Politica
Gualtieri playlist, tutte le schitarrate del sindaco di Roma
10 anni di performance del sindaco di Roma, dal cavallo di battaglia “Bella Ciao” ai premi dati a Vasco e Baglioni (una scusa per poter duettare con loro). Con gli sfottò di Crozza e Littizzetto
“Suona la nostra canzone, Rob, come a quel tempo…” Non è Casablanca, ma Roma, non è un pianobar ma è il palco del 25 aprile (ma potrebbe essere il box di “Viva Rai2”, gli uffici del Campidoglio, un teatro o una radio locale), e al posto di Sam c’è Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, che ormai ogni settimana si esibisce pubblicamente in una performance alla chitarra. “Sono appassionato di musica brasiliana, ai miei tempi c’era un gemellaggio, la musica di Toquinho, i gol di Falcao…”. È chiaro che preferisce avere al collo la chitarra piuttosto che la fascia tricolore. Ma quali sono le canzoni preferite e in quali occasioni l’ex ministro del Tesoro ed ex europarlamentare, tuttora professore di Storia contemporanea in aspettativa dall’Università La Sapienza, ha trasformato il luogo in cui si trovava in un falò di Ferragosto? Ecco una – parziale – Gualtieri playlist:
'Bella Ciao'
“Bella Ciao” è il suo cavallo di battaglia. Quest’anno ha accompagnato un gruppo di partigiani in occasione della lezione di Alessandro Barbero sul 25 aprile. Gualtieri prima di sedersi in mezzo ai reduci dell’Anpi premette “Mi hanno messo in mezzo”, come a dire che è un momento improvvisato, ma è almeno la decima volta che si cimenta davanti a una folla nella canzone che “la Casa di Carta” ha trasformato in un tormentone globale. Lo ha fatto nel 2018 al web talk degli europarlamentari Pd “Alta fedeltà” e in un evento elettorale, nel 2022 accompagnato dalla voce (o meglio, dall’urlo) dell’assessore Roberto Morassut, nel 2023 durante il Roma Pride e al Teatro Palladium, sempre per la Festa della Liberazione. Persino Crozza nella sua imitazione non può che immortalarlo mentre strimpella “Bella Ciao”.
'Tu come stai' - Claudio Baglioni
Il cantautore romano Claudio Baglioni ha ricevuto il 13 aprile 2024 la Lupa Capitolina, il premio più importante conferito dal Comune di Roma, e non è mancato il momento voce+chitarra: nell’ufficio del sindaco, insieme all’assessore ai Grandi Eventi Alessandro Onorato e alla responsabile relazioni esterne dell’Auditorium Berta Zezza, Baglioni e Gualtieri hanno intonato “Tu come stai”, video poi pubblicato sul profilo Instagram del sindaco. E commentato da Luciana Littizzetto nella puntata domenicale di “Che tempo che fa”: “Guarda la faccia che fa Baglioni: era rigido, avrebbe preso la maglietta fina e se la sarebbe legata sugli occhi, avrebbe voluto cantare “Io me ne andrei”. Gualtieri sembra il Dodi Battaglia dei sindaci italiani. Fa bene a tenersi aperta questa possibilità di lavoro. Suona anche bene eh, ma poi ha un ego importante, oh, suonare Baglioni davanti a Baglioni è come tirare un rigore davanti a Donnarumma o sparare insieme a Pozzolo. Poteva fare ‘Strada facendo’, però con tutte le buche non se l’è sentita”.
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'Albachiara' - Vasco Rossi
Prima di Baglioni è stato il turno di Vasco Rossi: per la Lupa Capitolina del 2022 (sarà forse assegnata in funzione dei possibili duetti con i suoi idoli?) conferita al rocker di Zocca, è partita la schitarrata su “Albachiara”. Sempre con Alessandro Onorato che assiste e non sa se unirsi al coro.
'Apri tutte le porte' - Gianni Morandi
A “Oggi è un altro giorno”, programma condotto fino all’anno scorso da Serena Bortone, Roberto Gualtieri si è esibito nella canzone che Gianni Morandi ha portato al Festival di Sanremo 2022, accompagnato dallo sguardo divertito di Memo Remigi e dalla voce di Jessica Morlacchi (non era ancora avvenuto lo spiacevole episodio che avrebbe portato all’allontanamento del cantante dal programma di Rai1).
'La ragazza di Ipanema' - 'Roma nun fà la stupida stasera'
Nel 2021, a “L’aria che tira” all’epoca condotta da Myrta Merlino, l’allora candidato sindaco con la chitarra ha chiuso la puntata con “Ragazza di Ipanema”, anzi Garota de Ipanema, pronunciato con un ottimo accento brasiliano (Gualtieri ha una passione per il Brasile ed è amico di Lula da Silva, al quale aveva dedicato un messaggio-video in portoghese con l’augurio di vincere le elezioni nel 2022). Per tornare in territorio capitolino, ha raccontato di aver suonato insieme alla vedova di Armando Trovajoli “Roma nun fa’ la stupida stasera”, riproposta nello studio de La7 (e anche in un evento elettorale organizzato da Europa Verde).
'Tanto pe cantà' - 'Imagine'
A “Un giorno da pecora” su Radio1, a dicembre 2023, Gualtieri ha dedicato a Giorgia Meloni “Tanto pe’ canta’”, canzone romanesca di Ettore Petrolini portata al successo nazionale da Nino Manfredi al Sanremo 1970 (con la famigerata strofa “m’arintontoniva de bucie”, forse dedicata alla premier?). A Elly Schlein, invece, “Imagine” di John Lennon.
'Beggin'/Termovalorizzatore' - Maneskin e Fiorello
A “Viva Rai2” ha suonato “Beggin”, cover dei Maneskin del successo di Frankie Valli, che Fiorello trasforma in un’ode al termovalorizzatore in costruzione nella città di Roma. E il presentatore già anticipa la critica del romano medio che vede il programma: “Invece de risolve’ i problemi della città se ne va da Fiorello a canta’, ma limortaccisua!”. Per poi giustificarlo: “Invece secondo me un sindaco ha bisogno dei suoi svaghi, così è più sereno per governare una città come Roma, ci hanno provato 38 sindaci e so’ morti tutti”.
'Estate' - Bruno Martino
Qui si entra nella preistoria (politica): è il 2014 e sul canale Youtube di Youdem, la defunta web tv del partito democratico, un Roberto Gualtieri con qualche capello in più e qualche chilo in meno suona “Estate”, malinconico pezzo di Bruno Martino, in chiave bossanova (riecco la passione brasileira). La stessa canzone sarà suonata in campagna elettorale nel 2021, al Teatro Marconi di Roma.
'Roma Capoccia' - Antonello Venditti
Su Radio Capital, ancora da candidato sindaco nel 2021, è stato invitato a parlare della scena musicale romana. Quale scusa migliore per intonare “Roma Capoccia” di Antonello Venditti?
L'imitazione di Crozza: "Come Tria, più di tria io vivrò"
A “Fratelli di Crozza” sul Nove, quando Gualtieri era ministro del Tesoro, Maurizio Crozza gli dedica un’imitazione e un medley da non perdere.
Politica
Europee, Fratelli d’Italia aspetta Meloni a Pescara:...
Sul territorio c'è chi si porta avanti con 'santini' elettorali che la indicano capolista. Lei da Roma annuncia: "Il Papa sarà al G7"
Se è vero che due indizi fanno una prova, a Pescara la candidatura di Giorgia Meloni appare pressoché una certezza. Per la conferenza programmatica di FdI - che andrà avanti fino a domenica - giungono nella città del Vate ministri e sottosegretari, vertici delle partecipate di Stato e amministratori dai territori di tutta Italia. Ben 2.200 i delegati arrivati e in arrivo da qui alle prossime ore, tanto che le strutture alberghiere di Pescara e dintorni registrano il sold out.
La mega struttura, affacciata sul mare, non senza polemiche -nella centralissima piazza Primo Maggio, 'regia' del fedelissimo Giovanni Donzelli- si presta a un annuncio di quelli importanti: il palco centrale con l'Adriatico alle spalle di chi prende la parola nella Sala Milano, dove domenica - salvo sorprese - la premier annuncerà la sua discesa in campo, alla presenza degli altri leader del centrodestra. Sorridono gli esponenti di FdI ai cronisti che continuano a chiedere delle intenzioni di Meloni, mentre sul territorio c'è chi si porta avanti: a Cesenatico, ma non solo, i primi 'santini' elettorali indicano la presidente del Consiglio - che potrebbe arrivare a Pescara già nella serata di domani - capolista, dandone per scontata la candidatura.
Per ora a Palazzo Chigi continuano a buttare la palla in tribuna: Meloni "si prenderà fino all'ultimo minuto utile per decidere", la versione ufficiale consegnata alla stampa. Mentre si lavora a pancia a terra anche su altro, considerando l'annuncio roboante e a sorpresa, arrivato via videomessaggio: la partecipazione di Papa Francesco al G7, al tavolo dei Grandi del mondo nel summit a Borgo Egnazia dal 13 al 15 giugno, appena una settimana dopo le elezioni europee. "E' la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei 7", rimarca la premier, che con Bergoglio ha saputo costruire un rapporto diretto, al riparo dai riflettori e dalla stampa.
Per il ministro Francesco Lollobrigida "avere una donna, spero, come lei alla guida della nostra lista in tutta Italia permetterà anche di confermare la grande fiducia che gli italiani hanno in lei", mentre per il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan, il nome di Meloni sulla scheda elettorale "indicherebbe senz'altro l’importanza che diamo a queste elezioni".
Intanto dal palco della kermesse il ministro ai Rapporti col Parlamento Luca Ciriani, considerato vicinissimo alla premier, rivendica quella di oggi come "La giornata dell'orgoglio di un partito che è diventato il più grande non per caso: lo ha fatto alla fine di un percorso di coerenza e coraggio. Un partito che ha fatto i conti col suo passato mille volte, una volta per sempre, se lo mettano in testa, noi guardiamo al futuro. E siamo un grande partito perché abbiamo un grande leader che si chiama Giorgia Meloni. E avendo un grande leader, noi il suo nome lo mettiamo nel simbolo. Se altri non hanno questa possibilità è un problema loro, evidentemente".
Domenica, mentre già da giorni in tutta Italia campeggiano i manifesti col nome e il volto della premier, verrà svelato l'arcano - sul rush finale, ad appena tre giorni dalla chiusura delle liste -, in quell'Abruzzo che avrebbe dovuto rappresentare l'Ohio d'Italia e che, invece, rivendica il governatore Marco Marsilio, "ha confermato che sul Paese continua a spirare il vento di centrodestra, senza sorprese". L'asticella, alle europee, resta quella delle politiche: il 26%. Ma la speranza sottesa è che, col nome di Meloni in campo, si possa fare di più: centrare o addirittura sfondare il tetto del 30% delle preferenze.
(dall'inviata a Pescara Ileana Sciarra)
Politica
Scurati, l’attacco con gaffe: scuse al Tg1
Mollicone (Fdi): "Chieda scusa anche ai milioni di italiani che ha oltraggiato definendoli vecchi e ignoranti"
Antonio Scurati ancora al centro delle cronache. Dopo il caso del monologo e le accuse di censura avanzate dallo scrittore, oggi a finire nella bufera è stato lui per le accuse - poi rimangiate con tanto di scuse - lanciate contro il Tg1 in un'intervista rilasciata a 'La Repubblica' in cui lo scrittore ha affermato di aver "subito una violenza morale, psicologica. Sono stato additato come malfattore, truffatore, profittatore, quasi abbia estorto un compenso non dovuto. Il Tg1 ha offerto lo spettacolo indegno di una giornalista che ha chiesto la mia incriminazione per vilipendio alle istituzioni".
Mollicone: "Si scusi anche con gli spettatori"
A definire "inaccettabile il passaggio dell’intervista di oggi di Scurati" è il presidente della Commissione Cultura e Editoria della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia Federico Mollicone. "L’accusa di ‘vilipendio alle istituzioni’ citata dallo scrittore - precisa Mollicone in occasione dell’incontro 'Radici dell’Europa' a Pescara per la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia - non risulta essere stata fatta da nessun giornalista della testata, come anche lui ha detto e riconosciuto. Scurati chieda scusa anche ai milioni di italiani che ha oltraggiato definendoli come persone anziane e poco istruite - chiede Mollicone - . Gli intellettuali di sinistra sono sempre più arroccati nella loro torre eburnea per cui sono tutti ignoranti se non seguono i loro diktat. Auspichiamo che anche Repubblica sul giornale di domani chieda scusa alla redazione e a tutto il pubblico del telegiornale. Noi - contro ogni elitarismo - saremo sempre dalla parte del popolo italiano ed europeo”, afferma Mollicone.
Le parole di Scurati sui telespettatori
Il passaggio citato da Mollicone relativo ai telespettatori del Tg1 è contenuto in un'intervista che Scurati ha rilasciato a una testata polacca, 'Wyborcza.pl', in cui lo scrittore afferma: "Faccio l'esempio più recente del Tg1, il telegiornale più visto in Italia, soprattutto da persone anziane, con scarsa istruzione e quindi con scarso senso critico. Pochi giorni fa, il conduttore di questo programma ha chiesto che fossi accusato di oltraggio a un'istituzione statale. Immagina: a milioni di persone che non avevano mai sentito il mio nome prima viene detto che hanno a che fare con un criminale".
L'Ue sul caso Scurati: "Quadro giuridico dei media è solido"
Intanto il caso del monologo ha valicato i confini italiani, tanto da far intervenire l'Ue. Dall'ultimo rapporto sullo Stato di diritto "è emerso che il quadro giuridico che regola il settore dei media in Italia è solido ed efficace, mentre l'ente regolatore dei media è indipendente e dotato di risorse sufficienti", ha affermato il portavoce della Commissione per la Giustizia e lo Stato di diritto, Christian Wigand, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. Che sul caso Scurati ha precisato: "Abbiamo visto i resoconti della stampa, ma non abbiamo informazioni specifiche. E' una questione nazionale".
Politica
Crosetto: “Difesa comune europea? Avanti con il...
"Diecimila proiettili cadono ogni giorno sull'Ucraina, la guerra si vince con i numeri non con la ragione"
"Avere una difesa unica europea vuol dire avere un unico reclutamento, un'unica formazione, e quanto impieghi? 20-30anni. Noi abbiamo quel tempo? No. Serve pragmatismo", non operare come "se a un malato di cancro al pancreas stanziassimo un mutuo trentennale. Abbiamo bisogno di velocità", dunque, avanti col "modello Nato", che vuol dire che brigate dei diversi Stati membri "le faccio addestrare insieme, e alla fine costruisco una cosa più grande che è la somma di 27 sistemi diversi. Parallelamente, però, tu devi creare un'Europa politica" perché "è tempo di accelerare", eppure "non riusciamo a superare le divisioni. Putin in un'ora ha invaso una nazione, come si può pensare di restare impaludati nelle liturgie europee? Abbiamo bisogno di velocità e pragmatismo, superare le liturgie sarà il tema che l'Europa dovrà porsi" da qui in avanti. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo al dibattito 'Forte, libera e sovrana' moderato dal direttore dell'Adnkronos Davide Desario, tra i panel di discussione della conferenza programmatica di FdI a Pescara.
"Sapete quanti proiettili cadono giornalmente sull'Ucraina? 10mila. LA guerra non è un'equazione sentimentale, non vince chi ha ragione e perde chi ha torto. E' questione di numeri. L'Europa per 70 anni ha appaltato la sua difesa agli Usa, ora abbiamo scoperto che gli usa soli non riescono più a tenere testa a tutti i fronti aperti e ora all'Europa viene chiesto di fare la sua parte. Ma quando tu in 70 anni non hai costruito nulla quanto impieghi a recuperare?", chiede Crosetto.
A Desario, che gli domanda come risponderemmo se quei proiettili cadessero sull'Europa, "ho il dovere di non rispondere, ma anche il dovere di occuparmene dalla mattina alla sera" risponde il responsabile della Difesa incassando un sentito applauso della platea.
"L'Europa che si è dimenticata di togliere le spese per la Difesa dal Patto di stabilità e come l'orchestrina che suona sul Titanic. Serve una rivoluzione non cruenta. La vera rivoluzione è il voto popolare, per dire che così come l'avete disegnata voi l'Europa è più povera, più dipendente dalla Cina, con meno natalità e per noi non va bene. Per questo è importante il passaggio elettorale".
Istituire un commissario della Difesa Ue, come proposto da Ursula Von Der Leyen? "E per fare cosa? Per avere un nuovo ufficio, un nuovo ruolo? il tema non è rispondere con gli slogan, ma mettere insieme i 27 Stati membri se mi serve una risposta, altrimenti il commissario a cosa mi serve?".
"Il 45% del traffico sul Mar Rosso è sparito, come farti male senza tirare una bomba"
"Il 45% del traffico commerciale che transitava attraverso il Mar Rosso è sparito, veniva principalmente in Italia ed esportava prodotti italiani con un'incidenza sui porti italiani del 20-25%. Queste navi che non passano più da Suez arrivano in altri porti europei che si stanno attrezzando a aumentare il lavoro: è una cosa che chiamiamo guerra ibrida, farti male senza tirarti una bomba, uccidendo una parte dell'economia" italiana.
"Chi non rispetterà impegno 2% Pil non siederà più ai tavoli"
"Senza bisogno che arrivi Trump alla presidenza americana, vedrete che, anche se restasse Biden, saranno duri con chi non arriverà al 2% del Pil per la spesa per la difesa, a quel punto" chi non adempierà l'impegno previsto dalla Nato "diventerà una nazione non di serie B ma addirittura che non potrà sedersi ai tavoli internazionali" poiché "nessuno passerà più sopra questa cosa" che "diventerà una parte fondamentale per avere credibilità nel mondo".