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Coronavirus nel mondo, aggiornamento ad oggi domenica 31 gennaio

Nuove misure, nuovi rapporti e punti salienti: un aggiornamento sugli ultimi sviluppi della pandemia Covid-19 nel mondo ad oggi domenica 31 gennaio.

La pandemia in tutto il mondo ha delle nuove varianti, decisamente più contagiose, che si diffondono a macchia d’olio, spronando così, sempre più Paesi alla chiusura dei loro confini. Il numero mondiale di casi registrati ufficialmente ha superato i 102 milioni, con 90 milioni di vaccinati in tutto il mondo e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), continuano a diffondersi le nuove varianti del coronavirus.

Un Team dell’OMS è stato rilasciato dalla quarantena in Cina per poter iniziare finalmente le ricerche sul campo, poiché Washington ha chiesto un’indagine “chiara e approfondita” sulle origini della pandemia da Covid-19 che continua in tutto il mondo. I dieci Investigatori internazionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono arrivati ​​lo scorso giovedi ​​14 gennaio a Wuhan, dove le autorità cinesi hanno imposto loro una quarantena obbligatoria.

BioNTech e Pfizer, produttori del principale vaccino somministrato a livello mondiale, hanno assicurato che quest’ultimo sia efficace contro la mutazione N501Y, osservata in particolare sulla variante britannica e, sospettata di renderla più contagiosa. Ma i loro controlli di laboratorio non si sono concentrati sulla mutazione (E484K) osservata specificamente nella variante sudafricana. Ad oggi, almeno 90 milioni di dosi di vaccino Covid-19 sono state somministrate in vari Paesi nel mondo. L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) decide sull’autorizzazione nell’Unione Europea del vaccino prodotto da AstraZeneca mentre alcuni, criticano i suoi ritardi nella consegna compresa la Commissione Tedesca per le vaccinazioni.

La mappa del coronavirus nel mondo

Vi invitiamo a consultare la nostra tabella semplificata del coronavirus nel mondo che contiene tutti i “numeri” relativi ai contagi e ai decessi in tutti i Paesi del mondo.

EUROPA

Coronavirus nel Regno Unito

Il Regno Unito è diventato il primo Paese Europeo a varcare la soglia dei 100mila decessi da Covid-19, il Governo che ha dispiegato tutti i suoi sforzi nella vaccinazione per uscire dalla crisi sanitaria aggravata dalla variante apparsa proprio sul suo suolo. Secondo il rapporto quotidiano del Ministero della Salute, sono stati registrati 1.631 decessi aggiuntivi, portando il totale a 100.162 decessi.

In Gran Bretagna, il primo Paese europeo a superare la macabra soglia di 100.000 morti, il Governo ha imposto una quarantena alberghiera ai residenti dei 22 Paesi in cui le varianti del virus “rappresentano un rischio”, come Sud Africa, Portogallo e Paesi in Sud America. Gli arrivi da questi stati sono già vietati per le persone non residenti nel Regno Unito.

Nella speranza che le restrizioni possano essere allentate in futuro, molto gradualmente, il Governo britannico ha lanciato un ambizioso programma di vaccinazioni di massa, con l’obiettivo di immunizzare 15 milioni di persone entro la metà di febbraio, compresi i caregiver e tutti gli over 70. Secondo il Dipartimento della Salute, più di 4,26 milioni di persone hanno già ricevuto una prima dose del vaccino Pfizer / BioNTech o AstraZeneca / Oxford da quando la campagna è stata lanciata il mese scorso, esattamente da martedi 8 dicembre 2020.

Coronavirus in Germania

In Germania, dove sono state registrate quasi mille morti da coronavirus, la Cancelliera Angela Merkel ha annunciato di inasprire le restrizioni da Covid-19, la mascherina medica sarà rigorosamente obbligatoria (FFP2) nei trasporti, per strada, nei parchi, nei negozi, in tutti i luoghi a contatto di altri individui. Ha anche avvertito, in un consiglio dell’UE dedicato alle varianti del virus, che un ripristino dei controlli tra i Paesi dell’UE non è escluso, se la situazione dovesse aggravarsi.

Anche gli incontri privati ​​sono molto limitati, con la possibilità di invitare solo e soltanto una persona di un’altra famiglia. Il telelavoro prevarrà “ove possibile”, almeno fino a lunedi 15 marzo. L’idea di imporre un coprifuoco notturno, tuttavia, è stata respinta.

Coronavirus in Belgio

Il Belgio ha vietato la sua popolazione di viaggi non essenziali al di fuori dei confini fino a lunedi 1 ° marzo. La decisione mira ad arginare la diffusione del nuovo coronavirus e delle varianti emerse di recente. Sono vietati “viaggi di piacere o di qualsiasi altra natura, ci saranno controlli oculati alle frontiere con severe multe”. I lavoratori frontalieri non sono esonerati.

Coronavirus in Spagna

La Spagna ha iniziato a somministrare una seconda dose del vaccino contro il coronavirus Covid-19 alle persone prioritarie che hanno ricevuto una prima dose a dicembre ed a metà gennaio. Il coprifuoco notturno viene regolarmente introdotto dalle 23:00 alle 6:00 in tutto il Paese ad eccezione delle Isole Canarie, con la possibilità per le 17 regioni del Paese di anticipare o ritardare di un’ora l’inizio e la fine del lockdown, a seconda delle caratteristiche locali. Il Governo spagnolo ha decretato un nuovo stato di Allerta Sanitaria per l’intero Territorio Nazionale ad eccezione delle Canarie fino a domenica 9 maggio 2021.

Coronavirus in Italia

Con oltre 90mila morti per coronavirus dall’inizio dell’epidemia, l’Italia è uno dei Paesi in Europa più colpiti da Covid-19. I viaggi non sono consentiti e le attività commerciali o non essenziali, i centri commerciali i bar ed i ristoranti sono chiusi nei week-end. In Vaticano, Papa Francesco, 84 anni, è stato vaccinato a metà gennaio. Il nostro Paese ha vietato i voli dal Brasile a causa di una nuova variante scoperta proprio in questo Paese.
“Per la mortalità c’è una decrescita abbastanza lenta. La situazione delle terapie intensive sta però migliorando. La fascia di età preminente per i ricoveri è quella sopra i 70 anni”, ha affermato il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa per l’analisi dei dati.

Regioni in zona gialla da lunedi 1° febbraio: Il primo cambiamento riguarda alcune Regioni che si tingeranno del colore giallo da lunedi 1 febbraio. Si tratta di: Emilia-Romagna, Liguria, Veneto, Calabria, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Piemonte, Lombardia. Queste si aggiungono alle Regioni che già erano gialle: Campania, Basilicata, Molise, Toscana, Provincia autonoma di Trento.

Regioni in zona arancione da lunedi 1 febbraio. In fascia arancione da lunedì 1 febbraio troviamo: Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria (l’unica a livello nazionale che continua a mantenere un indice alto di rischio), Provincia Autonoma di Bolzano. Ricordiamo che fino a sabato 30 gennaio erano in arancione: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Veneto, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria, Valle d’Aosta (tra queste anche quelle passate al giallo).

Regioni in zona rossa dalunedi 1 febbraio: Buone notizie, perchè nessuna Regione è stata collocata in zona rossa. Quelle che erano rosse fino al 30 gennaio (Sicilia e Bolzano) sono migrate all’arancione.

Divieti e regole Covid

Ricordiamo che le restrizioni e le regole per le zone gialle, rosse e arancioni sono sempre valide. Così come resta valido l’obbligo di autocertificazione (a seconda dei vari divieti per fascia).

*Le notizie ed i colori possono subire variazioni, poiché in continuo aggiornamento

Coronavirus in Portogallo

Nel contesto della recrudescenza dei casi da Covid-19 in Portogallo, le Autorità portoghesi avevano dichiarato lo stato di emergenza, l’intero Paese è di nuovo in reclusione generale per almeno un ulteriore mese a causa dell’aumento di contaminazione nell’intero Paese.

Coronavirus negli Stati Uniti

Mentre gli Stati Uniti hanno superato la soglia di 25 milioni di casi confermati e 425.000 morti, il nuovo illustre inquilino della Casa Bianca, il neo Presidente eletto Joe Biden, ha presentato misure per accelerare la distribuzione del vaccino, che ha subito ritardi e problemi logistici alla fine del mandato di Donald Trump.

Joe Biden ha promesso “uno sforzo bellico” per rilanciare il programma di vaccinazione negli Stati Uniti, il Paese più pesantemente colpito da Covid-19, il cui numero di casi ha superato i 100 milioni nel mondo. L’obiettivo è ordinare 200 milioni di dosi aggiuntive di vaccino contro il coronavirus Covid-19 per poter vaccinare l’intera popolazione americana entro la fine dell’estate 2021, ha annunciato soddisfatto.

Nella speranza di arginare i contagi, le Autorità Federali hanno deciso che tutti i viaggiatori che desiderino recarsi negli Stati Uniti in aereo dovranno ora risultare totalmente negativi al coronavirus Covid-19, per essere autorizzati a viaggiare, hanno annunciato categoricamente le Autorità. Questo test deve essere effettuato entro tre giorni antecedenti la partenza per gli Stati Uniti. Sarà totale responsabilità delle compagnie aeree verificare che sia stato effettuato un test prima dell’imbarco ed esibirne le prove.

Coronavirus in Cina

In Cina, una recrudescenza epidemica si è materializzata nei giorni scorsi in alcune regioni. Ma a Wuhan, metropoli di undici milioni di abitanti e culla della pandemia, che ha vidimato più di due milioni di persone in tutto il mondo, nulla ricorda l’atmosfera apocalittica che regnava un anno prima.

La Cina ha registrato il primo decesso per Covid-19 sul suo Territorio in otto mesi, hanno annunciato le Autorità Sanitarie di un Paese che lotta contro le recrudenze della pandemia, che era stata ampiamente controllata. La morte è avvenuta nella provincia di Hebei, ha specificato la Commissione Sanitaria Nazionale. È in questa provincia che diverse città sono state recentemente sottoposte a contenimento a seguito della comparsa da contaminazione. L’ultima morte ufficiale legata alla pandemia nella Cina Continentale è stata nel maggio 2020. Qualche giorno fa, le autorità sanitarie cinesi hanno anche segnalato 138 nuove infezioni. Si tratta del pedaggio giornaliero più alto dallo scorso marzo 2020.

Quando a un uomo è negato il diritto di vivere la vita in cui crede, questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge.” (Nelson Mandela)

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Coronavirus

Doug Pitt: l’uomo oltre il nome famoso

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Nel mondo delle celebrità, spesso i riflettori sono puntati su nomi familiari come Brad Pitt, ma dietro ogni grande figura c’è un intero universo di individui che contribuiscono in modo significativo al loro settore e alla società nel suo complesso. Uno di questi casi è quello di Doug Pitt, fratello minore dell’acclamato attore Brad Pitt. Ma Doug è molto di più di “il fratello di”. È un imprenditore di successo, un filantropo appassionato e una figura che merita sicuramente di essere conosciuta più a fondo. Personalità sfaccettata e di grande successo, ha un nome costruito grazie alle sue aziende votate alla tecnologia e alle numerose attività di filantropo nel corso degli anni.

Dal fratello di Brad Pitt all’individuo di successo

Nato il 2 novembre 1966 a Springfield, nel Missouri, Doug Pitt è soprattutto conosciuto perché condivide lo stesso sangue con l’attore hollywoodiano Brad Pitt. Spesso cresciuto all’ombra del più celebre fratello maggiore, Doug ha intrapreso una strada di successo contando sulle proprie capacità e i propri interessi. Dopo aver completato gli studi all’università della sua contea, infatti, ha iniziato una carriera tutta in salita nei settori immobiliare e finanziario, mostrando sin da subito il suo talento nel mondo degli affari. Risale all’aprile del 1991 la fondazione della sua prima azienda, la ServiceWorld Computer, occupata nella fornitura di servizi informatici. A soli 25 anni inizia così la scalata che lo porterà nel mirino del club dei milionari.

Nel 2007 decide di cedere il 75 per cento degli interessi dell’azienda a Miami Nations Enterprises rimanendone però il proprietario e principale partner operativo. Nel 2012 fonda quindi TSI Integrated Services in collaborazione con TSI Global. Nel 2013 Pitt e Miami Nations Enterprises decidono di fondere ServiceWorld con TSI Global. Nel 2017 Pitt ricompra la sua prima società di computer creando la nuova Pitt Development Group, società specializzata in sviluppi commerciali e territoriali. Con questa azienda si è proposto come leader indiscusso nel settore.

Imprenditore e Filantropo

Doug Pitt non è solamente un uomo d’affari di successo, ma un filantropo impegnato che usa i suoi mezzi a disposizione per intervenire in aree critiche del mondo. “Care to Learn”, di cui è il fondatore, è un’organizzazione benefica che fornisce risorse essenziali a bambini che vivono in contesti difficili. L’organizzazione si concentra su bisogni fondamentali come cibo, vestiti e attrezzature scolastiche, permettendo ai più giovani di crescere e imparare in un ambiente positivo e accogliente.

Doug è anche collaboratore di Waterboys.comWorldServe International e Africa 6000 International (a cui partecipa anche la sorella Julie), organizzazioni impegnate nella fornitura di acqua potabile nei paesi africani più in difficoltà, come Tanzania e Kenya. Nel 2010 l’allora presidente della Tanzania Jakaya Kikwete lo ha insignito del titolo di Ambasciatore di buona volontà per la Repubblica Unita di Tanzania. Con questo titolo opera in qualità di intermediario per tutte quelle aziende che vogliono contribuire alla rinascita economica e culturale del paese. Nel 2011 il presidente americano Bill Clinton lo ha premiato con l’Humanitarian Leadership Award.

Dietro le quinte dell’industria del vino

Oltre al suo coinvolgimento nel settore immobiliare e nell’ambito delle opere di beneficenza, Doug Pitt ha anche sviluppato una passione per il mondo del vino. È coinvolto nella gestione di “Pitt Vineyards”, un’azienda vinicola che produce vini di alta qualità. Questa dedizione per il vino riflette la sua grande curiosità e il suo interesse per settori imprenditoriali differenti.

Una vita riservata

La famiglia di primo piano non ha impedito a Doug Pitt di mantenere un profilo relativamente basso nel mondo dei media. Ha cercato, infatti, di proteggere la sua privacy e di concentrarsi sul suo lavoro e sulle sue passioni, piuttosto che sfruttare la sua connessione familiare per attirare l’attenzione dei riflettori. Nel 1990 ha sposato Lisa Pitt, conosciuta all’università, e insieme hanno tre figli: Landon, Sydney e Reagan.

Nonostante abbia sempre cercato di non farsi notare, in certe occasioni è apparso sui media presentandosi in modo scherzoso come il fratello del più celebre Brad. Ha girato diversi spot pubblicitari, come quello per Virgin Mobile Australia, e in alcuni ha vestito persino i panni del fratello, come nella pubblicità per Mother’s Brewing Company. In diverse interviste rilasciate (come quella all’emittente Nova FM) ha anche ammesso di essere scambiato per il fratello almeno 3 volte a settimana da sconosciuti che lo incontrano per strada. Questo perché i due fratelli oltre a condividere carriere di successo, hanno effettivamente un fisico e dei lineamenti molto simili.

L’eredità di Doug Pitt

La storia di Doug Pitt dimostra come dietro a ogni individuo ci siano esperienze, imprese e passioni diverse che meritano di essere riconosciute. Pur essendo spesso additato come “il fratello di Brad Pitt”, la sua dedizione per il mondo degli affari, il suo coinvolgimento nella beneficenza e la sua capacità di perseguire le sue passioni lo rendono un esempio di impegno e di successo. Il suo lavoro nel settore imprenditoriale e filantropico dimostra come sia possibile creare un’eredità significativa indipendentemente dal nome di famiglia e che ognuno ha il potenziale per influenzare positivamente sulla vita degli altri.

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Coronavirus

È finalmente nelle sale cinematografiche il film “Tic Toc”

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E continua anche il suo tour promozionale con vari appuntamenti.

Girato a Terni negli studios di Papigno, la commedia è stata diretta dal regista Davide Scovazzo mentre la produzione è stata affidata ad Anteprima Eventi Production e Management S.r.l. di Massimiliano Caroletti. Il film vanta un cast di eccezionali attori noti al pubblico tra cui Eva Henger, Maurizio Mattioli, Sergio Vastano, Fausto Leali, Donatella Pompadour, Valentino Marini, Paolo Pasquali alias Doctor Vintage, Cristiano Sabatini alias Bike Chef, Simone Bargiacchi alias Antonio Lo cascio, Samuel Comandini Alisa Zio_ Command, Fabio Stirlani alias Stirlo , Dimitri Tincano, Jennifer Caroletti, Antonella Scarpa alias Himorta, Vanessa Padovani alias Miss Mamma Sorriso, Chaimaa Cherbal, Claudia Letizia ,Elena Colombi , Paola Caruso, Luigi Iocca, Giuseppe Lisco, Rosy Campanale, Daniel Bellinchiodo, Francesco Aquila, Michela Motoc.

E proprio Eva Henger con Massimiliano Caroletti insieme alla figlia Jennifer, al suo debutto sul grande schermo, sono ospiti della prestigiosa kermesse cinematografica Ischia Global Fest, e incontreranno il pubblico prima della proiezione con Doctor Vintage, anche lui nel cast della pellicola, nella serata del 13 luglio.

Filo conduttore del film il rapporto con i social. Tic Toc è una commedia che intreccia tante vicende e scopre tante realtà partendo dalla storia di quattro intraprendenti scansafatiche che per guadagnare qualche soldo decidono di rapire Eva Henger. Un progetto che frana a causa del Covid e che innesca un susseguirsi di intoppi divertenti: “Un gruppo di Sinti, una sorta di gang Fedeli al triste, ma vero, gioco di parole “è tutto LORO quello che luccica”, i quattro passano giornate ad invidiare le superstar di oggi , ovvero gli, e soprattutto le, Influencers, attribuendo a ognuno e a ognuna di loro vite principesche, fatte di limousines, jet privati, champagne della migliore categoria, ville gigantesche e stuoli di servitori, tutto ciò che, nella loro miseria, è loro negato dalla vita, in una maniera che, dal loro punto di vista, reputano ingiusta ed immorale. Stufi di raccogliere le briciole di quello che loro credono essere solo un mondo dorato e pieno di privilegi, i quattro mascalzoni vengono a sapere che la star Eva Henger inaugurerà una Escape Room (cosa che loro non hanno idea di cosa sia) a Terni, per cui a Zagaja, ma ben presto condiviso dagli altri pur se con qualche perplessità soprattutto da parte di Bike Chef, viene la “brillante” idea: appostarsi poco prima dell’entrata della Escape Room e rapire la Diva, che per lui è anche il suo sogno erotico da sempre, in modo da chiedere il riscatto ai suoi numerosi sponsor”, ha spiegato l’ideatore Fabio Stirlani. La trama affronta in chiave drammatica argomenti comici che riflettono l’attualità.

Un film che segna il grande ritorno al cinema di Eva Henger che per l’occasione ha interpretato se stessa. Un ruolo cucito alla perfezione su di lei: “Ho interpretato me stessa. Pensavo fosse facile, invece è stato difficilissimo. Quando si interpreta la propria persona ci si rende conto di non conoscerla realmente. Ho dovuto metterci dell’ironia, verve e passione, anche perché sarà un film comico, che farà ridere molto”. Assieme a lei sul set la figlia Jennifer Caroletti interessata a seguire le orme della madre.

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Attualità

Uber Eats in Italia: il tramonto di un gigante della consegna a domicilio

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Uber Eats è una delle più grandi aziende al mondo che offre servizi di food delivery, che ha attraversato il panorama globale lasciando una scia inconfondibile. Nata nel cuore pulsante della Silicon Valley, l’azienda è l’emblema dell’innovazione e della modernità: una storia di successo che ha riscritto le regole del gioco nel settore della ristorazione. Da una singola città statunitense, San Francisco, Uber Eats ha esteso le sue ali in oltre 30 paesi, portando la comodità di un pasto caldo consegnato alla porta di casa a milioni di persone in tutto il mondo.

La sua entusiasmante avventura in Italia ha avuto inizio nel 2016, un’incursione coraggiosa in un mercato storicamente dominato dalla cucina locale e da un amore per la tradizione culinaria. Eppure, Uber Eats ha saputo navigare tra le onde dell’innovazione e della tradizione, creando un ponte tra la comodità della tecnologia e la passione per il buon cibo.

Ma, come un tramonto dopo una giornata luminosa, Uber Eats ha recentemente annunciato il suo ritiro dal territorio italiano a partire dal 15 luglio 2023, ponendo fine a un capitolo avventuroso nella sua storia. Nonostante una crescita esponenziale a livello globale e un modello di business che ha riscritto le regole dell’innovazione, il suolo italiano si è rivelato essere un terreno difficile. Non una sconfitta, ma un ritiro strategico, un’opportunità per ripensare, rinnovarsi e affrontare nuove sfide.

Un capitolo si chiude, ma la storia di Uber Eats è ancora in divenire. Analizziamo insieme le ragioni di questa decisione e il profondo impatto che la sua presenza ha avuto sul nostro Paese.

L’evoluzione di Uber Eats in Italia

Uber Eats ha intrapreso la sua audace espansione nel cuore del Belpaese, prendendo le mosse dalle luccicanti metropoli di Roma e Milano, per poi estendersi ad altre 60 città di media e ampia estensione, scontrandosi con le potenze rivali di Glovo e Deliveroo, nonché confrontandosi con la labirintica tessitura delle normative locali e le acrimonie riguardanti i diritti dei lavoratori.

Ciononostante, malgrado queste sfide, Uber Eats è riuscita a rivendicare un ruolo di protagonista nel teatro della consegna a domicilio, abbracciando incessantemente una filosofia di innovazione. Uber Eats, infatti, ha perpetuamente introdotto e sperimentato funzioni inedite e diversificato i propri servizi con costanza.

Un’espressione vivida di tale indole innovativa è stata l’implementazione della possibilità di ritiro in loco presso il ristorante, offerte speciali e la consegna di viveri, oltre al consueto cibo preparato, durante il periodo del lockdown dovuto alla pandemia.

L’innovazione per Uber Eats

Già nel 2019, l’azienda aveva annunciato l’intenzione di utilizzare droni per le consegne a domicilio all’insegna della velocità e della tecnologia. Ha anche avviato una collaborazione con Apple e Google, offrendo come modalità di pagamento rispettivamente ApplePay e GooglePay. Sempre nel rispetto del suo spirito pionieristico, Uber Eats ha anche introdotto l’opzione di preordine per cenare direttamente nel ristorante, tuttavia questa funzionalità non è mai arrivata in Italia.

Ha sostenuto l’industria della ristorazione nel Paese collaborando con migliaia di ristoranti e permettendo loro di espandere la propria clientela, fornendo allo stesso tempo nuove opportunità di business.

L’impatto di Uber Eats sul mercato italiano

Pur considerando il ritiro, l’effetto di questa azienda sul nostro mercato è stato ed è tuttora significativo perché ha cambiato in modo in cui le persone hanno iniziato a richiedere il cibo pronto direttamente nelle proprie case. Ma ha anche creato nuove opportunità di lavoro per i consegnatari e nuovi canali di vendita per i ristoratori.

Le positive innovazioni hanno però anche sollevato questioni sui diritti e la sicurezza dei Riders e controversie sulla struttura fiscale delle commissioni.

Perché Uber Eats ha cessato di operare in Italia

Nonostante il successo, l’azienda ha affrontato nel nostro Paese numerosissime sfide, prima tra tutte la concorrenza con le altre applicazioni di consegna. Ma non bisogna dimenticare anche la complessità delle leggi locali e le controversie circa i diritti dei lavoratori e i contratti non adeguatamente definiti. L’azienda ha dichiarato in un comunicato stampa ufficiale di aver avuto sempre come modello quello di un business sostenibile, ma le prospettive di crescita non hanno rispecchiato le aspettative originali. L’insieme di questi fattori ha contribuito alla decisione finale di chiudere l’operatività nel nostro Paese.

Le conseguenze per i ristoratori e per i dipendenti

Il fatto che Uber Eats si sia ritirato dal mercato ha avuto un forte impatto sui lavoratori coinvolti e sui ristoratori che collaboravano con l’applicazione. Da una parte i fattorini che hanno dovuto cercare piattaforme alternative di consegna per continuare l’attività e i ristoratori che hanno iniziato a cercare altri canali per raggiungere nuovi clienti o quelli già acquisiti attraverso la app. Sono circa 40 i dipendenti che lavorano negli uffici di Milano ad essere stati licenziati e migliaia i rider sparsi in tutta Italia.

Qual è il futuro delle consegne di cibo a domicilio

Con la partenza definitiva di Uber Eats, il panorama delle consegne a domicilio nell’ambito food si prepara a un nuovo cambiamento. Aziende come Deliveroo e Glovo possono sicuramente consolidare la propria posizione per coinvolgere gli utenti orfani di Uber Eats ma allo stesso tempo potrebbero apparire nuovi attori sul mercato, nel tentativo di approfittare di questo nuovo “spazio” vacante.

Gig economy e diritti del lavoro

L’esempio di Uber Eats ha sollevato l’attenzione sulle questioni relative a un modello di lavoro basato su contratti flessibili e a chiamata, ma senza la tipica protezione dell’impiego tradizionale. Questo dibattito è destinato a intensificarsi e arricchirsi anche dal punto di vista normativo, per cercare un maggiore equilibrio tra flessibilità e sicurezza per i lavoratori temporanei.

Uber Eats e crescita sostenibile

Ma nella pratica, come e perché è stata raggiunta la decisione di uscire dal mercato? Lo studio circa la sostenibilità del business necessita di dati e indicatori che gli esperti di project management utilizzano per valutare le performance. Lo studio può includere analisi dei trend di crescita dei ricavi ma anche i costi necessari per acquisire clienti, le spese sostenute e le previsioni relative al mercato.

Come molte altre aziende della delivery, Uber Eats ha un modello di business con margini ristretti e a questo deve corrispondere necessariamente una crescita rapida e costante per coprire tutti i costi ed essere redditizio. In Italia, tuttavia, questo tipo di mercato è altamente competitivo e con protagonisti consolidati: la crescita così diventa più difficile.

E se la base di clienti di Uber Eats non sembra destinata a crescere in modo sufficientemente rapido o se l’acquisizione dei nuovi clienti rivela costi eccessivi (ad esempio attraverso sconti e promozioni che riducono ulteriormente i margini), la conseguenza è una ulteriore pressione sul profitto complessivo.

Cosa rimane di Uber Eats in Italia

Uber è la società madre che, prima di Uber Eats, si è inizialmente proposta come servizio di car sharing e quindi nel settore della mobilità, dove continua e continuerà ad essere protagonista anche nel nostro Paese. 

Uber garantisce diversi servizi che consentono agli utenti di prenotare viaggi in auto con un conducente direttamente da un’applicazione sullo smartphone, con la possibilità di scegliere anche la tipologia di aiuto. Anche questi servizi hanno dovuto affrontare diverse problematiche, tra cui si sono evidenziate le proteste da parte dei tassisti professionisti e la necessità di rispettare tutte le normative locali. L’azienda ha comunque continuato ad investire nel servizio di mobilità riconoscendo il potenziale di crescita. Ad esempio, in alcune città, gli utenti possono già scegliere di viaggiare con auto elettrica o ibrida ed inoltre l’azienda sta cercando ulteriori modalità per migliorare il proprio impatto ambientale.

L’uscita dal mercato di Uber Eats segna la fine di un’epoca ma il suo impatto sarà duraturo, offrendo riferimenti importanti sia nel settore della food delivery che della gig economy, per quanto riguarda le innovazioni nel mondo del lavoro flessibile e delle consegne a domicilio.

Il vuoto incolmabile che lascia Uber Eats nel nostro Paese

A dispetto di queste possibili prospettive, un senso di perdita pervade i cuori di tutti quegli italiani che hanno utilizzato la piattaforma in questi anni. La verità è che Uber Eats, con il suo servizio impeccabile e la sua presenza ubiqua, lascerà un vuoto che sarà difficile da colmare.

È un vuoto che va oltre la semplice assenza di un servizio di consegna cibo. È un vuoto che risuona con l’eco di momenti condivisi, di serate tra amici salvate da un pasto inaspettato, di incontri a tarda notte con il solo conforto di un pasto caldo portato alla porta. È un vuoto che parla di innovazione, di cambiamento, di una rivoluzione silenziosa ma palpabile nel modo in cui viviamo e consumiamo.

La partenza di Uber Eats è, in realtà, molto più di una perdita commerciale: è una ferita nell’anima del nostro Paese, un taglio profondo nel tessuto della nostra quotidianità. Si tratta di una perdita di ciò che era diventato un elemento così integrato nelle nostre vite da sembrare quasi scontato.

Non è solo una questione di convenienza, ma di connessione. Un po’ come un sentimento di familiarità, di un senso di comunità che viene meno. Un servizio che, pur essendo globale, ha sempre avuto il potere di farci sentire a casa, ovunque fossimo.

Certo, il mondo non si fermerà. Nuovi servizi emergeranno, vecchi servizi si adatteranno e la vita continuerà. Ma quel vuoto, quel senso di mancanza che Uber Eats ci lascia, sarà difficile da riempire.

E così, mentre ci prepariamo a dire “arrivederci” a Uber Eats, ricordiamoci di quello che era e di come ha cambiato il modo in cui mangiamo, di come ha unito le persone, di come ha toccato le nostre vite. Ricordiamoci di Uber Eats, non solo come un servizio di consegna di cibo, ma come un amico, un compagno, un pezzo del cuore del nostro Paese. Ad maiora!

Concludiamo questo articolo con la nota ufficiale pubblicata sul sito ufficiale, uber.com.

«Il nostro viaggio con Uber Eats è iniziato a Milano nel 2016. Nel corso di questi sette anni abbiamo raggiunto oltre 60 città in tutte le regioni italiane, lavorando con migliaia di ristoranti partner che hanno potuto beneficiare dei nostri servizi per ampliare la loro clientela e le loro opportunità di business, specie in periodi critici come quello dovuto al Covid. In questi sette anni migliaia di corrieri e delivery partner hanno avuto la possibilità di guadagnare attraverso la nostra app in modo facile e immediato. In questi anni, purtroppo, non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo. Ecco perché oggi siamo tristi di annunciare che abbiamo preso la difficile decisione di interrompere le nostre operazioni di consegna di cibo in Italia tramite l’app Uber Eats. Il nostro obiettivo principale è ora quello di fare il possibile per i nostri dipendenti, in conformità con le leggi vigenti, assicurando al contempo una transizione senza problemi per tutti i nostri ristoranti ed i corrieri che utilizzano la nostra piattaforma. Nonostante questa difficile decisione vogliamo ribadire il nostro impegno verso l’Italia, che non intendiamo assolutamente abbandonare: questa decisione ci consentirà di concentrarci ancora di più sui nostri servizi di mobilità, dove stiamo registrando una crescita importante. Grazie al servizio Uber Black e all’accordo con It Taxi, infatti, ad oggi siamo presenti in 10 città italiane: negli ultimi 12 mesi oltre un milione di italiani e turisti ha utilizzato l’app Uber per muoversi nelle città dove operiamo e quasi 10 mila autisti, tra NCC e taxi, hanno avuto la possibilità di realizzare almeno una corsa sempre attraverso la nostra app. Non solo: dopo il lancio del servizio Taxi in Sardegna annunciato la settimana scorsa, prevediamo di aumentare ulteriormente la nostra presenza nel Paese e di lanciare quattro nuove città entro la fine dell’anno. Vogliamo ringraziare tutti quelli che, in questi anni, ci hanno dato la loro fiducia, collaborazione, affetto, dedizione e passione. Grazie a tutti.»

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Una semplice schedina dal costo di appena 3 euro ha portato un’immensa fortuna alla città di Roma, con una straordinaria...

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Che Dio ci Aiuti 8: salta la puntata di marzo e ci si chiede il perché

Siamo tutti qui a domandarci che fine abbia fatto Che Dio ci Aiuti 8. Avete notato anche voi quel vuoto...

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La Promessa, trame di venerdì 21 marzo 2025: una cena romantica e una bugia pericolosa

Quando guardiamo La Promessa, ogni volta è la stessa storia: ansia, agitazione, cuore che va a mille. Giuro, sembra sempre...

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Talenti over 60: The Voice Senior riaccende i riflettori in prima serata

Ci ritroviamo davanti allo schermo con un misto di curiosità ed entusiasmo. Vogliamo lasciarci travolgere dalla nuova puntata di The...

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Lotta e memoria: la vicenda dei saetta che ci coinvolge tutti

Senza troppi giri di parole, noi sentiamo un brivido ogni volta che pensiamo a un padre e a un figlio...

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Un Posto al Sole, trame UPAS di venerdì 21 marzo 2025: fratture tra fratelli e nuovi...

Non si nascondono più malumori. Venerdì 21 marzo, la frattura tra i fratelli Gagliotti rischia di diventare insanabile: un episodio...

Attualità9 ore ago

Processo Priebke: l’ombra del passato che ci parla ancora

Ci sentiamo afferrare alla gola ogni volta che riemerge un episodio legato ai crimini nazisti. Non è semplice, vero? Molti...

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Acqua e ghiacciai in primo piano: la nostra immersione a ‘Radio di Bordo’ su Rai Radio1

Vi siete mai fermati a riflettere su quanta vita scorra dentro una goccia d’acqua? Noi sì e questa riflessione ci...

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Il nostro Tango: emozioni e sorprese in seconda serata

Ci siamo chiesti se foste pronti per qualcosa di diverso, un viaggio che vi coinvolgesse davvero. E allora eccoci: venerdì...

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Mafie, corruzione e innovazione: un viaggio tra resistenza civile, politiche globali e...

È strano, vero, ritrovarci con tante storie diverse che si intrecciano? Ci fa un po’ girare la testa, perché passiamo...

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Salute, Nutripiatto: al Mim i risultati del progetto di educazione alimentare nelle...

Sono stati presentati oggi a Roma, al ministero dell’Istruzione e del merito (Mim), i risultati di ‘Nutripiatto’, il programma di...