Esteri
Ucraina, migliaia di vittime di stupro dei russi: al via...
Ucraina, migliaia di vittime di stupro dei russi: al via primi risarcimenti
La compensazione, che include sostegno finanziario ma anche medico e psicologico, arriverà entro qualche settimana
Sono migliaia le donne che in Ucraina hanno subito uno stupro da parte di militari russi durante la guerra, ma solo 500 lo hanno denunciato. Per loro arriveranno, entro qualche settimana, i primi risarcimenti. Ed è la prima volta che avviene mentre il conflitto, entro il quale è stata perpetrata la violenza, è ancora in corso. Mentre fra l'altro sono state aperte inchieste su decine di casi di violenza sessuale anche contro uomini, che si sono fatti avanti per denunciare, e bambini.
La Rappresentante speciale dell'Onu per la violenza sessuale, Pramila Patten, ha accusato la Russia di usare lo stupro in Ucraina come "strategia militare", ricordando il fermo di "militari equipaggiati di Viagra".
La compensazione, che include sostegno finanziario, medico e psicologico, è frutto di quello che la 'first lady' Olena Zelenska ha definito "un passo importante per ripristinare la giustizia". "Giustizia per le vittime di violenza non è necessaria solo in Ucraina", ha aggiunto Zelenska.
A gestire il programma di compensazioni è il Fondo globale per i sopravvissuti, istituito nel 2019 dai premi Nobel per la pace Denis Mukewege e Nadia Murad per aiutare le vittime di violenze sessuali attuate nell'ambito di conflitti, un fondo che si basa sulle donazioni di Paesi stranieri. Il numero esatto delle vittime non è noto, ma si stima che si tratti di migliaia di persone.
"La riabilitazione e la compensazione sono elementi della riparazione, ma quello che è molto importante per i sopravvissuti è il riconoscimento" di quello che hanno subito, ha spiegato in una intervista al Guardian la direttrice del Fondo, Esther Dingemans. "Lo schema offre una conferma che quello che è accaduto loro è riconosciuto ufficialmente. E invia anche un messaggio alla comunità", aggiunge.
Fra le vittime che hanno denunciato lo stupro vi è Ludmila Huseynova, originaria di Novoazovsk, nella provincia di Donetsk, una delle otto civili ucraine rilasciate nel quadro del primo scambio di sole donne con la Russia insieme a 100 soldati ucraini, nell'ottobre del 2022. Aveva trascorso tre anni sequestrata dalle forze separatiste nella regione di Donetsk. chiusa in una gabbia sovraffollata, senza vedere il cielo, in un ambiente saturo di fumo di sigaretta. "Quando mi hanno rilasciato ho dovuto reimparare a usare le gambe e a respirare a pieni polmoni".
"Sono libera da più di un anno ma continuo a non dormire la notte. Mi sveglio sentendomi addosso il modo disgustoso in cui mi hanno toccata", ha affermato, denunciando che quando è stata rilasciata "non capivamo davvero neanche cosa fosse la violenza sessuale in ambito di un conflitto". Quando è stata rilasciata è stata ricoverata in un ospedale di Dmipropetrovsk, "dove non capivano come affrontare una sopravvissuta a torture sessuali e non sono stati in grado di parlarmi, o curarmi nel modo giusto".
Quando le forze russe hanno occupato la sua città nel 2014, ha cominciato ad aiutare gli orfani raccogliendo donazioni da tutto il Paese. Era stata arrestata per aver distribuito ai bambini libri in lingua ucraina. Da mesi ha iniziato a lavorare con il Fondo.
Huseynova cerca di aiutare altre donne di Donetsk che, come lei, sono state detenute per anni. E denuncia che non ricevono alcun aiuto, che non c'è nessuna missione o aiuti umanitari nella regione, e sono perfino prive di assorbenti. Ma qualcosa si sta muovendo. Oltre all'impegno di Zelenska, alla Rada è in discussione un progetto di legge proprio sulla violenza sessuale in ambito di guerra, che prevede l'istituzione di un registro nazionale per registrare i casi.
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Re Carlo torna agli impegni pubblici. I medici: “Fa...
Martedì prossimo visiterà un centro di oncologia con Camilla
Re Carlo torna a svolgere i suoi impegni pubblici dalla prossima settimana. Il team medico del sovrano britannico è, infatti, "molto incoraggiato" dai progressi registrati nel trattamento cui si sottopone dall'inizio di febbraio e che proseguirà. Ad annunciarlo è stato un portavoce di Buckingham Palace: "Il team medico di Sua Maestà è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".
"Il programma di cure di Sua Maestà continuerà, ma i medici sono sufficientemente soddisfatti dei progressi compiuti finora", tali per cui "il Re è ora in grado di riprendere una serie di compiti a contatto con il pubblico". Assieme alla dichiarazione è arrivata anche una nuova fotografia del Re e della Regina, scattata a Buckingham Palace il 10 aprile, il giorno dopo il loro 19mo anniversario di matrimonio.
Il ritorno agli impegni di Carlo avverrà con la visita della coppia reale a un centro di oncologia martedì. "Questa visita sarà la prima di una serie di impegni esterni che Sua Maestà intraprenderà nelle prossime settimane", ha aggiunto Buckingham Palace. "Inoltre, il Re e la Regina ospiteranno le Loro Maestà l'Imperatore e l'Imperatrice del Giappone per una visita di Stato a giugno". Il Re e la Regina celebreranno il primo anniversario della loro incoronazione il 6 maggio.
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Ucraina-Russia, Blinken: “Cina aiuta Mosca in...
Il segretario di Stato americano: "Pechino agisca o lo faranno gli Usa"
La Cina aiuta la Russia nella guerra contro l'Ucraina. E gli Stati Uniti, se Pechino non cambierà rotta, sono pronti ad agire. E' il messaggio che il segretario di Stato americano, Antony Blinken, recapita nella sua visita in Cina. "La Russia avrebbe problemi a sostenere il suo assalto all'Ucraina senza il sostegno della Cina", dice Blinken in conferenza stampa, dopo i colloqui con il leader cinese Xi Jinping e il capo della diplomazia, Wang Yi.
La Cina potrebbe avere "relazioni migliori" con gli Stati Uniti o l'Unione Europea se Pechino o "alcune delle sue aziende" smettere di fornire "componenti critiche" grazie alle quali la Russia può produrre più munizioni, ribadisce poi in un'intervista alla Bbc al termine della sua visita in Cina, spiegando che tra queste componenti ci sono "macchine utensili, microelettronica e ottica", in sostanza tecnologia che può avere un uso civile e militare.
"Questo sta aiutando la Russia a perpetuare la sua aggressione contro l'Ucraina, ma sta anche creando una crescente minaccia all'Europa a causa dell'aggressione russa", accusa il capo della diplomazia di Washington, secondo cui, così facendo, Pechino sta "contribuendo ad alimentare la più grande minaccia alla sicurezza (dell'Europa) dalla fine della Guerra Fredda". "Abbiamo già intrapreso azioni contro le entità cinesi che sono coinvolte in questo - ricorda Blinken - E quello che dico chiaramente oggi è che se la Cina non agirà, lo faremo noi".
Blinken si sofferma anche sui rapporti tra Cina e Teheran. Il segretario di Stato sollecita Pechino a sfruttare la sua influenza "per dissuadere l'Iran e i suoi proxy dall'allargamento del conflitto in Medio Oriente", mentre nel mosaico internazionale rischia di rafforzarsi l'asse Mosca-Teheran.
La Russia infatti è pronta ad espandere la cooperazione militare e tecnica con l'Iran, come assicura il ministro della Difesa di Mosca, Sergei Shoigu, nell'incontro avuto con l'omologo di Teheran, Gharaei Ashtiani, ad Astana, a margine di una riunione dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, che riunisce Russia, India, Cina, Iran, Pakistan, Kazakistan, Uzbekistan, Kyrgyzstan e Tagikistan. La Tass cita il ministro iraniano, secondo il quale i rapporti tra Mosca e Teheran "si stanno approfondendo ed espandendo, arrivando a un nuovo livello".
Da Ashtani, quindi, ringraziamenti a Shoigu per il sostegno ricevuto dopo l'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco lo scorso primo aprile. "Vorrei approfittare di questa opportunità per ringraziarvi per il vostro atteggiamento equo e onesto nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran, per il vostro sostegno al momento dell'attacco al nostro consolato a Damasco e per la vostra risposta equilibrata alla nostra ritorsione proporzionata", dice.
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Biden e la confessione choc: “Ho pensato al...
Il presidente americano: "E' stato quando morì la mia prima moglie"
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante un'intervista radiofonica a Howard Stern, ha ammesso di aver pensato al suicidio dopo la morte della sua prima moglie Neilia e della figlia Naomi di 13 mesi in un incidente stradale nel 1972.
"Mi sedevo lì e pensavo solo che avrei tirato fuori una bottiglia di scotch. La berrò e mi ubriacherò", ha dichiarato il presidente, che ha poi confessato: "Non devi essere pazzo per suicidarti. In un breve momento, ho pensato di andare al (ponte, ndr.) Delaware Memorial e saltare, ma avevo due figli".
"Pronto a un dibattito con Trump"
"Non so quando e non so dove, ma sono felice di fare un dibattito con lui" ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso di un'intervista a Howard Stern che gli ha chiesto se fosse disponibile per un dibattito con il suo sfidante repubblicano, Donald Trump.