Milano diventa in parte NO SMOKING, “Sbircia” la Città
La città di Milano è in parte zona “non fumatori”. Si tratta del primo passo di un piano pluriennale del Comune, finalizzato alla lotta all’inquinamento dell’aria.
A Milano niente più sigarette in mezzo alla folla. Da martedì 19 gennaio 2021 è vietato fumare entro 10 metri da altre persone, in alcune aree pubbliche, come fermate di autobus, tram, parchi, stadi, cimiteri ecc… Nel 2005, l’Italia è stato il primo Paese dell’UE a vietare il fumo in spazi ristretti, ma questa volta gli argomenti presi in considerazione sono ben diversi.
La città, guidata da Beppe Sala, sindaco di Milano dal 21 giugno 2016, ha preso questa misura per migliorare la qualità dell’aria nella metropoli, che è una delle più inquinate d’Europa, in particolare per la sua posizione geografica, al centro della Pianura Padana.
Piano climatico pluriennale
Le sigarette rappresentano almeno l’8% delle emissioni di polveri sottili note come “PM10”, presenti nell’aria dell’agglomerato urbano.
Nei prossimi mesi anche le grigliate e i fuochi d’artificio potrebbero essere banditi. Se il piano prosegue, entro il 2025 potrebbe essere vietato fumare anche nell’hinterland del capoluogo lombardo.
“Si tratta di provvedimenti che hanno un duplice obiettivo, aiutano a ridurre il PM10, ossia le particelle inquinanti nocive per i polmoni e tutelano la salute dei cittadini dal fumo attivo e passivo nei luoghi pubblici e frequentati anche dai minori. Proteggere i polmoni dei residenti e impedire loro di togliersi le mascherine sanitarie per fumare.” Per il consigliere comunale Macro Granelli mantenere un apparato respiratorio sano e forte è ormai diventata una priorità per la città: ” Milano non poteva non farlo” ha aggiunto.
“Sbircia” la Città di Milano
Spesso considerata la capitale economica e finanziaria del nostro Paese, Milano si trova nel nord, in Lombardia ed ha una popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti. Ospita la sede della Borsa Italiana e molte aziende italiane a vocazione internazionale come Alfa Romeo, Pirelli, RCS Media Group. Se visitiamo Milano, non possiamo perderci la famosa Cattedrale della Natività della Beata Vergine Maria, chiamata più semplicemente Duomo di Milano, che si trova sull’omonima piazza nel centro della città. Questa splendida Cattedrale in stile gotico e neoclassico fu costruita alla fine del XIV secolo. Dopo San Pietro a Roma e la Cattedrale di Siviglia, è la Chiesa più grande del mondo. A due passi dal Duomo, passeggiare (pandemia permettendo) nella lussureggiante Galleria Vittorio Emanuele II e fra le sue lussuose boutique, caffè e ristoranti è un’esperienza indimenticabile.
Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
Il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci rende omaggio con il suo nome a una delle menti più universali di tutti i tempi, Pittore, Scienziato, Ingegnere, Filosofo, Inventore. Al Genio del Rinascimento italiano sono dedicate 2 collezioni permanenti del Museo: “Leonardo da Vinci cittadino di Milano”, che espone disegni e archivi della sua attività di Ingegnere, Artista in città e presenta i luoghi della sua vita quotidiana e “Il Trattato di Pittura” che è una sorta di mostra didattica pittorica volta a spiegare la pittura a spettatori e artisti, progettata dallo stesso Leonardo da Vinci. Le altre collezioni sono distribuite nelle Gallerie secondo tematiche di scienza e tecnologia tradizionali. Troverete una sezione riservata ai trasporti, uno per i materiali, uno per l’energia, uno per la comunicazione, uno per le nanotecnologie e una Galleria pensata appositamente per i bambini. Avrete così la possibilità di vedere 15.000 oggetti che ripercorrono la Storia dell’Industria e delle Tecnologie dal XIX secolo ai giorni nostri e quindi comprendere i vari sviluppi tecnici.
Duomo
Il Duomo di Milano, è la terza Cattedrale più grande al mondo. Situata nel centro della città, sulla piazza omonima, è alto 108 metri. Con la statua in rame che si trova sulla sua sommità: “La Madoninna”, è il simbolo della città ed è visibile da quasi ovunque. La Cattedrale è uno splendore mozzafiato, la sua architettura esterna è un sublime accostamento di pietra e marmo bianco, in stile gotico. La facciata è adornata da numerose statue e sculture. La sua costruzione iniziò nel 1393 e fu completata più di 4 secoli dopo nel 1805, sotto l’egida di Napoleone che aggiunse l’ultima pietra all’edificio terminando la splendida facciata.
La Cupola fu costruita nel 1386 ed è un incontro dei 3 grandi stili architettonici dell’epoca: gotico, neoclassico e neogotico.
L’interno della Cattedrale è altrettanto sontuoso, con le sue 5 navate, le sue numerose statue, i suoi pavimenti in pregiati marmi, nero, bianco, rosa e rosso provenienti da tutta Italia. Le sue colossali e suggestive vetrate colorate, realizzate da pregiati manufatti italiani si sono succedute nei secoli e ognuna porta lo storico segno artistico del proprio tempo.
Castello Sforzesco
Per continuare questo tour storico e architettonico di Milano, è di rigore visitare il Castello Sforzesco. Edificato nel XIV secolo, alla fine del Medioevo (1358), era curiosamente collocato nel centro cittadino, originariamente per difendere la città dalle invasioni dei Veneziani, essendo Venezia all’epoca la grande rivale di Milano. Un secolo dopo, fu aggiunta la Fortezza che lo circonda, per ordine del Duca di Milano che diede il nome al castello: Francesco Sforza. Dopo essere passato fra dominazione francese, spagnola, napoleonica e austriaca, ha riacquistato la sua tranquillità dalla fine dell’Ottocento, dove ha perso la sua originaria vocazione ed è diventato il Museo civico della città. Il Parco che circonda il Castello è anche un’oasi di pace e verde per i milanesi.
La sezione museale comprende diverse collezioni permanenti, ognuna tanto varia e interessante quanto l’altra, a cominciare dalla raccolta di Arte Antica, che racchiude in particolare uno dei capolavori di Michelangelo: “La Pietà Rondanini”. Il Museo di Arte Decorativa comprende diverse opere di Leonardo da Vinci, il Museo Archeologico espone molti pezzi della Preistoria e dell’Antico Egitto. Infine, il Museo degli Strumenti Musicali espone strumenti superbi, che ricordando l’importanza della Musica Classica a Milano.
La Pinacoteca di Brera
Per un tuffo nell’arte pittorica, da sempre una delle punte di diamante di Milano, che alla fine non ha mai smesso di produrre brillanti artisti e di fare da città protettrice, dobbiamo assolutamente recarci alla Pinacoteca di Brera. Questo Museo è uno dei più importanti Musei di Pittura in Italia e fa da tramite tra Arte Antica e Moderna. Ha sede nello storico Palazzo (XIV secolo) nel quartiere Brera, che ospita anche l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, l’Osservatorio Astronomico, la Biblioteca Nazionale di Brera, l’Orto Botanico e l’Accademia di Belle Arti. Più precisamente, la Galleria si trova nell’antico monastero. Tra i grandi Maestri esposti, si potranno vedere opere dei Grandi Artisti del Quattrocento italiano come Tiziano (San Girolamo, Ritratto del Conte Antonio Porcia); Il Tintoretto (Compianto sul Cristo morto o Pietà, Ritrovamento del corpo di San Marco); Paolo Caliari detto il Veronese (Cristo Nell’Orto, Cena in casa di Simone il fariseo); Giovanni Bellini detto il Giambellino (La Pietà, La Vergine col Bambino benedicente, Predica di San Marco ad Alessandria d’Egitto) e Michelangelo Merisi noto come Caravaggio (La cena in Emmaus). Potremmo ammirare anche opere di altri grandissimi Artisti europei in particolare quelli della scuola olandese, come i dipinti di Rembrandt (Ritratto di donna) per esempio.
Moda, lusso e shopping
L’influenza e l’effusione artistica di Milano attraversano tutte le arti e le discipline ed è per questo che quando parliamo di Milano pensiamo direttamente (soprattutto le donne) alla moda, all’alta moda ed al lusso. Diversi luoghi imperdibili della città sono la gioia delle fashioniste di tutto il mondo, via Monte Napoleone nota come la più elegante, lussuosa e cara d’Europa, Gucci, Prada, Armani, Versace, Valentino, Dior, Fendi, Bottega Veneta, Alberta Ferretti, Dolce & Gabbana ed altre illustre firme sono quì… La Galleria Vittorio Emanuele è senza dubbio una delle Gallerie commerciali più belle del mondo. Situata tra La Scala e il Duomo, fu costruita nel XIX secolo in stile neoclassico dall’architetto Giuseppe Mengoni. Il suo ingresso, segnato da un superbo Arco di Trionfo, introduce in un mondo di lusso e pregiate delizie, sia per gli occhi che per il palato.
Per lo shopping intenso, il Quadrilatero della Moda o Quadrilatero d’Oro (formato dalle vie Monte Napoleone, via Della Spiga e Corso Manzoni) vi delizierà con le sue vetrine, una più lussuosa dell’altra. Non è raro incontrare in questa location di sciccheria stilisti prestigiosi, modelli famosi e personaggi noti.
La Scala
Una “leggenda” che ha visto varcare la sua soglia da grandi artisti, il Teatro alla Scala ospita sia rappresentazioni che balletti, opere liriche ed opere contemporanee. Costruito nel XVIII secolo, la Scala ha continuato ad essere frequentato dagli abitanti della città, alla ricerca di divertimenti e svaghi artistici per gli occhi e le orecchie. Oltre a vedere uno spettacolo, è possibile visitare il Museo ospitato nei locali, che rende omaggio a questo luogo mitico dell’autorevole creazione artistica italiana. In particolare sono esposti importanti costumi, strumenti musicali e documenti commemorativi degli spettacoli presentati in scena.
Design Musem Triennale
Il successo artistico senza tempo e universale di Milano sta nel fatto che non ha cessato di creare e interessarsi all’arte sin dal Rinascimento e dall’Epoca Classica. La creazione artistica è un eterno respiro della città e oggi Milano è un Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea. La sua testimonianza più eloquente è il Triennale Design Museum, che espone grandi opere del Design italiano. Il suo dinamismo è dovuto al fatto che non esistono collezioni permanenti ma che le Mostre si susseguono al ritmo di magnifiche creazioni artistiche contemporanee. Luogo di riferimento per la scena contemporanea e per gli amanti dell’arte, è un luogo essenziale d’avanguardia.
La Chiesa di Santa Maria e l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci
Se c’è un’opera d’arte di Leonardo da Vinci che bisogna assolutamente vedere durante il nostro soggiorno o tour a Milano (pandemia permettendo), è senza dubbio l’Ultima Cena, in mostra nella Chiesa di Santa-Maria delle Grazie. Classificata come patrimonio Unesco, la Chiesa risale alla fine del XV secolo. Il dipinto fu realizzato dall’Artista appositamente per il Cenacolo (refettorio) di questa chiesa, tra il 1494 e il 1498. Questo colossale dipinto di metri 4,6 + 8,8 è stato a lungo considerato il capolavoro della Chiesa.
Gloria del calcio
Per quanto le donne passeggiando per Milano, pensino alla moda ed al lusso, alla menzione del nome Milan, gli uomini pensano sicuramente al calcio. Con le sue 2 squadre di Premier League AC Milan e Inter Milan, la città non fa eccezione alla tradizione sportiva italiana e stabilisce il calcio come sport, attività e stile di vita nazionale, così gli appassionati di calcio possono visitare il mitico stadio di San Siro, dove oltre a vedere le partite, potranno visitare il museo, scoprire la storia delle squadre di calcio milanesi e ammirare oggetti unici e autografati come trofei e maglie di calciatori che hanno contribuito al prestigio e la vittoria delle squadre milanesi.
“Quando sono a Torino, a Milano, e non soltanto, mi muovo con emozione per le strade che ricordano i nomi degli uomini che hanno fatto l’Italia, i re e i primi ministri, ma anche i Cattaneo e i Mazzini.” (Carlo Azeglio Ciampi)

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Attualità
Truman Capote e la ferita di un delitto: il nuovo sguardo di “Pagine” su Rai 5

Avvertiamo sempre un brivido, quasi un sussurro inquieto, quando pensiamo a quei delitti che scuotono intere comunità. Voi vi siete mai chiesti che cosa spinga uno scrittore a immergersi così a fondo in un omicidio da farne un romanzo-capolavoro? In “A sangue freddo” Truman Capote fece esattamente questo, scavando nella tragica vicenda della famiglia Clutter e finendo per portarsi dietro un peso enorme. Adesso, questo stesso racconto torna sotto i riflettori grazie al documentario di Julien Gaurichon e Frédéric Bas, che lunedì 24 marzo verrà proposto in seconda serata su Rai 5, all’interno di “Pagine”.
La voce di Federica Sciarelli: dal crimine narrato al crimine reale
Nel nuovo programma di Rai Cultura, ci affacciamo su scenari di letteratura che spesso s’intrecciano con la cronaca. Ed è proprio Federica Sciarelli, popolare volto di “Chi l’ha visto”, a introdurre il mondo di “A sangue freddo”. Sentiamo tutta l’intensità di chi ha familiarità con storie difficili, perché la Sciarelli di crimini ne ha raccontati tanti e sa bene quanto possa pesare l’eco di un fatto violento.
Noi immaginiamo la vita a Holcomb, in Kansas, nel 1959. Un posto tranquillo dove improvvisamente accade qualcosa di mostruoso: quattro membri della famiglia Clutter vengono trovati assassinati il 15 novembre. Capote, ancora noto soprattutto per “Colazione da Tiffany”, resta catturato dalla notizia letta sul “New York Times”. Un crimine così efferato lo spinge a passare cinque anni tra interviste e ricerche, fino alla pubblicazione di “A sangue freddo” nel 1965 sulle pagine del “New Yorker”. Nel 1966 esce il romanzo completo, e quel successo esplode al punto da cambiare la sua vita e quella di una certa narrativa true crime.
Le ombre dei colpevoli e le ferite interiori
Vi siete mai chiesti come reagiremmo davanti a chi ha commesso un massacro? Capote incontrò più volte i due responsabili, Perry Smith e Dick Hickock, ex pregiudicati in libertà vigilata. Ci sconvolge sentire che lui descriveva Perry come colto e sensibile, mentre Dick sembrava incredibilmente pacato. Eppure, nel 1960 furono entrambi arrestati e poi condannati a morte. Cinque anni dopo, Capote assistette alle impiccagioni. Da lì la ferita, un vuoto che lui stesso definì insopportabile: “Nessuno conoscerà mai il vuoto che A sangue freddo ha scavato in me. In qualche modo credo che questo libro mi abbia ucciso”.
Con filmati d’archivio e testimonianze, Gaurichon e Bas riportano alla luce la forza devastante di quella storia e mostrano quanto abbia segnato Capote. Noi ci ritroviamo quasi senza fiato, perché scopriamo un autore diviso fra la voglia di raccontare e il peso di un’esperienza troppo intensa. “Pagine” – curato da Silvia De Felice, Emanuela Avallone e Alessandra Urbani, per la regia di Laura Vitali – ci accompagna lungo questo percorso fra parole e immagini, invitandoci a esplorare la letteratura come specchio della realtà più crudele.
Non sappiamo se avremo mai risposte definitive, ma restiamo uniti in questa riflessione collettiva, mentre la Sciarelli ci introduce a un racconto che vibra ancora di tensione. E forse, alla fine, ci rendiamo conto che l’anima di Capote aleggia ancora su quelle pagine, come se il crimine avesse stretto uno strano patto con la sua penna.
Attualità
Processo Priebke: l’ombra del passato che ci parla ancora

Ci sentiamo afferrare alla gola ogni volta che riemerge un episodio legato ai crimini nazisti. Non è semplice, vero? Molti di voi, probabilmente, preferirebbero non rivivere certi ricordi. Eppure sentiamo il dovere di ripercorrere fatti come l’eccidio delle Fosse Ardeatine, perché non possiamo permettere che scivolino nell’oblio.
Un processo fra indignazione e memoria
Il nome di Erich Priebke rimane un simbolo del male: ex ufficiale delle SS, coinvolto in uno dei massacri più atroci del nostro Paese. Nel 1996 lo arrestano in Argentina e lo trasferiscono in Italia. Sembra quasi un film, ma è tutto drammaticamente reale. Il tribunale militare di Roma, in un’aula piccola e soffocante, diventa il palcoscenico di un dibattito giuridico infuocato. La prima sentenza riconosce la colpevolezza di Priebke ma, incredibilmente, dichiara prescritto il reato.
Vi immaginate la rabbia? Familiari delle vittime che protestano, che occupano l’aula, che non riescono ad accettare una conclusione tanto assurda. Eppure quei momenti di tensione hanno contribuito a riaccendere l’attenzione collettiva su un capitolo oscuro della nostra storia. Nel 1997, alla fine, arriva la condanna definitiva all’ergastolo, con un principio che ormai conosciamo bene: i crimini di guerra non vanno in prescrizione.
Sentiamo un fremito nel presentarvi La verità del male – Il processo Priebke, un documentario prodotto da Golem Multimedia, in collaborazione con Rai Documentari e Fondazione Museo della Shoah, che va in onda venerdì 21 marzo in seconda serata su Rai 3. Il racconto, scritto da Giancarlo De Cataldo e Alberto Ferrari, e diretto dallo stesso Ferrari, mette in scena le voci di chi ha vissuto quei giorni intensi: Francesco Albertelli (ANFIM), Giovanni Maria Flick (Ministro della Giustizia di allora), Antonino Intelisano (pubblico ministero del Tribunale Militare) e Riccardo Pacifici, protagonista delle proteste e oggi vice presidente della European Jewish Association. La narrazione di De Cataldo penetra nelle pieghe del passato, mentre la colonna sonora, firmata da Gabriele De Cataldo e il montaggio di Luca Mariani completano un quadro crudo e necessario.
Siamo convinti che un lavoro del genere non sia solo un prodotto televisivo. È un richiamo collettivo a guardare in faccia l’orrore e a non smettere di fare i conti con ciò che è stato. Voi siete pronti a rivivere tutto questo? Noi crediamo che non ci sia scelta: occorre ricordare, sempre.
Attualità
Mafie, corruzione e innovazione: un viaggio tra resistenza civile, politiche globali e...

È strano, vero, ritrovarci con tante storie diverse che si intrecciano? Ci fa un po’ girare la testa, perché passiamo dalla lotta contro le mafie qui in Italia a proteste in altre parti del mondo. Eppure, tutto ci appare connesso. Noi stessi sentiamo il bisogno di capire in profondità come questi eventi si influenzino a vicenda. Voi potreste chiedervi: perché accostare tecnologie futuristiche, vicende di repressione politica e corruzione? Forse perché, nel loro complesso, ci mostrano la direzione in cui stiamo andando.
La rincorsa all’AI: soglia del “Sovrumano”
Iniziamo da qualcosa che cattura l’attenzione di tutti: l’intelligenza artificiale. Fino a ieri ci chiedevamo se le macchine potessero mai pensare. Ora siamo arrivati a porci una domanda più inquietante: quando supereranno le nostre abilità? Abbiamo ascoltato il parere di Nello Cristianini, professore all’Università di Bath, che sembra convinto di una prossima svolta. Ci dice che le IA non si limiteranno a eguagliare le nostre competenze, ma potrebbero addirittura superarle. C’è un brivido che corre lungo la schiena. Siamo davvero pronti?
Eppure, questa corsa alla tecnologia non è così astratta. È connessa al modo in cui gestiamo il potere, le libertà individuali e persino la trasmissione del sapere. Senza rendercene conto, l’AI irrompe nella nostra vita con una velocità inaudita. Inquieta, appassiona, spaventa. Ci sentiamo sospesi: da un lato siamo entusiasti di scoprire fin dove possiamo arrivare, dall’altro ci domandiamo se stiamo perdendo di vista i nostri valori più umani.
Riflessioni dalla Sicilia: il coraggio di dire no
Parallelamente, entriamo in un mondo che abbiamo appena dietro l’angolo, ma che a volte fingiamo di non vedere: quello delle mafie. Oltre 40 miliardi di euro, un giro d’affari colossale qui in Italia. Lì, nella giornata dedicata al ricordo delle vittime di mafia, migliaia di persone hanno sfilato a Trapani insieme a Libera e Don Ciotti. E ci siamo commossi quando abbiamo incontrato i fratelli Lionti, imprenditori di Niscemi. Loro si sono opposti al pizzo e hanno rischiato di essere ammazzati. Vivono sotto scorta, non vogliono lasciare la Sicilia, e continuano a lavorare fianco a fianco con la federazione antiracket. Uno slancio di determinazione che ci fa sentire un po’ più speranzosi.
Il Procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, ha lanciato l’allarme: ci sono sequestri frequenti di armi da guerra. Armi pesanti destinate – dice – a gesti clamorosi. Parla di un mandamento di Cosa Nostra in mano a giovani reclutati con un compenso misero, poche migliaia di euro, per uccidere. Tutto questo scuote la nostra coscienza. E ci fa chiedere se stiamo facendo abbastanza per sostenere chi non si piega.
Corruzione e proteste: drammi condivisi
Potremmo spostarci lontano, in Macedonia, dove un incendio in una discoteca abusiva – un capannone privo di uscite di sicurezza – ha causato 59 vittime e 155 feriti. Una strage che ha scioccato il Paese e che ha scatenato proteste furiose contro la corruzione. Non sono bastati gli arresti dei responsabili e le dimissioni del sindaco. In Serbia, intanto, da quattro mesi non si fermano le manifestazioni iniziate dopo il crollo di una pensilina, costato la vita a 15 persone. Più proteste, più rabbia, più richieste di cambiamento. E noi ci chiediamo: quante altre tragedie dovranno avvenire prima che le istituzioni intervengano davvero?
Tagli e repressione: gli Stati Uniti di Trump
Da un’altra parte del mondo troviamo un altro scontro. Trump vs Campus. Forse alcuni di voi hanno sentito parlare di Mahmoud Khalil, studente siriano di origine palestinese, con una famiglia, una green card e una laurea alla Columbia. La sua detenzione e la minaccia di espulsione hanno sollevato proteste accese a New York. Khalil paga per essere stato un leader delle dimostrazioni a favore della Palestina. E la Columbia rischia pure la perdita di 400 milioni di dollari di fondi federali. Pare che tutti i campus americani siano entrati nel mirino, costretti a tagliare corsi e ricerche su temi sgraditi a Trump: inclusione, riscaldamento globale, ogni cosa giudicata troppo “ribelle”. Sembra un attacco alla libertà di pensiero. A noi pare gravissimo.
Un rifugio per animali (e per noi)
Spostiamoci in Lazio, provincia di Viterbo. Due sorelle gemelle, una avvocata e una medica, hanno deciso di prendersi cura di cani, gatti, pecore non riproduttive e perfino cinghialetti. Hanno creato un rifugio per animali abbandonati, malati o capitati in eredità a chi non li voleva. Sembrava un sogno ingenuo. Invece, con un po’ di donazioni e tanta testardaggine, ci sono riuscite. Noi ammiriamo la loro scelta. Sì, perché ci dimostrano che esiste un modo diverso di vivere e trovare serenità, riscoprendo un contatto autentico con la natura.
I problemi del lago Trasimeno
Nel frattempo, in Umbria, il lago Trasimeno segna un metro e 25 centimetri sotto lo zero idrometrico. Poche piogge e cambiamenti climatici preoccupanti. Il turismo e la pesca ne risentono. Si parla di convogliare l’acqua dal lago Montedoglio, in Toscana, per evitare il peggio. Ma è un progetto da accelerare, prima che arrivi l’estate. Noi, se fossimo in voi, cercheremmo di capire quanto questo specchio d’acqua, il quarto lago d’Italia, rappresenti un patrimonio da non perdere.
Una pausa dai social?
In carne e ossa: secondo alcuni studenti della Civica scuola di cinema di Milano, i “reel” e i video brevissimi su TikTok o simili potrebbero non essere più così irresistibili. C’è voglia di stare insieme, di rallentare. Li vediamo correre e pedalare a mezzanotte per le strade della città, alla ricerca di un contatto vero. Rimane il fatto che, tramite i social, ci si organizza e si condivide ogni novità. È un paradosso che fa sorridere. Ma forse è solo la nostra natura, sempre in bilico tra tecnologia e desiderio di relazione.
Tradizioni giapponesi: spade e cicatrici dorate
Avete mai sentito parlare dei fabbri di katane? In Giappone ne sono rimasti solo 80, custodi di un’arte che esiste da mille anni. Le spade dei samurai non erano concepite come strumenti d’offesa, ma come protezione contro le forze negative. Poi c’è il kintsugi, la riparazione dei vasi rotti con oro fuso. Qualcosa che ci fa riflettere: le ferite si trasformano in elementi preziosi della nostra storia. E noi ci emozioniamo davanti a una cultura che, pur essendo proiettata al futuro, difende le proprie radici.
Come eravamo: Giappone 1963
Concludiamo con un salto indietro. L’archivio di TV7 ci mostra un Giappone del 1963 lanciato verso la modernità: treni rapidi, città in fermento, costruzioni vertiginose. Eppure il confronto con le tradizioni, il ruolo delle geishe e i ritmi antichi era già allora un enigma. Forse è sempre la stessa storia: un popolo in bilico tra evoluzione e rispetto delle proprie origini.
Alla fine di questo viaggio, abbiamo la sensazione di un’umanità che lotta, a volte soffre, e cerca risposte in mille direzioni. Siamo convinti che voi, come noi, abbiate bisogno di queste storie: per trovare il coraggio di resistere o per custodire un ricordo prezioso. Noi, tutti insieme, non dovremmo mai smettere di cercare un equilibrio tra innovazione e radici, tra legalità e libertà. Il resto è un percorso da costruire, un passo alla volta.
Tutto questo e molto altro nel prossimo appuntamento su Rai 1 con TV7, venerdì 21 marzo, a mezzanotte!