Sprint finale per un posto in Champions League, possibili sei italiane
Al momento le uniche sicure di un posto sono l'Inter vincitrice dello scudetto e il Milan, secondo e non raggiungibile dalla sesta in classifica
La nuova Champions League che prenderà il via il prossimo anno avrà sicuramente, almeno, cinque squadre italiane impegnate. Un risultato straordinario per il tanto bistrattato calcio italiano, che permetterà di iscrivere un club in più rispetto alle passate stagioni grazie ai risultati ottenuti dalle nostre rappresentanti in questo anno di competizioni europee e il conseguente primo posto nel ranking Uefa. L'ultimo tassello è arrivato grazie alla qualificazione di Roma, Atalanta e Fiorentina alle semifinali di Europa League e di Conference League. Ma l'Italia, se una tra Roma e Atalanta dovessero vincere l'Europa League, come ha chiarito la Uefa, avrebbe ben sei squadre nella massima competizione per club: 4 posti dal campionato, 1 per la detentrice dell’Europa League e 1 grazie al ranking Uefa.
Al momento le uniche sicure di un posto in Champions sono l'Inter vincitrice dello scudetto e il Milan, secondo e non raggiungibile dalla sesta in classifica. Al termine della 34esima giornata di Serie A, in cui la Juventus ha pareggiato con il Milan, la classifica vede i bianconeri di Allegri terzi a 65 punti, inseguiti dal Bologna di Thiago Motta, quarti a 63 punti e con lo scontro diretto da giocare al Dall'Ara. Al quinto posto attualmente c'è la Roma di De Rossi con 59 punti, seguita dall'Atalanta di Gasperini a 57, attualmente sesta, ma con una gara da recuperare, quella con la Fiorentina, che è ottava a 50 punti, preceduta dalla Lazio con 55.
Le prossime sfide
Da seguire con attenzione i prossimi scontri diretti con la Roma che ha sicuramente il calendario peggiore, dovendo ancora incontrare la Juventus e l'Atalanta, oltre alle due sfide con il Bayer Leverkusen, oltre a Genoa ed Empoli nelle ultime due giornate. I bergamaschi oltre alla sfida con i giallorossi dovranno incontrare Salernitana, Lecce e Torino, oltre al recupero con la Fiorentina e la doppia sfida di Coppa con il Marsiglia. Anche il Bologna dovrà fare attenzione dovendo giocare con i bianconeri e con il Napoli, al momento nono con 50 punti. Calendario migliore per la Lazio che dovrà vedersela con Monza, Empoli, Inter e Sassuolo. Delle prime otto, nella migliore delle ipotesi due dovranno 'accontentarsi' dell'Europa League, ma c'è anche uno scenario ulteriore e ancora più roseo per calcio italiano. Se, infatti, Roma o Atalanta dovessero vincere l’Europa League e la Fiorentina la Conference League chiudendo però il campionato oltre l’ottavo posto, sarebbero 10 le squadre classificate alla prossima stagione Europea, nelle tre competizioni.
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Roma-Torino, in panchina Juric ma è la partita di Friedkin...
Si gioca in una atmosfera sospesa, in attesa di una svolta che sembra comunque inevitabile, a prescindere dal risultato
Si gioca Roma-Torino e in panchina c'è, ancora, Ivan Juric. La partita dell'Olimpico è un passaggio chiave dell'ennesima settimana di confusione intorno alla società di Dan e Ryan Friedkin. Si gioca in una atmosfera sospesa, in attesa di una svolta che sembra comunque inevitabile, a prescindere dal risultato. Con la proprietà lontana, e ostinatamente in silenzio, le indiscrezioni che si raccolgono sono sempre, necessariamente, parziali. Dipendono dalla fonte che le riporta e dalla vicinanza, quasi sempre poca, all'unica versione realmente attendibile, quella che solo i proprietari americani possono esprimere.
Sulla panchina della Roma aleggia il profilo di un 'mister X', quello che alla fine sarà la scelta di Dan e Ryan Friedkin nel caso in cui si arrivasse, e la logica lascia prevedere che sia così, all'esonero di Juric. Secondo quello che l'Adnkronos è in grado di ricostruire, in questo scenario che inevitabilmente può subire continue e imprevedibili evoluzioni, ci sono diverse opzioni ancora aperte, compresa quella di un ritorno di Daniele De Rossi.
La risposta di Florent Ghisolfi al capitano Lorenzo Pellegrini, che escluderebbe il riavvicinamento con l'allenatore che era stato scelto per un progetto triennale e che è stato esonerato dopo quattro giornate di campionato, non chiuderebbe definitivamente la porta alla soluzione che sarebbe più gradita ai giocatori e ai tifosi della Roma. Dovrebbe passare per un chiarimento che ancora non c'è stato e dovrebbe anche superare un'impasse che sarebbe dettata anche da opinioni divergenti tra Dan e Ryan Friedkin. Ma resta una delle carte in mano alla proprietà americana.
I contatti con gli allenatori selezionati dalla agenzia di 'recruiting manager' a cui fa riferimento ci sono stati ma ci sono anche ancora dubbi sulla scelta finale. Sia per ragioni economiche sia per ragioni legate alla durata del contratto da offrire. A pesare ci sarebbe però anche il rapporto ormai compromesso con la città. I Friedkin non hanno più messo piede a Roma dopo l'esonero di De Rossi e, se è vero che non hanno intenzione di mostrarsi arrendevoli rispetto alle pressioni, soprattutto quelle dei giocatori che vengono considerati quantomeno corresponsabili dei cattivi risultati, potrebbero alla fine optare per una decisione che possa riportare l'entusiasmo completamente polverizzato negli ultimi 40 giorni. Per questo, mister X può essere un nome in grado di mettere d'accordo tutti o quasi, un allenatore di primo piano tra quelli che sono sul mercato o, con un passo indietro, proprio Daniele De Rossi. (Di Fabio Insenga)
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Di Sante alla maratona di New York con le parole del Papa:...
Il giornalista si è raccontato all'Adnkronos a tre giorni dalla gara
"Lo sport costruisca ponti, abbatta barriere e favorisca la pace”. Con queste parole, pronunciate da Papa Francesco, Roberto Di Sante correrà domenica prossima, 3 novembre, la maratona di New York. Il giornalista, autore del libro 'Corri. Dall’inferno a Central Park', si cimenterà ancora una volta con una delle corse più dure al mondo. Oltre 42 chilometri di fatica e lacrime, ma anche bellezza e gioia: "Il sogno di completare la maratona di New York mi ha salvato la vita. Ogni volta che corro riscopro il mondo che mi circonda, lo vedo sotto una luce nuova. E alla fine non mi fermo mai", ha raccontato all'Adnkronos Di Sante, che dopo dieci anni è tornato nella Grande Mela per superare i suoi limiti: "Ringrazio l’Athletica Vaticana che mi ha dato la possibilità di farlo con la loro maglia e le parole del Santo Padre. Perché, anche di fronte a guerre senza pietà, non bisogna mai smettere di sognare. Soprattutto un mondo di pace".
"Dodici anni fa sono caduto in depressione", ha raccontato il giornalista, "in quel momento ero a Frascati e mi hanno portato a fare una passeggiata al parco. Lì ho visto diverse persone che correvano e ho avuto come un'illuminazione: ho capito che dovevo aggrapparmi a un sogno impossibile per ritrovare la luce in fondo al tunnel. In quel momento ho deciso che avrei corso la maratona di New York", così è nata la passione per la corsa di Di Sante. "Ricordo ancora che quando ho tagliato il traguardo di New York sono stramazzato al suolo per la fatica e ho giurato a me stesso che non avrei più corso in vita mia. Poi però ho completato anche le maratone di Berlino, Londra, Boston, Tokyo e Chicago, che mi hanno permesso di vincere, nel 2018, il premio 'Six Major Marathone'".
Ma la soddisfazione più grande rimane aver aiutato tante persone in difficoltà tramite il suo libro, 'Corri. Dall'inferno a Central Park', che quest'anno ha vinto il Premio Nazionale Alda Merini per la Narrativa: "Quando l'ho scritto non mi aspettavo andasse così bene, invece è diventato un best seller. Ogni volta che giro il mondo per partecipare a qualche maratona incontro tanti runner che mi dicono che li ho aiutati, che tagliano il traguardo e mostrano il mio libro nelle foto. Grazie alla corsa ho conosciuto tante persone, mi sono fatto molti amici e ho imparato a vedere il mondo in maniera diversa. Quando corri ti senti protagonista di un film, la maratona è un viaggio epico", ha concluso Di Sante.
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A Zanetti e Capello l'”Oscar della Tv e del cinema...
La Ficts Guirlande d'Honneur, l'Oscar della Tv e del cinema sportivo. Javier Zanetti e Fabio Capello, nel corso della presentazione di ‘Sport Movies & Tv 2024 a Milano, sorridono mentre ricevono la più alta onoreficenza della Federazione internazionale cinema e televisioni sportive: riservata a quei personaggi dello sport che si sono distinti in una significativa promozione dei valori culturali ed etici. La sala applaude, Javier Zanetti ha indossato per 858 volte la maglia della squadra di cui è vicepresidente: l'Inter. "Questo per me è un premio importante - dice all'Adnkronos - rappresenta i valori dello Sport" ricordando l'impegno a favore dei bambini in Argentina con la Fondazione Pupi.
Fioccano domande sull'attualità. A partire dalla prossima sfida con il Napoli: "Conosco benissimo Conte come lavora, stanno facendo molto bene - premette Zanetti- ma anche noi ci saremo, sono partite sempre combattute, importanti. Le due squadre hanno grandi giocatori, speriamo di competere fino alla fine". Sul capitolo pallone d'oro a Lautaro, finito al settimo posto, Zanetti invita il calciatore a non prendersela: "Tutti ci aspettavamo una posizione migliore - dice- ma va bene. Questi premi sono così, Lauti deve stare tranquillo perché con tutto quello che ha dimostrato con noi e con l'Argentina, con tutto quello che ha vinto, ha avuto riconoscimenti. Noi siamo sempre al suo fianco".
L'altro protagonista, Fabio Capello, viene annunciato come "uno dei più grandi allenatori con Carlo Ancellotti, Alex Ferguson e Bep Guardiola". Anche lui non si sottrae alle domande. La favorita dello scudetto? "Ho sempre detto l'Inter", risponde l'ex allenatore parlando poi della partita Milan-Monza: "Sarà un derby di famiglia, ci sono i ricordi di Berlusconi". Un piccolo commento sull'attaccante rossonero Leao? "E' un giocatore dalle grandi qualità, è un po' pigro e la pigrizia bisogna combatterla - dice Capello - può essere un grande giocatore, ma se resta così resta un incompiuto". E sempre a proposito di cuori rossoneri, non è sfuggita la battuta del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, presente all'evento: chi vince lo scudetto? "Temo non il Milan", ha detto il governatore.