Esteri
Litvak: “Tra Israele e Iran crisi rischia di finire...
Litvak: “Tra Israele e Iran crisi rischia di finire fuori controllo”
L'esperto dell'Università di Tel Aviv teme una rappresaglia di Teheran e che Israele possa intensificare la battaglia contro Hezbollah per ridurre i rischi al nord
Né Israele, né l'Iran vogliono un conflitto diretto. Ma ''potrebbe esserci una escalation'', un momento ''in cui una parte colpisce più duramente dell'altra'' con il risultato che venga ''perso il controllo della situazione''. Lo ha spiegato ad Adnkronos Meir Litvak, docente di Storia del Medio Oriente ed esperto di Iran all'università di Tel Aviv. Ma se questo scenario rientra in quello della possibilità, ciò che ''è quasi certo'' è che ''l'Iran tenterà di reagire'' agli attacchi israeliani. ''C'è una grande probabilità di ritorsioni iraniane'', ritiene Litvak, mentre dalla parte di Israele quello che si aspetta è che ''è possibile che ci sia il desiderio di intensificare la battaglia contro Hezbollah''. E questo ''perché l’attuale guerra di logoramento che si svolge al confine settentrionale avvantaggia Hezbollah e il costo per Israele è alto''.
Ma ci sono delle linee rosse che non verranno superate, ovvero ''Israele non attaccherà il territorio iraniano a meno che l'Iran non sferri un attacco importante contro Israele dal suo territorio'', precisa l'analista. ''Israele non attaccherà gli impianti nucleari iraniani senza il via libera degli Stati Uniti'', aggiunge. E ancora: ''Israele non attaccherà obiettivi civili in Iran a caso, a differenza di Hezbollah che mira a obiettivi civili israeliani''. In ogni caso ''sia Israele sia l’Iran negli ultimi mesi sono stati impegnati in un conflitto controllato. L’Iran ha utilizzato Hezbollah per sferrare attacchi contro Israele e Israele ha cercato per sette anni di bloccare le spedizioni di armi dall’Iran a Hezbollah attraverso la Siria. Le due parti sono state attente a non trasformare il conflitto in una guerra su vasta scala'', ha sottolineato.
Sulla possibilità di una rappresaglia iraniana per l'attacco subito, Litvak ricorda che ''in passato abbiamo assistito a diverse azioni intraprese dall'Iran. L'attacco alle ambasciate israeliane, a Nuova Delhi e in Asia centrale. L'attacco alle istituzioni ebraiche, con due attentati di grande successo in Argentina che hanno ucciso decine di persone. Attacchi ai turisti israeliani, come quello in Bulgaria. Un tentativo di assassinare una figura di spicco israeliana. Un tentativo di attacco ad un porto israeliano che ha ucciso decine di persone''.
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Re Carlo torna agli impegni pubblici. I medici: “Fa...
Martedì prossimo visiterà un centro di oncologia con Camilla
Re Carlo torna a svolgere i suoi impegni pubblici dalla prossima settimana. Il team medico del sovrano britannico è, infatti, "molto incoraggiato" dai progressi registrati nel trattamento cui si sottopone dall'inizio di febbraio e che proseguirà. Ad annunciarlo è stato un portavoce di Buckingham Palace: "Il team medico di Sua Maestà è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".
"Il programma di cure di Sua Maestà continuerà, ma i medici sono sufficientemente soddisfatti dei progressi compiuti finora", tali per cui "il Re è ora in grado di riprendere una serie di compiti a contatto con il pubblico". Assieme alla dichiarazione è arrivata anche una nuova fotografia del Re e della Regina, scattata a Buckingham Palace il 10 aprile, il giorno dopo il loro 19mo anniversario di matrimonio.
Il ritorno agli impegni di Carlo avverrà con la visita della coppia reale a un centro di oncologia martedì. "Questa visita sarà la prima di una serie di impegni esterni che Sua Maestà intraprenderà nelle prossime settimane", ha aggiunto Buckingham Palace. "Inoltre, il Re e la Regina ospiteranno le Loro Maestà l'Imperatore e l'Imperatrice del Giappone per una visita di Stato a giugno". Il Re e la Regina celebreranno il primo anniversario della loro incoronazione il 6 maggio.
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Ucraina-Russia, Blinken: “Cina aiuta Mosca in...
Il segretario di Stato americano: "Pechino agisca o lo faranno gli Usa"
La Cina aiuta la Russia nella guerra contro l'Ucraina. E gli Stati Uniti, se Pechino non cambierà rotta, sono pronti ad agire. E' il messaggio che il segretario di Stato americano, Antony Blinken, recapita nella sua visita in Cina. "La Russia avrebbe problemi a sostenere il suo assalto all'Ucraina senza il sostegno della Cina", dice Blinken in conferenza stampa, dopo i colloqui con il leader cinese Xi Jinping e il capo della diplomazia, Wang Yi.
La Cina potrebbe avere "relazioni migliori" con gli Stati Uniti o l'Unione Europea se Pechino o "alcune delle sue aziende" smettere di fornire "componenti critiche" grazie alle quali la Russia può produrre più munizioni, ribadisce poi in un'intervista alla Bbc al termine della sua visita in Cina, spiegando che tra queste componenti ci sono "macchine utensili, microelettronica e ottica", in sostanza tecnologia che può avere un uso civile e militare.
"Questo sta aiutando la Russia a perpetuare la sua aggressione contro l'Ucraina, ma sta anche creando una crescente minaccia all'Europa a causa dell'aggressione russa", accusa il capo della diplomazia di Washington, secondo cui, così facendo, Pechino sta "contribuendo ad alimentare la più grande minaccia alla sicurezza (dell'Europa) dalla fine della Guerra Fredda". "Abbiamo già intrapreso azioni contro le entità cinesi che sono coinvolte in questo - ricorda Blinken - E quello che dico chiaramente oggi è che se la Cina non agirà, lo faremo noi".
Blinken si sofferma anche sui rapporti tra Cina e Teheran. Il segretario di Stato sollecita Pechino a sfruttare la sua influenza "per dissuadere l'Iran e i suoi proxy dall'allargamento del conflitto in Medio Oriente", mentre nel mosaico internazionale rischia di rafforzarsi l'asse Mosca-Teheran.
La Russia infatti è pronta ad espandere la cooperazione militare e tecnica con l'Iran, come assicura il ministro della Difesa di Mosca, Sergei Shoigu, nell'incontro avuto con l'omologo di Teheran, Gharaei Ashtiani, ad Astana, a margine di una riunione dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, che riunisce Russia, India, Cina, Iran, Pakistan, Kazakistan, Uzbekistan, Kyrgyzstan e Tagikistan. La Tass cita il ministro iraniano, secondo il quale i rapporti tra Mosca e Teheran "si stanno approfondendo ed espandendo, arrivando a un nuovo livello".
Da Ashtani, quindi, ringraziamenti a Shoigu per il sostegno ricevuto dopo l'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco lo scorso primo aprile. "Vorrei approfittare di questa opportunità per ringraziarvi per il vostro atteggiamento equo e onesto nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran, per il vostro sostegno al momento dell'attacco al nostro consolato a Damasco e per la vostra risposta equilibrata alla nostra ritorsione proporzionata", dice.
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Biden e la confessione choc: “Ho pensato al...
Il presidente americano: "E' stato quando morì la mia prima moglie"
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante un'intervista radiofonica a Howard Stern, ha ammesso di aver pensato al suicidio dopo la morte della sua prima moglie Neilia e della figlia Naomi di 13 mesi in un incidente stradale nel 1972.
"Mi sedevo lì e pensavo solo che avrei tirato fuori una bottiglia di scotch. La berrò e mi ubriacherò", ha dichiarato il presidente, che ha poi confessato: "Non devi essere pazzo per suicidarti. In un breve momento, ho pensato di andare al (ponte, ndr.) Delaware Memorial e saltare, ma avevo due figli".
"Pronto a un dibattito con Trump"
"Non so quando e non so dove, ma sono felice di fare un dibattito con lui" ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel corso di un'intervista a Howard Stern che gli ha chiesto se fosse disponibile per un dibattito con il suo sfidante repubblicano, Donald Trump.