Politica
Governo, Meloni ‘smina’ terreno: un’ora...
Governo, Meloni ‘smina’ terreno: un’ora di faccia a faccia con Salvini, poi accoglie Metsola
Incontro a Palazzo Chigi col vicepremier. Un ministro: "Giusto stabilire regole d'ingaggio per le europee"
Avanti con l'"elmetto in testa", vivendola "giorno per giorno, come direbbe Rambo". Quella di oggi è una giornata particolarmente piena per Giorgia Meloni, che inizia di buon mattino con una intervista a tutto campo ai microfoni di Rtl 102.5, per poi proseguire a Palazzo Chigi dove la premier incontra Matteo Salvini prima e Roberta Metsola poi, due faccia a faccia che arrivano a stretto giro dai fendenti del leader della Lega diretti alla presidente del Parlamento europeo, accusata di volere un "inciucio bis" in Europa. Con Salvini l'incontro chiarificatore dura un'ora, la location è lo studio della premier. O così assicurano gli staff dei due leader, perché la foto che li ritrae insieme sorridenti non è scattata nella sede del governo - da dove la premier si è allontana attorno alle 11.30 per far ritorno più avanti - "ma in un bar, dove si sono spostati successivamente a sorseggiare un caffè", assicurano fonti vicine alla presidente del Consiglio rispetto al piccolo 'giallo'.
Ma al netto del dove, è il come che lascia aperti interrogativi. Prima regola del Fight club, non parlare del Fight club. Quel che trapela ufficialmente dopo l'incontro - ben poco - è la "piena sintonia" tra i due. Soprattutto l'intenzione delle due parti di far emergere che, al netto della 'maretta' che accompagna la campagna elettorale per le europee e che già fa ballare il governo, l'esecutivo andrà dritto per la sua strada non lasciandosi trascinare nella burrasca. Puntando a "raggiungere tutti gli obiettivi del programma elettorale con l'ambizione di rivincere le elezioni Politiche al termine della scadenza naturale della legislatura", mettono nero su bianco i due staff.
"Non ho parlato con Giorgia dopo l'incontro - dice all'Adnkronos un ministro di peso chiedendo riserbo - ma, conoscendola, immagino abbia affrontato la cosa con la consueta franchezza, pretendendo rispetto, perché le europee sono ancora lontane e avanti così il percorso diventerebbe troppo accidentato. Il governo va preservato. Punto. E le regole di ingaggio per le europee andavano chiarite". Del resto già al mattino, intervenendo in radio, Meloni aveva confermato la linea tenuta nelle ultime 48 ore -mentre Salvini dalle pagine del Corsera invitava gli alleati a non porre veti in Europa- ovvero non alimentare lo scontro, non gettare benzina sul fuoco entrando in rotta di collisione con il leader della Lega.
"Leggo ogni giorni di un clima nel governo... di insulti, frustrate - ha scherzato la presidente del Consiglio minimizzando - la verità è che siamo coesi" e che il "centrodestra sta molto bene, è in salute. C'è un metro solo per valutare la coesione delle maggioranze: la velocità con cui i governi riescono a operare. Si vede che questo governo opera velocemente, e quando succede è perché è facile mettersi d'accordo. Accade solo in maggioranze con una visione comune. Ne ho viste altre impantanate, che non trovano sintesi su niente, e a noi questo non accade".
Alleanze in Ue? "Prematuro e fuorviante parlarne ora"
Sulle alleanze in Europa, 'motore' della battaglia avviata da Salvini e motivo di scontro con l'altro vicepremier Antonio Tajani, Meloni tocca piano la palla, consapevole 'che parlarne ora sarebbe prematuro e fuorviante', osservano i suoi. "Al di là delle sfumature dei partiti di maggioranza, che sono una ricchezza - dice infatti la presidente del Consiglio, sempre ai microfoni dell'emittente radiofonica -, c'è coesione di fondo ed è evidente. Penso che quello che siamo riusciti a fare in Italia si debba in qualche maniera tentare di costruirlo anche in Europa". Sul come però da Meloni nessun indizio, mentre è impegnata a rafforzare il voto conservatore per pesare di più, a Bruxelles come a Roma.
Nel centrodestra che lei assicura unito, coeso, permangono le distanze circa le alleanze da tessere a Bruxelles, tanto più sulla rotta Lega-Forza Italia. "Unità del centrodestra italiano a Bruxelles e Strasburgo sì, alleanza con Le Pen e Alternative für Deutschland (Afd) no", mette in chiaro Tajani ospite del forum dell'Adnkronos. "Sono favorevole a che la Lega e Matteo Salvini siano parte di questa coalizione di governo del Parlamento europeo. Nessun veto sulla Lega - torna dunque a ribadire il segretario degli azzurri -, non ho mai detto una parola che potesse andare in questa direzione. Non mi convince però un'alleanza con Afd e con Le Pen perché hanno dei valori che non sono coincidenti con i miei. La Lega è una cosa ben diversa. Unità centrodestra italiano a Bruxelles e Strasburgo sì, con Le Pen e Afd no", il mantra degli azzurri.
L'incontro con Metsola e il Patto di stabilità
Meloni resta quella che meno si espone su possibili alleanze. Rimane a bordo campo a guardare, attendendo i tempi giusti per entrare in partita. Intanto tiene aperti tutti i canali di comunicazione. E, nel giorno dell'incontro chiarificatore con Salvini, vede anche Metsola per fare il punto sui temi al centro del prossimo Consiglio europeo. "L'incontro è andato molto bene, abbiamo contatti regolari", rimarca la presidente del Parlamento europeo allontanandosi da Palazzo Chigi per bere un caffè con i suoi, visibilmente indispettita dal clamore delle ultime 24 ore. Un caos sopraggiunto in ore decisive per strappare condizioni favorevoli sul nuovo Patto di stabilità, una partita a scacchi durissima in cui ogni mossa rischia di minare gli equilibri sullo scacchiere.
"Sono ore serrate di questa trattativa, è un momento molto delicato", ma "non si può dire sì a una riforma del Patto che poi non si può rispettare", mette in chiaro Meloni. "Crediamo che un'Europa seria debba tenere in considerazione nella nuove regole della governance le strategie che si è data. Abbiamo il Pnrr, la transizione energetica, digitale: non si può non tenere conto degli investimenti che l'Europa chiede. Stiamo facendo del nostro meglio per costruire una sintesi efficace ma ragionevole".
Lo sfogo sulla vita privata
Sullo sfondo le schermaglie sulle possibili alleanze e gli affondi delle opposizioni che, per Meloni, "tifano contro l'Italia". Per lei si profila "una campagna elettorale tosta", ma "elmetto in testa e si combatte", avanti "giorno per giorno". Al netto delle cicatrici, che comunque restano: "diciamo che della mie questioni private si è parlato a volte senza pietà...", risponde a chi le chiede se si sia dibattuto troppo di lei e della sua sfera privata in questo primo anno alla guida del governo. Prova che la regola aurea del Fight club non vale per tutti e dovunque.
Politica
Vannacci contestato a Napoli: “Io non cambio, vengano...
Tafferugli e bombe d'acqua contro la polizia alla presentazione del libro. Il generale: "Ringrazio i contestatori, che danno ulteriore lustro e importanza a questo evento"
Contestazioni a Napoli per il generale Roberto Vannacci, capolista della Lega nella Circoscrizione Sud alle elezioni Europee 2024. Tensione e tafferugli hanno preceduto la presentazione del libro di Vannacci fuori dal Teatro InArte, sul Lungomare di Napoli. I manifestanti che erano in presidio in piazza del Plebiscito hanno tentato di forzare il cordone delle forze dell'ordine in via Nazario Sauro, e c'è stata una carica di alleggerimento. I manifestanti hanno anche lanciato dei palloncini pieni di acqua contro la polizia.
"Ringrazio i contestatori"
"Purtroppo capita che nella democrazia nella quale viviamo, i locali che ospitano le mie presentazioni vengano addirittura minacciati”, ha commentato il generale. “E' successo a Verona, dove il proprietario ha dovuto desistere, è successo a Mantova dove hanno rinunciato ma la presentazione verrà spostata in un altro locale. Anche questa tecnica di cercare di censurare, di attribuire frasi che non sono quelle vere, si sta rivelando un'attività totalmente controversa e che suscita risultati opposti a quelli che si propone. Ringrazio i contestatori, che danno ulteriore lustro e importanza a questo evento. Invito queste persone a venire in questa sala e a rappresentarci i loro pensieri, le loro critiche, le loro idee. Non mi sono mai sottratto al confronto. Questo invito lo faccio sempre ma ha poco successo. E ringrazio le forze dell'ordine, che sono sempre presenti”.
"Più prudente? Io non cambio"
"Io non cambio. Credo di aver dimostrato in 37 anni di mia vita di non cambiare, di credere in quello che faccio. Non credo di aver fatto delle esternazioni estreme", ha quindi affermato Vannacci. "Credo che invece estreme siano state le interpretazioni che è stato voluto dare a quelle esternazioni”. Quanto al successo del suo primo libro ha spiegato: “Poteva essere un qualche cosa che sarebbe stato diffuso a poche centinaia di persone, invece gli strumentalizzatori delle mie parole ne hanno decretato il successo quasi 300 mila copie”.
"La mia candidatura non è divisiva per la Lega"
Quanto alla sua candidatura nelle liste del Carroccio, "non credo che la mia candidatura sia divisiva all'interno della Lega. Sono discussioni assolutamente legittime nell'ambito di un partito, io sono un candidato indipendente", ha rimarcato. "Risolveranno le loro problematiche all'interno del partito. Vado avanti per la mia strada rappresentando quei valori di patria, confini, sicurezza, identità che ritengo sovrapponibili a quelli del partito con il quale mi candido come indipendente e che ritengo basilari in Europa".
"In Europa per riscrivere Green Deal"
"Il contributo in Europa sarà fondamentalmente su 3, 4, 5 argomenti principali che sono quelli della sovranità nazionale, del valore di patria, di confini, di sicurezza e soprattutto la riscrizione totale di questo che è il Green Deal che costerà un'enormità alle tasche degli italiani senza conseguire alcun obiettivo da un punto di vista ecologico", ha detto Vannacci che alla domanda se condividesse il testo sul Patto di Stabilità, Vannacci ha riferito: "Lo dovrei esaminare con più attenzione, non l'ho visto, quindi in genere non do pareri su ciò che non conosco".
Politica
Europee 2024, Fratelli d’Italia al 27,5% e Pd al...
Secondo Euromedia Research per Porta a Porta Azione e Avs poco sotto soglia. Forza Italia supera Lega, Stati Uniti d'Europa al 4,5
Fratelli d'Italia al 27,5% seguito dal Pd al 20,5%. E' quanto emerge dal sondaggio Euromedia Research per Porta a Porta sulle intenzioni di voto alle Europee 2024. Movimento 5 Stelle al 17% quindi Forza Italia all'8,8 che supera di poco la Lega al 8,4%. La lista Stati Uniti d'Europa supererebbe la soglia di sbarramento raggiungendo il 4,5% mentre Avs con il 3,8 e Azione con il 3,7 sarebbero poco sotto. La lista promossa da Michele Santoro 'Pace terra dignità' si ferma al 2% e all'1,8 Libertà promossa da Cateno De Luca.
Su questa base Euromedia Research, ha anche simulato un’attribuzione dei seggi: Fdi 24, Pd 18, M5S 15, Fi 8, Lega 7 e Stati Uniti d'Europa 4. Avs, Azione e le altre liste, se non supereranno la soglia, non avranno eletti.
Politica
Europee, il patron del Papeete Casanova non si ricandida...
A sorpresa non figura nelle liste dei candidati diffusa al termine del consiglio federale: "Scelta mia, esito di lunga riflessione". A pesare potrebbe essere stata anche la vicenda che lo ha riguardato lo scorso 8 marzo, quando in provincia di Foggia un'auto provò a investirlo
Non correrà alle Europee per la Lega, Massimo Casanova, il patron del Papeete Beach, da sempre molto vicino al segretario della Lega Matteo Salvini. A sorpresa il suo nome non figura infatti nelle liste dei candidati diffusa al termine del consiglio federale del 30 aprile scorso, nonostante lo stesso Casanova avesse fatto sapere che avrebbe preso parte al voto per la conferma a Strasburgo, dove dal 2019 è eurodeputato per la Lega. "La scelta di non ricandidarmi - scrive oggi su Facebook, postando una foto in compagnia di Salvini - è stata mia, maturata all’esito di una lunga riflessione".
L'imprenditore, attivo in Puglia, e atteso come nome in campo per la circoscrizione meridionale, spiega la sua rinuncia: "Chi mi conosce sa quanto il ruolo di europarlamentare, che ho sempre preso assolutamente sul serio e per il quale mi sono speso avendo come stella polare la difesa e lo sviluppo del Sud (e non solo), sia stato per me totalizzante e, pertanto, sacrificante a livello di affetti familiari e professionali. Ci ho rimesso in prima persona, a vari livelli, ma l’ho fatto con immenso piacere e spirito di servizio nei confronti dei miei elettori, di questo Sud che amo profondamente, del mio partito e del mio leader e amico fraterno, Matteo Salvini, che mi ha consentito cinque anni fa di conoscere da vicino un mondo che, da imprenditore prestato alla politica, era a me sconosciuto". "Ebbene, dopo cinque anni, posso dire, e i vostri feedback sono lì a confermarlo, di aver fatto e portato del buono, anche e soprattutto sul fronte umano, fatto di rapporti personali, che ho costruito e rispettato, non ricevendo spesso lo stesso trattamento. Ma c’èst la vie", conclude oggi.
A pesare potrebbe essere stata anche la vicenda che lo ha riguardato lo scorso 8 marzo, quando a Lesina, in provincia di Foggia, un'auto provò a investire Casanova, finendo poi per urtare l'utilitaria a bordo della quale c'erano la figlia 15enne e un'amica di famiglia. Un fatto avvenuto subito dopo il furto di bestiame dalla masseria dell'imprenditore, che poi aveva provato a inseguire i ladri. "Non mi farò intimorire -aveva detto all'AdnKronos in quella occasione-. Se avevo qualche dubbio a ricandidarmi alle Europee, ora sono spariti, sarò in campo per tentare di cambiare qualcosa in questo paese". Oggi il dietro-front.