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Missile ipersonico russo Zircon contro Kiev: “Prima...

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Missile ipersonico russo Zircon contro Kiev: “Prima volta in Ucraina”

Secondo il direttore dell'Istituto di ricerca scientifica per gli esami forensi ucraino, lo scorso 7 febbraio Mosca avrebbe usato il missile nell'attacco contro la capitale

Test russi sul Mar Bianco del missile ipersonico Zircon - Fotogramma /Ipa

Per la prima volta dall'inizio della guerra, la Russia ha usato un missile ipersonico Zircon in Ucraina. Lo sostiene Oleksandr Ruvin, direttore dell'Istituto di ricerca scientifica per gli esami forensi di Kiev, che sul suo canale Telegram scrive che questo è quanto emerge dall'analisi dei frammenti di un missile che ha colpito la capitale ucraina lo scorso 7 febbraio.

Ruvin allega alle sue dichiarazione un video del rottame del missile esaminato, spiegando: "In questo caso, vediamo elementi che sono caratteristici del missile Zircon 3M22. Parti e frammenti del motore e dei sistemi di lancio hanno identificazioni specifiche".

La Russia ha completato i test per il missile ipersonico lo scorso giugno per dispiegarlo quindi entro la fine dell'anno su una nuova fregata della Flotta del Nord. Secondo quanto spiegato da Alexander Moiseyev, il comandante della Flotta, la fregata ammiraglio Golovko è stata la prima nave da guerra ad essere armata regolarmente con il missile Zircon.

Cosa sono le armi ipersoniche

Le armi ipersoniche sono veicoli plananti (Hgv) e missili cruise (Hcm) operanti a quote medio-alte e ad altissime velocità su traiettorie non balistiche. Gli studi delle caratteristiche e proprietà del regime ipersonico risalgono agli anni ’30, sviluppati dagli ingegneri aeronautici austriaci Eugen e Irene Sänger, e sono stati ripresi negli Usa e in Urss dagli anni ’50 nel contesto dello sviluppo missilistico e spaziale, in particolare per il rientro in atmosfera di testate nucleari e di veicoli spaziali. Si considera ipersonico un veicolo con velocità rispetto all'aria corrispondente a numero di Mach superiore a 5, spiega l'approfondimento "Armi ipersoniche" pubblicato su Iriad Review, a firma di Alessandro Pascolini.

I veicoli ipersonici hanno degli assetti aerodinamici tali da creare nell’atmosfera violente onde d’urto dalle quali ricevono una spinta ascensionale che può giungere a far loro compiere 'salti' al di fuori dell’atmosfera nello spazio esterno, oltre la linea di Kármán a 100 km sul livello del mare, quando l'aria non è più in grado di sostenere un velivolo che non viaggi a velocità orbitale (circa 7,8 km/s). Le onde d'urto riscaldano l'aria a temperature così elevate da indurre varie reazioni chimiche, tra cui la ionizzazione.

"Importante da sapere, perché un effetto della ionizzazione è la creazione attorno al velivolo di uno strato di plasma, un involucro che impedisce il passaggio di segnali elettromagnetici di ogni lunghezza d'onda, ottici e a radiofrequenza", spiega Alessandro Pascolini su Iriad Review. Insomma, le potenziali peculiarità degli Hgv e Hcm (alta manovrabilità, traiettoria endoatmosferica e velocità) rendono queste armi ancora più difficili da intercettare da parte di sistemi difensivi rispetto ai missili balistici e missili cruise sub- e super-sonici. Inoltre, la quota di volo endoatmosferica e le modifiche della traiettoria rendono le armi ipersoniche individuabili dai radar solo quando sono ormai vicine ai loro obiettivi, a differenza dei missili balistici, che possono essere osservati e seguiti quando sono ancora nella fase di volo eso-atmosferica. Fattore limitante per l'individuazione radar dei veicoli ipersonici ad altissime velocità è costituito, come si è detto, dall'involucro di plasma che li avvolge e che blocca le onde elettromagnetiche.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Aviaria, Oms assicura: “Se servirà primi vaccini in...

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Van Kerkhove: "Fino a 8 miliardi di dosi annue se si dichiarasse emergenza sanitaria internazionale ma non siamo in questa situazione". In Usa nuovi controlli su latte e derivati: no virus vivi e infettivi

Controlli per l'aviaria - (Fotogramma)

"C'è molto interesse per" l'influenza aviaria H5N1. "Voglio sottolineare che non siamo" al momento "in una situazione in cui è necessaria la produzione di un vaccino contro l'influenza pandemica" per l'uomo, ma se dovesse servire c'è già "una pipeline" e un sistema pronto ad attivarsi. Ad assicurarlo è l'epidemiologa Maria Van Kerkhove, che all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) guida la Preparazione e prevenzione contro epidemie e pandemie (Epp). "Se la situazione - spiega in un focus postato via social - dovesse evolversi in una Pheic", cioè in una emergenza di salute pubblica di rilevanza internazionale, "o in una pandemia" come è stato per Covid-19, "ma ancora una volta - precisa l'esperta - non siamo a quel punto, con le attuali tecnologie vaccinali stimiamo che si potrebbero produrre 4-8 miliardi di dosi di vaccini per l'influenza pandemica in un anno (a seconda di quanto antigene è necessario in ciascun vaccino)".

Questa stima, approfondisce Van Kerkhove, "non include le nuove piattaforme vaccinali, come mRna e vettori virali, che non hanno ancora ottenuto l'autorizzazione per i vaccini antinfluenzali. Poiché l'Oms ha una pipeline esistente di Cvv (candidati virus vaccinali) e di produzione di vaccino antinfluenzale, il processo di produzione sarebbe più veloce di quello per Covid e potremmo iniziare ad avere i vaccini disponibili entro 4-6 mesi. L'Oms ha in essere accordi in base ai quali avremmo accesso a circa l'11-12% della produzione in tempo reale di vaccini per distribuirli agli Stati membri in base al rischio e alla necessità".

Come funziona il tutto?

"L'Oms, attraverso il Pandemic Influenza Preparedness (Pip) Framework istituito nel 2011, dispone di accordi per lo sviluppo rapido di vaccini qualora ne avessimo bisogno - illustra - Sulla base della situazione attuale, non è necessario attivare questo sistema", ma attraverso questo è possibile "l'accesso ai vaccini da utilizzare in base al rischio e alla necessità". Al momento, spiega ancora Van Kerkhove, per quanto riguarda l'aviaria che in questi giorni sta allertando gli esperti, "ci sono 2 candidati virus vaccinali Cvv relativi ai virus circolanti del clade H5 2.3.4.4b disponibili per lo sviluppo del vaccino e, se la situazione lo giustificasse, per la produzione".

Il lavoro dell'Oms sull'influenza, continua Van Kerkhove, "attraversa oltre 7 decenni con il Global Influenza Surveillance and Response System (Gisrs), rete oggi composta da 152 Centri nazionali Oms in 130 Stati membri, 7 Centri di collaborazione Oms e 12 Laboratori Oms di riferimento H5". Questo sistema "funziona come meccanismo globale di sorveglianza; preparazione e risposta all'influenza stagionale, pandemica e zoonotica; piattaforma globale per il monitoraggio dell'epidemia e della malattia dell'influenza; sistema di alert globale per nuovi virus influenzali e altri agenti patogeni respiratori". E' un network che deve "valutare i virus influenzali circolanti e selezionare Cvv per lo sviluppo" di prodotti scudo "contro l'influenza sia stagionale che zoonotica (ad esempio l'aviaria)".

La selezione e lo sviluppo dei Cvv dell'influenza zoonotica sono attività "finalizzate alla preparazione pandemica e ai primi passi verso la produzione tempestiva di vaccini - chiarisce nuovamente Van Kerkhove - Ciò non implica una raccomandazione per l'avvio della produzione". L'esperta spiega dunque come funziona la macchina preparatoria. "Le autorità nazionali possono prendere in considerazione l'uso di uno o più di questi candidati virus vaccinali per la produzione di vaccini in lotti pilota, per sperimentazioni cliniche e altri scopi di preparazione in base a valutazioni del rischio e necessità per la salute pubblica".

Per ora rischio basso, fino a moderato in persone esposte

Per l'influenza aviaria A/H5N1 l'ultima valutazione del rischio sviluppata dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), con la Woah (Organizzazione mondiale della sanità animale) e la Fao (Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura), è datata 23 aprile. "Il contesto è implicito: è stato segnalato un caso umano" di aviaria "associato al contatto con una mucca infetta negli Stati Uniti (dove è in corso una sorveglianza attiva)". Sulla base delle informazioni disponibili finora, "valutiamo basso l'attuale rischio complessivo per la salute pubblica rappresentato da A/H5N1 e, per coloro che sono esposti a volatili o animali infetti o ad ambienti contaminati, il rischio di infezione è considerato da basso a moderato", ribadisce Van Kerkhove.

L'esperta, in un focus postato su X, spiega che "a livello globale, dal 2021, sono stati segnalati 28 casi umani di H5N1 e non è stata rilevata alcuna trasmissione da uomo a uomo tra questi casi (in gran parte delle situazioni sono attivi test molecolari e sierologici nei Paesi che li hanno rilevati)". Oggi, analizza, "stiamo certamente assistendo ad un'espansione del virus H5N1 negli animali - pollame, uccelli selvatici, mammiferi - e all'infezione di nuove specie. Allo stato attuale, il virus è un virus animale che causa infezioni umane sporadiche".

I consigli

"A livello globale - sottolinea Van Kerkhove - abbiamo bisogno di una sorveglianza più forte negli animali e negli esseri umani in contatto con animali; di un rilevamento rapido e di una ricerca attiva dei casi soprattutto nei gruppi ad alto rischio, compresi quelli con esposizione professionale ad animali infetti; di condivisione rapida dei dati di sorveglianza e sequenziamento genetico per la valutazione del rischio. Abbiamo bisogno che coloro che entrano in contatto con gli animali seguano le ultime linee guida sui dispositivi di protezione individuale, dobbiamo aumentare la consapevolezza tra i medici e il pubblico in generale sui loro rischi, e mettere in pratica buone abitudini di sicurezza alimentare (consumare latte e prodotti a base di latte pastorizzati), lavare spesso e accuratamente le mani dopo il contatto con gli animali e il loro ambiente, oltre ad altre misure di igiene personale".

In Usa nuovi controlli su latte e derivati: no virus vivi e infettivi

"Nessun virus vivo e infettivo è stato rilevato" nell'ambito di nuovi controlli eseguiti su latte e derivati negli Usa, dove è in corso un'epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) nelle mucche. Lo ha annunciato la Food and Drug Administration (Fda), rassicurando i consumatori: "La pastorizzazione è efficace nell'inattivare i virus Hpai", patogeni di tipo A(H5) o A (H7). L'agenzia ricorda inoltre che la definizione "altamente patogeno" per gli Hpai "si riferisce a un impatto grave sugli uccelli, non necessariamente sull'uomo".

I risultati riportati dalla Fda si riferiscono a uno studio nazionale avviato in coordinamento con il Dipartimento dell'Agricoltura (Usda) per verificare la sicurezza del latte in commercio. L'indagine è stata condotta su un totale di 297 campioni di prodotti lattiero-caseari venduti al dettaglio. I nuovi dati si riferiscono a 201 campioni di latte e latticini, compresi ricotta e panna acida, che dall'analisi Pcr risultavano positivi alla presenza di frammenti virali. Questi campioni sono stati quindi sottoposti all'analisi gold standard che permette di rilevare l'eventuale presenza di virus infettivi. "Tali ulteriori test preliminari non hanno rilevato alcun virus vivo e infettivo", ha sottolineato la Fda. "Insieme ai risultati preliminari precedentemente comunicati, relativi ai una serie iniziale di 96 campioni di latte, questi dati - ha ribadito l'agenzia - confermano la nostra valutazione secondo cui la fornitura di latte commerciale è sicura".

Frammenti virali erano stati trovati in un campione di latte su 5 sottoposti a Pcr, ma l'agenzia aveva subito puntualizzato che si trattava di pezzi di virus con ogni probabilità inattivi. La Fda tranquillizza inoltre sulla sicurezza di latte in polvere e derivati, destinati all'alimentazione dei neonati. Tutti i campioni di prodotti venduti al dettaglio analizzati sono risultati negativi al test Pcr, indicando "l'assenza di frammenti virali o virus Hpai" in latti formula e derivati. Pertanto non sono stati necessari ulteriori test per questi campioni".

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Xi in Francia vede Macron e von der Leyen: “Cina e Ue...

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Il presidente cinese torna in Europa dopo cinque anni. Sul tavolo del trilaterale all'Eliseo la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente. Ma anche commercio e investimenti

Xi Jinping, a Parigi per il trilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - (Afp)

Cina e Ue "devono continuare a considerarsi come partner". Lo ha detto il leader cinese Xi Jinping, a Parigi per il trilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Xi ha parlato di un "mondo che entra in un nuovo periodo di turbolenze e trasformazione", insistendo su "dialogo e cooperazione", sulla necessità di "rafforzare la comunicazione strategica, la fiducia reciproca". Xi ha detto di considerare l'Europa un "partner importante" e di affrontare "le relazioni con l'Ue da una prospettiva strategica e a lungo termine".

"In quanto forze importanti nel mondo", Ue e Cina dovrebbero "portare avanti una collaborazione strategica” e promuovere “uno sviluppo stabile e sano, contribuendo alla pace e allo sviluppo mondiale”, ha detto ancora Xi.

Macron a Xi: "Futuro Europa dipende anche da relazioni equilibrate con Pechino"

"L'avvenire del nostro continente dipenderà molto chiaramente anche dalla nostra capacità di continuare a sviluppare in maniera equilibrata le relazioni con la Cina", ha dichiarato dal canto suo Macron, aggiungendo che il "coordinamento" con Pechino sulle "crisi principali in Ucraina e in Medio Oriente è "assolutamente decisivo".

"La situazione internazionale, molto chiaramente, richiede più che mai questo dialogo euro-cinese" e "una logica di decoupling sarebbe dannosa" in termini economici, ma servono "regole eque per tutti". Macron ha spiegato di voler sollevare le "preoccupazioni, per cercare di superarle".

Von der Leyen: "Serve rispetto reciproco"

Ue e Cina vogliono entrambe avere "buone relazioni" e, "dato il peso che la Cina ha a livello globale, la nostra interazione è fondamentale per assicurare il rispetto reciproco, per evitare fraintendimenti e trovare soluzioni alle sfide globali", ha affermato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sottolineando che "Cina e Unione Europea hanno un interesse comune per la pace e la sicurezza e per il funzionamento efficace dell'ordine internazionale basato sulle regole".

Guerra in Ucraina

Con il presidente cinese Xi Jinping "abbiamo anche discusso dell'impegno della Cina a non fornire equipaggiamenti letali destinati alla Russia. Serve uno sforzo maggiore per ridurre le consegne di beni a duplice uso alla Russia, che finiscono sul campo di battaglia" in Ucraina e, "data la natura esistenziale della minaccia derivante da questa guerra, sia per l'Ucraina che per l'Europa, ciò influisce sulle relazioni Ue-Cina".

"La guerra della Russia contro l'Ucraina deve finire. Serve una pace giusta e duratura. Contiamo sulla Cina affinché utilizzi tutta la sua influenza sulla Russia per porre fine alla guerra di aggressione contro l'Ucraina. Il presidente Xi ha svolto un ruolo importante nel ridimensionare le irresponsabili minacce nucleari della Russia e sono fiduciosa che continuerà a farlo", viste "le continue minacce nucleari da parte della Russia", ha chiosato.

Economia e mercato

Von der Leyen ha poi avvertito che l'Ue non tollererà "pratiche che causano distorsioni del mercato". I sussidi statali cinesi per le sue fabbriche di veicoli elettrici e l'industria siderurgica rappresentano una seria minaccia per le aziende europee e potrebbero persino portare alla "de-industrializzazione in Europa", ha affermato. La Repubblica Popolare, ha aggiunto, "sta producendo, con sussidi massicci, più di quanto venda a causa della debolezza della domanda interna". E "questo sta portando a un eccesso di offerta di beni cinesi prodotti con sussidi, come i veicoli elettrici e l'acciaio, sta portando a un commercio sleale". Per von der Leyen, "gli attuali squilibri nell'accesso al mercato non sono sostenibili e vanno affrontati".

"I prodotti sovvenzionati dalla Cina, come i veicoli elettrici o ad esempio l'acciaio, stanno inondando il mercato europe. "Nello stesso tempo - prosegue - la Cina continua a sostenere massicciamente il suo settore manifatturiero. E questo, combinato con una domanda interna che non aumenta. Il mondo non può assorbire la sovrapproduzione della Cina. Pertanto, ho incoraggiato il governo cinese ad affrontare queste sovraccapacità strutturali". "Allo stesso tempo, ci coordineremo strettamente con i Paesi del G7 e le economie emergenti, che sono anch'essi sempre più colpiti dalle distorsioni del mercato cinese", conclude.

L'anno scorso la Commissione europea aveva annunciato che avrebbe valutato eventuali dazi per le auto elettriche prodotte in Cina. Il colosso cinese Byd ha firmato un accordo per la produzione di veicoli in Ungheria, altra tappa del tour europeo di Xi, il primo dal 2019. Von der Leyen ha ribadito che l'Ue non sta cercando il "decoupling dalla Cina" e al contempo ha descritto il rapporto con Pechino come "uno dei più complessi, ma anche uno dei più importanti".

" Affrontiamo la questione in modo chiaro, in modo costruttivo e responsabile, perché una Cina che agisce in modo corretto è un bene per tutti noi. Nello stesso tempo, l'Europa non esiterà a prendere decisioni difficili, necessarie a proteggere la sua economia e la sua sicurezza". "Dobbiamo migliorare - prosegue - la resilienza delle nostre catene di approvvigionamento e, ad esempio, dobbiamo affrontare le dipendenze eccessive, diversificando le fonti di materie prime critiche. Questo è il motivo per cui abbiamo negoziato diversi accordi per ampliare il numero di Paesi da cui otteniamo materie prime critiche. Questo è fondamentalmente de-risking messo in pratica: il nostro mercato è e rimane aperto alla concorrenza leale e agli investimenti, ma non è positivo per l’Europa se danneggia la nostra sicurezza e ci rende vulnerabili. Ecco perché agiamo", conclude.

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Russi avanzano nel Donetsk, cade il villaggio di Ocheretyne...

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Prosegue l’avanzata russa sul fronte orientale, delle ultime ore l’annuncio di Mosca della conquista del villaggio di Ocheretyne, nel Donetsk.

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