Economia
Pneumatici estivi per auto, da Altroconsumo test e consigli...
Pneumatici estivi per auto, da Altroconsumo test e consigli per scegliere la gomma giusta
In vista dell’annuale appuntamento con il cambio gomme estive, che deve essere effettuato entro il 15 maggio
In vista dell’annuale appuntamento con il cambio gomme estive, che deve essere effettuato entro il 15 maggio, Altroconsumo ha svolto un’indagine che ha coinvolto 16 diversi modelli di pneumatici disponibili sul mercato, con l’obiettivo di aiutare i consumatori ad orientarsi nella scelta e nella valutazione dei migliori modelli. I test sono stati condotti sottoponendo gli pneumatici selezionati a diverse condizioni atmosferiche, sia su strada asciutta sia su strada bagnata, per verificarne stabilità, comodità di guida, risposta allo sterzo, comportamento in caso di imprevisto, prestazioni in frenata e risposta in condizioni di aquaplaning, nel rispetto degli standard stabiliti dal protocollo Adac, sviluppato in accordo anche con Altroconsumo.
Dall’indagine condotta emerge che tra gli pneumatici estivi coinvolti il migliore, in termini di qualità globale, è Continental Premiumcontact 7, con un punteggio di 75/100, che gli è valso il riconoscimento di Migliore del Test, avendo superato con successo sia le prove di guida su strada asciutta sia su strada bagnata, oltre che in frenata. Pur ottenendo una valutazione meno positiva nella prova di aquaplaning, comunque oltre la sufficienza. La seconda posizione, invece, è ricoperta da Michelin Primacy 4+, con un punteggio di qualità globale di 69/100, ed il riconoscimento come Miglior Scelta Green. Uno pneumatico durevole ed equilibrato, con prestazioni positive sia su strada asciutta sia bagnata, consumi ridotti e durata prevista molto elevata.
Segue Kumho Ecsta HS52, con un punteggio di qualità globale pari a 68/100, e il riconoscimento come Miglior Acquisto, grazie alla positiva valutazione nella guida su strada asciutta, alla sua durevolezza, e al prezzo, più basso rispetto alla media. Penalizzato, però, nel test sulla valutazione della sostenibilità.
Tutti gli pneumatici coinvolti nell’indagine sono stati valutati anche sul piano della sostenibilità. Le gomme sono composte per la maggior parte da derivati del petrolio e per questo sono per loro natura poco sostenibili. Ma, tra i diversi marchi, è possibile osservare delle differenze di rilievo, anche in funzione delle prove di ecoscore condotte. Queste si riferiscono anche ad aspetti legati al comportamento di chi è al volante, che incide sulla durata dello pneumatico, sul consumo di carburante e sul rumore emesso.
Inoltre, i diversi pneumatici offrono il meglio in relazione alle condizioni climatiche ed ambientali alle quali sono sottoposte. Dunque, non è detto che il cambio gomme sia sempre necessario. Occorre chiedersi quante volte in inverno capiterà di guidare con temperature inferiori ai 7°C, condizioni ottimali per gli pneumatici invernali.
Economia
Ita-Lufthansa, rinvio in vista: l’Ue attende nuove...
Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza
Sulla questione Ita Airways e Lufthansa la Commissione europea attende nuove proposte sul taglio delle rotte con un probabile rinvio della decisione a metà giugno. Per l'acquisto del 41% di Ita il gruppo tedesco vuole investire 325 milioni ma Bruxelles teme che con il matrimonio tra le compagnie venga ridotta la concorrenza.
Economia
Webuild, bilancio e nuovo Cda lanciano titolo in Borsa...
Giornata particolarmente brillante in Borsa per Webuild che, dopo l'approvazione del bilancio 2023 e la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione, che ha riconfermato Pietro Salini come amministratore delegato, chiude la seduta odierna di scambi in deciso rialzo: il titolo balza a quota +5,17% attestandosi a 2,27 euro per azione.
L'assemblea degli azionisti della società, riunitasi questa mattina, ha approvato anche la distribuzione di un dividendo per un importo pari a 0,071 euro per ciascuna azione ordinaria ed 0,824 euro per ciascuna azione di risparmio esistente ed avente diritto al dividendo alla data di stacco della cedola.
Quanto al nuovo cda, composto da 15 membri, vede Gian Luca Gregori con funzioni di presidente, oltre a Davide Croff, Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, Paola Fandella, Francesca Fonzi, Flavia Mazzarella, Itzik Michael Meghnagi, Francesco Renato Mele, Teresa Naddeo, Alessandro Salini, Pietro Salini, Serena Torielli, Michele Valensise, Laura Zanetti e Francesco Chiappetta.
Economia
Università, Free Academy: “Atenei tradizionali e...
Benché l’Italia abbia un bassissimo numero di laureati (in Europa unicamente la Romania ha risultati peggiori), all’interno del bilancio pubblico il comparto universitario pesa in maniera significativa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anvur, il Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) delle università ammonta a 9,205 miliardi di euro, che vanno a coprire più dei 2/3 delle necessità delle università statali. Di questa somma, soltanto lo 0,73% (68 milioni di euro) è destinato alle università non statali, sia tradizionali sia telematiche.
A giudizio di Aurelio Mustacciuoli, responsabile Studi e Ricerche di Free Academy, “limitandoci a considerare l’Ffo lo studente di un’università statale ogni anno costa al contribuente ben 5.701 euro, mentre di media uno studente delle università private costa 195 euro. Se poi si considerano le università telematiche (lasciando quindi da parte gli atenei privati tradizionali: la Bocconi di Milano, la Luiss di Roma ecc.) le risorse che lo Stato destina alle università online ammontano a soli 2,8 milioni”. Questo significa che uno studente universitario telematico grava sullo Stato per la risibile cifra di 12,5 euro: lo 0,21% di quanto costa in media uno studente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, della Sapienza di Roma o della Federico II di Napoli.
Non basta. La maggior parte delle università telematiche sono fondazioni, ma alcune di loro – quelle più 'sotto attacco' da parte dei difensori dello status quo – sono società di capitali e quindi ogni anno versano somme considerevoli all’erario. Sempre ad avviso di Mustacciuoli, “considerando unicamente il gruppo universitario Multiversity (che è controllato dal fondo Cvc Capital Partners e che include Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma) nel 2022 per le sole imposte dirette è stato registrato un esborso di 43 milioni di euro: il che significa che soltanto questi tre atenei online danno allo Stato ben 15 volte quanto tutte le università telematiche nel loro insieme ottengono in forma di Ffo”. Quindi vi sono ben 5050 studenti italiani delle università pubbliche che possono studiare grazie alle entrate fiscali garantite dal gruppo Multiversity.
Da questo punto di vista, una crescita degli atenei privati telematici – la cui retta è mediamente assai inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali – condurrebbe non soltanto a un minor costo complessivo per ogni studente, ma aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.
In conclusione, secondo Mustacciuoli, “alla luce dei dati sopra riportati è chiaro che lo studente tradizionale costa allo Stato ben 5.701 euro soltanto per l’Ffo, mentre ognuno degli oltre 144 mila studenti di Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma (a.a. 2022-23) porta alle casse statali 331 euro. Si tratta di cifre che devono far riflettere”.