Una boccata d’aria fresca per l’Italia. Mentre l’indice di contagio ha registrato una tendenza al ribasso nelle ultime settimane, il Ministero della Salute ha indicato che quasi l’intero Paese passerà da oggi, lunedì 1 Febbraio, in zona gialla. Bar e ristoranti potranno riaprire i battenti durante la giornata, ospitando fino a 4 persone per tavolo. Dal lunedì al venerdì riapriranno anche musei, mostre, negozi e parrucchieri.
Solo quattro regioni, Puglia, Sardegna, Umbria e Sicilia, restano in “arancione” in attesa di una migliore evoluzione del virus. Per gli altri, gli spostamenti tra i comuni sono ora autorizzati, ma gli spostamenti tra le regioni rimangono vietati. Resta in vigore il coprifuoco anche in zona gialla, ciò vuol dire che bar e ristoranti dovranno cessare la loro attività alle ore 18, sotto questo punto di vista non c’è alcun cambiamento.
L’OMS: “Troppo presto per rilassarsi”
Questo allentamento rappresenta una pausa con la tendenza generale degli altri Paesi europei, che al contrario stanno attuando restrizioni più severe. L’Organizzazione mondiale della sanità ha avvertito giovedì che è “troppo presto per allentare” le restrizioni a causa della circolazione “ancora molto alta” del virus. “L’Italia è controcorrente“, ha confermato Walter Ricciardi, esperto di sanità pubblica che sta assistendo il Ministero della Salute italiano di fronte alla pandemia. “Attualmente, è estremamente difficile proporre misure più severe a causa della resistenza dei politici e dell’opinione pubblica“, spiega.
L’Italia, il primo Paese europeo duramente colpito dalla prima ondata di Coronavirus, ha registrato oltre 88.000 morti dall’inizio della pandemia e la terza economia più grande dell’area dell’euro è precipitata nella sua peggiore recessione dalla seconda guerra mondiale. I leader italiani sono attualmente monopolizzati dalla crisi politica provocata martedì dalle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Siamo in guerra e se dovessimo fare un paragone con la seconda guerra mondiale non saremmo nel 1945, ma nel 1941“, Stimato Walter Ricciardi, per il quale la vittoria è ancora lontana. “Se non abbiamo un governo con pieni poteri, è chiaro che la situazione rischia di diventare ancora più grave”, aggiunge.