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Israele pronto a 6 settimane di tregua. Primi aiuti Usa...
Israele pronto a 6 settimane di tregua. Primi aiuti Usa lanciati su Gaza
Israele non manda una delegazione al Cairo per colloqui sulla tregua e il rilascio degli ostaggi dopo il rifiuto di Hamas di consegnare la lista degli ostaggi ancora in vita, secondo le richieste di Tel Aviv
Un accordo per il rilascio degli ostaggi potrebbe essere concluso entro 24-48 ore se Israele accetterà le richieste di Hamas, aveva reso noto fonti del gruppo. Ma la decisione da parte dell'organizzazione di non consegnare la lista degli ostaggi ancora in vita e l'indicazione del numero di detenuti palestinesi che dovrebbero essere rilasciati, secondo le richieste di Tel Aviv, ha fatto sì che Israele non abbia mandato una delegazione al Cairo per colloqui sulla tregua ha fatto sapere un funzionario israeliano.
Hamas non è disposto a rilasciare nessuna informazione sugli ostaggi fino a che non entrerà in vigore "un cessate il fuoco completo e non sarà alleviata in modo significativo la sofferenza degli abitanti di Gaza", aveva reso noto dal canto suo inoltre una fonte dell'organizzazione a un giornale nel Qatar, aveva reso noto Ynet.
Dopo la delegazione di Hamas, al Cairo sono arrivate anche le delegazioni di Qatar e Stati Uniti per "un nuovo round di negoziati" che dovrebbe portare all'accordo sulla tregua ed il rilascio degli ostaggi, ha intanto riferito la tv egiziana, Al-Qahera News.
Nuovo appello del Papa
"Porto quotidianamente nel cuore con dolore la sofferenza delle popolazioni in Palestina e in Israele dovuta alle ostilità in corso. Migliaia di morti e feriti, di sfollati, immani distruzioni cha causano dolore con conseguenze tremende sui piccoli. Mi domando davvero si pensa di costruire un mondo migliore in questo modo? Davvero si pensa di raggiungere la pace? Basta per favore, diciamo tutti 'basta per favore'. Fermatevi". Così Papa Francesco dopo l'Angelus da Piazza San Pietro.
"Incoraggio a continuare i negoziati per un immediato cessate il fuoco a Gaza e in tutta la regione affinché gli ostaggi - dice - siano subito liberati e tornino dai loro cari che li aspettano e la popolazione civile possa avere accesso sicuro agli atti umanitari".
Usa e il primo lancio di aiuti
I primi lanci aerei di aiuti statunitensi sul territorio sono iniziati sabato, un giorno dopo che il presidente Biden ha lanciato un appello per un "cessate il fuoco immediato" - il primo che Biden ha lanciato dall'inizio del conflitto in ottobre. Ma il presidente degli Stati Uniti ha affermato in un post su X che la quantità di aiuti che affluiscono a Gaza "non è affatto sufficiente", aggiungendo che gli Stati Uniti "continueranno a fare tutto il possibile per far arrivare più aiuti".
Le autorità israeliane però hanno ostacolato l'invio di aiuti umanitari a Gaza con criteri "arbitrari e contraddittori" secondo la Cnn, dopo aver sentito oltre una ventina di operatori umanitari. Fra i beni respinti dal Cogat, l'ente israeliano di coordinamento per i territori palestinesi, responsabile per il passaggio degli aiuti, figurano anestetici e macchine per l'anestesia, bombole di ossigeno, ventilatori, sistemi di purificazione dell'acqua, kit sanitari, sacchi a pelo, medicine contro i tumori e anche datteri, riferisce l'emittente.
Gaza: numero vittime salito a 30.410 morti e 71.700 feriti
Il bilancio delle vittime di Gaza è intanto di 30.410 palestinesi uccisi e di 71.700 feriti, ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza. Israele ha nel frattempo reso noto che i membri di Hamas uccisi nei combattimenti sono 13mila, oltre ai circa mille uccisi in Israele subito dopo gli attacchi del 7 ottobre.
Idf: "Maggioranza vittime in strage Gaza a causa della calca"
"La maggioranza dei palestinesi sono morti o rimasti feriti a causa della calca". Lo ha detto il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, dopo che l'esercito ha completato un'indagine preliminare sulla strage di giovedì a gaza durante la consegna di aiuti umanitari, costata la vota a oltre 100 persone. "In seguito ai colpi di avvertimento sparati per disperdere la folla e dopo che le nostre forze hanno cominciato a ritirarsi - ha ricostruito Hagari - alcuni saccheggiatori si sono avvicinati ai nostri soldati e hanno rappresentato una minaccia immediata per loro. Secondo una valutazione iniziale, i soldati hanno risposto verso questi individui".
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Usa, Urbinati (Columbia): ”La rettrice ha scatenato...
La docente di Teoria politica difende la protesta pacifica degli studenti e sostiene il dialogo senza toni aggressivi in spazi dedicati. Occorre portare avanti una trattativa che permetta il ritorno alla normalità ed eviti un grave danno di immagine per il campus, sostiene.
E' stata una ''reazione folle'' quella della rettrice della Columbia University, Nemat Shafik, di chiamare la polizia per rimuovere la manifestazione studentesca contro Israele. ''Era una protesta pacifica, fatta a suon di rap con giochi, canti e balli'', ma lei ''l'ha trasformata in un inferno''. Per fortuna, anche grazie ''a un documento di appello al dialogo che ho firmato anche io'', ora ''il clima è molto cambiato'' e si è aperto ''un tavolo di trattativa e negoziazione tra i rappresentanti degli studenti, il corpo docente, i dipendenti e l'ammnistrazione dell'università''. L'obiettivo è quello di rientrare in un ''clima di trattativa per riportare la normalità'', altrimenti ''c'è il rischio che salti il semestre'', ma ''nessuno vuole che si arrivi a tanto, sarebbe un danno di immagine incredibile, una rovina enorme''. Nadia Urbinati, che dal 1996 insegna Teoria politica alla Columbia University di New York, racconta ad Adnkronos dall'interno le contestazioni. ''Si tratta di un accampamento pacifico, gli studenti sono molto più moderati della rettrice, ma sono stati trattati da criminali e questo non è possibile'', ha aggiunto Urbinati.
Lei stessa ha avuto contatti con gli studenti, ''hanno scritto un documento bellissimo e molto moderato rivolto alla rettrice che ho firmato insieme a colleghi del mio dipartimento. Un documento in cui chiedevano di tenere in considerazione il problema della violenza che si amplifica se si chiama la polizia''. Tra i suoi studenti, racconta, ''uno che aveva fatto con me un corso sulla retorica è stato arrestato ieri per uso sconsiderato del linguaggio. Ha detto che i sionisti dovrebbero sparire dalla faccia della terra... Ma a parte questo caso nessuno mio studente è stato sospeso o arrestato''. Sottolineando che ''il 20 per cento degli studenti della Columbia arrestati sono ebrei'', Urbinati racconta anche il caso di ''uno studente ebreo israeliano che ha chiesto di non venire in classe per non attraversare il campus in quanto si sente a disagio''. La sua richiesta è stata accolta, ''un caso eccezionale risolto permettendogli di seguire le lezioni tramite Zoom''.
Urbinati racconta poi che in questi giorni hanno visitato la protesta al campus ''il rappresentante repubblicano e quello democratico. Entrambi sono stati ottusamente arroganti. L'esponente repubblicano ha proposto di chiamare guardia nazionale, il che avrebbe riportato il campus a livelli raggiunti solo nel '68''. Secondo la politologa, quindi, è stata ''la rettrice che ha radicalizzato'' la manifestazione. Shafik, spiega Urbinati, ''è alla Columbia da nove mesi e si è dimostrata molto inadeguata. Viene dal mondo delle finanza e ha dimostrato totale incapacità di comprendere che qui non si tratta di dipendenti di una banca, ma di persone varie con le quali occorre entrare in contatto''. E invece, durante la protesta, ''la rettrice è rimasta sempre chiusa nel suo ufficio o nella sua casa. Non ha mai interagito con gli studenti''.
L'auspicio, ora, è che ''vengano messi a disposizione degli spazi, delle aule, dove poter proseguire il dibattito sulla guerra e sui rapporti con Israele''. Perché, prosegue Urbinati, ''se c'è libertà di insegnamento, se si studiano argomenti come la guerra e la pace, gli stati nazione, è evidente che ne esca un dibattito''. Anzi, aggiunge, ''ben venga il dialogo e la riflessione promossi dagli studenti, certo senza usare toni aggressivi''.
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Elezioni Usa, Biden prende in giro Trump: “Sono in...
Durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca
''Sono un uomo adulto e sono in corsa contro un bambino di sei anni''. Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha preso il giro l'ex inquilino della Casa Bianca e suo rivale alle prossime elezioni americane Donald Trump. ''L'unica cosa che abbiamo in comune è l'età'', ha aggiunto Biden durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca. Anche se, età anagrafica alla mano, Biden ha 81 anni contro i 77 di Trump. ''Le elezioni del 2024 sono in pieno svolgimento e sì, l'età è un argomento - ha detto Joe Biden - Sono un adulto che corre contro un bambino di sei anni''.
Molti gli ospiti illustri, giornalisti e celebrità presenti all'hotel Hilton di Washington mentre all'esterno un centinaio di manifestanti hanno scandito slogan contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza e sventolato una bandiera palestinese lunga diversi metri. Ma all'interno il conflitto in Medioriente non è stato al centro della scena, soppiantato appunto dalle battute sull'età dei candidati alla presidenza Usa.
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Re Carlo torna agli impegni pubblici, martedì la visita a...
Buckingham Palace: "Medici incoraggiati dai suoi progressi"
Buckingham Palace mette fine alle congetture sullo stato di salute di Re Carlo. Il sovrano, malato di cancro, da martedì riprenderà i suoi impegni pubblici. Con la regina Camilla si recherà in visita a un centro di cure per i tumori. "Il team medico di Sua Maestà - fa sapere una nota della Casa Reale - è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".