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Israele-Hamas, si lavora per estendere tregua: pronta lista ostaggi da liberare oggi
Si lavora per estendere la tregua, ma Israele non sarebbe disposto ad andare oltre domenica 3 dicembre. Idf approvano nuova fase della guerra a Gaza: "Pronti dopo tregua". Media: "Morto il neonato rapito Kfir, aveva 10 mesi". Ma Stato ebraico non conferma
Altri 14 ostaggi, 10 israeliani e 4 thailandesi, sono stati consegnati da Hamas alla Croce rossa nella Striscia di Gaza, prima di essere trasferiti in Israele. Lo comunica l'Idf, secondo quanto riporta The times of Israel. Tra gli ostaggi rilasciati c'è anche Liat Atzili, la donna è il secondo ostaggio con cittadinanza americana ad essere liberato durante la tregua in corso. La donna "è al sicuro in Egitto. Ha attraversato il confine. Ho parlato con sua madre e suo padre, sono molto riconoscenti", ha commentato il presidente Usa Joe Biden. La donna "presto tornerà a casa con i suoi tre figli".
In precedenza, Hamas aveva rilasciato due cittadini con doppia cittadinanza russo-israeliana, Yelena Trupanov e sua madre Irena Tati. I 10 israeliani rilasciati questa sera sono: Raz Ben Ami, Yarden Roman, Liat Atzili, Moran Stela Yanai, Liam Or, Itay Regev, Ofir Engel, Amit Shani, Gali Tarshansky e Raaya Rotem.
Si tratta del sesto gruppo di ostaggi liberato durante la tregua prolungata lunedì scorso e che nelle prossime ore dovrebbe terminare.
Il rilascio è avvenuto in ritardo, un ritardo dovuto a 'problemi tecnici' che dovrebbero essere risolti hanno riferito fonti israeliane a conoscenza dei negoziati, secondo quanto riferisce Haaretz.
Sono intanto in corso sforzi diplomatici per estendere i giorni di cessate il fuoco: secondo i termini dell'accordo, infatti, lo stop potrebbe allungarsi fino a un totale di 10 giorni, compresi i primi quattro, se Hamas rilascerà almeno altri 10 ostaggi al giorno, mentre Israele libererà altri detenuti della sicurezza in un rapporto di tre prigionieri per ogni ostaggio.
Lo Stato ebraico - che non sarebbe disposto ad andare oltre il 3 dicembre - starebbe cercando intanto di valutare "se esista una possibilità" di prorogare la pausa nelle ostilità con Hamas. Ad affermarlo un funzionario israeliano di alto livello citato dalla Cnn, dopo che il Qatar si è detto "molto ottimista" sulle possibilità che venga annunciata nelle prossime ore una proroga. La fonte ha ripetuto che Israele ritiene che non tutti gli ostaggi a Gaza siano attualmente nelle mani di Hamas. "Sappiamo che qualunque cosa decida (il capo di Hamas Yahya) Sinwar, poi accade - ha detto - Può toglierli dalle mani di altre fazioni e assicurare che l'accordo sia attuato interamente".
Secondo una fonte diplomatica citata lunedì dalla Cnn, più di 40 delle persone prese in ostaggio in Israele durante il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas non sono nelle mani del gruppo.
Israele respinge intanto davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite gli appelli a un cessate il fuoco permanente a quasi due mesi dall'inizio delle ostilità. "Chiunque sostenga un cessate il fuoco di fondo sostiene di fondo il continuo regno del terrore di Hamas a Gaza", ha detto l'ambasciatore israeliano all'Onu, Gilad Erdan, secondo il quale con un cessate il fuoco Israele non potrebbe proteggere i suoi cittadini.
L'ambasciatore ritiene non si possa chiedere un cessate il fuoco e al contempo affermare di cercare una soluzione al conflitto. "Hamas ha dichiarato pubblicamente, lo avete visto tutti, che ripeterà il 7 ottobre fin quando Israele non esisterà più - ha affermato l'ambasciatore - Come rispondereste e difendereste i vostri cittadini da una così chiara minaccia con un cessate il fuoco?". Per Erdan tutto potrebbe finire solo se Hamas consegnasse tutti gli ostaggi e tutte le persone coinvolte nell'attacco del 7 ottobre.
Idf approvano nuova fase guerra a Gaza: "Pronti dopo tregua"
Il capo di stato maggiore delle Idf (le Forze di difesa israeliane), il tenente generale Herzi Halevi, ha approvato intanto la fase successiva della guerra nella Striscia di Gaza, che riprenderà dopo la tregua. In particolare, come si legge in una nota dell'Idf, durante un incontro nel quartier generale del comando meridionale a Beersheba Halevi ha dato il suo via libera alla ripresa dell'operazione di tregua al termine della tregua. ''Sappiamo cosa è necessario fare e siamo pronti alla fase successiva'', ha dichiarato Halevi.
Blinken: "Faremo possibile per estendere tregua"
"Faremo il possibile per estendere la tregua a Gaza", in modo da permettere che gli ostaggi vengano liberati e gli aiuti umanitari arrivino alla popolazione della Striscia. All stesso tempo "dobbiamo essere sicuri che il 7 ottobre non accada mai più", ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken al termine della ministeriale Nato a Bruxelles. Fin da quando si è insediata, l'amministrazione Biden è stata a favore di una soluzione di pace con due stati, ma si tratta di un processo da portare avanti, ha detto Blinken rispondendo alle domande dei giornalisti. Ora bisogna occuparsi anche "del giorno dopo" a Gaza, della "governance, la sicurezza e la ricostruzione" dopo il conflitto. E poi del giorno "ancora dopo", con una pace globale e durevole.
Qatar: "Molto ottimisti su proroga tregua"
Il Qatar è "molto ottimista" sulle possibilità che venga annunciata nelle prossime ore una proroga della tregua tra Israele e Hamas, dopo l'atteso rilascio di un sesto gruppo di ostaggi. Lo ha detto alla Cnn un portavoce del ministero degli Esteri, confermando negoziati in corso. "Speriamo che nell'arco di poche ore avremo il rilascio dell'ultimo gruppo (di ostaggi) e anche che riusciremo ad annunciare una proroga - ha detto alla rete americana il portavoce Majed Al-Ansari - Siamo molto ottimisti sul fatto che oggi avremo buone notizie da condividere".
Secondo Al-Ansari, che ha riferito di negoziati in un "clima positivo" anche se "parliamo di una zona di guerra con molte complicazioni sul campo", un'eventuale proroga sarebbe con gli stessi criteri dei precedenti accordi. Il portavoce ha aggiunto che la questione del rilascio degli uomini adulti e dei soldati delle Idf in ostaggio è oggetto delle trattative e che potrebbero essere rilasciati nel prossimo futuro.
"Abbiamo dato priorità a coloro che tra gli ostaggi sono più a rischio, ovvero donne e bambini - ha aggiunto - Andiamo verso il rilascio di civili di sesso maschile e poi verso colloqui più lunghi riguardo i soldati".
Media: "Morto neonato Kfir con fratellino e mamma". Israele non conferma
Ma secondo quanto reso noto dalle Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato di Hamas, in comunicato, 3 ostaggi israeliani sono morti in un precedente raid israeliano sulla Striscia di Gaza.
Secondo i media palestinesi i tre israeliani morti sarebbero il neonato di 10 mesi Kfir Bibas, suo fratello di 4 anni, Ariel, e la madre dei due, Shiri Silverman Bibas. Lo riportano i media palestinesi, citando un comunicato delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. I parenti di Shiri Bibas attendono tuttavia "che le notizie vengano verificate o auspicabilmente smentite dai militari al più presto". E' quanto affermano in una dichiarazione riportata da Haaretz. Jimmy Miller, cugino di Shiri Bibas, ha detto intanto a Channel 12 che i familiari non sono a conoscenza di altre informazioni sulla situazione, oltre all'annuncio di Hamas. Secondo Miller, "non c'è ombra di dubbio che siano arrivati vivi nella Striscia di Gaza" e Hamas "è l'unico responsabile per la loro salute" e per farli tornare a casa "vivi".
Le forze israeliane (Idf) hanno già fatto sapere di essere al lavoro per "valutare l'attendibilità" della notizia, diffusa dal braccio armato di Hamas.
Ancora 159 ostaggi a Gaza
Sono 159 gli israeliani tenuti ancora in ostaggio da Hamas e da altri gruppi a Gaza. Lo ha riferito un portavoce delle Forze di difesa israeliane.
Finora, invece, sono stati rilasciati 96 ostaggi. Sessanta israeliani (alcuni con doppia cittadinanza) sono stati liberati nel quadro dell'accordo on Hamas insieme a 20 sono stranieri. Inoltre sono stati rilasciati quattro donne un cittadino russo-israeliano al di fuori dell'accordo con Israele, mentre una soldatessa è stata tratta in salvo dalle Idf.
L'esercito israeliano ha confermato che la famiglia Bibas è stata rapita dal kibbutz Nir Oz durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre.
Scontro in Cisgiordania
Il Ministero della Sanità palestinese ha reso noto che due bambini palestinesi sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco israeliani a Jenin, in Cisgiordania. Fonti locali hanno riferito all'agenzia di stampa palestinese Wafa che le forze israeliane hanno costretto i residenti del quartiere di Damj a lasciare le loro abitazioni sotto la minaccia delle armi dopo aver distrutto case e strade nel quartiere. L'agenzia di stampa aggiunge che l'esercito ha anche bombardato una casa con un drone e che le forze israeliane hanno fermato uno dei feriti da un'ambulanza, mentre veniva trasportato in ospedale.
L'asssociazione dei Prigionieri Palestinesi (Pps) e l'Autorità per gli Affari dei Prigionieri affermano che le forze israeliane hanno arrestato 35 palestinesi in Cisgiordania nelle ultime 24 ore, compreso un bambino di 12 anni. Il numero totale delle persone arrestate dal 7 ottobre è ora superiore a 3.325, si legge in un post sulla pagina Facebook del Pps.
Erdogan: "Netanyahu passerà alla storia come il macellaio di Gaza"
Con quasi 15mila palestinesi morti nella Striscia di Gaza, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, "ha commesso una delle più grandi atrocità del secolo e passerà alla storia come il macellaio di Gaza". Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, intervendo a una riunione del suo partito, l'Akp. Il leader turco, riporta l'agenzia Anadolu, ha anche annunciato che oggi salperà verso Gaza una seconda nave turca con un carico di 1.500 tonnellate di aiuti umanitari. La Turchia, ghaa ggiunto, "intensificherà gli sforzi diplomatici per il rilascio degli ostaggi" e per un "cessate il fuoco permanente a Gaza". Parola di Recep Tayyip Erdogan.
Oms: "A Gaza si rischiano più morti per malattie che per bombe"
Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, teme il rischio di epidemie a Gaza, dove "1,3 milioni di persone vivono attualmente in rifugi". "Alla luce delle condizioni di vita e della mancanza di assistenza sanitaria, le malattie potrebbero fare più vittime dei bombardamenti", ha avvertito in un post su X in cui chiede un "cessate il fuoco duraturo" a partire da "adesso" perché "per i civili è questione di vita o di morte". "Il sovraffollamento e la mancanza di generi alimentari, acqua, servizi igienico-sanitari di base, gestione dei rifiuti e accesso ai medicinali stanno portando a un numero elevato di casi di infezioni respiratorie acute (111.000), scabbia (12.000), pidocchi (11.000)", ha messo in guardia, elencando una serie di criticità dal punto di vista sanitario e avvertendo per "un aumento del rischio di epidemie".
Tregua Israele-Hamas
L'accordo tra Israele e Hamas è stato esteso lunedì per altri due giorni. Ora Hamas sta "cercando di estendere la tregua", ha dichiarato un membro dell'ufficio politico del gruppo militante si legge sulla Cnn. Ghazi Hamad ha detto che Hamas sta usando tutte le carte che ha nei negoziati. Hamas ha rilasciato ieri altri 12 ostaggi - 10 israeliani e due cittadini thailandesi, secondo quanto riferito dalle Forze di Difesa israeliane e dall'ufficio del primo ministro israeliano. Non sono stati rilasciati americani, anche se la Casa Bianca aveva detto in precedenza che si prevedeva la liberazione di due donne. La Casa Bianca ha dichiarato di sperare che alcuni americani possano essere rilasciati oggi.
I 12 sono stati trasferiti dalla Croce rossa in Egitto, attraverso il valico di Rafah. Quindi, hanno fatto rientro in patria e hanno incontrato i familiari in diversi ospedali. Con la loro liberazione sale a 85 (61 i civili israeliani) il numero degli ostaggi rilasciati negli ultimi cinque giorni nell'ambito dell'accordo tra Hamas e Israele. Gli ostaggi israeliani liberati nelle ultime ore sono Gabriela Leimberg (59 anni) Mia Leimberg (17 anni) Clara Marman (63 anni) Tamar Metzger (78 anni) Ditza Hayman (84 anni) Norlin Babdila (60 anni) Ada Sagi (75 anni) Ophelia Edith Roitman (77 anni) Rimon Kirsht (36 anni) e Merav Tal (53 anni).
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Decine di armi nucleari in Bielorussia, Lukashenko:...
"Se Occidente continua pressioni su Mosca, rischio apocalisse nucleare", l'avvertimento lanciato dal presidente bielorusso
"Diverse decine" di armi tattiche nucleari russe sono state dispiegate nel territorio della Bielorussia. Lo ha detto il presidente dell'ex repubblica sovietica, Alexander Lukashenko, citato dalla Tass, in un riferimento all'accordo firmato lo scorso anno con il presidente russo Vladimir Putin.
In un discorso dinanzi all'Assemblea popolare, Lukashenko ha affermato che, se l'Occidente continua a fare pressioni sulla Russia, Mosca potrebbe utilizzare tutto il suo arsenale. "Sarebbe l'apocalisse nucleare", ha avvertito, spiegando che "una parola incauta, un movimento potrebbero causare un conflitto armato fino all'uso di armi nucleari". "Non vogliamo combattere contro nessuno. E sono convinto che non lo faremo. I nostri avversari hanno chiaro che possiamo sferrare una risposta seria che ucciderà milioni di persone all'istante. Sarà una nuova guerra", ha aggiunto.
Il presidente bielorusso ha paventato anche "l'alto rischio" di incidenti militari al confine con l'Ucraina, accusando gli Stati Uniti di "fare di tutto" per trascinare Minsk in guerra. In un discorso dinanzi all'Assemblea nazionale suprema, Lukashenko ha detto: "Il rischio principale è rappresentato da un punto caldo regionale, che è certamente l'Ucraina. Washington trascinerà in ogni modo il nostro Paese nel conflitto".
"Se l'Ucraina non dà il via a negoziati, perderà la sua statualità e potrà cessare di esistere", ha detto ancora il Presidente della Bielorussia. "E' la situazione migliore per fare la pace e firmare un accordo di pace", ha aggiunto. I russi, ha precisato, "non lasceranno la Crimea o le regioni dell'Est".
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Ue, Macron: “Europa oggi può morire, dipende da...
Il presidente francese nel discorso alla Sorbona: "Siamo in ritardo, dobbiamo semplificare le regole e investire di più". E sottolinea: "Russia potenza disinibita, 'Ucraina e Moldova fanno parte nostra famiglia"
"Siamo in un momento di grande accelerazione. Dobbiamo essere lucidi, l'Europa oggi può morire, è mortale. Questo dipende unicamente dalle nostre scelte, scelte che devono essere fatte oggi". Così Emmanuel Macron nel discorso che ha tenuto questa mattina alla Sorbona, sette anni dopo l'intervento con cui aveva gettato le basi per il suo impegno per l'Ue. Poi la denuncia: l'Europa "è circondata" e "ancora oggi è troppo lenta". Il presidente francese ha quindi citato la transizione ambientale, digitale, la difesa, la Russia e la Cina. "Sul nostro continente si gioca una questione di pace e di guerra".
L'Europa corre inoltre il rischio di impoverimento, di uno stallo, ha affermato ancora, precisando che "le regole del gioco sono cambiate" nel mondo. "La nostra Europa è sempre più contestata per il suo modello politico, nella sua capacità di costruire narrative", ha sottolineato Macron, ricordando che la "soluzione è la nostra capacità di prendere decisioni strategiche massicce, capire il cambiamento di paradigma e rispondere con la potenza, la prosperità e l'umanesimo", elementi "con cui sarà possibile dare contenuto all'Europa e a non farla sparire, un progetto politico".
La Russia è un vicino "disinibito, diventato aggressivo", l'Europa "deve cambiare paradigma" e costruire nuove capacità, ha affermato quindi Macron, senza escludere lo sviluppo di uno scudo antimissile. "La condizione necessaria per la nostra sicurezza è che la Russia non vinca la sua guerra contro l'Europa. Siamo di fronte a potenza disinibita, che ha attaccato un Paese d'Europa, che non ci dice quali sono i suoi limiti", ha denunciato, sottolineando: "Perché dovremmo dirglieli noi" i nostri limiti?
Stati Uniti e Cina stanno sovra finanziando i loro settori critici. "Va bene l'apertura commerciale, ma l'Europa deve difendere i suoi interessi". L'apertura non può funzionare se Stati Uniti e Cina "non rispettano le regole del commercio", ha affermato. "Se un bene non rispetta norme chiare, non potrà entrare in suolo Europeo. Giusto rispetto per le nostre frontiere e per i nostri produttori", ha aggiunto, denunciando il rischio che gli europei si trasformino in un popolo di soli consumatori.
Quanto a Ucraina e Moldova fanno parte "della nostra famiglia europea e hanno la vocazione all'adesione all'Unione", ha detto allora. "L'Europa si pensa oramai come un insieme coerente dopo l'aggressione russa, sostenendo che Ucraina e Moldova fanno parte della nostra famiglia europea e hanno la vocazione all'adesione all'Unione quando sarà il momento, come i Balcani occidentali".
"L'immigrazione comincia alle frontiere europee, non al confine della Francia", ha sottolineato, parlando del controllo delle frontiere esterne dell'Ue come di una delle sfide cruciali del blocco che in passato "ha dimenticato di proteggere le sue frontiere esterne". "La Francia è un Paese di movimento secondario. L'immigrazione rientra nello spazio europeo da altre frontiere e la Francia, più che altri Paesi ha bisogno di una politica efficace dato che comincia alle frontiere europee e non francesi"."Oggi siamo troppo divisi", ha aggiunto, sottolineando l'importanza del "rientro dei migranti nei loro Paesi di origine".
"Le nostre frontiere sono un bene comune. Dobbiamo costruire una struttura politica per prendere decisioni comuni su migrazioni ma anche terrorismo e criminalità organizzata", ha proposto il Presidente francese, nel discorso sull'Europa che ha tenuto alla Sorbona, a Parigi. L'Europa ha ora "iniziato a riaffermare chiaramente l'esistenza delle sue frontiere".
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Ucraina, Biden: “Invio armi a Kiev inizierà nelle...
Il presidente Usa firma la legge da 95 miliardi di dollari per aiuti all'estero: "Per la sicurezza di Israele, ma anche per interventi umanitari a Gaza"
"Ora ci dobbiamo muovere velocemente, e lo faremo". E' quanto ha detto il presidente americano Joe Biden oggi alla Casa Bianca dopo aver firmato la legge da 95 miliardi di dollari per gli aiuti e le armi all'Ucraina, ad Israele e Taiwan, affermando che ora "gli Stati Uniti manderanno a Kiev gli aiuti di cui ha bisogno per continuare a combattere".
In realtà l'Ucraina ha già ricevuto i missili a lungo raggio Atacms. Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha confermato la notizia diffusa da Politico secondo cui gli Stati Uniti hanno inviato in segreto all'Ucraina i missili a lungo raggio Atacms.
"Posso confermare, come avete sentito da altri, che il presidente ha ordinato al suo team di fornire all'Ucraina un numero significativo di missili Atacms da utilizzare all'interno del territorio sovrano dell'Ucraina", ha dichiarato Sullivan, aggiungendo che "ne invieremo altri, ora che abbiamo ulteriore autorità e denaro".
Cosa ha detto Biden
"Mi assicurerò che gli invii inizino subito - ha detto Biden alla Casa Bianca - nelle prossime ore cominceremo ad inviare munizioni per la difesa aerea, per artiglieria, sistemi missilistici e veicoli blindati". "Questo pacchetto è un investimento non solo per la sicurezza dell'Ucraina, ma anche dell'Europa e anche della nostra sicurezza", ha aggiunto.
Biden ha fatto riferimento al fatto che questa legge arriva dopo molti mesi dalla sua richiesta di fondi, lo scorso autunno. "Il cammino verso la mia scrivania è stato difficile, sarebbe dovuto arrivare prima, ma alla fine ha fatto quello che sempre fa l'America, è all'altezza del momento", ha sottolineato, non mancando però di fare un affondo ai repubblicani che hanno tenuto bloccati gli aiuti per Kiev.
"Mentre per mesi i repubblicani hanno bloccato gli aiuti, e agli ucraini venivano meno artiglieria e munizioni, gli amici di Putin lo mantenevano ben rifornito - ha scandito - gli iraniani mandavano droni, Corea del Nord mandava missili balistici, Cina componenti per rafforzare la produzione bellica. Con tutto questo sostegno, la Russia ha ripreso gli attacchi sulle città e le infrastrutture ucraine".
Il messaggio a Putin: "Se Russia attacca la Nato..."
Quanto a Mosca, "se Putin attacca un alleato Nato come sta attaccando l'Ucraina, non avremmo altra scelta che andare in loro aiuto, come hanno fatto con noi l'11 settembre", ha affermato Biden, riferendosi all'articolo 5 della difesa collettiva dell'Alleanza Atlantica, finora invocato solo dopo gli attacchi del 2001 a New York e Washington da parte di Al Qaeda. Il presidente americano ha infatti espresso la sua convinzione che se "Putin riuscirà ad averla vinta in Ucraina, la sua prossima mossa sarebbe un attacco diretto ad un alleato Nato".
"Il pacchetto odierno di aiuti militari americani per l'Ucraina è vitale", ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando sui social tutti gli americani che lavorano nelle imprese della difesa. "È fondamentale che gli accordi raggiunti tra me e il presidente Biden siano pienamente attuati. Grazie, America!", ha aggiunto il leader ucraino, annunciando "ogni sforzo" per compensare i mesi "trascorsi tra dibattiti e dubbi".
Aiuti per Israele e Gaza
Il pacchetto firmato da Biden contiene anche nuovi aiuti militari ad Israele. "Il mio impegno per Israele, voglio ribadirlo, è ferreo: voglio essere sicuro che abbia quello di cui ha bisogno per difendersi contro l'Iran e i terroristi che sostiene, e con questi aiuti gli Stati Uniti sostengono la difesa aerea e sistemi cruciali in modo che l'Iran non possa portare a termine la distruzione a cui puntava 10 giorni fa", ha detto il presidente Usa, aggiungendo che la legge però "allo stesso tempo, in modo molto significativo, aumenta l'assistenza umanitaria che stiamo mandando alla popolazione innocente di Gaza che sta lottando con le conseguenze di questa guerra iniziata da Hamas".
Il presidente americano ha parlato di un miliardo di dollari di aiuti aggiuntivi per Gaza per "assicurare immediatamente un aumento degli aiuti, che comprendono cibo e forniture mediche". "Israele deve garantire che gli aiuti raggiungano i palestinesi e Gaza senza ritardi", ha poi aggiunto Biden, ribadendo che "tutto quello che facciamo è teso a portare gli ostaggi a casa, assicurare il cessate il fuoco e fissare le condizioni per una pace duratura".
Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti. "La nostra alleanza è di ferro", ha scritto Katz in un breve post sul social X.