campus universitari americani "è arrivata all’improvviso e ha scioccato la nazione. Ma le tattiche politiche alla base di alcune manifestazioni sono state il risultato di mesi di formazione, pianificazione e incoraggiamento da parte di attivisti di lunga data e gruppi di sinistra". A rivelare il retroscena sulle occupazioni anti Israele ormai diffuse in gran parte delle università Usa è il Wall Street Journal, che spiega come "attivisti esterni" al mondo studentesco avrebbero di fatto "addestrato" e preparato i giovani universitari a infiammare i campus della nazione. Una rete composta da attivisti esperti, esponenti di gruppi di sinistra e network radicali che avrebbero formato gli studenti in vista dei disordini e delle occupazioni attraverso seminari di pianificazione delle proteste, ma anche con indicazioni sugli slogan da utilizzare o consigli sui social su come affrontare sit in e manifestazioni, tra abiti comodi da indossare, acqua da portare, barrette energetiche da mangiare, foulard per coprire il volto e qualche indicazione sul da farsi in caso di arresto di un compagno di lotta.
Mesi prima che i disordini scoppiassero nel campus, racconta il Wall Street Journal, i giovani leader delle proteste pro Gaza della Columbia University di New York avevano ad esempio consultato "esponenti del National Students for Justice in Palestine" (Nsjp) ed "ex esponenti delle Black Panthers", (prendendo "appunti dai più esperti e analizzato come l’università aveva risposto in passato ad altre proteste", aveva raccontato una delle portavoci dei manifestanti, Sueda Polat) mentre nel marzo scorso gli studenti, dopo aver "ospitato persone che avevano esaltato il massacro del 7 ottobre" per mano di Hamas, avevano organizzato un seminario online sul tema. Del resto "sei manifestanti su dieci" tra le centinaia arrestati nei campus, ricorda il Wall Street Journal, non sarebbero studenti. Tra i tanti finiti in manette, "anarchici quarantenni" ma anche "contestatori seriali" e "agitatori antisemiti". A quanto riporta ancora il quotidiano statunitense, sempre più presente via social nei mesi precedenti alle proteste, tra consigli tattici e slogan da lanciare, la Nsjp, organizzazione presente in tutta la nazione poi sospesa in alcuni college teatro degli scontri.