Politica
Elezioni europee, fonti Viminale: il voto per...
Elezioni europee, fonti Viminale: il voto per ‘Giorgia’ è valido
La premier Meloni, annunciando la candidatura, ha invitato a scrivere il suo nome di battesimo sulla scheda
Il voto per Giorgia Meloni alle elezioni europee sarà valido se si scrive 'Giorgia' sulla scheda elettorale. L'espressione di voto con il solo nome "Giorgia", resa nota agli elettori in precedenza, deve ritenersi valida alla luce delle istruzioni del Viminale per le elezioni del 2019, che verranno riconfermate anche per la prossima tornata elettorale, fanno sapere fonti del Viminale.
In particolare, nelle istruzioni di voto inviate ai presidenti di seggio in occasione delle elezioni tra i casi di voto valido c'è anche "la preferenza espressa per il candidato utilizzando espressioni identificative quali diminutivi o soprannomi, comunicati in precedenza agli elettori, in quanto modalità di espressione della preferenza che può essere usata da qualunque elettore. Il voto è valido naturalmente sempre che si possa desumere la volontà effettiva dell'elettore".
"Chiedo agli italiani di scrivere sulla scheda il mio nome, ma il mio nome di battesimo, scrivete sulla scheda Giorgia, perché io sono e sarò sempre una di voi" ha detto ieri la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d'Italia dal palco della kermesseo di Pescara, dove ha annunciato la sua candidatura alle Europee come capolista in tutte le circoscrizioni.
Il ministro per le Politiche agricole Francesco Lollobrigida, ha spiegato che, sulla scheda per le Europee, "ci sarà scritto 'Giorgia Meloni detta Giorgia'", chiarendo quindi che le schede che riporteranno solo il nome di battesimo della premier saranno perfettamente valide.
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Europee, duelli tv legittimi solo se accettati da...
L'Autorità interviene "sulla questione dell’organizzazione dei confronti televisivi in trasmissioni di informazione giornalistica tra esponenti politici in vista delle elezioni, a seguito di specifiche richieste dell’emittente Rai"
I duelli tv tra leader politici in vista delle elezioni europee sono legittimi? Sì, ma solo se accettati dalla maggioranza delle liste. Il Consiglio dell'Agcom, nella riunione di oggi 15 maggio 2024, ha esaminato e si è pronunciato, con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi, "sulla questione dell’organizzazione dei confronti televisivi in trasmissioni di informazione giornalistica tra esponenti politici in vista delle elezioni, a seguito di specifiche richieste dell’emittente Rai, della comunicazione della Presidente sen. Barbara Floridia, della segnalazione del dott. Michele Santoro nonché tenendo conto dell’annunciata volontà di alcune emittenti in relazione allo stesso oggetto", si legge in una nota.
La disciplina sulla par condicio, come risulta dal combinato delle disposizioni della delibera n. 90/24/CONS e di quelle del provvedimento del 9 aprile 2024 della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, prevede che qualora la Rai o le emittenti nazionali private intendano trasmettere trasmissioni dedicate al confronto “devono assicurare una effettiva parità di trattamento tra tutti i predetti esponenti […] oltre che nell’ambito della medesima trasmissione, anche nell’ambito di un ciclo di più trasmissioni dello stesso programma, organizzate secondo le stesse modalità e con le stesse opportunità di ascolto”. Occorre quindi valutare la sussistenza del rispetto del principio di parità di trattamento, come delineato nell’articolo citato, in funzione delle modalità di esecuzione e collocazione delle trasmissioni.
Nel caso specifico, la parità di trattamento può essere garantita dall’offerta a tutti i soggetti politici della medesima opportunità di confronto. Il Consiglio dell’Autorità, ritiene inoltre che le trasmissioni dedicate al confronto, come definite dall’articolo 7, comma 11, del regolamento dell’Autorità e dall’articolo 4, comma 7-ter, del provvedimento della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, possano considerarsi legittime ove il relativo format sia accettato da una larga maggioranza delle liste in competizione elettorale e comunque dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento. Eventuali spazi compensativi per coloro che dovessero rinunciare al format dei confronti dovranno essere organizzati nel rispetto dei principi previsti dalla citata normativa e in particolare del principio delle stesse opportunità di ascolto.
Le reazioni
"Confronto in tv con la Meloni? Noi preferiamo confrontarci con l'Europa per la quale stiamo facendo una bella campagna elettorale", questa la battuta che la segretaria del Pd Elly Schlein ha riservato a chi le chiedeva delle polemiche sul suo confronto in tv con Giorgia Meloni.
"L’arroganza non paga, Agcom blocca il confronto che Pd e Fdi si erano organizzati da Bruno Vespa. In pratica Giorgia Meloni ed Elly Schlein si sarebbero incontrate per spiegare ai telespettatori quello che non avrebbero fatto al Parlamento Europeo. Visto che entrambe, se elette, si dimetteranno. Un classico caso di pubblicità ingannevole". Così Davide Faraone, capogruppo Iv alla Camera, su twitter.
"Non si può fare. Le elezioni sono proporzionali, non ci sono neanche le coalizioni. Non c'è la leader del centrosinistra e la leader del centrodestra". Così Carlo Calenda a 'Prima di domani' su Rete 4.
Politica
Vannacci: “Mai chiesto scusa a Egonu”
"Non ce ne sono i motivi, ribadisco che i suoi tratti non appartengono alla maggioranza degli italiani" dice il generale all'Adnkronos
Torna sul caso della lettera di precisazioni sul caso Egonu il generale Roberto Vannacci, candidato da indipendente con la Lega per le prossime europee. "Mai chiesto scusa" all'atleta "non ce ne sono i motivi", sottolinea oggi con l'AdnKronos, con riferimento a quanto scritto nella missiva, resa nota lunedì scorso, indirizzata alla campionessa di volley Paola Egonu che mesi fa lo aveva denunciato per diffamazione.
Si è trattato "solo di chiarimenti già esternati in decine di interviste", sottolinea l'autore del 'mondo al contrario'. "Ho tra l'altro ribadito che le caratteristiche somatiche della signora Egonu non rappresentano la stragrande maggioranza degli italiani", conclude l'ex parà della Folgore.