Cultura
‘Pea, Pound, Pasolini, tre irregolari del...
‘Pea, Pound, Pasolini, tre irregolari del ‘900’, al Teatro del Giglio di Lucca dal 18 al 24 marzo
Conferenze, letture, spettacoli teatrali per una intensa settimana che mira a indagare in modo inedito il filo rosso che lega i tre artisti
Conferenze, letture, spettacoli teatrali per una intensa settimana dedicata a tre “irregolari” del ‘900: Enrico Pea, Ezra Pound e Pier Paolo Pasolini, in programma dal 18 al 24 marzo e realizzata dal Teatro del Giglio di Lucca. Gli eventi in cartellone mirano ad indagare in modo inedito il filo rosso che lega i tre artisti, mettendoli in dialogo tra loro. Si parlerà dell’amicizia tra Pound e Pea, nata sulla traduzione del Moscardino; verranno seguite le vicende biografiche di Pound con lo spettacolo “Ezra in gabbia” e letture e approfondimenti dei Canti pisani; si farà luce sull’appello per la liberazione di Pound, firmato da Pea e rifiutato da Pasolini, che si ricongiungerà con Pound solo anni dopo, con la celebre intervista Rai oggetto dello spettacolo “Odi et amo”.
Nella conferenza stampa di presentazione si è sottolineato come l’intento sia di cercare, attraverso la mediazione del confronto e dell’esperienza culturale, una strada per superare i limiti ideologici che hanno attanagliato nei decenni autori così importanti. Per gli organizzatori “il progetto ‘Pea Pound Pasolini’ intende interrogarsi con libertà e sfrontato coraggio, tentando di portare a regime una visione il più possibile libera e a 360° capace di condurre il dibattito oltre ogni omologazione”. L’iniziativa è patrocinata anche dal Comune di Lucca e dal Centro Studi Pasolini di Casarsa.
Programma: 18 marzo, ore 17: conferenza inaugurale con Giovanna Bellora, Luciano Luciani, Carlo Pulsoni, Simone Pellico. 19 marzo, ore 17: incontro sui canti pisani, con Filippo Bedini e Mario Bernardi Guardi. 20 marzo, dalle 16 alle 18: letture dei canto con gli studenti del Liceo Machiavelli di Lucca. 21 marzo, ore 19: performance su Enrico Pea con Luca Padalino, Caterina Simonelli e Giovanna Berti. 22 marzo ore 21: spettacolo teatrale “Pasolini/Pound. Odi et Amo”. 23 marzo ore 18: incontro con Leonardo Petrillo, Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini. 23 marzo ore 21 e 24 marzo ore 16: spettacolo teatrale “Ezra in gabbia”.
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Volumi d’Arte Menarini, Speroni Cardi (Menarini Group):...
E’ dedicato a Paolo Caliari, più noto come il Veronese, il nuovo volume della prestigiosa collana d’arte del Gruppo Menarini, presentato nell’eccezionale cornice di Palazzo Madama a Torino. "La nostra missione è quella di poter far conoscere le opere d'arte che impreziosiscono i nostri grandi musei a chi non ha l'opportunità divulgativa – dichiara Valeria Speroni Cardi, Direttore della Comunicazione di Menarini Group – proprio per questo ogni anno realizziamo non solo i volumi d'arte, ma anche le cosiddette ‘Pills of Art’, che raccontano aneddoti e piccole storie di questi meravigliosi pittori, in particolare del Rinascimento"
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Veronese protagonista del nuovo Volume Menarini, curatore...
E’ dedicato a Paolo Caliari, più noto come il Veronese, il nuovo volume della prestigiosa collana d’arte del Gruppo Menarini, presentato nella cornice di Palazzo Madama a Torino. Assieme a Tiziano e Tintoretto Veronese ha rappresentato il ruolo della pittura veneziana per l'arte occidentale - afferma Giovanni Carlo Federico Villa, studioso di pittura veneta del Rinascimento, museologo, direttore di Palazzo Madama e curatore del volume – sono loro la triade del secolo d'oro, che utilizzano la luce, il colore, l'atmosfera per creare quella modernità che influenzerà tutti gli artisti fino agli impressionisti”.
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Inaugura a Roma ‘Presagio’ dell’artista...
Presso la Fondazione Memmo fino al 3 novembre
Inaugura martedì 7 maggio a Roma 'Presagio', prima personale in Italia di Wynnie Mynerva. A cura di Alessio Antoniolli e realizzata in partnership con Gasworks di Londra, la mostra, visibile fino al 3 novembre presso la Fondazione Memmo, è composta da un nucleo di opere realizzate dall'artista peruviana in Italia. A partire dalla convivenza con una malattia cronica e guidata dalle suggestioni del pensiero esoterico e della magia - intesi come strumenti per restituire alle persone la fiducia nelle proprie forze - Mynerva si è confrontata con il corpo per porlo al di fuori della semplice distinzione binaria tra malato e sano. Con riferimento alla scrittrice Susan Sontag, che ha definito il corpo e “le sue metafore”, rivestite di simboli culturali e politici, l'artista ha deciso di dare vita a un universo cosmico dove l’essere umano - "un holobite", secondo la definizione di Lynn Margulis - è visto come un'entità ecologica itinerante, collegata a tutto ciò che la circonda.
Piuttosto che confrontarsi con la malattia fisica in sé, l’artista cerca di dare forma a un modo autentico per rapportarsi ad essa attraverso la convivenza e la strutturazione di un universo creativo che rinnovi le energie di coloro che stanno affrontando una malattia sociale. Per l’artista, il corpo diventa il tramite fondamentale attraverso cui comunicare l’esigenza rinnovata di coniugare ideale e materiale, alto e basso. A partire dall’approfondimento della storia e dei cicli di affreschi più noti della città, Mynerva ha indagato il suo rapporto con Roma, lavorando sulla creazione di un ambiente immersivo in grado di trasportare chi vi entra in un universo nuovo. Questa geografia è espressa attraverso un lessico pittorico dove le parti del corpo proliferano al di là di nomi ed etichette, inventando anatomie fluide per alludere a un ecosistema più ampio. In mostra, ogni corpo viene trasformato così in un sistema in grado di ospitare nuovi abitanti e nuovi scenari, esaltando le differenze e la valorizzazione della coesistenza universale.
Per 'Presagio', Mynerva ha organizzato gli spazi della Fondazione Memmo in maniera narrativa. Nella prima sala alcuni disegni a carboncino su carta introducono figure e torsioni di corpi in luce e ombra. Nella seconda, il punto di vista è ribaltato da quattro tele di forma circolare, simili a grandi rosoni, contenenti corpi sensuali che giocano con la corrispondenza tra parti del corpo e sistema planetario, ricreando gli apparati digestivo, respiratorio, nervoso e muscolare. Appese al soffitto, le tele sono in grado di trasportare la visione su un piano cosmico e divino, innalzando lo sguardo a un cielo blu cobalto. Da queste immagini di contaminazione e simbiosi, il percorso culmina nell’ultima sala, uno spazio raccolto in cui una serie di sculture in vetro soffiato appaiono come piccoli tesori brillanti, ricreando esseri amorfi, metà piante, metà animali, metà umani. È in questo modo che Wynnie Mynerva immagina un microcosmo in cui la pittura, fatta di luci e ombre e di strati densi di colore, manifesta l’apertura verso un nuovo futuro, mescolandosi alla natura e all’universo.