In data 2 ottobre l’incremento nazionale dei casi è +0,78% (ieri +0,80%) con 319.908 contagiati totali, 229.970 dimissioni/guarigioni (+1.126) e 35.941 deceduti (+23); 53.977 infezioni in corso (+1.350). Elaborati 120.301 tamponi (ieri 118.236); 2.499 positivi; rapporto positivi/tamponi 2,07% (ieri 2,15%). Ricoverati con sintomi 3.142 (+45); terapie intensive +3 (294).
Nuovi casi soprattutto in: Campania 392; Lombardia 307; Lazio 264; Toscana 223; Piemonte 219; Veneto 191; Emilia Romagna 163; Sicilia 140; Liguria 140; Puglia 72. In Lombardia curva +0,28% (ieri +0,30%) con 19.842 tamponi (ieri 24.691) e 307 positivi; rapporto positivi/tamponi 1,54% (ieri 1,31%); 107.358 contagiati totali; ricoverati +4 (302); terapie intensive +4 (39); 4 decessi (16.964). I numeri di ieri 1 ottobre (2.548 positivi) hanno spaventato molti lettori, che ci hanno chiesto un’interpretazione del dato: come abbiamo ricordato più volte dobbiamo analizzare le tendenza, non i numeri quotidiani, e lo faremo nei prossimi giorni.
Tuttavia, forzando un po’ l’analisi, un valore indicativo lo possiamo tuttavia cercare nel rapporto positivi/tamponi: quando resta basso significa che stiamo testando un gran numero di soggetti sani, quando si alza che siamo in presenza di un contagio più diffuso con casi che emergono facilmente. I dati di ieri, con un rapporto positivi/tamponi del 2,15% a livello nazionale (uno dei più alti negli ultimi mesi) fotografano una situazione molto disomogenea. Troviamo al primo posto la Campania con 4,69 tamponi positivi su 100, seguita da: Sardegna (4,66%); Basilicata (3,51%); Liguria (3,08%); Puglia (2,74%); Provincia Autonoma di Trento (2,54%);Veneto (2,43%, che tuttavia ha eseguito molti tamponi, 18.274); Umbria (2,38%); Sicilia (2,35%); Lazio (2,33%). Emilia Romagna e Piemonte (2,16%) sono in linea con il dato nazionale. Al di sotto troviamo Valle d’Aosta (0,39%); Molise (0,40%); Calabria (0,86%); Lombardia e Marche (1,31%); Friuli (1,32%); Abruzzo (1,50%); Provincia autonoma di Bolzano (1,67%) e Toscana (1,74%). Siamo molto lontani dal totale di tamponi che sarebbe necessario eseguire a livello nazionale: più volte è stata indicata la soglia dei 250.000 al giorno, che per ora resta un miraggio.
Possiamo dire che la circolazione del virus dovrebbe essere tracciata con maggiore efficacia nelle aree geografiche che, al di là del singolo dato di ieri, tendono a superare con frequenza la soglia del 2%: incrementare rapidamente il numero dei tamponi abbatte il rischio di lasciare in circolazione un numero elevato di soggetti positivi (in gran parte asintomatici) che si rifletterebbero in nuove positività a distanza di qualche giorno. Una valutazione più completa richiederebbe di incrociare questi valori con l’incidenza dei casi per 100.000 abitanti: cosa che faremo sicuramente nei prossimi giorni.