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Cronaca

La mototerapia e il taxi galeotto, l’inventore:...

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La mototerapia e il taxi galeotto, l’inventore: “Per un sogno di bimba invento unicorni”

L'idea 14 anni fa dopo un incontro su una vecchia auto sudicia a Mosca. "Ho capito che volevo donare la mia passione agli altri"

Il campione di freestyle motocross, Vanni Oddera (Foto dal profilo Facebook)

"Alcune settimane fa sono stato all'ospedale Gaslini di Genova. C'era una bimba, Azzurra di 5 anni. Sì, le è piaciuto andare in moto, però il suo sogno sono gli unicorni. La settimana dopo, con dei miei amici che vanno a cavallo e una mia amica che ha il maneggio, le abbiamo fatto una sorpresa: l'ospedale l'ha fatta uscire e lei ha trovato un 'unicorno' vero nel bosco. Ognuno di noi ha da regalare esperienze uniche a chi ha bisogno. La mototerapia è questo". Lo spiega così Vanni Oddera, 43 anni, campione di freestyle motocross, inventore della mototerapia. Oggi la Camera ha dato il via libera a una legge per il riconoscimento e la promozione di questa realtà nata da una sua idea, ormai più di 14 anni fa, provvedimento che ora passa all'esame del Senato. Un via libera su cui c'è chi ha espresso preoccupazione, come il capogruppo di Italia Viva alla Camera, Giuseppe Faraone, per il fatto - ha detto - che in Parlamento "si discuta una proposta di legge su un'iniziativa non validata dall'Istituto superiore di sanità".

Che valore aggiunto può dare la mototerapia? "Per tanti bimbi, per tante disabilità, la moto è un grandissimo ostacolo - sottolinea Oddera all'Adnkronos Salute - ma riuscire a salire" in sella "e correre via vuol dire superare questo ostacolo. E questo offre maggiori certezze di poter riuscire a fare nella vita tante più cose di quelle che si pensavano. Poi la moto è adrenalina, genera endorfine, ti fa star bene - sorride - come tante altre cose nella vita. Quello che noi vediamo è che quando entriamo negli ospedali con le moto, si trasforma tutto l'ospedale: non è più un luogo di cura, diventa un 'circo' per tutti, ci si diverte e i bimbi ritornano ad essere bimbi, non più pazienti. Anche le famiglie si staccano da quella cruda e dura realtà e gli stessi medici e infermieri".

Ne è passato di tempo da quel 2009, quando tutto è cominciato. "Avevo appena finito una gara internazionale a Mosca, ero arrivato sul podio e mi aspettava la festa - racconta - Ho preso il primo taxi sotto l'hotel, un taxi molto scassato e arrugginito. Appena dentro, ho sentito una forte puzza di piscio. Anche in maniera sgarbata ho detto al conducente: dai, veloce. Lui si è girato, ho visto nei suoi occhi un uomo come me. La differenza era che io avevo avuto molta più fortuna nella vita, lui meno. Era un uomo senza gambe, aveva questi comandi rudimentali al volante. Quella notte diedi la mia vincita al tassista e me ne tornai in hotel. Lì ho iniziato a chiedermi cosa avrei potuto fare per cambiare il mondo intorno a me in meglio. Ho pensato di regalare la mia passione agli altri. Sono tornato a casa, nel mio campo di allenamento, ho cominciato a invitare le associazioni disabili della zona. Non mi allenavo più solo per me stesso, ma per gli altri. Poi un bimbo mi chiese di salire sulla moto. Appena partiti mi disse: che bello sentire il vento in faccia anche quando non c'è. Mi si è aperto un mondo".

Per questo, pensando al via libera della Camera, Oddera ha scritto su Facebook che sperava di "vivere una giornata potente" come quella di oggi, da quando il primo bimbo della mototerapia è salito con lui sulla sua moto. Che magie si possono creare? Per spiegarlo l'atleta torna agli aneddoti: "Un po' di anni fa eravamo andati in Sicilia. Faceva molto caldo. Su una macchina, talmente vecchia e arrugginita che si scrostava la vernice al sole, c'erano un papà, una mamma e tre bimbi, tutti e tre autistici. Ho provato a farli salire in moto con me, con il terzo di loro ci ho impiegato quasi un'ora e mezzo, ma una volta in sella si è proprio liberato. Il giorno dopo la mamma mi ha detto che la notte stessa il ragazzino ha iniziato a dormire da solo. Quando trovi la chiave di lettura riesci a far fare un sacco di cose ai ragazzi con queste tipologie di malattie".

E la 'famiglia' della mototerapia continua a crescere. "Noi ogni fine settimana abbiamo gare o eventi o demo sportive di freestyle motocross. Da anni, quando andiamo a fare queste demo sportive dedichiamo mezza giornata alla mototerapia, chiamiamo le associazioni, chiamiamo i ragazzi, ci organizziamo prima. Li facciamo venire lì, 'saltiamo' per loro, e poi li portiamo in moto. Riusciamo a raggiungere praticamente tutta l'Italia. In Italia siamo noi del team di freestyle motocross DaBoot che stiamo portando avanti questa cosa da 14 anni. Però adesso abbiamo creato una rete intorno di centinaia di persone in tutta Italia, che non sono piloti, ma persone che fanno lavori differenti, chi il commercialista, chi il muratore, chi il falegname. Perché comunque la mototerapia vuole lanciare questo messaggio: donare il proprio tempo di qualità, la propria passione che si ha agli altri. Non sempre deve essere la moto, non devi fare i 'salti mortali' per far stare bene gli altri", chiarisce.

La volontà del campione, "oltre ad abbattere barriere", è stata infine anche quella di superare i confini geografici: "Ho scelto anche dei gruppi di piloti in tutto il mondo. E loro ora stanno portando avanti la mototerapia in Spagna, in Russia, in Sudamerica, in Francia", conclude.

UNA LEGGE SULLA MOTOTERAPIA - "Il fatto che possa nascere una legge sulla mototerapia è una grandissima soddisfazione. L'idea è che serva per tutelare intanto la mototerapia, che deve essere una 'terapia complementare' gratuita. Per tutti quelli che ne vogliono usufruire: ragazzi con disabilità, bimbi malati oncologici, ospedali. E' la cosa che mi preme di più". Lo ripete più volte Oddera.

La gratuità è uno dei punti, evidenzia. "E poi - continua - far sì che chi vuole iniziare questo percorso per fare mototerapia segua dei corsi, sia formato nel tempo. E quando diventerà pilota per portare i ragazzi con disabilità, dia però anche continuità al progetto. Perché adesso, purtroppo, ci sono tanti emulatori che lo fanno non in sicurezza e in più lo fanno una o due volte e poi lasciano stare. Questo può comportare una crisi, magari, in bimbi o pazienti che la provano una volta, vorrebbero rifarlo, e poi non possono più. Bisogna dare continuità al progetto. E una legge deve fare questo: anche con la federazione italiana del motociclismo cercare di regolamentare bene, ad hoc, quella che è la mototerapia".

Il sì della Camera al provvedimento "è una grandissima soddisfazione. Una legge sarebbe un gran bel 'finale' per aprire un nuovo futuro a livello sociale sulla disabilità - riflette Oddera - Perché la mototerapia, nata nel 2009 da una mia idea, è stata un po' una testa d'ariete, una cosa nuova che ha iniziato ad abbattere un sacco di barriere. E' giusto che tutte le cose belle che troviamo noi nella vita siano alla portata di tutti. La moto, per esempio, a me regala grandi emozioni e non è giusto privare i ragazzi con disabilità di questo oggetto di libertà che è la moto".

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Cronaca

SuperEnalotto, estrazione oggi 26 aprile: i numeri vincenti

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Nessun 6 né 5+1

Schedine del SuperEnalotto (Fotogramma)

Nessun '6' né '5+1' all'estrazione del Superenalotto di oggi. Centrati quattro '5' che vincono 46.784,22 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 95.400.000 milioni di euro.

Con quanti punti si vince

Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:

- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;

- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;

- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;

- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;

- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.

Ho vinto o no?

E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.

Il prezzo di una schedina

La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.

La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.

I numeri vincenti di oggi, 26 aprile 2024

La combinazione vincente del concorso di oggi del SuperEnalotto è 9, 13, 51, 61, 81 e 83. Jolly 24 e SuperStar 59.

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Università, Siaarti: ‘abolizione numero chiuso...

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Giarratano, 'non pronti ad accogliere 50mila iscritti. Rivedere sistema quiz, è sbagliato perché premia i fortunati non i più preparati'

Università, Siaarti: 'abolizione numero chiuso Medicina mette atenei in difficoltà'

"Come Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva diciamo 'no' ai test che selezionano i fortunati anziché i più preparati. Ma diciamo 'no' anche ad un provvedimento che mette in difficoltà le università italiane, perché per carenze di aule e di docenti non sono pronte a ricevere circa 50mila iscritti alle Facoltà di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria. Per garantire il sistema approvato in Senato, occorrerebbero investimenti sull'università. Una situazione che, altrimenti, creerebbe il caos e sempre più disparità di accesso, dopo il primo anno". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Siaarti Antonino Giarratano, dopo il via libera al testo base per la riforma dell'ingresso a Medicina adottato all'unanimità dal Senato, che abolisce dal prossimo anno i test d'ingresso, con un'apertura a tutti nel primo semestre e la prosecuzione del percorso formativo in base ai risultati ottenuti, mantenendo programmazione e graduatoria.

Come Siaarti siamo invece "a favore di un modello che permetta a tutti coloro che lo meritano di entrare in Medicina - aggiunge Giarratano - ferma restando la necessità di una programmazione che non crei una pletora di medici 'formati per corrispondenza o a distanza', quindi online per mancanza di aule e docenti in presenza. Occorre rivedere e abolire l'attuale sistema dei test e al tempo stesso investire su università e formazione creando sistemi equi di valutazione".

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Università, Salutequità:’in Italia mancano...

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'In settori quali emergenza, anestesia, rianimazione presto avremo forte carenza di queste figure professionali'

Università, Salutequità:'in Italia mancano specialisti mirati e attrattività Ssn'

"Abolendo il numero chiuso alla Facoltà di Medicina non si risolvono i problemi dell'assistenza e si rischia anche di creare medici disoccupati. Questo perché l'Italia, secondo gli ultimi dati Ocse al 2023, ha 4,3 medici ogni mille abitanti rispetto a una media europea di 4, quindi già oggi come numero assoluto in eccesso. Quello che manca invece sono gli specialisti 'mirati' in settori come emergenza, geriatria, anestesia, rianimazione, cure palliative e la stessa medicina generale, dove l'età porterà presto a una forte carenza di queste figure professionali sul territorio". Così all'Adnkronos Salute il presidente di Salutequità Tonino Aceti, dopo il via libera al testo base per la riforma dell'ingresso a Medicina adottato all'unanimità dal Senato, che abolisce dal prossimo anno i test d'ingresso, con un'apertura a tutti nel primo semestre e la prosecuzione del percorso formativo in base ai risultati ottenuti, mantenendo programmazione e graduatoria.

"Al contrario, abbiamo una fortissima carenza di infermieri che oggi, sempre secondo il dato Ocse, sono in Italia 6,4 ogni mille abitanti contro la media europea di 9,5 - sottolinea Aceti - Anche in questo caso lavorare solo sull'incremento dei posti disponibili per i percorsi universitari non risolverebbe il problema delle carenze infermieristiche. Infatti, la media nazionale delle domande dell'iscrizione ad infermieristica è di 1,2 domande per posto messo a bando, e in alcune regioni non è stata raggiunta neanche 1 domanda per 1 posto".

Per questi motivi, "occorre mettere in campo politiche e provvedimenti concreti volti a strutturare un percorso che punti a 5 obiettivi", elenca l'esperto. "1. Maggior benessere organizzativo (oggi il burnout regna sovrano nelle professioni sanitarie tutte sottostimate come organici); 2. Più coraggio per innovare i modelli organizzativi e professionali al fine di renderli veramente al passo con i bisogni dei pazienti e del Servizio sanitario nazionale; 3. Più sicurezza per i professionisti oggetto di costanti e ripetute aggressioni verbali e fisiche; 4. Maggiori retribuzioni per rendere attrattivo il servizio pubblico rispetto al privato e più conveniente lavorare in Italia rispetto che andare all'estero; 5. Politiche fiscali diverse che consentano non solo di alleggerire il peso per gli studenti", ma anche di "invogliare al rientro nel nostro Paese gli oltre 25.000 medici e 30.000 infermieri laureati in Italia - dove la formazione è tra le migliori al mondo, come tutti ci riconoscono, e che è costata oltre 5 miliardi per queste due professioni - che oggi lavorano altrove, con maggiori guadagni e un futuro/carriera assicurato".

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