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Milano diventa in parte NO SMOKING, “Sbircia” la Città

La città di Milano è in parte zona “non fumatori”. Si tratta del primo passo di un piano pluriennale del Comune, finalizzato alla lotta all’inquinamento dell’aria.

A Milano niente più sigarette in mezzo alla folla. Da martedì 19 gennaio 2021 è vietato fumare entro 10 metri da altre persone, in alcune aree pubbliche, come fermate di autobus, tram, parchi, stadi, cimiteri ecc… Nel 2005, l’Italia è stato il primo Paese dell’UE a vietare il fumo in spazi ristretti, ma questa volta gli argomenti presi in considerazione sono ben diversi.

La città, guidata da Beppe Sala, sindaco di Milano dal 21 giugno 2016, ha preso questa misura per migliorare la qualità dell’aria nella metropoli, che è una delle più inquinate d’Europa, in particolare per la sua posizione geografica, al centro della Pianura Padana.

Piano climatico pluriennale

Le sigarette rappresentano almeno l’8% delle emissioni di polveri sottili note come “PM10”, presenti nell’aria dell’agglomerato urbano.

Nei prossimi mesi anche le grigliate e i fuochi d’artificio potrebbero essere banditi. Se il piano prosegue, entro il 2025 potrebbe essere vietato fumare anche nell’hinterland del capoluogo lombardo.

Si tratta di provvedimenti che hanno un duplice obiettivo, aiutano a ridurre il PM10, ossia le particelle inquinanti nocive per i polmoni e tutelano la salute dei cittadini dal fumo attivo e passivo nei luoghi pubblici e frequentati anche dai minori. Proteggere i polmoni dei residenti e impedire loro di togliersi le mascherine sanitarie per fumare.” Per il consigliere comunale Macro Granelli mantenere un apparato respiratorio sano e forte è ormai diventata una priorità per la città: ” Milano non poteva non farlo” ha aggiunto.

“Sbircia” la Città di Milano

Spesso considerata la capitale economica e finanziaria del nostro Paese, Milano si trova nel nord, in Lombardia ed ha una popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti. Ospita la sede della Borsa Italiana e molte aziende italiane a vocazione internazionale come Alfa Romeo, Pirelli, RCS Media Group. Se visitiamo Milano, non possiamo perderci la famosa Cattedrale della Natività della Beata Vergine Maria, chiamata più semplicemente Duomo di Milano, che si trova sull’omonima piazza nel centro della città. Questa splendida Cattedrale in stile gotico e neoclassico fu costruita alla fine del XIV secolo. Dopo San Pietro a Roma e la Cattedrale di Siviglia, è la Chiesa più grande del mondo. A due passi dal Duomo, passeggiare (pandemia permettendo) nella lussureggiante Galleria Vittorio Emanuele II e fra le sue lussuose boutique, caffè e ristoranti è un’esperienza indimenticabile.

Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

Il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci rende omaggio con il suo nome a una delle menti più universali di tutti i tempi, Pittore, Scienziato, Ingegnere, Filosofo, Inventore. Al Genio del Rinascimento italiano sono dedicate 2 collezioni permanenti del Museo: “Leonardo da Vinci cittadino di Milano”, che espone disegni e archivi della sua attività di Ingegnere, Artista in città e presenta i luoghi della sua vita quotidiana e “Il Trattato di Pittura” che è una sorta di mostra didattica pittorica volta a spiegare la pittura a spettatori e artisti, progettata dallo stesso Leonardo da Vinci. Le altre collezioni sono distribuite nelle Gallerie secondo tematiche di scienza e tecnologia tradizionali. Troverete una sezione riservata ai trasporti, uno per i materiali, uno per l’energia, uno per la comunicazione, uno per le nanotecnologie e una Galleria pensata appositamente per i bambini. Avrete così la possibilità di vedere 15.000 oggetti che ripercorrono la Storia dell’Industria e delle Tecnologie dal XIX secolo ai giorni nostri e quindi comprendere i vari sviluppi tecnici.

Duomo

Il Duomo di Milano, è la terza Cattedrale più grande al mondo. Situata nel centro della città, sulla piazza omonima, è alto 108 metri. Con la statua in rame che si trova sulla sua sommità: “La Madoninna”, è il simbolo della città ed è visibile da quasi ovunque. La Cattedrale è uno splendore mozzafiato, la sua architettura esterna è un sublime accostamento di pietra e marmo bianco, in stile gotico. La facciata è adornata da numerose statue e sculture. La sua costruzione iniziò nel 1393 e fu completata più di 4 secoli dopo nel 1805, sotto l’egida di Napoleone che aggiunse l’ultima pietra all’edificio terminando la splendida facciata.

La Cupola fu costruita nel 1386 ed è un incontro dei 3 grandi stili architettonici dell’epoca: gotico, neoclassico e neogotico.
L’interno della Cattedrale è altrettanto sontuoso, con le sue 5 navate, le sue numerose statue, i suoi pavimenti in pregiati marmi, nero, bianco, rosa e rosso provenienti da tutta Italia. Le sue colossali e suggestive vetrate colorate, realizzate da pregiati manufatti italiani si sono succedute nei secoli e ognuna porta lo storico segno artistico del proprio tempo.

Castello Sforzesco

Per continuare questo tour storico e architettonico di Milano, è di rigore visitare il Castello Sforzesco. Edificato nel XIV secolo, alla fine del Medioevo (1358), era curiosamente collocato nel centro cittadino, originariamente per difendere la città dalle invasioni dei Veneziani, essendo Venezia all’epoca la grande rivale di Milano. Un secolo dopo, fu aggiunta la Fortezza che lo circonda, per ordine del Duca di Milano che diede il nome al castello: Francesco Sforza. Dopo essere passato fra dominazione francese, spagnola, napoleonica e austriaca, ha riacquistato la sua tranquillità dalla fine dell’Ottocento, dove ha perso la sua originaria vocazione ed è diventato il Museo civico della città. Il Parco che circonda il Castello è anche un’oasi di pace e verde per i milanesi.

La sezione museale comprende diverse collezioni permanenti, ognuna tanto varia e interessante quanto l’altra, a cominciare dalla raccolta di Arte Antica, che racchiude in particolare uno dei capolavori di Michelangelo: “La Pietà Rondanini”. Il Museo di Arte Decorativa comprende diverse opere di Leonardo da Vinci, il Museo Archeologico espone molti pezzi della Preistoria e dell’Antico Egitto. Infine, il Museo degli Strumenti Musicali espone strumenti superbi, che ricordando l’importanza della Musica Classica a Milano.

La Pinacoteca di Brera

Per un tuffo nell’arte pittorica, da sempre una delle punte di diamante di Milano, che alla fine non ha mai smesso di produrre brillanti artisti e di fare da città protettrice, dobbiamo assolutamente recarci alla Pinacoteca di Brera. Questo Museo è uno dei più importanti Musei di Pittura in Italia e fa da tramite tra Arte Antica e Moderna. Ha sede nello storico Palazzo (XIV secolo) nel quartiere Brera, che ospita anche l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, l’Osservatorio Astronomico, la Biblioteca Nazionale di Brera, l’Orto Botanico e l’Accademia di Belle Arti. Più precisamente, la Galleria si trova nell’antico monastero. Tra i grandi Maestri esposti, si potranno vedere opere dei Grandi Artisti del Quattrocento italiano come Tiziano (San Girolamo, Ritratto del Conte Antonio Porcia); Il Tintoretto (Compianto sul Cristo morto o Pietà, Ritrovamento del corpo di San Marco); Paolo Caliari detto il Veronese (Cristo Nell’Orto, Cena in casa di Simone il fariseo); Giovanni Bellini detto il Giambellino (La Pietà, La Vergine col Bambino benedicente, Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto) e Michelangelo Merisi noto come Caravaggio (La cena in Emmaus). Potremmo ammirare anche opere di altri grandissimi Artisti europei in particolare quelli della scuola olandese, come i dipinti di Rembrandt (Ritratto di donna) per esempio.

Moda, lusso e shopping

L’influenza e l’effusione artistica di Milano attraversano tutte le arti e le discipline ed è per questo che quando parliamo di Milano pensiamo direttamente (soprattutto le donne) alla moda, all’alta moda ed al lusso. Diversi luoghi imperdibili della città sono la gioia delle fashioniste di tutto il mondo, via Monte Napoleone nota come la più elegante, lussuosa e cara d’Europa, Gucci, Prada, Armani, Versace, Valentino, Dior, Fendi, Bottega Veneta, Alberta Ferretti, Dolce & Gabbana ed altre illustre firme sono quì… La Galleria Vittorio Emanuele è senza dubbio una delle Gallerie commerciali più belle del mondo. Situata tra La Scala e il Duomo, fu costruita nel XIX secolo in stile neoclassico dall’architetto Giuseppe Mengoni. Il suo ingresso, segnato da un superbo Arco di Trionfo, introduce in un mondo di lusso e pregiate delizie, sia per gli occhi che per il palato.
Per lo shopping intenso, il Quadrilatero della Moda o Quadrilatero d’Oro (formato dalle vie Monte Napoleone, via Della Spiga e Corso Manzoni) vi delizierà con le sue vetrine, una più lussuosa dell’altra. Non è raro incontrare in questa location di sciccheria stilisti prestigiosi, modelli famosi e personaggi noti.

La Scala

Una “leggenda” che ha visto varcare la sua soglia da grandi artisti, il Teatro alla Scala ospita sia rappresentazioni che balletti, opere liriche ed opere contemporanee. Costruito nel XVIII secolo, la Scala ha continuato ad essere frequentato dagli abitanti della città, alla ricerca di divertimenti e svaghi artistici per gli occhi e le orecchie. Oltre a vedere uno spettacolo, è possibile visitare il Museo ospitato nei locali, che rende omaggio a questo luogo mitico dell’autorevole creazione artistica italiana. In particolare sono esposti importanti costumi, strumenti musicali e documenti commemorativi degli spettacoli presentati in scena.

Design Musem Triennale

Il successo artistico senza tempo e universale di Milano sta nel fatto che non ha cessato di creare e interessarsi all’arte sin dal Rinascimento e dall’Epoca Classica. La creazione artistica è un eterno respiro della città e oggi Milano è un Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea. La sua testimonianza più eloquente è il Triennale Design Museum, che espone grandi opere del Design italiano. Il suo dinamismo è dovuto al fatto che non esistono collezioni permanenti ma che le Mostre si susseguono al ritmo di magnifiche creazioni artistiche contemporanee. Luogo di riferimento per la scena contemporanea e per gli amanti dell’arte, è un luogo essenziale d’avanguardia.

La Chiesa di Santa Maria e l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci

Se c’è un’opera d’arte di Leonardo da Vinci che bisogna assolutamente vedere durante il nostro soggiorno o tour a Milano (pandemia permettendo), è senza dubbio l’Ultima Cena, in mostra nella Chiesa di Santa-Maria delle Grazie. Classificata come patrimonio Unesco, la Chiesa risale alla fine del XV secolo. Il dipinto fu realizzato dall’Artista appositamente per il Cenacolo (refettorio) di questa chiesa, tra il 1494 e il 1498. Questo colossale dipinto di metri 4,6 + 8,8 è stato a lungo considerato il capolavoro della Chiesa.

Gloria del calcio

Per quanto le donne passeggiando per Milano, pensino alla moda ed al lusso, alla menzione del nome Milan, gli uomini pensano sicuramente al calcio. Con le sue 2 squadre di Premier League AC Milan e Inter Milan, la città non fa eccezione alla tradizione sportiva italiana e stabilisce il calcio come sport, attività e stile di vita nazionale, così gli appassionati di calcio possono visitare il mitico stadio di San Siro, dove oltre a vedere le partite, potranno visitare il museo, scoprire la storia delle squadre di calcio milanesi e ammirare oggetti unici e autografati come trofei e maglie di calciatori che hanno contribuito al prestigio e la vittoria delle squadre milanesi.

Quando sono a Torino, a Milano, e non soltanto, mi muovo con emozione per le strade che ricordano i nomi degli uomini che hanno fatto l’Italia, i re e i primi ministri, ma anche i Cattaneo e i Mazzini.” (Carlo Azeglio Ciampi)

Una sofisticata esperta in viaggi, turismo e tempo libero, che esplora con passione le frontiere del settore turistico per fornire ai nostri lettori intuizioni uniche e consigli preziosi. Con una profonda conoscenza che va dalle destinazioni esotiche alle gemme nascoste locali, la sua competenza è indispensabile per chi cerca di trasformare ogni viaggio in un’esperienza memorabile. Le sue analisi ricche di sfumature e le sue raccomandazioni su misura sono fondamentali per offrire un panorama completo di tutto ciò che il mondo del turismo ha da offrire.

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Attualità

Processo Priebke: l’ombra del passato che ci parla ancora

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Ci sentiamo afferrare alla gola ogni volta che riemerge un episodio legato ai crimini nazisti. Non è semplice, vero? Molti di voi, probabilmente, preferirebbero non rivivere certi ricordi. Eppure sentiamo il dovere di ripercorrere fatti come l’eccidio delle Fosse Ardeatine, perché non possiamo permettere che scivolino nell’oblio.

Un processo fra indignazione e memoria

Il nome di Erich Priebke rimane un simbolo del male: ex ufficiale delle SS, coinvolto in uno dei massacri più atroci del nostro Paese. Nel 1996 lo arrestano in Argentina e lo trasferiscono in Italia. Sembra quasi un film, ma è tutto drammaticamente reale. Il tribunale militare di Roma, in un’aula piccola e soffocante, diventa il palcoscenico di un dibattito giuridico infuocato. La prima sentenza riconosce la colpevolezza di Priebke ma, incredibilmente, dichiara prescritto il reato.

Vi immaginate la rabbia? Familiari delle vittime che protestano, che occupano l’aula, che non riescono ad accettare una conclusione tanto assurda. Eppure quei momenti di tensione hanno contribuito a riaccendere l’attenzione collettiva su un capitolo oscuro della nostra storia. Nel 1997, alla fine, arriva la condanna definitiva all’ergastolo, con un principio che ormai conosciamo bene: i crimini di guerra non vanno in prescrizione.

Sentiamo un fremito nel presentarvi La verità del male – Il processo Priebke, un documentario prodotto da Golem Multimedia, in collaborazione con Rai Documentari e Fondazione Museo della Shoah, che va in onda venerdì 21 marzo in seconda serata su Rai 3. Il racconto, scritto da Giancarlo De Cataldo e Alberto Ferrari, e diretto dallo stesso Ferrari, mette in scena le voci di chi ha vissuto quei giorni intensi: Francesco Albertelli (ANFIM), Giovanni Maria Flick (Ministro della Giustizia di allora), Antonino Intelisano (pubblico ministero del Tribunale Militare) e Riccardo Pacifici, protagonista delle proteste e oggi vice presidente della European Jewish Association. La narrazione di De Cataldo penetra nelle pieghe del passato, mentre la colonna sonora, firmata da Gabriele De Cataldo e il montaggio di Luca Mariani completano un quadro crudo e necessario.

Siamo convinti che un lavoro del genere non sia solo un prodotto televisivo. È un richiamo collettivo a guardare in faccia l’orrore e a non smettere di fare i conti con ciò che è stato. Voi siete pronti a rivivere tutto questo? Noi crediamo che non ci sia scelta: occorre ricordare, sempre.

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Attualità

Mafie, corruzione e innovazione: un viaggio tra resistenza civile, politiche globali e...

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È strano, vero, ritrovarci con tante storie diverse che si intrecciano? Ci fa un po’ girare la testa, perché passiamo dalla lotta contro le mafie qui in Italia a proteste in altre parti del mondo. Eppure, tutto ci appare connesso. Noi stessi sentiamo il bisogno di capire in profondità come questi eventi si influenzino a vicenda. Voi potreste chiedervi: perché accostare tecnologie futuristiche, vicende di repressione politica e corruzione? Forse perché, nel loro complesso, ci mostrano la direzione in cui stiamo andando.

La rincorsa all’AI: soglia del “Sovrumano”

Iniziamo da qualcosa che cattura l’attenzione di tutti: l’intelligenza artificiale. Fino a ieri ci chiedevamo se le macchine potessero mai pensare. Ora siamo arrivati a porci una domanda più inquietante: quando supereranno le nostre abilità? Abbiamo ascoltato il parere di Nello Cristianini, professore all’Università di Bath, che sembra convinto di una prossima svolta. Ci dice che le IA non si limiteranno a eguagliare le nostre competenze, ma potrebbero addirittura superarle. C’è un brivido che corre lungo la schiena. Siamo davvero pronti?

Eppure, questa corsa alla tecnologia non è così astratta. È connessa al modo in cui gestiamo il potere, le libertà individuali e persino la trasmissione del sapere. Senza rendercene conto, l’AI irrompe nella nostra vita con una velocità inaudita. Inquieta, appassiona, spaventa. Ci sentiamo sospesi: da un lato siamo entusiasti di scoprire fin dove possiamo arrivare, dall’altro ci domandiamo se stiamo perdendo di vista i nostri valori più umani.

Riflessioni dalla Sicilia: il coraggio di dire no

Parallelamente, entriamo in un mondo che abbiamo appena dietro l’angolo, ma che a volte fingiamo di non vedere: quello delle mafie. Oltre 40 miliardi di euro, un giro d’affari colossale qui in Italia. Lì, nella giornata dedicata al ricordo delle vittime di mafia, migliaia di persone hanno sfilato a Trapani insieme a Libera e Don Ciotti. E ci siamo commossi quando abbiamo incontrato i fratelli Lionti, imprenditori di Niscemi. Loro si sono opposti al pizzo e hanno rischiato di essere ammazzati. Vivono sotto scorta, non vogliono lasciare la Sicilia, e continuano a lavorare fianco a fianco con la federazione antiracket. Uno slancio di determinazione che ci fa sentire un po’ più speranzosi.

Il Procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, ha lanciato l’allarme: ci sono sequestri frequenti di armi da guerra. Armi pesanti destinate – dice – a gesti clamorosi. Parla di un mandamento di Cosa Nostra in mano a giovani reclutati con un compenso misero, poche migliaia di euro, per uccidere. Tutto questo scuote la nostra coscienza. E ci fa chiedere se stiamo facendo abbastanza per sostenere chi non si piega.

Corruzione e proteste: drammi condivisi

Potremmo spostarci lontano, in Macedonia, dove un incendio in una discoteca abusiva – un capannone privo di uscite di sicurezza – ha causato 59 vittime e 155 feriti. Una strage che ha scioccato il Paese e che ha scatenato proteste furiose contro la corruzione. Non sono bastati gli arresti dei responsabili e le dimissioni del sindaco. In Serbia, intanto, da quattro mesi non si fermano le manifestazioni iniziate dopo il crollo di una pensilina, costato la vita a 15 persone. Più proteste, più rabbia, più richieste di cambiamento. E noi ci chiediamo: quante altre tragedie dovranno avvenire prima che le istituzioni intervengano davvero?

Tagli e repressione: gli Stati Uniti di Trump

Da un’altra parte del mondo troviamo un altro scontro. Trump vs Campus. Forse alcuni di voi hanno sentito parlare di Mahmoud Khalil, studente siriano di origine palestinese, con una famiglia, una green card e una laurea alla Columbia. La sua detenzione e la minaccia di espulsione hanno sollevato proteste accese a New York. Khalil paga per essere stato un leader delle dimostrazioni a favore della Palestina. E la Columbia rischia pure la perdita di 400 milioni di dollari di fondi federali. Pare che tutti i campus americani siano entrati nel mirino, costretti a tagliare corsi e ricerche su temi sgraditi a Trump: inclusione, riscaldamento globale, ogni cosa giudicata troppo “ribelle”. Sembra un attacco alla libertà di pensiero. A noi pare gravissimo.

Un rifugio per animali (e per noi)

Spostiamoci in Lazio, provincia di Viterbo. Due sorelle gemelle, una avvocata e una medica, hanno deciso di prendersi cura di cani, gatti, pecore non riproduttive e perfino cinghialetti. Hanno creato un rifugio per animali abbandonati, malati o capitati in eredità a chi non li voleva. Sembrava un sogno ingenuo. Invece, con un po’ di donazioni e tanta testardaggine, ci sono riuscite. Noi ammiriamo la loro scelta. Sì, perché ci dimostrano che esiste un modo diverso di vivere e trovare serenità, riscoprendo un contatto autentico con la natura.

I problemi del lago Trasimeno

Nel frattempo, in Umbria, il lago Trasimeno segna un metro e 25 centimetri sotto lo zero idrometrico. Poche piogge e cambiamenti climatici preoccupanti. Il turismo e la pesca ne risentono. Si parla di convogliare l’acqua dal lago Montedoglio, in Toscana, per evitare il peggio. Ma è un progetto da accelerare, prima che arrivi l’estate. Noi, se fossimo in voi, cercheremmo di capire quanto questo specchio d’acqua, il quarto lago d’Italia, rappresenti un patrimonio da non perdere.

Una pausa dai social?

In carne e ossa: secondo alcuni studenti della Civica scuola di cinema di Milano, i “reel” e i video brevissimi su TikTok o simili potrebbero non essere più così irresistibili. C’è voglia di stare insieme, di rallentare. Li vediamo correre e pedalare a mezzanotte per le strade della città, alla ricerca di un contatto vero. Rimane il fatto che, tramite i social, ci si organizza e si condivide ogni novità. È un paradosso che fa sorridere. Ma forse è solo la nostra natura, sempre in bilico tra tecnologia e desiderio di relazione.

Tradizioni giapponesi: spade e cicatrici dorate

Avete mai sentito parlare dei fabbri di katane? In Giappone ne sono rimasti solo 80, custodi di un’arte che esiste da mille anni. Le spade dei samurai non erano concepite come strumenti d’offesa, ma come protezione contro le forze negative. Poi c’è il kintsugi, la riparazione dei vasi rotti con oro fuso. Qualcosa che ci fa riflettere: le ferite si trasformano in elementi preziosi della nostra storia. E noi ci emozioniamo davanti a una cultura che, pur essendo proiettata al futuro, difende le proprie radici.

Come eravamo: Giappone 1963

Concludiamo con un salto indietro. L’archivio di TV7 ci mostra un Giappone del 1963 lanciato verso la modernità: treni rapidi, città in fermento, costruzioni vertiginose. Eppure il confronto con le tradizioni, il ruolo delle geishe e i ritmi antichi era già allora un enigma. Forse è sempre la stessa storia: un popolo in bilico tra evoluzione e rispetto delle proprie origini.

Alla fine di questo viaggio, abbiamo la sensazione di un’umanità che lotta, a volte soffre, e cerca risposte in mille direzioni. Siamo convinti che voi, come noi, abbiate bisogno di queste storie: per trovare il coraggio di resistere o per custodire un ricordo prezioso. Noi, tutti insieme, non dovremmo mai smettere di cercare un equilibrio tra innovazione e radici, tra legalità e libertà. Il resto è un percorso da costruire, un passo alla volta.

Tutto questo e molto altro nel prossimo appuntamento su Rai 1 con TV7, venerdì 21 marzo, a mezzanotte!

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Attualità

Pino Daniele, 70 anni di musica e di cuore, Napoli abbraccia il suo Mascalzone Latino

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Quella voce. Eh, lo sappiamo, è impossibile dimenticarla. Rauca, rotta, bella proprio perché imperfetta. È passato già un sacco di tempo, dieci anni precisi che Pino se n’è andato via da qui, ma è come se non fosse successo davvero. A Napoli, per noi, Pino Daniele è ancora dappertutto, sta in ogni vicolo, sta in ogni voce che urla un pezzetto di “Napule è” o di “Je so’ pazzo”. Perché lui fa questo, no? Ci fa sentire uniti, vicini, fa venir voglia di abbracciarsi forte e cantare anche se stoni, anche se non sai tutte le parole.

Quest’anno avrebbe fatto 70 anni. Settant’anni. E noi, sapete, ci emozioniamo un sacco pensando a lui così grande, con quei suoi occhi sempre un po’ malinconici ma pieni di vita. Non è facile festeggiare senza la persona che vorresti fosse ancora lì, però ci siamo detti che sì, ne vale la pena. E Napoli si è messa in moto, perché Napoli lo sa fare bene. Incontri, musica, mostre, gente che parla, che ricorda. E poi c’è stato un concerto dal vivo, di quelli che ti si ficcano dentro e ti fanno dire: sì, questa città lo ha amato davvero, lo ama ancora. E noi lo amiamo con lei.

Un ricordo inciso nella pietra: la targa a Palazzo Mirelli

Ci siamo trovati in tarda mattinata davanti a Palazzo Mirelli, in via Santa Maria La Nova, curiosi di vedere con i nostri occhi la targa che la Municipalità 2 di Napoli ha voluto dedicare a Pino. Sulla facciata dell’edificio adesso spiccano parole intense, che raccontano come lì siano nate canzoni indimenticabili. Immaginatevelo, ragazzo timido ma deciso, che scrive i primi appunti di “Napule è” o “Terra mia”. Fa venire la pelle d’oca pensare che quei muri abbiano ascoltato gli accordi iniziali di brani che avrebbero poi segnato la storia della musica italiana.

Non siamo riusciti a trattenere un moto di commozione: il legame tra Pino e Napoli non è mai stato qualcosa di superficiale. È un rapporto profondo, che ha plasmato tanto l’artista quanto la sua gente. E adesso, grazie a questa targa, siamo tutti consapevoli di respirare le sue radici semplicemente camminando per la città.

La mostra “Spiritual”: immergersi nel suo mondo interiore

Spostandoci nel pomeriggio, ci siamo diretti verso il Palazzo Reale per l’anteprima stampa di “Pino Daniele Spiritual”, la mostra curata dal figlio Alessandro. L’apertura al pubblico partirà a breve e continuerà per parecchie settimane. È un percorso multimediale, costruito su documenti inediti, materiali video privati e strumenti cari a Pino. Sapete cosa si respira lì dentro? Un senso di intimità che avvicina chi guarda alla vera essenza dell’artista.

Ci siamo ritrovati di fronte a sezioni tematiche come “Terra mia” e “Le radici e le ali”, che mettono a fuoco il legame indissolubile tra le strade partenopee e la creatività di Pino. Alessandro ha ribadito più volte quanto Napoli e suo padre fossero un tutt’uno. Condividiamo questa idea con voi: quando ascoltiamo la sua musica ci pare di vedere la gente, i colori e l’energia di una città in perenne movimento. Ecco perché la mostra si chiama “Spiritual”: rievoca quello spirito profondo che anima ogni canzone di Pino.

Un tributo filatelico e un inedito da brividi

Tra un evento e l’altro, ci ha sorpreso la notizia di un tributo filatelico lanciato da Poste Italiane. Hanno realizzato un folder con due cartoline commemorative, accompagnate da un annullo postale speciale. A prima vista potrebbe sembrare un semplice gadget, ma in realtà racconta un altro pezzetto dell’unione fra Pino e la sua terra. L’idea di un timbro dedicato a un cantautore è più unica che rara, e sottolinea come il segno lasciato da Pino vada ben oltre la musica.

Poi, d’un tratto, è arrivata la chicca: un brano inedito. “Una parte di me”, scritto da Pino nel 2009 e dedicato al figlio Francesco, è stato reso pubblico proprio in queste ore. Lo abbiamo ascoltato con grande curiosità. La sua voce profonda, che torna a parlarci dopo tanto, ci regala un’emozione pura: l’abbiamo percepita come la carezza di un amico che non se n’è mai andato del tutto.

Je Sto Vicino a Te Forever: la grande notte in Piazza del Gesù

La vera esplosione di gioia si è scatenata di sera, quando piazza del Gesù si è riempita di migliaia di persone accorse per il concerto tributo “Je Sto Vicino a Te Forever – Puorteme a casa mia”. Lo scenario era perfetto: una festa popolare a cielo aperto, luci calde, volti sorridenti. La regia artistica è stata affidata a Nello Daniele, fratello di Pino e musicista che ha voluto farci sentire l’anima di quel Neapolitan Power capace di mescolare il dialetto con il blues, il rock con la tradizione napoletana.

Vi confessiamo che abbiamo sentito i brividi quando è iniziato il primo brano, perché sembrava di rivedere Pino laggiù, in fondo al palco, con la chitarra in mano. Magia pura. La serata è stata anche l’occasione per svelare la medaglia-plettro in argento coniata dalla Zecca dello Stato, un oggetto da collezione che unisce passione musicale e arte orafa.

Tanti artisti, un solo cuore

Abbiamo poi perso il conto di quanti musicisti si siano alternati sul palco. Mario Biondi, con la sua voce calda e avvolgente, i 99 Posse, che hanno portato un’energia travolgente, e poi Serena Autieri come padrona di casa e cantante a sorpresa. E quanta carica hanno trasmesso Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Eugenio Finardi, Michele Zarrillo, Morgan, i Negrita, Enzo Gragnaniello, Francesco Baccini, Rossana Casale, gli Audio 2, Nina Zilli, Ivan Granatino, Letizia Gambi Womanity Quintet, Lina Simons, Natalino (gruppo cileno). Un mosaico di suoni e stili così vari da riflettere l’anima eclettica del Mascalzone Latino.

Durante la serata, sul palco sono saliti non solo musicisti ma anche scrittori e attori: Maurizio De Giovanni, Gaetano Amato, Patrizio Rispo. Ognuno ha condiviso un ricordo, una lettura, una frase capace di farci rivivere momenti autentici. A un certo punto è sembrato che l’intera piazza fosse un’unica voce pronta a omaggiare un uomo che, oltre a essere un grande artista, rimane un simbolo di Napoli.

Oltre i confini partenopei: tutta l’Italia abbraccia Pino

Possiamo dire che l’evento non si è fermato ai confini napoletani. Emittenti radiofoniche e trasmissioni TV nazionali hanno aperto spazi dedicati a Pino Daniele, trasmettendo i suoi brani e intervistando chi lo ha conosciuto da vicino. Rai, media partner dell’iniziativa, ha garantito la registrazione della serata in piazza del Gesù per mandarla in onda più avanti. E sui social, milioni di interazioni: foto, video, frasi tratte dalle canzoni, il tutto a comporre un coro immenso di affetto.

Alcuni fan hanno raccontato che in altre città, da Milano a Palermo, si sono ritrovati nei club a diffondere musica di Pino e a commentarne l’eredità artistica. È come se l’Italia intera si fosse fermata un istante, pronta a dare spazio a quel groove napoletano inconfondibile che sfocia in un universale sentimento di appartenenza.

L’eredità di Pino: non solo note, ma un pezzo di anima

In fondo, perché ci emozioniamo tanto parlando di lui? Forse perché le sue canzoni sono le nostre canzoni, la colonna sonora di momenti che abbiamo vissuto in prima persona. Spesso abbiamo l’impressione che Pino Daniele sia stato un alfiere di Napoli e, al tempo stesso, un viaggiatore che dialogava con il mondo intero. Dal dialetto napoletano al blues, dal jazz al pop, la sua fusione di generi ha segnato una svolta nella canzone d’autore italiana.

Tutto ciò traspare nitidamente nelle parole di chi lo ricorda come un innovatore visionario, capace di unire le diverse culture musicali in un linguaggio unico. E ci piacerebbe che voi, pensando al suo percorso umano, coglieste il senso più profondo di queste celebrazioni: Pino Daniele rappresenta l’esempio di un artista che non si è mai chiuso, ma ha sempre cercato nuove ispirazioni.

Quando parliamo di Pino, parliamo inevitabilmente di Napoli, perché qui – tra i suoni dei vicoli e la luce del mare – lui ha trovato la sua vera identità. Questo anniversario, a dieci anni dalla scomparsa e a settanta dalla sua nascita, è la prova tangibile che le sue radici e i suoi sogni non se ne andranno mai. Anzi, continueranno a vibrare in ogni accordo e in ogni voce che lo omaggerà.

E voi, siete pronti ad accogliere ancora la sua musica? Noi siamo convinti che Pino Daniele appartenga a tutti e che la sua eredità continuerà a influenzare chiunque desideri scrivere, comporre o semplicemente amare la musica con la stessa passione che lui ci ha insegnato. E forse, in mezzo a una folla che canta “Napule è” senza sosta, lo sentiamo ancora suonare. In fondo, il Mascalzone Latino non se n’è mai andato davvero.

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Fabio Masi, proprietario della storica libreria Ultima Spiaggia a Ventotene, racconta l’importanza del Manifesto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed...

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Villa Mondragone apre le porte per le Giornate di Primavera 2025

Villa Mondragone, prestigioso centro congressi e di rappresentanza dell’Università di Roma Tor Vergata, sarà protagonista delle Giornate di Primavera 2025...

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Delitto di Garlasco: nuovi sviluppi nelle analisi di DNA e impronte

I tamponi custoditi presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Pavia, insieme alle impronte raccolte nella villetta di via Pascoli...

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SuperEnalotto: Roma festeggia un jackpot da record

Una semplice schedina dal costo di appena 3 euro ha portato un’immensa fortuna alla città di Roma, con una straordinaria...

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Che Dio ci Aiuti 8: salta la puntata di marzo e ci si chiede il perché

Siamo tutti qui a domandarci che fine abbia fatto Che Dio ci Aiuti 8. Avete notato anche voi quel vuoto...

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La Promessa, trame di venerdì 21 marzo 2025: una cena romantica e una bugia pericolosa

Quando guardiamo La Promessa, ogni volta è la stessa storia: ansia, agitazione, cuore che va a mille. Giuro, sembra sempre...

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Talenti over 60: The Voice Senior riaccende i riflettori in prima serata

Ci ritroviamo davanti allo schermo con un misto di curiosità ed entusiasmo. Vogliamo lasciarci travolgere dalla nuova puntata di The...

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Lotta e memoria: la vicenda dei saetta che ci coinvolge tutti

Senza troppi giri di parole, noi sentiamo un brivido ogni volta che pensiamo a un padre e a un figlio...

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Un Posto al Sole, trame UPAS di venerdì 21 marzo 2025: fratture tra fratelli e nuovi...

Non si nascondono più malumori. Venerdì 21 marzo, la frattura tra i fratelli Gagliotti rischia di diventare insanabile: un episodio...

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Processo Priebke: l’ombra del passato che ci parla ancora

Ci sentiamo afferrare alla gola ogni volta che riemerge un episodio legato ai crimini nazisti. Non è semplice, vero? Molti...

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Acqua e ghiacciai in primo piano: la nostra immersione a ‘Radio di Bordo’ su Rai Radio1

Vi siete mai fermati a riflettere su quanta vita scorra dentro una goccia d’acqua? Noi sì e questa riflessione ci...

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Il nostro Tango: emozioni e sorprese in seconda serata

Ci siamo chiesti se foste pronti per qualcosa di diverso, un viaggio che vi coinvolgesse davvero. E allora eccoci: venerdì...

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Mafie, corruzione e innovazione: un viaggio tra resistenza civile, politiche globali e...

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Salute, Nutripiatto: al Mim i risultati del progetto di educazione alimentare nelle...

Sono stati presentati oggi a Roma, al ministero dell’Istruzione e del merito (Mim), i risultati di ‘Nutripiatto’, il programma di...