Esteri
Ucraina-Russia, Zelensky a Washington: pressing sul...
Ucraina-Russia, Zelensky a Washington: pressing sul Congresso per i fondi a Kiev
Negli Usa anche Orban per parlare con i repubblicani contro gli aiuti Usa
Volodymyr Zelensky è arrivato a Washington, invitato da Joe Biden nel mezzo del braccio di ferro tra Casa Bianca e Congresso per l'approvazione dei nuovi fondi dell'Ucraina, che l'amministrazione ritiene essenziale avvenga prima della fine dell'anno quando saranno completamente finiti i soldi a disposizioni per appoggiare la difesa di Kiev.
Oltre al colloquio alla Casa Bianca, il presidente ucraino avrà gli incontri, forse ancora più importanti, con il leader di maggioranza del Senato, il democratico Schumer, e il leader di minoranza Mitch McConnell, e sarà invitato a parlare ai senatori. La scorsa settimana i repubblicani del Senato hanno bloccato il pacchetto per i nuovi 61 miliardi di dollari per l'Ucraina - inseriti in una richiesta totale di oltre 100 miliardi, in cui vi sono anche oltre 10 miliardi per Israele e altri fondi per il confine - chiedendo che la misura contenga anche dei cambiamenti su immigrazione e asilo.
Per quanto riguarda la Camera, dove l'opposizione repubblicana ai nuovi fondi per Kiev è ancora più forte che al Senato, lo Speaker Mike Johnson incontrerà Zelensky, come ha confermato il portavoce Raj Shah su X, senza nessun invito, a quanto pare, a parlare con tutti i deputati. Come era successo per la precedente visita lo scorso settembre dopo la partecipazione all'Assemblea Generale dell'Onu, il Congresso non sembra quindi intenzionato a riservare al presidente ucraino l'accoglienza e gli onori concessi in precedenza, con il discorso pronunciato a Camere riunite lo scorso dicembre, con un vasto e bipartisan sostegno alla causa della difesa della libertà ucraina.
A differenza dello scorso anno, l'amministrazione Biden deve fare i conti con equilibri diversi al Congresso - con i repubblicani che controllano una Camera in cui la componente di estrema destra trumpiana ha dimostrato di avere sempre più potere - e con un crescente scetticismo riguardo alla quantità e all'utilizzo dei miliardi di dollari per aiuti militari ed economici approvati in favore dell'Ucraina dall'inizio dell'invasione russa nel febbraio 2022.
A rendere ancora più complicato il quadro il fatto che la situazione militare sul campo appare ormai in un totale stallo, con l'attesa controffensiva ucraina, per la quale gli Usa e gli alleati europei hanno invitato sofisticato materiale bellico per miliardi di dollari, che non ha prodotto i risultati che gli ucraini e gli Usa speravano.
L'appello di Biden
Nei giorni scorsi, Biden ha rivolto un accorato appello al Congresso, ricordando che un mancato invio di aiuti americani farebbe il gioco di Vladimir Putin che potrebbe anche spingersi a invadere altri Paesi europei. "Non si può aspettare, è già sconvolgente che siamo arrivati a questo punto - ha detto riferendosi al ritardo nell'approvazione dei fondi - i repubblicani al Congresso sono disposti a fare a Putin il più grande regalo che possa sperare, abbandonando la nostra leadership globale non solo per l'Ucraina, ma anche oltre".
Il no repubblicano e la campagna elettorale
Parole che mostrano come sia quanto mai concreto il rischio effettivo che l'anno si chiuda quindi senza l'approvazione del pacchetto d'aiuto per Kiev, lasciando Biden, ormai in piena campagna per la rielezione, senza i fondi a disposizione per finanziarie una delle componenti principali della sua politica estera, il sostegno all'Ucraina.
Non è mistero infatti che Donald Trump in questi due anni è stato ampiamente critico della linea seguita da Biden, non mancando di ribadire il suo rapporto privilegiato con Putin, il fatto che con lui alla Casa Bianca la Russia non avrebbe mai invaso e che lui sarebbe in grado di chiudere il conflitto in pochi giorni. E non è un caso che a Washington sia arrivato anche Viktor Orban, il premier ungherese di estrema destra grande alleato di Trump.
Per il leader europeo più vicino a Putin, una serie di incontri con esponenti repubblicani nell'ambito di una conferenza di due giorni, organizzata dal think tank conservatore Heritage Foundation, che affronterà, in modo critico, la questione degli aiuti militari Usa all'Ucraina. "Orban confida nel fatto che gli aiuti non passeranno al Congresso ed è per questo che sta cercando di bloccare l'assistenza anche dalla Ue", spiega al Guardian una fonte diplomatica ungherese.
Il Pentagono
Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha riaffermato l'impegno degli Stati Uniti a sostenere l'Ucraina contro l'invasione russa. E lo ha fatto durante la visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington. "Siamo determinati a mostrare al mondo che l'America non si tirerà indietro nella difesa della libertà", ha detto Austin durante un discorso in un'università militare. Mentre il Congresso degli Stati Uniti discute sulla concessione di ulteriori aiuti militari, Austin ha avvertito: "Gli impegni dell'America devono essere onorati, la sicurezza dell'America deve essere difesa e la parola data dell'America deve essere mantenuta".
Zelensky ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin non sta solo combattendo contro l’Ucraina ma sta prendendo di mira un’Europa libera e unita. Non sta solo distruggendo la vita delle persone nelle città ucraine: il suo vero obiettivo è la democrazia e la libertà, ha detto. "Sta diffondendo questa ideologia, cercando alleati anche qui in America. La sua arma contro di voi in questo momento è la propaganda e la disinformazione", ha detto Zelensky sottolineando che l'Ucraina non rinuncerà a difendersi: "Sappiamo cosa fare. E tu puoi contare sull'Ucraina e speriamo altrettanto di poter contare su di te".
"Quando il mondo libero esita, è allora che le dittature festeggiano", ha avvertito Zelensky. Martedì il presidente dell'Ucraina sarà ricevuto alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dovrebbe incontrare anche i membri del Congresso, tra cui il presidente della Camera, il Repubblicano Mike Johnson. È la terza visita di Zelensky a Washington dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina.
Esteri
Re Carlo torna agli impegni pubblici. I medici: “Fa...
Martedì prossimo visiterà un centro di oncologia con Camilla
Re Carlo torna a svolgere i suoi impegni pubblici dalla prossima settimana. Il team medico del sovrano britannico è, infatti, "molto incoraggiato" dai progressi registrati nel trattamento cui si sottopone dall'inizio di febbraio e che proseguirà. Ad annunciarlo è stato un portavoce di Buckingham Palace: "Il team medico di Sua Maestà è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".
"Il programma di cure di Sua Maestà continuerà, ma i medici sono sufficientemente soddisfatti dei progressi compiuti finora", tali per cui "il Re è ora in grado di riprendere una serie di compiti a contatto con il pubblico". Assieme alla dichiarazione è arrivata anche una nuova fotografia del Re e della Regina, scattata a Buckingham Palace il 10 aprile, il giorno dopo il loro 19mo anniversario di matrimonio.
Il ritorno agli impegni di Carlo avverrà con la visita della coppia reale a un centro di oncologia martedì. "Questa visita sarà la prima di una serie di impegni esterni che Sua Maestà intraprenderà nelle prossime settimane", ha aggiunto Buckingham Palace. "Inoltre, il Re e la Regina ospiteranno le Loro Maestà l'Imperatore e l'Imperatrice del Giappone per una visita di Stato a giugno". Il Re e la Regina celebreranno il primo anniversario della loro incoronazione il 6 maggio.
Esteri
Ucraina-Russia, Blinken: “Cina aiuta Mosca in...
Il segretario di Stato americano: "Pechino agisca o lo faranno gli Usa"
La Cina aiuta la Russia nella guerra contro l'Ucraina. E gli Stati Uniti, se Pechino non cambierà rotta, sono pronti ad agire. E' il messaggio che il segretario di Stato americano, Antony Blinken, recapita nella sua visita in Cina. "La Russia avrebbe problemi a sostenere il suo assalto all'Ucraina senza il sostegno della Cina", dice Blinken in conferenza stampa, dopo i colloqui con il leader cinese Xi Jinping e il capo della diplomazia, Wang Yi.
La Cina potrebbe avere "relazioni migliori" con gli Stati Uniti o l'Unione Europea se Pechino o "alcune delle sue aziende" smettere di fornire "componenti critiche" grazie alle quali la Russia può produrre più munizioni, ribadisce poi in un'intervista alla Bbc al termine della sua visita in Cina, spiegando che tra queste componenti ci sono "macchine utensili, microelettronica e ottica", in sostanza tecnologia che può avere un uso civile e militare.
"Questo sta aiutando la Russia a perpetuare la sua aggressione contro l'Ucraina, ma sta anche creando una crescente minaccia all'Europa a causa dell'aggressione russa", accusa il capo della diplomazia di Washington, secondo cui, così facendo, Pechino sta "contribuendo ad alimentare la più grande minaccia alla sicurezza (dell'Europa) dalla fine della Guerra Fredda". "Abbiamo già intrapreso azioni contro le entità cinesi che sono coinvolte in questo - ricorda Blinken - E quello che dico chiaramente oggi è che se la Cina non agirà, lo faremo noi".
Blinken si sofferma anche sui rapporti tra Cina e Teheran. Il segretario di Stato sollecita Pechino a sfruttare la sua influenza "per dissuadere l'Iran e i suoi proxy dall'allargamento del conflitto in Medio Oriente", mentre nel mosaico internazionale rischia di rafforzarsi l'asse Mosca-Teheran.
La Russia infatti è pronta ad espandere la cooperazione militare e tecnica con l'Iran, come assicura il ministro della Difesa di Mosca, Sergei Shoigu, nell'incontro avuto con l'omologo di Teheran, Gharaei Ashtiani, ad Astana, a margine di una riunione dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, che riunisce Russia, India, Cina, Iran, Pakistan, Kazakistan, Uzbekistan, Kyrgyzstan e Tagikistan. La Tass cita il ministro iraniano, secondo il quale i rapporti tra Mosca e Teheran "si stanno approfondendo ed espandendo, arrivando a un nuovo livello".
Da Ashtani, quindi, ringraziamenti a Shoigu per il sostegno ricevuto dopo l'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco lo scorso primo aprile. "Vorrei approfittare di questa opportunità per ringraziarvi per il vostro atteggiamento equo e onesto nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran, per il vostro sostegno al momento dell'attacco al nostro consolato a Damasco e per la vostra risposta equilibrata alla nostra ritorsione proporzionata", dice.
Esteri
Biden e la confessione choc: “Ho pensato al...
Il presidente americano: "E' stato quando morì la mia prima moglie"
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante un'intervista radiofonica a Howard Stern, ha ammesso di aver pensato al suicidio dopo la morte della sua prima moglie Neilia e della figlia Naomi di 13 mesi in un incidente stradale nel 1972.
"Mi sedevo lì e pensavo solo che avrei tirato fuori una bottiglia di scotch. La berrò e mi ubriacherò", ha dichiarato il presidente, che ha poi confessato: "Non devi essere pazzo per suicidarti. In un breve momento, ho pensato di andare al (ponte, ndr.) Delaware Memorial e saltare, ma avevo due figli".
"Pronto a un dibattito con Trump"
"Non so quando e non so dove, ma sono felice di fare un dibattito con lui" ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso di un'intervista a Howard Stern che gli ha chiesto se fosse disponibile per un dibattito con il suo sfidante repubblicano, Donald Trump.