Spettacolo
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Prima alla Scala: da star Netrebko a costumista premio Oscar, chi sono i protagonisti
Tutti i personaggi chiave che hanno partecipato alla realizzazione del 'Don Carlo' di Verdi che inaugurerà stagione Piermarini il 7 dicembre prossimo
Dal soprano star, Anna Netrebko alla costumista premio Oscar, Franca Squarciapino, senza dimenticare il maestro Riccardo Chailly e il regista Lluís Pasqual, sono tanti gli artisti che saranno protagonisti assoluti alla Prima al Teatro alla Scala, che inaugurerà la stagione 2023/2024 con il 'Don Carlo' di Giuseppe Verdi. A partire da Anna Netrebko, che incarnerà i panni di Elisabetta di Valois. Nata a Krasnodar, Russia, ha studiato al Conservatorio di San Pietroburgo e presso il Merola Opera Program di San Francisco. E' interprete delle eroine più iconiche nel repertorio operistico, spaziando dalle opere di Mozart, ai capolavori del Belcanto (tra cui 'La sonnambula' di Bellini e 'Anna Bolena' di Donizetti) e del repertorio francese ('Manon' di Massenet e 'Roméo et Juliette' di Gounod), fino a Verdi (da 'La traviata' ad 'Aida' a 'Macbeth'), Puccini (da 'Bohème' a 'Turandot'), al verismo ('Andrea Chénier' di Giordano e 'Adriana Lecouvreur' di Cilea), Čajkovskij (da 'Iolanta' a 'Evgenij Onegin'), 'Lohengrin' di Wagner. Oltre a essere regolarmente protagonista di produzioni con le principali compagnie d’opera, tiene concerti e recital in tutto il mondo.
Darà volto e voce a Don Carlo, infante di Spagna, il tenore Francesco Meli. Nato a Genova, a soli ventidue anni ha debuttato al Festival dei due Mondi di Spoleto, dando avvio a una carriera di successo nel repertorio belcantistico che lo ha portato nei maggiori teatri europei e ospite al Rossini Opera Festival per quattro anni consecutivi. Nel 2003 ha debuttato alla Scala in 'Les dialogues des Carmelites', e vi è poi tornato per 'Otello', 'Idomeneo', 'Don Giovanni', 'Maria Stuarda', 'Der Rosenkavalier', 'Carmen', 'Giovanna d’Arco', 'I due Foscari', 'Don Carlo', 'La traviata', 'Ernani', 'Tosca', 'Il trovatore', 'Aida', 'L’elisir d’amore', 'Macbeth', 'Un ballo in maschera', partecipando a cinque serate di apertura di stagione. Seguendo la naturale maturazione della voce, ha abbandonato progressivamente i ruoli del Belcanto a favore di quelli più lirici. Nel novembre 2021 è uscito il suo primo album monografico, Prima Verdi.
Il basso Michele Pertusi sarà invece Filippo II, re di Spagna. Pertusi ha studiato canto e pianoforte a Parma e proseguito i suoi studi con Arrigo Pola, Carlo Bergonzi e Rodolfo Celletti. Negli ultimi anni si è affermato come interprete di riferimento del repertorio verdiano, con ruoli come Filippo II (Wiener Staatsoper, Teatro Real Madrid, Festival Verdi), Attila (La Scala, La Fenice, Festival Verdi, Opéra de Liege), Pagano (Parma, Montecarlo), Sparafucile (Vienna), Fiesco (Vienna, Torino, Bologna, Parma), Conte Walter (Bayerische Staatsoper di Monaco, Opera di Roma), Da Silva (La Scala, Palermo, Venezia), Massimiliano (Palau de les Arts Valencia, La Scala), Zaccaria (Festival Verdi, Arena di Verona), Banco (Festival Verdi), Procida (Opera di Roma), Padre Guardiano (Liegi), Ramfis (Verona). Interprete rossiniano, fra gli impegni recenti, 'I Lombardi alla prima crociata' e 'Requiem' al Festival Verdi; 'I Capuleti e i Montecchi' al Festival di Salisburgo; 'Aida', 'Nabucco' e 'Il barbiere di Siviglia' all’Arena di Verona; 'Turandot' all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma con Pappano; 'Luisa Miller' all’Opera di Roma.
Al baritono Luca Salsi il ruolo di Rodrigo, marchese di Posa. Protagonista di svariate inaugurazioni di stagione del Teatro alla Scala, nel 2017 ha cantato in 'Andrea Chénier', nel 2019 in 'Tosca' e nel 2021 in 'Macbeth', sempre accanto ad Anna Netrebko e con la direzione di Riccardo Chailly. Il 7 dicembre 2020 ha partecipato allo spettacolo 'A riveder le stelle', trasmesso in mondovisione. Ha inaugurato il 2023 con 'Aida' al Metropolitan e alla Wiener Staatsoper, poi la nuova produzione di 'Macbeth' al Liceu di Barcellona e in forma di concerto al San Carlo di Napoli. Tra le opere a cui ha preso parte anche 'Otello' al Maggio Musicale Fiorentino, 'Rigoletto', 'Tosca', 'Nabucco' e 'La traviata' all’Arena di Verona, 'Cavalleria rusticana' al fianco di Elīna Garanča a Maiorca, 'I due Foscari' al Teatro La Fenice e nuovamente 'Macbeth' con Anna Netrebko alla Staatsoper di Berlino.
Nei panni del Grande inquisitore, c'è invece il basso Ain Anger. Nato a Kihelkonna, in Estonia, ha studiato canto all’Accademia Musicale di Tallinn. Nel 2004 è entrato nell’ensemble della Staatsoper di Vienna, dove a partire dal debutto come Monterone nel 'Rigoletto' ha interpretato più di quaranta ruoli, tra cui Dosifej ('Chovanščina'), Heinrich ('Lohengrin'), Sarastro ('Die Zauberflöte'), Titurel ('Parsifal'), Philippe II ('Don Carlos'), Zaccaria ('Nabucco'), Padre Guardiano ('La forza del destino') e Fiesco ('Simon Boccanegra'). Considerato tra i migliori bassi wagneriani al mondo, ha debuttato al Festival di Bayreuth come Fafner in 'Das Rheingold' e nel 'Siegfried' con Christian Thielemann e alla Scala come Daland nel 'Fliegende Holländer' diretto da Hartmut Haenchen nel 2013.
La principessa d’Eboli sarà invece interpretata dal mezzosoprano Elīna Garanča. Nata a Riga, in Lettonia, ha iniziato la sua carriera professionale come artista residente presso lo Staatstheater di Meiningen, poi all’Oper Frankfurt e alla Wiener Staatsoper. Da allora si è affermata come una delle principali interpreti del mondo lirico grazie alle sue esibizioni con le maggiori compagnie d’opera e orchestre sinfoniche di tutto il mondo, guadagnandosi il plauso della critica e del pubblico per la sua bella voce, l’intelligente musicalità e l’interpretazione attoriale. È particolarmente famosa per la sua interpretazione della 'Carmen' di Bizet, che ha cantato nei teatri più importanti, come Royal Opera House, Bayerische Staatsoper, Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia e Metropolitan Opera.
Non solo interpreti musicali. Il 'Don Carlo' quest'anno vanta la regia dello spagnolo Lluís Pasqual, artista poliedrico nei suoi lavori di prosa e opera, vanta un passato da direttore del Centro dramático nacional di Madrid, dell'Odéon-Théâtre d'Europe di Parigi. Ha firmato la regia di più di trenta spettacoli d’opera in vari teatri come il Théâtre de la Monnaie, il Gran Teatre del Liceu, l’Opéra national de Paris, il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Real di Madrid e i festival di Aix en Provence, Pesaro e Salisburgo con opere di Verdi, Mozart, Rossini, Puccini, Dalla Piccola e Luciano Berio. La scenografia dello spettacolo è invece affidata a Daniel Bianco mentre a completare il repertorio degli addetti ai lavori Pascal Mérat, lighting designer, Franc Aleu, video designer e la coreografa Nuria Castejón.
Una menzione a parte la merita Franca Squarciapino, che ha curato i costumi del 'Don Carlo'. Nata a Roma, vanta un curriculum impeccabile. Dopo l'incontro con Ezio Frigerio, divenuto poi suo marito, ha sviluppato una travolgente passione per i costumi teatrali. Poco più che ventenne ha lavorato sul set cinematografico di 'Galileo' di Liliana Cavani e di 'Leonardo da Vinci' di Renato Castellani, nonché di numerose produzioni televisive, fino al decisivo incontro con Giorgio Strehler: con lui al Piccolo Teatro di Milano ha firmato i costumi per 'L’opera da tre soldi' di Brecht, 'Il temporale di Strindberg', 'Minna von Barnhelm' di Lessing e 'Arlecchino servitore di due padroni' di Goldoni, allestimento che poi ha fatto il giro del mondo.
Dopo il debutto alla Scala nel 1980 con 'Il mandarino meraviglioso' nella coreografia di Roland Petit; subito dopo, con Strehler e Frigerio, ha realizzato i costumi per 'Le nozze di Figaro', 'Lohengrin' e 'Don Giovanni', collaborando con registi quali Luca Ronconi ('Ernani'), Andrej Končalovskij ('La dama di picche'), Werner Herzog ('Fidelio'), Graham Vick '(Otello') e Gilbert Deflo ('Rigoletto'). All’Opéra-Garnier di Parigi lavora con la Cavani per Medea di Cherubini, con Jean-Claude Auvray per Tosca, con Končalovskij per La dama di picche. Ha collabora anche con il Metropolitan di New York e con Roland Petit, incontro che le ha aperto le porte del Ballet de Marseille con Cyrano de Bergérac, Lo schiaccianoci, Le fantôme de l’Opéra e Il lago dei cigni all’Opéra di Parigi e L’Angelo azzurro a Berlino. Non si contano i riconoscimenti che le sono stati attributi, soprattutto il premio Oscar per il film Cyrano de Bergérac, seguito poi dall’European Film Award (1990), il Bafta Award, il César (1991) e il Nastro d’argento (1992).
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Marcello Cesena e il monologo virale a Le Iene: “Ecco...
Catastrofi come chiavi per il successo nelle parole del regista e attore: "Quando ti dicono che hai qualcosa di sbagliato non spaventarti, vuol dire soltanto che ti hanno notato"
"A vent’anni provo ad entrare in una scuola di recitazione e alla fine del provino sento qualcuno che dal buio dalla platea mi dice ‘ma dove vuoi andare con quella voce assurda!’. È come se mi avessero sparato: torno a casa e crollo in depressione. Tre giorni dopo mi telefonano: sono ammesso alla scuola. Giuro non ho mai capito cosa è successo". L’attore e regista Marcello Cesena ieri a Le Iene ha offerto un monologo sulla resilienza, raccontando alcuni aneddoti della sua carriera cominciati come catastrofi e poi diventati la chiave per il suo successo. Il motivo? La capacità di volgere a suo favore aspetti che sembravano svantaggiosi.
"Alla fine del secondo anno - racconta Cesena - mi chiama il mio insegnante, dice che la mia voce in teatro non funziona, che io non funziono. Seconda fucilata. Una settimana dopo, sempre lui, inspiegabilmente mi scrittura in un suo spettacolo".
Ed ecco la svolta: “Debuttiamo, ma la mia parte è piccola e capisco subito che sul palcoscenico sono praticamente invisibile -ricorda l’attore- Così, visto che interpreto il ruolo di un tisico, decido che i tisici sono verdi e comincia a truccarmi la faccia color verde mela con la solita voce assurda. Giorgio Albertazzi una sera vede lo spettacolo e chiede chi sia quel pazzo che recita truccato come Kermit la rana, mi fa un provino e mi sceglie per fare il co protagonista di Enrico IV di Pirandello, che è uno dei suoi maggiori successi”.
Da allora, “è sempre andata così: sei troppo alto, sei troppo magro, hai la voce troppo assurda e poi mi davano un ruolo”, spiega il ‘Jean Claude’ della serie comica ’Sensualità a corte’. Che conclude in modo eloquente con un consiglio: "Se davvero ho capito una cosa del mio lavoro è questa: quando ti dicono che hai qualcosa di sbagliato non spaventarti, vuol dire soltanto che ti hanno notato".
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Tornano i ‘Co’Sang’, live a Napoli il...
I due padri dello street rap italiano saliranno sul palco di piazza del Plebiscito per un live in un luogo simbolo della loro città
A 12 anni da quando le loro strade si sono separate, i Co’Sang hanno deciso di mettere fine all’attesa. Il 17 settembre, Luchè e Ntò, considerati i padri dello street rap italiano, saliranno sul palco di piazza del Plebiscito, a Napoli, per un live nel luogo simbolo della loro città. L’annuncio è arrivato con un corto che porta la firma del duo di Marianella, raccontando la storia di quello che succedeva 'Int’o Rione' e che accade oggi, con il modo di rappresentare la realtà.
I Co’Sang, da sempre legati alle proprie radici, sono stati i primi rapper partenopei a valicare i confini di Napoli per arrivare in tutta Italia. Lo speciale evento è prodotto e distribuito da Vivo Concerti. Le prevendite saranno disponibili online da domani alle 14 e nei circuiti di vendita autorizzati dall'8 maggio alle 14.
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Tiziano Ferro, Codacons contro Maionchi: “Messaggi...
L'associazione: "La Rai la rimuova dalla conduzione dell'Eurovision con effetto immediato"
"La Rai deve rimuovere con effetto immediato Mara Maionchi dalla conduzione dell’edizione italiana di Eurovision Song Contest". A chiederlo il Codacons, dopo "le dichiarazioni odierne della stessa Maionchi durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento, e le notizie apparse nelle ultime ore sui mass media circa le pressioni che sarebbero state fatte dalla produttrice discografica su Tiziano Ferro ai tempi della loro collaborazione artistica".
"Le affermazioni odierne della Maionchi circa il peso e l'aspetto fisico degli artisti, per come riportate dai mass media nelle ultime ore, appaiono del tutto diseducative e potenzialmente pericolose – spiega il Codacons – La discografica, infatti, avrebbe dichiarato che 'lo spettacolo ha qualche esigenza, anche se non è d'obbligo. Ma aiuta essere più magri, è importante, non basilare', frase che sembra voler sostenere che i cantanti magri avrebbero più possibilità di successo rispetto a chi ha qualche chilo in più".
"Un messaggio sbagliato, che arriva nonostante da più parti si tenti di superare odiosi stereotipi sull’aspetto fisico nel mondo dello spettacolo, stereotipi in grado di influenzare i più giovani alterandone pericolosamente il comportamento e le scelte di vita", conclude il Codacons.