Economia
Trasporti, Nardella: “Gestire Tpl e mobilità delle...
Trasporti, Nardella: “Gestire Tpl e mobilità delle nostre città”
Così il sindaco di Firenze e coordinatore Anci dei Sindaci metropolitani, in occasione del XVIII convegno nazionale Asstra in corso a Roma
''Il Tpl è fondamentale per le nostre città metropolitane e l'obiettivo green in alcune città forse arriveranno con dieci anni di anticipo rispetto a quello stabilito dalla Ue. Nella vita delle città la mobilità e il Tpl è come uno spettacolo al teatro, dove lo spettatore non si chiede cosa c'è dietro al palco. Vuole vedere solo lo spettacolo ed è quello che gli interessa. A noi spetta lavorare dietro le quinte. E' un lavoro complesso. A noi spetta investire e prendere decisioni importanti per migliorare i servizi del Tpl. Dobbiamo far cambiare l'abitudine di prendere l'auto ai cittadini in città. Le aree a 30 km/h devono poter essere gestite dai Sindaci per ragioni di sicurezza e ambientali''. Lo sottolinea Dario Nardella, Sindaco di Firenze e coordinatore Anci dei Sindaci metropolitani, in occasione del XVIII convegno nazionale Asstra in corso a Roma.
"L’associazione Asstra ha dato un numero che per noi è plausibile. Ci vorrebbero 560 milioni di euro in più rispetto alle risorse già disponibili nel Fondo nazionale per i trasporti per adeguare il sistema del trasporto pubblico urbano e extraurbano delle città italiane agli standard fissati a livello europeo sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale sia dal punto di vista della qualità del servizio".
"E’ un tema importante quello legato alle risorse che i sindaci chiedono da tempo e con forza: ovvero che venga integrato e rafforzato il Fondo nazionale trasporti. Questo fondo è necessario per una gestione efficiente dei trasporti perché se da un lato è vero che abbiamo 6 miliardi di euro dal Pnrr da investire sull’infrastrutture della mobilità, dall’altro è altrettanto vero che poi ci sono i costi di gestione e di formazione del personale adeguato", ha aggiunto Nardella.
"Noi dobbiamo partire sempre dalla visione del cittadino perché altrimenti non riusciamo a costruire un servizio che sia davvero tarato sui bisogni concreti del territorio".
“Chiediamo un sistema più flessibile nella gestione del trasporto pubblico locale da inserire nei contratti di servizio. Pensiamo, in particolare, a una maggiore integrazione con il trasporto scolastico, con il trasporto a domanda, e a una maggiore libertà di regolazione per i sindaci sia per quanto riguarda la sicurezza stradale sia per quanto riguarda anche i limiti di velocità”.
“Riteniamo che sia fondamentale anche la formazione di persone specializzate con profili lavorativi adeguati alla sfida che abbiamo di fronte - ha continuato il primo cittadino - cioè quella di investire sulla transizione digitale e quella di avere un maggior rapporto tra pubblico e privato che si basi sulle esigenze effettive dei cittadini. I comuni medi e medio piccoli non hanno risorse professionali per formare veri e propri mobility manager che conoscano tutte le problematiche legate alla mobilità”, ha concluso.
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Ita-Lufthansa, rinvio in vista: l’Ue attende nuove...
Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza
Sulla questione Ita Airways e Lufthansa la Commissione europea attende nuove proposte sul taglio delle rotte con un probabile rinvio della decisione a metà giugno. Per l'acquisto del 41% di Ita il gruppo tedesco vuole investire 325 milioni ma Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza.
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Webuild, bilancio e nuovo Cda lanciano titolo in Borsa...
Giornata particolarmente brillante in Borsa per Webuild che, dopo l'approvazione del bilancio 2023 e la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione, che ha riconfermato Pietro Salini come amministratore delegato, chiude la seduta odierna di scambi in deciso rialzo: il titolo balza a quota +5,17% attestandosi a 2,27 euro per azione.
L'assemblea degli azionisti della società, riunitasi questa mattina, ha approvato anche la distribuzione di un dividendo per un importo pari a 0,071 euro per ciascuna azione ordinaria ed 0,824 euro per ciascuna azione di risparmio esistente ed avente diritto al dividendo alla data di stacco della cedola.
Quanto al nuovo cda, composto da 15 membri, vede Gian Luca Gregori con funzioni di presidente, oltre a Davide Croff, Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, Paola Fandella, Francesca Fonzi, Flavia Mazzarella, Itzik Michael Meghnagi, Francesco Renato Mele, Teresa Naddeo, Alessandro Salini, Pietro Salini, Serena Torielli, Michele Valensise, Laura Zanetti e Francesco Chiappetta.
Economia
Università, Free Academy: “Atenei tradizionali e...
Benché l’Italia abbia un bassissimo numero di laureati (in Europa unicamente la Romania ha risultati peggiori), all’interno del bilancio pubblico il comparto universitario pesa in maniera significativa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anvur, il Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) delle università ammonta a 9,205 miliardi di euro, che vanno a coprire più dei 2/3 delle necessità delle università statali. Di questa somma, soltanto lo 0,73% (68 milioni di euro) è destinato alle università non statali, sia tradizionali sia telematiche.
A giudizio di Aurelio Mustacciuoli, responsabile Studi e Ricerche di Free Academy, “limitandoci a considerare l’Ffo lo studente di un’università statale ogni anno costa al contribuente ben 5.701 euro, mentre di media uno studente delle università private costa 195 euro. Se poi si considerano le università telematiche (lasciando quindi da parte gli atenei privati tradizionali: la Bocconi di Milano, la Luiss di Roma ecc.) le risorse che lo Stato destina alle università online ammontano a soli 2,8 milioni”. Questo significa che uno studente universitario telematico grava sullo Stato per la risibile cifra di 12,5 euro: lo 0,21% di quanto costa in media uno studente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, della Sapienza di Roma o della Federico II di Napoli.
Non basta. La maggior parte delle università telematiche sono fondazioni, ma alcune di loro – quelle più 'sotto attacco' da parte dei difensori dello status quo – sono società di capitali e quindi ogni anno versano somme considerevoli all’erario. Sempre ad avviso di Mustacciuoli, “considerando unicamente il gruppo universitario Multiversity (che è controllato dal fondo Cvc Capital Partners e che include Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma) nel 2022 per le sole imposte dirette è stato registrato un esborso di 43 milioni di euro: il che significa che soltanto questi tre atenei online danno allo Stato ben 15 volte quanto tutte le università telematiche nel loro insieme ottengono in forma di Ffo”. Quindi vi sono ben 5050 studenti italiani delle università pubbliche che possono studiare grazie alle entrate fiscali garantite dal gruppo Multiversity.
Da questo punto di vista, una crescita degli atenei privati telematici – la cui retta è mediamente assai inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali – condurrebbe non soltanto a un minor costo complessivo per ogni studente, ma aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.
In conclusione, secondo Mustacciuoli, “alla luce dei dati sopra riportati è chiaro che lo studente tradizionale costa allo Stato ben 5.701 euro soltanto per l’Ffo, mentre ognuno degli oltre 144 mila studenti di Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma (a.a. 2022-23) porta alle casse statali 331 euro. Si tratta di cifre che devono far riflettere”.