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Chi è Michela Quattrociocche? Tra cinema, famiglia e nuovi capitoli di vita

Michela Quattrociocche, attrice romana, classe 1988. Molti di voi la ricordano per quel primo grande ruolo, Niki Cavalli, nel film Scusa ma ti chiamo amore, tratto dal libro di Federico Moccia. Era il 2008, eh… sono passati tanti anni. E Michela, in questi anni, ha fatto un bel po’ di strada. Con alti, con bassi. Con decisioni difficili. Con nuove avventure. Insomma, non è mai stata ferma. E oggi è una donna che, oltre a essere mamma, ha un percorso diverso da quello che tanti magari si aspettavano all’inizio. E forse è proprio questo il bello: vedere come la vita possa prendere pieghe diverse.

La carriera che parte presto

Michela comincia presto, già a 12 anni, a fare i primi passi nel mondo dello spettacolo. Frequenta corsi di dizione, portamento, posa per riviste giovanili. E poi arriva il diploma al Collegio Nazareno di Roma nel 2007. Pochi mesi dopo, eccola già lì, accanto a Raoul Bova, a interpretare Niki nel film che le cambierà la vita.

Scusa ma ti chiamo amore è un successo e Michela diventa subito un volto amato. Ma non si ferma qui, no. Nel 2010 torna di nuovo a fare Niki, per il sequel Scusa ma ti voglio sposare. E nel frattempo? Beh, nel 2009 ha fatto anche Natale a Beverly Hills. Uno di quei cinepanettoni, sapete, quelli che tutti conosciamo. Insomma, non si ferma mai. E poi altri film: Una canzone per te e Sharm el Sheikh – Un’estate indimenticabile, tutti e due usciti nel 2010. Michela insomma non si fa mancare nulla.

Non solo film

E non è che Michela si è limitata ai film, no no. Ha partecipato anche a videoclip musicali. Vi ricordate L’applauso del cielo dei Lost? Michela è stata la protagonista del video. E qualche anno dopo, nel 2015 eccola nel videoclip della canzone Perché? di Alex Britti. Michela ha sempre voluto mettersi alla prova in diversi ambiti, esplorare altre forme di espressione. Insomma, non si è mai limitata a fare solo l’attrice di film romantici.

Amori, famiglia e decisioni importanti

E poi c’è la sua vita privata, che è stata anche quella molto sotto i riflettori. Michela, dopo una breve relazione con Matteo Branciamore (quello de I Cesaroni, per intenderci), nel 2008 incontra Alberto Aquilani, calciatore della Roma e del Liverpool e poi allenatore. Una di quelle coppie che tutti guardavano con curiosità: belli, famosi, sembravano la coppia perfetta. Nel 2011 arriva la loro prima figlia, Aurora e l’anno dopo si sposano. E nel 2014 nasce la loro seconda figlia, Diamante.

Con la famiglia in crescita, Michela decide di rallentare un po’ con il lavoro e di seguire più da vicino Alberto, che nel frattempo si sposta da una città all’altra per la carriera calcistica. E per un po’, Michela sembra quasi sparire dalle scene. Poi, nel 2020, l’annuncio che non ti aspetti: lei e Aquilani si separano. La fine di un matrimonio che sembrava perfetto ma Michela è sempre stata molto riservata su questa decisione. “Abbiamo sempre messo la serenità delle figlie prima di ogni cosa”, ha detto. E ciò che colpisce è il rispetto che entrambi hanno mantenuto l’uno per l’altra, senza litigi pubblici o drammi inutili.

Una nuova relazione e nuovi inizi

Alla fine del 2020, Michela inizia una nuova relazione con Giovanni Naldi, un imprenditore di una famosa famiglia di albergatori. E qui la storia è quasi da film: Michela e Giovanni si conoscono nella palestra del Parco dei Principi Grand Hotel & SPA, luogo che lei frequenta spesso. Michela racconta di come Giovanni non fosse affatto come tutti gli altri e anzi, all’inizio pensava di presentarlo a una sua amica single! Poi le cose sono andate diversamente. “È una persona piena di valori, qualcuno di cui mi fido ciecamente”, ha raccontato.

Michela, nonostante tutto, non ha mai smesso di concentrarsi sulle sue figlie, cercando di essere una madre presente, pur continuando con la sua carriera. Certo, il cinema non è più al centro della sua vita come un tempo ma Michela si è reinventata in altre forme: sui social, come imprenditrice e come madre. E durante gli anni in cui è stata con Aquilani, è diventata anche una delle più note WAGS ma senza mai perdere la sua identità.

Nonostante la distanza dal grande schermo, Michela rimane una figura molto seguita. Il suo profilo Instagram conta più di 500 mila follower e qui Michela condivide momenti della sua vita, delle sue figlie, dei viaggi e delle sue giornate. Se volete scoprire di più su di lei, è sicuramente il posto giusto. Michela, pur essendo sempre sotto i riflettori, mostra una parte vera di sé, fatta di quotidianità e normalità, senza troppi filtri.

Motivi della separazione? Michela sceglie la riservatezza

La separazione tra Michela e Alberto… tutti si sono fatti mille domande, mille curiosità. Ma Michela, su questo, è sempre stata molto riservata. Non ha mai voluto dire troppo. In una recente intervista, ha detto solo questo: “Abbiamo sempre messo la serenità delle figlie prima di ogni cosa. Non siamo una di quelle ex coppie che si fa dispetti o ripicche. Devo dire che siamo stati entrambi fortunati”. Insomma, parole mature che mostrano una grande consapevolezza e rispetto reciproco. E diciamocelo, non è così comune vedere questo tipo di atteggiamento nel mondo dello spettacolo.

Che cosa ci aspetta ancora da Michela Quattrociocche? Non è facile dirlo ma una cosa è certa: Michela non ha mai smesso di reinventarsi. Attrice, madre, imprenditrice, ha affrontato ogni sfida con grande determinazione. E anche se oggi la vediamo meno spesso sul grande schermo, il pubblico continua a volerle bene. Forse è proprio questo che rende Michela così speciale: il fatto di essere riuscita a restare se stessa, anche quando la vita l’ha portata su strade diverse da quelle immaginate all’inizio. E chissà quali altri capitoli ci saranno per lei in futuro… qualunque cosa succeda, siamo sicuri che Michela ci sorprenderà ancora, con quella sua semplicità che la rende così straordinaria eppure così normale, come ognuno di noi.

Animato da un’indomabile passione per il giornalismo, Junior ha trasceso il semplice ruolo di giornalista per intraprendere l’avventura di fondare la sua propria testata, Sbircia la Notizia Magazine, nel 2020. Oltre ad essere l’editore, riveste anche il ruolo cruciale di direttore responsabile, incarnando una visione editoriale innovativa e guidando una squadra di talenti verso il vertice del giornalismo. La sua capacità di indirizzare il dibattito pubblico e di influenzare l’opinione è un testamento alla sua leadership e al suo acume nel campo dei media.

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Curiosità

Ingrassare per colpa della genetica è davvero possibile?

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Ingrassare per colpa della genetica è davvero possibile?

A volte sentiamo amici e conoscenti lamentarsi del fatto che, nonostante siano a dieta, ingrassano a vista d’occhio per colpa dei geni. Ma quanto c’è di vero?

Ingrassare per colpa della genetica è davvero possibile?

Tante volte ci sarà capitato di sentire amici, conoscenti e familiari lamentarsi del fatto che, nonostante siano a dieta, i loro sforzi vanno a rotoli perché ingrassano a vista d’occhio solo e soltanto per colpa dei geni che hanno ereditato dai loro genitori. Ma quanto c’è di vero in questo?

Esistono due tipologie di obesità: quella monogenica e quella poligenica. Oggi approfondiamo l’argomento per valutare entrambe le prospettive e capire quanto la genetica possa influire effettivamente sul controllo del peso e sui suoi problemi di gestione.

Soprattutto in merito all’obesità poligenica ti forniremo alcuni pratici consigli per prevenirla e adottare uno stile di vita più sano, a cui è possibile affiancare l’assunzione di alcuni prodotti DeusPower pensati e formulati per combattere l’accumulo di adipe extra nelle zone più problematiche.

Buona lettura.

Che cosa è l’obesità monogenica e chi colpisce?

La tipologia di obesità causata al 100% dalla genetica è chiamato “monogenica“.

Questa malattia, causata da una mutazione che avviene in un singolo gene, colpisce solo il 5% di tutta la popolazione obesa mondiale. Poiché si tratta di un disturbo ereditario, compare nell’infanzia ed è estremamente difficile da prevenire. In questo caso, l’impatto dello stile di vita è ridotto al minimo.

Tuttavia, seppur fortemente influenzata dai geni, il bilancio calorico gioca un ruolo prevalente anche in questo caso. Il gene che causa questa condizione è il recettore della leptina LEPR, cruciale nella regolazione del senso di sazietà. Infatti, la leptina invia al cervello un segnale di feedback costante sullo stato delle riserve di energia, ovvero di grasso. Più alta è la quantità di adipe contenuta nel corpo, più il cervello è in grado di regolare l’assunzione di cibo preservando il grasso immagazzinato per i “tempi di magra”.

Questo sistema non funziona nei pazienti affetti da obesità monogenica, poiché il loro cervello è portato erroneamente a credere che le riserve di grasso scarseggino e che, dunque, vadano ripristinate. In cosa si traduce ciò? In iperfagia, ovvero in un consumo incontrollabile e smisurato di cibo.

Che cosa è l’obesità poligenica e chi colpisce?

L’obesità poligenica, al contrario, è causata da una serie di mutazioni che avvengono in più geni, ognuno dei quali, singolarmente, ha un effetto minimo. Questa tipologia colpisce il restante 95% degli individui nel mondo ed è influenzato perlopiù dallo stile di vita condotto.

I geni che subiscono tali mutazioni sono spesso gli stessi che mutano in caso di obesità monogenica; tuttavia, le mutazioni sono diverse e, di conseguenza, possono avere effetti diversi. Uno di questi è l’FTO, responsabile di una maggiore produzione di leptina a cui consegue uno spropositato aumento dell’appetito.

Benché lo stile di vita giochi un ruolo fondamentale in questo contesto, ciò non significa che apportarvi dei cambiamenti sia la soluzione più diretta e semplice. Perché? Perché il grasso corporeo accumulato crea un surplus di adipe di cui il cervello è conscio. In questo modo, esattamente così come può svilupparsi una resistenza all’insulina, può svilupparsi anche una resistenza alla leptina.

Conclusione

L’idea di fondo è che, nella maggior parte dei casi, l’obesità può effettivamente essere prevenuta.

Se sei caduto/a nel circolo vizioso o in un loop di abbuffate, impegnandoti o chiedendo il supporto di uno specialista puoi uscirne costruendo una routine di dieta, attività fisica e integrazione ben strutturata.

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Cultura

Che significa “Ad maiora semper”

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Che significa “Ad maiora semper”

“Ad maiora semper” è una antica frase latina che significa “Verso cose sempre più grandi” o “Sempre verso cose maggiori”. È un’espressione spesso usata per esprimere un atteggiamento positivo e orientato alla crescita, al miglioramento e al raggiungimento di obiettivi più ambiziosi.

Può essere usata in contesti motivazionali o celebrativi.

Etimologia “Ad maiora semper” L’etimologia delle parole che compongono la frase è la seguente:

  • Ad: preposizione latina che significa “verso” o “a”, indicando movimento o direzione.
  • Maiora: forma comparativa dell’aggettivo “magnus”, che significa “grande”. “Maiora” si traduce come “maggiore” o “più grandi”, riferendosi a cose di maggiore importanza o valore.
  • Semper: avverbio latino che significa “sempre”, utilizzato per esprimere continuità o perpetuità.

In sintesi, l’espressione “Ad maiora semper” incoraggia a non fermarsi e a proseguire sempre verso obiettivi più grandi e importanti. È spesso usata in contesti motivazionali e nella cultura per trasmettere un messaggio di aspirazione e dinamismo.

Chi usava la frase Ad maiora semper nel passato e come usarlo oggi

Questa frase è spesso associata all’idea di aspirare a obiettivi più elevati e di puntare al miglioramento personale e professionale.

Usi storici

La frase è stata utilizzata principalmente in contesti accademici, religiosi e in ambito militare nel passato. Ad esempio, può essere trovata in scritti di filosofi e pensatori latini, e frequentemente utilizzata in contesti cerimoniali o di celebrazione.

In alcune tradizioni, viene usata durante cerimonie di laurea o di promozione, per incoraggiare i laureandi a puntare verso traguardi sempre più ambiziosi.

Uso oggi

Oggi, “Ad maiora semper” può essere utilizzato in vari contesti, tra cui:

  1. Motivazione personale: Può essere usato come mantra per incoraggiare se  tessi o gli altri a non accontentarsi e a perseguire continui miglioramenti.
  2. Discorsi e cerimonie: È adatta per occasioni speciali, come matrimoni, lauree o eventi aziendali, dove si parla di successi e aspirazioni future.
  3. Social media e scrittura: Può essere utilizzata come hashtag o citazione in post motivazionali, per condividere obiettivi o successi.

Esempi di utilizzo:

  • Durante una festa di laurea: “Congratulazioni a tutti! Ricordate: Ad maiora semper, non fermatevi mai e puntate sempre in alto!”
  • In un discorso aziendale: “Innovazione e crescita sono nel nostro DNA. Ad maiora semper: lavoriamo insieme per ottenere risultati straordinari!”

In sintesi, “Ad maiora semper” è una frase ricca di significato che continua a ispirare aspirazioni e ambizioni, rendendola ancora rilevante nel mondo moderno.

Marketing e slogan

Nel contesto del marketing, può essere adottata come slogan per trasmettere un messaggio di miglioramento continuo, aspirazione al successo e innovazione.

Usare questa frase può evocare sentimenti positivi nei consumatori, suggerendo che il brand è impegnato a offrire sempre il meglio e a puntare a risultati superiori. Ad esempio, potrebbe essere utilizzata per promuovere lanci di nuovi prodotti, iniziative aziendali o servizi che mirano a migliorare l’esperienza del cliente.

I brand che scelgono di utilizzare “Ad maiora semper” possono farlo per posizionarsi come leader nel loro settore, promettendo un costante impegno verso la qualità e il progresso.

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Curiosità

Cioccolato fondente: Benefici sorprendenti per cuore, mente...

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Chi non ama l’idea di mordere un quadretto di pura delizia scura? Ma aspettate, non è solo questione di golosità: è molto più di questo. Dietro quell’aroma intenso e quel sapore unico si nasconde un piccolo tesoro di benefici per la nostra salute. Parliamo di un piacere che sa essere alleato del nostro corpo, della mente e anche dell’umore. Ma vediamo di cosa si tratta e come mai il cioccolato fondente meriti davvero tutto questo amore.

Il cioccolato fondente: più di un dolce

Il cioccolato fondente non è solo un altro dessert sul tavolo. Se guardiamo un po’ più a fondo, ci accorgiamo che è davvero speciale e non solo per quel sapore un po’ amaro che rimane sul palato. Deriva dai semi del cacao, una pianta straordinaria, con un contenuto di cacao che di solito supera il 70%. Sì, avete capito bene, è proprio questo che lo rende diverso dalle altre varianti, come quello al latte o quello bianco. Insomma, più è scuro, meglio è.

Il cioccolato fondente, quello vero, quello che metti in bocca e ti fa chiudere gli occhi senza neanche rendertene conto, non ha bisogno di altro. Pochi ingredienti, ma quelli che contano davvero. Massa di cacao, burro di cacao, un po’ di zucchero, giusto quel tanto che serve per bilanciare l’amaro. E se siamo fortunati, magari un pizzico di vaniglia, quel piccolo tocco che lo rende ancora più speciale, come un segreto tutto tuo. Ah, e certo, c’è anche la lecitina di soia. Ma sai cosa? È lì solo per fare in modo che tutto si leghi, che resti insieme come dovrebbe. E basta. Nient’altro. La sua magia è proprio questa. Nella semplicità. Niente superfluo, solo l’essenziale. Come tutte quelle cose belle che non fanno rumore, che non devono urlare per farsi notare. La bellezza vera è sempre nascosta nella semplicità, in quel piccolo gesto che ti fa vibrare dentro. E il cioccolato fondente è esattamente questo. La prova più dolce che, a volte, meno è davvero di più.

Allora, cosa c’è davvero in quei 100 grammi di cioccolato fondente, quello buono, quello con il 70-85% di cacao? Beh, ci sono circa 600 calorie. Sì, lo so, può sembrare tanto, ma aspetta un attimo. Non è solo una questione di numeri. Dentro c’è molto, molto di più. Ci sono le fibre, e non sono poche: 10-12 grammi di pura soddisfazione. Quelle fibre che ti riempiono, che ti fanno sentire sazio, come se dicessero: “Ehi, adesso va bene così”. E poi, incredibile ma vero, ci sono anche le proteine. Sì, 7-8 grammi di proteine, in un dolcetto! Chi l’avrebbe mai detto? È quasi un regalo. E i grassi? Certo, ci sono anche loro, ma sono quelli buoni, quelli che il tuo corpo apprezza. Come l’acido oleico, lo stesso che trovi nell’olio d’oliva. È roba buona, capisci? Poi… ci sono i minerali: ferro, magnesio, rame, manganese. Tutto ciò di cui il tuo corpo ha bisogno, racchiuso in un piccolo morso delizioso. Incredibile, vero?! Un autentico concentrato di energia e salute. Un piccolo tesoro nascosto, un gesto di gentilezza che fai a te stesso. Ogni volta che ne prendi un pezzetto, è come dire a te stesso: “Oggi mi voglio bene“. Ed è proprio questo, alla fine, che fa la differenza. Prendersi cura di sé, un morso alla volta.

Gli antiossidanti: i veri supereroi del cacao

Ma chi l’avrebbe mai detto che il cioccolato potesse essere un vero supereroe? Non sto scherzando. Sotto quella scorza scura e quel gusto intenso, c’è una vera e propria forza della natura. Il cioccolato fondente è pieno zeppo di antiossidanti. Sì, quei piccoli guerrieri invisibili, come i polifenoli, i flavanoli e le catechine, pronti a combattere contro i radicali liberi. Sapete chi sono i radicali liberi? Quelle molecole impazzite che vagano per il nostro corpo, danneggiando le cellule e facendoci invecchiare più in fretta. Beh, il cioccolato, con i suoi flavonoidi, agisce come uno scudo. Ci protegge. Aiuta il nostro corpo a resistere ai guai. Meno rughe, meno malattie. Meno rischio di diabete, di problemi al cuore e, perché no, magari anche di quei malanni che fanno davvero paura, come certi tipi di cancro. Ogni morso è come un piccolo alleato che entra in battaglia per noi. Chi lo avrebbe mai immaginato, vero? Un superfood che si gusta, che si sente, e che ci fa anche del bene.

Immaginate questo: uno studio del Journal of the American Heart Association ci dice che il cioccolato fondente, quello buono, con tanto cacao, è addirittura più potente dei mirtilli o del melograno quando si tratta di antiossidanti. Roba da non credere, vero? Ma è proprio così. Ogni singolo boccone è come un piccolo regalo che facciamo al nostro corpo, un gesto che va ben oltre la golosità. Un morso che ci coccola e, allo stesso tempo, ci protegge. Chi avrebbe mai pensato che il piacere potesse essere così salutare?

Un cuore più forte con il fondente

Ok, parliamo di cose concrete. Il cioccolato fondente fa anche un gran bene al cuore. Sì, proprio così. Sono i flavanoli i veri eroi qui, quelli che fanno la differenza. Hanno questo superpotere: stimolano la produzione di ossido nitrico. Ora, non voglio essere troppo tecnico, ma l’ossido nitrico è quella molecola che rilassa i vasi sanguigni, li allarga un po’, lasciando scorrere meglio il sangue e quindi, abbassando la pressione. Praticamente come una carezza che il cioccolato fa al nostro sistema circolatorio. Magia? No, pura e semplice scienza, ma con un pizzico di meraviglia.

Ma sapete qual è l’altro superpotere del cioccolato fondente? Aiuta a migliorare il colesterolo, quello buono. Proprio l’HDL, quello che fa bene al nostro cuore. E nel frattempo combatte l’LDL, il colesterolo cattivo, quello che fa guai nelle arterie. Meno placche, meno rischi. Insomma, meno preoccupazioni per il nostro cuore. Non è una cosa da poco, eh? E pensate che uno studio pubblicato su Nature dice che mangiare cioccolato fondente regolarmente può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari del 37%. Vi rendete conto? Tutto questo per un quadretto di cioccolato. Io dico che ogni tanto, un pezzettino, ce lo meritiamo davvero.

Un boost per il cervello: concentrati e felici

Anche la nostra testa ne trae beneficio e alla grande. Quei composti bioattivi che si trovano nel cacao? Sono come un’iniezione di energia per il cervello. Migliorano il flusso di sangue alla testa e questo significa più memoria, più concentrazione. Sai quei giorni in cui hai bisogno di essere sveglio e attento? Bene, il cioccolato è tuo amico. C’è anche un po’ di caffeina e teobromina, quelle piccole sostanze che danno quella carica giusta, quella spinta quando serve davvero. Non è magia ma… quasi.

I flavanoli, nel cacao, sono come quei vecchi amici che ci stanno accanto nei momenti difficili, quelli che ci danno una mano a restare svegli, attenti, vivi. Sono piccole magie che fanno la differenza, davvero. Sono dei perfetti alleati nel ridurre quel declino cognitivo che, inevitabilmente, arriva con l’età… Ma non solo superficialmente: aiutano anche a tenere lontane quelle malattie che fanno paura, come l’Alzheimer! Il cioccolato fondente è come un abbraccio per il cervello, un compagno che ci fa restare lucidi, che ci aiuta a ricordare chi siamo, a restare noi stessi più a lungo. Un pezzetto e ti senti quasi protetto, come se qualcuno stesse dicendo: ‘Tranquillo, ci sono io‘.

Il cioccolato fondente e il buonumore: una dolce medicina

Il cioccolato ci rende felici, su questo non c’è dubbio. Ma avete mai davvero pensato al perché? Non è solo per quel sapore inconfondibile, quel mix perfetto di dolcezza e amarezza che ci avvolge e ci fa sorridere. C’è qualcosa di più profondo. Il cioccolato fondente è come un piccolo mago che lavora dietro le quinte, stimola la produzione di endorfine, quegli ormoni che ci fanno sentire bene, che ci regalano quella sensazione di “va tutto bene, per un attimo è tutto a posto“. E non finisce qui, oh no. Aiuta anche il rilascio di serotonina, quella sostanza che ti fa sentire sereno, in pace, come se fossi avvolto in una coperta calda durante una giornata fredda.

Il cioccolato ha un piccolo segreto romantico che non tutti conoscono. C’è un pizzico di magia nascosta dentro ogni morso: la feniletilamina. Sì, lo so, sembra un termine complicato, ma fidatevi, è più semplice di quanto sembri. Questa è quella sostanza chimica che il nostro cervello produce quando ci innamoriamo. Avete presente quel batticuore, quel brivido che ti corre lungo la schiena quando vedi qualcuno di speciale? Bene, è un po’ come se il cioccolato potesse farci provare qualcosa di simile. Ogni volta che ne mordiamo un pezzo, il nostro corpo reagisce, come se ci stessimo innamorando di nuovo. Ecco perché, quando siamo giù, una tavoletta di cioccolato è molto più di un semplice dolce. È una piccola promessa che, anche solo per un attimo, tutto tornerà ad andare bene. Non risolverà tutti i problemi, certo, ma quel piccolo morso riesce a farci sentire, almeno per un attimo, un po’ più leggeri, un po’ più sereni.

La pelle ringrazia: un beneficio inaspettato

E chi l’avrebbe mai detto? Il cioccolato fa bene anche alla pelle! Sì, proprio così. Ci sono quegli antiossidanti nel cacao che sembrano fatti apposta per proteggerci dai danni del sole, come se ci dessero uno scudo in più contro quei fastidiosi raggi UV. Ci sono pure studi – sì, roba seria, condotti in Germania – che ci dicono che una dieta ricca di flavanoli può rendere la pelle più resistente al sole, più idratata, più densa. Insomma, più forte. Ebbene sì, è un alleato anche per quello che vediamo ogni giorno nello specchio.

Questi antiossidanti sono veri combattenti, riducono lo stress ossidativo che è dietro a tante infiammazioni e, sì, anche a quel fastidioso problema chiamato acne. Quindi, pensateci: il cioccolato potrebbe significare anche una pelle più sana, più luminosa. Una piccola coccola che, aiuta anche a far risplendere il viso. Non è meraviglioso?

Controllo del peso: sembra un paradosso?

Lo so, sembra strano, vero? Parliamo di cioccolato, e chi mai penserebbe che possa aiutarci a controllare il peso? Ma il fondente, quello buono, ha delle sorprese. È pieno di fibre, e quelle fibre ci danno quel senso di sazietà che ci fa dire ‘ok, basta così’. Ci aiutano a non cedere ai mille spuntini fuori pasto, a quel bisogno di mangiare qualcosa solo per riempire un vuoto. Certo, non è un lasciapassare per mangiarne a chili, è pur sempre calorico. Ma se lo usiamo con un po’ di testa, può essere davvero un alleato, un piccolo trucco per sentirsi appagati senza esagerare.

Ma aspetta, alcuni studi ci raccontano che i flavanoli del cacao aiutano a migliorare la sensibilità all’insulina. Vuol dire che il nostro corpo gestisce meglio lo zucchero nel sangue, lo regola, lo tiene sotto controllo. Non è forse incredibile? Questo è un aiuto vero e proprio, soprattutto per chi ha qualche problema con l’insulina o per chi è a rischio di diabete. Un piccolo morso e magari, un grande aiuto. Sì, davvero un alleato inaspettato.

Non dimentichiamo la moderazione

Tutto ha un limite, anche il cioccolato. Nonostante tutti questi benefici, è bene ricordare che il cioccolato fondente contiene calorie, grassi e zuccheri. Quindi, come ogni cosa nella vita, è questione di equilibrio.

Ok, lo so, tutto ha un limite, anche il cioccolato. Per quanto sia buono e pieno di benefici, non possiamo esagerare. Gli esperti ci dicono di non superare i 30 grammi al giorno. Sì, lo so, non è tantissimo, ma è abbastanza per darci quel piccolo momento di gioia senza far danni. E poi, scegliete sempre quello buono, con tanto cacao, almeno il 70% o più. Così vi godete tutto il meglio senza esagerare con gli zuccheri. Ah e attenti alla caffeina: se siete un po’ sensibili, il cioccolato può darvi quella carica che diventa agitazione, magari anche un po’ di insonnia.

E le allergie? Ah, sì, parliamone. Non è uno di quei dettagli che possiamo ignorare. C’è chi è allergico al cacao stesso, pensa un po’, e poi ci sono tutte quelle altre cose che magari non ci pensi: la lecitina di soia, le tracce di frutta a guscio, tutte quelle piccole aggiunte che per qualcuno possono fare la differenza tra un momento di piacere e uno di fastidio o peggio. Il cioccolato fondente è un capolavoro, sì, ma è importante conoscere cosa c’è dentro. Bisogna leggere bene l’etichetta, prendere quel minuto in più per assicurarsi che sia tutto a posto, soprattutto se sai di avere qualche intolleranza o allergia. Perché la cosa bella del cioccolato è che va gustato senza preoccupazioni, con la testa tranquilla e il cuore leggero. Quindi, occhio agli ingredienti e poi goditelo, davvero, senza pensieri.

Un piccolo momento di benessere

Il cioccolato fondente, dunque, ti aiuta a stare meglio, ti fa bene al cuore, ti coccola il cervello, solleva l’umore e, incredibile ma vero, fa bene anche alla pelle. Sì, basta davvero poco, solo un pezzettino, ma buono. Un cioccolato di qualità, scelto con cura. Non bisogna esagerare, è vero, ma goderselo piano, con moderazione. Perché è così che le cose buone fanno la differenza.

E allora, perché non prenderci un attimo per noi? Un quadratino di cioccolato fondente al giorno, niente di complicato, solo un piccolo gesto che ci regala un po’ di felicità. Quel pezzettino che sciogliendosi in bocca ti fa sorridere, che sembra dire: “Tranquillo, va tutto bene“. Non è solo il sapore, è un modo per volerci bene, per prenderci cura di noi stessi, senza troppi fronzoli. Un momento semplice, ma pieno di significato. Ogni morso è un atto d’amore che facciamo alla nostra mente, al nostro cuore. Lasciatevi andare, concedetevi questo piccolo piacere senza pensarci troppo, con tutto l’entusiasmo che merita.

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