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Russia, arrestato giornalista di Forbes: per Mosca ha...
Russia, arrestato giornalista di Forbes: per Mosca ha diffuso notizie false
Il cronista Sergei Mingazov è accusato di aver rilanciato su Telegram un post sugli abusi commessi a Bucha dalle forze russe
Il giornalista di Forbes Russia Sergei Mingazov è stato arrestato nella città russa di Khabarovsk per aver rilanciato su Telegram un post sugli abusi commessi a Bucha dalle forze russe, quindi con l'accusa di aver diffuso notizie false sulle forze militari, con le aggravanti dell'odio e dell'inimicizia, ha denunciato il suo avvocato, Kostantin Bubon, citato da Rbk. Mingazov aveva lavorato in precedenza per il quotidiano Vedomosti e anche per la Tass. Sono già numerose le condanne 'fotocopia' in Russia per la diffusione delle notizie su Bucha.
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Antonio Parenti e il commissario europeo alla Difesa...
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che se sarà riconfermata proporrà l'istituzione di un Commissario europeo alla difesa. Ma gli stati membri non ci pensano proprio a cedere sovranità sulle loro forze armate. E allora, a che servirebbe questo commissario? E poi, che futuro avrà la spinta ecologista europea, lanciata nel 2019 e arrivata, un po’ ammaccata, alla vigilia delle elezioni dell'8 e 9 giugno? In questo episodio, Giorgio Rutelli ospita Antonio Parenti, Direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia.
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Israele prende il controllo del lato palestinese del valico...
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Ucraina, sventato piano per omicidio Zelensky: “Mosca...
I servizi di Kiev annunciano di aver smantellato una rete coordinata da Mosca
Un piano per uccidere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato sventato dai servizi segreti di Kiev. Lo Sbu, l'agenzia dei servizi ucraini, ha reso noto oggi di aver smantellato una rete di agenti dell'Fsb, i servizi di sicurezza russi, che stava preparando l'operazione per uccidere Zelensky. Nel piano, secondo le news diffuse dallo Sbu su Telegram, coinvolti anche due colonnelli del dipartimento ucraino per la sicurezza, che avrebbero fornito informazioni determinanti ai russi.
Il piano, secondo Kiev, con la supervisione dell'Fsb da Mosca avrebbe dovuto portare all'eliminazione di Zelensky e di altre figure di primo piano come 'regalo' a Vladimir Putin, per l'insediamento del presidente russo. L'Fsb, in particolare, avrebbe cercato di reclutare militari, destinati a compiere materialmente l'azione, tra i reparti impiegati per la protezione del presidente. Il piano avrebbe previsto il rapimento di Zelensky e poi la sua eliminazione. Con il presidente, sarebbero finiti nel mirino il capo dei servizi di sicurezza Vasyl Malyuk, il capo dell'intelligence Kyryll Budanov e altri funzionari e militari di alto livello.
Il piano, secondo i servizi ucraini, prevedeva una lunga e accurata attività di osservazione con raccolta di informazioni per individuare il domicilio principale degli altri obiettivi. Le coordinate avrebbero quindi permesso di condurre un attacco missilistico a colpo sicuro. Dopo il raid, l'area interessata sarebbe stata raggiunta da droni, che avrebbero dovuto portare il secondo attacco in base un copione che la Russia ha già sperimentato in diverse città dell'Ucraina. L'operazione sarebbe quindi stata chiusa con il lancio di un secondo missile, destinato a devastare ulteriormente l'area e a eliminare, se possibile, le tracce relative all'impiego di droni.