Cronaca
Attacco Houthi a nave italiana Duilio in Mar Rosso,...
Attacco Houthi a nave italiana Duilio in Mar Rosso, Crosetto: “E’ terrorismo”
Il ministro: in questa situazione "è tempo di cambiare la nostra idea di difesa, dalle fondamenta"
"Gli attacchi terroristici degli Houthi sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia. Sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni Paesi e agevolarne altri". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto in un'intervista al Corriere della Sera in cui sottolinea come che in questa situazione "è tempo di cambiare la nostra idea di difesa, dalle fondamenta". L’Italia è a capo della missione contro gli Houthi in Mar Rosso. "Non siamo lì per fare azioni di guerra, non possiamo per legge e Costituzione, ma difenderemo le nostre navi. Da cittadino sarei turbato se non ci fosse unanimità su una missione che difende i traffici marittimi nel Mediterraneo, che per noi sono vitali", sottolinea.
"Ci aspettavamo degli attacchi, siamo lì per proteggere le navi mercantili", ma "attaccare deliberatamente una nave italiana è un atto ulteriore che dimostra quanto gli Houthi siano pericolosi" ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al Tg2. "Aspettiamo il passaggio parlamentare. Doveva essere fatto questo giovedì, il Parlamento ci ha chiesto qualche giorno in più, lo faremo martedì" risponde quando gli viene chiesto quando sarà ufficializzato il comando italiano della missione Mar Rosso. Potrebbe esserci un aumento delle forze? "No, quello previsto è quello necessario nel decreto Missione. Ci sarà una nave sempre presente che unita a quelle europee dovrebbero essere sufficienti".
Comandante nave Duilio: "Mercantili rassicurati da nostra presenza"
“In questo momento la situazione è sotto controllo, non abbiamo indicatori che rivelino la presenza di minacce intorno alla nostra nave, né di attacchi imminenti né in corso". Lo ha detto a Sky TG24 il capitano di vascello Andrea Quondamatteo, comandante del cacciatorpediniere della Marina Militare ‘Caio Duilio’. "In questo momento la nave è in pattugliamento nel Mar Rosso meridionale e non sta effettuando attività di protezione ravvicinata a favore di mercantili di interesse nazionale”.
“Stiamo facendo pattugliamento nell’ambito della missione nazionale di vigilanza marittima. E stiamo cercando – ha spiegato - di garantire quella cornice di sicurezza affinché il transito in queste acque pericolose avvenga in sicurezza. Ovviamente i rischi ci sono perché questa è quella che possiamo definire una ‘conflict zone’. Ci sono delle entità inviate dagli Houti che lanciano missili e utilizzano droni, pertanto sono acque pericolose. Lo avvertiamo dal tono con cui ci rispondo alle telefonate i comandanti dei mercantili che avvistiamo in mare, sono molto preoccupati. Grazie alla presenza della nostra bandiera, dell’unità militare trovano coraggio e si sentono rassicurati. Gli indirizzi di saluto che riceviamo al termine di questa attività ci dimostrano pieno apprezzamento per tutti gli italiani perché sentono che c’è un’azione dello Stato con la presenza di una nave militare lontano da casa per proteggere queste linee di traffico e l’incolumità di questi equipaggi”.
Guerra Israele-Hamas
Sulla tensione in Medio Oriente, il ministro Crosetto evidenzia come "dal primo giorno abbiamo avuto sempre una posizione coerente: siamo stati i primi a portare aiuti umanitari e una posizione chiara sul futuro (due popoli e due Stati). Il massacro dei civili deve finire, lo ha detto Meloni a Netanyahu e io al mio omologo Gallant. Hamas va sradicata ma il popolo palestinese va protetto. Purtroppo però - spiega - non siamo solo noi a decidere. Io mi scandalizzo per i morti civili delle bombe israeliane come per quelli causati dalle bombe di Putin. Altri invece fanno finta di non vedere le armi e i bombardamenti dei russi". Meloni ha promesso a Zelensky un aiuto quasi incondizionato. Poteva, doveva? "Il presidente Meloni ha dato seguito ad una decisione presa dal G7 dopo il vertice Nato di Vilnius: mantenere il sostegno all’Ucraina. Un accordo di principio, senza dettagli - prosegue - perché, a differenza di altri Paesi che li hanno già stabiliti, noi dovremo passare attraverso meccanismi di finanziamento, innanzitutto parlamentari".
Guerra Ucraina-Russia
E "aiutare l’Ucraina a difendersi è uno dei modi per evitare l’allargamento della guerra. Se Kiev fosse caduta, la Russia sarebbe arrivata in Europa e ci sarebbe stata una reazione. Come giustamente ieri ha detto il Pentagono. Poi è chiaro che si deve lavorare per un tavolo di pace, ma senza mettere in discussione il principio che, ovunque, i confini sono sacri e il diritto internazionale va difeso. Vanno ripristinati paletti di convivenza civile e democratica". Ma l’Italia è solo un pezzetto di Nato o ha una sua autonomia? "Dovrebbe averla, anche perché in America cresce la voglia, lo dice Trump, di disimpegnarsi dall’aiuto a chi non si è mosso per costruire una difesa nazionale adeguata. Chiariamo: l’Italia (come la maggior parte delle nazioni) non può farcela a difendersi da sola - continua Crosetto - Ci dicono da anni che per godere di una difesa collettiva dovremmo almeno contribuire con il 2% del nostro Pil, ma anche su questo siamo inadempienti. Però purtroppo il mondo è cambiato repentinamente. Abbiamo pensato che l’investimento in Difesa non fosse necessario, che le forze armate servissero solo per salvataggi, una sorta di protezione civile 4.0. Tanto c’era l’America". E quale strada andrebbe imboccata? "Intanto bisogna coordinarsi con gli alleati, partendo dall’Europa: bisogna organizzare forze comuni, addestramento comune, far dialogare sistemi di difesa diversi per integrarli. Purtroppo siamo tra gli ultimi a capire la necessità di avere una Difesa solida".
Cronaca
Premio Sarzanini, tra i premiati Antonietta Ferrante...
Il riconoscimento anche al regista Marco Bellocchio
Un premio alla passione e al rigore. La terza edizione del premio Mario Sarzanini, specialista della cronaca giudiziaria morto tre anni fa, è stato assegnato al regista Marco Bellocchio per il film e la serie tv su Aldo Moro, a Francesca Fagnani (nella foto con il direttore dell'Adnkronos, Davide Desario) per le interviste da belva su Rai2; a Fabio Tonacci del quotidiano La Repubblica per i reportage in Israele.
Tra gli otto vincitori del premio patrocinato dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio la giornalista dell’Adnkronos Antonietta Ferrante per le agenzie di stampa, Giuseppe La Venia del Tg1 per la tv, Fabiana Cofini (RaiNews.it) per il web, Sara Graziani della Casa internazionale delle donne per la categoria degli uffici stampa e Simone Spetia (Radio24) per la radio.
Cronaca
Mafia, Rando (Pd): “Orgogliosa di Roma Tre che...
‘Importante far capire senso responsabilità’
“Credo che sia una cosa lodevole quando un’università attenziona il fenomeno della mafia e ne dà conoscenza. Dedicare alle vittime delle mafie le aule dell’ateneo, significa dare nome e cognome a delle storie per la cultura della legalità”. Lo ha detto la senatrice del Partito democratico e componente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, Vincenza Rando, a margine dell’evento ‘Roma Tre contro le mafie’ tenutosi presso l’Aula Magna del Rettorato dell’ateneo romano.
“Io sono orgogliosa di Roma Tre perché è importante far capire il senso di responsabilità”, ha concluso la Senatrice.
Cronaca
Mafia, Borrometi (Articolo21): “Roma Tre ci ricorda...
‘Non giratevi dall’altra parte’
“Io sono veramente contento di essere qui oggi perché ho partecipato lo scorso anno ad un’iniziativa con Paolo Siani, fratello di Giancarlo, nella quale nacque la promessa del Rettore di Roma Tre di intitolare 12 aule alle vittime di Mafia. Sono orgoglioso soprattutto perché, oggi, un liceo di Partinico ha negato l’intitolazione a Peppino Impastato. Oggi Roma Tre ci ricorda quanto è importante la memoria”. Così il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi, a margine dell’evento ‘Roma Tre contro le mafie’ tenutosi presso l’Aula Magna del Rettorato dell’ateneo romano.
“Quando 12 anni fa ho iniziato a denunciare la mafia nel mio territorio, mi sono reso conto quanto sia importante che i giornalisti non girino lo sguardo altrove - ha concluso il presidente di Articolo21 - Dobbiamo ricordare che l’articolo 21 della nostra Costituzione non è soltanto il diritto e il dovere del giornalista di informare, ma anche il diritto del cittadino ad essere informato, così da poter permettergli di scegliere da che parte stare".