Economia
Pluxee Italia, opportunità aziendali tra digitalizzazione e...
Pluxee Italia, opportunità aziendali tra digitalizzazione e sostegno al potere di acquisto
Se ne parla all’interno del Welfare Day 2024, che si tiene oggi, 25 gennaio, a Roma, presso 'Community House'
Quanto conta, e quanto conterà in futuro, il welfare aziendale? E fino a che punto imprese e lavoratori sono al corrente delle possibilità disponibili oggi attraverso questa pratica? Pluxee Italia (ex Sodexo Brs), azienda leader per i benefit e il coinvolgimento dei dipendenti, cercherà di rispondere a queste e altre domande durante la seconda edizione del Welfare Day 2023, l’evento dedicato allo sviluppo delle soluzioni di welfare per il mondo Corporate grazie a nuovi insight, dati e ricerche.
Come quelli raccolti nella ricerca sul welfare aziendale a misura di pmi, svolta in collaborazione con Fondazione studi consulenti del lavoro, dove emerge che il 63% dei lavoratori e circa il 25% delle aziende ammette di avere scarsa conoscenza degli strumenti di welfare, mentre il 61,1% dei consulenti del lavoro è dell’avviso che nel triennio 2024-2026 si registrerà un aumento della diffusione del welfare aziendale, grazie ai vantaggi fiscali e alle dinamiche inflattive che si ripercuotono sul potere d’acquisto. Gli esperti prevedono in particolare un maggiore ricorso a buoni pasto e buoni spesa, con la digitalizzazione quale potenziale catalizzatore di una loro più ampia diffusione.
Anche una ricerca condotta da Bva Doxa per Pluxee Italia ha analizzato un momento specifico della vita quotidiana particolarmente soggetto ai fenomeni inflattivi degli ultimi anni, rispetto alla quale i benefit si posizionano come un elemento differenziante: la pausa pranzo. La ricerca ha riscontrato in particolare che il prezzo medio della pausa pranzo si aggira oggi intorno agli 11 euro, cifra che secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha subito un aumento dell’8% dal periodo prepandemico.
"Ora, sappiamo che usufruendo dei vantaggi dell’attuale normativa le aziende possono innalzare il valore facciale dei Buoni Pasto, in formato digitale, fino a 8 euro. Un innalzamento deducibile al 100% ed esentasse, che consentirebbe di ridurre la disparità attuale tra il valore facciale medio dei buoni pasto erogati - che secondo dati interni di Pluxee Italia si aggira attorno ai 6 euro - e il reale costo della pausa pranzo fuori ufficio", spiega la nota.
"E' insomma evidente - prosegue - che il futuro del welfare aziendale dipenderà dalla capacità delle aziende di assimilare tali novità da un punto di vista organizzativo, oltre che dalla loro attitudine a coinvolgere i lavoratori nella messa a terra delle 'welfare strategy' e ascoltare i bisogni delle persone, specialmente nei momenti di caduta del potere d’acquisto dei salari. L’introduzione degli strumenti di welfare dev’essere più che un semplice adempimento normativo, rientrando piuttosto in una più ampia strategia di responsabilità sociale e sostenibilità del lavoro".
All’interno del Welfare Day 2024, che si tiene oggi, 25 gennaio, a Roma, presso 'Community House', questi argomenti vengono discussi con Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo rispettivamente cgo e ceo di Pluxee Italia, con il contributo di direttori delle Risorse Umane di importanti aziende del paese, tra cui Zurich, Findus, Air Liquide, Verisure, Tim e Deloitte. Un’occasione, anche per chi è in ascolto, per fare il punto sugli scenari attuali e futuri circa uno strumento fondamentale della strategia di un’azienda.
Economia
Ita-Lufthansa, rinvio in vista: l’Ue attende nuove...
Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza
Sulla questione Ita Airways e Lufthansa la Commissione europea attende nuove proposte sul taglio delle rotte con un probabile rinvio della decisione a metà giugno. Per l'acquisto del 41% di Ita il gruppo tedesco vuole investire 325 milioni ma Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza.
Economia
Webuild, bilancio e nuovo Cda lanciano titolo in Borsa...
Giornata particolarmente brillante in Borsa per Webuild che, dopo l'approvazione del bilancio 2023 e la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione, che ha riconfermato Pietro Salini come amministratore delegato, chiude la seduta odierna di scambi in deciso rialzo: il titolo balza a quota +5,17% attestandosi a 2,27 euro per azione.
L'assemblea degli azionisti della società, riunitasi questa mattina, ha approvato anche la distribuzione di un dividendo per un importo pari a 0,071 euro per ciascuna azione ordinaria ed 0,824 euro per ciascuna azione di risparmio esistente ed avente diritto al dividendo alla data di stacco della cedola.
Quanto al nuovo cda, composto da 15 membri, vede Gian Luca Gregori con funzioni di presidente, oltre a Davide Croff, Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, Paola Fandella, Francesca Fonzi, Flavia Mazzarella, Itzik Michael Meghnagi, Francesco Renato Mele, Teresa Naddeo, Alessandro Salini, Pietro Salini, Serena Torielli, Michele Valensise, Laura Zanetti e Francesco Chiappetta.
Economia
Università, Free Academy: “Atenei tradizionali e...
Benché l’Italia abbia un bassissimo numero di laureati (in Europa unicamente la Romania ha risultati peggiori), all’interno del bilancio pubblico il comparto universitario pesa in maniera significativa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anvur, il Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) delle università ammonta a 9,205 miliardi di euro, che vanno a coprire più dei 2/3 delle necessità delle università statali. Di questa somma, soltanto lo 0,73% (68 milioni di euro) è destinato alle università non statali, sia tradizionali sia telematiche.
A giudizio di Aurelio Mustacciuoli, responsabile Studi e Ricerche di Free Academy, “limitandoci a considerare l’Ffo lo studente di un’università statale ogni anno costa al contribuente ben 5.701 euro, mentre di media uno studente delle università private costa 195 euro. Se poi si considerano le università telematiche (lasciando quindi da parte gli atenei privati tradizionali: la Bocconi di Milano, la Luiss di Roma ecc.) le risorse che lo Stato destina alle università online ammontano a soli 2,8 milioni”. Questo significa che uno studente universitario telematico grava sullo Stato per la risibile cifra di 12,5 euro: lo 0,21% di quanto costa in media uno studente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, della Sapienza di Roma o della Federico II di Napoli.
Non basta. La maggior parte delle università telematiche sono fondazioni, ma alcune di loro – quelle più 'sotto attacco' da parte dei difensori dello status quo – sono società di capitali e quindi ogni anno versano somme considerevoli all’erario. Sempre ad avviso di Mustacciuoli, “considerando unicamente il gruppo universitario Multiversity (che è controllato dal fondo Cvc Capital Partners e che include Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma) nel 2022 per le sole imposte dirette è stato registrato un esborso di 43 milioni di euro: il che significa che soltanto questi tre atenei online danno allo Stato ben 15 volte quanto tutte le università telematiche nel loro insieme ottengono in forma di Ffo”. Quindi vi sono ben 5050 studenti italiani delle università pubbliche che possono studiare grazie alle entrate fiscali garantite dal gruppo Multiversity.
Da questo punto di vista, una crescita degli atenei privati telematici – la cui retta è mediamente assai inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali – condurrebbe non soltanto a un minor costo complessivo per ogni studente, ma aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.
In conclusione, secondo Mustacciuoli, “alla luce dei dati sopra riportati è chiaro che lo studente tradizionale costa allo Stato ben 5.701 euro soltanto per l’Ffo, mentre ognuno degli oltre 144 mila studenti di Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma (a.a. 2022-23) porta alle casse statali 331 euro. Si tratta di cifre che devono far riflettere”.