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Intervista esclusiva a Carola Stagnaro: «Mi piace leggere, studiare e approfondire le mie tecniche di insegnamento»

E’ attualmente tra i protagonisti della fiction “Cuori“, in onda su Rai 1, che lei stessa definisce come un prodotto di altissima qualità, con un cast d’eccezione. Gli appassionati delle soap opera hanno avuto modo di seguirla in “CentoVetrine“, “Vivere” e qualcuno la ricorderà nella prima stagione di “Un posto al sole“. Stiamo parlando di Carola Stagnaro e noi l’abbiamo incontrata in esclusiva per Sbircia la Notizia Magazine!

Con la collaborazione di Sante Cossentino e Roberto Mallò per Massmedia Comunicazione

Carola, attualmente la stiamo vedendo nella fiction Cuori, dove interpreta il personaggio di suor Fiorenza. Cosa le piace oppure no di lei?

“Mi piace la sua energia, la sua efficienza, la sua serietà. Forse non mi piace tanto la sua rigidità su certi argomenti.”

E’ contenta del successo che la fiction sta avendo da parte del pubblico?

“Sono molto contenta del successo che stiamo avendo e penso che sia molto meritato perché i miei colleghi sono bravissimi, la sceneggiatura è molto bella di di questa fiction: c’è questo buon equilibrio tra problemi del cuore e i problemi tecnici del cuore, nel senso degli interventi chirurgici. Quindi penso che sia un bel mix e sia fatto molto bene, è molto bella l’ambientazione, così come i costumi, i trucchi, le scenografie… Gli attori mi sembrano molto bravi e di altissimo livello.”

E col regista Riccardo Donna come si è trovata?

“Con Riccardo mi sono trovata benissimo, è la seconda volta che ho lavorato con lui. Sul set riesce sempre a creare un’atmosfera gioiosa e divertita. Sa benissimo quello che vuole, ha le idee chiare, non perde tempo e nello stesso tempo lascia molto alla creatività dell’attore stesso. Accoglie tutte le proposte che gli vengono fatte e le valuta: se sono buone le accetta. Lavorare con lui è molto piacevole.”

Se le dico Un Posto al Sole, Vivere e Centovetrine che cosa le viene in mente?

“Beh, di “Un posto al sole” ho un ricordo brevissimo. Ero andata per fare da spalla a Patrizio Rispo per il provino che fece per entrare nel cast e lo vinse. Poi da quel momento feci forse 12 puntate, quindi ho un ricordo molto molto limitato. Invece con Vivere e CentoVetrine è stata un’esperienza veramente indimenticabile, molto interessante. Io non avevo mai lavorato in una soap opera, praticamente però ho trovato che fosse con me una compagnia teatrale che però ogni giorno ha un copione diverso. Mi sono divertita molto, è stato molto difficile e faticoso perché ogni giorno si dovevano imparare 30 pagine, quindi si girava tantissimo. All’inizio ero terrorizzata ma dopo mi sono divertita molto, ho anche avuto grande gratificazione per il personaggio che aveva affrontato in “Vivere”, questa cattiva che fu premiata con me personaggio più amato di soap… Quindi è stata una una bella vittoria, perché ero riuscita a trovare il lato anche divertente di questa cattiva, con l’ironia. Ci sono stata per un anno, quindi fu molto molto faticoso ma anche molto gratificante. E’ stato molto piacevole, con i colleghi eravamo diventati come una famiglia. Per quanto riguarda CentoVetrine, lì ci sono stata solo sei mesi quindi è stato più breve ma allo stesso tempo molto intenso.”

Ha fatto tantissimi anni di teatro. Quali sono gli spettacoli che le sono rimasti maggiormente nel cuore?

“Ho fatto tantissimo teatro, quindi devo dire che ogni spettacolo mi è rimasto nel cuore, perché sono tutti figli… Diciamo che ultimamente quello che è stato più coinvolgente, probabilmente per per il lavoro che si fece durante le prove, fu quello con Cristina Pezzoli che fu “Lungo pranzo di Natale”, di Thornton Wilder per il Teatro Due di Parma e la compagnia di Sergio Fantoni. Poi forse “Cabaret” che è l’ultimo che feci sempre al Teatro Due di Parma… Molto bello, era con l’orchestra dal vivo, in mezzo al pubblico che mangiava durante lo spettacolo, insomma era particolare come forma teatrale. Poi vabbè “Le cattive”, il monologo su tutte le cattive del teatro, da quello greco al contemporaneo. E poi altri spettacoli con Piero Maccarinelli, Attilio Corsini e con Antonio Salinas… Insomma, di ogni spettacolo mi è rimasto qualcosa nel cuore.”

E le fiction invece? Ha preso parte a tantissime produzioni…

“Di fiction ne ho fatte veramente tante, anche se ho partecipato come guest star. Diciamo che quelle che mi sono rimaste più impresse sono quelle dove ho avuto al fianco degli attori come Nino Manfredi in “Linda e il brigadiere”, “Il maresciallo Rocca” con Gigi Proietti, “L’olio di Lorenzo” con Tomas Milian e Dominique Sanda… Ecco, mi rimangono appunto impresse per per il collega con cui dovevo condividere la scena, oppure per il personaggio che dovevo affrontare. Per esempio, sempre con Riccardo Donna, avevo fatto “Nebbia e delitti”, un personaggio molto complesso che era una serial killer. Quello me lo ricordo molto bene, è stato bello interpretarlo ed ho avuto anche molta soddisfazione.”

Quando è nata la sua passione per la recitazione? Quando ha deciso di voler fare l’attrice?

“Ho iniziato da giovane con dei gruppi universitari e poi dopo la licenza di maturità, ho deciso di andare a Roma per iscrivermi all’Accademia. Poi però non mi sono potuto scrivere perché ho iniziato subito a lavorare, mi hanno scritturata per uno spettacolo e da lì è iniziata la mia carriera.”

Che cosa le piace fare quando può ritagliarsi un po’ di tempo libero per sé?

“Mi piace leggere, studiare e approfondire le mie tecniche di insegnamento, visto che mi occupo anche di insegnamento teatrale con l’handicap, infatti ho portato a termine un master di due anni ed ultimamente sono operatore pedagogico teatrale. Poi mi piace andare al teatro, al cinema e anche occuparmi di lavori manuali in casa.”

Il mondo dell’arte ha senz’altro risentito dell’arrivo del Covid. Lei come ha vissuto questo periodo?

“Diciamo che ho cercato di usare questo tempo per affinare l’ascolto, per studiare, per fare dei Master, partecipando appunto a tanti corsi e approfondire, anche saper ascoltare in silenzio.”

Ci sono altri progetti futuri di cui può parlarci?

“Sì, ho girato già un film dal titolo “Un mondo fantastico” che uscirà che uscirà più avanti, non so quando però l’ho girato ultimamente. Il regista è Michele Rovini, poi dovrò farne uno di Vittorio Moroni a dicembre, il titolo provvisorio è ‘L’invenzione della neve’.”

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Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio

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Ricerca Enea-Università di Roma Tor Vergata

Covid, forte legame tra smog e virus: lo studio

Uno studio Enea - Università di Roma Tor Vergata ha evidenziato una forte affinità tra il particolato atmosferico (Pm2.5) e la proteina Spike del virus Sars-Cov-2 responsabile del Covid. I risultati, che descrivono l’interazione tra le polveri sottili e il virus attraverso simulazioni di dinamica molecolare eseguite con il supercalcolatore Cresco6, sono stati pubblicati sulla rivista online Science of The Total Environment e rientrano nell’ambito del progetto Pulvirus.

“Durante la fase iniziale della pandemia la Lombardia e, in generale, tutta l’area della Pianura Padana sono state colpite più duramente dall’infezione virale rispetto al resto del Paese. Parliamo di una parte d’Italia tra le più inquinate e questo ha portato la comunità scientifica a ipotizzare un possibile ruolo del particolato atmosferico nella diffusione del virus”, spiega Caterina Arcangeli, ricercatrice Enea del Laboratorio Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme ai colleghi Barbara Benassi, Massimo Santoro e Milena Stracquadanio e ai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata Alice Romeo, Federico Iacovelli e Mattia Falconi.

Lo studio è partito dalla verifica e dimostrazione della presenza del genoma del virus responsabile del Covid-19 su almeno il 50% dei campioni di filtri per il Pm2.5 raccolti nella città di Bologna nell’inverno del 2021. “A seguire abbiamo realizzato al computer modelli molecolari semplificati di Pm2.5 e di Sars-Cov-2 e abbiamo valutato la loro interazione mediante simulazioni ad alte prestazioni eseguite con il supercalcolatore Cresco6”, aggiunge Arcangeli.

Le simulazioni - spiega una nota - hanno mostrato chiaramente che i glicani (zuccheri) presenti sulla superficie della proteina Spike giocano un ruolo importante nell’interazione tra virus e particolato, mediando il contatto diretto con la corrispondente superficie del nucleo di carbonio del Pm2.5. Inoltre, dallo studio emerge anche una stretta correlazione tra Pm2.5 e virus anche rispetto alle caratteristiche chimiche del particolato fine, il cui contenuto in carbonio elementare sembra avere una funzione guida nell’interazione con il Sars-Cov-2.

“Sebbene l’affinità tra Pm2.5 e Sars-Cov-2 appaia plausibile, la simulazione non permette di valutare se queste interazioni siano sufficientemente stabili per trasportare il virus nell’atmosfera o se il virione mantenga la sua infettività dopo il trasporto. La possibilità che il virus possa essere ‘sequestrato’ dal Pm, con conseguente riduzione di infettività e diffusione, o inattivato da questa forte interazione con il particolato non può essere quindi esclusa”, prosegue la ricercatrice Enea.

La forza delle simulazioni al computer effettuate da questo studio risiede nella capacità di modellare diversi tipi di particolato, variando sia la concentrazione che la composizione chimica degli inquinanti atmosferici. Queste simulazioni possono, dunque, rappresentare uno strumento utile per valutare rapidamente l’eventuale interazione delle polveri sottili con virus, batteri o altri bersagli cellulari rilevanti. “Questa possibilità potrebbe dimostrarsi utile per contrastare o controllare la diffusione di future malattie trasmesse per via aerea in regioni altamente inquinate e fornire informazioni utili per elaborare piani di controllo dell'inquinamento dell’aria”, conclude Arcangeli.

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Doug Pitt: l’uomo oltre il nome famoso

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Nel mondo delle celebrità, spesso i riflettori sono puntati su nomi familiari come Brad Pitt, ma dietro ogni grande figura c’è un intero universo di individui che contribuiscono in modo significativo al loro settore e alla società nel suo complesso. Uno di questi casi è quello di Doug Pitt, fratello minore dell’acclamato attore Brad Pitt. Ma Doug è molto di più di “il fratello di”. È un imprenditore di successo, un filantropo appassionato e una figura che merita sicuramente di essere conosciuta più a fondo. Personalità sfaccettata e di grande successo, ha un nome costruito grazie alle sue aziende votate alla tecnologia e alle numerose attività di filantropo nel corso degli anni.

Dal fratello di Brad Pitt all’individuo di successo

Nato il 2 novembre 1966 a Springfield, nel Missouri, Doug Pitt è soprattutto conosciuto perché condivide lo stesso sangue con l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Spesso cresciuto all’ombra del più celebre fratello maggiore, Doug ha intrapreso una strada di successo contando sulle proprie capacità e i propri interessi. Dopo aver completato gli studi all’università della sua contea, infatti, ha iniziato una carriera tutta in salita nei settori immobiliare e finanziario, mostrando sin da subito il suo talento nel mondo degli affari. Risale all’aprile del 1991 la fondazione della sua prima azienda, la ServiceWorld Computer, occupata nella fornitura di servizi informatici. A soli 25 anni inizia così la scalata che lo porterà nel mirino del club dei milionari.

Nel 2007 decide di cedere il 75 per cento degli interessi dell’azienda a Miami Nations Enterprises rimanendone però il proprietario e principale partner operativo. Nel 2012 fonda quindi TSI Integrated Services in collaborazione con TSI Global. Nel 2013 Pitt e Miami Nations Enterprises decidono di fondere ServiceWorld con TSI Global. Nel 2017 Pitt ricompra la sua prima società di computer creando la nuova Pitt Development Group, società specializzata in sviluppi commerciali e territoriali. Con questa azienda si è proposto come leader indiscusso nel settore.

Imprenditore e Filantropo

Doug Pitt non è solamente un uomo d’affari di successo, ma un filantropo impegnato che usa i suoi mezzi a disposizione per intervenire in aree critiche del mondo. “Care to Learn”, di cui è il fondatore, è un’organizzazione benefica che fornisce risorse essenziali a bambini che vivono in contesti difficili. L’organizzazione si concentra su bisogni fondamentali come cibo, vestiti e attrezzature scolastiche, permettendo ai più giovani di crescere e imparare in un ambiente positivo e accogliente.

Doug è anche collaboratore di Waterboys.comWorldServe International e Africa 6000 International (a cui partecipa anche la sorella Julie), organizzazioni impegnate nella fornitura di acqua potabile nei paesi africani più in difficoltà, come Tanzania e Kenya. Nel 2010 l’allora presidente della Tanzania Jakaya Kikwete lo ha insignito del titolo di Ambasciatore di buona volontà per la Repubblica Unita di Tanzania. Con questo titolo opera in qualità di intermediario per tutte quelle aziende che vogliono contribuire alla rinascita economica e culturale del paese. Nel 2011 il presidente americano Bill Clinton lo ha premiato con l’Humanitarian Leadership Award.

Dietro le quinte dell’industria del vino

Oltre al suo coinvolgimento nel settore immobiliare e nell’ambito delle opere di beneficenza, Doug Pitt ha anche sviluppato una passione per il mondo del vino. È coinvolto nella gestione di “Pitt Vineyards”, un’azienda vinicola che produce vini di alta qualità. Questa dedizione per il vino riflette la sua grande curiosità e il suo interesse per settori imprenditoriali differenti.

Una vita riservata

La famiglia di primo piano non ha impedito a Doug Pitt di mantenere un profilo relativamente basso nel mondo dei media. Ha cercato, infatti, di proteggere la sua privacy e di concentrarsi sul suo lavoro e sulle sue passioni, piuttosto che sfruttare la sua connessione familiare per attirare l’attenzione dei riflettori. Nel 1990 ha sposato Lisa Pitt, conosciuta all’università, e insieme hanno tre figli: Landon, Sydney e Reagan.

Nonostante abbia sempre cercato di non farsi notare, in certe occasioni è apparso sui media presentandosi in modo scherzoso come il fratello del più celebre Brad. Ha girato diversi spot pubblicitari, come quello per Virgin Mobile Australia, e in alcuni ha vestito persino i panni del fratello, come nella pubblicità per Mother’s Brewing Company. In diverse interviste rilasciate (come quella all’emittente Nova FM) ha anche ammesso di essere scambiato per il fratello almeno 3 volte a settimana da sconosciuti che lo incontrano per strada. Questo perché i due fratelli oltre a condividere carriere di successo, hanno effettivamente un fisico e dei lineamenti molto simili.

L’eredità di Doug Pitt

La storia di Doug Pitt dimostra come dietro a ogni individuo ci siano esperienze, imprese e passioni diverse che meritano di essere riconosciute. Pur essendo spesso additato come “il fratello di Brad Pitt”, la sua dedizione per il mondo degli affari, il suo coinvolgimento nella beneficenza e la sua capacità di perseguire le sue passioni lo rendono un esempio di impegno e di successo. Il suo lavoro nel settore imprenditoriale e filantropico dimostra come sia possibile creare un’eredità significativa indipendentemente dal nome di famiglia e che ognuno ha il potenziale per influenzare positivamente sulla vita degli altri.

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È finalmente nelle sale cinematografiche il film “Tic Toc”

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E continua anche il suo tour promozionale con vari appuntamenti.

Girato a Terni negli studios di Papigno, la commedia è stata diretta dal regista Davide Scovazzo mentre la produzione è stata affidata ad Anteprima Eventi Production e Management S.r.l. di Massimiliano Caroletti. Il film vanta un cast di eccezionali attori noti al pubblico tra cui Eva Henger, Maurizio Mattioli, Sergio Vastano, Fausto Leali, Donatella Pompadour, Valentino Marini, Paolo Pasquali alias Doctor Vintage, Cristiano Sabatini alias Bike Chef, Simone Bargiacchi alias Antonio Lo cascio, Samuel Comandini Alisa Zio_ Command, Fabio Stirlani alias Stirlo , Dimitri Tincano, Jennifer Caroletti, Antonella Scarpa alias Himorta, Vanessa Padovani alias Miss Mamma Sorriso, Chaimaa Cherbal, Claudia Letizia ,Elena Colombi , Paola Caruso, Luigi Iocca, Giuseppe Lisco, Rosy Campanale, Daniel Bellinchiodo, Francesco Aquila, Michela Motoc.

E proprio Eva Henger con Massimiliano Caroletti insieme alla figlia Jennifer, al suo debutto sul grande schermo, sono ospiti della prestigiosa kermesse cinematografica Ischia Global Fest, e incontreranno il pubblico prima della proiezione con Doctor Vintage, anche lui nel cast della pellicola, nella serata del 13 luglio.

Filo conduttore del film il rapporto con i social. Tic Toc è una commedia che intreccia tante vicende e scopre tante realtà partendo dalla storia di quattro intraprendenti scansafatiche che per guadagnare qualche soldo decidono di rapire Eva Henger. Un progetto che frana a causa del Covid e che innesca un susseguirsi di intoppi divertenti: “Un gruppo di Sinti, una sorta di gang Fedeli al triste, ma vero, gioco di parole “è tutto LORO quello che luccica”, i quattro passano giornate ad invidiare le superstar di oggi , ovvero gli, e soprattutto le, Influencers, attribuendo a ognuno e a ognuna di loro vite principesche, fatte di limousines, jet privati, champagne della migliore categoria, ville gigantesche e stuoli di servitori, tutto ciò che, nella loro miseria, è loro negato dalla vita, in una maniera che, dal loro punto di vista, reputano ingiusta ed immorale. Stufi di raccogliere le briciole di quello che loro credono essere solo un mondo dorato e pieno di privilegi, i quattro mascalzoni vengono a sapere che la star Eva Henger inaugurerà una Escape Room (cosa che loro non hanno idea di cosa sia) a Terni, per cui a Zagaja, ma ben presto condiviso dagli altri pur se con qualche perplessità soprattutto da parte di Bike Chef, viene la “brillante” idea: appostarsi poco prima dell’entrata della Escape Room e rapire la Diva, che per lui è anche il suo sogno erotico da sempre, in modo da chiedere il riscatto ai suoi numerosi sponsor”, ha spiegato l’ideatore Fabio Stirlani. La trama affronta in chiave drammatica argomenti comici che riflettono l’attualità.

Un film che segna il grande ritorno al cinema di Eva Henger che per l’occasione ha interpretato se stessa. Un ruolo cucito alla perfezione su di lei: “Ho interpretato me stessa. Pensavo fosse facile, invece è stato difficilissimo. Quando si interpreta la propria persona ci si rende conto di non conoscerla realmente. Ho dovuto metterci dell’ironia, verve e passione, anche perché sarà un film comico, che farà ridere molto”. Assieme a lei sul set la figlia Jennifer Caroletti interessata a seguire le orme della madre.

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