Esteri
Yulia Navalnaya, sospeso l’account X della vedova...
Yulia Navalnaya, sospeso l’account X della vedova dell’oppositore di Putin
Il social network di Musk ha ammesso l'errore
Il social network 'X', ex Twitter, ha sospeso (e poco dopo ripristinato) l'account di Yulia Navalnaya, vedova del dissidente Alexei Navalny dichiarato morto venerdì nella colonia penale, dove era detenuto. In meno di un'ora è stato ripristinato. Adesso su X appare il video con la madre dell'oppositore che chiede la restituzione del corpo del figlio. Nel suo ultimo post, prima della momentanea sospensione, aveva scritto che non le interessava ''come commenta le mie parole l'addetto stampa dell'assassino'', riferendosi al portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitry Peskov. "Restituite il corpo di Alexei e lasciate che sia sepolto con dignità, non impedite alla gente di salutarlo", aveva aggiunto. Infine aveva chiesto ''a tutti i giornalisti che possono ancora fare domande: non chiedete di me, chiedete di Alexei''.
Il social X: "E' stato un errore"
Il meccanismo di difesa contro la manipolazione e lo spam della piattaforma 'X' ha ''erroneamente contrassegnato'' il tweet di Yulia Navalnaya e ne ha sospeso l'account. Lo scrive lo stesso social network in un post spiegando di "aver riattivato l'account non appena siamo venuti a conoscenza dell'errore".
Esteri
Proteste pro Gaza in università Usa, il Wall Street...
Il retroscena sulle occupazioni dei campus secondo il quotidiano americano: "Studenti formati per mesi da parte di attivisti di lunga data e gruppi di sinistra"
La recente ondata di proteste filo-palestinesi nei campus universitari americani "è arrivata all’improvviso e ha scioccato la nazione. Ma le tattiche politiche alla base di alcune manifestazioni sono state il risultato di mesi di formazione, pianificazione e incoraggiamento da parte di attivisti di lunga data e gruppi di sinistra". A rivelare il retroscena sulle occupazioni anti Israele ormai diffuse in gran parte delle università Usa è il Wall Street Journal, che spiega come "attivisti esterni" al mondo studentesco avrebbero di fatto "addestrato" e preparato i giovani universitari a infiammare i campus della nazione. Una rete composta da attivisti esperti, esponenti di gruppi di sinistra e network radicali che avrebbero formato gli studenti in vista dei disordini e delle occupazioni attraverso seminari di pianificazione delle proteste, ma anche con indicazioni sugli slogan da utilizzare o consigli sui social su come affrontare sit in e manifestazioni, tra abiti comodi da indossare, acqua da portare, barrette energetiche da mangiare, foulard per coprire il volto e qualche indicazione sul da farsi in caso di arresto di un compagno di lotta.
Mesi prima che i disordini scoppiassero nel campus, racconta il Wall Street Journal, i giovani leader delle proteste pro Gaza della Columbia University di New York avevano ad esempio consultato "esponenti del National Students for Justice in Palestine" (Nsjp) ed "ex esponenti delle Black Panthers", (prendendo "appunti dai più esperti e analizzato come l’università aveva risposto in passato ad altre proteste", aveva raccontato una delle portavoci dei manifestanti, Sueda Polat) mentre nel marzo scorso gli studenti, dopo aver "ospitato persone che avevano esaltato il massacro del 7 ottobre" per mano di Hamas, avevano organizzato un seminario online sul tema. Del resto "sei manifestanti su dieci" tra le centinaia arrestati nei campus, ricorda il Wall Street Journal, non sarebbero studenti. Tra i tanti finiti in manette, "anarchici quarantenni" ma anche "contestatori seriali" e "agitatori antisemiti". A quanto riporta ancora il quotidiano statunitense, sempre più presente via social nei mesi precedenti alle proteste, tra consigli tattici e slogan da lanciare, la Nsjp, organizzazione presente in tutta la nazione poi sospesa in alcuni college teatro degli scontri.
Esteri
Ucraina, Pasqua ortodossa sotto i missili russi in attesa...
L'avvertimento alla cittadinanza: "Evitare di andare in chiesa". Il messaggio di Zelensky: "La vita trionferà sulla morte"
L'Ucraina festeggia oggi la Pasqua ortodossa sotto la minaccia dei missili russi, con Mosca che preme lungo la linea del fronte e nel Donetsk assediando la roccaforte di Chasiv Yar, snodo determinante per il controllo della regione e per l'eventuale organizzazione di una più ampia offensiva. Evitare di recarsi in chiesa, l'avvertimento rivolto nei giorni scorsi ai fedeli dalle autorità ucraine che, se da un lato hanno deciso di aumentare il livello di sicurezza nei luoghi religiosi in vista della festività, dall'altro temono che le chiese possano diventare un obiettivo. Serhiy Popko, capo dell'amministrazione militare della città di Kiev, ha messo in guardia dal rischio di un aumento delle provocazioni missilistiche da parte dell'esercito russo.
In occasione della festività, il presidente ucraino ha intanto inviato il suo messaggio alla cittadinanza attraverso i canali social. "La Bibbia ci insegna ad amare il prossimo - ha scritto Volodymyr Zelensky -. E il presente ha rivelato il vero significato di questa parola. Siamo diventati tutti vicini l'uno dell'altro. E il nostro ex vicino, che ci faceva credere di essere un fratello, è sempre stato lontano da noi. Hanno infranto tutti i comandamenti, bramato la nostra casa e sono venuti ad ucciderci. Tutto il mondo lo vede. Dio lo sa", le parole del leader ucraino, che aggiunge: "Con un simile alleato, la vita trionferà sulla morte. Buona Pasqua a tutti voi amici ucraini".
Intanto, appena dopo la Pasqua ortodossa, il quadro in tema di armi potrebbe cambiare per l'arrivo sulla scena di un nuovo 'protagonista'. L'Ucraina si prepara infatti a salutare l'arrivo dei jet F-16 dopo la festività. A fare riferimento alla data è Ilya Yevlash, portavoce dell'aviazione di Kiev. "Stiamo aspettando", dice - come riportano media ucraini e come rilancia Newsweek - e annuncia che gli aerei potrebbero 'debuttare' "dopo Pasqua". Da mesi i piloti si addestrano per sfruttare i caccia, forniti in particolare da Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Belgio.
Non è chiaro, a questo punto, quale sarebbe l'impatto degli F-16 sugli equilibri in campo. Nelle scorse settimane, un'anonima fonte militare ucraina ha evidenziato a Politico che "gli F-16 servivano nel 2023, non vanno bene per il 2024". Il governo olandese nei mesi scorsi ha preannunciato l'invio degli aerei "nel secondo trimestre del 2024". A marzo, il Belgio si è impegnato a consegnare i velivoli entro la fine dell'anno. "Quest'anno, più di uno squadrone di F-16 comincerà ad arrivare in Ucraina con piloti e addetti alla manutenzione", una delle ultime comunicazioni del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin.
Esteri
Morto a 94 anni il produttore Edgar Lansbury, fratello...
Lavorò con la famosa sorella Angela sul palcoscenico di Broadway
Il produttore teatrale, televisivo e cinematografico Edgar Lansbury, fratello minore della famosa attrice Angela Lansbury (1925-2022), protagonista della serie tv "La signora in giallo", è morto all'età di 94 anni nella sua casa di New York. L'annuncio della scomparsa è stato dato dal figlio David Lansbury a "The Hollywood Reporter".
Oltre a spettacoli teatrali interpretati dalla sorella, Lansbury ha anche prodotto il popolare revival di Broadway del 1974-75 di "Gypsy", con Angela vincitrice di un Tony Award, e ha lavorato a diversi film, tra cui "La signora amava le rose" (1968), "Party selvaggio" (1975) diretto da James Ivory, "I carnivori venuti dalla savana" (1976), "Sindrome del terrore" (1977), "L'ora che uccide" (1982), "Un'isola sulla Luna" (1983).
La prima produzione di Edgar Lansbury a Broadway, l'intenso dramma familiare "La signora amava le rose", fu inaugurata nel 1964, rimase in scena per due anni e vinse il Premio Pulitzer e il Tony Award per la migliore opera teatrale. Scritto da Frank Gilroy e diretto da Ulu Grosbard, aveva come protagonista Martin Sheen nel ruolo di un veterano e figlio di genitori in guerra interpretati da Jack Albertson e Irene Dailey. Sheen, Albertson, Gilroy e Grosbard ripresero i loro ruoli per la versione cinematografica, con Albertson che, dopo aver vinto il Tony Award, vinse l'Oscar.
Edgar George Lansbury era nato a Londra il 12 gennaio 1930. Sua madre, Moyna Macgill, era un'attrice teatrale nata a Belfast, mentre suo padre, anch'egli Edgar di nome, era un politico e commerciante di legname. Suo nonno era George Lansbury, ex leader del Partito Laburista inglese e membro del Parlamento.
Mentre la Seconda Guerra Mondiale era in corso, nel 1940 arrivò a New York a bordo di un barcone di rifugiati con la sorella, il fratello gemello Bruce e la madre (il padre era morto di cancro allo stomaco quando Edgar aveva 4 anni). Vissero a nord di New York e poi nel Greenwich Village prima che lui e Bruce frequentassero la Choate School di Wallingford, nel Connecticut. Dopo che i gemelli raggiunsero la madre e Angela a Los Angeles - entrambe le donne avevano ormai ottenuto contratti di recitazione a Hollywood - si diplomò alla University High School, prestò servizio nell'esercito americano per due anni e divenne cittadino statunitense nel 1954.
Edgar Lansbury studiò disegno e pittura all'Otis Art Institute e alla Università della California, poi ottiene un lavoro come direttore artistico alla Cbs Television City e in seguito produsse vari telefilm. Lansbury in seguito prese in affitto la sala da ballo di un hotel a Broadway, sulla 76a strada a New York, e progettò e costruì il Promenade Theater da 400 posti, inaugurato nel 1969. Il teatro ha ospitato centinaia di spettacoli prima di chiudere nel 2006. Il curriculum da produttore di Lansbury comprende anche numerosi spettacoli di Broadway.