Il fotovoltaico rappresenta una delle tecnologie oggi più importanti, soprattutto per quel che riguarda l’obiettivo della decarbonizzazione e il risparmio energetico. Si tratta non a caso di una tendenza che si sta diffondendo a macchia d’olio, anche in Italia, e che merita dunque di essere approfondita.
Dati e prospettive sul fotovoltaico in Italia
Il fotovoltaico è una tecnologia che utilizza l’energia solare per generare elettricità. Si tratta dunque di una fonte di energia rinnovabile, a differenza dei combustibili fossili come il carbone e il petrolio. In Italia, secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, nel 2017 sono stati installati impianti fotovoltaici per una potenza totale di 19,4 GW. Ci si trova dunque di fronte ad un aumento significativo rispetto agli 1,7 GW installati nel 2010, appena sette anni prima.
Quali sono, invece, i dati attuali? Nella Penisola si producono circa 20 TWh annui grazie al solare, con un picco nelle regioni del Nord, e con un tasso di crescita annuo superiore al 63%. Al momento la potenza totale installata corrisponde a 21,7 GW, con buoni livelli di crescita anche durante il periodo più complicato della pandemia (12% nel 2020). Naturalmente non è il momento di sedersi sugli allori, anche alla luce degli obiettivi che si è imposto il PNIEC.
Nello specifico, basandosi sul tasso di crescita attuale, si dovrebbe arrivare ad una potenza installata pari a 52 GW entro il 2030. Va anche specificato che al momento non vi sono certezze sul possibile raggiungimento di questo valore. Il motivo è legato al numero di impianti a terra, considerato ancora troppo basso per ambire ad un traguardo del genere.
Quante tipologie di fotovoltaico esistono?
Oggi esistono sostanzialmente 4 tipologie di fotovoltaico. Il primo è il cosiddetto “grid connected”, che consente di consumare l’energia autoprodotta e di immettere la rimanenza nella rete elettrica nazionale, dietro pagamento di un conguaglio economico. Il secondo tipo è quello “off-grid” o “stand-alone”, escluso dalla rete elettrica nazionale e dunque ad uso e consumo esclusivo dell’utente.
Poi ci sono i sistemi “storage”, noti anche come fotovoltaico con accumulo che, come spiegano alcuni approfondimenti online, prevedono appunto l’accumulo dell’energia autoprodotta non consumata in apposite batterie. Infine, ecco gli storage anti-blackout, utili per sfruttare l’energia messa da parte in caso di emergenza.
Per quel che riguarda i materiali di fabbricazione dei pannelli, anche in questo caso esistono diverse opzioni, come il silicio monocristallino, quello policristallino e il film sottile amorfo. Una citazione la merita anche la cosiddetta “BiPV Technology”, che utilizza moduli fotovoltaici integrati nell’edificio, come nel caso delle finestre. Si tratta della nuova frontiera del fotovoltaico, per via di tutti i vantaggi che propone, come il fatto che consente alla luce di entrare negli ambienti domestici.