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Nasrallah: “Non abbiamo paura della guerra”....
Nasrallah: “Non abbiamo paura della guerra”. Usa preoccupati per rischio escalation
Il leader di Hezbollah: "Al-Arouri morto da martire durante aggressione evidente israeliana. Crimine non resterà impunito"
"Se il nemico pensa di condurre una guerra contro il Libano combatteremo senza limiti e senza regole. Sanno di cosa parlo. Non abbiamo paura di una guerra. Quelli che pensano di andare in guerra contro di noi lo rimpiangeranno. La guerra contro di noi costerà caro. Se una guerra sarà condotta contro il Libano, l'interesse del Libano sarà di andare alla guerra fino in fondo senza trattenersi". Così, secondo quanto riferisce 'L'Orient - Le Jour', il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in occasione di un suo discorso per l'anniversario della morte di Soleimani, in cui ha rinnovato "le condoglianze per i martiri di oggi", nella strage di Kerman.
Per Nasrallah "quello che ha impedito a Israele finora di condurre una guerra in Libano è la forza che esiste in Libano". Oggi, ha affermato, "Israele teme per la sua esistenza. Ha richiamato i suoi riservisti, ha utilizzato tutte le sue armi chiedendo aiuto agli americani nella regione. Gli israeliani pensano che c'è un'occasione per finire con Hezbollah in Libano ma la resistenza ha fatto perdere a Israele l'effetto sorpresa".
"Quando abbiamo aperto il fronte del Libano - ha sottolineato - lo abbiamo fatto a sostegno del nostro popolo oppresso a Gaza".
"Presentiamo le nostre condoglianze al nostro fratello, il grande sceicco Saleh al-Arouri, vicepresidente dell'ufficio politico di Hamas, che è caduto da martire ieri durante un'evidente aggressione israeliana nella periferia sud di Beirut", ha detto Nasrallah. "Il crimine di ieri", ossia l'uccisione del numero 2 di Hamas, "non resterà impunito".
Per Nasrallah "Israele ha completamente fallito sul piano morale. Israele che assassina donne e bambini, che affama la gente". "Hamas ha il più forte sostegno della sua storia all'interno della popolazione palestinese ed è un grande risultato. L'immagine di Israele nel mondo è crollata", ha affermato il leader di Hezbollah.
Usa "incredibilmente preoccupati" per rischio escalation
Gli Stati Uniti rimangono “incredibilmente preoccupati” per la possibilità che il conflitto a Gaza si allarghi alla regione, ma questa preoccupazione non è "oggi più alta di quanto non sia stata fin dall’inizio". Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano Matt Miller all'indomani dell'attacco a Beirut nel quale è stato ucciso il numero due di Hamas. Nel ribadire che gli Stati Uniti non erano stati avvertiti del raid attribuito a Israele, Miller ha definito al-Arouri "un brutale terrorista che è stato responsabile a livello centrale degli attacchi del 7 ottobre, così come di altri attacchi contro civili innocenti ben prima del 7 ottobre".
"Continuiamo a credere che non sia nell’interesse di Hezbollah, così come non è nell’interesse di Israele, intensificare questo conflitto in alcun modo”, ha poi aggiunto, in risposta alla richiesta di un commento alle parole di Nasrallah, secondo cui "questo crimine", l'uccisione di al-Arouri, "non resterà impunito e senza risposta".
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Tragedia in Cina, crolla carreggiata in autostrada: 24 morti
Trenta i feriti, venti i veicoli coinvolti nel crollo del tratto di strada nella provincia del Guangdong lungo circa 18 metri
Tragedia in Cina dove il crollo di una carreggiata di un'autostrada nella provincia di Guangdong, nel sud del Paese, ha causato la morte di 24 persone. 20 i veicoli coinvolti nel crollo, hanno riferito le autorità locali, secondo cui almeno una trentina di persone sono rimaste ferite, mentre sarebbero 20 i veicoli coinvolti nel crollo.
Alle operazioni di soccorso partecipano circa 500 uomini dei servizi di emergenza. Il tratto di strada crollato era lungo circa 18 metri e copriva un'area di circa 184 metri quadrati. Ancora sconosciute le cause del crollo, ma nei giorni scorsi nella regione erano state registrate piogge torrenziali.
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Ucraina, Shoigu: “Più armi per la guerra contro...
Così il ministro della Difesa russo dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov. Ancora missili su Odessa
La Russia ha bisogno di più armi per la guerra in Ucraina. E' il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, a chiedere uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. "Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e un resoconto fatto dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, il quadro potrebbe progressivamente cambiare. L'Ucraina riceverà le armi che gli Stati Uniti invieranno dopo il varo dell'ultimo maxipacchetto da 61 miliardi di dollari. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.
Ancora missili su Odessa
Intanto, si registra un nuovo attacco missilistico russo su Odessa, il secondo in tre giorni. Secondo quanto riferito dal governatore della città nel sud dell'Ucraina, almeno tre persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite nell'ultimo raid, che ha provocato anche danni alle infrastrutture civili.
Bimbi ucraini deportati in Russia, telefonata Yemark-Zuppi
"Ho avuto un colloquio telefonico con il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Matteo Zuppi. Ho sottolineato che nel quadro del dialogo diplomatico con tutti gli stati, l'Ucraina presta costantemente particolare attenzione alla questione del ritorno dei bambini deportati illegalmente dalla Russia". Lo ha scritto su X, Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente Volodymyr Zelensky.
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Covid, Zhang sfida ancora la Cina: la battaglia del...
Lo scienziato, cacciato dal laboratorio, torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico
Sfida ancora la Cina di Xi Jinping il virologo cinese che all'inizio della pandemia di coronavirus, nel gennaio 2020, pubblicò la prima sequenza del Sars-Cov-2 senza l'autorizzazione di Pechino. Zhang Yongzhen torna a far parlare di sé con una rara iniziativa pubblica di dissenso nel gigante asiatico. Lo scorso fine settimana, ricostruisce il Telegraph, gli è stato impedito l'ingresso nel suo laboratorio a Shanghai.
Nel frattempo sui social hanno iniziato a rimbalzare foto di un uomo che dorme sotto la pioggia davanti alla porta del centro. Domenica si è messo seduto fuori dallo Shanghai Public Health Clinical Center, che sostiene che il laboratorio di Zhang sia stato chiuso per "motivi di sicurezza", con la possibilità di spazi alternativi durante i lavori di ristrutturazione.
Eppure secondo una dichiarazione diffusa online da Zhang e poi sparita, ma visionata dall'Associated Press citata dalla stampa internazionale, allo scienziato sarebbe stato offerto un altro spazio, ma solo dopo lo 'sfratto' e senza gli standard necessari per le sue ricerche. E nel post su Weibo fatto sparire, Zhang assicura che non mollerà dopo le misure scattate per lui e per il suo team.
E' "sconfortante vedere queste continue vessazioni e punizioni nei confronti di Zhang", ha commentato con il Telegraph Stuart Neil, virologo del King’s College London coinvolto nel lavoro di ricerca per tracciare le origini del Covid e convinto che "senza il coraggio di Zhang" ci sarebbe voluto molto più tempo per "la diffusione del primo vaccino" contro il Covid.
Scienziati che lavorano con collaboratori in Cina hanno denunciato al giornale come dopo la pandemia le collaborazioni internazionali siano divenute sempre più difficili. Il Guardian scrive che oggi Zhang, raggiunto al telefono, ha sottolineato come per lui - già rimosso dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive - sarebbe "inopportuno" parlare.