Cronaca
Lazio, via libera alle leggi su dimore storiche e dialetti
Due leggi approvate oggi dall’Aula del Consiglio regionale del Lazio presieduta da Giuseppe Cangemi. La prima, approvata all’unanimità, reca 'Modifiche alla legge regionale 20 giugno 2016, n. 8 (Interventi di valorizzazione delle dimore, ville, complessi architettonici, parchi e giardini di valore storico e culturale della Regione Lazio e disposizioni a tutela della costa laziale) e successive modifiche', mentre la seconda, votata con 36 voti favorevoli e uno contrario, concerne la 'Salvaguardia e valorizzazione dei dialetti del Lazio'.
In quanto firmatario di entrambe, il consigliere Cosmo Mitrano di Forza Italia si è incaricato dell’illustrazione all’Aula di entrambi i provvedimenti. Il primo, che era la proposta di legge n. 96 dell’11 ottobre 2023, vuole dare, ha detto il consigliere, la possibilità di non avere un perimetro chiuso per quanto riguarda l’accreditamento delle dimore e residenze di valore storico e culturale, bensì concedere la possibilità di procedere ad esso in qualsiasi momento si renda necessario. A tale scopo i suoi quattro articoli, approvati senza emendamenti, vanno a modificare la normativa del 2016 (legge regionale n. 8), sostituendo altresì nei punti in cui era citata l’Agenzia del turismo con la Direzione regionale competente.
Per quanto riguarda la seconda proposta di legge, la n. 55 del 26 luglio 2023, essa, sempre secondo il consigliere Mitrano, vuole istituzionalizzare un’opera di salvaguardia del patrimonio culturale costituito dai dialetti esistenti nella nostra Regione, che già ad oggi viene svolta, ma su base volontaria. 500 mila euro nel triennio che va da quest’anno fino al 2026 sono stati destinati a questo scopo, ha aggiunto il consigliere. Si istituisce anche un registro dei dialetti del Lazio con questa proposta, e si potrebbe anche pensare a un festival dei dialetti del Lazio.
Dei suoi otto articoli, tre hanno subito modifiche nel corso dei lavori d’Aula: l’articolo 2, che tratta degli 'Interventi', su iniziativa emendativa della consigliera Eleonora Mattia, del Partito democratico; l’articolo 3, che disciplina il piano annuale degli interventi, sempre su proposta della consigliera del Pd; l’articolo 4, che disciplina il Comitato scientifico per la salvaguardia e la valorizzazione dei dialetti, con due emendamenti, uno ancora di Mattia riformulato dalla Giunta e uno di Mitrano. Tutti gli altri articoli sono stati approvati così come presentati all’Aula.
Nel dibattito che aveva preceduto il voto, Mattia ha annunciato il voto favorevole del gruppo del Pd, anche come testimonianza di impegno del partito a essere collaborativo, sebbene in precedenza la consigliera avesse fatto delle rimostranze, a cui aveva replicato Daniele Sabatini di Fratelli d’Italia, sull’andamento dei lavori in Consiglio, specie con riferimento alla calendarizzazione delle commissioni.
In direzione della valorizzazione del patrimonio regionale va questa proposta di legge anche secondo Luciano Crea della Lista Rocca presidente. Massimiliano Valeriani del Pd ha affermato che sarebbe addirittura a favore di un incremento dei fondi destinati a questa proposta di legge, tanto essa ricopre un ruolo importante, a suo avviso, nel settore della cultura, che è un campo in cui questa Giunta sta facendo poco, secondo lui. Marco Bertucci di Fratelli d’Italia ha replicato a questa affermazione dicendo che essa è infondata, a suo avviso, perché l’opera in campo culturale di una Giunta non si misura solo sulla base del numero delle leggi approvate; questo, nell’annunciare anch’egli il voto favorevole alla proposta in esame. Richiesta di sottoscrizione della proposta è arrivata da Roberta Della Casa di Forza Italia, e parole di elogio per l’iniziativa sono state dette anche da Nazareno Neri di Noi moderati e dai consiglieri di Fratelli d’Italia Edy Palazzi e Vittorio Sambucci.
Cronaca
Università, Siaarti: ‘abolizione numero chiuso...
Giarratano, 'non pronti ad accogliere 50mila iscritti. Rivedere sistema quiz, è sbagliato perché premia i fortunati non i più preparati'
"Come Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva diciamo 'no' ai test che selezionano i fortunati anziché i più preparati. Ma diciamo 'no' anche ad un provvedimento che mette in difficoltà le università italiane, perché per carenze di aule e di docenti non sono pronte a ricevere circa 50mila iscritti alle Facoltà di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria. Per garantire il sistema approvato in Senato, occorrerebbero investimenti sull'università. Una situazione che, altrimenti, creerebbe il caos e sempre più disparità di accesso, dopo il primo anno". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Siaarti Antonino Giarratano, dopo il via libera al testo base per la riforma dell'ingresso a Medicina adottato all'unanimità dal Senato, che abolisce dal prossimo anno i test d'ingresso, con un'apertura a tutti nel primo semestre e la prosecuzione del percorso formativo in base ai risultati ottenuti, mantenendo programmazione e graduatoria.
Come Siaarti siamo invece "a favore di un modello che permetta a tutti coloro che lo meritano di entrare in Medicina - aggiunge Giarratano - ferma restando la necessità di una programmazione che non crei una pletora di medici 'formati per corrispondenza o a distanza', quindi online per mancanza di aule e docenti in presenza. Occorre rivedere e abolire l'attuale sistema dei test e al tempo stesso investire su università e formazione creando sistemi equi di valutazione".
Cronaca
Università, Salutequità:’in Italia mancano...
'In settori quali emergenza, anestesia, rianimazione presto avremo forte carenza di queste figure professionali'
"Abolendo il numero chiuso alla Facoltà di Medicina non si risolvono i problemi dell'assistenza e si rischia anche di creare medici disoccupati. Questo perché l'Italia, secondo gli ultimi dati Ocse al 2023, ha 4,3 medici ogni mille abitanti rispetto a una media europea di 4, quindi già oggi come numero assoluto in eccesso. Quello che manca invece sono gli specialisti 'mirati' in settori come emergenza, geriatria, anestesia, rianimazione, cure palliative e la stessa medicina generale, dove l'età porterà presto a una forte carenza di queste figure professionali sul territorio". Così all'Adnkronos Salute il presidente di Salutequità Tonino Aceti, dopo il via libera al testo base per la riforma dell'ingresso a Medicina adottato all'unanimità dal Senato, che abolisce dal prossimo anno i test d'ingresso, con un'apertura a tutti nel primo semestre e la prosecuzione del percorso formativo in base ai risultati ottenuti, mantenendo programmazione e graduatoria.
"Al contrario, abbiamo una fortissima carenza di infermieri che oggi, sempre secondo il dato Ocse, sono in Italia 6,4 ogni mille abitanti contro la media europea di 9,5 - sottolinea Aceti - Anche in questo caso lavorare solo sull'incremento dei posti disponibili per i percorsi universitari non risolverebbe il problema delle carenze infermieristiche. Infatti, la media nazionale delle domande dell'iscrizione ad infermieristica è di 1,2 domande per posto messo a bando, e in alcune regioni non è stata raggiunta neanche 1 domanda per 1 posto".
Per questi motivi, "occorre mettere in campo politiche e provvedimenti concreti volti a strutturare un percorso che punti a 5 obiettivi", elenca l'esperto. "1. Maggior benessere organizzativo (oggi il burnout regna sovrano nelle professioni sanitarie tutte sottostimate come organici); 2. Più coraggio per innovare i modelli organizzativi e professionali al fine di renderli veramente al passo con i bisogni dei pazienti e del Servizio sanitario nazionale; 3. Più sicurezza per i professionisti oggetto di costanti e ripetute aggressioni verbali e fisiche; 4. Maggiori retribuzioni per rendere attrattivo il servizio pubblico rispetto al privato e più conveniente lavorare in Italia rispetto che andare all'estero; 5. Politiche fiscali diverse che consentano non solo di alleggerire il peso per gli studenti", ma anche di "invogliare al rientro nel nostro Paese gli oltre 25.000 medici e 30.000 infermieri laureati in Italia - dove la formazione è tra le migliori al mondo, come tutti ci riconoscono, e che è costata oltre 5 miliardi per queste due professioni - che oggi lavorano altrove, con maggiori guadagni e un futuro/carriera assicurato".
Cronaca
Beltempo nel weekend ma la pioggia torna per il 1° maggio
La giornata più calda sarà quella di lunedì con picchi di 30 gradi al centro-sud
Ultimo weekend di aprile all'insegna del bel tempo con temperature che al Centro-Sud raggiungeranno i 24-25 gradi. Ma è da lunedì l'anticiclone africano farà sentire i suoi effetti portando il termometro fino a 28-30 gradi soprattutto nelle aree interne del Centro-Sud. Al Nord invece sono previste ancora piogge sparse e nevicate sulle Alpi. L'instabilità tornerà poi da martedì portando piogge anche per il 1 maggio.