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Via libera del Cdm alle ‘pagelle’ per i giudici, giustizia resta tema caldo
Dopo le dichiarazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto scoppia intanto la polemica
La giustizia resta un tema caldo dopo le dichiarazioni di Guido Crosetto sulla magistratura. Il ministro della Difesa sarà ascoltato in Antimafia e si attende la calendarizzazione dell'audizione: nella riunione di oggi i membri della commissione parlamentare d'inchiesta decideranno la data. Intanto, però, nel Consiglio dei ministri di ieri il governo ha varato due decreti legislativi in materia di ordinamento giudiziario. Il primo riguarda la disciplina dell'ingresso in magistratura e le valutazioni sulla professionalità delle toghe. Sfumata l'ipotesi di test psico attitudinali per l'ingresso in magistratura, il Cdm ha dato il via libera alle cosiddette 'pagelle' per i giudici. Il secondo, invece, prevede una stretta alla normativa del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, amministrativi e contabili.
Crosetto e le parole sulla giustizia, scoppia la polemica
E' intanto polemica dopo le parole del ministro Guido Crosetto in un'intervista di ieri al 'Corriere della Sera', parole che hanno fatto esplodere un caso politico. Anm in rivolta, attacchi delle opposizioni e richiesta di chiarimenti. A cui il titolare della Difesa non si sottrae.
Il vero pericolo per il governo? "L’opposizione giudiziaria. A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a 'fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni'", aveva detto il ministro che poi nel pomeriggio era tornato sulle sue parole, sostenendo di non aver fatto alcun attacco alla magistratura e dicendosi disponibile a riferire quanto sa in commissione Antimafia o al Copasir. I temi sarebbero troppo delicati per l'aula. A stretto giro è arrivata quindi la richiesta di un'audizione urgente da parte del Pd.
Nell'intervista al Corriere della Sera il ministro della Difesa ha detto che "questo governo può essere messo a rischio solo da una fazione antagonista che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria. Non mi sorprenderebbe, da qui alle Europee, che si apra una stagione di attacchi su tale fronte". Crosetto ha aggiunto: "A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a 'fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni'. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee...".
A replicare, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, a margine dell'assemblea in Cassazione: "Una fake news, una cosa che non ha nessun fondamento e che fa male alle istituzioni".
"E' fuorviante l'idea di una magistratura che rema contro, che possa, leggevo oggi sui giornali, anche farsi opposizione politico-partitica", aveva dichiarato in precedenza il presidente dell'Anm, aprendo i lavori dell'assemblea degli iscritti a Roma.
"Tutto questo nasce da un profondo equivoco e da una pretesa, del tutto sbagliata, per cui delle questioni politiche debba occuparsi solo il ceto politico, la parola politica diventa fagocitante, tutto diventa politica non in un senso di inclusione ma per escludere, per impedire a chi non fa parte del ceto politico in senso stretto di potere parlare. Questo è un altro equivoco che si sta diffondendo", ha denunciato Santalucia.
"Il mio timore è che non si tratti di fiammate episodiche ma che ci sia la possibilità di leggere in tutto questo una linea di continuità che ci mette in grande difficoltà - ha spiegato - perché poi veniamo immessi in questa contrapposizione di parte perché abbiamo osato parlare di politica come una controparte partitica". "La magistratura non è forza di contrapposizione politica - ha sottolineato il presidente Anm - ma esercita il suo mandato nell'interesse della comunità, tutela i diritti e non risponde a logiche governative".
Poi, a margine: "La gente che legge i giornali apprende da una voce autorevolissima di un ministro che esiste un gruppo di magistrati, che fa ciò che fanno, più o meno legittimamente, i partiti politici nello scontro di potere per la conquista del governo del Paese, è una cosa che fa male alle istituzioni, fa male a tutti noi - ha spiegato Santalucia - che coinvolge in primo luogo i magistrati ma, e qui sta la miopia, non si comprende che questo è un attacco, una rappresentazione malevola dell'impianto istituzionale del Paese, e quindi è l'intero Paese a esserne in qualche modo coinvolto".
Crosetto, a seguito delle reazioni, è tornato sull'intervista: "Tutto ho fatto tranne che minacciare o delegittimare qualcuno. Ma poi, davvero, dopo i casi Tortora, Mannino, Mori e la storia di centinaia di persone dal '94 ad oggi, si può nascondere come si è comportata, nella storia italiana, una parte (non certo tutta, ripeto) della magistratura? Penso proprio di no. E lo dico proprio nell’interesse della magistratura e di un'idea di Giustizia in cui credo fermamente. E veramente dopo quanto ha raccontato (non è mai smentito) Palamara, qualcuno si stupisce di un mio passaggio, peraltro incidentale, in una lunga intervista che verteva su altro?''.
''Ho fatto quel passaggio non superficialmente, non a cuor leggero, con l’amarezza di chi crede nelle istituzioni ed ha fiducia nella stragrande maggioranza della magistratura e che quindi si sente indignato qualora fosse vero quanto gli è stato riferito - ha aggiunto - Tra l’altro, mi sono premurato anche di comunicare anche ad altri le notizie che mi erano state riferite (da persone credibili) e che ritenevo gravi, ove e se confermate. Ho visto che alcuni parlamentari, come Della Vedova, mi invitano anche a riferire in Parlamento. Lo farò con estremo piacere, se sarà possibile farlo in commissione Antimafia o Copasir, per la necessità di riservatezza e di verifica delle notizie che ho ricevuto. Non ho qui null’altro da aggiungere, anche perché ho molte altre cose di cui occuparmi”.
Il caso è destinato a protrarsi, almeno nelle intenzioni delle opposizioni che ieri hanno sferzato il titolare della Difesa per le sue parole. "Accuse gravissime. Se sa vada in Procura", incalza Giuseppe Conte. Sarcastico Carlo Calenda: "Non siamo al bar sport". Per Bruno Tabacci si tratta di "chiacchiere in libertà". E comunque la lettura dell'opposizioni sulla mossa di Crosetto converge sul 'solito' complotto evocato per nascondere "i fallimenti del governo'.
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Mentana: “Offeso da Lilli Gruber, La7 dica qualcosa o...
Il direttore del Tg: "Dall'azienda mutismo da 24 ore, io non ho mai offeso nessuno"
Enrico Mentana chiede un segnale a La7 dopo le parole "molto sgradevoli e offensive" pronunciate da Lilli Gruber nei confronti del direttore del telegiornale, 'reo' di aver sforato con i tempi ritardando l'inizio della puntata di Otto e mezzo andata in onda il 6 maggio.
"Ieri sera siamo andati un po' lunghi con il telegiornale, era una giornata cruciale, importantissima: la prospettiva di pace in Medioriente, la tragedia di Casteldaccia, vicino a Palermo, In più come ogni lunedì c'erano i nostri sondaggi e l'appuntamento con il Data Room di Milena Gabanelli. Come ogni lunedì siamo andati un po' lunghi, me ne scuso con i telespettatori. Un po' lunghi, come era prestabilito e concordato con chi dirige questa rete", dice Mentana chiudendo il tg di oggi.
"Chi ci ha seguito, Lilli Gruber, perché non mi piace di far finta di non sapere nomi e cognomi, ha avuto parole molto sgradevoli e offensive nei confronti del sottoscritto. Io mi siedo qui da 14 anni per fare questo tg, non ho mai offeso volontariamente nessuno e tantomeno i colleghi che lavorano su questa rete. Gradirei reciprocità a questo riguardo e gradirei da parte dell'azienda per cui lavoro che non ci fosse il mutismo che accompagna questa vicenda da 24 ore. Domani sera vedremo se c'è stato qualcosa, altrimenti trarrò conclusioni e dirette conseguenze", conclude.
Gruber, Mentana e il ritardo: non è la prima volta, quando Vespa e Mannoni...
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Corruzione, Toti ai domiciliari. L’ordinanza:...
L'ordinanza del Gip, 650 pagine sul 'sistema' che avrebbe funzionato in 4 elezioni. Barca o caviale le parole in codice per i soldi
Un sistema di corruzione che in Liguria è scattato in 4 elezioni e che potrebbe entrare ancora in funzione. Ecco perché sono scattati gli arresti domiciliari per Giovanni Toti, presidente della regione, nell'inchiesta della procura di Genova.
Il gip di Genova Paola Faggiani, nell'ordinanza di 650 pagine, afferma che paiono ricorrere le esigenze cautelari per "il pericolo attuale e concreto che l'indagato commetta altri gravi reati della stessa specie di quelli per cui si procede e, in particolare, che possa reiterare, in occasione delle prossime elezioni, analoghe condotte corruttive, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilità per sé o per altri. Tali esigenze cautelari sono desumibili, essenzialmente, dalle modalità stesse della condotta dalle quali traspare una evidente sistematicità del meccanismo corruttivo".
In particolare, in occasione e in concomitanza delle quattro competizioni politiche che si sono susseguite nell'arco temporale dell'indagine (circa 18 mesi) - elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023) - "Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori (gli Spinelli e Moncada)".
In alcuni casi, si legge nell'ordinanza, "era lo stesso Toti, a chiedere esplicitamente il finanziamento, promettendo al privato comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli o addirittura ricordandogli 'di aver fatto la sua parte' e quindi di aspettarsi conseguentemente una "mano" in vista delle elezioni".
Toti: "Siamo tranquillissimi"
"Siamo tranquillissimi" ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Le immagini di Telenord.it lo mostrano mentre sta entrando nella sua abitazione di Genova e stringe tra le mani l'ordinanza cautelare di circa 650 pagine.
Il rischio di reiterazione del reato
I domiciliari per il gip si legano al pericolo di reiterazione del reato che emerge "dalla stessa sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento".
Particolarmente significativa ai fini cautelari, si sottolinea nel provvedimento, è anche "l'emersione, dalle indagini di ulteriori vicende (ancora oggetto di approfondimenti investigativi) che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti".
Ma il pericolo "traspare anche dalla stessa genesi delle condotte criminose contestate" nell'attuale indagine, "iniziate già verso la fine del 2020, in occasione delle consultazioni elettorali regionali del 20 e 21 settembre e proseguite in tutte quelle che si sono susseguite, mosse tutte evidentemente dal medesimo scopo di ottenere l'elezione o la rielezione, per il raggiungimento del quale è stata 'svenduta' la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali", sottolinea il gip Faggioni.
Toti e Spinelli, la telefonata sul Terminal Rinfuse
Nel provvedimento, ad esempio, si riporta la conversazione del 17 settembre 2021 tra Toti e l'imprenditore Aldo Spinelli in merito al rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse. Toti: "Il 29 va la tua roba... ricordati che io sto aspettando anche una mano...eh?" o nel dialogo del 15 febbraio 2023 in cui è lo stesso governatore a telefonare a Spinelli per comunicargli "di aver appena sbloccato in Regione una pratica di suo interesse e contestualmente gli chiedeva denaro in vista delle imminenti elezioni".
Toti dice "'Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle...... ora facciamo la pratica, si può costruire....l'abbiamo risolto stamattina quando mi inviti in barca? Che ti...che ti...ora... così parliamo un po' che ora ci sono le elezioni, c'abbiam bisogno di una mano". In altri casi, erano gli imprenditori stessi - sostiene la procura di Genova - a prendere l'iniziativa.
Parole in codice per i soldi
La parola barca o caviale come passepartout per ottenere finanziamenti. E' la tesi che si legge nell'ordinanza del gip di Genova che ha portato all'arresto (domiciliari) per corruzione del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Nel provvedimento si sottolinea l'"allarmante abitualità e sistematicità" di un meccanismo corruttivo collaudato, "ricavabile anche dalla terminologia sovente utilizzata dal governatore" con l'imprenditore Spinelli per alludere alla richiesta di finanziamento ("quando mi fai vedere la barca... quando ti posso venire a trovare..."), che veniva immediatamente compresa nel reale significato dallo stesso imprenditore, pronto a rispondere a tono richiamando le proprie richieste e interessi.
In un'intercettazione riportata nel provvedimento Toti dice "porta un po' di caviale da Monaco, che la settimana prossima veniamo a mangiare una patata col caviale in barca" e l'imprenditore, anche lui coinvolto nel provvedimento cautelare, replica "eh, va bè dai... vediamo il Piano regolatore, dai! Ok!". Non solo, nell'ordinanza il gip rileva come "particolarmente significativo" il comportamento tenuto da Toti nel corso delle indagini "in cui ha sempre cercato di scegliere luoghi 'riservati' (la barca degli Spinelli o la casa di abitazione di Aldo Spinelli) al fine di scambiarsi reciproche richieste di favori, evitando di affrontare certi argomenti in pubblico".
Non solo: "particolarmente significative sono altresì le cautele adottate in occasione degli incontri in barca, che avvenivano previo allontanamento di tutti i telefoni degli interlocutori, come osservato direttamente dalla Guardia di Finanza, modalità adottata anche in occasione dell'incontro con l'imprenditore Moncada all'interno dell'ufficio del Presidente della Regione".
Il gip: "Signorini a servizio degli imprenditori per lusso e soldi"
Ben 15mila euro per il matrimonio della figlia, 22 soggiorni in hotel di lusso a Montecarlo con tanto di giocate al Casinò e servizi extra. E' il lungo l'elenco di benefit, per un totale di circa 100mila euro, che Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, avrebbe ricevuto; oltre alla promessa di un prestigioso incarico a Roma. Un elenco in cambio di favori, quando era a capo dell'authority portuale, agli imprenditori Aldo Spinelli e Mauro Vianello. E' questa l'accusa che la procura di Genova sostiene nei suoi confronti e che il gip Paola Faggioni ha accolto mandandolo in carcere.
Signorini, per il giudice, potrebbe reiterare "altre condotte corruttive" vista la personalità "del tutto incurante dell'interesse pubblico e dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica funzione svolta, 'messa a disposizione' e 'servizio' di interessi di privati al fine di ottenere in cambio utilità personali (saldo delle spese per il matrimonio della figlia, soggiorni di lusso, promesse di incarichi lavorativi prestigiosi)". Per il gip è "allarmante" la "sistematicità del meccanismo corruttivo, posto in essere in un ampio arco temporale e con due diversi imprenditori portuali, dimostrando una scarsa consapevolezza dell'importantissimo ruolo pubblicistico ricoperto". Ha cessato la funzione di presidente dell'AdSP e ha assunto (dal 30 agosto 2023) la carica di amministratore delegato e direttore generale del gruppo Iren", gruppo a partecipazione pubblica che opera nel campo dell'energia" e nella nuova veste "ha designato Mauro Vianello come proprio consulente in Iren, con il compito di curare i rapporti con il territorio e lo sviluppo dei progetti in Liguria, come corrispettivo ricompensa delle utilità ricevute".
Non solo. Non ha interrotto i rapporti con l'imprenditore Spinelli "con il quale sono proseguiti fino all'epoca attuale i soggiorni a Montecarlo". Per il gip è "particolarmente significativo anche il comportamento tenuto da Signorini" a riguarda "della somma di 15mile per il saldo del catering per il matrimonio della figlia e della lunga discussione, tenuta con Spinelli per trovare delle modalità per non far trasparire la provenienza del pagamento - nella consapevolezza della sua palese illiceità - e nel corso della quale i due indagati prendevano in considerazione la possibilità di concordare una falsa versione del regalo di nozze", così come, nonostante avesse intuito il pericolo di essere intercettato, "abbia continuato a perseguire con assiduità le proprie finalità illecite".
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Europee, Vannacci: “Se eletto non mi dimetterò...
"Valori di libertà e democrazia io li ho difesi sul campo di battaglia"
"Se verrò eletto, mi trasferirò con mia moglie e le nostre due figlie a Bruxelles, farò l’eurodeputato a tempo pieno e mi adopererò al massimo perché torni la pace. Non mi dimetterò dall’esercito: resto un soldato". Lo dice in un'intervista a 'Chi' in edicola da domani Roberto Vannacci, candidato per le prossime elezioni europee. "Mi danno del fascista?", dice il generale. "Quali sono i valori dell’antifascismo? Libertà e democrazia. Io li ho difesi sul campo di battaglia e nessuno di coloro che mi giudicano era al mio fianco a fare la stessa cosa, rischiando la vita".
Vannacci parla anche della polemica sui disabili: "Il mio amico d’infanzia Norberto De Angelis, ex campione di football americano ora disabile, si è subito detto d’accordo con me perché vive tutto sulla sua pelle e perché ha capito quello che intendevo dire riguardo il fatto che, essendo più fragili, hanno bisogno di maggiori attenzioni".
Di Vannacci oggi ha parlato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a Radio 1. "Nel momento in cui un militare si vuole candidare deve poterlo fare. Io non ho una enorme simpatia per un altro generale che si candida ... Camporini", ha detto La Russa. "Vannacci - ha aggiunto - secondo me ha il diritto di candidarsi, anche se prima di farlo non doveva entrare in polemica col suo Ministro".