Salute e Benessere
Pediatri, ‘mal di pancia o mal di scuola? Vademecum...
Pediatri, ‘mal di pancia o mal di scuola? Vademecum per i genitori
Mal di pancia o mal di scuola? E' il dilemma che la maggioranza dei genitori è costretta a porsi di fronte ai figli che lamentano dolori addominali prima di andare a scuola o addirittura chiamati al telefono da maestre e insegnanti per il malessere accusato in classe. Tra i 4 e i 18 anni il sintomo è accusato da 3 italiani su 10 in età scolare: presentano dolore, senza una causa evidente, frequente, nell'area dell'ombelico che può essere accompagnato da mal di testa, dolore agli arti e disturbi del sonno. Per i genitori non è sempre facile. Ma ci sono alcuni elementi che possono orientare le mamme e i papà.
"Se il mal di pancia è ricorrente e intermittente, non continuo e non tendente ad aumentare, rientra in genere nel disordine funzionale gastrointestinale", spiega all'Adnkronos Salute la presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Annamaria Staiano, a margine della presentazione, oggi a Roma, della campagna europea sul 'dolore addominale funzionale', promossa dalla Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (Espghan), realizzata in Italia da Sip e Società italiana di gastroenterologia epatologia e nutrizione pediatrica (Sigenp).
"La frequenza di questi disturbi - continua - è di almeno quattro episodi negli ultimi 2 mesi. Quello che è importante da verificare è l'intermittenza: il bambino manifesta il dolore che, anche se è forte, passa da solo". L'errore che i genitori e gli insegnanti spesso fanno è quello di tenerli a casa, non mandarli a scuola. "Ma è più corretto che questi bambini - aggiunge - continuino la loro vita normale. L'importante è rassicurarli. Utile, per esempio, confortandoli, portarli a scuola a piedi, o comunque fare una piccola passeggiata per arrivarci. E' stato dimostrato che i bambini che vengono rassicurati stanno meglio rispetto a chi non viene confortato". In ogni caso "è importante rivolgersi al pediatra, che può spiegare bene ai genitori come comportarsi e in quali casi ci si deve davvero allertare. Non bisogna sminuire il dolore funzionale, anche se non ha causa organica. Perché molto spesso l'entità di questo dolore è addirittura maggiore di quello organico".
Il bambino (o il ragazzo) "ha veramente una sofferenza concreta, dovuta al maggiore livello di ansia o altre problematiche (ipersensibilità viscerale)", sottolinea Staiano spiegando che la preoccupazione dei genitori ha senso se il dolore "è continuo, accompagnato da febbre oppure è notturno, perché il dolore funzionale raramente sveglia il bambino di notte". Febbre, vomito, dimagrimento, presenza di sangue nelle feci, diarrea sono i segnali che giustificano una preoccupazione. Il dolore addominale funzionale, invece, può essere anche intenso, ma non è pericoloso e si risolve nel tempo.
Ma come aiutare i figli in questi casi? "I bambini e i ragazzi che soffrono di dolore addominale funzionale - spiegano i pediatri - spesso provano tristezza e delusione per la perdita di attività, scuola e tempo con gli amici e ciò può far sì che affrontino il dolore con negatività. Aiutarli a mantenere un atteggiamento positivo può fare un’enorme differenza. Incoraggiateli a continuare le normali attività, ad esempio andare a scuola, praticare sport e trascorrere del tempo con amici e familiari".
Le attività, in generale, "possono distrarli dal dolore e alleviare i sintomi, mentre l’esercizio fisico può migliorare il transito intestinale e il livello di stress". Importante anche dormire bene. "La scarsa qualità del sonno può peggiorare i sintomi". In questi casi "è utile migliorare i ritmi del sonno. Un’alimentazione bilanciata e una corretta idratazione aiutano a promuovere la salute dell’apparato digerente e a migliorare il benessere. Eventuali cambiamenti dell’alimentazione vanno sempre discussi con il pediatra".
Il dolore addominale funzionale "può essere causato da stress e anche provocarlo. Parlare con i vostri bambini o ragazzi dei fattori che possono causargli stress e sviluppare delle strategie per gestirli potrebbe rivelarsi utile, oltre a rassicurarli del fatto che il dolore non ha una causa grave ed è temporaneo. Se il bambino (o il ragazzo) soffre di un disturbo mentale, come l’ansia o la depressione, è importante chiedere aiuto, rivolgendosi a uno psicologo".
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Infettivologi, ‘coperture vaccinali in calo, serve...
"C'è un problema di coperture vaccinali in Italia. E' emerso anche durante il congresso Escmid Global a Barcellona", l'evento annuale che riunisce i microbiologi e infettivologi da tutta Europa e non solo, "quella anti-Covid in Italia non è stata molto efficace, siamo arrivati al 12% dei soggetti a rischio immunizzati mentre il resto d'Europa è sopra il 50%. L'Italia deve rivedere la politica sulle vaccinazioni e tra pochi giorni uscirà un documento congiunto Simit-Siti per preparare la prossima campagna vaccinale autunnale che - secondo noi - dovrà raccomandare anche l'anti-Covid insieme all'antinfluenzale. C'è anche preoccupazione per l'epidemia di morbillo che sta creando diversi problemi in vari stati europei. Insomma, il tema delle coperture vaccinali deve tornare la priorità delle politiche sanitarie". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore ordinario di Malattie infettive Università Tor Vergata di Roma, che ha partecipato al congresso Escmid Global.
Quali sono stati i focus principali dell'evento congressuale? "L'antibiotico resistenza rappresenta un problema di sanità pubblica in tutti i paesi - risponde Andreoni - All'Escmid sono stati presentati diversi studi su nuovi approcci per arrivare a combattere i super batteri. Tra queste strategie sembra interessante quella che usa i 'virus fagi' che aggrediscono i batteri in maniera molto specifica. Sono virus non in grado di infettare le cellulare umane ma di attaccare le cellule batteriche di pseudomonas o stafilococco, ad esempio".
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Burioni contro Susanna Tamaro: “Ragionamenti identici...
Il virologo tuona contro la scrittrice dopo un articolo sul Covid: "Dovevamo uscirne migliori invece..."
"La scrittrice Susanna Tamaro, in un pezzo sul 'Corriere della Sera', ci spiega i vaccini producendosi in una mirabile crestomazia di 'ragionamenti' identici a quelli dei somari antivaccinisti. Ne dovevamo uscire migliori, invece ne siamo usciti tutti virologi, anche la Tamaro". Così, sui social, Roberto Burioni commenta l'articolo scritto da Susanna Tamaro sulle 'cicatrici lasciate dal Covid', in cui l'autrice critica la 'mancanza di azione terapeutica iniziale e la successiva polarizzazione attorno al vaccino, evidenziando dubbi e incertezze che persistono nonostante gli avanzamenti scientifici'.
Alle parole della Tamaro, Burioni risponde ricordando che "la nostra medicina 'meravigliosamente avanzata' in 'quasi un anno a braccia conserte' ha sviluppato un vaccino che ha salvato molte decine di milioni di vite, compresa forse pure la tua, permettendoti di partecipare da viva alle Olimpiadi delle bojate", chiosa il docente di virologia all'Università Vita Salute San Raffaele di Milano, che chiede infine al Corriere della Sera "perché ospitate simili scemenze che diffondono bugie pericolose per la salute pubblica e minano con la menzogna la fiducia nella scienza e nella medicina?"
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Snami, guardia medica riferimento indispensabile per...
Il sindacato risponde a servizio Tv sulle presunte carenza della continuità assistenziale
"Con profonda preoccupazione notiamo una mancanza di completezza nell'affrontare la complessità e l'importanza della guardia medica nell'assistenza sanitaria pubblica. Il servizio di guardia medica è stato istituito per interventi non differibili che non richiedono un intervento immediato di emergenza-urgenza e nel tempo è diventato un punto di riferimento indispensabile e strategico per l’intera collettività”. Così, il responsabile nazionale del Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (Snami) Continuità assistenziale, Giancarmelo La Manna, risponde - in una nota - al servizio televisivo di ‘Furoi dal coro’', su Rete 4, sulle presunte carenze della continuità assistenziale.
“L'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle patologie croniche - aggiunge Federico Di Renzo, responsabile nazionale Snami medici in formazione e specializzazione - si contrappongono a una riduzione delle risorse destinate alle strutture ospedaliere e ai pronto soccorso, senza un potenziamento delle risorse territoriali, come il servizio di guardia medica, che hanno subito ulteriori tagli e chiusure. Questa situazione ha comportato una carenza di camici bianchi nei presidi territoriali e, in particolare, nel servizio di guardia medica, causando un impoverimento organizzativo e dell’offerta sanitaria, vedi visite domiciliari”.
Nella trasmissione, “la citazione della sentenza della Cassazione che condanna un sanitario in servizio nella continuità assistenziale - spiega La Manna - si riferisce a un caso particolare e straordinario che non raffigura la regolarità dell’attività del servizio. Si tende quindi a rappresentare un tentativo di discredito nei confronti dei numerosi colleghi che svolgono regolarmente un prezioso servizio. In buona sostanza - conclude - si cerca un ago nel pagliaio per esigenze televisive e, di fatto, si coinvolge una intera categoria”.