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Spettacolo

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Chi è Fred De Palma, ‘king’ del reggaeton italiano a Sanremo 2024

L'artista, 34 anni, arriva dalla provincia di Cuneo e vanta una serie di brani di successo in Italia e all’estero con dischi di platino e collaborazioni internazionali

Fred De Palma - Fotogramma /Ipa

Con 'Il cielo non ci vuole', Fred De Palma è l'artista che apre la seconda serata di Sanremo 2024. Federico Palana all'anagrafe, l'artista 'king del reggaeton italiano' arriva dalla provincia di Cuneo e ha 34 anni.

Il cantante, spiega una nota di Sanremo, incontra la cultura hip-hop nel 2008 mostrando ben presto una forte attitudine al freestyle. Ha all’attivo 28 dischi di Platino e 6 Ori. Il primo album da solista è “F.D.P.” nel 2012, seguito da “BoyFred” (2015) “Hanglover”(2017), “Uebe” (2019) e “PLC tape1” (Pa’ la cultura), il tape del 2022 nato dalla voglia di Fred di tenere salda la bandiera del reggaeton in Italia senza dimenticare le radici del rap.

Re del reggaeton tricolore, vanta una serie di brani di successo in Italia e all’estero e numerose collaborazioni internazionali tra cui Ana Mena nelle hit "D’estate non vale” (triplo Platino) e “Una volta ancora”, 7 volte Platino in Italia e 5 volte platino in Spagna, Anitta in “Paloma” (triplo Platino), e “Un Altro Ballo” (Doppio platino), Justin Quiles in “Romance” e altri.

Con oltre 4 milioni di ascoltatori mensili su Spotify , Fred vanta molte collaborazioni internazionali con Anitta, Justin Quiles, Sofia Reyes e Ana Mena che gli hanno garantito un posto importante nel mercato latino posizionandosi tra i pochi italiani sul podio dei singoli più ascoltati in un paese straniero.

L’estate 2022 vede la pubblicazione della hit EXTASI certificata Triplo Platino, e un tour di oltre 40 date, che si conclude con due date evento a Milano e Roma a settembre.

Fred ha pubblicato il brano “Adrenalina”dove per la prima volta si mette a nudo in modo intimo e personale raccontando quando la sua carriera ha avuto anche delle ombre e con questo brano esorcizza i suoi demoni: il gioco, le donne, il denaro.

Nell’estate 2023 pubblica il singolo con Ana Mena“Melodia Criminal” prodotto da Takagi e Ketra, in uscita il 7 luglio.

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Spettacolo

Venditti: “Musica pop entri in Costituzione, senza De...

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Il cantautore romano lancia la proposta e il governo apre: "Giusto sostenerla"

Antonello Venditti - Fotogramma

Antonello Venditti vuole la musica pop in Costituzione. Il cantautore ospite oggi, 7 maggio, del Mic per la presentazione del suo tour che celebra i 40 anni di ‘Notte prima degli esami’ lancia la proposta. “C’è un lungo avvicinamento perché la musica popolare contemporanea entri in Costituzione. È l’unica arte non riconosciuta dal governo. Abbiamo bisogno di questo, di essere riconosciuti, di dare dignità a De André e a Geolier, perché senza questa musica questo Paese non sarebbe stato come è, malgrado tutto unito”.

“Questo sogno - dice Venditti seduto al fianco del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi - dovrebbe diventare realtà: preferirei essere ricordato per quello che diventerà una legge dello Stato piuttosto che per le canzoni che ho scritto. Perché le canzoni stanno lì, ma le leggi si devono ancora scrivere”.

Dal cantautore romano arriva poi una piccola stilettata ai recenti David di Donatello: “Quando vedi i David di Donatello ci rimani male perché vedi che la musica non ha niente di natura sociale, che riguardi lo stato della nostra vita - affonda Venditti - Ma non per me, per tanti che non avranno 'una fantastica storia che è la vita' se manca l’appoggio della cultura”.

L'apertura del governo

La proposta viene accolta dal sottosegretario Mazzi: “L’idea di un presidio costituzionale mi è piaciuta molto, ho detto ‘stai a vedere eh Antonello sta anticipando i tempi’. Così chiamato l’avvocato Bardo che ha dato una traccia giuridica a questa idea e io ho pensato che fosse giusto dare seguito a questa proposta e sostenerla”.

Pronto un disegno di legge

Il processo legislativo per far entrare la musica leggera nella Costituzione è “complicato ma fino a un certo punto - spiega Venditti alla stampa - Perché una volta che si riconosce il principio, come è stato per lo sport, la stessa direttrice ci porta dritto lì. Abbiamo elaborato proprio un disegno di legge portato avanti dall’avvocato Luca Pardo - prosegue - Studiando i principi che ci dovranno portare a far entrare la musica cosiddetta leggera in Costituzione. Poi basta che le forze politiche lo approvino".

La pressione dei talent e la tutela dei talenti

E alla domanda se abbia provato a parlarne con altri colleghi, l’artista risponde secco: “Impossibile. Purtroppo l’Italia dei talent, delle multinazionali non ti permette un dialogo approfondito. Molti non sanno neanche di che si parla, non sentono questo problema. Ormai il condizionamento è profondo”. Venditti cita il caso Sangiovanni, che ha stabilito un momentaneo stop per le troppe pressioni mentali: “Basta pensare a talenti come Sangiovanni, questi si giocano la vita. Loro purtroppo hanno già l’idea che sono a scadenza, che saranno superati dal nuovo, è un precariato intellettuale e morale e spirituale che porta al suicidio e all’angoscia”.

Il suo progetto potrebbe essere dunque utile anche in questo senso: “Ci sono ragazzi che sono stati costretti a cambiare, nati in un modo e che si trovano in un altro. Perché non c’è una rete costituzionale che difenda questi ragazzi e la loro sanità mentale, che li porti a vedere la musica in un altro modo, ovvero come un’occasione. Oggi l’occasione sono Sanremo e un talent. Può mai essere?”. Per questo “ci vogliono anche i finanziamenti. Oggi i biglietti dei concerti costano 100 euro. Crei una disparità enorme, ci sono le classi, questo è inammissibile”. Perché non è affatto vero che, come qualcuno ha detto, “con la musica non si mangia - scandisce Venditti - La musica contemporanea popolare dà da mangiare a tutti gli altri mondi. Il cinema ha tutti gli onori e noi tutti gli oneri”, attacca.

Venditti e il mondo in guerra

Rispondendo poi alle domande degli studenti, Antonello Venditti parla anche di attualità. “Non è una bella prospettiva cantare un mondo pieno di guerre. La mia generazione si interessava a quello che succedeva anche agli altri, ma qui mi pare che si parla di guerra o di pace a seconda che tocchi o meno i propri interessi. Noi avevamo un’idea internazionalista, globalista del mondo”. Lo dice Antonello Venditti rispondendo stamane alle domande degli studenti alla presentazione del tour che celebra i 40 anni da ‘Notte prima degli esami’ al Mic.

“Anche perché -scandisce Venditti- tutti gli Stati sono terroristi, è un fallimento di tute le istituzioni internazionali, a partire dall’Onu e non riusciamo a mettere ordine. Sarà dura fare una sintesi ma ci vuole buona volontà, quindi chi fa la pace per primo vince. Perché segna un principio: comincia a dare la mano invece di dare un cazzotto e vedi che le cose cambiano”, afferma il cantautore.

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Spettacolo

Baby Gang in carcere inizia lo sciopero della fame

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Baby Gang in carcere inizia lo sciopero della fame

''Ba by Gang da oggi ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la censura che lo sta colpendo nel modo più subdolo e violento''. Lo rende noto il suo staff sulle storie di Instagram del rapper. Mouhib Zaccaria, in arte Baby gang, era stato arrestato il 3 maggio scorso dai carabinieri della stazione di Calolziocorte, nel lecchese, in esecuzione di un’ordinanza della corte d'appello di Milano di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari con quella della custodia in carcere. L'aggravamento trae origine da una serie di violazioni alle prescrizioni cui era sottoposto. "Ascoltare la radio è uno dei pochi sollievi nella giornata di un carcere - si legge sulle storie di Instagram del rapper - Baby ci ha fatto sapere che sentire i suoi pezzi girare in radio lo sta aiutando a sopportare questa assurda detenzione''. Baby Gang, ancora tramite il suo staff, fa sapere che ''ringrazia tutti i suoi fan per il supporto'', conclude su Instagram.

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Spettacolo

Gruber, Mentana e il ritardo: non è la prima volta, quando...

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I ritardi nella programmazione televisiva possono scatenare vere e proprie tempeste mediatiche

Maurizio Mannoni e Bruno Vespa - (Fotogramma)

I ritardi nella programmazione televisiva possono scatenare vere e proprie tempeste mediatiche. L’ultimo episodio è quello di Lilli Gruber che ieri si è infervorata per il ritardo accumulato dal telegiornale di Enrico Mentana ("l'incontinenza è una brutta cosa"). Il giornalista oggi ha replicato piccato via social, anche nei confronti dei suoi vertici aziendali: "Giudizio grevemente sprezzante" da cui "finora nessuno tra i vertici di La7 ha sentito il bisogno di prendere le distanze". Tuttavia, questa non è la prima volta che tali ritardi diventano motivo di discordia tra i conduttori.

Anche Bianca Berlinguer quando conduceva 'Cartabianca' su Rai3 era nota per questi slittamenti. Un episodio significativo fu il ritardo di 20 minuti del suo programma che causò l’ira di Maurizio Mannoni, conduttore di ‘Linea Notte'. "Andiamo in onda per senso di responsabilità", aveva commentato duramente il conduttore in apertura di programma. Un anno dopo - durante la puntata del 25 ottobre 2022 - a rimetterci però fu proprio 'Cartabianca' che partì in ritardo a causa di Marco Damilano, che con il suo programma, 'Il cavallo e la torre', aveva sforato di 17 minuti.

E anche Bruno Vespa non è nuovo a queste dinamiche e quando c'è da rimproverare qualcuno non ci pensa due volte. Ad ottobre 2020 il conduttore di Porta a Porta si lanciò in una doppia frecciata alla redazione del Tg1, prima contestando ai colleghi di non menzionare il suo programma, poi sottolineando i loro ritardi. Sempre nello stesso anno, a dicembre, bacchettò anche Amadeus per aver sforato di mezz'ora con 'Sanremo giovani'. "Ci sono programmi più importanti del nostro", aveva commentato sarcasticamente il giornalista. Infine, Milo Infante che con il suo programma 'Ore 14' su Rai 2 vive costantemente il ritardo a causa del Tg2. A marzo di quest'anno l'ultimo sfogo del conduttore: "In tanti ci scrivete 'ma è possibile che non riuscite mai a partire in orario?' La risposta è evidentemente no", ha commentato in tono polemico.

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