Esteri
Israele, Biden: “Soluzione con 2 Stati ora più...
Israele, Biden: “Soluzione con 2 Stati ora più importante che mai”
Il presidente Usa: "Tregua può essere prolungata, ci aspettiamo la liberazione di altre decine di ostaggi"
"Vogliamo mettere fine al ciclo di violenza" e "raggiungere una soluzione a due Stati in modo che palestinesi e israeliani possano vivere fianco a fianco. Questo è ciò che Hamas teme". Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sottolineando che lavorare a una soluzione a due Stati "oggi è più importante che mai".
Quanto accaduto oggi con la liberazione dei primi ostaggi e l'avvio della tregua è "l'inizio di un processo. Ci aspettiamo che altri ostaggi vengano rilasciati domani. E altri ancora il giorno dopo ed altri il giorno dopo ancora. Nei prossimi giorni ci aspettiamo che decine di ostaggi vengano restituiti alle loro famiglie".
"La giornata di oggi è stata il risultato di tanto duro lavoro e settimane di impegno personale. Dal momento in cui Hamas ha rapito queste persone, io e la mia squadra abbiamo lavorato 24 ore su 24 per ottenere il loro rilascio", ha proseguito Biden, ribadendo il suo "impegno" per la liberazione di "tutti gli ostaggi". "Le chance di prolungare la tregua sono reali. Non ho fiducia che Hamas faccia qualcosa di giusto. Confido solo che Hamas risponda alle pressioni", ha aggiunto.
"Questa pausa prolungata nei combattimenti offre un'opportunità fondamentale per fornire cibo, medicine, acqua e carburante che sono necessari ai civili di Gaza. E non stiamo perdendo un solo minuto", ha affermato. Biden inoltre ha chiesto al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di "concentrarsi sul tentativo di ridurre il numero delle vittime" civili nella Striscia di Gaza, mentre cerca di eliminare Hamas, che è un "obiettivo legittimo".
Esteri
Macron e l’invio di soldati in Ucraina, cosa dice...
Le reazioni alle parole del presidente francese
Emmanuel Macron unisce Matteo Renzi e Matteo Salvini. Il presidente della Francia, a The Economist, non esclude l'invio di soldati in Ucraina: la presenza di truppe occidentali, dice il capo di stato, sarebbe legata ad una situazione particolare. "Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina - cosa che oggi non avviene - dovremmo legittimamente porci la domanda", dice Macron con dichiarazioni che, ovviamente, alimentano un dibattito articolato.
"L'Italia ha una posizione equilibrata" e "pur sostenendo il diritto dell'Ucraina a rimanere un Paese libero, l'Italia non è in guerra con la Russia e mai invieremo militari italiani", dice il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo al Tavolo di lavoro per le imprese italiane in Russia.
Più 'frizzanti' le reazioni di altre figure politiche e istituzionali. "Mai un soldato italiano a morire nel nome di Macron. Io la penso così", scrive sui social Matteo Salvini, leader della Lega, ribadendo una posizione netta, in dissenso dalla linea del presidente francese. Con sfumature diverse, le parole di Macron vengono bocciate anche da Matteo Renzi. "Macron? Un passo avanti eccessivo e azzardato. Non lo condivido. Il problema non è inviare le truppe. L'Europa deve mandare avanti il progetto di difesa comune e esercito comune europeo ma ci vuole anche una politica diplomatica più forte", dice il leader di Italia Viva a Metropolis sul sito di Repubblica.
Esteri
Ucraina, strage di soldati russi: il primo colpo degli...
I missili a lungo raggio colpiscono un centro di addestramento
Una strage di soldati russi uccisi dagli Atacms. I missili a lungo raggio che gli Stati Uniti hanno fornito all'Ucraina dall'inizio di aprile lasciano un segno pesantissimo nella guerra. Analisti e esperti accendono i riflettori su un attacco portato da Kiev e documentato nelle ultime ore. Un'azione condotta con il lancio di 4 missili su un campo di addestramento nell'area di Mozhnyakivka, nell'oblast di Luhansk. L'attacco è documentato da una serie di video - che sono stati geolocalizzati - diffusi su X dal profilo OSINTechnical, una fonte di intelligence open source.
"Almeno un Atacms ha colpito un gruppo di oltre 100 soldati russi", si legge nell'analisi affidata a una serie di post. Non è chiaro quando sia stata compiuta l'azione: Newsweek ha cercato di interpellare il ministero della Difesa russo ma non ha ottenuto informazioni di nessun tipo.
L'attacco trova spazio anche nel resoconto dell'Institute for the Study of War (ISW), think tank americano che monitora la guerra quotidianamente. L'ISW fa riferimento ad un'azione che ha colpito un campo di addestramento a circa 80 km dalla linea del fronte. "Un video geolocalizzato indica che le forze armate ucraine hanno colpito un campo di addestramento russo a sudovest di Mozhnyakivka, probabilmente con 4 Atacms, e avrebbero ucciso 116 soldati russi".
L'operazione è una delle prime tracce, se non la prima, degli Atacms appena arrivati in Ucraina. Le armi sono in grado di colpire a circa 300 km di distanza, con un raggio d'azione nettamente superiore rispetto a quello che caratterizzava la versione fornita in precedenza dagli Usa. I nuovi missili consentono a Kiev di colpire in profondità, ben oltre la linea del fronte, con la possibilità di infliggere danni pesantissimi.
Esteri
Londra, in centinaia contro il trasferimento dei migranti...
Blocchi dei manifestanti lungo la strada intorno al Best Western di Londra
Almeno 45 attivisti sono stati arrestai mentre cercavano di impedire il trasferimento di migranti da Londra alla Bibby Stockholm, la controversa chiatta nel Dorset usata dal governo britannico per i richiedenti asilo. Centinaia di manifestanti oggi hanno bloccato la strada intorno Best Western di Londra, da dove dovevano partire i pulmann con i migranti. All'arrivo della polizia, hanno formato una catena ed alcuni si sono seduti di fronte al veicolo e sono stati trascinati via con la forza dagli agenti.
La chiatta ha una capacità di 500 posti, da quando è stata noleggiata dal governo britannico per usarla per i migranti è stata la centro di polemiche per le condizioni di sicurezza e sanitarie, con anche un'epidemia di legionella e nei mesi scorsi la morte di un richiedente asilo albanese.
"Alloggiare migranti negli alberghi costa milioni di sterline al giorno ai contribuenti britannici - ha dichiarato il ministro dell'Interno, James Cleverly - non permetteremo ad un piccolo gruppo di studenti che si mettono in posa per i social di fare la cosa giusta per i britannici".
Le proteste di oggi sono un'indicazione del tipo di resistenza che il governo britannico potrà incontrare quando incomincerà ad applicare la controversa legge per la deportazione dei migranti in Ruanda.