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Cultura

Il Colosseo: l’eterna maestosità di un’icona...

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Il Colosseo: l’eterna maestosità di un’icona senza tempo che unisce passato, presente e futuro

Il Colosseo, conosciuto anche come Anfiteatro Flavio, rappresenta un’icona dell’antica Roma, della sua cultura e della sua ingegneria. Questa straordinaria struttura, situata nel cuore di Roma, è testimone di un glorioso passato e di una storia affascinante che continua a catturare l’immaginazione di milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.

L’epoca aurea dell’Anfiteatro Flavio: tra grandezza e violenza

Costruito tra il 70 e il 80 d.C. per volere dell’imperatore Vespasiano, il Colosseo fu inaugurato da suo figlio Tito nel 80 d.C. con una serie di festeggiamenti che durarono ben 100 giorni. L’edificio, originariamente in grado di ospitare fino a 50.000 spettatori, divenne presto il fulcro della vita sociale romana, ospitando svariati eventi pubblici come gladiatoria munera (combattimenti tra gladiatori), venationes (caccia a animali esotici) e spettacoli teatrali.

Il Colosseo, però, fu anche teatro di violenza e crudeltà. Si stima che, nel corso dei secoli, vi abbiano perso la vita circa 400.000 persone e oltre un milione di animali. Nonostante queste macabre cifre, la struttura continuò a svolgere il suo ruolo di intrattenimento per l’élite e le masse fino al VI secolo, quando gli spettacoli vennero interrotti a causa del declino dell’Impero Romano d’Occidente.

Il Colosseo nel corso dei secoli: sopravvivenza e rinascita

Nel corso dei secoli successivi, il Colosseo fu soggetto a numerosi saccheggi, terremoti e vandalismi, che ne compromisero irrimediabilmente la struttura. Durante il Medioevo, venne utilizzato come cava di materiali da costruzione, ma anche come rifugio, laboratorio e persino stalla. Fu solo nel XVIII secolo che il Papa Benedetto XIV lo dichiarò un luogo sacro in memoria dei cristiani martirizzati, anche se oggi gli storici concordano sul fatto che il Colosseo non fu mai teatro di persecuzioni religiose.

Nel XIX secolo, furono avviati i primi lavori di restauro e consolidamento, che proseguirono nel corso del XX secolo. Grazie a questi interventi, il Colosseo è sopravvissuto fino ai giorni nostri come simbolo della grandezza dell’Impero Romano e della storia di Roma.

Un’attrazione turistica e culturale senza tempo

Oggi, il Colosseo è una delle maggiori attrazioni turistiche del mondo e un sito UNESCO dal 1980, inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità. Ogni anno, milioni di turisti visitano il Colosseo per ammirare la sua imponenza e immergersi nella storia dell’antica Roma.

L’architettura e i metodi di costruzione del Colosseo

L’architettura del Colosseo è un esempio di ingegneria romana avanzata e di raffinate tecniche costruttive. Realizzato principalmente in travertino, tufelli e cementizio, il monumento si estende su un’area di circa 6 acri ed è formato da quattro livelli di gradinate, che si sviluppano su un’altezza di 48 metri.

La facciata esterna è caratterizzata da archi sorretti da colonne di ordine dorico, ionico e corinzio, a seconda del livello. Il Colosseo era dotato di un elaborato sistema di ingressi, corridoi e scale, che consentiva un rapido deflusso degli spettatori alla fine degli spettacoli. Inoltre, l’anfiteatro era provvisto di un’innovativa copertura a vela, chiamata velarium, che proteggeva gli spettatori dal sole e dalla pioggia. Grazie a queste caratteristiche, il Colosseo rappresenta uno dei massimi capolavori dell’architettura e dell’ingegneria romane.

Il Colosseo come laboratorio di ricerca archeologica

Le ricerche archeologiche nel sito del Colosseo non si sono mai fermate, e ancora oggi gli scavi e gli studi continuano a portare alla luce nuove scoperte. Recentemente, ad esempio, sono stati riportati alla luce i resti di un vicus, un antico quartiere residenziale e commerciale che circondava l’anfiteatro. Queste scoperte contribuiscono a ricostruire la vita quotidiana dell’antica Roma e a comprendere meglio il contesto sociale e culturale dell’epoca.

Il Colosseo nell’arte e nella cultura

Il Colosseo ha ispirato numerose opere d’arte, letteratura e cinema, consolidandosi come un simbolo universale dell’antica Roma e dell’Impero Romano. Nel corso dei secoli, artisti come Canaletto, Piranesi e Turner hanno immortalato l’anfiteatro nelle loro opere, mentre scrittori e poeti come Lord Byron, Goethe e Alessandro Manzoni ne hanno lodato la grandiosità e la maestosità. Nel XX secolo, il Colosseo è diventato anche protagonista di film epici e storici, come “Quo Vadis” (1951), “Spartacus” (1960) e “Il Gladiatore” (2000).

Il Colosseo e gli avvenimenti storici legati alla struttura

Nel corso della sua lunga storia, il Colosseo è stato testimone di numerosi avvenimenti di rilievo, sia positivi che negativi. Tra questi, vale la pena menzionare la visita di personaggi storici di grande importanza, come l’imperatore Costantino, che nel 312 d.C. celebrò la sua vittoria su Massenzio proprio all’ombra del Colosseo. Inoltre, il sito fu teatro di eventi tragici, come il terremoto del 847 d.C., che causò il crollo di gran parte della facciata meridionale, e il sacco di Roma del 1084 ad opera dei Normanni, che provocò ulteriori danni alla struttura.

Un simbolo della lotta contro la violenza e l’oppressione

Nel corso degli anni, il Colosseo è diventato un simbolo internazionale della lotta contro la violenza e l’oppressione. Dal 2000, infatti, l’edificio viene illuminato di rosso ogni volta che viene sventata una condanna a morte o un paese abolisce la pena di morte. Grazie a questa iniziativa, promossa dall’organizzazione non governativa Comunità di Sant’Egidio, il Colosseo ha assunto un nuovo ruolo simbolico nella società contemporanea, diventando un faro di speranza per la difesa dei diritti umani.

Il Colosseo nel futuro: sostenibilità e innovazione

Di fronte alla crescente affluenza di visitatori e alle sfide poste dal cambiamento climatico, il Colosseo è oggetto di costanti interventi di restauro e di iniziative volte a garantirne la sostenibilità e la conservazione nel lungo periodo. Tra queste, vi è il progetto di copertura del Colosseo con una struttura leggera e smontabile per proteggerlo dagli agenti atmosferici e dai danni causati dalla pioggia e dal sole. Inoltre, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie come la realtà virtuale e la realtà aumentata, i visitatori possono immergersi in un’esperienza multisensoriale che li trasporta nell’antica Roma, offrendo una panoramica completa delle vicende storiche e della vita quotidiana del tempo.

Il Colosseo e il suo impatto sull’architettura e gli anfiteatri moderni

L’eredità del Colosseo si riflette anche nel design e nella costruzione di numerosi anfiteatri e stadi moderni. L’ingegnosa architettura dell’edificio ha influenzato la progettazione di strutture sportive e di intrattenimento in tutto il mondo, come il Dodger Stadium a Los Angeles, lo Stadio Maracanã a Rio de Janeiro e il Camp Nou a Barcellona. La funzionalità e la capacità di gestire grandi folle del Colosseo hanno fornito preziosi spunti per gli architetti e gli ingegneri di oggi.

Il Colosseo è e rimarrà uno dei simboli più emblematici e affascinanti della storia dell’umanità, testimone di un passato grandioso e complesso. Grazie ai continui sforzi di conservazione, ricerca e innovazione, questa straordinaria opera architettonica continuerà a ispirare generazioni di visitatori, studiosi e appassionati di storia, offrendo una finestra unica sul mondo dell’antica Roma e sulla grandezza dell’Impero Romano.

La sua importanza non si limita al passato, ma si estende al presente e al futuro, con il suo ruolo simbolico nella lotta per i diritti umani, la sostenibilità e la conservazione del patrimonio culturale. Il Colosseo rappresenta un punto di riferimento e un monito per tutti noi, un invito a riflettere sulla nostra storia, sui valori che ci uniscono e sulle sfide che ci attendono. Oltre alla sua rilevanza storica e culturale, il Colosseo ha anche un impatto economico significativo sulla città di Roma e sull’Italia nel suo complesso.

Il turismo legato a questa iconica struttura genera infatti entrate considerevoli per il settore alberghiero, della ristorazione e dei servizi, sostenendo l’economia locale e promuovendo lo sviluppo sostenibile.

Il Colosseo come punto di incontro tra passato e futuro

Il Colosseo è una testimonianza vivente del genio dell’umanità e della sua capacità di creare opere straordinarie che sfidano il tempo e le avversità. La sua presenza nella Città Eterna ci ricorda che, nonostante i cambiamenti, le conquiste e le perdite che caratterizzano la nostra storia, l’eredità del passato è ancora presente e influenza le nostre vite e le nostre scelte. Questo monumento millenario è il simbolo della nostra resilienza e della nostra aspirazione a lasciare un segno indelebile nel corso della storia.

Un patrimonio da proteggere e valorizzare

La conservazione del Colosseo è una responsabilità condivisa da tutti noi, cittadini del mondo, che dobbiamo impegnarci per proteggere e valorizzare questo inestimabile patrimonio culturale. Attraverso iniziative di sensibilizzazione, educazione e cooperazione internazionale, possiamo garantire che il Colosseo continui a brillare come simbolo della grandezza dell’antica Roma e come esempio di conservazione e tutela del patrimonio storico e culturale per le generazioni future. In conclusione, il Colosseo rappresenta un’icona senza tempo che unisce passato, presente e futuro, stimolando la nostra immaginazione e la nostra curiosità.

La sua storia, la sua architettura e il suo impatto sull’arte, la cultura e la società ne fanno un tesoro inestimabile, che merita di essere preservato, studiato e apprezzato da tutti noi. Continuando a esplorare e valorizzare questo monumento straordinario, possiamo mantenere viva la memoria dell’antica Roma e ispirare nuove generazioni a intraprendere il cammino della conoscenza, della comprensione e del rispetto per il nostro patrimonio comune.

Tra le pietre millenarie e il soffio del tempo, il Colosseo sussurra le gesta di un passato glorioso e ci ricorda che l’essenza dell’umanità è eterna e indomabile.” (Anna Del Bene)

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Cultura

Musica: conto alla rovescia per il GallinaRock 2024, al via...

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Musica: conto alla rovescia per il GallinaRock 2024, al via l'8 agosto

Conto alla rovescia per il GallinaRock 2024: l’8 agosto prende il via la sedicesima edizione del Festival, che non si è fermato neppure durante la pandemia. Dal 2009 sul palco del GallinaRock, ideato e diretto da Luigi Vacana, sono passati numerosi artisti dai KuTso a i Marta sui Tubi, ma anche Lo Stato Sociale e Jago, prima di conoscere il successo del grande pubblico. A conferma dell’indiscussa qualità del format, la Rai ha deliberato anche la Media partnership ufficiale attraverso Rai Radio Tutta Italiana. Un palcoscenico da record calcato negli anni da circa 300 band, per un totale di oltre 1.300 musicisti. Volti noti ma anche band emergenti, che qui si sfidano a ritmo di rock. Così il GallinaRock, considerato tra i contest più riconosciuti della penisola, ha presentato la line-up dell’edizione 2024. Una full immersion già dall’imbrunire di giovedì otto agosto, con la scena che sarà da subito tutta per i due gruppi emergenti. Saranno loro infatti a contendersi la possibilità di esibirsi in apertura del concerto clou, insieme a un artistico riconoscimento prodotto in esclusiva dall’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Spazio sempre all’arte con il ‘GallinArtRock’, l’area creativa assicurata dall’Associazione Ichor, con il trionfale mix di colori che farà da cornice ai live musicali. Con le luci della sera che caleranno nell’affascinante Parco San Leonardo, situato sul colle più alto del borgo medievale di Gallinaro, a infiammare il palco ci penseranno i 99 Posse. Anche quest'anno al Gallinarock ci sarà la formula 'plastic free’ nel segno della sostenibilità mentre dal punto di vista della salvaguardia della Biodiversità animale il sostegno andrà all’associazione Gallo Larino. Ingressi già disponibili sulla piattaforma I-Ticket.

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‘Libri sotto l’ombrellone’, il consiglio...

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Suggerisco a chi parte 'L'Educazione sentimentale' di Flaubert

'Libri sotto l'ombrellone', il consiglio di Paolo Di Paolo

Uno dei romanzi "più belli dell'Ottocento". Paolo Di Paolo, interpellato dall'AdnKronos, consiglia ai lettori pronti a partire per le vacanze "'L'Educazione sentimentale' di Flaubert e, al tempo stesso, racconta quella che è la sua lettura del momento: 'Quello che serve di notte', l'esordio di uno scrittore francese che descrive la realtà politica transalpina di questi anni dimostrando che la letteratura può offrire delle analisi sociopolitiche "emozionanti" ed "efficaci".

A proposito del romanzo di Flaubert, Di Paolo sottolinea che "c'è una nuova traduzione di Yasmina Mélaouah, che è anche la traduttrice di Pennac, pubblicata da Bompiani". Quella raccontata dal Flaubert - dice Di Paolo, che è arrivato nella sestina del premio Strega con 'Romanzo senza umani' - "è una storia che trovo incredibile di un amore illusorio. Il protagonista si innamora di una donna più grande di lui, insegue il suo sogno per anni. Ma, a distanza di tempo, si accorge di quanto fosse fragile quella proiezione sentimentale. Il libro rappresenta una relazione forte tra vita privata e pubblica: c'è una vita del cuore e una della storia che entrano l'una nell'altra in un tempo segnato, in Francia, dalle rivoluzioni del 1848. Questo era anche uno dei libri preferiti da Kafka che avrebbe voluto leggerlo interamente ad alta voce davanti a una platea".

'Quello che serve di notte' di Laurent Petitmangin, pubblicato da Mondadori nella traduzione di Elena Cappellini, "è' la storia di un padre, socialista, che lavora nelle ferrovie e che fa ancora militanza politica. Dopo la morte della moglie, l'uomo si ritrova a crescere due figli adolescenti, uno dei quali entra nelle fila della destra di Marine Le Pen. E' traumatizzato dal fatto che il figlio, un bravo ragazzo, frequenti circoli di estrema destra. E' un libro molto duro sullo sconcerto di una classe sociale e politica che si ritrova circondata da persone che hanno le stesse istanze egualitarie. Persone che si trovano però come rappresentanti figure politiche dell'estrema destra. Credo che sia un libro istruttivo sui molti pregiudizi e sulle tante opacità che caratterizzano il racconto dell'America di Trump e della Francia in cui serpeggiano venti di destra". E' un libro, conclude Di Paolo, che dimostra quanto la narrativa possa "essere non dico più lucida dell'analisi sociopolitica ma più emozionante e quindi più efficace e meno giudicante".

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‘Scrittori dietro le sbarre’, un concorso...

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Nell’ambito del 'Premio Letterario Internazionale Città di Castello' una sezione speciale rivolta alle persone recluse, arrivate opere da 22 Istituti penitenziari

'Scrittori dietro le sbarre', un concorso letterario per i detenuti

Scrittori dietro le sbarre. "Destinazione Altrove - La scrittura come esplorazione di mondi senza tempo" è il titolo della nuova sezione speciale permanente inserita nell’ambito del Premio Letterario Internazionale Città di Castello giunto alla 18esima edizione. Un concorso letterario rivolto alle persone recluse nelle carceri del Paese, che ha chiuso da qualche settimana le iscrizioni con opere, tra poesie e racconti brevi, provenienti da 22 istituti penitenziari. I vincitori saranno ufficializzati nel corso della Cerimonia di premiazione, che si svolgerà il 26 ottobre, al 'Teatro degli Illuminati' di Città di Castello.

Il progetto rientra tra le iniziative di collaborazione per favorire la promozione umana e culturale dei soggetti reclusi previste dal protocollo d’intesa siglato il 28 marzo 2024 dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), l’associazione culturale 'Tracciati Virtuali' e la Società Dante Alighieri. E già si lavora all’edizione 2025, con la promozione di iniziative all’interno degli Istituti penitenziari,quali presentazioni di libri, incontri con gli autori, corsi di scrittura creativa.

"Si tratta di un’iniziativa di notevolissimo rilievo perché la cultura in generale è uno degli strumenti più efficaci per far acquisire alla persona detenuta i valori che sono alla base della convivenza civile", ha dichiarato in video-collegamento, il Capo del Dap, Giovanni Russo, nella conferenza di presentazione Città di Castello presso la sala consiliare alla presenza  del sindaco Luca Secondi, dell’assessore alla Cultura, Michela Botteghi, del presidente della Associazione culturale 'Tracciati Virtuali' Antonio Vella e Alice Forasiepi in rappresentanza della casa editrice LuoghInteriori e di Massimo Temperini in rappresentanza della Società Dante Alighieri. "La scrittura, anche nelle sue espressioni creative come quelle che la sezione speciale del concorso intende valorizzare - ha aggiunto - offre l’opportunità alla persona che vive un’esperienza detentiva di rielaborare le proprie esperienze, di assumersi la responsabilità dei propri errori e di individuare nuovi percorsi di vita”.

Un ruolo molto significativo in questo progetto lo ricopre la Società Dante Alighieri, il cui rappresentante ha puntato l’attenzione “sull’importanza dell’esplorazione nell’abisso di sentimenti di persone costrette, loro malgrado, a vivere una condizione diversa. In tal senso il linguaggio subisce variazioni e mutamenti che vale la pena di registrare”. Il senatore Walter Verini, segretario della Commissione Giustizia del Senato, che ha avuto un ruolo preminente nella ideazione di questa sezione speciale, ha denunciato come l’emergenza carceri sia "drammatica. Suicidi quotidiani, sovraffollamento, mancanza di spazi, attività sociali e personale rendono impossibile l’applicazione dell’articolo 27 della Costituzione, che prevede la pena come recupero e reinserimento sociale del cittadino recluso. Umanizzare il trattamento penitenziario - aggiunge - è un fatto di civiltà e di sicurezza: chi, dopo la pena, esce rieducato, statisticamente non torna più a delinquere".

"L’iniziativa del Premio letterario 'Città di Castello', l’apertura di una sezione speciale rivolta alle detenute e ai detenuti - ha concluso Verini - è un esempio di grande valore, un contributo di speranza per persone che hanno sbagliato, che scontano una pena, che hanno la speranza di poter tornare, anche grazie alla cultura, a vivere una vita sociale”. La sezione speciale ha infatti come obiettivo quello di sollecitare, tramite la scrittura, le persone in esecuzione pena a dar voce ai propri sentimenti, alle proprie riflessioni sul 'prima - durante - dopo' il periodo di reclusione, coinvolgendo la società civile con eventi di sensibilizzazione sul mondo carcerario.

"Essere partecipi oggi della conclusione del percorso che ha portato alla creazione di una sezione speciale permanente riservata a tutte le recluse e i reclusi dei penitenziari è un motivo di vanto ed orgoglio per la comunità tifernate, in virtù della sua storia e tradizione plurisecolare nel settore della tipografia e della grafica. Le istituzioni, a cominciare dal Comune, hanno fin da subito sostenuto questa straordinaria proposta culturale e sociale, che si fonda sul rispetto della dignità umana e sui valori racchiusi nell’articolo 21 della nostra Costituzione, e continueranno con rinnovato entusiasmo e determinazione a sostenerla negli anni come protagonista nel panorama nazionale e internazionale”, hanno dichiarato il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura Michela Botteghi.

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