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Alessia Pifferi in aula: “Non ho ucciso mia figlia...

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Alessia Pifferi in aula: “Non ho ucciso mia figlia Diana, non sono un mostro”

La madre in aula: "Non ho ucciso mia figlia Diana, non sono un mostro". Nuova documentazione medica su Pifferi entra nel processo: "Turbe psichiche e gravi ritardi cognitivi" già da bambina

Alessia Pifferi - (Fotogramma)

Condannare Alessia Pifferi all’ergastolo. È la richiesta pronunciata in aula dal pm di Milano Francesco De Tommasi che ha chiesto il massimo della pena per la madre accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di soli 18 mesi. Dopo cinque ore di requisitoria il rappresentante della pubblica accusa tira le file e sottolinea “l’intenzione” dell’imputata che “lascia solo la figlia per sei lunghissimi giorni” e, se hai 18 mesi, “l’unica persona su cui puoi contare è tua madre”. Per il pm Alessia Pifferi “non ha mai mostrato segni di pentimenti, non si è mai assunta la sua responsabilità per quello che ha fatto, ha assunto un atteggiamento finalizzato esclusivamente a scrollarsi di dosso la sua responsabilità lei che non consentito alla figlia di farsi la sua vita”. L’imputata deve rispondere di omicidio volontario con dolo diretto ed “era probabile, certo, lo scopo finale”.

La "tragica morte della piccola Diana", accusa il pm, inizia il 14 luglio del 2022 e si conclude il 20 luglio. "Stiamo parlando di sei giorni in cui la figlia dell’imputata, di appena un anno e mezzo, resta sola in casa senza nessuno, senza nessun tipo di assistenza e cura, senza un’alimentazione adeguata, senza cibo, acqua o latte che possa assicurarle la sopravvivenza". In una culletta "si conclude la parabola triste, sfortunata, di questa bambina" che ha "patito sofferenze atroci, terribili, che si è spenta lentamente all’esito di un processo di progressivo indebolimento delle funzioni vitali fino a perdere la vita". Diana era sola in casa "perché la madre invece di adempiere ai propri dovere, stare accanto alla figlia, l’ha lasciata sola ed è corsa dal suo compagno" ha aggiunto il pm.

Un delitto aggravato dal rapporto di filiazione con Diana e dei futili motivi. "Ha lasciato sua figlia per andare a trascorrere due giorni dal compagno, per divertirsi, per distrarsi, per avere i suoi spazi. Se vuoi i tuoi spazi o non fai figli o se non puoi prendertene cura puoi chiedere aiuto agli altri, a partire da tua sorella" spiega il pm che ricorda la "progressione criminosa" (non era la prima volta che l'imputata lasciava sola la bambina) fino alla morte.

"Non ha il coraggio di ucciderla perché non è affetta da nessuna patologia, è vigliacca, lascia al destino di sbarazzarsi della figlia. Le prime volte non ci riesce, l’ultima volta ci riesce perché non la lascia tre o quattro giorni, ma sei giorni, e ce la fa" aggiunge De Tommasi. "Ha recitato una parte in questo processo e lo ha fatto con arroganza, con egocentrismo: pensa solo a se stessa. Oggi nelle dichiarazioni spontanee anziché rivolgersi ai giudici si è rivolta agli italiani mostrando di essere una diva, un’attrice perché da bambina di sentiva isolata e oggi anche a scapito della figlia ci è riuscita" a farsi conoscere, è il giudizio amaro. Alessia Pifferi "è la responsabile dell'uccisione volontaria di Diana".

La prossima udienza è in calendario è il 13 maggio quando a prendere la parola sarà l'avvocato di parte civile e la difesa dell'imputata, prima della possibile sentenza.

La madre: "Non ho ucciso mia figlia Diana, non sono un mostro"

"Voglio dire davanti a tutta Italia che non ho mai voluto far del male a mia figlia, non l'ho uccisa, non mi è mai passato per la mente di uccidere mia figlia, non è stata una cosa premeditata". Sono le parole pronunciate da Alessia Pifferi, accusata dell'omicidio della figlia Diana di 18 mesi, nell'aula del processo in corso a Milano.

"Non sono un assassino o un mostro, ma sono solo una mamma che ha perso la sua bambina, mai ho pensato che potesse accadere una roba del genere alla mia bambina", ha continuato.

"Non c’è minuto o giorno in cui non penso a mia figlia Diana, non ho mai negato a mia sorella di vederla. Diana è venuta al mondo all’improvviso, non sapevo di essere incinta, l’ho accettata è stata il regalo più bello che la vita potesse regalarmi", ha detto ancora Pifferi aggiungendo: "I miei familiari sapevano delle problematiche che avevo ma non mi hanno mai detto nulla, se crescendo me ne avessero parlato non so che metodo di cura avrei potuto fare ma mi sarei curata e penso che oggi sarei ancora con Diana e non ci troveremmo in questa situazione drammatica".

"Sto già pagando il mio ergastolo avendo perso la mia bambina", ha quindi affermato la donna ricordando che "in carcere sono stata picchiata dalle detenute a San Vittore, mi urlano 'mostro' o 'assassina devi morire', ma non ho mai pensato o premeditato che potesse accadere una cosa così terribile a mia figlia, non ho mai voluta ammazzarla, non mi è mai passato dalla testa di ammazzare mia figlia".

Poco prima i giudici di Milano avevano detto no all'integrazione della perizia psichiatrica per Pifferi. "Non appare assolutamente necessario l’integrazione della perizia richiesta dalla difesa, alla luce delle approfondite valutazioni psichiatriche del perito e dei consulenti delle parti" e per questo "rigetta la richiesta della difesa",

Alessia Pifferi aveva "turbe psichiche e gravi ritardi cognitivi" già da bambina

I giudici della corte d'assise di Milano hanno acquisito, su richiesta della difesa, nuova documentazioni medica in cui si dimostra che Alessia Pifferi , aveva - durante l'epoca scolastica - "turbe psichiche e gravi ritardi cognitivi" tanto che la giovane aveva un insegnante di sostegno. Cartella clinica e documenti originali alla cui acquisizione non si sono opposte né la procura, che ha presentato una propria memoria, né la parte civile, ma che per il pm Francesco De Tommasi raccontano "di una donna che non esiste più" e di una imputata priva di patologie che impediscono di riconoscere la sua responsabilità nella morte della figlia.

Per questo motivo la difesa aveva chiesto di consentire un'integrazione della perizia dello psichiatra Elvezio Pirfo, scelto dai giudici di Milano per sciogliere il nodo sulla capacità di intendere e volere di Alessia Pifferi.

Per la pubblica accusa "dobbiamo valutare Alessia Pifferi per come era in quella maledetta settimana, dal 14 al 20 luglio del 2022" e la nuova documentazione clinica "ci parla di una persona di 30 anni fa che non esiste più. Forse non avrà il massimo del quoziente intellettivo, ma sa far funzionare la testa. Ritengo giusto acquisire questa documentazione, ma oggi dovrà essere giudicata per un fatto gravissimo e investire nuovamente lo psichiatra Pirfo - su due persone completamente diverse - comporterebbe un allungamento dei tempi del dibattimento che ha offerto tutti gli elementi necessari per decidere. Ora tocca a voi prendere la decisione finale". Per Pirfo l'imputata è capace di intendere e volere.

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Sport

Frosinone-Salernitana 3-0, ciociari vincono dopo 3 mesi e...

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Il Frosinone lascia la zona retrocessione

Soulè

Il Frosinone batte la Salernitana 3-0 nel match in calendario oggi per la 34esima giornata della Serie A. I ciociari tornano alla vittoria che mancava dal 21 gennaio, salgono a 31 punti e lasciano almeno per qualche ora la zona retrocessione, salendo a +3 rispetto all'Udinese, terz'ultima da sola. La Salernitana, è aritmeticamente retrocessa in Serie B, ultima con 15 punti. Il successo del Frosinone allenato da Di Francesco è firmato dai gol di Soulè, a segno su rigore al 10', di Brescianini al 25' al termine di un contropiede micidiale e da Zortea all'85' dopo l'ennesima ripartenza.

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Cronaca

SuperEnalotto, estrazione oggi 26 aprile: i numeri vincenti

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Nessun 6 né 5+1

Schedine del SuperEnalotto (Fotogramma)

Nessun '6' né '5+1' all'estrazione del Superenalotto di oggi. Centrati quattro '5' che vincono 46.784,22 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 95.400.000 milioni di euro.

Con quanti punti si vince

Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:

- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;

- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;

- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;

- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;

- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.

Ho vinto o no?

E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.

Il prezzo di una schedina

La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.

La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.

I numeri vincenti di oggi, 26 aprile 2024

La combinazione vincente del concorso di oggi del SuperEnalotto è 9, 13, 51, 61, 81 e 83. Jolly 24 e SuperStar 59.

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Politica

Scurati, l’attacco con gaffe: scuse al Tg1

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Mollicone (Fdi): "Chieda scusa anche ai milioni di italiani che ha oltraggiato definendoli vecchi e ignoranti"

Antonio Scurati - Fotogramma

Antonio Scurati ancora al centro delle cronache. Dopo il caso del monologo e le accuse di censura avanzate dallo scrittore, oggi a finire nella bufera è stato lui per le accuse - poi rimangiate con tanto di scuse - lanciate contro il Tg1 in un'intervista rilasciata a 'La Repubblica' in cui lo scrittore ha affermato di aver "subito una violenza morale, psicologica. Sono stato additato come malfattore, truffatore, profittatore, quasi abbia estorto un compenso non dovuto. Il Tg1 ha offerto lo spettacolo indegno di una giornalista che ha chiesto la mia incriminazione per vilipendio alle istituzioni".

Mollicone: "Si scusi anche con gli spettatori"

A definire "inaccettabile il passaggio dell’intervista di oggi di Scurati" è il presidente della Commissione Cultura e Editoria della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia Federico Mollicone. "L’accusa di ‘vilipendio alle istituzioni’ citata dallo scrittore - precisa Mollicone in occasione dell’incontro 'Radici dell’Europa' a Pescara per la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia - non risulta essere stata fatta da nessun giornalista della testata, come anche lui ha detto e riconosciuto. Scurati chieda scusa anche ai milioni di italiani che ha oltraggiato definendoli come persone anziane e poco istruite - chiede Mollicone - . Gli intellettuali di sinistra sono sempre più arroccati nella loro torre eburnea per cui sono tutti ignoranti se non seguono i loro diktat. Auspichiamo che anche Repubblica sul giornale di domani chieda scusa alla redazione e a tutto il pubblico del telegiornale. Noi - contro ogni elitarismo - saremo sempre dalla parte del popolo italiano ed europeo”, afferma Mollicone.

Le parole di Scurati sui telespettatori

Il passaggio citato da Mollicone relativo ai telespettatori del Tg1 è contenuto in un'intervista che Scurati ha rilasciato a una testata polacca, 'Wyborcza.pl', in cui lo scrittore afferma: "Faccio l'esempio più recente del Tg1, il telegiornale più visto in Italia, soprattutto da persone anziane, con scarsa istruzione e quindi con scarso senso critico. Pochi giorni fa, il conduttore di questo programma ha chiesto che fossi accusato di oltraggio a un'istituzione statale. Immagina: a milioni di persone che non avevano mai sentito il mio nome prima viene detto che hanno a che fare con un criminale".

L'Ue sul caso Scurati: "Quadro giuridico dei media è solido"

Intanto il caso del monologo ha valicato i confini italiani, tanto da far intervenire l'Ue. Dall'ultimo rapporto sullo Stato di diritto "è emerso che il quadro giuridico che regola il settore dei media in Italia è solido ed efficace, mentre l'ente regolatore dei media è indipendente e dotato di risorse sufficienti", ha affermato il portavoce della Commissione per la Giustizia e lo Stato di diritto, Christian Wigand, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. Che sul caso Scurati ha precisato: "Abbiamo visto i resoconti della stampa, ma non abbiamo informazioni specifiche. E' una questione nazionale".

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