Economia
Csel, da 8 per mille fondi per 64 interventi di edilizia,...
Csel, da 8 per mille fondi per 64 interventi di edilizia, 60% va al Sud e Isole
Da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali per Adnkronos
Adeguamento degli impianti e rifacimento della copertura del plesso scolastico S. Arena di Valguarnera Caropepe, miglioramento sismico della scuola del comune di Castelfranco in Miscano e della palestra scolastica di Pontremoli. E, ancora, messa in sicurezza e ripristino dell’agibilità della palestra della scuola di Strongoli. Sono solo alcuni dei 64 interventi che sono stati finanziati con le risorse derivanti all’8 per mille e destinate all’edilizia scolastica che sono state ripartite con un decreto del ministero dell’Istruzione e del merito, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 12 dicembre.
Ma su quali scuole, nello specifico, verranno reinvestiti i 22 milioni di euro donati dagli italiani a questo scopo in sede di dichiarazione dei redditi? Sono 64 gli istituti finiti in posizione utile nella graduatoria stilata dal ministero dell’Istruzione. Gli enti locali competenti, che dovranno ora attivarsi per affidare i lavori entro un anno e ultimarli entro i dodici mesi successivi, sono 5 province, tre città metropolitane e 56 comuni, dislocati in dodici regioni e 42 province.
Da un’elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel) per Adnkronos, è emerso che il 60% di questi denari (13,3 milioni di euro) è stato destinato a 35 istituti scolastici ubicati nelle regioni del Mezzogiorno e nelle isole. Il 33%, pari a 7,2 milioni, è confluito nel Settentrione e sarà utilizzato per migliorare le condizioni di 25 scuole. Infine, il 6% del totale (circa 1,4 milioni di euro), è stato assegnato a quattro scuole del Centro Italia, una toscana e tre laziali.
Le regioni che hanno catalizzato il grosso delle risorse sono: la Sicilia, dove saranno ristrutturate 12 scuole grazie a stanziamenti per oltre 4,3 milioni di euro, la Calabria (3,1 milioni per otto interventi finanziati), la Lombardia (2,9 milioni per dieci interventi) e la Campania (2,4 milioni per 6 interventi). Seguono: il Piemonte (1,8 milioni per 6 scuole), la Puglia (1,8 milioni per 5 interventi), la Sardegna (quasi 1,6 milioni per 4 scuole), il Lazio (oltre un milione di euro per i lavori in 3 istituti scolastici) e la Liguria (circa 900mila euro per 4 interventi). Chiudono il cerchio - posto che le restanti regioni non menzionate sono escluse dal riparto - l’Emilia Romagna (oltre 800mila euro per tre interventi), il Veneto (790mila euro due istituti scolastici) e la Toscana, in cui all’unica scuola in posizione utile in graduatoria sono stati assegnati 400mila euro.
La provincia più densa di interventi di edilizia scolastica, resi possibili dall’8 per mille, è Cosenza, con ben 5 interventi, finanziati con poco meno di 2 milioni di euro. Seguono Catania, in cui 4 scuole hanno intercettato poco meno di 1,6 milioni, e Genova che darà il via a 4 cantieri e potrà contare su oltre 900mila euro.
I fondi dell’otto per mille che vengono destinati allo Stato possono essere utilizzati per cinque finalità: contrasto alla fame del mondo; interventi in caso di calamità naturale, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali e interventi per gli immobili adibiti all’istruzione scolastica, di proprietà pubblica dello Stato, degli enti locali territoriali e del Fondo edifici di culto. Nello specifico, le risorse derivanti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche di chi opta per quest’ultima finalità possono essere destinate alla ristrutturazione, il miglioramento, la messa in sicurezza, l’adeguamento antisismico e l’efficientamento energetico degli edifici.
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Ita-Lufthansa, rinvio in vista: l’Ue attende nuove...
Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza
Sulla questione Ita Airways e Lufthansa la Commissione europea attende nuove proposte sul taglio delle rotte con un probabile rinvio della decisione a metà giugno. Per l'acquisto del 41% di Ita il gruppo tedesco vuole investire 325 milioni ma Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza.
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Webuild, bilancio e nuovo Cda lanciano titolo in Borsa...
Giornata particolarmente brillante in Borsa per Webuild che, dopo l'approvazione del bilancio 2023 e la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione, che ha riconfermato Pietro Salini come amministratore delegato, chiude la seduta odierna di scambi in deciso rialzo: il titolo balza a quota +5,17% attestandosi a 2,27 euro per azione.
L'assemblea degli azionisti della società, riunitasi questa mattina, ha approvato anche la distribuzione di un dividendo per un importo pari a 0,071 euro per ciascuna azione ordinaria ed 0,824 euro per ciascuna azione di risparmio esistente ed avente diritto al dividendo alla data di stacco della cedola.
Quanto al nuovo cda, composto da 15 membri, vede Gian Luca Gregori con funzioni di presidente, oltre a Davide Croff, Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, Paola Fandella, Francesca Fonzi, Flavia Mazzarella, Itzik Michael Meghnagi, Francesco Renato Mele, Teresa Naddeo, Alessandro Salini, Pietro Salini, Serena Torielli, Michele Valensise, Laura Zanetti e Francesco Chiappetta.
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Università, Free Academy: “Atenei tradizionali e...
Benché l’Italia abbia un bassissimo numero di laureati (in Europa unicamente la Romania ha risultati peggiori), all’interno del bilancio pubblico il comparto universitario pesa in maniera significativa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anvur, il Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) delle università ammonta a 9,205 miliardi di euro, che vanno a coprire più dei 2/3 delle necessità delle università statali. Di questa somma, soltanto lo 0,73% (68 milioni di euro) è destinato alle università non statali, sia tradizionali sia telematiche.
A giudizio di Aurelio Mustacciuoli, responsabile Studi e Ricerche di Free Academy, “limitandoci a considerare l’Ffo lo studente di un’università statale ogni anno costa al contribuente ben 5.701 euro, mentre di media uno studente delle università private costa 195 euro. Se poi si considerano le università telematiche (lasciando quindi da parte gli atenei privati tradizionali: la Bocconi di Milano, la Luiss di Roma ecc.) le risorse che lo Stato destina alle università online ammontano a soli 2,8 milioni”. Questo significa che uno studente universitario telematico grava sullo Stato per la risibile cifra di 12,5 euro: lo 0,21% di quanto costa in media uno studente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, della Sapienza di Roma o della Federico II di Napoli.
Non basta. La maggior parte delle università telematiche sono fondazioni, ma alcune di loro – quelle più 'sotto attacco' da parte dei difensori dello status quo – sono società di capitali e quindi ogni anno versano somme considerevoli all’erario. Sempre ad avviso di Mustacciuoli, “considerando unicamente il gruppo universitario Multiversity (che è controllato dal fondo Cvc Capital Partners e che include Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma) nel 2022 per le sole imposte dirette è stato registrato un esborso di 43 milioni di euro: il che significa che soltanto questi tre atenei online danno allo Stato ben 15 volte quanto tutte le università telematiche nel loro insieme ottengono in forma di Ffo”. Quindi vi sono ben 5050 studenti italiani delle università pubbliche che possono studiare grazie alle entrate fiscali garantite dal gruppo Multiversity.
Da questo punto di vista, una crescita degli atenei privati telematici – la cui retta è mediamente assai inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali – condurrebbe non soltanto a un minor costo complessivo per ogni studente, ma aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.
In conclusione, secondo Mustacciuoli, “alla luce dei dati sopra riportati è chiaro che lo studente tradizionale costa allo Stato ben 5.701 euro soltanto per l’Ffo, mentre ognuno degli oltre 144 mila studenti di Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma (a.a. 2022-23) porta alle casse statali 331 euro. Si tratta di cifre che devono far riflettere”.